Discorsi, omelie, udienze, angelus e altri documenti

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+PetaloNero+
00venerdì 9 luglio 2010 15:24
SCAMBIO DI STRUMENTI DI RATIFICA DELL’ACCORDO FRA LA SANTA SEDE E IL LAND NIEDERSACHSEN A MODIFICA DEL CONCORDATO DEL 26 FEBBRAIO 1965

Nel pomeriggio di lunedì 28 giugno 2010, nella sede della Nunziatura Apostolica a Berlino, il Nunzio Apostolico in Germania, S.E. Mons. Jean-Claude Périsset, e l’allora Ministro-Presidente del Land Niedersachsen, Signor Christian Wulff, hanno proceduto allo scambio degli Strumenti di ratifica dell'Accordo, che era stato firmato il 6 aprile 2010 per modificare il § 6 dell'Allegato al Concordato fra la Santa Sede e il Land Niedersachsen del 1965 e regolare la posizione giuridica di alcune scuole cattoliche gestite dalle Diocesi di Hildesheim, Osnabrück e Münster nel medesimo Land.

Presenti alla cerimonia erano alcuni Deputati della Dieta del Land Niedersachsen e una rappresentanza degli insegnanti e studenti delle scuole interessate dall'Accordo. Con il personale della Nunziatura era anche Mons. Felix Bernard, Capo dell'Ufficio Cattolico del Niedersachsen.

Come è noto, il 30 giugno scorso il Signor Christian Wulff è stato eletto nuovo Presidente della Repubblica Federale Tedesca.


+PetaloNero+
00sabato 10 luglio 2010 00:31
Il Papa per i 50 anni di sacerdozio del Card. Bertone


ROMA, venerdì, 9 luglio 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito la lettera inviata da Benedetto XVI al Segretario di Stato vaticano, il Cardinale Tarcisio Bertone, per i cinquant'anni dall'ordinazione sacerdotale, avvenuta il 1° luglio 1960.

* * *

Al Venerato Fratello Nostro
Tarcisio Cardinale Bertone S.D.B.
Segretario di Stato e Camerlengo di Santa Romana Chiesa

Dal momento che vi è tra Noi una reciproca ed assidua familiarità, che deriva dal fatto di trovarCi quasi quotidianamente insieme, è degno e giusto rivolgere di persona le espressioni augurali del Nostro animo a Te che compi il cinquantesimo anno di ordinazione presbiterale. Tuttavia oltre questo compito, a Noi molto gradito, attraverso questa Nostra lettera Ti vogliamo comunicare il Nostro pensiero, affinché la Nostra considerazione nei Tuoi confronti risulti più manifesta.

Mentre attraversiamo tempi difficili, riteniamo che Tu rivolga la mente a cose più liete del passato, quando per l'imposizione delle mani del venerato fratello Albino Mensa, fosti promosso all'ordine sacro, circondato da familiari e confratelli. Né Ci sfugge quanto in seguito, ben perfezionato nelle materie giuridiche, Ti dedicasTi ad educare e guidare con l'insegnamento e gli scritti i giovani, sia all'interno che all'esterno della Tua famiglia salesiana.

Nessuno stupore, dunque, che Tu abbia avuto un'importante posizione e stima presso il Nostro Predecessore, il Venerabile Servo di Dio Giovanni Paolo II, che Ti volle Arcivescovo di Vercelli ed ivi fedele annunciatore dei benefici divini. Per volere dello stesso Pontefice in seguito iniziasTi poi a svolgere l'incarico di Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, stabilendo con Noi una felice familiarità nel comune lavoro.
Anche nella Chiesa di Genova, alla quale dedicasTi il Tuo zelo e le Tue fatiche apostoliche, si riscontrano in più parti le testimonianze del Tuo ministero pastorale, da cui riconosciamo il giovamento che venne a quella comunità ecclesiale e dove conseguisTi un titolo maggiormente illustre mediante la Tua aggregazione al Collegio dei Padri Cardinali.

Richiamando alla memoria tempi più recenti, Ti abbiamo voluto vicino collaboratore, scegliendoTi quale Segretario di Stato, con cui condividere decisioni e compiti. Senza dubbio Ti stai prodigando con grande impegno e perizia ad essere partecipe dei Nostri progetti pastorali riguardo alla Chiesa universale, e delle Nostre iniziative rivolte al mondo intero, perché la famiglia di Dio si rafforzi ed il mondo diventi più armonioso.
Perciò mentre Ci rallegriamo di cuore per il ricordo del lieto inizio del Tuo sacerdozio, esprimiamo questi sentimenti di stima e le affettuose Nostre congratulazioni, mentre, per intercessione della Beata Vergine Maria Ausiliatrice e di S. Giovanni Bosco, imploriamo abbondante la ricompensa del Divino Maestro. Infine a Te, Nostro Venerato Fratello, impartiamo con fraterno affetto l'Apostolica Benedizione, destinata copiosamente anche a tutti coloro ai quali Ti congiungono vincoli di parentela e di lavoro.

Dal Vaticano, 1° giugno dell'anno 2010, sesto del Nostro Pontificato.


BENEDICTUS PP. XVI

© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana
+PetaloNero+
00sabato 10 luglio 2010 15:13
RINUNCE E NOMINE


RINUNCIA E SUCCESSIONE DEL VESCOVO DI CARAPEGUÁ (PARAGUAY)

Il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Carapeguá (Paraguay), presentata da S.E. Mons. Celso Yegros Estigarribia, in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico. Gli succede S.E. Mons. Joaquín Hermes Robledo Romero, finora Vescovo Coadiutore della medesima diocesi.

+PetaloNero+
00lunedì 12 luglio 2010 00:32
LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS


Dal pomeriggio di mercoledì 7 luglio, il Santo Padre Benedetto XVI si trova nella residenza pontificia di Castel Gandolfo per trascorrere il periodo di riposo estivo.

Alle ore 12 di oggi, il Papa si affaccia al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per recitare l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti.

Queste le parole del Santo Padre nell’introdurre la preghiera mariana:


PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle,

Da qualche giorno - come vedete - ho lasciato Roma per il soggiorno estivo di Castel Gandolfo. Ringrazio Dio che mi offre questa possibilità di riposo. Ai cari abitanti di questa bella cittadina, dove torno sempre volentieri, rivolgo il mio cordiale saluto. Il Vangelo di questa domenica si apre con la domanda che un dottore della Legge pone a Gesù: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?» (Lc 10,25). Sapendolo esperto nelle Sacre Scritture, il Signore invita quell’uomo a dare lui stesso la risposta, che, infatti, egli formula perfettamente, citando i due comandamenti principali: amare Dio con tutto il cuore, tutta la mente e tutte le forze, e amare il prossimo come se stessi. Allora il dottore della Legge, quasi per giustificarsi, chiede: "E chi è mio prossimo?" (Lc 10,29). Questa volta, Gesù risponde con la celebre parabola del "buon Samaritano" (cfr Lc 10,30-37), per indicare che sta a noi farci "prossimo" di chiunque abbia bisogno di aiuto. Il Samaritano, infatti, si fa carico della condizione di uno sconosciuto, che i briganti hanno lasciato mezzo morto lungo la strada; mentre un sacerdote e un levita erano passati oltre, forse pensando che a contatto con il sangue, in base ad un precetto, si sarebbero contaminati. La parabola, pertanto, deve indurci a trasformare la nostra mentalità secondo la logica di Cristo, che è la logica della carità: Dio è amore, e rendergli culto significa servire i fratelli con amore sincero e generoso.

Questo racconto evangelico offre il "criterio di misura", cioè "l’universalità dell’amore che si volge verso il bisognoso incontrato «per caso» (cfr Lc 10,31), chiunque egli sia" (Enc. Deus caritas est, 25). Accanto a questa regola universale, vi è anche un’esigenza specificamente ecclesiale: che "nella Chiesa stessa, in quanto famiglia, nessun membro soffra perché nel bisogno" (ibid.). Il programma del cristiano, appreso dall’insegnamento di Gesù, è "un cuore che vede" dove c’è bisogno di amore, e agisce in modo conseguente (cfr ivi, 31).

Cari amici, desidero anche ricordare che oggi la Chiesa fa memoria di san Benedetto da Norcia - il grande Patrono del mio Pontificato - padre e legislatore del monachesimo occidentale. Egli, come narra san Gregorio Magno, "fu un uomo di vita santa … di nome e per grazia" (Dialogi, II, 1: Bibliotheca Gregorii Magni IV, Roma 2000, p. 136). "Scrisse una Regola per i monaci … specchio di un magistero incarnato nella sua persona: infatti il santo non poté nel modo più assoluto insegnare diversamente da come visse" (Ivi, II, XXXVI: cit., p. 208). Il Papa Paolo VI proclamò san Benedetto Patrono d’Europa il 24 ottobre 1964, riconoscendone l’opera meravigliosa svolta per la formazione della civiltà europea.

Affidiamo alla Vergine Maria il nostro cammino di fede e, in particolare, questo tempo di vacanze, affinché i nostri cuori non perdano mai di vista la Parola di Dio e i fratelli in difficoltà.


DOPO L’ANGELUS

Chers frères et sœurs francophones, soyez les bienvenus à Castel Gandolfo! L’Évangile de ce jour nous rappelle que le vrai croyant sait se distinguer par son amour pour tout être humain, spécialement pour les marginalisés. Sans la charité et la miséricorde, notre pratique chrétienne ne porte pas de fruit. Par l’intercession de la Vierge Marie et de saint Benoît, Patron d’Europe, puissiez-vous consolider votre vie spirituelle durant vos vacances ! Bon pèlerinage et bonnes vacances à tous !

I am happy to greet all the English-speaking pilgrims and visitors present for this Angelus prayer. Today’s Liturgy reminds us that to be Christians means to be faithful to the words and example of Jesus, especially by living a life of love of God and neighbour. May the Lord give us grace and courage so that we may always respond generously, as good Samaritans, to the needs of all who suffer, near and far. I wish you all a pleasant stay in Castel Gandolfo and Rome and a blessed Sunday!

Einen herzlichen Gruß richte ich an die deutschsprachigen Pilger hier in Castelgandolfo. Ein besonderer Gruß gilt allen, die heute in München und Köln an der Kundgebung „Deutschland pro Papa" teilnehmen und so mir ihre Sympathie und ihre Treue zum Nachfolger des heiligen Petrus zeigen. Herzlichen Dank! Das Doppelgebot der Liebe – Gott zu lieben mit ganzem Herzen und ganzer Seele und den Nächsten zu lieben wie sich selbst – ist der Schlüssel zu einem geglückten Leben in Gemeinschaft mit Gott und mit den Menschen. Die Gottes- und Nächstenliebe ist keine abstrakte Theorie, sondern ein konkreter Auftrag: „Handle danach, und du wirst leben" (Lk 10,28), sagt der Herr im Evangelium dieses Sonntags. Wie der heutige Tagesheilige Benedikt, mein besonderer Patron, und alle Heiligen, die Jesus auf diesem Weg der Liebe nachgefolgt sind, wollen auch wir Nächste sein für die Menschen um uns, die unsere Zuwendung und Unterstützung brauchen, um so zum wahren Leben zu gelangen. Dabei geleite euch der Heilige Geist mit seiner Gnade.

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, presentes en esta oración mariana, en particular a los fieles de la Cofradía de la Santísima y Vera Cruz de Caravaca. En la parábola del Buen Samaritano, proclamada este domingo, Jesús subraya la importancia primordial del mandamiento del amor y nos invita a practicar la misericordia con nuestro prójimo. Por intercesión de la Santísima Virgen María, supliquemos la gracia de tener los mismos sentimientos del corazón de Cristo y de peregrinar por esta vida haciendo el bien. Muchas gracias y feliz domingo.

Zo srdca vítam slovenských pútnikov, osobitne z farnosti Božieho Milosrdenstva z Košíc. Bratia a sestry, je čas prázdnin a dovoleniek. Využite ich na oddych a na obnovu síl tela aj ducha. Rád udeľujem Apoštolské požehnanie vám i vašim drahým vo vlasti. Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Di cuore do il benvenuto ai pellegrini slovacchi, particolarmente a quelli provenienti dalla parrocchia della Divina Misericordia di Košice. Fratelli e sorelle, è il tempo delle ferie e delle vacanze. Sfruttate questo periodo per il riposo e per ritemprare le forze del corpo e dello spirito. Volentieri imparto la Benedizione Apostolica a voi ed ai vostri cari in Patria. Sia lodato Gesù Cristo!]

Drodzy pielgrzymi polscy! Dzisiaj w liturgii wspominamy świętego Benedykta, jednego z patronów Europy. Jego dewiza: ora et labora jest trafną odpowiedzią na pytanie, które słyszymy podczas dzisiejszej Mszy świętej: „Nauczycielu, co mam czynić, aby osiągnąć życie wieczne?" (Łk 10, 25). Niech nasza praca i modlitwa prowadzą nas ku radosnemu spotkaniu z Bogiem, który będzie naszą nagrodą w wieczności. Serdecznie was pozdrawiam i życzę dobrego niedzielnego odpoczynku.

[Cari pellegrini polacchi! Oggi nella liturgia ricordiamo san Benedetto, uno dei patroni d’Europa. Il suo motto: ora et labora è una risposta adeguata alla domanda che abbiamo udito nell’odierna Santa Messa: "Maestro, che cosa devo fare per avere la vita eterna?" (Lc 10, 25). Il nostro lavoro e la nostra preghiera ci conducano a un gioioso incontro con Dio, che sarà la nostra ricompensa nell’eternità. Vi saluto cordialmente e vi auguro un buon riposo domenicale.]

Saluto infine con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare le Suore Apostole del Sacro Cuore di Gesù, in occasione del loro Capitolo Generale. Care Sorelle, prego per voi e vi incoraggio a diffondere l’amore e la devozione al Cuore di Cristo testimoniandolo nei vari campi in cui siete attive: educazione, sanità, pastorale giovanile e familiare, opere sociali per i migranti e i poveri. Saluto l’associazione culturale "La Stella", di Villa Castelli; ed auguro a tutti una buona domenica.




www.radiovaticana.org/it1/videonews_ita.asp?anno=2010&videoclip=1479&sett...
+PetaloNero+
00lunedì 12 luglio 2010 15:37
RINUNCE E NOMINE


NOMINA DEL PROMOTORE DI GIUSTIZIA AGGIUNTO PRESSO IL TRIBUNALE DELLA ROTA ROMANA

Il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato Promotore di Giustizia Aggiunto presso il Tribunale della Rota Romana il Rev.do Sacerdote Antonios Chouweifaty, Sacerdote della Congregazione dei Missionari Libanesi Maroniti.

+PetaloNero+
00martedì 13 luglio 2010 01:07
Lettera del Papa al Patriarca latino di Gerusalemme


GERUSALEMME, lunedì, 12 luglio 2010 (ZENIT.org).- Riportiamo di seguito la lettera che Papa Benedetto XVI ha fatto giungere a Sua Beatitudine Fouad Twal, Patriarca latino di Gerusalemme, dopo la sua visita apostolica a Cipro (4-6 giugno).

* * *

A Sua Beatitudine Fouad Twal

Patriarca latino di Gerusalemme

Le scrivo per ringraziarla sinceramente per la calda accoglienza che ho ricevuto da lei e dal gregge affidato alle sue cure durante il mio recente viaggio apostolico nella Repubblica di Cipro.

Con grande soddisfazione personale, ho avuto l'opportunità di conoscere di prima mano come, sotto la sua attenta cura pastorale, molti ciprioti latini di antica origine si siano mantenuti fedeli al loro ricco patrimonio. La prego di far giungere loro le mie preghiere paterne e i miei auguri per la loro salute e prosperità.

Allo stesso tempo, è stato molto gratificante sapere che i numeri della comunità cattolica sono aumentati per i residenti latini e gli immigrati di altri continenti, incluse Europa, America e Asia. La mia fervente preghiera è che tutti i cattolici latini in Terra Santa, con le rispettive lingue, tradizioni e costumi, si sforzino per collaborare felici come fratelli e sorelle e diventino un esempio brillante dei legami inscindibili dell'unione nell'amore che sono i veri segni della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica.

A lei e ai fedeli affidati alle sue cure imparto volentieri la mia benedizione apostolica, come pegno di grazia e pace nel Signore.

Dal Vaticano, 7 giugno 2010

+ Benedictus PP. XVI
+PetaloNero+
00mercoledì 14 luglio 2010 15:51
RINUNCE E NOMINE



RINUNCIA DEL VESCOVO DI AMPARO (BRASILE) E NOMINA DEL SUCCESSORE

Il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Amparo (Brasile), presentata da S.E. Mons. Francisco José Zugliani in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico.

Il Papa ha nominato Vescovo di Amparo (Brasile) il Rev.do Can. Pedro Carlos Cipolini, del clero dell’arcidiocesi di Campinas, finora Parroco della Basilica Cattedrale "Nossa Senhora do Carmo", Vicario episcopale e Professore di Teologia presso la Pontificia Università Cattolica.

Rev.do Can. Pedro Carlos Cipolini

Il Rev.do Can. Pedro Carlos Cipolini è nato il 4 maggio 1952 nella città di Caconde, diocesi di São João da Boa Vista. Dopo gli studi preparatori, ha compiuto gli studi di Filosofia presso le "Faculdades Associadas Ipiranga" (F.A.I.) a São Paulo e quelli di Teologia presso la Pontificia Facoltà Teologica di "Nossa Senhora Assunção" a São Paulo. Poi, nelle suddette Facoltà, ha conseguito le Licenze in Filosofia e in Teologia e successivamente, negli anni 1991-1992, il Dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma.

Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 25 febbraio 1978 per la diocesi di Franca, nella quale è stato Parroco della Parrocchia São Sebastião, Professore nel Seminario Propedeutico,Coordinatore per la Pastorale e Vice-Cancelliere.

In seguito si è incardinato nell’arcidiocesi di Campinas, nella quale ha svolto i seguenti incarichi: Parroco in varie parrocchie, Direttore spirituale del Seminario Propedeutico "São José"(1987-1989), Vicario episcopale della Regione Nord dell’arcidiocesi (1988-1990), Direttore di Studi del Seminario arcidiocesano di Teologia (1993-1994), Vicario Foraneo (2001-2002). Dal 1986 è Professore di Teologia presso la Pontificia Università Cattolica e attualmente è Parroco della Basilica Cattedrale di Campinas, Vicario Episcopale della Regione Campinas e Membro della Commissione per la Dottrina della Fede della Conferenza Episcopale Brasiliana.


EREZIONE DELL’ESARCATO APOSTOLICO PER I FEDELI SIRO-MALANKARESI DEGLI STATI UNITI D’AMERICA E NOMINA DEL PRIMO ESARCA APOSTOLICO

Il Santo Padre ha eretto l’Esarcato Apostolico per i fedeli siro-malankaresi degli Stati Uniti d’America ed ha nominato primo Esarca Apostolico il Rev.do Thomas Naickamparampil, assegnandogli la sede titolare vescovile di Lares.

Il nuovo Esarca è stato nominato nel contempo Visitatore Apostolico per i fedeli siro-malan

karesi in Canada e in Europa.

Rev.do Thomas Naickamparampil

Il Rev.do Thomas Naickamparampil è nato a Mylapra, nell’Arcieparchia di Trivandrum, il 6 giugno del 1961.

Ha studiato filosofia e teologia al Jnanadeepa a Poona e ha poi conseguito il dottorato in filosofia a Roma. È stato ordinato sacerdote il 29 dicembre 1986, ricoprendo i seguenti incarichi: vice parroco e parroco in diverse comunità, professore e poi decano di filosofia al St. Mary’s Malankara Major Seminary.

Al presente è Segretario Generale dell'Arcivescovado Maggiore della Chiesa siro-malankarese, Public Relations Officer, Coordinatore per il dialogo interreligioso e Segretario del Consiglio Presbiterale. È anche Direttore della Sarvodaya Vidyalaya, una scuola di Trivandrum, ed Economo del Mar Baselios Engineering College.

Parla il malayalam, l’inglese, il tedesco, l’ italiano, l’hindi e conosce il siriaco, il greco e il francese.

Dati statistici

Nel Nord America i cattolici siro-malankaresi sono presenti nei seguenti Stati: Illinois, Texas, Michigan, Florida, New York, District of Columbia (DC), Ontario (Canada).

Nel Board of Missions risultano al riguardo 6000 membri e 800 famiglie, ma si stima la presenza di altri 4000 membri e 200 famiglie.

Le chiese sono 16. I sacerdoti impegnati nel ministero pastorale sono 15.

Due Congregazioni religiose sono operanti sul territorio: le Sisters of the Imitation of Christ negli Stati di New York e Illinois; le Daughters of Mary negli Stati di New York, Pennsylvania, California e Michigan. Le religiose sono in totale 35. È progettata l’apertura di nuovi conventi a Houston, Dallas, Philadelphia e a Washington.

La sede del nuovo Esarcato è stabilita presso il Mar Baselios Pastoral Centre, e la residenza del primo Esarca presso il Mar Ivanios Malankara Catholic Centre, situato al n. 950 di Hill Side Avenue, New Hyde Park, New York.

Pro-cattedrale dell’Esarcato Apostolico sarà la St. John Chrysostom Malankara Catholic Church of New York.
+PetaloNero+
00giovedì 15 luglio 2010 15:41
RINUNCE E NOMINE



NOMINA DEL VESCOVO DI COMODORO-RIVADAVIA (ARGENTINA)

Il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato Vescovo di Comodoro-Rivadavia (Argentina) Mons. Joaquín Gimeno Lahoz, finora Vicario Generale della medesima diocesi.

Mons. Joaquín Gimeno Lahoz

Mons. Joaquín Gimeno Lahoz è nato il 6 ottobre 1948 a La Mata de Olmos, Teruel (Spagna), dopo aver completato gli studi nei Seminari Minore e Maggiore di Teruel, è ordinato sacerdote nel paese natale il 29 giugno 1973. Incardinato nella diocesi di Teruel y Albarracín lì ha svolto per un anno l’ufficio di vice-parroco ad Utrilles (Teruel).

Sacerdote fidei donum, nel novembre del 1974 arriva in Argentina per lavorare nella diocesi di Azul. Dopo avere svolto l’incarico di vice-parroco a Tandil (1974-1977) e a Las Flores (1977- 1984), è nominato prima parroco di N. S. de Lourdes ad Azul, (1984-1992) e poi parroco della Cattedrale di Azul (1992-1996).

Nel 1996 si trasferisce nella diocesi di Comodoro Rivadavia per prestare servizio a El Maitén, con popolazione prevalentemente indigena. Dal 2006 ha esercitato a Comodoro-Rivadavia gli uffici di Vicario Generale, Direttore del Seminario Catechistico, Vice-presidente della Caritas ed Assistente di alcuni gruppi delle Equipos de Nuestra Señora.


NOMINA DI AUSILIARI DI ‘S-HERTOGENBOSCH (PAESI BASSI)

Il Papa ha nominato Ausiliari della diocesi di ‘s-Hertogenbosch (Paesi Bassi):

- il Rev.do Sacerdote Johannes Wilhelmus Maria Liesen, del clero di Roermond, Professore di Esegesi e Teologia Biblica presso il Seminario Maggiore di Roermond a Rolduc e Membro della Commissione Teologica Internazionale, assegnandogli la sede titolare vescovile di Tunnuna;

- il Rev.do Sacerdote Robertus Gerardus Leonia Maria Mutsaerts, del clero di ‘s-Hertogenbosch, Parroco di Heeze e Presidente della Commissione per le nomine della medesima diocesi, assegnandogli la sede titolare vescovile di Uccula.

Rev.do Johannes Wilhelmus Maria Liesen

Il Rev.do Johannes Wilhelmus Maria Liesen è nato a Oosterhout (diocesi di Breda) il 17 settembre 1960. Ha compiuto gli studi filosofici e teologici presso il Seminario Maggiore della diocesi di Roermond a Rolduc.

E’ stato ordinato sacerdote il 16 giugno 1984 per la diocesi di Roermond.

Dal 1984 al 1985 ha ricoperto l’incarico di vice-parroco a Eygelshoven.

Dal 1985 al 1990 ha proseguito gli studi in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico conseguendo il dottorato in Teologia Biblica.

Dal 1990 fino ad oggi è Professore di Esegesi, Teologia Biblica ed Ebraico e, dal 1996, anche Bibliotecario presso il Seminario Maggiore di Roermond.

Dal 2000 al 2003 ha insegnato pure nel Seminario Maggiore della diocesi di Haarlem-Amsterdam e dal 2001 al 2006 in quello della diocesi di ‘s-Hertogenbosch.

Dal 2004 il Rev.do Liesen è membro della Commissione Teologica Internazionale.

Rev.do Robertus Gerardus Leonia Maria Mutsaerts

Il Rev.do Robertus Gerardus Leonia Maria Mutsaerts è nato il 22 maggio 1958 a Tilburg (diocesi di ‘s-Hertogenbosch). Dopo aver studiato il Diritto Privato, ottenendo il titolo di Master, è entrato nel 1987 nel seminario maggiore della diocesi di ‘s-Hertogenbosch dove ha compiuto gli studi filosofici e teologici.

E’ stato ordinato sacerdote il 5 giugno 1993 per la diocesi di ‘s-Hertogenbosch.

Dal 1993 al 1995 ha svolto il sacro ministero come Vice-parroco della parrocchia del Sacro Cuore di Gesù a Eindhoven.

Nel 1995 è stato nominato Vice-rettore del Seminario Maggiore di ‘s-Hertogenbosch e parroco della parrochia di S. Landelino a Empel.

Dal 1996 al 2003 è stato parroco della parrocchia di S. Antonio a Millingen e di quella di S. Lorenzo a Kekerdom.

Dal 2003 è parroco della parrocchia di S. Martino e S. Giovanni Evangelista a Heeze e dal 2009 anche Presidente della Commissione diocesana per le nomine.


NOMINA DI AUSILIARI DI EL ALTO (BOLIVIA)

Il Santo Padre ha nominato Vescovi Ausiliari di El Alto (Bolivia) i Rev.di Fernando Bascopé Müller, S.D.B., Maestro dei Novizi della Ispettoria salesiana di Bolivia e Direttore della medesima comunità formativa, assegnandogli la sede titolare vescovile di Naratcata, ed Eugenio Scarpellini, del clero della diocesi di Bergamo (Italia) e Segretario Generale Aggiunto della Conferenza Episcopale Boliviana, assegnandogli la sede titolare vescovile di Bida.

Rev.do Fernando Bascopé Müller, S.D.B.

Il Fernando Bascopé Müller, S.D.B., è nato a Santa Cruz de la Sierra (Bolivia) il 4 aprile 1962. Il 22 agosto 1987 ha emesso la sua professione solenne come religioso salesiano ed è stato ordinato sacerdote il 23 settembre 1991.

Ha ottenuto i seguenti titoli accademici: "Profesor de Educación Secundaria con especialidad en Filosofía y Religión", da parte dell’Instituto Superior Pedagógico Particular Salesiano. Licenziato in Filosofia da parte della Universidad Privada del Valle e in Teologia Dogmatica da parte della Pontificia Università Salesiana in Roma.

Ha svolto i seguenti incarichi nella Società a cui appartiene: Professore di Sistema preventivo nel pre-noviziato, Vicario della Comunità post-noviziato, Direttore della Comunità formatrice del pre-noviziato, Direttore della Comunità formatrice del post-noviziato, Consigliere ispettoriale della Ispettoria salesiana in Bolivia, Delegato Nazionale della Pastorale Giovanile salesiana. È stato anche Segretario per la Pastorale della Conferenza Episcopale Boliviana.

Attualmente è Maestro dei Novizi della Ispettoria salesiana di Bolivia e Direttore di quella Comunità Formativa.

Rev.do Eugenio Scarpellini

Il Rev.do Eugenio Scarpellini è nato l’8 gennaio 1954 a Verdellino (Bergamo, Italia). Ha studiato filosofia e teologia nel Seminario Papa Giovanni XXIII di Bergamo (1972-1978). È stato ordinato sacerdote il 17 giugno 1978 ed incardinato nella diocesi di Bergamo. L’11 gennaio 1988 è stato inviato in Bolivia come sacerdote fidei donum.

Come sacerdote ha ricoperto i seguenti ministeri: a Bergamo è stato Vicario Parrocchiale a Boltiere e a Nembro; nell’arcidiocesi di la Paz è stato Parroco a Villa Copacabana e in Salvador; Economo e membro del Consiglio Economico del Seminario Maggiore, Economo Generale dell’arcidiocesi e Direttore Generale del Collegio Marien Garten. È stato anche Presidente della Fondazione "Mario Parma" per i bambini neuro lesi.

Attualmente è Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie, Coordinatore delle Pontificie Opere Missionarie per l’America Latina e Segretario Generale Aggiunto della Conferenza Episcopale Boliviana.


NOMINA DELL’AUSILIARE DI BANJA LUKA (BOSNIA ED ERZEGOVINA)

Il Papa ha nominato Vescovo Ausiliare della diocesi di Banja Luka (Bosnia ed Erzegovina) il Rev.do P. Marko Semren, O.F.M., finora Guardiano del Convento francescano di Gorica-Livno e Docente all’Istituto Teologico francescano di Sarajevo, assegnandogli la sede titolare vescovile di Abaradira.

Rev.do P. Marko Semren, O.F.M.

Il Rev.do P. Marko Semren, O.F.M., è nato il 19 aprile1954 a Bila, in Bosnia ed Erzegovina. Dopo il noviziato (1973-1974), ha compiuto gli studi di filosofia e teologia presso l’Istituto Francescano di Sarajevo, con un intervallo (1974-1975) per il servizio militare. Dopo la professione solenne dei voti (13.04.1980) è stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1981. Successivamente ha studiato presso la Pontificia Università "Antonianum" a Roma dove nel 1986 ha conseguito il dottorato in spiritualità francescana. Dopo il ritorno in patria ha ricoperto diversi incarichi nell’Ordine: Maestro dei novizi e degli studenti francescani nei diversi conventi; padre spirituale e vicario presso l’Istituto Teologico francescano di Teologia a Sarajevo; parroco nella parrocchia di Livno e vicario foraneo. Attualmente è Guardiano del Convento francescano di Gorica-Livno e Docente all’Istituto Teologico francescano di Sarajevo.


+PetaloNero+
00venerdì 16 luglio 2010 15:21
RINUNCE E NOMINE



RINUNCIA DEL VESCOVO EPARCHIALE DI RAJKOT DEI SIRO-MALABARESI (INDIA) E NOMINA DEL SUCCESSORE

Il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Eparchia di Rajkot dei Siro-malabaresi (India) presentata da S.E. Mons. Gregory Karotemprel, C.M.I., in conformità al can. 210 § 1 del CCEO.

Il Papa ha nominato Vescovo Eparchiale di Rajkot dei Siro-malabaresi (India) il Rev.do P. José Chittooparambil, C.M.I., finora Superiore della St. Xavier’s Province di Rajkot.

Rev.do P. José Chittooparambil, C.M.I.
Il Rev.do P. José Chittooparambil è nato il 10 dicembre 1954 a Neeleswaram presso Ernakulam (Kerala-India). Ha emesso i primi voti nella Congregazione Carmelites of Mary Immaculate (C.M.I.) il 5 giugno 1977 ed è stato ordinato sacerdote l’8 maggio 1985.
Ha compiuto gli studi di filosofia e teologia al Dharamaram Vidya Kshetram, Bangalore. Ha conseguito un Masters in Social Works all’Università "Mahama Gandhi" del Kerala.
Dopo l’ordinazione, è stato nominato responsabile dei centri missionari nella Eparchia di Rajkot. Dal 1992 al 1994 è stato Amministratore del Centro di Formazione a Poornodaya in Bhopal. Ha lavorato nel Centro di Dialogo inter-religioso a Naikattechi in Gujarat. È stato responsabile del Dipartimento per le Opere Sociali della Eparchia di Rajkot. Dal 1994 al 2008 ha ricoperto i seguenti incarichi nel Nord dell’India: membro del Comitato di selezione dei progetti della Caritas India in Nuova Delhi; Procuratore del Western Region Social Service Forum in Mumbai; Caporedattore della rivista Third Millennium; Consultore Eparchiale di Rajkot. Dal 2008 è Superiore della St. Xavier’s Province di Rajkot. Conosce Malayalam Inglese, Hindi e Gujarati.


RINUNCIA DELL’AUSILIARE DI PYAY (MYANMAR)

Il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato la rinuncia all'ufficio di Ausiliare della Diocesi di Pyay (Myanmar), presentata da S.E. Mons. Gregory Taik Maung, Vescovo titolare di Bocconia, in conformità ai canoni 411 e 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico.


NOMINA DEL VESCOVO DI IKOT EKPENE (NIGERIA)

Il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato Vescovo della Diocesi di Ikot Ekpene (Nigeria) il Rev.do Camillus Raymond Umoh, Professore al Catholic Institute of West Africa a Port Harcourt.

Rev. do Camillus Raymond Umoh
Il Rev.do Camillus Raymond Umoh, è nato il 18 luglio 1956 in Nto Iblam, Okon Clan, Essien Udim L.G.A., AKWA Ibon State, Diocesi di Ikot Ekpene. Dopo le scuole primarie (St. Mary’s School a Ikot Utim e St. Michael School a Midim-Abak), dal 1971 al 1975 ha frequentato il Seminario Minore Queen of Apostles. Ha completato gli studi di Filosofia al Seminario Maggiore St. Joseph di Ikot Ekpene (1976-1980) e quelli di Teologia al Bigard Memorial Seminary, Enugu (1980-1984). È stato ordinato sacerdote il 7 luglio 1984, incardinato nella Diocesi di Ikot Ekpene.
Dopo la sua Ordinazione ha svolto i seguenti Uffici: 1984 - 1986: Vicario parrocchiale presso la St. John’s Parish, Abak; 1986-1988:Parroco a St. Alban’s, Inen; 1988-1991:Master in Teologia Biblica al Catholic Institute of West Africa (C.I.W.A.); 1991-1993: Segretario del Vescovo a Ikot Ekpene; 1993-1999: Studi per il Dottorato in Sacra Scrittura presso l’Institute for Philosophy and Theology dell’Hochschule Sankt Georgen Frankfurt, in Germania; dal 2000: Professore di Sacra Scrittura al Catholic Institute of West Africa, a Port Harcourt.


NOMINA DELL’ORDINARIO MILITARE IN COREA

Il Padre ha nominato Ordinario Militare in Corea, il Rev. do P. Francis Xavier Yu Soo-il, O.F.M, Vicario nella casa di formazione O.F.M. a Seoul.

Rev. do P. Francis Xavier Yu Soo-il
Il Rev.do P. Francis Xavier Yu Soo-il, O.F.M., è nato a Nonsan, Diocesi di Daejon, il 23 marzo 1945. Ha frequentato l’Università civile di Seoul, conseguendo la laurea in Educazione, ed un "Master" in Teologia Spirituale presso la St. Bonaventure University, U.S.A. Nel 1973 è entrato nell’Ordine dei Frati Minori; ha compiuto gli studi di preparazione al sacerdozio nel Seminario Maggiore di Seoul e, dopo aver emesso i voti perpetui nel 1979, il 25 febbraio del 1980 è stato ordinato sacerdote.
È stato Vicario parrocchiale a Syryundong, Diocesi di Suwon, Parroco di Chilam-dong, Diocesi di Masan, Ministro Provinciale dell’Ordine (1991-1997), Presidente dell’Unione dei Superiori Maggiori di Corea (1993-1995), Consigliere Generale dell’Ordine a Roma (1997-2003). Assistente Spirituale e Guardiano della Comunità O.F.M. a Seoul (dal 2006). Attualmente è Vicario nella casa di formazione O.F.M. a Seul.
+PetaloNero+
00sabato 17 luglio 2010 15:05
RINUNCE E NOMINE


NOMINA DELL’OSSERVATORE PERMANENTE DELLA SANTA SEDE PRESSO L’ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE (O.N.U.)

Il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite (O.N.U.) S.E. Mons. Francis Assisi Chullikatt, Arcivescovo titolare di Ostra, finora Nunzio Apostolico in Iraq e in Giordania.
+PetaloNero+
00domenica 18 luglio 2010 15:29
LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS


Alle ore 12 di oggi, il Papa si affaccia al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per recitare l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti.

Queste le parole del Santo Padre nell’introdurre la preghiera mariana:


PRIMA DELL’ANGELUS PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Siamo ormai nel cuore dell’estate, almeno nell’emisfero boreale. E’ questo il tempo in cui sono chiuse le scuole e si concentra la maggior parte delle ferie. Anche le attività pastorali delle parrocchie sono ridotte, e io stesso ho sospeso per un periodo le udienze. E’ dunque un momento favorevole per dare il primo posto a ciò che effettivamente è più importante nella vita, vale a dire l’ascolto della Parola del Signore. Ce lo ricorda anche il Vangelo di questa domenica, con il celebre episodio della visita di Gesù a casa di Marta e Maria, narrato da san Luca (10,38-42).

Marta e Maria sono due sorelle; hanno anche un fratello, Lazzaro, che però in questo caso non compare. Gesù passa per il loro villaggio e – dice il testo – Marta lo ospitò (cfr 10,38). Questo particolare lascia intendere che, delle due, Marta è la più anziana, quella che governa la casa. Infatti, dopo che Gesù si è accomodato, Maria si mette a sedere ai suoi piedi e lo ascolta, mentre Marta è tutta presa dai molti servizi, dovuti certamente all’Ospite eccezionale. Ci sembra di vedere la scena: una sorella che si muove indaffarata, e l’altra come rapita dalla presenza del Maestro e dalle sue parole. Dopo un po’ Marta, evidentemente risentita, non resiste più e protesta, sentendosi anche in diritto di criticare Gesù: "Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti". Marta vorrebbe addirittura insegnare al Maestro! Invece Gesù, con grande calma, risponde: "Marta, Marta – e questo nome ripetuto esprime l’affetto –, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta" (10,41-42). La parola di Cristo è chiarissima: nessun disprezzo per la vita attiva, né tanto meno per la generosa ospitalità; ma un richiamo netto al fatto che l’unica cosa veramente necessaria è un’altra: ascoltare la Parola del Signore; e il Signore in quel momento è lì, presente nella Persona di Gesù! Tutto il resto passerà e ci sarà tolto, ma la Parola di Dio è eterna e dà senso al nostro agire quotidiano.

Cari amici, come dicevo, questa pagina di Vangelo è quanto mai intonata al tempo delle ferie, perché richiama il fatto che la persona umana deve sì lavorare, impegnarsi nelle occupazioni domestiche e professionali, ma ha bisogno prima di tutto di Dio, che è luce interiore di Amore e di Verità. Senza amore, anche le attività più importanti perdono di valore, e non danno gioia. Senza un significato profondo, tutto il nostro fare si riduce ad attivismo sterile e disordinato. E chi ci dà l’Amore e la Verità, se non Gesù Cristo? Impariamo dunque, fratelli, ad aiutarci gli uni gli altri, a collaborare, ma prima ancora a scegliere insieme la parte migliore, che è e sarà sempre il nostro bene più grande.


DOPO L’ANGELUS DOPO L’ANGELUS

J’accueille avec joie les pèlerins et les touristes francophones présents à cette prière de l’Angélus ! La liturgie de ce jour nous enseigne que notre amitié avec le Christ demande une écoute attentive de sa Parole, qui porte à la contemplation de son Mystère et au service du prochain. Puissiez-vous trouver plus de temps, surtout durant vos vacances, pour lire et méditer la Parole de Dieu qui est une nourriture pour nos âmes et une puissance régénératrice pour notre existence ! Bon dimanche à tous ! Avec ma bénédiction!

I am pleased to greet the English-speaking visitors here in Castel Gandolfo. In today’s Gospel we are reminded of the need to rest from our daily labours, so that we may give time to the one thing that is truly necessary in our lives – listening to the word of God in attentive stillness. It is Mary, not Martha, who chose the better part. At this time when many of you are on holiday, I pray that you and your loved ones may be truly refreshed in body and spirit, so that you may return with renewed vigour to the responsibilities of your daily lives. May God bless you all!

Mit Freude grüße ich alle Brüder und Schwestern deutscher Sprache. Wer Gott als Gast aufnimmt, ihn in sein Leben eintreten läßt, der wird reich beschenkt. Dies erfahren Abraham, von dem wir in der ersten Lesung dieses Sonntags hören, und Marta und Maria im heutigen Evangelium. Der Herr will auch zu uns kommen, um uns sein lebendiges Wort, seine Gegenwart und Freundschaft anzubieten. Verschließen wir uns nicht diesem Angebot der Liebe Gottes, sondern lassen wir uns von ihm verwandeln, um an seinem Reich des Friedens und der Gerechtigkeit für die ganze Welt mitzuarbeiten. Euch allen wünsche ich einen gesegneten Sonntag und eine gute Woche!

Saludo a los peregrinos de lengua española, así como a los que se unen a esta oración del Ángelus a través de la radio y la televisión. Siguiendo el Evangelio de hoy, invito a todos a ser bien conscientes de que sólo una cosa es necesaria, Dios mismo, así como a escuchar y practicar la palabra del Señor, para que se fortalezca nuestra esperanza y crezca nuestro amor. Que María nos acompañe y nos ayude en este camino de fe. Feliz Domingo.

Witam serdecznie Polaków, których gromadzi modlitwa „Anioł Pański". Pozdrawiam także uczestników festiwalu „Karuzela Kultury" w Świnoujściu. Niech modlitwa, spotkania, debata nad tym „co realne, co wirtualne?" pomogą wam odkryć Chrystusa, który jest Drogą, Prawdą i Życiem. Wzorem Marii i Marty z dzisiejszej Ewangelii otwórzmy dla Jezusa nasze domy, serca – słuchajmy Jego słów. To jest „najlepsza cząstka", która nadaje sens naszemu życiu. Niech Bóg da wam moc w jej poszukiwaniu.

[Saluto cordialmente i polacchi riuniti per la preghiera dell’Angelus. Saluto anche i partecipanti al Festival "Carosello della Cultura" a Świnoujście. Che la preghiera, gli incontri, i dibattiti sul tema "cosa è reale, cosa è virtuale?" vi aiutino a scoprire Cristo che è la Via, la Verità e la Vita. Come Maria e Marta nel Vangelo di oggi apriamo a Gesù le nostre case, i nostri cuori, ascoltiamo le Sue parole. Questa è "la parte migliore", la quale dà il senso alla nostra vita. Che Dio ci dia la forza per cercarla.]

Rivolgo infine un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare agli Scout AGESCI di Belcastro, ai giovani ugandesi dell’Opera Famiglia di Nazareth e a quelli provenienti da Cernobbio. A tutti auguro una buona domenica.






www.radiovaticana.org/it1/videonews_ita.asp?anno=2010&videoclip=1479&sett...
+PetaloNero+
00martedì 20 luglio 2010 16:19
RINUNCE E NOMINE


NOMINA DEL VESCOVO DI TERUEL Y ALBARRACÍN (SPAGNA)

Il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato Vescovo di Teruel y Albarracín (Spagna) il Rev.do Carlos Manuel Escribano Subías, finora Parroco e Vicario Episcopale a Zaragoza.

Rev.do Carlos Manuel Escribano Subías
Il Rev.do Carlos Manuel Escribano Subías è nato a Carballo (La Coruña) il 15 agosto 1964, è entrato nel Seminario Maggiore di Lérida ed è stato ordinato sacerdote per l’archidiocesi di Zaragoza il 14 luglio 1996. Si è Laureato in Teologia Morale (specializzazione in Morale economica) presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma.
Ha svolto vari incarichi pastorali a Zaragoza: Vicario parrocchiale di Santa Engracia (1996-2000), parroco di El Sagrado Corazón (2000-2008), patrono della Fondazione del’Università San Jorge (2006-2000), Consigliere del Movimento Familiar cristiano (2003-2010).
Attualmente è Vicario Episcopale del Settore Centro (dal 2005), Professore del Centro Regionale di Studi Teologici di Aragona (dal 2005), Consigliere della Delegazione Episcopale di Familia y Vida (dal 2006), Consigliere dell’Asociación Católica de Propagandistas (dal 2007), Patrono della Fondazione San Valero (dal 2008) e Parroco di Santa Engracia (dal 2008).


+PetaloNero+
00mercoledì 21 luglio 2010 15:56
RINUNCE E NOMINE


EREZIONE DELLA DIOCESI DI KARONGA (MALAWI) E NOMINA DEL PRIMO VESCOVO

Il Santo Padre Benedetto XVI ha eretto la diocesi di Karonga (Malawi), con territorio dismembrato dalla diocesi di Mzuzu, rendendola suffraganea della Sede Metropolitana di Blantyre.

Il Papa ha nominato primo Vescovo di Karonga (Malawi) il Rev.do Martin Anwel Mtumbuka, del clero di Mzuzu, Vice-Cancelliere dell’Università Cattolica del Malawi.

Rev.do Martin Anwel Mtumbuka

Il Rev.do Martin Anwel Mtumbuka è nato il 5 agosto 1957 a Majimbula Village, Distretto di Rumpi, nella Diocesi di Mzuzu. Dopo le scuole primarie a Chilulu, è entrato nel Seminario Minore di Mzuzu, dove ha frequentato le scuole superiori. Ha quindi seguito l’iter normale di preparazione al sacerdozio nel Seminario Filosofico di Kachebere e in quello Teologico a Zomba. È stato ordinato sacerdote il 31 luglio 1988, incardinato nella Diocesi di Mzuzu.

Dopo l’Ordinazione ha ricoperto i seguenti incarichi: 1988-1990: Vicario Parrocchiale presso la Cattedrale di Mzuzu; 1990-1993: Rettore del Seminario Minore St. Patrick; 1993-1997: Studi per il Master in Scienze Religiose presso il Mater Dei Institute, in Irlanda; 1997-2002: Studi per il Dottorato in Scienze dell’Educazione presso l’Università Statale di Londra, Inghilterra; 2002-2005:Rettore del Seminario Minore di Mzuzu; dal 2005: Vice-Cancelliere dell’Università Cattolica del Malawi, nell’Arcidiocesi di Blantyre.

Dati statistici

La nuova diocesi di Karonga (nom. lat. Karongan/us/) comprende l’attuale Northern Deanery di Mzuzu e i due distretti civili di Karonga e Chipita.



Mzuzu


Mzuzu

(dopo la divisione)


Karonga



Superficie


35.500 kmq


21.500 kmq


14.000 kmq



Popolazione


1.920.800


1.520.000


400.000



Cattolici


401.000


340.000


61.000



Parrocchie


15


10


5



Sac. Diocesani
43


34


9



Sac. Religiosi


14


8


6



Fratelli religiosi


9


4


5



Religiose


85


45


40



Sacerdoti

Fidei donum


1


1


0



Catechisti


95


57


38




La chiesa parrocchiale St. Mary di Karonga diviene la Chiesa Cattedrale della neo-eretta diocesi.
+PetaloNero+
00sabato 24 luglio 2010 15:08
RINUNCE E NOMINE


NOMINA DI MEMBRI DELLA CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI

Il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato Membri della Congregazione delle Cause dei Santi gli Ecc.mi: Mons. Fortunato Baldelli, Penitenziere Maggiore, Mons. Raymond Leo Burke, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, e Mons. Antoni Stankiewicz, Decano della Rota Romana.












LETTERA DEL SANTO PADRE ALL’INVIATO SPECIALE ALLE CELEBRAZIONI DEL IV CENTENARIO DEL BATTESIMO DEL GRAN CAPO MEMBERTOU DEI MIK’MAQ (1° AGOSTO 2010, CHAPEL ISLAND, NOVA SCOTIA - CANADA)

In data 29 maggio 2010, il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato l’Em.mo Card. Marc Ouellet, P.S.S., allora Arcivescovo di Québec, oggi Prefetto della Congregazione per i Vescovi, Suo Inviato Speciale alle celebrazioni del IV Centenario del battesimo del Gran Capo Membertou dei Mik’maq, che avranno luogo a Chapel Island, Nova Scotia (Diocesi di Antigonish, Canada), il 1° agosto 2010.

Il Porporato sarà accompagnato da una Missione composta dai seguenti ecclesiastici:

- Rev.do Don Robert McNeil, Vicario episcopale per i Mik’maq;

- Rev.do Don Douglas J. Murphy, della Parrocchia Holy Rosary.

Inoltre la Missione sarà integrata dal Consigliere di Nunziatura Mons. Luca Lorusso.

Pubblichiamo di seguito la Lettera del Santo Padre al Suo Inviato Speciale:


LETTERA DEL SANTO PADRE

Venerabili Fratri Nostro

MARCO S.R.E. Cardinali OUELLET, P.S.S.

Archiepiscopo Metropolitae Quebencensi

Quarta iam appetit saecularia memoria ex quo tempore sacro Baptismate est ablutum Magnum Caput Mi’kmaq Nationis Membertou atque Domini salutaria beneficia gentibus illis latius subministrari coepta sunt, sollertibus operantibus Evangelii praeconibus.

Admodum ideo decet et convenit ut eventus hic congruenter commemoretur et optimo iure extollatur. Celebratio enim haec copiam dat et facultatem rursus inter indigenas et reliquos Canadienses cives conciliandi animos, ut firma fide roborati certioribusque propositis suffulti una simul expedite in via salutis procedant.

Miserenti igitur favente Domino, evenientibus Kalendis Augustis in loco Chapel Island sollemnis erit ab illius Baptismi quarta centenaria commemoratio agenda, concurrentibus quoque fidelibus circumcirca commorantibus, ut Ecclesiae ista particula, inde fere sumens vim, vel uberiores fructus fundat et laetiores spiritales commoditates in dies experiatur.

Quocirca Mi’kmaq gentis primorum Kji Saqmaw Sante’ Mawiomi Ben Sylliboy et Kji Keptin Sante’ Mawiomi Andrew S. Denny, Novae Scotiae Primi Ministri Rodney Mac Donald postulationibus subvenientes, ut ritus hic magnificentius efficaciusque evolvatur, mittere aliquem eminentem Praesulem statuimus, qui partes Nostras sustineat et Personam agat. Ad te autem, Venerabilis Frater Noster, cogitationem convertimus, qui, Canadiensis Nationis inclitus filius, prorsus idoneus occurris ad ministerium hoc praestandum et luculenter explendum. Itaque permagna moti affectione, te, Venerabilis Frater Noster, Missum extraordinarium Nostrum renuntiamus et constituimus ad celebrationem quam supra diximus agendam.

Universis igitur participibus fidelibusque inibi cunctis mentem Nostram benignam ostendes, ut maiorum probandas consuetudines sectantes, firmissime teneant fidei pietatisque cursum. Omnibus Nostro nomine Benedictionem Apostolicam impertias volumus, quae sit animorum renovationis signum et futuro de tempore supernarum nuntiatrix gratiarum.

Ex Aedibus Vaticanis, die XXX mensis Iunii, anno MMX, Pontificatus Nostri sexto.

BENEDICTUS PP. XVI
+PetaloNero+
00domenica 25 luglio 2010 15:19
LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS


Alle ore 12 di oggi, il Papa si affaccia al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per recitare l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti.

Queste le parole del Santo Padre nell’introdurre la preghiera mariana:


PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Il Vangelo di questa domenica ci presenta Gesù raccolto in preghiera, un po’ appartato dai suoi discepoli. Quando ebbe finito, uno di loro gli disse: "Signore, insegnaci a pregare" (Lc 11,1). Gesù non fece obiezioni, non parlò di formule strane o esoteriche, ma con molta semplicità disse: "Quando pregate, dite: «Padre…»", e insegnò il Padre Nostro (cfr Lc 11,2-4), traendolo dalla sua stessa preghiera, con cui si rivolgeva a Dio, suo Padre. San Luca ci tramanda il Padre Nostro in una forma più breve rispetto a quella del Vangelo di san Matteo, che è entrata nell’uso comune. Siamo di fronte alle prime parole della Sacra Scrittura che apprendiamo fin da bambini. Esse si imprimono nella memoria, plasmano la nostra vita, ci accompagnano fino all’ultimo respiro. Esse svelano che "noi non siamo già in modo compiuto figli di Dio, ma dobbiamo diventarlo ed esserlo sempre di più mediante una nostra sempre più profonda comunione con Gesù. Essere figli diventa l’equivalente di seguire Cristo" (Benedetto XVI, Gesù di Nazaret, Milano 2007, p. 168).

Questa preghiera accoglie ed esprime anche le umane necessità materiali e spirituali: "Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati" (Lc 11,3-4). E proprio a causa dei bisogni e delle difficoltà di ogni giorno, Gesù esorta con forza: "Io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto" (Lc 11,9-10). Non è un domandare per soddisfare le proprie voglie, quanto piuttosto per tenere desta l’amicizia con Dio, il quale – dice sempre il Vangelo – "darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!" (Lc 11,13). Lo hanno sperimentato gli antichi "padri del deserto" e i contemplativi di tutti i tempi, divenuti, a motivo della preghiera, amici di Dio, come Abramo, che implorò il Signore di risparmiare i pochi giusti dallo stermino della città di Sòdoma (cfr Gen 18,23-32). Santa Teresa d’Avila invitava le sue consorelle dicendo: "Dobbiamo supplicare Dio che ci liberi da ogni pericolo per sempre e ci tolga da ogni male. E per quanto imperfetto sia il nostro desiderio, sforziamoci di insistere in questa richiesta. Che ci costa chiedere molto, visto che ci rivolgiamo all’Onnipotente?» (Cammino, 60 (34), 4, in Opere complete, Milano 1998, p. 846). Ogniqualvolta recitiamo il Padre Nostro, la nostra voce s’intreccia con quella della Chiesa, perché chi prega non è mai solo. "Ogni fedele dovrà cercare e potrà trovare nella verità e ricchezza della preghiera cristiana, insegnata dalla Chiesa, la propria via, il proprio modo di preghiera… si lascerà quindi condurre… dallo Spirito Santo, il quale lo guida, attraverso Cristo, al Padre» (Congregazione per la Dottrina della Fede, Alcuni aspetti della meditazione cristiana, 15 ottobre 1989, 29: AAS 82 [1990], 378).

Oggi ricorre la festa dell’apostolo san Giacomo detto "il Maggiore", che lasciò il padre e il lavoro di pescatore per seguire Gesù e per Lui diede la vita, primo tra gli Apostoli. Di cuore rivolgo uno speciale pensiero ai pellegrini accorsi numerosi a Santiago de Compostela! La Vergine Maria ci aiuti a riscoprire la bellezza e la profondità della preghiera cristiana.


DOPO L’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle, ho appreso con dolore della tragedia avvenuta a Duisburg in Germania, in cui sono rimasti vittime numerosi giovani. Raccomando al Signore nella preghiera i defunti, i feriti e i loro familiari.

Je salue avec joie les pèlerins francophones, et aussi ceux qui sont à Saint Jacques de Compostelle ces jours-ci ! En enseignant à ses disciples à prier, Jésus nous révèle qui est son Père et notre Père, et ouvre notre cœur à nos frères et sœurs. Plaçons-nous sous le souffle de l’Esprit Saint qui fait de nous de vrais orants. Puissiez-vous, chers jeunes, imiter l’héroïsme de Saint Jacques ! Il a porté l’Évangile jusqu’aux extrémités du monde de son temps. En dédiant également quelques instants de vos vacances à des activités spirituelles, vous découvrirez davantage le sens profond de la vie. Bon dimanche à tous !

I am pleased to greet all the English-speaking pilgrims here present! In today’s Gospel Jesus teaches us the Lord’s Prayer. Following Christ’s own example, I encourage you to pray for the grace always to be worthy sons and daughters of our Father in heaven, and loving brothers and sisters to each other. May God grant you his abundant blessings!

Von Herzen grüße ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher hier hin Castel Gandolfo. Wie die Jünger im Evangelium dieses Sonntags fragen auch heute viele Menschen: „Beten, wie geht das?" Jesus selbst war ein großer Beter und mit dem Vaterunser lehrte er uns vor allem, daß Gott ein uns liebender Vater ist, der unsere Bitten hört und der das Beste für uns will. Wenn wir das verinnerlichen, wird unser Gebet lebendig und kraftvoll. Unserem barmherzigen himmlischen Vater vertraue ich heute besonders die jungen Menschen an, die gestern in Duisburg auf tragische Weise ums Leben gekommen sind. Ihren trauernden Angehörigen und Freunden sowie den vielen Verletzten erbitte ich den Trost und Beistand des Heiligen Geistes. Der Herr segne euch alle.

[Traduzione italiana della seconda parte: Al Nostro Misericordioso Padre Celeste affido oggi in particolare i giovani che ieri a Duisburg hanno perso la vita in modo tragico. Per i loro parenti e amici che si trovano nel dolore, come pure per i molti feriti, chiedo il conforto e la vicinanza dello Spirito Santo]

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española. Queridos hermanos, el Evangelio de hoy nos invita a ser constantes en la plegaria, dirigiéndonos a Dios con la oración que Jesús nos enseñó y los apóstoles nos transmitieron. Precisamente en este domingo, se celebra también la fiesta del Apóstol Santiago, tan venerado desde tiempo inmemorial en Compostela, y de tanto arraigo en vuestros países. En este Año Santo Compostelano, también yo espero unirme allí a los numerosos peregrinos en el próximo mes de noviembre, en un viaje en el que visitaré también Barcelona. Que siguiendo las huellas del Apóstol, recorramos el camino de nuestra vida dando testimonio constante de fe, esperanza y caridad. Feliz domingo a todos.

Saúdo também os peregrinos de língua portuguesa, especialmente o grupo de brasileiros vindos da diocese de Blumenau. Agradecido pela amizade e orações, sobre todos invoco os dons do Espírito Santo para serem verdadeiras testemunhas de Cristo no meio das respectivas famílias e comunidades que de coração abençôo.

Pozdrawiam wszystkich Polaków. W dzisiejszej Ewangelii Pan Jezus uczy nas: „Kiedy się modlicie, mówcie: Ojcze, niech się święci Twoje imię" (Łk 11, 2). Uczy modlitwy, która jest wyrazem naszego uwielbienia i dziękczynienia, przebłagania i próśb zanoszonych do Stwórcy wszelkiego dobra. W niej wyraża się nasza wiara i ufność w Bożą Opatrzność. Pamiętajmy o niej w trudzie codziennej pracy i na wakacyjnych szlakach. Życzę wszystkim dobrej niedzieli.

[Saluto tutti i Polacchi. Nel Vangelo odierno, Gesù afferma: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome» (Lc 11, 2). In questo modo, Egli ci insegna la preghiera, la quale è espressione della nostra adorazione e del nostro ringraziamento, come pure della pietà e delle nostre suppliche rivolte al Creatore di ogni bene. In essa si manifesta la nostra fede e la nostra fiducia nella Divina Provvidenza. Ricordiamoci della preghiera, sia durante le fatiche del nostro lavoro quotidiano sia nei momenti di riposo delle nostre vacanze. Auguro a tutti voi una buona domenica.]

Sono lieto di accogliere un qualificato gruppo di Suore Figlie di Maria Ausiliatrice, provenienti da Africa, America del Sud, Asia ed Europa, ed auguro ogni bene per il loro incontro. Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i giovani che prendono parte ad un’iniziativa vocazionale dei Missionari e delle Suore del Preziosissimo Sangue, i piccoli ministranti di Conselve, gli sbandieratori di San Marino e il Pellegrinaggio della Speranza della gioventù Carmelitana e saluto la Corale Laurentiana di Tor San Lorenzo. Un pensiero riconoscente rivolgo ai membri del Sesto Reparto Manutenzione Elicotteri dell’Aeronautica Militare, venuti con alcuni familiari. Ricordo, infine, che oggi ricorre a Castel Gandolfo la "Sagra delle Pesche". Rendiamo grazie a Dio per i frutti della terra e del lavoro umano! Tanti auguri all’Amministrazione e alla cittadinanza, e a tutti buona domenica!
+PetaloNero+
00martedì 27 luglio 2010 15:25
RINUNCE E NOMINE


RINUNCIA DEL VESCOVO DI ORLÉANS (FRANCIA) E NOMINA DEL SUCCESSORE

Il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Orléans (Francia), presentata da S.E. Mons. André Fort, in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico.

Il Papa ha nominato Vescovo di Orléans (Francia) S.E. Mons. Jacques Blaquart, finora Vescovo titolare di Ieper ed Ausiliare di Bordeaux.

S.E. Mons. Jacques Blaquart

S.E. Mons. Jacques Blaquart è nato il 19 dicembre 1951 a Roumazières, nella diocesi di Angoulême. Dopo aver lavorato come educatore sociale, è entrato in Seminario. Ha fatto gli studi di filosofia nel Seminario inter-diocesano di Poitiers e quelli di teologia presso il Seminario di Bordeaux. Ha ricevuto la formazione spirituale presso l’Istituto "Notre-Dame de Vie".

E’ stato ordinato sacerdote il 23 maggio 1982 per la diocesi di Angoulême.

Dopo l’Ordinazione ha ricoperto i seguenti incarichi ministeriali: vice-Parroco delle parrocchie di Ruffec, di cui è divenuto in seguito il Parroco (1982-1992); Parroco di Barbezieux e Vicario Episcopale (1992-2001). Nel 2001 è stato nominato Vicario Generale e incaricato della formazione dei seminaristi della diocesi fino alla pubblicazione della nomina a Vescovo Ausiliare di Bordeaux avvenuta il 28 giugno 2006. Ha ricevuto l’Ordinazione episcopale il 17 settembre 2006 per l’imposizione delle mani di Sua Eminenza il Cardinale Jean-Pierre Ricard, Arcivescovo di Bordeaux.
+PetaloNero+
00mercoledì 28 luglio 2010 15:49
RINUNCE E NOMINE


NOMINA DELL’ORDINARIO PER I FEDELI CATTOLICI DI RITO ORIENTALE RESIDENTI IN BRASILE E SPROVVISTI DI ORDINARIO DEL PROPRIO RITO

Il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato Ordinario per i fedeli cattolici di rito orientale, residenti in Brasile e sprovvisti di Ordinario del proprio rito, S.E. Mons. Walmor Oliveira de Azevedo, Arcivescovo di Belo Horizonte, in sostituzione dell’Em.mo Card. Eusebio Oscar Scheid, S.C.I., Arcivescovo emerito di São Sebastião do Rio de Janeiro.

S.E. Mons. Walmor Oliveira de Azevedo

S.E. Mons. Walmor Oliveira de Azevedo è nato il 26 aprile 1954 nella località di Cocos, diocesi di Bom Jesus da Lapa, nello Stato di Bahia. Dopo aver completato gli studi primari a Caetité ha frequentato i corsi di filosofia e teologia nel Seminario Sant'Antonio dell'Arcidiocesi di Juiz de Fora. A Roma, come alunno del Pontificio Collegio Pio Brasiliano, ha conseguito la licenza in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico (1977-1980) e la laurea in Teologia biblica presso la Pontificia Università Gregoriana (1985).

Il 9 settembre 1977 è stato ordinato sacerdote e incardinato nel clero di Juiz de Fora. Quindi ha ricoperto i seguenti uffici: Coordinatore del Corso di Teologia nel Seminario arcidiocesano; Formatore, Professore di Esegesi Biblica; Parroco di "Nossa Senhora da Conceiçao; Rettore del Seminario; Professore della Pontificia Università Cattolica di Rio do Janeiro; Direttore del Dipartimento di Scienze Religiose dell'Università Federale di Juiz de Fora; Membro del Collegio dei Consultori dell'Arcidiocesi.

Il 21 gennaio 1998 è stato nominato Vescovo titolare di Caliabria e Ausiliare di São Salvador da Bahia, ed ha ricevuto l'ordinazione episcopale il 10 maggio successivo.

Il 28 gennaio 2004 è stato promosso Arcivescovo di Belo Horizonte.
+PetaloNero+
00giovedì 29 luglio 2010 15:42
PROIEZIONE DEL FILM "CINQUE ANNI PAPA BENEDETTO XVI", DELLA BAYERISCHER RUNDFUNK

Alle ore 17.30 di questo pomeriggio, nella Sala degli Svizzeri del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, alla presenza del Santo Padre, ha luogo la proiezione del film "Cinque anni Papa Benedetto XVI" - Impressioni a Roma e nei Viaggi - selezione di momenti incisivi del Pontificato del Santo Padre dalla sua elezione ad oggi, della Bayerischer Rundfunk (2010).

L’autore e regista è Michael Mandlik, il produttore esecutivo il Prof. Dr. Gerhard Fuchs.
+PetaloNero+
00venerdì 30 luglio 2010 15:20
RINUNCE E NOMINE


RINUNCIA DI AUSILIARE DI MÉXICO (MESSICO)

Il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato la rinuncia presentata da S.E. Mons. Felipe Tejeda García, M.Sp.S., Vescovo titolare di Castabala e Ausiliare di México (Messico), in conformità ai canoni 411 e 401 §1 del Codice di Diritto Canonico.
+PetaloNero+
00domenica 1 agosto 2010 15:26
LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS




Alle ore 12 di oggi, il Papa si affaccia al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per recitare l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti.

Queste le parole del Santo Padre nell’introdurre la preghiera mariana:


PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle,

in questi giorni ricorre la memoria liturgica di alcuni Santi. Ieri abbiamo ricordato sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù. Vissuto nel XVI secolo, si convertì leggendo la vita di Gesù e di Santi durante una lunga degenza causata da una ferita subita in battaglia. Rimase talmente impressionato da quelle pagine, che decise di seguire il Signore. Oggi ricordiamo sant’Alfonso Maria de’ Liguori, fondatore dei Redentoristi, vissuto nel XVIII secolo e proclamato patrono dei confessori dal Venerabile Pio XII. Ebbe la consapevolezza che Dio vuole tutti santi, ciascuno secondo il proprio stato naturalmente. In questa settimana la liturgia ci propone, poi, sant’Eusebio, primo Vescovo del Piemonte, strenuo difensore della divinità di Cristo, e, infine, la figura di san Giovanni Maria Vianney, il Curato d’Ars, che ha guidato con il suo esempio l’Anno Sacerdotale appena concluso, e alla cui intercessione nuovamente affido tutti i Pastori della Chiesa. Impegno comune di questi Santi è stato quello di salvare le anime e di servire la Chiesa con i rispettivi carismi, contribuendo a rinnovarla e ad arricchirla. Questi uomini hanno acquistato "un cuore saggio" (Sal 89,12), accumulando ciò che non si corrompe e scartando quanto è irrimediabilmente mutevole nel tempo: il potere, la ricchezza e gli effimeri piaceri. Scegliendo Dio hanno posseduto ogni cosa necessaria, pregustando fin dalla vita terrena l’eternità (cfr Qo, 1-5).

Nel Vangelo dell’odierna domenica, l’insegnamento di Gesù riguarda proprio la vera saggezza ed è introdotto dalla domanda di uno della folla: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità» (Lc 12,13). Gesù, rispondendo, mette in guardia gli ascoltatori dalla brama dei beni terreni con la parabola del ricco stolto, il quale, avendo accumulato per sé un abbondante raccolto, smette di lavorare, consuma i suoi beni divertendosi e s’illude persino di poter allontanare la morte. «Ma Dio gli disse: "Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?"» (Lc 13,20). L’uomo stolto nella Bibbia è colui che non vuole rendersi conto, dall’esperienza delle cose visibili, che nulla dura per sempre, ma tutto passa: la giovinezza come la forza fisica, le comodità come i ruoli di potere. Far dipendere la propria vita da realtà così passeggere è, dunque, stoltezza. L’uomo che confida nel Signore, invece, non teme le avversità della vita, neppure la realtà ineludibile della morte: è l’uomo che ha acquistato "un cuore saggio", come i Santi.

Nel rivolgere la nostra preghiera a Maria Santissima, desidero ricordare altre ricorrenze significative: domani si potrà lucrare l’indulgenza detta della Porziuncola o "il Perdono di Assisi", che san Francesco ottenne, nel 1216, dal Papa Onorio III; giovedì 5 agosto, commemorando la Dedicazione della Basilica di S. Maria Maggiore, onoreremo la Madre di Dio acclamata con questo titolo nel concilio di Efeso del 431, e venerdì prossimo, anniversario della morte di Papa Paolo VI, celebreremo la festa della Trasfigurazione del Signore. La data del 6 agosto, considerata il culmine della luce estiva, fu scelta per significare che lo splendore del Volto di Cristo illumina il mondo intero.



DOPO L’ANGELUS

Desidero esprimere vivo compiacimento per l’entrata in vigore, proprio oggi, della Convenzione sul bando delle munizioni a grappolo che provocano danni inaccettabili ai civili. Il mio primo pensiero va alle numerose vittime che hanno sofferto e continuano a soffrire gravi danni fisici e morali, fino alla perdita della vita, a causa di questi insidiosi ordigni, la cui presenza sul terreno spesso ostacola a lungo la ripresa delle attività quotidiane di intere comunità. Con l’entrata in vigore della nuova Convenzione, alla cui adesione esorto tutti gli Stati, la Comunità internazionale ha dimostrato saggezza, lungimiranza e capacità nel perseguire un risultato significativo nel campo del disarmo e del diritto umanitario internazionale. Il mio auspicio e incoraggiamento è che si continui con sempre maggior vigore su questa strada, per la difesa della dignità e della vita umana, per la promozione dello sviluppo umano integrale, per lo stabilimento di un ordine internazionale pacifico e per la realizzazione del bene comune di tutte le persone e di tutti i popoli.

J’accueille avec joie les pèlerins francophones ! La liturgie de ce jour nous questionne sur le sens profond de notre quête d’avoir, de pouvoir et de savoir. Prise et comprise comme une fin en soi, la richesse cesse d’être le moyen nécessaire pour une existence juste et digne. Par l’intercession de la Vierge Marie et de Saint Alphonse-Marie de Liguori, puissions-nous utiliser nos biens en participant positivement à l’œuvre de la création divine et en étant pleinement solidaires avec tout être humain, surtout celui qui est dans le besoin. Bon dimanche à tous !

I am very pleased to greet all the English-speaking pilgrims present, especially those of you who have come from Canada and Australia. In the Gospel of today’s Mass, our Lord teaches us to store up treasure for ourselves, not on earth, but in heaven. By God’s grace, then, let us seek to grow in faith and good works. In this sense, I willingly invoke upon all of you God’s abundant blessings!

Einen herzlichen Gruß richte ich an alle Gäste deutscher Sprache, heute besonders an die Pilger aus Eschweiler bei Aachen. Die Urlaubszeit gibt uns Gelegenheit, die gewohnten Bahnen zu verlassen und an einem schönen Platz Ruhe und Erholung zu finden. Abstand nehmen wollen wir auch innerlich von unseren schlechten Gewohnheiten, von Zorn und Bosheit, von übler Nachrede, vom „alten Menschen mit seinen Taten", wie wir heute in der Lesung aus dem Kolosserbrief gehört haben. Nehmen wir den Urlaub zum Anlaß, persönlich wieder zum Frieden zu kommen und dem Bild des Schöpfers in uns besser zu entsprechen. Gottes Geist geleite euch auf allen Wegen!

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española que han participado en el rezo del Ángelus. La liturgia de hoy nos invita a moderar nuestro afán por los bienes materiales, que no son todo en la vida, sabiendo administrarlos bien y compartirlos, de manera que produzcan bienes más altos y duraderos. Pidamos a María que nos enseñe a seguir con gozo a Jesús con un corazón sencillo. Feliz domingo.

Queridos peregrinos de língua portuguesa: saúdo cordialmente a todos vós, de modo especial aos brasileiros de Piraquara. Que Deus manifeste sobre todos vós a Sua inesgotável bondade para que sejais renovados nos vossos bons propósitos de vida cristã. Que Deus vos abençoe!

Witam serdecznie Polaków. Życie uczy nas, że wszystko na tym świecie przemija. Przypomina o tym Liturgia Słowa dzisiejszej Mszy świętej. Wskazuje, że życie człowieka nie jest zależne od jego mienia, że dobra doczesne nie są celem, lecz środkiem w drodze do wieczności. Otwórzmy więc serca na potrzeby braci, bądźmy bogaci przed Bogiem. Z serca wam błogosławię.

[Do il mio cordiale benvenuto a tutti i Polacchi. La vita quotidiana ci insegna che tutto passa in questo mondo. Ce lo ricorda la Liturgia della parola della Messa odierna. Ci mostra che la vita dell’uomo non dipende dai suoi averi e che i beni terreni non sono lo scopo, ma un mezzo nella via verso l’eternità. Apriamo allora i nostri cuori alle necessità dei fratelli, diventando ricchi davanti Dio. Vi benedico di cuore.]

Un cordiale saluto rivolgo, infine, ai pellegrini italiani, in particolare alle Suore dell’Immacolata, che stanno celebrando in questi giorni il loro Capitolo Generale, ai fedeli di Moncalieri e di San Nicandro Garganico. Grazie per la vostra presenza. A tutti buona domenica!




www.radiovaticana.org/it1/videonews_ita.asp?anno=2010&videoclip=1507&sett...

www.radiovaticana.org/it1/videonews_ita.asp?anno=2010&videoclip=1505&sett...









COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE SULL’ENTRATA IN VIGORE DELLA CONVENZIONE CONTRO LE MUNIZIONI A GRAPPOLO

Come ha ricordato oggi il Santo Padre dopo la preghiera dell’Angelus, entra in vigore, questo 1° agosto 2010, la Convenzione che bandisce l’uso, la produzione, il trasferimento e l’accumulo delle munizioni a grappolo che causano danni inaccettabili ai civili, adottata a Dublino il 30 maggio 2008 ed aperta alla firma ad Oslo il 3 dicembre dello stesso anno.

La Convenzione rappresenta un passo significativo nel campo del disarmo e del diritto umanitario internazionale, nonché un risultato notevole per un multilateralismo basato sulla cooperazione costruttiva fra attori governativi e non governativi e sul legame fra il diritto umanitario e i diritti umani.

Oltre a colmare una grave lacuna del diritto umanitario, la Convenzione tende a dare una risposta forte e credibile ad un problema tuttora molto attuale, non solo per il continuo uso delle munizioni a grappolo, ma per il fatto che tali ordigni possono giacere inesplosi sul terreno, colpendo anche dopo molti anni dalla loro dispersione ed impedendo la ripresa della vita quotidiana della popolazione civile. La nuova Convenzione, inoltre, assicurando il diritto all’assistenza alle vittime, offre un motivo di speranza a tutti coloro che hanno subito gli effetti delle munizioni a grappolo.

La Santa Sede ha partecipato attivamente al processo di Oslo, dal quale è scaturita la nuova Convenzione, essendo stata tra i primi a proporre la moratoria sull’uso di questi ordigni e facendo parte fin dal suo inizio dei sei membri del cosiddetto Core Group, il gruppo di Stati promotore dell’iniziativa. La Santa Sede è stata inoltre tra i primi Stati a ratificarla, nella convinzione che la logica della pace sia più forte della logica della guerra, la quale in tutti i casi deve avere come limite invalicabile la protezione e la tutela della popolazione civile, e in particolare delle persone più vulnerabili.

Nella Dichiarazione della Santa Sede allegata allo strumento con cui ratifica la Convenzione, si indica che "l’attuazione della Convenzione [rappresenta] una sfida legale e umanitaria per il prossimo futuro. Un’attuazione efficace dovrebbe basarsi sulla cooperazione costruttiva di tutti gli attori governativi e non governativi e dovrebbe rinsaldare il vincolo fra disarmo e sviluppo. Ciò si può fare orientando le risorse materiali e umane verso lo sviluppo, la giustizia e la pace, che sono gli strumenti più efficaci per promuovere la sicurezza internazionale e un pacifico ordine internazionale".

Dal 9 al 12 novembre 2010 si terrà a Vientiane, nel Laos, la Ia Conferenza degli Stati Parte alla Convenzione.
+PetaloNero+
00lunedì 2 agosto 2010 15:29
RINUNCE E NOMINE


NOMINA DEL SEGRETARIO DELLA CONGREGAZIONE PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSACRATA E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA

Il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato Segretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica il Rev.do Padre Joseph William Tobin, C.SS.R., elevandolo in pari tempo alla sede titolare di Obba, con dignità di Arcivescovo.

Rev.do P. Joseph William Tobin, C.SS.R.
Il Rev.do P. Joseph William Tobin, C.SS.R., è nato a Detroit, Wayne Country, Michigan, il 3 maggio 1952.
Al termine del cammino di formazione ha emesso la Professione temporanea il 5 agosto 1972 e quella perpetua il 21 agosto 1976. Ha ricevuto l'Ordinazione sacerdotale il 1° giugno 1978.
Nel 1975 ha ottenuto il Baccalaureato in Filosofia presso l'Holy Redeemer College, Waterford (Wisconsin); nel 1977 il Master of Religious Education e nel 1979 il Master of Divinity (teologia pastorale) presso il Mount Saint Alphonsus Major Seminary (New York).
Dal 1979 al 1984 è stato Vicario parrocchiale della Holy Redeemer Parrish di Detroit. Nella stessa Parrocchia ha svolto poi il Ministero di Parroco dal 1984 al 1990. Dal 1990 al 1991 ha assunto il servizio di Parroco della Saint Alphonsus Parrish di Chicago (Illinois). Vicario Episcopale per l'Arcidiocesi di Detroit dal 1980 al 1986, ha offerto la sua collaborazione anche al locale Tribunale diocesano.
È stato eletto Consultore Generale dei Padri Redentoristi nel 1991 ed il 9 settembre 1997 Superiore Generale, riconfermato poi in tale incarico il 26 settembre 2003. Nello stesso anno è divenuto Vice-Presidente dell'Unione dei Superiori Generali.
Inoltre è stato membro del Consiglio per i Rapporti tra la Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica e le Unioni Internazionali dei Superiori e delle Superiore generali dal 2001 al 2009.
Conosce l’inglese, lo spagnolo, il francese, l’italiano e il portoghese.


+PetaloNero+
00martedì 3 agosto 2010 15:17
DALLE CHIESE ORIENTALI


VESCOVO AUSILIARE DELL’ARCIEPARCHIA DI LVIV DEGLI UCRAINI


Il Santo Padre ha concesso il Suo assenso all’elezione canonicamente fatta dal Sinodo dei Vescovi della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina del Rev.do Padre Venedykt Aleksiychuk, Monaco Studita di Univ, a Vescovo Ausiliare dell’Arcieparchia di Lviv degli Ucraini, assegnandogli la sede titolare di Germaniciana.

Rev.do Padre Venedykt Aleksiychuk

Il Rev.do Padre Venedykt (Valery) Aleksiychuk è nato il 1° gennaio 1968 nel villaggio di Borshchivka, regione di Rivne (Ucraina). Ha frequentato il Seminario Maggiore di Drohobych ed il 29 marzo 1992 è stato ordinato sacerdote.

Nel 1993 è stato accolto nella Lavra della Dormizione dei Monaci Studiti di Univ e il 31 dicembre 1995 ha emesso i primi voti. Ha conseguito il Dottorato in Teologia Spirituale presso l'Università Cattolica di Lublino (Polonia).

Ha svolto il suo ministero presso la parrocchia di Bystrytsia (Decanato di Drohobych); in Bielorussia a Polock e nella parrocchia di Vitebsk (1994-1996); in Canada (1996-1999); è stato Ighumeno della Lavra di Univ (2000 rieletto nel 2005); membro della Commissione dell'Arcivescovo Maggiore per il monachesimo (2004); Amministratore della parrocchia di San Nicola Peremyshlany (2004); Responsabile del Segretariato del Concilio dei Monaci della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina; Presidente del Consiglio Liturgico e Presidente dei Superiori Maggiori delle Congregazioni Religiose Maschili della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina (2007).

Parla l’ucraino, il polacco, il bielorusso e l’inglese.
+PetaloNero+
00giovedì 5 agosto 2010 00:42
L’UDIENZA GENERALE



L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Benedetto XVI - proveniente in elicottero dalla residenza estiva di Castel Gandolfo - ha incontrato i partecipanti al Pellegrinaggio Internazionale dei Ministranti e gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Il Papa ha tenuto una catechesi speciale, in lingua tedesca, per i ministranti giunti a Roma da molti Paesi europei in occasione del decimo Pellegrinaggio Internazionale organizzato dal Coetus Internationalis Ministrantium - CIM, sul tema "Bere alla vera fonte".

Dopo la catechesi, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto nelle varie lingue. Quindi ha pronunciato un appello in favore delle diverse popolazioni colpite in questi giorni da gravi calamità naturali.

L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica. Al termine, il Papa è rientrato in elicottero alla residenza estiva di Castel Gandolfo.


CATECHESI DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle,

desidero manifestare la mia gioia di essere qui oggi in mezzo a voi, in questa Piazza, dove vi siete radunati festosi per quest’Udienza Generale, che vede la presenza così significativa del grande Pellegrinaggio europeo dei Ministranti! Cari ragazzi, ragazze e giovani, siate i benvenuti! Poiché la grande maggioranza dei ministranti presenti in Piazza sono di lingua tedesca, mi rivolgerò anzitutto a loro nella mia lingua materna.

Liebe Ministrantinnen und Ministranten, liebe Freunde, liebe deutschsprachige Pilger, willkommen hier in Rom! Mit euch grüße ich den Kardinalstaatssekretär Tarcisio Bertone; er heißt Tarcisio wie euer Patron. Ihr habt ihn freundlicherweise eingeladen, und er, der den Namen des heiligen Tarzisius trägt, freut sich, daß er mit unter den Ministranten der Welt und unter den deutschen Ministranten sein kann. Ich grüße die lieben Mitbrüder im Bischofsamt sowie die Priester und Diakone, die an dieser Audienz teilnehmen. Von Herzen danke ich Weihbischof Martin Gächter aus Basel, dem Präsident des »Coetus Internationalis Ministrantium«, für die Begrüßungsworte, die er an mich gerichtet hat, für das große Geschenk der Tarzisiusstatue und für das Halstuch, das er mir überreicht hat. All das erinnert mich an die Zeit, als ich selber ein Ministrant war. Weihbischof Gächter danke ich in euer aller Namen auch für den großen Einsatz, den er unter euch leistet. Ebenso danke ich seinen Mitarbeiterinnen und Mitarbeitern und allen, die dieses fröhliche Beisammensein möglich gemacht haben. Mein Dank gilt auch den Förderern aus der Schweiz und allen, die auf vielfältige Weise mitgeholfen haben, die große Statue des heiligen Tarzisius zu realisieren.

Ihr seid in großer Zahl hier! Ich habe mit dem Hubschrauber schon den Petersplatz überflogen und all die Farben und die Freude gesehen, die auf diesem Petersplatz zugegen ist. So sorgt ihr nicht nur für eine gute Stimmung auf diesem Platz, sondern vermehrt auch die Freude in meinem Herzen! Vielen Dank! Die Tarzisiusstatue hat schon einen langen Pilgerweg hinter sich. Im September 2008 wurde sie im Beisein von 8.000 Ministranten erstmals in der Schweiz präsentiert. Sicher waren einige von euch damals schon dabei. Von dort wurde sie über Luxemburg bis nach Ungarn gebracht. Heute nehmen wir sie hier festlich in Empfang und freuen uns, diese Gestalt aus den ersten Jahrhunderten der Kirche besser kennenzulernen. Später wird die Statue, wie Weihbischof Gächter schon gesagt hat, bei den Kalixtuskatakomben aufgestellt werden, wo sich das Grab des heiligen Tarzisius befindet. Vor euch allen äußere ich meinen Wunsch, daß dieser Ort, die Kalixtuskatakomben und diese Statue, ein Bezugspunkt für die Ministrantinnen und Ministranten wird sowie für alle, die Jesus als Priester, Ordensleute und Missionare unmittelbarer nachfolgen wollen. Sie alle können auf diesen mutigen und starken jungen Menschen hinschauen und dabei ihre Freundschaft mit dem Herrn selber erneuern. So lernen wir, immer mit Gott zu leben und dem Weg zu folgen, den er uns mit seinem Wort und durch das Zeugnis so vieler Heiliger und Märtyrer zeigt, von denen wir durch die Taufe Brüder und Schwestern sind.

Wer war der heilige Tarzisius? Wir haben nicht viele Auskünfte über ihn. Er lebte in den ersten Jahrhunderten der Kirchengeschichte, näherhin im 3. Jahrhundert. Man erzählt sich, daß Tarzisius ein Junge war, der regelmäßig die Kalixtuskatakomben hier in Rom besuchte und seine Pflichten als Christ besonders treu erfüllte. Er hatte eine große Liebe zur Eucharistie, und aufgrund einiger Anhaltspunkte kommen wir zu dem Schluß, daß er vermutlich ein Akolyth, also ein Ministrant gewesen ist. In jenen Jahren verfolgte Kaiser Valerian die Christen mit aller Härte. Sie mußten sich heimlich in ihren Privathäusern oder gelegentlich auch in den Katakomben treffen, um das Wort Gottes zu hören, miteinander zu beten und die heilige Messe zu feiern. Auch der Brauch, die Eucharistie zu den Gefangenen und Kranken zu bringen, wurde immer gefährlicher. Eines Tages fragt der Priester wie gewohnt, wer bereit sei, die Eucharistie zu den Brüdern und Schwestern zu bringen, die darauf warteten. Da erhob sich der junge Tarzisius und sagte: »Schicke mich!« Dieser Junge schien aber noch zu klein für eine so schwierige Aufgabe. »Mein junges Alter«, erwiderte Tarzisius, »wird der beste Schutz für die Eucharistie sein.« Das überzeugte den Priester, und er vertraute ihm das kostbare Lebensbrot an und sagte: »Tarzisius, denk daran, daß du einen himmlischen Schatz in deinen schwachen Händen hältst. Vermeide die vollen Straßen und vergiß nicht, daß die heiligen Dinge nicht den Hunden und die Edelsteine nicht den Schweinen vorgeworfen werden dürfen. Wirst du die heiligen Geheimnisse treu und sicher bewahren?« »Ich werde eher sterben, als sie mir wegnehmen zu lassen«, erwiderte Tarzisius. Unterwegs traf er ein paar Freunde, die auf ihn zukamen und ihn einluden, mit ihnen zu gehen. Als er ablehnte – es waren Heiden –, wurden sie mißtrauisch und aufdringlich. Dann bemerkten sie, daß er etwas an seine Brust drückte, als wollte er es verteidigen. Sie versuchten, es ihm zu entreißen, aber vergeblich. Der Kampf wurde immer wilder, vor allem als sie erfuhren, daß Tarzisius Christ war. Sie traten ihn mit den Füßen, bewarfen ihn mit Steinen, aber er gab nicht nach. Von einem Prätorianergardisten namens Quadratus, der auch heimlich Christ geworden war, wurde der Sterbende zu einem Priester gebracht. Sein Körper war bereits leblos, aber an seiner Brust hielt er immer noch das kleine Leinentuch mit der Eucharistie. Gleich danach wurde er in den Kalixtuskatakomben begraben. Papst Damasus hat eine Inschrift für das Grab des heiligen Tarzisius verfaßt, gemäß der er im Jahr 257 gestorben ist. Das Römische Martyrologium legt den Todestag auf den 15. August fest und gibt auch die schöne mündliche Überlieferung wieder, nach der das Allerheiligste nicht am Körper des heiligen Tarzisius gefunden wurde, nicht in seinen Händen und auch nicht in seiner Kleidung. Das legte man so aus, daß die geweihte Hostie, die der kleine Märtyrer mit seinem Leben verteidigt hatte, Fleisch von seinem Fleisch geworden war und so mit seinem eigenen Leib vereint ein einziges makelloses Opfer, das Gott dargebracht wurde.

Liebe Ministrantinnen und Ministranten, das Zeugnis des heiligen Tarzisius und diese schöne Überlieferung zeigen uns die tiefe Liebe und die große Verehrung, die wir für die Eucharistie haben müssen: Sie ist ein kostbares Gut, ein Schatz von unermeßlichem Wert, sie ist das Brot des Lebens, sie ist Jesus selbst, der für uns zur Speise wird, Stütze und Kraft für unseren täglichen Weg und ein Pfad, der zum ewigen Leben führt; sie ist das größte Geschenk, das Jesus uns hinterlassen hat.

So wende ich mich an euch, die ihr hier versammelt seid, und durch euch an alle Ministrantinnen und Ministranten der Welt: Tut großzügig euren Dienst an Jesus, der in der Eucharistie gegenwärtig ist! Das ist eine wichtige Aufgabe, die euch erlaubt, besonders nahe beim Herrn zu sein und in einer tiefen wirklichen Freundschaft mit ihm zu wachsen. Bewahrt diese Freundschaft voll Eifer in eurem Herzen, so wie der heilige Tarzisius, und seid bereit, dafür einzustehen, dafür zu ringen, dafür euer Leben hinzugeben, damit Jesus zu allen Menschen kommt. Teilt auch ihr euren Altersgefährten das Geschenk dieser Freundschaft mit, mit Freude und Begeisterung und ohne Angst, daß sie spüren, ihr kennt es, es ist wahr, und ihr liebt dieses Geheimnis! Jedes Mal, wenn ihr zum Altar hintretet, habt ihr das Glück, bei der großen Liebestat Gottes dabei zu sein, der sich auch heute jedem von uns schenken will, uns nahe sein will, uns helfen will und Kraft geben will, damit wir richtig leben. Bei der Wandlung, ihr wißt es, wird dieses kleine Stück Brot Leib Christi, und der Wein wird Blut Christi. Ihr habt das große Glück, dieses unsagbare Geheimnis aus nächster Nähe erleben zu dürfen! Erfüllt eure Aufgaben als Ministranten mit Liebe, Andacht und Treue und kommt nicht einfach irgendwie herein, sondern bereitet euch inwendig auf die heilige Messe vor! Wenn ihr euren Priestern beim Dienst am Altar helft, tragt ihr dazu bei, daß Jesus mehr erfahrbar wird, daß die Menschen mehr spüren und erkennen: er ist da, daß er in dieser Welt, im Alltag, in der Kirche und an jedem Ort immer mehr gegenwärtig sein kann. Liebe Freunde, ihr leiht Jesus eure Hände, eure Gedanken, eure Zeit. Das wird er euch vergelten, indem er euch die wahre Freude schenkt und spüren läßt, wo das wirkliche Glück zu Hause ist. Der heilige Tarzisius hat uns gezeigt, daß jemand sogar sein Leben für ein wirkliches Gut, für das wahre Gut, für den Herrn aus Liebe hingeben kann.

Von uns wird nicht sogleich das Martyrium verlangt, aber Jesus bittet um die Treue in den kleinen Dingen, um die innere Sammlung, das innere Mit-dabei-Sein, unseren Glauben, und darum, daß wir uns mühen, im Alltag diesen Schatz gegenwärtig zu halten. Er bittet uns um Treue in den täglichen Aufgaben, um das Zeugnisgeben für seine Liebe, indem wir in die Kirche gehen aus innerer Überzeugung und Freude, daß er da ist. So können wir auch für unsere Freunde erfahrbar machen, daß Jesus lebt. Dabei helfe uns die Fürsprache des heiligen Johannes Maria Vianney, dessen Gedenktag wir heute feiern, des demütigen Pfarrers von Frankreich, der eine kleine Gemeinde umgewandelt und der Welt damit ein neues Licht geschenkt hat. Das Beispiel der Heiligen Tarcisius und Johannes Maria Vianney ermutige uns jeden Tag, Jesus zu lieben und seinen Willen zu erfüllen, so wie die Jungfrau Maria, die ihrem Sohn bis zum Ende treu war. Noch einmal herzlichen Dank euch allen! Gesegnete Tage und gute Heimkehr!

[Cari fratelli e sorelle,

desidero manifestare la mia gioia di essere qui oggi in mezzo a voi, in questa Piazza, dove vi siete radunati festosi per quest’Udienza Generale, che vede la presenza così significativa del grande Pellegrinaggio europeo dei Ministranti! Cari ragazzi, ragazze e giovani, siate i benvenuti! Poiché la grande maggioranza dei ministranti presenti in Piazza sono di lingua tedesca, mi rivolgerò anzitutto a loro nella mia lingua materna.

Cari e care ministranti e amici, cari pellegrini di lingua tedesca, benvenuti qui a Roma! Vi saluto tutti cordialmente. Con voi saluto il Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone; si chiama Tarcisio come il vostro Patrono. Avete avuto la cortesia di invitarlo e lui, che porta il nome di san Tarcisio, è contento di poter essere qui tra i Ministranti del mondo e tra i Ministranti tedeschi. Saluto i cari Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio, e i Diaconi, che hanno voluto prendere parte a quest’Udienza. Ringrazio di cuore il Vescovo ausiliare di Basilea, Mons. Martin Gächter, Presidente del "Coetus Internationalis Ministrantium", per le parole di saluto che mi ha rivolto, per il grande dono della statua di san Tarcisio e per il foulard che mi ha consegnato. Tutto ciò mi ricorda il tempo in cui anch’io ero un ministrante. Lo ringrazio, a nome vostro, anche per il grande lavoro che compie in mezzo a voi, insieme ai collaboratori e a quanti hanno reso possibile questo gioioso incontro. Il mio ringraziamento va anche ai promotori svizzeri e a quanti hanno lavorato in vari modi per la realizzazione della statua di san Tarcisio.

Siete numerosi! Già ho sorvolato Piazza San Pietro con l’elicottero e ho visto tutti i colori e la gioia, che è presente in questa Piazza! Così voi non solo create un ambiente di festa nella Piazza, ma rendete ancora più gioioso il mio cuore! Grazie! La statua di san Tarcisio è giunta fino a noi dopo un lungo pellegrinaggio. Nel settembre 2008 è stata presentata in Svizzera, alla presenza di 8000 ministranti: certamente alcuni di voi erano presenti. Dalla Svizzera è passata per il Lussemburgo fino all’Ungheria. Noi oggi l’accogliamo festosi, lieti di poter conoscere meglio questa figura dei primi secoli della Chiesa. Poi la statua – come già ha detto Mons. Gächter – verrà collocata presso le catacombe di san Callisto, dove san Tarcisio venne sepolto. L’augurio che rivolgo a tutti è che quel luogo, cioè le catacombe di san Callisto e questa statua, possa diventare un punto di riferimento per i ministranti e per coloro che desiderano seguire Gesù più da vicino attraverso la vita sacerdotale, religiosa e missionaria. Tutti possano guardare a questo giovane coraggioso e forte e rinnovare l’impegno di amicizia con il Signore stesso per imparare a vivere sempre con Lui, seguendo il cammino che ci indica con la Sua Parola e la testimonianza di tanti santi e martiri, dei quali, per mezzo del Battesimo, siamo diventati fratelli e sorelle.

Chi era san Tarcisio? Non abbiamo molte notizie Siamo nei primi secoli della storia della Chiesa, più precisamente nel terzo secolo; si narra che fosse un giovane che frequentava le Catacombe di san Callisto qui a Roma ed era molto fedele ai suoi impegni cristiani. Amava molto l’Eucaristia e, da vari elementi, concludiamo che, presumibilmente, fosse un accolito, cioè un ministrante. Erano anni in cui l’imperatore Valeriano perseguitava duramente i cristiani, che erano costretti a riunirsi di nascosto nelle case private o, a volte, anche nelle Catacombe, per ascoltare la Parola di Dio, pregare e celebrare la Santa Messa. Anche la consuetudine di portare l’Eucaristia ai carcerati e agli ammalati diventava sempre più pericolosa. Un giorno, quando il sacerdote domandò, come faceva di solito, chi fosse disposto a portare l’Eucaristia agli altri fratelli e sorelle che l’attendevano, si alzò il giovane Tarcisio e disse: "Manda me". Quel ragazzo sembrava troppo giovane per un servizio così impegnativo! "La mia giovinezza – disse Tarcisio – sarà il miglior riparo per l’Eucaristia". Il sacerdote, convinto, gli affidò quel Pane prezioso dicendogli: "Tarcisio, ricordati che un tesoro celeste è affidato alle tue deboli cure. Evita le vie frequentate e non dimenticare che le cose sante non devono essere gettate ai cani né le gemme ai porci. Custodirai con fedeltà e sicurezza i Sacri Misteri?". "Morirò – rispose deciso Tarcisio – piuttosto di cederli". Lungo il cammino incontrò per la strada alcuni amici, che nell’avvicinarlo gli chiesero di unirsi a loro. Alla sua risposta negativa essi – che erano pagani – si fecero sospettosi e insistenti e si accorsero che egli stringeva qualcosa nel petto e che pareva difendere. Tentarono di strapparglielo ma invano; la lotta si fece sempre più furiosa, soprattutto quando vennero a sapere che Tarcisio era cristiano; lo presero a calci, gli tirarono pietre, ma egli non cedette. Morente, venne portato al sacerdote da un ufficiale pretoriano di nome Quadrato, diventato anch’egli, di nascosto, cristiano. Vi giunse privo di vita, ma stretto al petto teneva ancora un piccolo lino con l’Eucarestia. Venne sepolto da subito nelle Catacombe di san Callisto. Il Papa Damaso fece un’iscrizione per la tomba di san Tarcisio, secondo la quale il giovane morì nel 257. Il Martirologio Romano ne fissa la data al 15 agosto e nello stesso Martirologio si riporta anche una bella tradizione orale, secondo la quale sul corpo di san Tarcisio non venne trovato il Santissimo Sacramento, né nelle mani, né tra le vesti. Si spiegò che la particola consacrata, difesa con la vita dal piccolo martire, era diventata carne della sua carne, formando così con lo stesso suo corpo, un’unica ostia immacolata offerta a Dio.

Care e cari ministranti, la testimonianza di san Tarcisio e questa bella tradizione ci insegnano il profondo amore e la grande venerazione che dobbiamo avere verso l’Eucaristia: è un bene prezioso, un tesoro il cui valore non si può misurare, è il Pane della vita, è Gesù stesso che si fa cibo, sostegno e forza per il nostro cammino di ogni giorno e strada aperta verso la vita eterna; è il dono più grande che Gesù ci ha lasciato.

Mi rivolgo a voi qui presenti e, per mezzo vostro, a tutti i ministranti del mondo! Servite con generosità Gesù presente nell’Eucaristia. E’ un compito importante, che vi permette di essere particolarmente vicini al Signore e di crescere in un’amicizia vera e profonda con Lui. Custodite gelosamente questa amicizia nel vostro cuore come san Tarcisio, pronti ad impegnarvi, a lottare e a dare la vita perché Gesù giunga a tutti gli uomini. Anche voi comunicate ai vostri coetanei il dono di questa amicizia, con gioia, con entusiasmo, senza paura, affinché possano sentire che voi conoscete questo Mistero, che è vero e che lo amate! Ogni volta che vi accostate all’altare, avete la fortuna di assistere al grande gesto di amore di Dio, che continua a volersi donare a ciascuno di noi, ad esserci vicino, ad aiutarci, a darci forza per vivere bene. Con la consacrazione – voi lo sapete – quel piccolo pezzo di pane diventa Corpo di Cristo, quel vino diventa Sangue di Cristo. Siete fortunati a poter vivere da vicino questo indicibile mistero! Svolgete con amore, con devozione e con fedeltà il vostro compito di ministranti; non entrate in chiesa per la Celebrazione con superficialità, ma preparatevi interiormente alla Santa Messa! Aiutando i vostri sacerdoti nel servizio all’altare contribuite a rendere Gesù più vicino, in modo che le persone possano sentire e rendersi conto maggiormente: Lui è qui; voi collaborate affinché Egli possa essere più presente nel mondo, nella vita di ogni giorno, nella Chiesa e in ogni luogo. Cari amici! Voi prestate a Gesù le vostre mani, i vostri pensieri, il vostro tempo. Egli non mancherà di ricompensarvi, donandovi la gioia vera e facendovi sentire dove è la felicità più piena. San Tarcisio ci ha mostrato che l’amore ci può portare perfino al dono della vita per un bene autentico, per il vero bene, per il Signore.

A noi probabilmente non è richiesto il martirio, ma Gesù ci domanda la fedeltà nelle piccole cose, il raccoglimento interiore, la partecipazione interiore, la nostra fede e lo sforzo di mantenere presente questo tesoro nella vita di ogni giorno. Ci chiede la fedeltà nei compiti quotidiani, la testimonianza del Suo amore, frequentando la Chiesa per convinzione interiore e per la gioia della Sua presenza. Così possiamo far conoscere anche ai nostri amici che Gesù vive. In questo impegno, ci aiuti l’intercessione di san Giovanni Maria Vianney, del quale oggi ricorre la memoria liturgica, di questo umile Parroco della Francia, che ha cambiato una piccola comunità e così ha donato al mondo una nuova luce. L’esempio dei santi Tarcisio e Giovanni Maria Vianney ci spinga ogni giorno ad amare Gesù e a compiere la Sua volontà, come ha fatto la Vergine Maria, fedele al Suo Figlio fino alla fine. Grazie ancora a tutti! Che Dio vi benedica in questi giorni e buon ritorno ai vostri Paesi!]



SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE



○ Saluto in lingua francese

Je vous salue avec affection, chers servants d’autel et chers pèlerins. Je viens de parler de saint Tarcisius qui est, comme vous le savez, le patron des enfants de chœur. Suivez son exemple. Le message que je désire vous adresser pourra accompagner votre vie et illuminer votre service. Les Apôtres ont été les témoins de Jésus parce qu’ils étaient ses « amis ». C’est Lui qui les a choisis. Vous aussi, vous pouvez entrer dans cette amitié! Quand vous participez à la Liturgie en servant l’autel, vous offrez à tous un témoignage incomparable d’humilité et de disponibilité. Votre prière, si près de l’autel, vient de la profondeur de votre cœur. Vous êtes très proches de Jésus-Eucharistie. Laissez-vous émerveiller toujours davantage par tant d’amour et tant de proximité ! Puissiez-vous, chers servants d’autel, chercher votre vie entière le trésor de cette proximité avec le Seigneur Jésus ! Et au sortir de l’église, dites à vos amis combien vous avez été heureux d’être avec le Christ et à son service. Je vous bénis de tout cœur ainsi que les pèlerins francophones présents.


○ Saluto in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters, I welcome all the English-speaking pilgrims here today, including the groups from Japan and the United States of America. A special greeting to the English-speaking altar servers present: by serving at Mass may you draw ever closer to Christ our Lord. Upon all of you I invoke God’s abundant blessings.


○ Saluto in lingua tedesca

Liebe Freunde, ich grüße euch alle noch einmal ganz herzlich. Vor allem danke ich dafür, daß ihr mir euer Gebet versprochen habt. Ich wünsche euch Gottes Segen alle Tage!


○ Saluto in lingua spagnola

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española. Como les acabo de decir a los monaguillos, la Eucaristía es el gran don que Jesús nos ha dejado. Que el ejemplo de san Tarcisio, cuya imagen podéis contemplar aquí, os ayude a todos a tratar con creciente amor y veneración a Cristo, que en el Santísimo Sacramento se entrega por nosotros, y nos alimenta y sostiene en nuestro camino hacia la patria definitiva. Muchas gracias.


○ Saluto in lingua portoghese

Amados peregrinos vindos do Brasil, de Portugal e demais países de língua portuguesa, sede bem-vindos! A todos saúdo com grande afeto e alegria, de modo especial a todos os acólitos e coroinhas aqui presentes. Que a exemplo do vosso padroeiro, São Tarcísio, possais crescer sempre mais no amor à Eucaristia que é o tesouro mais precioso que Jesus nos deixou. Que Deus derrame os seus dons sobre vós e vossas famílias, que de coração abençôo. Ide em paz!


○ Saluto in lingua polacca

Pozdrawiam serdecznie pielgrzymów z Polski. Szczególnie pozdrawiam ministrantów. Wiem, że w Polsce wielu młodych ludzi chętnie podejmuje liturgiczną posługę przy ołtarzu, służąc wiernie Bogu i Kościołowi. Witam Siostry Elżbietanki, uczestniczki rzymskiego spotkania odnowy duchowej oraz Zespół „Gorzkowianie". Wszystkich polecam Bogu w modlitwie i z serca wam błogosławię.

[Saluto cordialmente i pellegrini venuti dalla Polonia. In modo particolare saluto i chierichetti. So che in Polonia tanti ragazzi svolgono un servizio liturgico accanto l’altare, servendo con dedizione Dio e la Chiesa. Saluto le Suore di Santa Elisabetta, partecipanti all’incontro romano di rinnovamento spirituale e anche un gruppo folkloristico „Gorzkowianie". Affido voi tutti nella preghiera a Dio e vi benedico di cuore.]


○ Saluto in lingua ungherese

Kedves magyar ministránsok! Isten hozott Benneteket! Az oltár szolgálata során kerüljetek egyre közelebb Krisztushoz. Találjátok meg élethivatástokat. Szent Tarziciusz, a ministránsok védőszentje, könyörögj érettünk! Apostoli áldásommal. Dicsértessék a Jézus Krisztus!

[Cari ministranti di lingua ungherese! Vi saluto cordialmente. Nel servizio dell'altare avvicinatevi sempre di più a Cristo! Trovate la vostra vocazione nella vita. San Tarcisio, Patrono dei ministranti, prega per noi! Con la mia benedizione. Sia lodato Gesù Cristo!]


○ Saluto in lingua ucraina

Щиро вітаю міністрантів з України. За прикладом святого Тарсикія щиро служіть Ісусові, присутньому у Пресвятій Євхаристії.

[Saluto con affetto i ministranti provenienti dall’Ucraina. Sull'esempio di san Tarcisio, servite con generosità Gesù, presente nell'Eucaristia.]


○ Saluto in lingua lituana

Nuoširdžiai sveikinu ministrantus iš Lietuvos. Sekdami šventojo Tarcizijaus pavyzdžiu dosniai tarnaukite Jėzui, esančiam Eucharistijoje.

[Saluto con affetto i ministranti provenienti dalla Lituania. Sull’esempio di san Tarcisio, servite con generosità Gesù, presente nell’Eucaristia.]


○ Saluto in lingua romena

Salut cu afecţiune ministranţii din România! După exemplul sfântului Tarciziu, slujiţi-l cu generozitate pe Isus, prezent în Sfânta Euharistie!

[Saluto con affetto i ministranti provenienti dalla Romania. Sull'esempio di san Tarcisio, servite con generosità Gesù, presente nell'Eucaristia.]


○ Saluto in lingua slovacca

Srdečne pozdravujem miništrantov zo Slovenska. Podľa príkladu sv. Tarzícia slúžte veľkodušne Ježišovi, prítomnému v Eucharistii.

[Saluto con affetto i ministranti provenienti dalla Repubblica Slovacca. Sull'esempio di san Tarcisio, servite con generosità Gesù, presente nell'Eucaristia.]


○ Saluto in lingua croata

Srdačno pozdravljam Ministrante iz Hrvatske. Po uzoru svetoga Tarcizija, velikodušno služite Isusu, nazočnom u Euharistiji.

[Saluto con affetto i Ministranti provenienti dalla Croazia. Sull'esempio di san Tarcisio, servite con generosità Gesù, presente nell'Eucaristia.]


○ Saluto in lingua serba

Srdacno pozdravljam ministrante iz serbije. Po uzoru svetoga Tarcizija, velikodusno sluzite hristu, pristnom u euharistiji.

[Saluto con affetto i ministranti provenienti dalla Serbia. Sull'esempio di san Tarcisio, servite con generosità Gesù, presente nell'Eucaristia.]


○ Saluto in lingua italiana

Saluto cordialmente i pellegrini di lingua italiana, tra i quali sono lieto di accogliere le Suore di Santa Elisabetta. Mi rivolgo ora, in modo particolare, ai numerosi ministranti. Cari amici, sull’esempio di san Tarcisio, servite con generosità Gesù, presente nell’Eucaristia.

Un saluto speciale, infine, ai malati e agli sposi novelli. L'amore di Cristo sia sempre per voi, cari malati, fonte di conforto e di pace; e aiuti voi, cari sposi novelli, a rendere ogni giorno più salda e profonda la vostra unione.



APPELLO DEL SANTO PADRE

Il mio pensiero va alle popolazioni colpite, in questo periodo, da gravi calamità naturali, che hanno causato perdite di vite umane, feriti e danni, lasciando numerose persone senza tetto. In modo particolare, penso ai vasti incendi nella Federazione Russa e alle devastanti alluvioni in Pakistan e in Afghanistan. Prego il Signore per le vittime e sono vicino spiritualmente a quanti sono provati da tali avversità. Per essi chiedo a Dio il sollievo nella sofferenza e il sostegno nelle difficoltà. Auspico, inoltre, che non venga a mancare la solidarietà di tutti.
+PetaloNero+
00giovedì 5 agosto 2010 00:43
RINUNCE E NOMINE


NOMINA DEL COADIUTORE DI TAIOHAE NELLE ISOLE MARCHESI (ISOLE DEL PACIFICO)

Il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato Vescovo Coadiutore della diocesi di Taiohae nelle Isole Marchesi (Isole del Pacifico) il Rev.do P. Pascal Chang-Soi, SS.CC., Parroco nell’Isola di Moorea e Maestro dei novizi della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria.

Rev.do P. Pascal Chang-Soi, SS.CC.

Il Rev.do P. Pascal Chang-Soi, SS.CC., è nato il 18 ottobre 1966 a Tahiti, nell’Arcidiocesi di Papeete, da genitori protestanti, non-praticanti, successivamente convertitisi al cattolicesimo. Il padre è di origine cinese, mentre la madre è polinesiana. Uno dei fratelli è diventato cattolico ed ha attirato alla fede cattolica i suoi fratelli, tra cui Pascal, le sorelle e alla fine i genitori.

Ha svolto gli studi primari a Tahiti, a Piafau, e poi a Punaauia (1975-1980). Dal 1980 al 1984 è stato alunno al Collegio di Faaa e dal 1984 al 1986 studente al liceo di Taanoe. Dopo gli studi secondari, ha lavorato per alcuni anni nei settori dell’elettronica e dell’informatica. Il 23 agosto 1991 è entrato nel noviziato della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria (Picpus). Ha emesso i primi voti il 23 agosto 1992 ed i voti perpetui il 9 novembre 1997. Ha completato gli studi di Filosofia e Teologia al Seminario Notre-Dame de Pentecôte a Tahiti. È stato ordinato sacerdote il 4 febbraio 2000.

In seguito, ha ricoperto vari incarichi: 2000 - 2002: Vicario parrocchiale a Hiva Oa nella Diocesi di Taiohae, Isole Marchesi; 2002 - 2003: Anno di formazione a Parigi, in preparazione per la nomina a Maestro dei novizi; dal 2003: Parroco all’Isola di Moorea e Maestro dei novizi.

È attualmente uno dei Consiglieri della Vice-Provincia di Tahiti della sua Congregazione. Inoltre, è uno dei consultori dell’Arcidiocesi di Papeete, ed è membro del Consiglio presbiterale e del Consiglio di Amministrazione della Missione di Tahiti.

+PetaloNero+
00sabato 7 agosto 2010 15:21
RINUNCE E NOMINE



NOMINA DI INVIATO SPECIALE ALLA CELEBRAZIONE DEL III CENTENARIO DELLA CONSACRAZIONE DELLA CATTEDRALE DI MINSK IN BIELORUSSIA (9 OTTOBRE 2010)

Il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato l'Em.mo Cardinale Jozef Tomko, Prefetto emerito della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, Suo Inviato Speciale alla celebrazione del III centenario della consacrazione della Cattedrale di Minsk (Bielorussia), che avrà luogo il 9 ottobre 2010.


NOMINA DI INVIATO SPECIALE ALLA CELEBRAZIONE DEL MILLENARIO DELL’ABBAZIA DI SAINT-PIERRE DE SOLESMES IN FRANCIA (12 OTTOBRE 2010)

Il Santo Padre ha nominato l'Em.mo Cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, Suo Inviato Speciale alla celebrazione del millenario dell’Abbazia di Saint-Pierre de Solesmes (Francia), che avrà luogo il 12 ottobre 2010.
+PetaloNero+
00domenica 8 agosto 2010 15:32
LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS


Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI recita l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti nel Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo. Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:


PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle,

nel brano evangelico di questa domenica, continua il discorso di Gesù ai discepoli sul valore della persona agli occhi di Dio e sull’inutilità delle preoccupazioni terrene. Non si tratta di un elogio al disimpegno. Anzi, ascoltando l’invito rassicurante di Gesù «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno» (Lc 12,32), il nostro cuore viene aperto ad una speranza che illumina e anima l’esistenza concreta: abbiamo la certezza che «il Vangelo non è soltanto una comunicazione di cose che si possono sapere, ma è una comunicazione che produce fatti e cambia la vita. La porta oscura del tempo, del futuro, è stata spalancata. Chi ha speranza vive diversamente; gli è stata donata una vita nuova» (Enc. Spe Salvi, 2). Come leggiamo nel brano della Lettera agli Ebrei nella Liturgia odierna, Abramo s’inoltra con cuore fiducioso nella speranza che Dio gli apre: la promessa di una terra e di una «discendenza numerosa» e parte «senza sapere dove andava», confidando solo in Dio (cfr 11,8-12). E Gesù nel Vangelo di oggi – attraverso tre parabole – illustra come l’attesa del compimento della «beata speranza», la sua venuta, deve spingere ancora di più ad una vita intensa, ricca di opere buone: «Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma» (Lc 12,33). E’ un invito ad usare le cose senza egoismo, sete di possesso o di dominio, ma secondo la logica di Dio, la logica dell’attenzione all’altro, la logica dell’amore: come scrive sinteticamente Romano Guardini, «nella forma d’una relazione: a partire da Dio, in vista di Dio» (Accettare se stessi, Brescia 1992, 44).

A tale proposito, desidero richiamare l’attenzione su alcuni Santi che celebreremo questa settimana e che hanno impostato la loro vita proprio a partire da Dio e in vista di Dio. Oggi ricordiamo san Domenico di Guzman fondatore, nel XIII secolo, dell’Ordine Domenicano, che svolge la missione di istruire la società sulle verità di fede, preparandosi con lo studio e la preghiera. Nella stessa epoca santa Chiara di Assisi, - di cui faremo memoria mercoledì -, proseguendo l’opera francescana, fonda il secondo Ordine delle Clarisse. Ricorderemo il 10 agosto il santo diacono Lorenzo, martire del III secolo, le cui reliquie sono venerate a Roma nella Basilica di San Lorenzo fuori le Mura. Infine, faremo memoria di altri due martiri del Novecento che hanno condiviso il medesimo destino ad Auschwitz. Il 9 agosto ricorderemo la santa carmelitana Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein, e il 14 agosto il sacerdote francescano san Massimiliano Maria Kolbe, fondatore della Milizia di Maria Immacolata. Entrambi hanno attraversato l’oscuro tempo della Seconda Guerra Mondiale, senza perdere mai di vista la speranza, il Dio della vita e dell’amore.

Confidiamo nel sostegno materno della Vergine Maria, Regina dei Santi che amorosamente condivide il nostro pellegrinaggio. A Lei rivolgiamo la nostra preghiera.


DOPO L’ANGELUS

Je salue cordialement les pèlerins francophones ! La deuxième lecture de la liturgie de ce jour présente Abraham et Sara comme des modèles de croyants. Vécue avec ardeur et dans la fidélité à la Parole de Dieu, la foi féconde l’existence chrétienne et régénère l’Église. Puisse la Vierge Marie nous aider à rester toujours fidèles à notre vocation et à être des chercheurs infatigables de la volonté de Dieu en lui donnant la place qui lui revient. Je recommande aussi à votre prière les chômeurs et les sans-abris. Bon dimanche et bon pèlerinage à tous !

I offer a warm welcome to the English-speaking visitors gathered for this Angelus prayer. Today’s Gospel reminds us that by God’s goodness much has been given to us, and much will be required of us. During these quiet days of summer let us thank the Lord for the many blessings we have received and draw ever closer to him in prayer, in fidelity to his commandment of love, and in communion with his Body, the Church. Upon you and your families I invoke an abundance of joy and peace in the Lord!

Mit Freude heiße ich die deutschsprachigen Pilger und Besucher beim Gebet des Engel des Herrn willkommen. Besonders grüße ich die Ministrantengruppen aus Bad Reichenhall und Ramsau, aus Fulda und anderen Orten Deutschlands. Der Glaube kann Berge versetzen. Glauben heißt aber nicht, sich bequem zurückzulehnen, da es Gott schon richten wird. Das Evangelium fordert uns vielmehr dazu auf, aufmerksam zu wachen und die anvertrauten Aufgaben treu zu erfüllen. Dann gilt auch uns die Verheißung, daß die im Vertrauen auf Gott vollbrachten Werke der Liebe bleibende, ja ewige Frucht bringen werden. Dazu erbitte ich euch und euren Familien Gottes reichen Segen.

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, así como a todos los que se unen a esta oración mariana del ángelus a través de la radio y la televisión. Queridos hermanos: espera y vigilancia son dos características fundamentales de la vida cristiana, que está abierta a la eternidad. En el evangelio de hoy, el Señor nos exhorta a estar vigilantes y en tensión anhelante y llena de amor ante su venida al fin de los tiempos. Que la participación frecuente en la eucaristía, en la que Cristo viene cada día a nuestro encuentro, os ayude a intensificar vuestra fe, esperanza y caridad. Feliz domingo.

Witam obecnych tu Polaków. Wraz z wami pragnę pozdrowić pielgrzymów, którzy w tych dniach zmierzają na Jasną Górę. Szczególne wyrazy duchowej jedności kieruję do uczestników Pieszej Pielgrzymki Krakowskiej oraz Warszawskiej Pielgrzymki Akademickiej, którzy po raz trzydziesty wędrują do tego narodowego sanktuarium, aby przez wstawiennictwo Maryi polecać Bogu sprawy osobiste i społeczne. Wszystkim dziękuję za modlitwy w intencji Papieża i Kościoła. Niech Bóg wam błogosławi!

[Do il benvenuto ai polacchi qui presenti. Con voi saluto i pellegrini che in questi giorni si recano a Jasna Gora. In particolare, sono spiritualmente unito ai partecipanti al Pellegrinaggio a piedi di Cracovia, nonché al Pellegrinaggio accademico di Varsavia, i quali per la trentesima volta si incamminano verso quel santuario nazionale per affidare a Dio, per l’intercessione di Maria, le questioni personali e comuni. Ringrazio tutti per le preghiere secondo le intenzioni del Papa e della Chiesa. Dio vi benedica!]

Saluto infine con affetto i pellegrini di lingua italiana. In particolare mi rivolgo ai gruppi giovanili di Grumolo Pedemonte, San Martino di Lupari e Sondrio, ed auspico che le importanti esperienze formative di questi giorni possano portare abbondanti frutti spirituali. A tutti auguro una buona domenica.





www.radiovaticana.org/it1/videonews_ita.asp?anno=2010&videoclip=1511&sett...
+PetaloNero+
00martedì 10 agosto 2010 15:41
RINUNCE E NOMINE


RINUNCIA DEL VESCOVO DI LUNGRO DEGLI ITALO-ALBANESI DELL’ITALIA CONTINENTALE E NOMINA DELL’AMMINISTRATORE APOSTOLICO, SEDE VACANTE ET AD NUTUM SANCTAE SEDIS, DELLA MEDESIMA EPARCHIA

Il Santo Padre Benedetto XVI ha accolto le dimissioni presentate da S.E. Mons. Ercole Lupinacci, Vescovo di Lungro degli Italo-Albanesi dell’Italia Continentale, a norma del CCEO can 210 § 1, e ha nominato S.E. Mons. Salvatore Nunnari, Arcivescovo di Cosenza-Bisignano, Amministratore Apostolico, sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis, della medesima Eparchia.
+PetaloNero+
00mercoledì 11 agosto 2010 15:39
RINUNCE E NOMINE



NOMINA DEL TEOLOGO DELLA PENITENZIERIA APOSTOLICA

Il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato Teologo della Penitenzieria Apostolica il Rev.do P. Ján Ďačok, S.I., Docente di Teologia Morale presso la Pontificia Università Gregoriana in Roma.

NOMINA DI PRELATI UDITORI DEL TRIBUNALE DELLA ROTA ROMANA

Il Papa ha nominato Prelati Uditori del Tribunale della Rota Romana i Rev.di Mons. Giovanni Vaccarotto, finora Difensore del Vincolo del suddetto Tribunale, e P. Settimio Maroncelli, O.F.M., finora Officiale della Congregazione per il Clero.







L’UDIENZA GENERALE


Alle ore 10.30 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per incontrare i fedeli ed i pellegrini convenuti per l’Udienza Generale del mercoledì.
Nel discorso in lingua italiana, il Papa si è soffermato sul martirio, espressione di amore totale a Dio. Quindi ha rivolto un saluto in varie lingue ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.


CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

oggi, nella Liturgia ricordiamo santa Chiara d’Assisi, fondatrice delle Clarisse, luminosa figura della quale parlerò in una delle prossime Catechesi. Ma in questa settimana - come avevo già accennato nell’Angelus di domenica scorsa - facciamo memoria anche di alcuni Santi martiri, sia dei primi secoli della Chiesa, come san Lorenzo, Diacono, san Ponziano, Papa, e san Ippolito, Sacerdote; sia di un tempo a noi più vicino, come santa Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein, patrona d’Europa, e san Massimiliano Maria Kolbe. Vorrei allora soffermarmi brevemente sul martirio, forma di amore totale a Dio.

Dove si fonda il martirio? La risposta è semplice: sulla morte di Gesù, sul suo sacrificio supremo d’amore, consumato sulla Croce affinché noi potessimo avere la vita (cfr Gv 10,10). Cristo è il servo sofferente di cui parla il profeta Isaia (cfr Is 52,13-15), che ha donato se stesso in riscatto per molti (cfr Mt 20,28). Egli esorta i suoi discepoli, ciascuno di noi, a prendere ogni giorno la propria croce e seguirlo sulla via dell’amore totale a Dio Padre e all’umanità: "chi non prende la propria croce e non mi segue – ci dice, - non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà" (Mt 10,38-39). E’ la logica del chicco di grano che muore per germogliare e portare vita (cfr Gv 12,24). Gesù stesso "è il chicco di grano venuto da Dio, il chicco di grano divino, che si lascia cadere sulla terra, che si lascia spezzare, rompere nella morte e, proprio attraverso questo, si apre e può così portare frutto nella vastità del mondo" (Benedetto XVI, Visita alla Chiesa luterana di Roma [14 marzo 2010]). Il martire segue il Signore fino in fondo, accettando liberamente di morire per la salvezza del mondo, in una prova suprema di fede e di amore (cfr Lumen Gentium, 42).

Ancora una volta, da dove nasce la forza per affrontare il martirio? Dalla profonda e intima unione con Cristo, perché il martirio e la vocazione al martirio non sono il risultato di uno sforzo umano, ma sono la risposta ad un’iniziativa e ad una chiamata di Dio, sono un dono della Sua grazia, che rende capaci di offrire la propria vita per amore a Cristo e alla Chiesa, e così al mondo. Se leggiamo le vite dei martiri rimaniamo stupiti per la serenità e il coraggio nell’affrontare la sofferenza e la morte: la potenza di Dio si manifesta pienamente nella debolezza, nella povertà di chi si affida a Lui e ripone solo in Lui la propria speranza (cfr 2Cor 12,9). Ma è importante sottolineare che la grazia di Dio non sopprime o soffoca la libertà di chi affronta il martirio, ma al contrario la arricchisce e la esalta: il martire è una persona sommamente libera, libera nei confronti del potere, del mondo; una persona libera, che in un unico atto definitivo dona a Dio tutta la sua vita, e in un supremo atto di fede, di speranza e di carità, si abbandona nelle mani del suo Creatore e Redentore; sacrifica la propria vita per essere associato in modo totale al Sacrificio di Cristo sulla Croce. In una parola, il martirio è un grande atto di amore in risposta all’immenso amore di Dio.

Cari fratelli e sorelle, come dicevo mercoledì scorso, probabilmente noi non siamo chiamati al martirio, ma nessuno di noi è escluso dalla chiamata divina alla santità, a vivere in misura alta l’esistenza cristiana e questo implica prendere la croce di ogni giorno su di sé. Tutti, soprattutto nel nostro tempo in cui sembrano prevalere egoismo e individualismo, dobbiamo assumerci come primo e fondamentale impegno quello di crescere ogni giorno in un amore più grande a Dio e ai fratelli per trasformare la nostra vita e trasformare così anche il nostro mondo. Per intercessione dei Santi e dei Martiri chiediamo al Signore di infiammare il nostro cuore per essere capaci di amare come Lui ha amato ciascuno di noi.


SALUTI DEL SANTO PADRE NELLE DIVERSE LINGUE

Je suis heureux de saluer les pèlerins francophones présents ce matin et plus particulièrement le groupe de l’École normale supérieure de Paris et les pèlerins venus de la République Centrafricaine. Cette semaine nous donne de célébrer plusieurs martyrs insignes. Que leurs vies données soient pour chacun un exemple de courage et de foi en réponse à l’immense acte d’amour du Christ sur la Croix ! Puissiez-vous passer d’excellentes vacances !

I greet all the English-speaking pilgrims present today. I especially welcome the young altar servers from Malta and their families, and I thank them for their faithful service in Saint Peter’s Basilica. I also greet the pilgrimage groups from Nigeria, Indonesia and the United States. In this month of August, when the Church commemorates so many martyrs, let us give thanks for all those who followed Christ to the end by offering their own lives in union with his sacrifice on the Cross. May their act of supreme love and surrender to God inspire us on the way of holiness and charity towards our brothers and sisters. Commending you and your families to their intercession, I cordially invoke upon you God’s abundant blessings.

Einen herzlichen Gruß richte ich an die deutschsprachigen Pilger und Besucher und heiße besonders die vielen Jugendlichen aus dem Ferienlager in Ostia willkommen. Am nächsten Samstag begehen wir den Gedenktag des bekannten Märtyrerpriesters Maximilian Maria Kolbe. Ihr wißt, er ist freiwillig in den Hungerbunker gegangen und hat damit in der Hölle von Auschwitz einen unschuldigen Familienvater vor dem Tod bewahrt und so an einer Stelle den Irrsinn der Gewalt durchbrochen. Dieses dramatische Zeugnis des Glaubens, der Hoffnung und der Liebe, die sich der Aussichtslosigkeit der tyrannischen Macht entgegenstellt, spornt auch uns an, Jesus Christus nachzufolgen, nicht an uns zu denken, sondern das Kreuz aufzunehmen und Tag für Tag in der Liebe zu Gott und zu unseren Mitmenschen zu wachsen. Dazu erbitte ich euch allen den Beistand des Heiligen Geistes.

Saludo a los peregrinos de lengua española. En particular a los grupos de fieles venidos de España, México y otros Países Latinoamericanos. Queridos hermanos: Dios nos llama a todos a la santidad. Nos llama a seguir más de cerca de Cristo, esforzándonos en transformar este mundo con la fuerza del amor a Dios y a los hermanos. Fijándonos en el ejemplo de los santos y los mártires, pidamos al Señor que inflame nuestros corazones, para que seamos capaces de amar como Él nos ha amado. Que Dios os bendiga.

Amados peregrinos de língua portuguesa, uma cordial saudação de boas-vindas para todos, nomeadamente para os grupos vindos do Brasil e para os fiéis portugueses da diocese do Porto. Cristo chama todos os batizados à santidade. Que o exemplo e a intercessão dos mártires vos ajude a assumir o empenho de crescer a cada dia no amor a Deus e aos irmãos para que assim possais transformar o mundo! Que Deus abençoe a vós e as vossas famílias.

Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. Jednoczę się duchowo z tymi, którzy w ostatnich dniach ucierpieli z powodu powodzi. Proszę Boga, aby dał im siły do znoszenia przeciwności i pobudził serca ludzi dobrej woli do ofiarnej i skutecznej pomocy. Niech wam Bóg błogosławi!

[Un cordiale saluto rivolgo ai Polacchi. Mi unisco spiritualmente a coloro che negli ultimi giorni hanno sofferto a causa delle alluvioni. Chiedo a Dio che dia loro le forze per sopportare le avversità e stimoli i cuori degli uomini di buona volontà al generoso ed efficace aiuto. Dio vi benedica!]

S láskou vítam slovenských pútnikov, osobitne z Čerman, Hruboňova a Bánoviec nad Bebravou. Bratia a sestry, budúcu nedeľu budeme sláviť sviatok Nanebovzatia Panny Márie. Ona nech vás matersky sprevádza na ceste do našej nebeskej vlasti. Ochotne žehnám vás i vaše rodiny. Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Con affetto do un benvenuto ai pellegrini slovacchi, particolarmente a quelli provenienti da Čermany, Hruboňovo e Bánovce nad Bebravou. Fratelli e sorelle, domenica prossima celebreremo la festa dell’Assunzione della Vergine Maria. La Madonna vi accompagni maternamente sulla via verso la nostra patria celeste. Volentieri benedico voi e le vostre famiglie. Sia lodato Gesù Cristo!]

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i partecipanti al ciclo pellegrinaggio Monza-Roma. Nel ringraziarvi per la vostra presenza, sono lieto di invocare su ciascuno l’abbondanza dei doni dello Spirito per un rinnovato fervore spirituale e apostolico.
E adesso cantiamo insieme il Pater noster in latino.



www.radiovaticana.org/it1/videonews_ita.asp?anno=2010&videoclip=1515&sett...
+PetaloNero+
00giovedì 12 agosto 2010 15:22
LETTERA DEL SANTO PADRE ALL’INVIATO SPECIALE ALLA CELEBRAZIONE DEL CENTENARIO DELLA DIOCESI DI CATAMARCA (CATAMARCA, ARGENTINA, 21 AGOSTO 2010)

Il 19 giugno u.s., è stata pubblicata la nomina dell'Em.mo Cardinale Francisco Javier Errázuriz Ossa, Arcivescovo di Santiago de Chile, ad Inviato Speciale del Santo Padre alla celebrazione del centenario della diocesi di Catamarca (Argentina), che avrà luogo il 21 agosto 2010.

Il Cardinale Inviato Speciale sarà accompagnato da una Missione composta dai seguenti ecclesiastici:

Rev. Fra’ Eduardo Néstor Lascano, OFM;
Rev. Sac. Elio Antenor Fernández, del clero diocesano.
Pubblichiamo di seguito la Lettera del Santo Padre all’Em.mo Card. Francisco Javier Errázuriz Ossa, Arcivescovo di Santiago de Chile:


LETTERA DEL SANTO PADRE

Venerabili Fratri Nostro
FRANCISCO XAVERIO S.R.E. Cardinali ERRÁZURIZ OSSA
Achiepiscopo Metropolitae Sancti Iacobi in Chile

Centenaria iam appetit memoria ex quo tempore Catamarcensis dioecesis in Argentina Natione saluberrimo Decessoris Nostri S. Pii X de consilio est condita. Ibidem Dominae Nostrae del Valle exstat sanctuarium, ad quod fideles confluere solent, caelestem Matrem veneraturi ac superna praesidia fidenter petituri.

Admodum ideo aequum est et convenit ut eventus hic congruenter commemoretur et optimo iure extollatur. Celebratio enim haec copiam dat et facultatem non huius rei dumtaxat memoriam repetendi, verum homines ad ferventiorem religionis sensum, firmiorem fidem certioraque proposita, antiquis illis instantibus probandis documentis, permovendi.

Ipso igitur miserenti favente Domino, mensis Augusti die vero XXI, recoletur saecularis haec memoria, frequenti adstantium civium corona, cum huius Ecclesiae primordia revocabuntur ac superiora pietatis testimonia.

Quocirca cum Venerabilis Frater Aloisius Urbanč, Episcopus Catamarcensis, rogavisset ut Purpuratum Patrem mitteremus, huic postulationi obsecundandum iudicavimus, quo ritus ille elatius et luculentius explicaretur. Ad te ideo, Venerabilis Frater Noster, cogitationem convertimus, qui idoneus occurris ut eventui illi intersis personamque inibi Nostram geras. Itaque permagna moti affectione, te, Venerabilis Frater Noster, Missum Extraordinarium Nostrum renuntiamus et constituimus ad celebrationem quam supra diximus agendam.

Universis igitur participibus fidelibusque inibi cunctis voluntatem Nostram benignam ostendes, ac pariter cohortationem ad pristinam illam pietatem repetendam tenendamque, Ecclesiae Matre opem affatim ferente. Omnibus Nostro nomine auctoritateque Benedictionem Apostolicam impertias volumus, quae sit animorum renovationis signum et futuro de tempore supernarum gratiarum documentum.

Ex Aedibus Vaticanis, die XXIX mensis Iunii, in SS. Petri et Pauli Apostolorum sollemnitate, anno MMX, Pontificatus Nostri sexto.

BENEDICTUS PP. XVI
+PetaloNero+
00domenica 15 agosto 2010 15:35
SANTA MESSA NELLA SOLENNITÀ DELL’ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA


Alle ore 8.00 di oggi, Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, il Santo Padre Benedetto XVI ha celebrato la Santa Messa nella parrocchia pontificia di "San Tommaso da Villanova" a Castel Gandolfo.
Nel corso della Celebrazione Eucaristica, il Papa ha pronunciato l’omelia che riportiamo di seguito:


OMELIA DEL SANTO PADRE

Eminenza, Eccellenza, Autorità,
Cari fratelli e sorelle,

oggi la Chiesa celebra una delle più importanti feste dell’anno liturgico dedicate a Maria Santissima: l’Assunzione. Al termine della sua vita terrena, Maria è stata portata in anima e corpo nel Cielo, cioè nella gloria della vita eterna, nella piena e perfetta comunione con Dio.

Quest’anno ricorre il sessantesimo anniversario da quando il Venerabile Papa Pio XII, il 1° novembre 1950, definì solennemente questo dogma, e vorrei leggere – anche se è un po’ complicato – la forma della dogmatizzazione. Dice il Papa: «in tal modo l’augusta Madre di Dio, arcanamente unita a Gesù Cristo fin da tutta l’eternità con uno stesso decreto di predestinazione, Immacolata nella sua Concezione, Vergine illibata nella sua divina maternità, generosa Socia del Divino Redentore, che ha riportato un pieno trionfo sul peccato e sulle sue conseguenze, alla fine, come supremo coronamento dei suoi privilegi, ottenne di essere preservata dalla corruzione del sepolcro e, vinta la morte, come già il suo Figlio, di essere innalzata in anima e corpo alla gloria del Cielo, dove risplende Regina alla destra del Figlio suo, Re immortale dei secoli» (Cost. ap. Munificentissimus Deus, AAS 42 (1950), 768-769).

Questo, quindi, è il nucleo della nostra fede nell’Assunzione: noi crediamo che Maria, come Cristo suo Figlio, ha già vinto la morte e trionfa già nella gloria celeste nella totalità del suo essere, «in anima e corpo».

San Paolo, nella seconda lettura di oggi, ci aiuta a gettare un po’ di luce su questo mistero partendo dal fatto centrale della storia umana e della nostra fede: il fatto, cioè, della risurrezione di Cristo, che è «la primizia di coloro che sono morti». Immersi nel Suo Mistero pasquale, noi siamo resi partecipi della sua vittoria sul peccato e sulla morte. Qui sta il segreto sorprendente e la realtà chiave dell’intera vicenda umana. San Paolo ci dice che tutti siamo «incorporati» in Adamo, il primo e vecchio uomo, tutti abbiamo la stessa eredità umana alla quale appartiene: la sofferenza, la morte, il peccato. Ma a questa realtà che noi tutti possiamo vedere e vivere ogni giorno aggiunge una cosa nuova: noi siamo non solo in questa eredità dell’unico essere umano, incominciato con Adamo, ma siamo «incorporati» anche nel nuovo uomo, in Cristo risorto, e così la vita della Risurrezione è già presente in noi. Quindi, questa prima «incorporazione» biologica è incorporazione nella morte, incorporazione che genera la morte. La seconda, nuova, che ci è donata nel Battesimo, è ««incorporazione» che da la vita. Cito ancora la seconda Lettura di oggi; dice San Paolo: «Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. » (1Cor 15, 21-24).

Ora, ciò che san Paolo afferma di tutti gli uomini, la Chiesa, nel suo Magistero infallibile, lo dice di Maria, in un modo e senso precisi: la Madre di Dio viene inserita a tal punto nel Mistero di Cristo da essere partecipe della Risurrezione del suo Figlio con tutta se stessa già al termine della vita terrena; vive quello che noi attendiamo alla fine dei tempi quando sarà annientato «l’ultimo nemico», la morte (cfr 1Cor 15, 26); vive già quello che proclamiamo nel Credo «Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà».

Allora ci possiamo chiedere: quali sono le radici di questa vittoria sulla morte prodigiosamente anticipata in Maria? Le radici stanno nella fede della Vergine di Nazareth, come testimonia il brano del Vangelo che abbiamo ascoltato (Lc 1,39-56): una fede che è obbedienza alla Parola di Dio e abbandono totale all’iniziativa e all’azione divina, secondo quanto le annuncia l’Arcangelo. La fede, dunque, è la grandezza di Maria, come proclama gioiosamente Elisabetta: Maria è «benedetta fra le donne», «benedetto è il frutto del suo grembo» perché è «la madre del Signore», perché crede e vive in maniera unica la «prima» delle beatitudini, la beatitudine della fede. Elisabetta lo confessa nella gioia sua e del bambino che le sussulta in grembo: «E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (v. 45). Cari amici! Non ci limitiamo ad ammirare Maria nel suo destino di gloria, come una persona molto lontana da noi: no! Siamo chiamati a guardare quanto il Signore, nel suo amore, ha voluto anche per noi, per il nostro destino finale: vivere tramite la fede nella comunione perfetta di amore con Lui e così vivere veramente.

A questo riguardo, vorrei soffermarmi su un aspetto dell’affermazione dogmatica, là dove si parla di assunzione alla gloria celeste. Noi tutti oggi siamo ben consapevoli che col termine «cielo» non ci riferiamo ad un qualche luogo dell’universo, a una stella o a qualcosa di simile: no. Ci riferiamo a qualcosa di molto più grande e difficile da definire con i nostri limitati concetti umani. Con questo termine «cielo» vogliamo affermare che Dio, il Dio fattosi vicino a noi non ci abbandona neppure nella e oltre la morte, ma ha un posto per noi e ci dona l’eternità; vogliamo affermare che in Dio c’è un posto per noi. Per comprendere un po’ di più questa realtà guardiamo alla nostra stessa vita: noi tutti sperimentiamo che una persona, quando è morta, continua a sussistere in qualche modo nella memoria e nel cuore di coloro che l’hanno conosciuta ed amata. Potremmo dire che in essi continua a vivere una parte di questa persona, ma è come un’«ombra» perché anche questa sopravvivenza nel cuore dei propri cari è destinata a finire. Dio invece non passa mai e noi tutti esistiamo in forza del Suo amore. Esistiamo perché egli ci ama, perché egli ci ha pensati e ci ha chiamati alla vita. Esistiamo nei pensieri e nell’amore di Dio. Esistiamo in tutta la nostra realtà, non solo nella nostra «ombra». La nostra serenità, la nostra speranza, la nostra pace si fondano proprio su questo: in Dio, nel Suo pensiero e nel Suo amore, non sopravvive soltanto un’«ombra» di noi stessi, ma in Lui, nel suo amore creatore, noi siamo custoditi e introdotti con tutta la nostra vita, con tutto il nostro essere nell’eternità.

È il suo Amore che vince la morte e ci dona l’eternità, ed è questo amore che chiamiamo «cielo»: Dio è così grande da avere posto anche per noi. E l’uomo Gesù, che è al tempo stesso Dio, è per noi la garanzia che essere-uomo ed essere-Dio possono esistere e vivere eternamente l’uno nell’altro. Questo vuol dire che di ciascuno di noi non continuerà ad esistere solo una parte che ci viene, per così dire, strappata, mentre altre vanno in rovina; vuol dire piuttosto che Dio conosce ed ama tutto l’uomo, ciò che noi siamo. E Dio accoglie nella Sua eternità ciò che ora, nella nostra vita, fatta di sofferenza e amore, di speranza, di gioia e di tristezza, cresce e diviene. Tutto l’uomo, tutta la sua vita viene presa da Dio ed in Lui purificata riceve l’eternità. Cari Amici! Io penso che questa sia una verità che ci deve riempire di gioia profonda. Il Cristianesimo non annuncia solo una qualche salvezza dell’anima in un impreciso al di là, nel quale tutto ciò che in questo mondo ci è stato prezioso e caro verrebbe cancellato, ma promette la vita eterna, «la vita del mondo che verrà»: niente di ciò che ci è prezioso e caro andrà in rovina, ma troverà pienezza in Dio. Tutti i capelli del nostro capo sono contati, disse un giorno Gesù (cfr Mt 10,30). Il mondo definitivo sarà il compimento anche di questa terra, come afferma san Paolo: «la creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio» (Rm 8,21). Allora si comprende come il cristianesimo doni una speranza forte in un futuro luminoso ed apra la strada verso la realizzazione di questo futuro. Noi siamo chiamati, proprio come cristiani, ad edificare questo mondo nuovo, a lavorare affinché diventi un giorno il «mondo di Dio», un mondo che sorpasserà tutto ciò che noi stessi potremmo costruire. In Maria Assunta in cielo, pienamente partecipe della Risurrezione del Figlio, noi contempliamo la realizzazione della creatura umana secondo il «mondo di Dio».

Preghiamo il Signore affinché ci faccia comprendere quanto è preziosa ai Suo occhi tutta la nostra vita; rafforzi la nostra fede nella vita eterna; ci renda uomini della speranza, che operano per costruire un mondo aperto a Dio, uomini pieni di gioia, che sanno scorgere la bellezza del mondo futuro in mezzo agli affanni della vita quotidiana e in tale certezza vivono, credono e sperano.

Amen!








LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS



Alle ore 12 di oggi, Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per recitare l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:


PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle,

oggi, nella solennità dell’Assunzione al Cielo della Madre di Dio, celebriamo il passaggio dalla condizione terrena alla beatitudine celeste di Colei che ha generato nella carne e accolto nella fede il Signore della Vita. La venerazione verso la Vergine Maria accompagna fin dagli inizi il cammino della Chiesa e già a partire dal IV secolo appaiono feste mariane: in alcune viene esaltato il ruolo della Vergine nella storia della salvezza, in altre vengono celebrati i momenti principali della sua esistenza terrena. Il significato dell’odierna festa è contenuto nelle parole conclusive della definizione dogmatica, promulgata dal Venerabile Pio XII il 1° novembre 1950 e di cui quest’anno ricorre il 60° anniversario: «L'Immacolata sempre Vergine Maria, Madre di Dio, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo» (Cost. ap. Munificentissimus Deus, AAS 42 [1950], 770).

Artisti d’ogni epoca hanno dipinto e scolpito la santità della Madre del Signore adornando chiese e santuari. Poeti, scrittori e musicisti hanno tributato onore alla Vergine con inni e canti liturgici. Da Oriente a Occidente la Tuttasanta è invocata Madre celeste, che sostiene il Figlio di Dio fra le braccia e sotto la cui protezione trova rifugio tutta l’umanità, con l’antichissima preghiera: "Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta".

E nel Vangelo dell’odierna solennità, san Luca descrive il compiersi della salvezza attraverso la Vergine Maria. Ella, nel cui grembo si è fatto piccolo l’Onnipotente, dopo l’annuncio dell’Angelo, senza alcun indugio, si reca in fretta dalla parente Elisabetta per portarle il Salvatore del mondo. E, infatti, «appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo … [e] fu colmata di Spirito Santo» (Lc 1,41); riconobbe la Madre di Dio in «colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore ha detto» (Lc 1,45). Le due donne, che attendevano il compimento delle promesse divine, pregustano, ora, la gioia della venuta del Regno di Dio, la gioia della salvezza.

Cari fratelli e sorelle, affidiamoci a Colei che - come afferma il Servo di Dio Paolo VI - «assunta in cielo, non ha deposto la sua missione di intercessione e di salvezza» (Es. ap. Marialis Cultus, 18, AAS 66 [1974], 130). A Lei, guida degli Apostoli, sostegno dei Martiri, luce dei Santi, rivolgiamo la nostra preghiera, supplicandola di accompagnarci in questa vita terrena, di aiutarci a guardare il Cielo e di accoglierci un giorno accanto al Suo Figlio Gesù.



DOPO L’ANGELUS

Je salue avec joie les pèlerins francophones. La solennité de l’Assomption de la Vierge Marie nous rappelle l’éminente dignité de la personne humaine. Par l’intercession de la Mère de Jésus, le plus beau chef-d’œuvre de Dieu, puisse notre vie tout entière être un chant de louange au Seigneur pour ses merveilles à l’égard des hommes. Bonne fête à tous!

I am happy to greet all the English-speaking pilgrims and visitors. Today we join our voices to the many generations who praise the Virgin Mary and call her blessed for her glorious Assumption into Heaven. Her example of faithful perseverance in doing the will of God and her heavenly reward are a source of courage and hope for all of us. May God bless you and your families with peace and joy!

Ganz herzlich grüße ich die Pilger und Besucher deutscher Sprache hier in Castel Gandolfo. Am Hochfest Mariä Himmelfahrt richten sich unsere Augen auf Maria. Sie hat den Sohn Gottes vom Heiligen Geist empfangen und damit den in sich aufgenommen, der – wie er selbst sagt – die Auferstehung und das Leben ist. Nun lebt sie weiter in der Vollendung und tritt als Fürsprecherin für uns ein, auf daß auch wir den Weg ins wahre Leben finden. Euch und Euren Familien wünsche ich einen gesegneten Festtag!

Saludo con afecto a los fieles de lengua española, en particular al grupo de pastoral juvenil de Pamplona y Zizur Mayor. Que la celebración de la Asunción de la Virgen María a los cielos, en la que podemos contemplar la plenitud de vida a la que estamos todos llamados, fortalezca nuestra esperanza con la certeza de que la Madre de Dios sigue velando con amor sobre cada uno de nosotros. Que Dios os bendiga.

Uma calorosa saudação aos peregrinos de língua portuguesa! Nossa Senhora ao ser assunta ao Céu fica mais próxima de seus filhos aqui na terra, intercedendo por eles junto a Jesus, e torna-se um sinal luminoso da vida futura que esperamos. Que Deus vos abençoe! Obrigado pela vossa visita!

Szeretettel köszöntöm a magyar zarándokokat. Szívből kérem rájuk Szűz Mária anyai oltalmát. Dicsértessék a Jézus Krisztus.

[Saluto con affetto i pellegrini ungheresi e di cuore invoco su di loro la materna protezione della Vergine Maria. Sia lodato Gesù Cristo.]

Witam Polaków. Dziś w całym Kościele obchodzimy uroczystość Wniebowzięcia Najświętszej Maryi Panny. W Polsce ten dzień jest obchodzony również jako święto narodowe. Z tej okazji wszystkim Polakom życzę pokoju i pomyślności. Wszystkich zawierzam opiece Maryi i serdecznie błogosławię. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus!

[Saluto i polacchi. Oggi in tutta la Chiesa festeggiamo la solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. In Polonia questo giorno è anche celebrato come festa nazionale. In questa occasione auguro a tutti i polacchi pace e prosperità, affidandoli alla protezione di Maria. Vi benedico di cuore. Sia lodato Gesù Cristo!]

Saluto infine con affetto i pellegrini italiani, in particolare i fedeli di Faenza. A tutti auguro di trascorrere nella gioia questa solenne e popolare festa mariana. Buona festa a tutti voi!



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