Discorsi, omelie, udienze, angelus e altri documenti

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+PetaloNero+
00domenica 25 aprile 2010 15:49
LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DEL REGINA CÆLI


Alle ore 12 di oggi, IV Domenica di Pasqua, il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare il Regina Cæli con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana del tempo pasquale:


PRIMA DEL REGINA CÆLI

Cari fratelli e sorelle,

in questa quarta Domenica di Pasqua, detta "del Buon Pastore", si celebra la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che quest’anno ha per tema: "La testimonianza suscita vocazioni", tema "strettamente legato alla vita e alla missione dei sacerdoti e dei consacrati" (Messaggio per la XLVII G. M. di preghiera per le vocazioni, 13 novembre 2009). La prima forma di testimonianza che suscita vocazioni è la preghiera (cfr ibid.), come ci mostra l’esempio di santa Monica che, supplicando Dio con umiltà ed insistenza, ottenne la grazia di veder diventare cristiano suo figlio Agostino, il quale scrive: "Senza incertezze credo e affermo che per le sue preghiere Dio mi ha concesso l’intenzione di non preporre, non volere, non pensare, non amare altro che il raggiungimento della verità" (De Ordine II, 20, 52, CCL 29, 136). Invito, pertanto, i genitori a pregare, perché il cuore dei figli si apra all’ascolto del Buon Pastore, e "ogni più piccolo germe di vocazione … diventi albero rigoglioso, carico di frutti per il bene della Chiesa e dell’intera umanità" (Messaggio cit.). Come possiamo ascoltare la voce del Signore e riconoscerlo? Nella predicazione degli Apostoli e dei loro successori: in essa risuona la voce di Cristo, che chiama alla comunione con Dio e alla pienezza della vita, come leggiamo oggi nel Vangelo di san Giovanni: "Le mie pecore ascoltano la mia voce ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano" (Gv 10,27-28). Solo il Buon Pastore custodisce con immensa tenerezza il suo gregge e lo difende dal male, e solo in Lui i fedeli possono riporre assoluta fiducia.

In questa Giornata di speciale preghiera per le vocazioni, esorto in particolare i ministri ordinati, affinché, stimolati dall’Anno Sacerdotale, si sentano impegnati "per una più forte ed incisiva testimonianza evangelica nel mondo di oggi" (Lettera di indizione). Ricordino che il sacerdote "continua l’opera della Redenzione sulla terra"; sappiano sostare volentieri davanti al tabernacolo"; aderiscano "totalmente alla propria vocazione e missione mediante un’ascesi severa"; si rendano disponibili all’ascolto e al perdono; formino cristianamente il popolo a loro affidato; coltivino con cura la "fraternità sacerdotale" (cfr ibid.). Prendano esempio da saggi e zelanti Pastori, come fece san Gregorio di Nazianzo, il quale così scriveva all’amico fraterno e Vescovo san Basilio: "Insegnaci il tuo amore per le pecore, la tua sollecitudine e la tua capacità di comprensione, la tua sorveglianza … la severità nella dolcezza, la serenità e la mansuetudine nell’attività … i combattimenti in difesa del gregge, le vittorie … conseguite in Cristo" (Oratio IX, 5, PG 35, 825ab).

Ringrazio tutti i presenti e quanti con la preghiera e l’affetto sostengono il mio ministero di Successore di Pietro, e su ciascuno invoco la celeste protezione della Vergine Maria, alla quale ci rivolgiamo ora in preghiera.



DOPO IL REGINA CÆLI

Stamani, rispettivamente a Roma e a Barcellona, sono stati proclamati Beati due Sacerdoti: Angelo Paoli, Carmelitano, e José Tous y Soler, Cappuccino. A quest’ultimo farò cenno tra poco. Del beato Angelo Paoli, originario della Lunigiana e vissuto tra i secoli XVII e XVIII, mi piace ricordare che fu apostolo della carità a Roma, soprannominato "padre dei poveri". Si dedicò specialmente ai malati dell’Ospedale San Giovanni, prendendosi cura anche dei convalescenti. Il suo apostolato traeva forza dall’Eucaristia e dalla devozione alla Madonna del Carmine, come pure da un’intensa vita di penitenza. Nell’Anno Sacerdotale, propongo volentieri il suo esempio a tutti i sacerdoti, in modo particolare a quanti appartengono ad Istituti religiosi di vita attiva.

Chers pèlerins francophones, en ce dimanche l’Église universelle prie pour les vocations. Ce jour de prière prend une dimension particulière en cette Année Sacerdotale. Prions tous afin que des jeunes répondent à l’appel du Seigneur, acceptent de bâtir leur existence entière sur le Christ dans un service plus direct à l’Évangile et choisissent de donner leur vie avec générosité à Dieu et à l’Église. Priez, chers pèlerins, pour vos prêtres et vos séminaristes. Que l’exemple de Marie et du Saint Curé d’Ars nous guide ! Bon dimanche !

I am happy to greet all the English-speaking visitors present for today’s Regina Caeli prayer. This Sunday the Church celebrates the World Day of Prayer for Vocations. As we rejoice in the new life that the Risen Lord has won for us, let us ask him to inspire many young people to centre their hearts on the things of Heaven (cf. Col 3:1-2) and to offer themselves joyfully in the service of Christ our Good Shepherd in the priesthood and religious life. Confidently entrusting this petition to Mary, Queen of Heaven, I invoke upon you God’s abundant blessings of peace and joy!

Mit Freude grüße ich die deutschsprachigen Pilger und Besucher hier auf dem Petersplatz. Am heutigen „Sonntag des Guten Hirten" begehen wir den 47. Weltgebetstag um geistliche Berufungen. In diesem Jahr lautet das Motto: „Das Zeugnis weckt Berufungen". Dabei blicken wir auf Jesus selbst: Er ist uns als Guter Hirte vorangegangen. Er hat uns gezeigt, was es heißt, sein Leben für die Menschen hinzugeben, die ihm der Vater anvertraut hat. Bitten wir Maria um ihre Fürsprache, daß alle, die Jesus in seine engere Nachfolge berufen hat, ihm freudig antworten und der Gnade Gottes treu bleiben. Der Herr segne euch und eure Familien.

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, en particular a los fieles de las parroquias Nuestra Señora del Pilar, de Catarroja, y de la Sangre de Cristo, de Cullera. En este domingo llamado del Buen Pastor, en el que la Iglesia celebra la Jornada de oración por las vocaciones, ha tenido lugar en Barcelona la beatificación del sacerdote capuchino José Tous y Soler, fundador de las Hermanas Capuchinas de la Madre del Divino Pastor. No obstante numerosas pruebas y dificultades, nunca se dejó vencer por la amargura o el resentimiento. Destacó por su caridad exquisita y su capacidad para soportar y comprender las deficiencias de los demás. Que su ejemplo e intercesión ayude a todos y especialmente a los sacerdotes a vivir la fidelidad a Cristo. Que el nou Beat Josep Tóus i Soler us beneeixi i us protegeixi. Feliç diumenge. Muchas gracias y feliz domingo.

Dirijo agora a minha saudação amiga aos professores e alunos do Colégio de São Tomás, de Lisboa, e demais peregrinos de língua portuguesa: De visita a Roma, não quisestes faltar a este encontro com o Papa, que a todos encoraja na nobre missão de dar razões de vida e de esperança às novas gerações para uma sociedade mais humana e solidária. Sobre vós, vossas famílias e os sonhos de bem que abrigais no coração, desça a minha Bênção Apostólica.

Lepo pozdravljam romarje, ki ste prišli sem z »Duhovno družino Delo«, in vse druge vernike iz Slovenije! Zgled prvih kristjanov naj vam pomaga, da bo srečanje z vstalim Gospodom v Evharistiji vedno središče vašega življenja. Naj bo z vami moj blagoslov!

[Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini qui venuti con la "Famiglia Spirituale L’Opera", ed a tutti gli altri fedeli provenienti dalla Slovenia! L’esempio dei primi cristiani vi aiuti, affinché l’incontro con il Signore risorto nell’Eucaristia sia sempre il cardine della vostra vita. Vi accompagni la mia Benedizione!]

Pozdrawiam serdecznie wszystkich Polaków, a szczególnie uczestników Marszu dla życia, jaki dzisiaj odbywa się w Szczecinie. Łączę się duchowo z tą szlachetną inicjatywą. Niech budzi ona w każdym sercu potrzebę troski o poczęte życie. Niech będzie wsparciem dla rodzin oczekujących potomstwa. Dzisiejsza niedziela jest nazywana Niedzielą Dobrego Pasterza. Módlmy się za powołanych do kapłaństwa i życia zakonnego, aby idąc za głosem Dobrego Pasterza, świętością życia i posługi, dawali przekonujące świadectwo wiary.

[Saluto cordialmente tutti i Polacchi e, in modo particolare, i partecipanti alla Marcia per la vita, che oggi si svolge a Szczecin. Mi unisco spiritualmente a questa nobile iniziativa. Che essa desti in ogni cuore la sollecitudine per la vita nascente e sia sostegno per le famiglie in attesa di figli. L’odierna domenica viene chiamata Domenica del Buon Pastore. Preghiamo per coloro che sono chiamati al sacerdozio e alla vita consacrata, affinché, seguendo la voce del Buon Pastore, rendano con la santità della loro vita e con il loro servizio una convincente testimonianza di fede.]

Rivolgo uno speciale saluto all’Associazione "Meter", che da 14 anni promuove la Giornata nazionale per i bambini vittime della violenza, dello sfruttamento e dell’indifferenza. In questa occasione voglio soprattutto ringraziare e incoraggiare quanti si dedicano alla prevenzione e all’educazione, in particolare i genitori, gli insegnanti e tanti sacerdoti, suore, catechisti e animatori che lavorano con i ragazzi nelle parrocchie, nelle scuole e nelle associazioni. Saluto i fedeli venuti da Brescia, da Cassana presso Ferrara, da alcune parrocchie dell’Umbria e da Toronto, in Canada; i ragazzi delle parrocchie della Valposchiavo, in Svizzera, e quelli di Francavilla al Mare; e il gruppo di fidanzati di Altamura. A tutti auguro una buona domenica.
+PetaloNero+
00lunedì 26 aprile 2010 16:42
LE UDIENZE

Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Udienza:

S.E. Mons. Robert Patrick Ellison, C.S.Sp., Vescovo di Banjul (Gambia), in Visita "ad Limina Apostolorum";

Padre Chris Brennan, S.M.A., Amministratore Apostolico di Gbarnga (Liberia), in Visita "ad Limina Apostolorum";

S.E. Mons. Edward Tamba Charles, Arcivescovo di Freetown and Bo (Sierra Leone), in Visita "ad Limina Apostolorum";

S.E. Mons. Patrick Daniel Koroma, Vescovo di Kenema (Sierra Leone), in Visita "ad Limina Apostolorum".

Il Papa riceve questa mattina in Udienza:

S.E. Mons. George Biguzzi, S.X., Vescovo di Makeni (Sierra Leone), in Visita "ad Limina Apostolorum".
+PetaloNero+
00mercoledì 28 aprile 2010 16:08
RINUNCE E NOMINE


NOMINA DEL VESCOVO DI JACMEL (HAÏTI)

Il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato Vescovo di Jacmel (Haïti) il Rev.do Launay Saturné, del clero dell’arcidiocesi di Port-au-Prince, Decano degli studi nel Seminario Maggiore Interdiocesano "Notre-Dame d’Haïti".

Rev.do Launay Saturné

Il Rev.do Launay Saturné è nato il 14 gennaio 1964 a Delatte (Petit-Goâve) nell’arcidiocesi di Port-au-Prince. Dopo gli studi elementari e secondari a Petit-Goâve, e poi a Port-au-Prince, presso il Seminario Minore–Collegio "Saint-Martial", è entrato nel Seminario Maggiore Nazionale "Notre-Dame d’Haïti" a Port-au-Prince, dove ha fatto gli studi filosofici e teologici. E’ stato ordinato sacerdote il 10 marzo 1991 nella Cattedrale di Port-au-Prince. Dal 1998 al 2003 ha studiato Teologia Dogmatica (Ecclesiologia) a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana, ottenendo la Licenza e il Dottorato.

Dopo la sua ordinazione sacerdotale ha ricoperto i seguenti incarichi: Vicario nella parrocchia Sacré-Coeur de Turgeau a Port-au-Prince (1991-1997); Direttore della Casa propedeutica a Jacquet per l’arcidiocesi di Port-au-Prince (1997-1998). Durante gli studi a Roma, è stato cappellano presso la Chiesa San Luigi dei Francesi (1998-2003). Dal 2003 è Direttore degli studi e Professore di Teologia presso il Seminario Maggiore Interdiocesano "Notre-Dame d’Haïti" a Port-au-Prince. Insegna teologia anche in diversi Istituti e presso l’Università "Notre-Dame d’Haïti". Inoltre dal 2004 è Responsabile del Comitato incaricato della Pastorale Mariana dell’arcidiocesi di Port-au-Prince, e dal 2005 è Segretario Nazionale della Commissione della Pastorale dei giovani in Haiti.




INCONTRO CONVIVIALE DEL SANTO PADRE CON I MEMBRI DEL COMITATO "VOX CLARA"

Alle ore 13.15 di oggi, nella Casina Pio IV, il Santo Padre Benedetto XVI pranza con i Membri del Comitato "Vox Clara", Comitato di consulenza su questioni circa la celebrazione del Rito Romano in lingua inglese, annesso alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.



INCONTRO CONVIVIALE DEL SANTO PADRE CON I MEMBRI DEL COMITATO "VOX CLARA" (CONTINUAZIONE)

Alle ore 13.15 di oggi, nella Casina Pio IV, il Santo Padre Benedetto XVI pranza con i Membri e i Consultori del Comitato "Vox Clara", Comitato di consulenza su questioni circa la celebrazione del Rito Romano in lingua inglese, annesso alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa rivolge ai presenti alla fine del pranzo:


DISCORSO DEL SANTO PADRE

Dear Cardinals,

Dear Brother Bishops and Priests,

Members and Consultors of the Vox Clara Committee,

I thank you for the work that Vox Clara has done over the last eight years, assisting and advising the Congregation for Divine Worship and the Discipline of the Sacraments in fulfilling its responsibilities with regard to the English translations of liturgical texts. This has been a truly collegial enterprise. Not only are all five continents represented in the membership of the Committee, but you have been assiduous in drawing together contributions from Bishops’ Conferences in English-speaking territories all over the world. I thank you for the great labour you have expended in your study of the translations and in processing the results of the many consultations that have been conducted. I thank the expert assistants for offering the fruits of their scholarship in order to render a service to the universal Church. And I thank the Superiors and Officials of the Congregation for their daily, painstaking work of overseeing the preparation and translation of texts that proclaim the truth of our redemption in Christ, the Incarnate Word of God.

Saint Augustine spoke beautifully of the relation between John the Baptist, the vox clara that resounded on the banks of the Jordan, and the Word that he spoke. A voice, he said, serves to share with the listener the message that is already in the speaker’s heart. Once the word has been spoken, it is present in the hearts of both, and so the voice, its task having been completed, can fade away (cf. Sermon 293). I welcome the news that the English translation of the Roman Missal will soon be ready for publication, so that the texts you have worked so hard to prepare may be proclaimed in the liturgy that is celebrated across the anglophone world. Through these sacred texts and the actions that accompany them, Christ will be made present and active in the midst of his people. The voice that helped bring these words to birth will have completed its task.

A new task will then present itself, one which falls outside the direct competence of Vox Clara, but which in one way or another will involve all of you – the task of preparing for the reception of the new translation by clergy and lay faithful. Many will find it hard to adjust to unfamiliar texts after nearly forty years of continuous use of the previous translation. The change will need to be introduced with due sensitivity, and the opportunity for catechesis that it presents will need to be firmly grasped. I pray that in this way any risk of confusion or bewilderment will be averted, and the change will serve instead as a springboard for a renewal and a deepening of Eucharistic devotion all over the English-speaking world.

Dear Brother Bishops, Reverend Fathers, Friends, I want you to know how much I appreciate the great collaborative endeavour to which you have contributed. Soon the fruits of your labours will be made available to English-speaking congregations everywhere. As the prayers of God’s people rise before him like incense (cf. Psalm 140:2), may the Lord’s blessing come down upon all who have contributed their time and expertise to crafting the texts in which those prayers are expressed. Thank you, and may you be abundantly rewarded for your generous service to God’s people.




TELEGRAMMA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AI PARTECIPANTI ALL’VIII CONGRESSO EUROPEO CCEE SULLE MIGRAZIONI

Pubblichiamo di seguito il messaggio telegrafico che il Santo Padre Benedetto XVI ha inviato, tramite il Segretario di Stato Cardinale Tarcisio Bertone, al Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, S.E. Mons. Antonio Maria Vegliò, in occasione dell’VIII Congresso Europeo sulle Migrazioni, promosso dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) che si tiene a Málaga (Spagna) dal 27 aprile al 1° maggio:


TELEGRAMMA DEL SANTO PADRE

MONS. ANTONIO MARIA VEGLIÒ
PRESIDENTE DEL CONSEJO PONTIFICIO
DE LA PASTORAL DE LOS MIGRANTES E ITINERANTES
CIUDAD DEL VATICANO

SU SANTIDAD BENEDICTO XVI SALUDA CORDIALMENTE A LOS ORGANIZADORES Y PARTICIPANTES EN EL VIII CONGRESO EUROPEO SOBRE LAS MIGRACIONES, QUE TIENE LUGAR EN MÁLAGA CON EL LEMA "SUPERAR LOS MIEDOS. TRAZAR PERSPECTIVAS", Y LES ALIENTA A PROSEGUIR EN SUS ESFUERZOS PARA LOGRAR UNA ATENCIÓN PASTORAL ADECUADA A TODOS AQUELLOS QUE SUFREN LAS CONSECUENCIAS DE HABER ABANDONADO SU PATRIA O DE SENTIRSE SIN UNA TIERRA DE REFERENCIA.
ASÍ MISMO, LOS EXHORTA A COORDINAR INICIATIVAS Y PROGRAMAS PARA QUE PUEDA LLEGAR TODOS LA LUZ DEL EVANGELIO Y, CON ELLA, UNA FIRME ESPERANZA DE VER RECONOCIDOS SUS DERECHOS Y FAVORECIDAS SUS POSIBILIDADES DE UNA VIDA DIGNA EN TODOS LOS ASPECTOS.
CON ESTOS SENTIMIENTOS, MIENTRAS INVOCA LA PROTECCIÓN MATERNAL DE LA SANTÍSIMA VIRGEN MARÍA SOBRE TODOS LOS CONGRESISTAS, EL SANTO PADRE LES IMPARTE LA IMPLORADA BENDICIÓN APOSTÓLICA.

CARDENAL TARCISIO BERTONE
SECRETARIO DE ESTADO DE SU SANTIDAD




L’UDIENZA GENERALE


L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato gruppi di pellegrini e di fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, il Papa, avvicinandosi la conclusione dell’Anno Sacerdotale, ha incentrato la sua meditazione sulla vita e sulle opere di due santi sacerdoti torinesi, San Leonardo Murialdo e San Giuseppe Cottolengo.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.


CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

ci stiamo avviando verso la conclusione dell’Anno Sacerdotale e, in questo ultimo mercoledì di aprile, vorrei parlare di due santi Sacerdoti esemplari nella loro donazione a Dio e nella testimonianza di carità, vissuta nella Chiesa e per la Chiesa, verso i fratelli più bisognosi: san Leonardo Murialdo e san Giuseppe Benedetto Cottolengo. Del primo ricordiamo i 110 anni dalla morte e i 40 anni dalla canonizzazione; del secondo sono iniziate le celebrazioni per il 2° centenario di Ordinazione sacerdotale.

Il Murialdo nacque a Torino il 26 ottobre 1828: è la Torino di san Giovanni Bosco, dello stesso san Giuseppe Cottolengo, terra fecondata da tanti esempi di santità di fedeli laici e di sacerdoti. Leonardo è l’ottavo figlio di una famiglia semplice. Da bambino, insieme con il fratello, entrò nel collegio dei Padri Scolopi di Savona per il corso elementare, le scuole medie e il corso superiore; vi trovò educatori preparati, in un clima di religiosità fondato su una seria catechesi, con pratiche di pietà regolari. Durante l’adolescenza visse, però, una profonda crisi esistenziale e spirituale che lo portò ad anticipare il ritorno in famiglia e a concludere gli studi a Torino, iscrivendosi al biennio di filosofia. Il "ritorno alla luce" avvenne - come egli racconta - dopo qualche mese, con la grazia di una confessione generale, nella quale riscoprì l’immensa misericordia di Dio; maturò, allora, a 17 anni, la decisione di farsi sacerdote, come riposta d’amore a Dio che lo aveva afferrato con il suo amore. Venne ordinato il 20 settembre 1851. Proprio in quel periodo, come catechista dell’Oratorio dell’Angelo Custode, fu conosciuto ed apprezzato da Don Bosco, il quale lo convinse ad accettare la direzione del nuovo Oratorio di San Luigi a Porta Nuova che tenne fino al 1865. Lì venne in contatto anche con i gravi problemi dei ceti più poveri, ne visitò le case, maturando una profonda sensibilità sociale, educativa ed apostolica che lo portò poi a dedicarsi autonomamente a molteplici iniziative in favore della gioventù. Catechesi, scuola, attività ricreative furono i fondamenti del suo metodo educativo in Oratorio. Sempre Don Bosco lo volle con sé in occasione dell’Udienza concessagli dal beato Pio IX nel 1858.

Nel 1873 fondò la Congregazione di San Giuseppe, il cui fine apostolico fu, fin dall’inizio, la formazione della gioventù, specialmente quella più povera e abbandonata. L’ambiente torinese del tempo fu segnato dall’intenso fiorire di opere e di attività caritative promosse dal Murialdo fino alla sua morte, avvenuta il 30 marzo del 1900.

Mi piace sottolineare che il nucleo centrale della spiritualità del Murialdo è la convinzione dell’amore misericordioso di Dio: un Padre sempre buono, paziente e generoso, che rivela la grandezza e l’immensità della sua misericordia con il perdono. Questa realtà san Leonardo la sperimentò a livello non intellettuale, ma esistenziale, mediante l’incontro vivo con il Signore. Egli si considerò sempre un uomo graziato da Dio misericordioso: per questo visse il senso gioioso della gratitudine al Signore, la serena consapevolezza del proprio limite, il desiderio ardente di penitenza, l’impegno costante e generoso di conversione. Egli vedeva tutta la sua esistenza non solo illuminata, guidata, sorretta da questo amore, ma continuamente immersa nell’infinita misericordia di Dio. Scrisse nel suo Testamento spirituale: "La tua misericordia mi circonda, o Signore… Come Dio è sempre ed ovunque, così è sempre ed ovunque amore, è sempre ed ovunque misericordia". Ricordando il momento di crisi avuto in giovinezza, annotava: "Ecco che il buon Dio voleva far risplendere ancora la sua bontà e generosità in modo del tutto singolare. Non soltanto egli mi ammise di nuovo alla sua amicizia, ma mi chiamò ad una scelta di predilezione: mi chiamò al sacerdozio, e questo solo pochi mesi dopo il mio ritorno a lui". San Leonardo visse perciò la vocazione sacerdotale come dono gratuito della misericordia di Dio con senso di riconoscenza, gioia e amore. Scrisse ancora: "Dio ha scelto me! Egli mi ha chiamato, mi ha perfino forzato all’onore, alla gloria, alla felicità ineffabile di essere suo ministro, di essere «un altro Cristo» … E dove stavo io quando mi hai cercato, mio Dio? Nel fondo dell’abisso! Io ero là, e là Dio venne a cercarmi; là egli mi fece intendere la sua voce…".

Sottolineando la grandezza della missione del sacerdote che deve "continuare l’opera della redenzione, la grande opera di Gesù Cristo, l’opera del Salvatore del mondo", cioè quella di "salvare le anime", san Leonardo ricordava sempre a se stesso e ai confratelli la responsabilità di una vita coerente con il sacramento ricevuto. Amore di Dio e amore a Dio: fu questa la forza del suo cammino di santità, la legge del suo sacerdozio, il significato più profondo del suo apostolato tra i giovani poveri e la fonte della sua preghiera. San Leonardo Murialdo si è abbandonato con fiducia alla Provvidenza, compiendo generosamente la volontà divina, nel contatto con Dio e dedicandosi ai giovani poveri. In questo modo egli ha unito il silenzio contemplativo con l’ardore instancabile dell’azione, la fedeltà ai doveri di ogni giorno con la genialità delle iniziative, la forza nelle difficoltà con la serenità dello spirito. Questa è la sua strada di santità per vivere il comandamento dell’amore, verso Dio e verso il prossimo.

Con lo stesso spirito di carità è vissuto, quarant’anni prima del Murialdo, san Giuseppe Benedetto Cottolengo, fondatore dell’opera da lui stesso denominata "Piccola Casa della Divina Provvidenza" e chiamata oggi anche "Cottolengo". Domenica prossima, nella mia Visita pastorale a Torino, avrò modo di venerare le spoglie di questo Santo e di incontrare gli ospiti della "Piccola Casa".

Giuseppe Benedetto Cottolengo nacque a Bra, cittadina della provincia di Cuneo, il 3 maggio 1786. Primogenito di 12 figli, di cui 6 morirono in tenera età, mostrò fin da fanciullo grande sensibilità verso i poveri. Abbracciò la via del sacerdozio, imitato anche da due fratelli. Gli anni della sua giovinezza furono quelli dell’avventura napoleonica e dei conseguenti disagi in campo religioso e sociale. Il Cottolengo divenne un buon sacerdote, ricercato da molti penitenti e, nella Torino di quel tempo, predicatore di esercizi spirituali e conferenze presso gli studenti universitari, dove riscuoteva sempre un notevole successo. All’età di 32 anni, venne nominato canonico della Santissima Trinità, una congregazione di sacerdoti che aveva il compito di officiare nella Chiesa del Corpus Domini e di dare decoro alle cerimonie religiose della città, ma in quella sistemazione egli si sentiva inquieto. Dio lo stava preparando ad una missione particolare, e, proprio con un incontro inaspettato e decisivo, gli fece capire quale sarebbe stato il suo futuro destino nell’esercizio del ministero.

Il Signore pone sempre dei segni sul nostro cammino per guidarci secondo la sua volontà al nostro vero bene. Per il Cottolengo questo avvenne, in modo drammatico, la domenica mattina del 2 settembre 1827. Proveniente da Milano giunse a Torino la diligenza, affollata come non mai, dove si trovava stipata un’intera famiglia francese in cui la moglie, con cinque bambini, era in stato di gravidanza avanzata e con la febbre alta. Dopo aver vagato per vari ospedali, quella famiglia trovò alloggio in un dormitorio pubblico, ma la situazione per la donna andò aggravandosi e alcuni si misero alla ricerca di un prete. Per un misterioso disegno incrociarono il Cottolengo, e fu proprio lui, con il cuore pesante e oppresso, ad accompagnare alla morte questa giovane madre, fra lo strazio dell’intera famiglia. Dopo aver assolto questo doloroso compito, con la sofferenza nel cuore, si recò davanti al Santissimo Sacramento e pregò: "Mio Dio, perchè? Perchè mi hai voluto testimone? Cosa vuoi da me? Bisogna fare qualcosa!". Rialzatosi, fece suonare tutte le campane, accendere le candele, e accogliendo i curiosi in chiesa disse: "La grazia è fatta! La grazia è fatta!". Da quel momento il Cottolengo fu trasformato: tutte le sue capacità, specialmente la sua abilità economica e organizzativa, furono utilizzate per dare vita ad iniziative a sostegno dei più bisognosi.

Egli seppe coinvolgere nella sua impresa decine e decine di collaboratori e volontari. Spostandosi verso la periferia di Torino per espandere la sua opera, creò una sorta di villaggio, nel quale ad ogni edificio che riuscì a costruire assegnò un nome significativo: "casa della fede", "casa della speranza", "casa della carità". Mise in atto lo stile delle "famiglie", costituendo delle vere e proprie comunità di persone, volontari e volontarie, uomini e donne, religiosi e laici, uniti per affrontare e superare insieme le difficoltà che si presentavano. Ognuno in quella Piccola Casa della Divina Provvidenza aveva un compito preciso: chi lavorava, chi pregava, chi serviva, chi istruiva, chi amministrava. Sani e ammalati condividevano tutti lo stesso peso del quotidiano. Anche la vita religiosa si specificò nel tempo, secondo i bisogni e le esigenze particolari. Pensò anche ad un proprio seminario, per una formazione specifica dei sacerdoti dell’Opera. Fu sempre pronto a seguire e a servire la Divina Provvidenza, mai ad interrogarla. Diceva: "Io sono un buono a nulla e non so neppure cosa mi faccio. La Divina Provvidenza però sa certamente ciò che vuole. A me tocca solo assecondarla. Avanti in Domino". Per i suoi poveri e i più bisognosi, si definirà sempre "il manovale della Divina Provvidenza".

Accanto alle piccole cittadelle volle fondare anche cinque monasteri di suore contemplative e uno di eremiti, e li considerò tra le realizzazioni più importanti: una sorta di "cuore" che doveva battere per tutta l’Opera. Morì il 30 aprile 1842, pronunciando queste parole: "Misericordia, Domine; Misericordia, Domine. Buona e Santa Provvidenza… Vergine Santa, ora tocca a Voi". La sua vita, come scrisse un giornale del tempo, era stata tutta "un’intensa giornata d’amore".

Cari amici, questi due santi Sacerdoti, dei quali ho presentato qualche tratto, hanno vissuto il loro ministero nel dono totale della vita ai più poveri, ai più bisognosi, agli ultimi, trovando sempre la radice profonda, la fonte inesauribile della loro azione nel rapporto con Dio, attingendo dal suo amore, nella profonda convinzione che non è possibile esercitare la carità senza vivere in Cristo e nella Chiesa. La loro intercessione e il loro esempio continuino ad illuminare il ministero di tanti sacerdoti che si spendono con generosità per Dio e per il gregge loro affidato, e aiutino ciascuno a donarsi con gioia e generosità a Dio e al prossimo.



SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE


○ Sintesi della catechesi in lingua francese

Chers frères et sœurs, né en 1828 à Turin, Léonard Murialdo devint prêtre en réponse à la miséricorde divine expérimentée dans la confession après une crise spirituelle et existentielle. Le sacerdoce est, disait-il, « un don gratuit de la miséricorde de Dieu ». Il rappelait à ses confrères la nécessité d’une vie cohérente avec le sacrement reçu. Il fonda la Congrégation de Saint Joseph pour l’éducation de la jeunesse pauvre et marginalisée. « L’amour de Dieu et l’amour pour Dieu » a été la loi de sa vie unissant la contemplation à l’ardeur de l’action.

Saint Joseph Benoît Cottolengo vécut ce même esprit. Né en 1786 à Bra (Cuneo), il fonda l’Œuvre Petite maison de la divine Providence ou Cottolengo. Prêtre recherché par les pénitents et grand prédicateur auprès des étudiants, il fut bouleversé par la mort prématurée d’une jeune mère. Il se consacra alors totalement au service des nécessiteux, créant une sorte de village dans lequel tous, les bien-portants comme les malades, partageaient le même poids du quotidien dans la joie. Sa devise était « En avant, dans le Seigneur ». Il se disait le manœuvre de la Providence divine. Toute sa vie a été ‘une intense journée d’amour’. Puisse l’exemple de ces deux saints encourager beaucoup de prêtres dans leur consécration à Dieu et dans le service du prochain.

Je salue les pèlerins francophones, en particulier, les jeunes, les étudiants et les servants d’autel présents, ainsi que l’Evêque de Pontoise qui accompagne un groupe paroissial. Je salue cordialement les séminaristes venus du Liban ! Je n’oublie pas les Assomptionistes qui fêtent le 200ème anniversaire de la naissance de leur fondateur ! Que Dieu vous bénisse et bon pèlerinage à tous !


○ Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

As the Year for Priests draws to its close, I would like to devote today’s catechesis to the example of two remarkable priests of the nineteenth century associated with the Italian city of Turin. Saint Leonard Murialdo, the founder of the Congregation of Saint Joseph, devoted his life to the education and pastoral care of disadvantaged young people. He saw his priestly vocation as a gracious gift of God’s love, to be received with gratitude, joy and love. Imbued with a powerful sense of the Lord’s mercy, he encouraged his confreres to unite contemplation and apostolic zeal, and to confirm their preaching by the example of their lives. Saint Joseph Cottolengo, who lived a generation before Saint Leonard, was another outstanding apostle of charity. Early in his priesthood, after a dramatic encounter with human suffering, he founded the "Little Home of Divine Providence", involving scores of people – priests, religious and laity alike – in a great charitable outreach which continues today. May the example of these two great priests, outstanding for their love of God and their devotion to Christ and the Church, continue to inspire and sustain the many priests today who generously devote their lives to God and to the service of our brothers and sisters in need.

I offer a most cordial welcome to the ecumenical delegations from the Lutheran Church of Norway and from the Church of England. My warm greeting also goes to the group of Jewish leaders visiting the Vatican with the Pave the Way Foundation. Upon all the English-speaking visitors and pilgrims present at today’s Audience, especially those from England, Scotland, Norway, Indonesia and the United States of America I invoke Almighty God’s blessings of joy and peace!


○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

In der heutigen Audienz möchte ich zwei Priestergestalten vorstellen, die im Turin des 19. Jahrhunderts ihr Leben ganz in den Dienst der Armen gestellt haben. Der heilige Leonardo Murialdo stammte aus einer kinderreichen Familie und wurde in katholischen Ordensschulen erzogen. Er erlebte aber dann als junger Mann mit 17 Jahren eine tiefe Glaubenskrise. Seine Rückkehr zu Gott und seine Berufung zum Priestertum sah er deshalb immer als ein unverdientes Geschenk der göttlichen Vaterliebe: auf einmal hat er erfahren, wie gut Gott ist, und damit hat er sein Leben neu begonnen. Nach über zwanzig Jahren der geistlichen, leiblichen und schulischen Fürsorge für bedürftige Jugendliche gründete er die Kongregation des heiligen Josef, in der er viele andere zu einem eifrigen und konsequenten Priesterleben führte und sich besonders um die Randexistenzen, um die Ausgestoßenen und die Armen kümmerte. Der heilige Giuseppe Benedetto Cottolengo, an dessen Grab ich am kommenden Sonntag in Turin beten werde, wirkte zu Beginn des 19. Jahrhunderts zunächst als vielgesuchter Beichtvater und geschätzter Prediger. Doch eines Nachts stellte ihn die göttliche Vorsehung an die Seite einer Mutter, die bei der Geburt ihres sechsten Kindes im Kreis ihrer mittellosen Familie verstarb. Dieses Ereignis hat ihn zutiefst erschüttert, so daß er sich vor dem Allerheiligsten niederkniete und Gott gleichsam anschrie: »Warum? Was willst Du? Was ist das?« Und dann kam ihm die Berufung zu, sich um solche Menschen zu kümmern, für solche Menschen in solchen Situationen des Leidens und der Not dazusein. So ist aus dieser erschütternden Erfahrung eine neue Berufung gewachsen, die zur Gründung des »Kleinen Hauses der göttlichen Vorsehung führte«, zunächst eine Art Dorf am Rande der Stadt, in dem jedes Haus seine besondere Bestimmung hatte, in dem alle zusammen Leid und Not trugen und einander so zu Gott hinführten. Dann hat es sich ausgebreitet und ist heute neben Turin in vielen anderen Städten gegenwärtig, auch hier in Rom, als ein Ort der Hilfe, des Erbarmens für Menschen am Rand der Gesellschaft, für Leidende, Arme und Alte, an dem sie die Erbarmung Gottes und seine Güte erfahren können.

Ein herzliches Grüß Gott sage ich allen Pilgern und Besuchern aus den Ländern der deutschen Sprache. Ich heiße hier besonders die Mitglieder des Bundes katholischer Unternehmer sowie die Priester aus der Diözese Feldkirch mit ihrem Bischof Dr. Elmar Fischer willkommen. Das leuchtende Beispiel der heiligen Leonardo Murialdo und Giuseppe Benedetto Cottolengo zeigt uns, daß wir nur dann wirklich Werkzeuge der barmherzigen Liebe Gottes sein können, wenn wir es in Gemeinschaft mit Christus in seiner Kirche tun. Der Heilige Geist erfülle eure Herzen mit seiner Gnade und mit seiner Freude!


○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Deseo hoy hablar de dos sacerdotes que vivieron su ministerio entregados totalmente a los más pobres y que supieron encontrar en su relación con Dios la fuente de su acción, con la convicción además de que no se puede ejercer la caridad sin vivir en Cristo y en la Iglesia. San Leonardo Murialdo, tras superar una profunda crisis espiritual, se hizo sacerdote y fundó la Congregación de San José, cuyo fin era la educación de la juventud pobre. El amor misericordioso de Dios es el núcleo central de la espiritualidad de san Leonardo. Ante la grandeza de la misión del sacerdote, como continuador de la obra de la redención de Cristo, recordaba a los presbíteros la responsabilidad de una vida coherente con el sacramento recibido. San Juan Benito Cottolengo, por su parte, mostró desde joven una gran sensibilidad hacia los pobres. Después de unos años de ministerio sacerdotal fructuoso, el encuentro con una joven madre de cinco niños enferma, y a la que tuvo que asistir en su muerte, cambió su vida. Fundó la obra denominada "Pequeña Casa de la Divina Providencia", para atender a los más necesitados.

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, de modo particular a los miembros de la Congregación fundada por el Beato José Tous y Soler, acompañados por el Cardenal Antonio Cañizares y Monseñor Marcelo Arturo González, Obispo de Santa Clara, así como a los fieles venidos de España, México y otros países latinoamericanos. Inspirados por el ejemplo de los santos pastores, os invito a todos a seguir rezando por los sacerdotes, para que continúen entregándose con alegría y fidelidad en el cumplimiento de la misión que se les ha confiado. Muchas gracias.


○ Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Queridos irmãos e irmãs,

Houve dois santos sacerdotes no século dezenove que viveram o seu ministério na dedicação total aos mais pobres. A raiz profunda e a fonte inexaurível da sua atividade estavam na sua relação com Deus, conscientes de que não existe caridade sem viver em Cristo e na Igreja. O primeiro, São Leonardo Murialdo, experimentou a Misericórdia de Deus após uma crise existencial e espiritual na adolescência, e sentiu-se chamado ao sacerdócio, dedicando-se à juventude mais abandonada. Sabendo que a missão do sacerdote é "continuar a obra da redenção, a grande obra de Jesus", não cessava de recordar a si mesmo e aos seus confrades a coerência com o sacramento recebido. O segundo, São José Cottolengo, foi chamado para dar os últimos sacramentos a uma jovem mulher grávida que morria por falta de cuidados adequados. Foi um sinal de Deus no seu caminho que o transformou: doravante será "o ajudante da divina Providência" ao serviço dos mais necessitados. Nascia, assim, a Pequena Casa da Divina Providência, cujo coração pulsante eram os mosteiros de religiosas contemplativas que ele fundara.

Uma saudação cordial aos peregrinos vindos do Brasil e demais países de língua portuguesa, contando com as vossas orações por todos os sacerdotes para que se dediquem sempre com mais generosidade a Deus e ao rebanho a eles confiado. E que Deus vos abençoe a vós e as vossas famílias. Ide em paz!



SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE


○ Saluto in lingua polacca

Pozdrawiam przybyłych na audiencję Polaków. W sobotę przypada wspomnienie św. Józefa Rzemieślnika, opiekuna świętej Rodziny, patrona ludzi, którzy własną pracą zdobywają środki do życia. Niech ten dzień będzie okazją do pogłębienia refleksji nad sensem pracy, nad jej właściwym miejscem w życiu rodzin. Was tu obecnych i wszystkich ludzi pracy polecam opiece świętego Józefa. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

[Saluto i polacchi giunti per quest’udienza. Sabato ricorre la memoria di San Giuseppe lavoratore, custode della Santa Famiglia e patrono degli uomini che con il proprio lavoro conquistano i mezzi per vivere. Che questa giornata sia un’occasione per approfondire la riflessione sul senso del lavoro e sul posto adeguato di esso nella vita delle famiglie. Affido voi qui presenti e tutti lavoratori alla protezione di San Giuseppe. Sia lodato Gesù Cristo.]


○ Saluto in lingua slovacca

S láskou pozdravujem pútnikov zo Slovenska, osobitne z farností Rožňava a Trebišov.

Bratia a sestry, minulú nedeľu sme slávili Deň modlitby za duchovné povolania. Proste Krista - Dobrého Pastiera, aby stále posielal nových pracovníkov do svojej služby.

Zo srdca vás žehnám.

Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Saluto con affetto i pellegrini provenienti dalla Slovacchia, particolarmente quelli dalle parrocchie di Rožňava e Trebišov.

Fratelli e sorelle, domenica scorsa abbiamo celebrato la Giornata di preghiera per le Vocazioni. Domandate a Cristo – Buon Pastore di mandare sempre nuovi operai al suo servizio.

Di cuore vi benedico.

Sia lodato Gesù Cristo!]


○ Saluto in lingua slovena

Lepo pozdravljam številne romarje iz Slovenije! Ko je vstali Zveličar odhajal k Očetu, nam je obljubil Svetega Duha kot pomočnika in vodnika. Naj vam On nakloni obilo svojih darov, vi pa radi sledite Njegovim navdihom, da boste v veri in krščanskem upanju prinašali obilne sadove ljubezni. Naj bo z vami moj blagoslov!

[Rivolgo un cordiale saluto ai numerosi pellegrini provenienti dalla Slovenia! Quando il Cristo Risorto stava per tornare al Padre, ci ha promesso l’aiuto e la guida dello Spirito Santo. Sia Lui a colmarvi dei Suoi doni, e voi seguite volentieri le Sue ispirazioni affinché nella fede e nella speranza cristiana, possiate portare frutti abbondanti del vostro amore. Vi accompagni la mia benedizione!]


○ Saluto in lingua croata

S velikom uskrsnom radošću pozdravljam sve hrvatske hodočasnike, a na poseban način vjernike iz Splita! Isus Krist - Dobri Pastir, nas poziva da ga slijedimo. Dok ovim hodočašćem potvrđujete svoju vjernost Njemu i Crkvi, potičem vas da molite za vaše svećenike kao i za nova duhovna zvanja u vašem narodu. Hvaljen Isus i Marija!

[Nel clima della gioia pasquale saluto tutti i pellegrini Croati, in modo particolare quelli provenienti da Split. Gesù Cristo, il Buon Pastore, ci ha chiamato a seguirLo. Mentre con questo pellegrinaggio confermate la vostra fedeltà a Lui ed alla Chiesa, vi incoraggio a pregare per i vostri sacerdoti come pure per le nuove vocazioni al sacerdozio ed alla vita consacrata tra il vostro popolo. Siano lodati Gesù e Maria!]


Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i partecipanti al pellegrinaggio promosso nel 110° anniversario della morte di san Leonardo Murialdo, e formulo cordiali voti affinché questa ricorrenza susciti un rinnovato impegno a testimoniare il carisma donato dallo Spirito a questo grande maestro della carità. Saluto i seminaristi di Bologna e di Macerata, come pure quelli dell’Istituto Missionari Oblati di Maria Immacolata; cari amici, preparatevi con serietà e impegno per essere apostoli di Cristo al servizio del Vangelo. Saluto i fedeli della parrocchia Cuore Immacolato di Maria, in Vigevano ed auspico che la loro comunità parrocchiale sia sempre più un luogo privilegiato di profonda formazione spirituale. Saluto i partecipanti al convegno sul tema della comunicazione, promosso dalla Pontificia Università della Santa Croce, e i rappresentanti della scuola Santa Dorotea, di Forlì. Tutti incoraggio a continuare con generoso sforzo il cammino di essere testimoni della Risurrezione ed evangelizzatori della speranza cristiana.

Con grande cordialità mi rivolgo, infine, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Il Signore risorto riempia del suo amore il cuore di ciascuno di voi, cari giovani, perché siate pronti a seguirlo con l'entusiasmo e la freschezza della vostra età; sostenga voi, cari malati, nell'accettare con serenità il peso quotidiano della sofferenza e della croce; e guidi voi, cari sposi novelli, a fondare nella fedele donazione reciproca famiglie impregnate del profumo della santità evangelica.

+PetaloNero+
00giovedì 29 aprile 2010 15:38
LE UDIENZE

Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Udienza:

S.E. il Signor Jean-Pierre Hamuli Mupenda, Ambasciatore della Repubblica Democratica del Congo, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali;

Gruppo degli Ecc.mi Presuli della Conferenza Episcopale di Gambia-Liberia-Sierra Leone, in Visita "ad Limina Apostolorum";

S.E. Mons. Robert Zollitsch, Arcivescovo di Freiburg im Breisgau (Repubblica Federale di Germania), Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca

con:

S.E. Mons. Reinhard Marx, Arcivescovo di München und Freising,

S.E. Mons. Anton Losinger, Vescovo tit. di Vazi-Sarra, Ausiliare di Augsburg.

Il Papa incontra questo pomeriggio:

l’On. Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica Italiana.




RINUNCE E NOMINE



EREZIONE DEL VICARIATO APOSTOLICO DI QUETTA (PAKISTAN) E NOMINA DEL PRIMO VICARIO APOSTOLICO

Il Santo Padre Benedetto XVI ha elevato la Prefettura Apostolica di Quetta (Pakistan) al rango di Vicariato Apostolico, con la medesima denominazione e configurazione territoriale.

Il Papa ha nominato primo Vicario Apostolico di Quetta (Pakistan) il Rev.do P. Victor Gnanapragasam, O.M.I., attuale Prefetto Apostolico della medesima circoscrizione ecclesiastica, assegnandogli la sede titolare vescovile di Timida.

Rev.do P. Victor Gnanapragasam, O.M.I.

Il Rev.do P. Victor Gnanapragasam, O.M.I., è nato a Jaffna, nello Sri Lanka, il 21 novembre 1940. Dopo le scuole primarie e secondarie, ha svolto il noviziato con i Missionari Oblati di Maria Immacolata a Kaluthara (1959), completando poi gli studi di Filosofia e Teologia presso l’Our Lady of Sri Lanka Seminary di Kandy (1960-1966). Ha emesso la Professione Perpetua il 31 maggio 1963 ed è stato ordinato sacerdote il 21 dicembre 1966.

Dopo l’ordinazione sacerdotale ha svolto i seguenti incarichi, in Sri Lanka e in Pakistan: 1967-1969: Vicario parrocchiale a Trincomalleee; 1969-1973: Membro di un gruppo di predicazione a Jaffna; 1974-1977: Vicario Parrocchiale a Gojra, diocesi di Faisalabad; 1976: Breve corso di formazione in Pastorale giovanile a Manila, Filippine; 1977-1979 :Superiore della Delegazione O.M.I. in Pakistan; 1977-1978 :Parroco a Toba Tek Singh, diocesi di Faisalabad; 1978-1980: Vicario Parrocchiale a Khanewal, diocesi di Multan; 1979-1985: Superiore della Delegazione O.M.I. in Pakistan; 1980-1982 :Vicario Parrocchiale a Gojra, diocesi di Faisalabad; 1982-1986: Parroco a Toba Tek Singh, diocesi di Faisalabad; 1987-1989: Corso di Psicologia e Spiritualità presso il St. Anselm Institute di Kent, Inghilterra, e poi Corso di Spiritualità all’Angelicum, Roma; 1989-1992 : Vicario Parrocchiale a Gojra, Diocesi di Faisalabad; 1992-1993: Assistente nella Casa di formazione degli Oblati a Karachi; 1991-1997: Primo Consigliere della Delegazione O.M.I. in Pakistan; 1997-2001: Superiore delle Delegazione O.M.I., con residenza presso la Casa di Formazione di Multan.

Il 9 novembre 2001 è stato nominato primo Prefetto Apostolico di Quetta.

Dati statistici

La Prefettura Apostolica di Quetta, in Pakistan, è stata eretta il 9 novembre 2001, con territorio distaccato dalla diocesi di Hyderabad. È stata affidata ai Missionari Oblati di Maria Immacolata, con il Rev.do P. Victor Gnanapragasam, O.M.I., in qualità di primo Prefetto Apostolico.

La circoscrizione comprende l’intera provincia del Balochistan, che costituisce circa il 44% dell’intero territorio del Pakistan. Si estende su un’area pari a 347 188 kmq., con una popolazione di 8.096.251 abitanti. I cattolici sono 29.355 (0,36%), distribuiti in 7 parrocchie, servite da 13 sacerdoti, di cui 12 religiosi (10 Oblati e 2 Salesiani ). Il Nuovo Vicariato può contare anche sulla collaborazione di 26 catechisti e di 5 comunità religiose femminili, con un totale di 19 religiose, tutte pakistane. Vi sono anche 14 Istituti di educazione e 19 di beneficenza, mentre i seminaristi maggiori sono 7.



NOMINA DEL VESCOVO DI CELAYA (MESSICO)

Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Celaya (Messico) S.E. Mons. Benjamin Castillo Plascencia, finora Vescovo di Tabasco.

S.E. Mons. Benjamin Castillo Plascencia

S.E. Mons. Benjamin Castillo Plascencia è nato a Ixtlahuacán del Río, Stato di Jalisco, il 9 settembre 1945. È stato ordinato sacerdote il 14 aprile 1974 per l’arcidiocesi di Guadalajara.

Eletto Vescovo titolare di Sufasar ed Ausiliare di Guadalajara il 17 novembre 1999, ha ricevuto la consacrazione episcopale l’8 gennaio 2000.

L’8 febbraio 2003 è stato trasferito alla sede vescovile di Tabasco.

In seno alla Conferenza Episcopale è stato Presidente della Commissione Episcopale di Evangelizzazione e Catechesi e membro del Consiglio Nazionale della Basilica di Santa María de Guadalupe (2004-2006). In seguito è stato eletto Rappresentante della Dimensione Pastorale di Catechesi, in seno alla Commissione Episcopale per la Pastorale Profetica (2007-2009)



NOMINA DELL’AUSILIARE DI INCHEON (COREA)

Il Papa ha nominato Ausiliare della diocesi di Incheon (Corea) il Rev.do John Baptist Jung Shin-chul, Professore e Cancelliere dell’Università Cattolica di Incheon e Direttore diocesano per le vocazioni. Gli è stata assegnata la sede titolare vescovile di Cuicul.

Rev.do John Baptist Jung Shin-chul

Il Rev.do John Baptist Jung Shin-chul è nato il 22 ottobre 1964 a Incheon-si, Songrim-dong, parrocchia di Gae Bong-dong, diocesi di Incheon. Ha studiato all’Università Cattolica di Incheon (Seminario Maggiore) dal 1983 al 1991, e successivamente alla Suwon Catholic University, dal 1991 al 1993 (Master).

È stato ordinato sacerdote il 29 gennaio 1993, ed incardinato nella diocesi di Incheon.

Dopo l’ordinazione sacerdotale, ha ricoperto i seguenti incarichi: 1993-1994: Vicario parrocchiale, Samjung-dong; 1994-2002: Studi per il Dottorato in Catechesi presso l’Università Cattolica di Parigi; 2002-2003: Vicario parrocchiale, Yeokgok 2 Dong.

Dal 2003 è Professore all’Università Cattolica di Incheon (Seminario Maggiore) e dal 2009 Direttore diocesano per le vocazioni.





LE LETTERE CREDENZIALI DELL’AMBASCIATORE DELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO

Alle ore 11 di questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza S.E. il Sig. Jean-Pierre Hamuli Mupenda, Ambasciatore della Repubblica Democratica del Congo presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.

Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto al nuovo ambasciatore, nonché i cenni biografici essenziali di S.E. il Sig. Jean-Pierre Hamuli Mupenda:


DISCORSO DEL SANTO PADRE

Monsieur l’Ambassadeur,

il m’est agréable de Vous recevoir à l’occasion de la présentation des Lettres qui vous accréditent en qualité d’Ambassadeur extraordinaire et plénipotentiaire de la République Démocratique du Congo près le Saint-Siège. Je vous remercie de vos aimables paroles, par lesquelles vous me transmettez l’hommage respectueux du Président de la République, Son Excellence Monsieur Joseph Kabila Kabange, et du peuple congolais. J’ai eu le plaisir de rencontrer Votre Président en juin 2008. Je vous saurai gré de bien vouloir lui transmettre les vœux que je forme pour sa personne et pour l’accomplissement de sa tâche au service de la Nation. Que Dieu le guide dans les efforts pour arriver à la paix, garante d’une existence digne et d’un développement intégral. Je salue aussi avec cordialité les différents Responsables et tous les habitants de votre pays.

Votre présence, Monsieur l’Ambassadeur, à la tête de votre ambassade, après de longues années de vacance, manifeste le désir du Chef de l’Etat et du Gouvernement de fortifier les relations avec le Saint-Siège et je les en remercie. Je relève également que cette décision se situe en l’année du 50ème anniversaire de l’indépendance de votre patrie. Puisse ce jubilé permettre à la Nation de prendre un nouveau départ.

Votre pays a connu durant ces mêmes années des moments particulièrement difficiles et tragiques. La violence s’est abattue, aveugle et sans pitié, sur une large frange de la population, la faisant plier sous son joug brutal et insupportable en semant ruines et morts. Je pense particulièrement aux femmes, aux jeunes et aux enfants dont la dignité a été bafouée à outrance par la violation de leurs droits. Je voudrais leur exprimer ma sollicitude et les assurer de ma prière. L’Eglise catholique, elle-même, a été blessée dans beaucoup de ses membres et dans ses structures. Elle désire favoriser la guérison intérieure et la fraternité. La Conférence Episcopale en a largement parlé dans son Message de juin dernier. Il conviendrait donc maintenant d’employer tous les moyens politiques et humains pour mettre fin à la souffrance. Il conviendrait également de faire réparation et de rendre justice, comme les mots justice et paix inscrits dans la devise nationale y invitent. L’engagement pris à Goma en 2008 et l’application des accords internationaux, plus particulièrement le Pacte sur la sécurité, la stabilité et le développement de la Région des Grands Lacs, sont certes nécessaires, mais plus urgent encore est d’œuvrer aux conditions préalables de leur application. Elle ne pourra se réaliser qu’en reconstruisant peu à peu le tissu social si gravement blessé, en encourageant la première société naturelle qui est la famille, et en consolidant les rapports interpersonnels entre Congolais fondés sur une éducation intégrale, source de paix et de justice. L’Eglise catholique, Monsieur l’Ambassadeur, désire continuer à apporter sa contribution à cette noble tâche à travers l’ensemble des structures dont elle dispose grâce à sa tradition spirituelle, éducative et sanitaire.

J’invite les Pouvoirs publics à ne rien négliger pour mettre fin à la situation de guerre qui, hélas, existe encore dans certaines provinces du pays, et à se dédier à la reconstruction humaine et sociale de la nation dans le respect des droits humains fondamentaux. La paix n’est pas uniquement l’absence de conflits, elle est aussi un don et une tâche qui obligent les citoyens et l’Etat. L’Eglise est convaincue qu’elle ne peut se réaliser que dans « le respect de la ‘grammaire’ écrite dans le cœur de l'homme par son divin Créateur », c’est-à-dire dans une réponse humaine en harmonie avec le plan divin. « Cette ‘grammaire’, à savoir l'ensemble des règles de l'agir individuel et des relations mutuelles entre les personnes, selon la justice et la solidarité, est inscrite dans les consciences, où se reflète le sage projet de Dieu » (Cf. Message pour la Journée Mondiale pour la Paix, 2007, 3). J’appelle la Communauté internationale, impliquée à divers degrés dans les conflits successifs que votre nation a connus, à se mobiliser pour contribuer efficacement à ramener en République Démocratique du Congo la paix et la légalité.

Après tant d’années de souffrances, Excellence, votre pays a besoin de s’engager résolument dans la voie de la réconciliation nationale. Vos Evêques ont déclaré cette année anniversaire pour la nation, une année de grâce, de renouveau et de joie, une année de réconciliation pour construire un Congo solidaire, prospère et uni. L’un des meilleurs moyens pour y parvenir est de promouvoir l’éducation des jeunes générations. L’esprit de réconciliation et de paix, né dans la famille, s’affermit et s’élargit à l’école et à l’université. Les congolais désirent une bonne éducation pour leurs enfants, mais la charge de son financement direct par les ménages est lourde voire même insupportable pour beaucoup. Je suis certain qu’une juste solution pourra être trouvée. En aidant économiquement les parents et en assurant le financement régulier des éducateurs, l’Etat fera un investissement qui sera profitable à tous. Il est essentiel que les enfants et les jeunes soient éduqués avec patience et ténacité, surtout ceux qui ont été privés d’instruction et entraînés à tuer. Il convient non seulement de leur inculquer un savoir qui les aidera dans leur future vie adulte et professionnelle, mais il faut leur donner de solides bases morales et spirituelles qui les aideront à rejeter la tentation de la violence et du ressentiment pour choisir ce qui est juste et vrai. A travers ses structures éducatives et selon ses possibilités, l’Eglise peut aider et compléter celles de l’Etat.

Les importantes richesses naturelles dont Dieu a doté votre terre et qui sont devenues malheureusement une source de convoitise et de profits disproportionnés pour beaucoup à l’intérieur et à l’extérieur de votre pays, permettent largement, grâce à une juste répartition des gains, d’aider la population à sortir de la pauvreté et à pourvoir à sa sécurité alimentaire et sanitaire. Les familles congolaises et l’éducation des jeunes en seront les premiers bénéficiaires. Ce devoir de justice promu par l’Etat consolidera la réconciliation et la paix nationale, et permettra à la population de goûter une vie sereine, base nécessaire à la prospérité.

Par votre intermédiaire, je désire également adresser des vœux chaleureux aux membres de la communauté catholique de votre pays, plus particulièrement aux Évêques, les invitant à être des témoins généreux de l’amour de Dieu et à contribuer à l’édification d’une nation unie et fraternelle où chacun se sente pleinement aimé et respecté.

Au moment où commence votre mission, je vous offre, Monsieur l’Ambassadeur, mes souhaits les meilleurs pour la noble tâche qui vous attend, vous assurant que vous trouverez toujours un accueil attentif et une compréhension cordiale auprès de mes collaborateurs.

Sur Votre Excellence, sur Votre famille, sur l’ensemble du peuple congolais et sur ses Dirigeants, j’invoque de grand cœur l’abondance des Bénédictions divines.

S.E. il Signor Jean-Pierre Hamuli Mupenda

Ambasciatore della Repubblica Democratica del Congo

È nato a Mungombe (Provincia del Sud Kivu) il 29 settembre 1944.

È sposato ed ha cinque figli.

Diplomato in Umanità Moderna ed Economica presso il Collegio Notre-Dame de la Victoire (Bukavu, 1966), ha ottenuto una Licenza in Scienze Amministrative e Diplomatiche presso l’Ecole Nationale de Droit et Administration (Kinshasa, 1970).

Ha ricoperto i seguenti incarichi: Consigliere giuridico e Capo Ufficio del Dipartimento per i servizi giuridici del Ministero degli Affari Esteri, nonché Delegato per le trattative bilaterali ed internazionali con numerosi Paesi dell’Africa, dell’Asia, dell’Europa e delle Americhe (1970-1973); Rappresentante del Dipartimento del Ministero degli Affari Esteri presso il Consiglio Superiore dell’Aviazione civile (1973-1974); Consigliere presso il Ministero degli Affari Esteri (1974-1976); Consigliere di Ambasciata in Camerun ed in Senegal (1977-1980); Consigliere di Ambasciata in India (1980-1982); Capo della Divisione giuridica del Ministero degli Affari Esteri (1982-1987); Ministro Consigliere di Ambasciata in Belgio (1997-2003); Segretario Generale dell’Amministrazione Pubblica (2003-2004); Consigliere del Ministro degli Affari Esteri ed Incaricato della Cultura, delle Arti e della Comunicazione presso la Delegazione Generale della Francofonia (2004-2009). Consigliere Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri (2009-2010).





VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM" DEI PRESULI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DI GAMBIA-LIBERIA-SIERRA LEONE

Alle ore 11.20 di questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI incontra gli Ecc.mi Presuli della Conferenza Episcopale di Gambia-Liberia-Sierra Leone, ricevuti in questi giorni, in separate udienze, in occasione della Visita "ad Limina Apostolorum", e rivolge loro il discorso che pubblichiamo di seguito:


DISCORSO DEL SANTO PADRE

Dear Brother Bishops,

I am pleased to welcome you, the Bishops of Liberia, The Gambia and Sierra Leone on your Ad Limina visit to the tombs of the Apostles Peter and Paul. I am grateful for the sentiments of communion and affection expressed by Bishop Koroma on your behalf, and I ask you to convey my warm greetings and encouragement to your beloved people as they strive to lead a life worthy of their calling (cf. Eph 4:1).

The Second Special Assembly for Africa of the Synod of Bishops was a rich experience of communion and a providential occasion for renewing your own episcopal ministry and reflecting on its essential task, namely, "to help the People of God to give to the word of revelation the obedience of faith and to embrace fully the teachings of Christ" (Pastores Gregis, 31). I am pleased to see from your Quinquennial Reports that, while dedicated to the administration of your Dioceses, you personally strive to preach the Gospel at confirmations, in your visits to parishes, when meeting with groups of priests, religious or lay people and in your pastoral letters. Through your teaching the Lord preserves your people from evil, ignorance and superstition, and transforms them into children of his Kingdom. Strive to build vibrant and expansive communities of men and women strong in their faith, contemplative and joyful in the liturgy, and well instructed on "how to live in the way that pleases God" (1 Th 4:1). In an environment marked by divorce and polygamy, promote the unity and well-being of the Christian family built on the sacrament of marriage. Initiatives and associations dedicated to the sanctification of this basic community deserve your full support. Continue to uphold the dignity of women in the context of human rights and defend your people against attempts to introduce an anti-birth mentality disguised as a form of cultural progress (cf. Caritas in Veritate, 28). Your mission also requires that you give attention to the adequate discernment and preparation of vocations and to the ongoing formation of priests, who are your closest collaborators in the task of evangelization. Continue to lead them by word and example to be men of prayer, sound and clear in their teaching, mature and respectful in their dealings with others, faithful to their spiritual commitments and strong in compassion towards all in need. Likewise do not hesitate to invite missionaries from other countries to assist the good work being done by your clergy, religious and catechists.

In your countries the Church is held in high regard for her contribution to the good of society especially in education, development and health care, offered to all without distinction. This tribute speaks well of the vitality of your Christian charity, that divine legacy given to the Universal Church by her founder (cf. Caritas in Veritate, 27). I appreciate in a special way the assistance you offer to refugees and immigrants and I urge you to seek, when possible, pastoral cooperation from their countries of origin. The struggle against poverty must be carried out with respect for the dignity of all concerned by encouraging them to be the protagonists of their own integral development. Much good can be done through small-scale community engagements and microeconomic initiatives at the service of families. In developing and sustaining such strategies, improved education will always be a decisive factor. Hence I encourage you to continue providing school programmes that prepare and motivate new generations to become responsible citizens, socially active for the good of their community and their country. You rightly encourage people in positions of authority to lead in the struggle against corruption by calling attention to the gravity and injustice of such sins. In this regard, the spiritual and moral formation of lay men and women for leadership, through specialized courses in Catholic Social Doctrine, is an important contribution to the common good.

I commend you for your attention to the great gift which is peace. I pray that the process of reconciliation in justice and truth, which you have rightly supported in the region, may produce lasting respect for all God-given human rights and defuse tendencies to retaliation and vengeance. In your service to peace continue to promote dialogue with other religions, especially with Islam, so as to sustain the existing good relations and forestall any form of intolerance, injustice or oppression, detrimental to the promotion of mutual trust. Working together in the defence of life and in the struggle against disease and malnutrition will not fail to build understanding, respect and acceptance. Above all, a climate of dialogue and communion must characterize the local Church. By your own example, lead your priests, religious and lay faithful to grow in understanding and cooperation, in listening to one another and in sharing initiatives. The Church as the sign and instrument of the one Family of God must bear clear witness to the love of Jesus our Lord and Saviour that extends beyond ethnic frontiers and embraces all men and women.

Dear Brother Bishops, I know that you find inspiration and encouragement in the words of the Risen Christ to his Apostles: "Peace be with you. As the Father has sent me, even so I send you" (Jn 20:21). On your return home to continue your mission as successors of the Apostles, please convey my affectionate and prayerful good wishes to your priests, religious, catechists and all your beloved people. To each of you, and to those entrusted to your pastoral care, I cordially impart my Apostolic Blessing.



+PetaloNero+
00venerdì 30 aprile 2010 00:52
Discorso di Benedetto XVI al nuovo ambasciatore del Congo


CITTA' DEL VATICANO, giovedì, 29 aprile 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo il discorso pronunciato da Benedetto XVI questo giovedì ricevendo il nuovo ambasciatore della Repubblica Democratica del Congo, Jean-Pierre Hamuli Mupenda, in occasione della presentazione delle sue lettere credenziali.

* * *

Signor ambasciatore,

Sono lieto di riceverla in occasione della presentazione delle Lettere che la accreditano come ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica Democratica del Congo presso la Santa Sede. La ringrazio per le sue cordiali parole, attraverso le quali mi ha trasmesso l'omaggio rispettoso del presidente della Repubblica, Sua Eccellenza il signor Joseph Kabila Kabange, e del popolo congolese. Ho avuto il piacere d'incontrare il suo presidente nel giugno 2008. Le sarei grato se volesse trasmettergli i voti che formulo per la sua persona e per lo svolgimento del suo compito al servizio della nazione. Che Dio lo guidi nei suoi sforzi per giungere alla pace, garante di un'esistenza degna e di uno sviluppo integrale! Saluto anche con cordialità i vari responsabili e tutti gli abitanti del suo paese.

La sua presenza, signor ambasciatore, a capo della sua ambasciata, dopo lunghi anni di sede vacante, mostra il desiderio del Capo di Stato e di Governo di rafforzare le relazioni con la Santa Sede e per questo lo ringrazio. Osservo anche che questa decisione si situa nell'anno del cinquantesimo anniversario dell'indipendenza della sua patria. Possa questo giubileo permettere alla nazione di ripartire su nuove basi.

Il suo Paese in questi stessi anni ha conosciuto momenti particolarmente difficili e tragici. La violenza si è abbattuta, cieca e spietata, su una larga frangia della popolazione, piegandola sotto il suo giogo brutale e insostenibile e seminando rovine e morti. Penso in particolare alle donne, ai giovani e ai bambini, la cui dignità è stata schernita a oltranza attraverso la violazione dei loro diritti. Desidero esprimere loro la mia sollecitudine e assicurare loro la mia preghiera. La Chiesa cattolica stessa è stata ferita in molti suoi membri e nelle sue strutture. Essa desidera favorire la guarigione interiore e la fraternità. La Conferenza episcopale ne ha ampiamente parlato nel suo Messaggio dello scorso giugno. Sarebbe dunque ora opportuno impiegare tutti i mezzi politici e umani per porre fine alla sofferenza. Sarebbe altresì opportuno riparare e rendere giustizia, come invitano a fare le parole giustizia e pace scritte nel motto nazionale. L'impegno assunto a Goma nel 2008 e l'applicazione degli accordi internazionali, in particolare del Patto sulla sicurezza, la stabilità e lo sviluppo della Regione dei Grandi Laghi, certamente sono necessari, ma è ancora più urgente lavorare alle condizioni preliminari alla loro applicazione. Questa non potrà realizzarsi se non ricostruendo poco a poco il tessuto sociale così gravemente leso, incoraggiando la prima società naturale, che è la famiglia, e consolidando i rapporti interpersonali tra congolesi fondati su un'educazione integrale, fonte di pace e di giustizia. La Chiesa cattolica, signor ambasciatore, desidera continuare a dare il suo contributo a questo nobile compito attraverso l'insieme delle strutture di cui dispone grazie alla sua tradizione spirituale, educativa e sanitaria.

Invito le autorità pubbliche a non tralasciare nulla per porre fine alla situazione di guerra che, purtroppo, ancora persiste in alcune province del Paese, e a dedicarsi alla ricostruzione umana e sociale della nazione nel rispetto dei diritti umani fondamentali. La pace non significa solo assenza totale di conflitti, ma è anche un compito che impegna i cittadini e lo Stato. La Chiesa è convinta che essa non può realizzarsi che nel «rispetto della "grammatica" scritta nel cuore dell'uomo dal divino suo Creatore», vale a dire attraverso una risposta umana in armonia con il disegno divino. Questa «"grammatica", vale a dire l'insieme di regole dell'agire individuale e del reciproco rapportarsi delle persone secondo giustizia e solidarietà, è iscritta nelle coscienze, nelle quali si rispecchia il progetto sapiente di Dio» (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, 2007, n. 3). Invito la comunità internazionale, implicata in diverso grado nei conflitti successivi vissuti dalla sua nazione, a mobilitarsi per contribuire in modo efficace a riportare nella Repubblica Democratica del Congo la pace e la legalità.

Dopo tanti anni di sofferenze, Eccellenza, il suo Paese ha bisogno di impegnarsi in modo risoluto sulla via della riconciliazione nazionale. I vostri vescovi hanno dichiarato quest'anno di anniversario della nazione, anno di grazia, di rinnovamento e di gioia, anno di riconciliazione per costruire un Congo solidale, prospero e unito. Uno dei mezzi migliori per realizzare ciò è di promuovere l'educazione delle giovani generazioni. Lo spirito di riconciliazione e di pace, nato nella famiglia, si afferma e si estende alla scuola e all'università. I congolesi desiderano una buona educazione per i propri figli, ma il peso del finanziamento diretto da parte delle famiglie è grande e addirittura insostenibile per molti. Sono certo che si potrà trovare una giusta soluzione. Aiutando economicamente i genitori e assicurando il finanziamento regolare degli educatori, lo Stato farà un investimento proficuo per tutti. È fondamentale che i bambini e i giovani vengano educati con pazienza e tenacia, soprattutto quelli che sono stati privati dell'istruzione e addestrati a uccidere. È opportuno non solo inculcare in loro un sapere che li sosterrà nella futura vita adulta e professionale, ma anche dare loro basi morali e spirituali che li aiuteranno a respingere la tentazione della violenza e del risentimento per scegliere ciò che è giusto e vero. Attraverso le sue strutture educative e secondo le sue possibilità, la Chiesa può aiutare e completare quelle dello Stato.

Le importanti ricchezze naturali di cui Dio ha dotato la sua terra e che purtroppo sono diventate fonte di avidità e di profitti sproporzionati per molti all'interno e al di fuori del suo Paese, permettono largamente, grazie a una giusta ripartizione dei guadagni, di aiutare la popolazione a uscire dalla povertà e di provvedere alla sua sicurezza alimentare e sanitaria. Le famiglie congolesi e l'educazione dei giovani ne saranno i primi beneficiari. Questo dovere di giustizia promosso dallo Stato consoliderà la riconciliazione e la pace nazionale e permetterà alla popolazione di condurre una vita serena, base necessaria alla prosperità.

Attraverso lei, desidero anche esprimere voti cordiali ai membri della comunità cattolica del suo Paese, in modo particolare ai Vescovi, invitandoli a essere testimoni generosi dell'amore di Dio e a contribuire all'edificazione di una nazione unita e fraterna in cui ognuno si senta pienamente amato e rispettato.

Nel momento in cui ha inizio la sua missione, le esprimo, signor Ambasciatore, i miei migliori auguri per il nobile compito che l'attende, assicurandole che troverà sempre una accoglienza attenta e una comprensione cordiale presso i miei collaboratori.

Su di lei, Eccellenza, sulla sua famiglia, su tutto il popolo congolese e sui suoi governanti, invoco di tutto cuore l'abbondanza delle Benedizioni divine.


[© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana, traduzione de "L'Osservatore Romano"]









Discorso del Papa ai Vescovi di Gambia, Liberia e Sierra Leone
In occasione della visita "ad limina"



CITTA' DEL VATICANO, giovedì, 29 aprile 2010 (ZENIT.org).- Riportiamo di seguito il testo del discorso pronunciato questo giovedì mattina da Benedetto XVI ricevendo i Vescovi di Gambia, Linberia e Sierra Leone in occasione della loro visita "ad limina apostolorum".

* * *
Cari fratelli vescovi,

sono lieto di accogliervi, vescovi della Liberia, del Gambia e della Sierra Leone in occasione della vostra visita ad limina sulle tombe degli apostoli Pietro e Paolo. Sono grato per i sentimenti di comunione e di affetto espressi dal vescovo Koroma a nome vostro e vi chiedo di trasmettere i miei affettuosi saluti e il mio incoraggiamento al vostro amato popolo che lotta per una vita degna della sua chiamata (cfr. Ef 4, 1).

La seconda assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei vescovi è stata un'esperienza ricca di comunione e un'occasione provvidenziale per rinnovare il vostro ministero episcopale e per riflettere sul suo compito essenziale, ovvero, «aiutare il Popolo di Dio a rendere alla parola della rivelazione l'obbedienza della fede e ad abbracciare integralmente l'insegnamento di Cristo» (Pastores gregis, n. 31). Sono lieto di appurare dai vostri resoconti quinquennali che, pur dedicandovi all'amministrazione delle vostre diocesi, vi siete anche adoperati per predicare il vangelo nelle confermazioni, nelle visite alle parrocchie, negli incontri con gruppi di sacerdoti, religiosi e laici e nelle lettere pastorali. Attraverso il vostro insegnamento il Signore preserva i membri del vostro popolo dal male, dall'ignoranza e dalla superstizione e le trasforma in figli del suo Regno. Lottate per edificare comunità vibranti e aperte di uomini e donne saldi nella fede, contemplativi e gioiosi nella liturgia e ben istruiti sul «modo di comportarsi e di piacere a Dio» (1 Ts 4, 1). In un ambiente segnato dal divorzio e dalla poligamia, promuovete l'unità e il benessere della famiglia cristiana basata sul sacramento del matrimonio. Iniziative e associazioni dedicate alla santificazione di questa comunità fondamentale meritano il vostro pieno sostegno. Continuate a sostenere la dignità delle donne nel contesto dei diritti umani e difendete il vostro popolo contro i tentativi di introdurre una mentalità antinatalista mascherata da forma di progresso culturale (cfr. Caritas in veritate, n. 28). La vostra missione richiede anche che prestiate attenzione all'adeguato discernimento e alla preparazione delle vocazioni e alla formazione permanente di sacerdoti che sono i vostri più stretti collaboratori nel compito dell'evangelizzazione. Continuate a guidarli con le parole e con l'esempio affinché siano uomini di preghiera, sani e chiari nell'insegnare, maturi e rispettosi nei loro rapporti con gli altri, fedeli ai propri impegni spirituali, forti nella compassione verso tutti i bisognosi. Nello stesso modo, non esitate a invitare missionari di altri Paesi per contribuire alla buona opera compiuta dal vostro clero, dai vostri religiosi e catechisti.

Nei vostri Paesi, la Chiesa è tenuta in alta considerazione perché contribuisce al bene della società, in particolare nell'educazione, nello sviluppo e nell'assistenza sanitaria, offerta a tutti senza distinzioni. Questo contributo descrive bene la vitalità della vostra carità cristiana, quell'eredità divina offerta alla Chiesa universale in maniera speciale (cfr. Caritas in veritate, n. 27). Apprezzo in modo particolare l'assistenza prestata ai rifugiati e agli immigrati e vi esorto a cercare, quando possibile, la cooperazione pastorale dei loro Paesi d'origine. La lotta contro la povertà deve essere condotta nel rispetto della dignità di tutti gli interessati, incoraggiandoli a essere protagonisti del proprio sviluppo integrale. Si può fare molto con impegni comunitari su piccola scala e iniziative di microeconomia al servizio delle famiglie. Nello sviluppare e sostenere queste strategie, un'educazione migliorata sarà sempre un fattore decisivo. Quindi vi incoraggio a continuare a offrire programmi scolastici che preparino e motivino le nuove generazioni a divenire cittadini responsabili e socialmente attivi per il bene della loro comunità e del loro Paese. Giustamente incoraggiate chi occupa posizioni di autorità a lottare contro la corruzione, richiamando l'attenzione sulla gravità e sull'ingiustizia di questi peccati. A questo proposito, un contributo importante al bene comune è la formazione morale e spirituale alla leadership di laici, uomini e donne, attraverso corsi specializzati in Dottrina Sociale cattolica.

Vi lodo per l'attenzione che prestate al grande dono della pace. Prego affinché il processo di riconciliazione nella giustizia e nella verità, che avete giustamente sostenuto nella regione, possa produrre un rispetto duraturo per tutti i diritti umani dati da Dio e neutralizzare le tendenze alla rappresaglia e alla vendetta. Nel servire la pace continuate a promuovere il dialogo con altre religioni, in particolare con l'Islam per sostenere i buoni rapporti esistenti e prevenire qualsiasi forma di intolleranza, ingiustizia e oppressione, dannosa per la promozione della fiducia reciproca. Cooperare alla difesa della vita e contro la malattia e la malnutrizione non mancherà di suscitare comprensione, rispetto e accettazione. Soprattutto, un clima di dialogo e comunione deve caratterizzare la Chiesa locale. Con il vostro esempio, portate sacerdoti, religiosi e laici ad accrescere comprensione e cooperazione, ascolto reciproco e condivisione di iniziative. La Chiesa, segno e strumento dell'unica famiglia di Dio, deve recare una chiara testimonianza dell'amore di Gesù, nostro Signore e Salvatore, che va al di là dei confini etnici e comprende tutti gli uomini e tutte le donne.

Cari fratelli vescovi, so che trovate ispirazione e incoraggiamento nelle parole del Cristo risorto ai suoi apostoli: «Pace a voi. Come il padre ha mandato me, anche io mando voi» (Gv 20,21). Al vostro ritorno a casa, continuate la vostra missione di successori degli apostoli. Vi prego di trasmettere i miei affettuosi e ferventi buoni auspici ai sacerdoti, ai religiosi, ai catechisti e a tutto il vostro amato popolo. A ognuno di voi e a quanti sono affidati alla vostra sollecitudine pastorale imparto di cuore la mia benedizione apostolica.

[© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana, traduzione a cura de "L'Osservatore Romano"]
+PetaloNero+
00venerdì 30 aprile 2010 15:41
CONCERTO OFFERTO DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
IN OCCASIONE DEL V ANNIVERSARIO DI PONTIFICATO

PAROLE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Aula Paolo VI
Giovedì 29 aprile 2010




Signor Presidente della Repubblica,
Signori Cardinali,
Onorevoli Ministri e Autorità,
Venerati Fratelli nell’Episcopato e nel presbiterato,
Gentili Signori e Signore!

ancora una volta il Presidente della Repubblica Italiana, Onorevole Giorgio Napolitano, con tratto di squisita cortesia, ha voluto offrire a tutti noi la possibilità di ascoltare dell’ottima musica in occasione dell’anniversario di inizio del mio Pontificato. Nel salutarLa con deferenza, Signor Presidente, unitamente alla sua gentile Signora, desidero esprimere il mio vivo ringraziamento per l’omaggio davvero gradito di questo concerto e per le cordiali parole che Ella mi ha rivolto. In questo atto premuroso vedo anche un ulteriore segno dell’affetto che il popolo italiano nutre nei confronti del Papa, affetto che fu così fervido in santa Caterina da Siena, Patrona d’Italia, di cui oggi ricorre la festa. Sono lieto di salutare le altre Autorità dello Stato italiano, i Signori Ambasciatori, le diverse Personalità e tutti voi che avete preso parte a questo momento di alto valore culturale e musicale.

Desidero ringraziare quanti hanno generosamente cooperato alla realizzazione di questo evento, in particolare i Dirigenti della Fondazione Scuola di Musica di Fiesole, di cui è componente significativa l’Orchestra Giovanile Italiana, validamente diretta dal maestro Nicola Paszkowski. Certo di interpretare i sentimenti di tutti i presenti, rivolgo un sincero apprezzamento agli orchestrali, che hanno eseguito con abilità ed efficacia brani impegnativi del compositore milanese Giovanni Battista Sammartini, di Wolfgang Amadeus Mozart e di Ludwig van Beethoven.

Abbiamo avuto la gioia di ascoltare questa sera dei giovani concertisti allievi della Scuola musicale di Fiesole, fondata da Piero Farulli, che nel corso degli anni si è affermata quale eccellente centro nazionale di formazione orchestrale, offrendo a numerosi bambini, adolescenti, giovani e adulti la possibilità di compiere un qualificato percorso formativo teso alla preparazione di musicisti per le migliori orchestre italiane ed europee. Lo studio della musica riveste un alto valore nel processo educativo della persona, in quanto produce effetti positivi sullo sviluppo dell’individuo, favorendone l’armonica crescita umana e spirituale. Sappiamo come sia comunemente riconosciuto il valore formativo della musica nelle sue implicazioni di natura espressiva, creativa, relazionale, sociale e culturale.

Pertanto, l’esperienza ultra trentennale della Scuola di Musica di Fiesole assume una particolare rilevanza anche di fronte alla realtà quotidiana che ci dice come non sia facile educare. Nell’odierno contesto sociale, infatti, ogni opera di educazione sembra diventare sempre più ardua e problematica: spesso tra genitori ed insegnanti si parla delle difficoltà che s’incontrano nel trasmettere alle nuove generazioni i valori basilari dell’esistenza e di un retto comportamento. Tale situazione problematica coinvolge sia la scuola sia la famiglia, come pure le varie agenzie che operano nel campo formativo.

Le condizioni attuali della società richiedono uno straordinario impegno educativo in favore delle nuove generazioni. I giovani, anche se vivono in contesti diversi, hanno in comune la sensibilità ai grandi ideali della vita, ma incontrano molte difficoltà nel viverli. Non possiamo ignorare i loro bisogni e le loro attese, nemmeno gli ostacoli e le minacce che incontrano. Essi sentono l'esigenza di accostarsi ai valori autentici quali la centralità della persona, la dignità umana, la pace e la giustizia, la tolleranza e la solidarietà. Ricercano anche, in modi a volte confusi e contraddittori, la spiritualità e la trascendenza, per trovare equilibrio e armonia. A tale riguardo, mi piace osservare che proprio la musica è capace di aprire le menti e i cuori alla dimensione dello spirito e conduce le persone ad alzare lo sguardo verso l’Alto, ad aprirsi al Bene e al Bello assoluti, che hanno la sorgente ultima in Dio. La festosità del canto e della musica sono altresì un costante invito per i credenti e per tutti gli uomini di buona volontà ad impegnarsi per dare all’umanità un avvenire ricco di speranza. Inoltre, l’esperienza di suonare in un’orchestra aggiunge anche la dimensione collettiva: le prove continue condotte con pazienza; l’esercizio dell’ascolto degli altri musicisti; l’impegno di non suonare "da soli", ma di far sì che i diversi "colori orchestrali" – pur mantenendo le proprie caratteristiche – si fondano insieme; la ricerca comune della migliore espressione, tutto questo costituisce una "palestra" formidabile, non solo sul piano artistico e professionale, ma sotto il profilo umano globale.

Cari amici, auspico che la grandezza e la bellezza dei brani musicali magistralmente eseguiti questa sera possano donare a tutti nuova e continua ispirazione per tendere a mete sempre più alte nella vita personale e sociale. Rinnovo al Signor Presidente della Repubblica Italiana, agli organizzatori e a tutti i presenti l’espressione della mia sincera gratitudine per questo apprezzato omaggio!

Ricordatemi nelle vostre preghiere, perché iniziando il sesto anno del mio Pontificato, possa compiere sempre il mio Ministero come vuole il Signore. Egli, che è la nostra forza e la nostra pace, benedica tutti voi e le vostre famiglie.



© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana
+PetaloNero+
00venerdì 30 aprile 2010 15:43
LE UDIENZE

Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Udienza:

Visitatori dei Legionari di Cristo (Sala Bologna).

Il Papa riceve questa mattina in Udienza:

Partecipanti alla Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali;

Em.mo Card. George Pell, Arcivescovo di Sydney (Australia).





RINUNCE E NOMINE



RINUNCIA DEL VICARIO APOSTOLICO DI KONTAGORA (NIGERIA)

Il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale del Vicariato Apostolico di Kontagora (Nigeria), presentata da S.E. Mons. Timothy Joseph Carrol, S.M.A., in conformità al can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico.



NOMINA DELL’ARCIVESCOVO METROPOLITA DI SOUTHWARK (INGHILTERRA)

Il Papa ha nominato Arcivescovo Metropolita di Southwark (Inghilterra) S.E. Mons. Peter Smith, finora Arcivescovo Metropolita di Cardiff.

S.E. Mons. Peter Smith

S.E. Mons. Peter Smith è nato a Londra, nell'arcidiocesi di Southwark, il 20 ottobre 1943. Ha compiuto gli studi secondari presso il Clapham College dei Fratelli Saveriani. Conseguita la Laurea civile in Giurisprudenza è entrato nel seminario interdiocesano di Wonersh ove ha frequentato i corsi di filosofia e teologia. Inviato successivamente a Roma, si è laureato in Diritto Canonico presso la Pontificia Università San Tommaso d'Aquino.

È stato ordinato sacerdote il 15 luglio 1972 per l'arcidiocesi di Southwark.

Rientrato in patria, ha svolto l'incarico di Professore di Diritto Canonico nel seminario maggiore di Wonersh lavorando contemporaneamente anche come Officiale del Tribunale matrimoniale dell'arcidiocesi di Southwark. Nel 1984 è diventato Parroco di Saint Andrew in Thornton Heat, Londra. Nel 1985 è stato nominato Rettore del seminario interdiocesano di Wonersh.

Eletto Vescovo di East Anglia il 21 marzo 1995, è stato consacrato il 27 maggio seguente.

Il 26 ottobre 2001 è stato promosso Arcivescovo Metropolita di Cardiff.

Attualmente è Vice Presidente della Conferenza Episcopale d'Inghilterra e Galles e Presidente del Department of Christian Responsability and Citizenship all'interno della stessa Conferenza.



NOMINA DEL VESCOVO DI ATLACOMULCO (MESSICO)

Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Atlacomulco (Messico) il Rev.do Odilón Martínez García, del clero della diocesi di Toluca, finora Rettore del Seminario Maggiore di Toluca.

Rev.do Odilón Martínez García

Il Rev.do Odilón Martínez García è nato il 29 aprile 1949 a Santa Ana, Tenancingo, nello Stato di México.

È stato ammesso come alunno del Seminario Conciliare Minore di Toluca, nel gennaio 1964, per iniziarvi gli studi umanistici, accedendo tre anni dopo agli studi di filosofia e di teologia, nel Seminario Maggiore.

Ordinato sacerdote il 29 giugno 1974 per la diocesi di Toluca, ha svolto il suo ministero sacerdotale come Vicario parrocchiale ad Atlacomulco e Valle de Bravo; in seguito è stato parroco prima a Malacota, poi a Capultitlán. Nel 1981 è stato nominato assistente di comunità e professore di filosofia nel Seminario Maggiore di Toluca.

Dal 1986 al 1988 ha frequentato la Facoltà di Filosofia nell’Università Pontificia del Messico, conseguendovi la specializzazione.

Nel mese di gennaio 1997 è stato nominato Rettore del Seminario Conciliare di Toluca, incarico che tuttora ricopre.



NOMINA DEL VESCOVO DI SAME (TANZANIA)

Il Papa ha nominato Vescovo della diocesi di Same (Tanzania) il Rev.do P. Rogatus Kimaryo, C.S.Sp., attuale Amministratore Apostolico "sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis" della medesima.

Rev.do P. Rogatus Kimaryo, C.S.Sp.

Il Rev.do P. Rogatus Kimaryo, C.S.Sp., è nato il 30 ottobre 1956 a Mkuu, parrocchia di Rombo, nella diocesi di Moshi. Dopo aver completato gli studi primari (1965-1972), nel 1973 è entrato nel Seminario Minore Francescano di Maua, Moshi, passando poi alla scuola secondaria di Mzumbe (1978), nella regione di Morogoro. Dopo due anni (1978-1980) di servizio militare in Uganda, è stato inviato nella Scuola Secondaria Statale di Ifakara, per insegnare Storia e Geografia. Nell’agosto 1980 ha iniziato i suoi studi ecclesiastici con la Congregazione dello Spirito Santo, nel Seminario Filosofico di Kibosho. Ha completato il suo noviziato canonico nel 1982 a Magamba, diocesi di Tanga, e dopo gli studi teologici a Nairobi, è stato ordinato sacerdote il 30 maggio 1987, ad Arusha.

Dopo l’ordinazione sacerdotale ha studiato a Roma per la Licenza in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Gregoriana (1987-1990). È stato Professore di Diritto Canonico presso il Seminario degli Spiritani a Tangaza (1990-1994), e al Seminario Maggiore degli Apostles of Jesus, nonché presso il Seminario dei Maristi. Ha successivamente proseguito gli studi conseguendo il Dottorato in Diritto Canonico a Roma, sempre presso la Pontificia Università Gregoriana (1994-1997). Eletto dal Capitolo Generale per seguire i programmi della formazione iniziale e permanente del proprio Istituto, per Africa Orientale, Oceano Indiano e Nord Africa (1998-2004), dopo un anno sabbatico all’Università di Lovanio (Belgio), dove ha conseguito la Licenza in Studi Religiosi (Pastorale) (2004-2005), è stato nominato Parroco della parrocchia di Kipawa e allo stesso tempo Vicario Giudiziale del Tribunale Interdiocesano, nonché membro dei Consultori dell’Arcidiocesi di Dar-es-Salaam e insegnante al Seminario Maggiore di Segerea (2006-2009).

Il 1° maggio 2009 è stato nominato Amministratore Apostolico sede plena et ad nutum Sanctae Sedis della diocesi di Same (ora sede vacante per rinuncia del Vescovo ordinario).






UDIENZA AI PARTECIPANTI ALLA XVI SESSIONE PLENARIA DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE SOCIALI

Alle ore 12.30 di questa mattina, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI riceve in Udienza i partecipanti alla XVI Sessione Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali sul tema "Crisis in a Global Economy. Re-planning the Journey" (Casina Pio IV, 30 aprile - 4 maggio 2010) e rivolge loro il discorso che riportiamo di seguito:


DISCORSO DEL SANTO PADRE

Dear Members of the Academy,

I am pleased to greet you at the beginning of your Sixteenth Plenary Session, which is devoted to an analysis of the global economic crisis in the light of the ethical principles enshrined in the Church’s social doctrine. I thank your President, Professor Mary Ann Glendon, for her gracious words of greeting and I offer you my prayerful good wishes for the fruitfulness of your deliberations.

The worldwide financial breakdown has, as we know, demonstrated the fragility of the present economic system and the institutions linked to it. It has also shown the error of the assumption that the market is capable of regulating itself, apart from public intervention and the support of internalized moral standards. This assumption is based on an impoverished notion of economic life as a sort of self-calibrating mechanism driven by self-interest and profit-seeking. As such, it overlooks the essentially ethical nature of economics as an activity of and for human beings. Rather than a spiral of production and consumption in view of narrowly-defined human needs, economic life should properly be seen as an exercise of human responsibility, intrinsically oriented towards the promotion of the dignity of the person, the pursuit of the common good and the integral development – political, cultural and spiritual – of individuals, families and societies. An appreciation of this fuller human dimension calls, in turn, for precisely the kind of cross-disciplinary research and reflection which the present session of the Academy has now undertaken.

In my Encyclical Caritas in Veritate, I observed that "the current crisis obliges us to re-plan our journey, to set ourselves new rules and to discover new forms of commitment" (No. 21). Re-planning the journey, of course, also means looking to comprehensive and objective standards against which to judge the structures, institutions and concrete decisions which guide and direct economic life. The Church, based on her faith in God the Creator, affirms the existence of a universal natural law which is the ultimate source of these criteria (cf. ibid., 59). Yet she is likewise convinced that the principles of this ethical order, inscribed in creation itself, are accessible to human reason and, as such, must be adopted as the basis for practical choices. As part of the great heritage of human wisdom, the natural moral law, which the Church has appropriated, purified and developed in the light of Christian revelation, serves as a beacon guiding the efforts of individuals and communities to pursue good and to avoid evil, while directing their commitment to building an authentically just and humane society.

Among the indispensable principles shaping such an integral ethical approach to economic life must be the promotion of the common good, grounded in respect for the dignity of the human person and acknowledged as the primary goal of production and trade systems, political institutions and social welfare. In our day, concern for the common good has taken on a more markedly global dimension. It has also become increasingly evident that the common good embraces responsibility towards future generations; intergenerational solidarity must henceforth be recognized as a basic ethical criterion for judging any social system. These realities point to the urgency of strengthening the governance procedures of the global economy, albeit with due respect for the principle of subsidiarity. In the end, however, all economic decisions and policies must be directed towards "charity in truth", inasmuch as truth preserves and channels the liberating power of charity amid ever-contingent human events and structures. For "without truth, without trust and love for what is true, there is no social conscience and responsibility, and social action ends up serving private interests and the logic of power, resulting in social fragmentation" (Caritas in Veritate, 5).

With these considerations, dear friends, I once more express my confidence that this Plenary Session will contribute to a more profound discernment of the serious social and economic challenges facing our world, and help point the way forward to meet those challenges in a spirit of wisdom, justice and authentic humanity. I assure you once more of my prayers for your important work, and upon you and your loved ones I cordially invoke God’s blessings of joy and peace.






VISITA DEL SANTO PADRE ALLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

Alle ore 18 di questo pomeriggio, il Santo Padre Benedetto XVI si reca in visita alla Congregazione per la Dottrina della Fede.

Al suo arrivo nel Cortile interno del Palazzo del Santo Uffizio, il Papa è accolto dall’Em.mo Card. William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione, da S.E. Mons. Luis Francisco Ladaria Ferrer, Segretario, e da Mons. Damiano Marzotto Caotorta, Sotto-Segretario.

Quindi il Santo Padre raggiunge la Cappella, dove sosta in adorazione del Santissimo Sacramento. Dopo le parole di benvenuto del Card. William Joseph Levada, presiede la Liturgia di Benedizione della Cappella, al termine dei lavori di restauro.

Accompagnato dai Superiori della Congregazione il Papa visita poi nuovi locali dell’Archivio e della Pontificia Commissione "Ecclesia Dei". Infine, raggiunta la Sala delle Conferenze, incontra gli Officiali della Congregazione e rivolge loro alcune parole di saluto.




TELEGRAMMA DI CORDOGLIO DEL SANTO PADRE PER LA MORTE DELL’EM.MO CARD. PAUL AUGUSTIN MAYER, O.S.B.

Pubblichiamo di seguito il telegramma di cordoglio per la morte, avvenuta questa mattina, dell’Em.mo Card. Paul Augustin Mayer, O.S.B., Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Presidente emerito della Pontificia Commissione "Ecclesia Dei", inviato dal Santo Padre Benedetto XVI all’Abate Primate dei Benedettini Confederati, Dom Nokter Wolf:


TELEGRAMMA DEL SANTO PADRE

REV.MO PADRE ABATE DOM NOTKER WOLF
ABATE PRIMATE DEI BENEDETTINI CONFEDERATI
ABBAZIA PRIMAZIALE SANT’ANSELMO

LA NOTIZIA DELLA PIA DIPARTITA DEL VENERATO CARDINALE PAUL AUGUSTIN MAYER SUSCITA NEL MIO ANIMO AFFETTUOSO RIMPIANTO E DESIDERO ESPRIMERE SENTIMENTI DI VIVO CORDOGLIO A LEI ALL’INTERA FAMIGLIA BENEDETTINA ED AI CONGIUNTI DEL CARO PORPORATO CHE LASCIA IL RICORDO INDELEBILE DI UNA OPEROSA ESISTENZA SPESA CON MITEZZA E RETTITUDINE NELL’ADESIONE COERENTE ALLA PROPRIA VOCAZIONE DI MONACO E DI PASTORE PIENO DI ZELO PER IL VANGELO E SEMPRE FEDELE ALLA CHIESA (.) NEL RICORDARNE IL QUALIFICATO IMPEGNO NELL’AMBITO LITURGICO E IN QUELLO DELLE UNIVERSITÀ E DEI SEMINARI E SPECIALMENTE L’APPREZZATO SERVIZIO ALLA SANTA SEDE PRIMA NELLA COMMISSIONE PREPARATORIA DEL CONCILIO VATICANO SECONDO POI IN DIVERSI DICASTERI DELLA CURIA ROMANA INNALZO FERVIDE PREGHIERE DI SUFFRAGIO PERCHÉ IL SIGNORE ACCOLGA QUESTO BENEMERITO FRATELLO NEL GAUDIO E NELLA PACE ETERNA (.) CON TALI SENTIMENTI INVIO A LEI AI CONFRATELLI ED A QUANTI PIANGONO LA SCOMPARSA DI COSI’ GENEROSO DISCEPOLO DI CRISTO LA CONFORTATRICE BENEDIZIONE APOSTOLICA

BENEDICTUS PP. XVI





AVVISO DELL’UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE


CAPPELLA PAPALE PER LE ESEQUIE DELL’EM.MO CARD. PAUL AUGUSTIN MAYER, O.S.B.


Lunedì 3 maggio 2010, alle ore 11.30 all’Altare della Cattedra della Basilica Vaticana, avranno luogo le Esequie dell’Em.mo Card. Paul Augustin Mayer, O.S.B., del Titolo di Sant’Anselmo all’Aventino, Diaconia elevata "pro hac vice" a Titolo Presbiterale, Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Presidente emerito della Pontificia Commissione "Ecclesia Dei".

La Santa Messa sarà celebrata dall’Em.mo Card. Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio, insieme con gli Em.mi Cardinali.

Al termine della Celebrazione Eucaristica, il Santo Padre Benedetto XVI rivolgerà la Sua parola ai presenti e presiederà il rito dell’Ultima Commendatio e della Valedictio.
+PetaloNero+
00sabato 1 maggio 2010 00:54
Udienza del Papa alla plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali


CITTA' DEL VATICANO, venerdì, 30 aprile 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il discorso che Benedetto XVI ha rivolto questo venerdì mattina ai partecipanti alla XVI Sessione Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, sul tema "Crisis in a Global Economy. Re-planning the Journey", ricevuti in udienza nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano.

* * *

Cari membri dell'Accademia,

sono lieto di salutarvi all'inizio della vostra xvi Sessione Plenaria, dedicata a un'analisi della crisi economica globale alla luce dei principi etici consacrati nella dottrina sociale della Chiesa. Ringrazio la Presidente, professoressa Mary Ann Glendon, per le cordiali parole di saluto e offro i miei ferventi e buoni auspici per la fecondità delle vostre deliberazioni.

Come sappiamo, la crisi finanziaria mondiale ha dimostrato la fragilità dell'attuale sistema economico e delle istituzioni a esso collegate. Ha anche mostrato l'erroneità dell'idea secondo la quale il mercato sarebbe in grado di autoregolarsi, indipendentemente dall'intervento pubblico e dal sostegno dei criteri morali interiorizzati. Quest'idea si basa sulla nozione impoverita della vita economica come una sorta di meccanismo che si autocalibra guidato dal proprio interesse e dalla ricerca del profitto. Essa trascura la natura essenzialmente etica dell'economia come attività di e per gli esseri umani. Piuttosto che una spirale di produzione e consumo in vista di necessità umane definite in modo molto limitato, la vita economica dovrebbe essere considerata in maniera adeguata come un esercizio di responsabilità umana, intrinsecamente orientato alla promozione della dignità della persona, alla ricerca del bene comune e allo sviluppo integrale, politico, culturale e spirituale, di individui, famiglie e società. Un apprezzamento di questa dimensione umana più piena esige, a sua volta, proprio il tipo di ricerca e di riflessione interdisciplinari che questa sessione dell'Accademia ha ora intrapreso.

Nella mia Enciclica Caritas in veritate, ho osservato che «la crisi ci obbliga a riprogettare il nostro cammino, a darci nuove regole e a trovare nuove forme di impegno» (n. 21). Di certo, riprogettare il cammino significa anche guardare ai criteri generali e obiettivi con cui giudicare le strutture, le istituzioni e le decisioni concrete che guidano e orientano la vita economica. La Chiesa, fondata sulla sua fede in Dio Creatore, afferma l'esistenza di una legge naturale universale che è la fonte definitiva di questi criteri (cfr. Ibidem n. 59). Tuttavia, è anche convinta del fatto che i principi di questo ordine etico, iscritti nella creazione stessa, sono accessibili alla ragione umana e, in quanto tali, devono essere adottati come base per scelte concrete. Come parte della grande eredità della saggezza umana, la legge morale naturale, che la Chiesa ha assunto, purificato e sviluppato alla luce della Rivelazione cristiana, è un faro che guida gli sforzi di individui e comunità nel cercare il bene ed evitare il male, mentre si impegnano per l'edificazione di una società autenticamente giusta e umana.

Fra i principi indispensabili che plasmano questo approccio etico integrale alla vita economica deve essere presente la promozione del bene comune, basata sul rispetto per la dignità della persona umana e riconosciuta come scopo primario dei sistemi di produzione e di commercio, delle istituzioni politiche e del benessere sociale. Al giorno d'oggi, l'interesse per il bene comune ha assunto una dimensione marcatamente globale. È anche divenuto sempre più evidente che il bene comune implica la responsabilità per le generazioni future. Di conseguenza la solidarietà intergenerazionale deve essere riconosciuta come criterio fondamentale per giudicare qualsiasi sistema sociale. Queste realtà evidenziano l'urgenza di rafforzare le procedure di governo dell'economia globale, sempre con il dovuto rispetto per il principio di sussidiarietà. Alla fine, comunque, tutte le decisioni e le politiche economiche devono essere orientate alla «carità nella verità», perché la verità preserva e incanala la forza liberatrice della carità nelle strutture e negli eventi umani sempre contingenti. Perché «senza la verità, senza fiducia e senza amore per il vero, non c'è coscienza e responsabilità sociale, e l'agire sociale cade in balia di privati interessi e di logiche di potere, con effetti disgregatori sulla società» (Caritas in veritate, n. 5).

Con queste considerazioni, cari amici, esprimo ancora una volta la mia fiducia nel fatto che questa Sessione Plenaria contribuirà a un discernimento più profondo delle gravi sfide sociali ed economiche del nostro mondo e contribuirà a indicare la strada per affrontare tali sfide con spirito di saggezza, giustizia e umanità autentica. Assicuro ancora una volta le mie preghiere per la vostra importante opera e su di voi e sui vostri cari invoco di cuore le benedizioni divine di gioia e di pace.

[© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana, traduzione a cura de "L'Osservatore Romano"]


+PetaloNero+
00sabato 1 maggio 2010 15:54
RINUNCE E NOMINE


EREZIONE DEL VICARIATO APOSTOLICO DI COMORES (OCEANO INDIANO) E NOMINA DEL PRIMO VICARIO APOSTOLICO

Il Santo Padre Benedetto XVI ha elevato l’Amministrazione Apostolica delle Comores (Oceano Indiano) al rango di Vicariato Apostolico, con la nuova denominazione di Arcipelago delle Comores e la medesima configurazione territoriale.

Il Papa ha nominato primo Vicario Apostolico di Comores (Oceano Indiano), il Rev. P. Charles Mahuza Yava, S.D.S., già Superiore Provinciale della Provincia Salvatoriana Africana, assegnandogli la sede titolare vescovile di Apisa Maggiore.

P. Charles Mahuza Yava, S.D.S.
P. Charles Mahuza Yava, S.D.S. è nato il 29 luglio 1960 nel territorio di Sandoa, in diocesi di Kolwezi, nella Repubblica Democratica del Congo. È membro della Società del Divin Salvatore. Ha svolto il Noviziato in Tanzania, ed è stato uno dei primi congolesi tra i Salvatoriani. Ha completato la scuola media e il ginnasio a Sandoa, gli studi secondari e umanistici, oltre alla Filosofia e alla Teologia a Kolwezi, nello Scolasticato Jean XXIII, dei PP. Francescani. Ha emesso la Professione Perpetua a Kolwezi l’8 settembre 1991.
È stato ordinato sacerdote a Kolwezi l’8 maggio 1993.
Dopo l’ordinazione sacerdotale ha svolto le seguenti mansioni: 1993-1994: Vicario nella parrocchia del Sacro Cuore a Ntita, Kapanga; 1994-1995: Studi al Centro Sèvre di Parigi per un corso speciale di Spiritualità; 1995-2000: Maestro dei Novizi a Kolwezi e poi a Lubumbashi; 1997-2003: Vicario Provinciale; 2000-2003: Rettore degli Scolastici; 2003-2006: Superiore Provinciale della vice-Provincia Congolese; 2006-2009: Superiore Provinciale della Provincia Salvatoriana Africana; dal 2010: Parroco della parrocchia di Moroni (Grande Comore).

Dati statistici
Il nuovo Vicariato Apostolico di Comores si estende su un’area pari a 2.033 kmq., con una popolazione di 800.000 abitanti. I cattolici sono 6.000, distribuiti in 2 parrocchie, servite da 6 sacerdoti (5 Salvatoriani e 1 della Società Missioni Estere di Parigi). Il Nuovo Vicariato può contare anche sulla collaborazione di 2 Fratelli Religiosi e 12 religiose.
L’Amministrazione Apostolica delle Isole Comores (1975) è stata per decenni di competenza dei Frati Minori Cappuccini. Nel 1998, venendo meno il personale apostolico, è passata alla Società del Divin Salvatore (Salvatoriani).
+PetaloNero+
00lunedì 3 maggio 2010 15:58
RINUNCE E NOMINE



ELEVAZIONE DELLA PRELATURA TERRITORIALE DI IPIL A DIOCESI (FILIPPINE) E NOMINA DEL PRIMO VESCOVO

In data 1° maggio 2010 il Santo Padre Benedetto XVI ha elevato al rango di diocesi la prelatura territoriale di Ipil (Filippine), con la medesima denominazione e configurazione territoriale, rendendola suffraganea della chiesa metropolitana di Zamboanga.

Nella medesima data il Papa ha nominato primo Vescovo di Ipil (Filippine) S.E. Mons. Julius S. Tonel, finora Vescovo Prelato della medesima sede.


NOMINA DI AUSILIARE DI ZAGREB (CROAZIA)

Il Santo Padre ha nominato Vescovo Ausiliare dell’arcidiocesi di Zagreb (Croazia) il Rev.do Mons. Mijo Gorski, del clero della medesima arcidiocesi, Canonico della Cattedrale di Zagreb, assegnandogli la sede titolare vescovile di Epidaurum.

Rev.do Mons. Mijo Gorski

Il Rev.do Mons. Mijo Gorski è nato il 17 settembre 1952 a Mihovljan. Ha frequentato il liceo classico arcidiocesano come alunno del Seminario Minore di Zagreb;.entrato poi nel Seminario Maggiore arcidiocesano, ha compiuto gli studi teologici presso la Facoltà di Teologia Cattolica di Zagreb, dove ha ottenuto il baccalaureato.

Ordinato sacerdote per l’arcidiocesi di Zagreb il 26 giugno 1977, ha svolto il ministero pastorale in varie parrocchie dell’arcidiocesi di Zagreb, ricoprendo i seguenti uffici: Vicario parrocchiale a Vrbovec (1978-1979), Vicario parrocchiale a Zagreb – San Biagio (1979-1982), Parroco a Zagreb – Dugave (1982-1997), Parroco e decano a Samobor (1997-1998), Parroco a Zagreb – San Biagio (1998-2002), Vicario Episcopale per la città di Zagreb (1999-2004), Rettore del Seminario Maggiore arcidiocesano di Zagreb (2002-2008).

Dal 2008 è Canonico della Cattedrale di Zagreb e Direttore dell’Istituto arcidiocesano per il sostentamento del clero.
+PetaloNero+
00lunedì 3 maggio 2010 15:58
CAPPELLA PAPALE PER LE ESEQUIE DELL’EM.MO CARD. PAUL AUGUSTIN MAYER, O.S.B.

Questa mattina, alle ore 11.30, all’Altare della Cattedra della Basilica Vaticana, hanno avuto luogo le Esequie dell’Em.mo Card. Paul Augustin Mayer, O.S.B., del Titolo di Sant’Anselmo all’Aventino, Diaconia elevata "pro hac vice" a Titolo Presbiterale, Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Presidente emerito della Pontificia Commissione "Ecclesia Dei".

La Santa Messa è stata celebrata dall’Em.mo Card. Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio, insieme con gli Em.mi Cardinali.

Al termine, la Liturgia Esequiale è stata presieduta dal Santo Padre Benedetto XVI, il Quale ha tenuto l’omelia e il rito dell’Ultima Commendatio e della Valedictio.

Pubblichiamo di seguito l’omelia del Santo Padre:


OMELIA DEL SANTO PADRE

Venerati Fratelli,

illustri Signori e Signore,

cari fratelli e sorelle!

Anche per il nostro amato Fratello Cardinale Paul Augustin Mayer è giunta l’ora di partire da questo mondo. Egli era nato, quasi un secolo fa, nella mia stessa terra, precisamente ad Altötting, dove sorge il celebre Santuario mariano a cui sono legati tanti affetti e ricordi di noi bavaresi. Così è il destino dell’esistenza umana: fiorisce dalla terra – in un punto preciso del mondo – ed è chiamata al Cielo, alla patria da cui misteriosamente proviene. "Desiderat anima mea ad te, Deus" (Sal 41/42,2). In questo verbo "desiderat" c’è tutto l’uomo, il suo essere carne e spirito, terra e cielo. E’ il mistero originario dell’immagine di Dio nell’uomo. Il giovane Paul - che poi da monaco di chiamerà Augustin Mayer - studiò questo tema negli scritti di Clemente Alessandrino, per il dottorato in teologia. E’ il mistero della vita eterna, deposto in noi come un seme fin dal Battesimo, e che chiede di essere accolto lungo il viaggio della nostra vita, fino al giorno in cui riconsegniamo lo spirito a Dio Padre.

"Pater, in manus tuas commendo spiritum meum" (Lc 23,46). Le ultime parole di Gesù sulla croce ci guidano nella preghiera e nella meditazione, mentre siamo raccolti attorno all’altare per dare l’estremo saluto al nostro compianto Fratello. Ogni nostra celebrazione esequiale si colloca sotto il segno della speranza: nell’ultimo respiro di Gesù sulla croce (cfr Lc 23,46; Gv 19,30), Dio si è donato interamente all’umanità, colmando il vuoto aperto dal peccato e ristabilendo la vittoria della vita sulla morte. Per questo, ogni uomo che muore nel Signore partecipa per la fede a questo atto di amore infinito, in qualche modo rende lo spirito insieme con Cristo, nella sicura speranza che la mano del Padre lo risusciterà dai morti e lo introdurrà nel Regno della vita.

"La speranza poi non delude – afferma l’apostolo Paolo scrivendo ai cristiani di Roma –, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato" (Rm 5,5). La grande e indefettibile speranza, fondata sulla solida roccia dell’amore di Dio, ci assicura che la vita di coloro che muoiono in Cristo "non è tolta, ma trasformata"; e che "mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata un’abitazione eterna nel cielo" (Prefazio dei Defunti I). In un’epoca come la nostra, nella quale la paura della morte getta molte persone nella disperazione e nella ricerca di consolazioni illusorie, il cristiano si distingue per il fatto che pone la sua sicurezza in Dio, in un Amore così grande da poter rinnovare il mondo intero. "Ecco, io faccio nuove tutte le cose" (Ap 21,5), dichiara – verso la fine del Libro dell’Apocalisse – Colui che siede sul trono. La visione della nuova Gerusalemme esprime il realizzarsi del desiderio più profondo dell’umanità: quello di vivere insieme nella pace, senza più la minaccia della morte, ma godendo della piena comunione con Dio e tra di noi. La Chiesa e, in particolare, la comunità monastica, costituiscono una prefigurazione sulla terra di questa meta finale. E’ un anticipo imperfetto, segnato dai limiti e dai peccati, e dunque bisognoso sempre di conversione e purificazione; e, tuttavia, nella comunità eucaristica si pregusta la vittoria dell’amore di Cristo su ciò che divide e mortifica. "Congregavit nos in unum Christi amor" - "L’amore di Cristo ci ha raccolti nell’unità": questo è il motto episcopale del nostro venerato Fratello che ci ha lasciato. Come figlio di san Benedetto, egli ha sperimentato la promessa del Signore: "Chi sarà vincitore erediterà questi beni; / io sarò suo Dio ed egli sarà mio figlio" (Ap 21,7).

Formatosi alla scuola dei Padri Benedettini dell’Abbazia di San Michele a Metten, nel 1931 emise la professione monastica. Per tutta la sua esistenza, egli ha cercato di realizzare quanto san Benedetto dice nella Regola: "Nulla si anteponga all’amore di Cristo". Dopo gli studi a Salisburgo e a Roma, intraprese una lunga e apprezzata attività di insegnamento nel Pontificio Ateneo Sant’Anselmo, dove divenne Rettore nel 1949 ricoprendo questa carica per 17 anni. Proprio in quel periodo venne fondato il Pontificio Istituto Liturgico, che è diventato un punto di riferimento fondamentale per la preparazione dei formatori nel campo della Liturgia. Eletto, dopo il Concilio, Abate della sua amata Abbazia di Metten, ha ricoperto tale incarico per 5 anni, ma già nel 1972 il Servo di Dio Papa Paolo VI lo nominò Segretario della Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Secolari e volle personalmente consacrarlo Vescovo il 13 febbraio 1972.

Durante gli anni di servizio in questo Dicastero, promosse la progressiva attuazione delle disposizioni del Concilio Vaticano II riguardo alle famiglie religiose. In questo particolare ambito, nella sua qualità di religioso, ebbe modo di dimostrare una spiccata sensibilità ecclesiale e umana. Nel 1984 il Venerabile Giovanni Paolo II gli affidò l’incarico di Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, creandolo poi Cardinale nel Concistoro del 25 maggio 1985 e assegnandogli il Titolo di sant’Anselmo all’Aventino. In seguito, lo nominò primo Presidente della Pontificia Commissione "Ecclesia Dei"; ed anche in questo nuovo e delicato incarico il Cardinale Mayer si confermò zelante e fedele servitore, cercando di applicare il contenuto del suo motto: "L’amore di Cristo ci ha raccolti nell’unità".

Cari Fratelli, la nostra vita è in ogni istante nelle mani del Signore, soprattutto nel momento della morte. Per questo, con la confidente invocazione di Gesù sulla croce: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito", vogliamo accompagnare il nostro Fratello Paul Augustin, mentre compie il suo passaggio da questo mondo al Padre. In questo momento il mio pensiero non può non andare al Santuario della Madre delle grazie di Altötting. Spiritualmente rivolti a quel luogo di pellegrinaggio, affidiamo alla Vergine Santa la nostra preghiera di suffragio per il compianto Cardinale Mayer. Egli nacque presso quel Santuario, ha conformato la sua vita a Cristo secondo la Regola benedettina, ed è morto all’ombra di questa Basilica Vaticana. La Madonna, san Pietro e san Benedetto accompagnino questo fedele discepolo del Signore nel suo Regno di luce e di pace. Amen.
+PetaloNero+
00martedì 4 maggio 2010 16:44
RINUNCE E NOMINE


NOMINA DI MEMBRI DEL CONSIGLIO SCIENTIFICO DELL’ «AGENZIA DELLA SANTA SEDE PER LA VALUTAZIONE E LA PROMOZIONE DELLA QUALITÀ DELLE UNIVERSITÀ E FACOLTÀ ECCLESIASTICHE» (AVEPRO)

Il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato Membri del Consiglio scientifico dell’ «Agenzia della Santa Sede per la Valutazione e la Promozione della Qualità delle Università e Facoltà Ecclesiastiche» (AVEPRO) il Rev.do Prof. Slwomir Nowosad, Vice-Rettore per la Ricerca e le Relazioni Internazionali e Docente ordinario di Teologia Morale presso l’Università Cattolica di Lublin (Polonia); e gli Ill.mi Signori: Prof. John L. Davies, Docente emerito presso l’ «Anglia Ruskin University», Chelmsford (Gran Bretagna); Prof. Peter Jonkers, Docente ordinario di Filosofia presso l’Università Cattolica di Tilburg (Paesi Bassi); Prof. Donald McQuillan, già Direttore dell’ «Irish Universities Quality Board» (Irlanda); Dott.ssa Emanuela Stefani, Direttore della «Conferenza dei Rettori delle Università Italiane», Roma (Italia).
+PetaloNero+
00martedì 4 maggio 2010 16:45
TELEGRAMMA DI CORDOGLIO DEL SANTO PADRE PER LA MORTE DELL’EM.MO CARD. LUIGI POGGI

Pubblichiamo di seguito il telegramma di cordoglio per la morte, avvenuta questa mattina, dell’Em.mo Card. Luigi Poggi, del Titolo di San Lorenzo in Lucina, Archivista e Bibliotecario emerito di Santa Romana Chiesa, inviato dal Santo Padre Benedetto XVI ai fratelli del Porporato:


TELEGRAMMA DEL SANTO PADRE TELEGRAMMA DEL SANTO PADRE

GENTILI SIGNORI GIOVANNI E TINA POGGI
VIA RUSTICUCCI 13 00193 ROMA

NELL'APPRENDERE LA TRISTE NOTIZIA DELLA SCOMPARSA DEL LORO CARO FRATELLO CARDINALE LUIGI POGGI ILLUSTRE FIGLIO DELLA DIOCESI DI PIACENZA DESIDERO ESPRIMERE LA MIA VIVA PARTECIPAZIONE AL LUTTO CHE COLPISCE I FAMILIARI E QUANTI CONOBBERO E STIMARONO IL COMPIANTO PORPORATO PER TANTI ANNI SOLERTE COLLABORATORE DELLA SANTA SEDE IN PARTICOLARE COME NUNZIO APOSTOLICO IN VARI PAESI E COME ARCHIVISTA E BIBLIOTECARIO DI SANTA ROMANA CHIESA RENDENDO OVUNQUE UNA APPREZZATA TESTIMONIANZA DI FERVOROSO ZELO SACERDOTALE E DI FEDELTÀ AL VANGELO (.) MENTRE ELEVO FERVIDE PREGHIERE DI SUFFRAGIO PERCHE’ IL SIGNORE AUSPICE LA VERGINE MARIA LO ACCOLGA NEL GAUDIO E NELLA PACE ETERNA INVIO DI CUORE AI CONGIUNTI E A QUANTI CONDIVIDONO IL DOLORE PER LA SUA DIPARTITA UNA SPECIALE CONFORTATRICE BENEDIZIONE APOSTOLICA

BENEDICTUS PP. XVI




AVVISO DELL’UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE


CAPPELLA PAPALE PER LE ESEQUIE DELL’EM.MO CARD. LUIGI POGGI


Venerdì 7 maggio 2010, alle ore 17.30, all’Altare della Cattedra della Basilica Vaticana, avranno luogo le Esequie dell’Em.mo Card. Luigi Poggi, del Titolo di San Lorenzo in Lucina, Archivista e Bibliotecario emerito di Santa Romana Chiesa.
La Santa Messa sarà celebrata dall’Em.mo Card. Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio, insieme con gli Em.mi Cardinali.
Al termine della Celebrazione Eucaristica, il Santo Padre Benedetto XVI rivolgerà la Sua parola ai presenti e presiederà il rito dell’Ultima Commendatio e della Valedictio.
+PetaloNero+
00martedì 4 maggio 2010 16:45
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AL RABBINO EMERITO RAV ELIO TOAFF IN OCCASIONE DEL SUO 95° GENETLIACO

Il Santo Padre Benedetto XVI ha inviato al Rabbino emerito Rav Elio Toaff, in occasione del suo 95° Genetliaco, un Messaggio autografo di augurio, che Mons. Georg Gänswein, Segretario Particolare di Sua Santità, ha letto pubblicamente durante la solenne cerimonia tenuta a Roma ieri, lunedì 3 maggio, in occasione della serata inaugurale della Fondazione Elio Toaff per la Cultura Ebraica.

Pubblichiamo di seguito il Messaggio del Santo Padre:


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE

All’illustrissimo Signore

Rabbino emerito Rav Elio TOAFF

Il Signore è il mio pastore non manco di nulla

Anche se vado per una valle oscura

non temo alcun male, perché tu sei con me

(Salmo 23)

Nella felice ricorrenza del Suo 95° genetliaco desidero unirmi a quanti si rallegrano con Lei per i doni che la misericordia dell’Altissimo Le ha elargito in un’esistenza lunga e feconda di bene.

Penso, con le espressioni del Salmo, a come il Signore abbia rinfrancato l’anima Sua, guidandoLa per il giusto cammino, anche nella valle più scura, nell’ora della persecuzione e dello sterminio del popolo ebraico.

Il Signore , nei suoi misteriosi disegni, ha voluto che Ella sperimentasse in maniera singolare la sua salvezza, divenendo un segno di speranza per la rinascita di molti Suoi fratelli.

Mi è specialmente caro ricordare il Suo impegno per la promozione di relazioni fraterne tra cattolici ed ebrei, e la sincera amicizia che La legò al mio venerato predecessore, il Papa Giovanni Paolo II.

Il mio augurio è che si compiano per Lei le parole conclusive dello stesso Salmo: "Bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, abiterò ancora nella casa del Signore per lunghi giorni". Shalom!

Dal Vaticano, 3 maggio 2010

BENEDICTUS PP. XVI
+PetaloNero+
00mercoledì 5 maggio 2010 15:55
LE UDIENZE

Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto ieri in Udienza:

Em.mo Card. Joachim Meisner, Arcivescovo di Köln (Germania).




RINUNCE E NOMINE

RINUNCIA DEL VESCOVO DI BREJO (BRASILE) E NOMINA DEL SUCCESSORE

Il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Brejo (Brasile), presentata da S.E. Mons. Valter Carrijo, S.D.S., in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico.

Il Papa ha nominato Vescovo della diocesi di Brejo (Brasile) il Rev.do Sacerdote José Valdeci Santos Mendes, del clero della diocesi di Coroatá, finora Parroco della Parrocchia di "Nossa Senhora da Graça" ad Ararai, Rettore del Seminario propedeutico e Coordinatore per la pastorale nella medesima diocesi.

Rev.do José Valdeci Santos Mendes

Il Rev.do Sacerdote José Valdeci Santos Mendes è nato il 12 settembre 1961 a Coroatá. Ha compiuto gli studi di Filosofia presso l’

Universidade Estadual do Ceará, a Fortaleza, e quelli di Teologia presso l’Instituto de Estudos Superiores do Maranhãoa São Luis do Maranhão. Ha poi ottenuto la Laurea in Filosofia presso l’Universidade Estadual do Ceará e una specializzazione in Teologia Biblica presso l’Instituto Santo Inácio della Compagnia di Gesù a Belo Horizonte.

L’11 dicembre 1994 ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale ed è stato incardinato nel clero della diocesi di Coroatá.

Dopo l’ordinazione sacerdotale ha svolto in diocesi gli incarichi seguenti: Vicario Parrocchiale (1994-1997) e poi Parroco (1997-2001) della Parrocchia di São Mateus nell’omonima località; Vicario parrocchiale (1995-2001) e poi Parroco (2001-2004) della Parrocchia "Nossa Senhora da Conceição" ad Alto Alegre, Coordinatore dell’équipe sacerdotale nelle Parrocchie di Arari e Miranda do Norte (2005-2008).

Dal 2007 è Rettore del Seminario della diocesi di Coroatá a São Luis do Maranhão; dal 2008 è Parroco della Parrocchia "Nossa Senhora da Graça" ad Arari e Coordinatore diocesano per la pastorale. Inoltre è Membro del Collegio dei Consultori e del Consiglio Presbiterale della diocesi di Coroatá.

+PetaloNero+
00mercoledì 5 maggio 2010 15:56
LETTERA DEL SANTO PADRE ALL’INVIATO SPECIALE ALLE CELEBRAZIONI DEL XVI CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE DEL BRASILE (BRASILIA, 13-16 MAGGIO 2010)

In data 13 marzo 2010, il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato l’Em.mo Card. Cláudio Hummes, O.F.M., Prefetto della Congregazione per il Clero, Suo Inviato Speciale alle celebrazioni del XVI Congresso Eucaristico del Brasile, che avranno luogo a Brasilia dal 13 al 16 maggio.

Pubblichiamo di seguito la Lettera del Santo Padre all’Em.mo Card. Cláudio Hummes, O.F.M.:


LETTERA DEL SANTO PADRE

Venerabili Fratri Nostro

Claudio S.R.E. Cardinali Hummes, O.F.M.

Congregationis pro Clericis Praefecto

Discipulorum de Emmaus petitio: "Mane nobiscum, Domine", uniuscuiusque humani cordis manifestat intimum desiderium, ut Dominus Iesus nobiscum semper sit nosque in vitae itinere sua luce et gratia comitetur. Revera "Eucharistia est mysterium praesentiae, quo maximopere adimpletur promissio Iesu nobiscum manendi usque ad consummationem saeculi" (Ioannes Paulus II, Mane nobiscum, Domine 16).

Saluberrimo quidem de consilio novimus sacros Brasiliae Praesules, simul cum universo populo, proximo mense Maio XVI Congressum Eucharisticum Nationalem Brasiliopoli acturos esse, informatos sententia: Eucharistia, Panis Unitatis Discipulorum Missionariorum. Qui conventus Pastores et populum fidelem congregabit in illa urbe et archidioecesi quinquaginta elapsis annis ab eius constitutione.

Quocirca, ut tantus eventus maxima celebraretur sollemnitate, Brasiliensium Episcoporum Conferentia, per suum Praesidem Venerabilem Fratrem Ioannem Braz Aviz, Archiepiscopum Brasiliapolitanum, a Nobis postulavit ut illuc eminentem Praesulem mitteremus ad personam Nostram tuendam Nostramque simul mentem ostendendam. Ad te autem, Venerabilis Frater Noster, eiusdem Nationis insignem Filium, nunc Congregationis pro Clericis Praefectum, antea autem archidioecesis Sancti Pauli in Brasilia assiduum Pastorem, cogitationem Nostram admovimus, teque ad hoc munus efficaciter explendum peraptum aestimamus, cum bene iam noverimus sollertem actuositatem tuam pro animarum bono et prudentiam in muneribus tibi commissis.

Quam ob rem, magna permoti fiducia et caritate, te Missum Extraordinarium Nostrum constituimus ad ritum huius XVI Congressus Eucharistici Nationis Brasiliensis diebus XIII-XVI mensis Maii in urbe Brasiliopoli celebrandum. Quo uberiores fidei, spei et caritatis fructus apud cunctum populum fieri possit, Nos legationem tuam ardentibus precibus comitabimur; tu vero verba et desideria Nostra ibi transmittenda curabis et universos christifideles ad constantem Eucharistiae cultum sollicito animo cohortaberis.

Mens Nostra est ut omnes tuae Nationis Pastores christifideles cohortentur ut Eucharisticam celebrationem maxime Dominico die conferta acie participent, reconciliationis sacramento abluantur, sacro ibidem reficiantur convivio. Quos quidem hortamur ut sacerdotes suos plurimi existiment, qui a Domino electi sunt et constituti Eucharistiae ministri, atque Dei Filius "quotidie descendit de sinu Patris super altare in manibus sacerdotis" (S. Franciscus Assisiensis, Admonitiones I,18).

Legationem tuam totumque Congressum enixe committimus validae intercessioni Beatae Virginis Mariae de Aparecida. Benedictionem demum Apostolicam, caelestis gratiae nuntiam et propensae Nostrae voluntatis testem, quam tibi imprimis libenter impertimus, volumus nomine Nostro cunctis Pastoribus, religiosis viris et mulieribus, christifidelibus, civilibus auctoritatibus et omnibus celebrationes participantibus peramanter largiaris.

Ex Aedibus Vaticanis, die XIX mensis Aprilis, anno MMX, Pontificatus Nostri sexto.

BENEDICTUS PP.XVI
+PetaloNero+
00mercoledì 5 maggio 2010 15:57
UDIENZA GENERALE

Piazza San Pietro
Mercoledì, 5 maggio 2010

vod.vatican.va/udienza05052010.mov



Munus sanctificandi

Cari fratelli e sorelle,

domenica scorsa, nella mia Visita Pastorale a Torino, ho avuto la gioia di sostare in preghiera davanti alla sacra Sindone, unendomi agli oltre due milioni di pellegrini che durante la solenne Ostensione di questi giorni, hanno potuto contemplarla. Quel sacro Telo può nutrire ed alimentare la fede e rinvigorire la pietà cristiana, perché spinge ad andare al Volto di Cristo, al Corpo del Cristo crocifisso e risorto, a contemplare il Mistero Pasquale, centro del Messaggio cristiano. Del Corpo di Cristo risorto, vivo e operante nella storia (cfr Rm 12,5), noi, cari fratelli e sorelle, siamo membra vive, ciascuno secondo la propria funzione, con il compito cioè che il Signore ha voluto affidarci. Oggi, in questa catechesi, vorrei ritornare ai compiti specifici dei sacerdoti, che, secondo la tradizione, sono essenzialmente tre: insegnare, santificare e governare. In una delle catechesi precedenti ho parlato sulla prima di queste tre missioni: l’insegnamento, l’annuncio della verità, l’annuncio del Dio rivelato in Cristo, o – con altre parole – il compito profetico di mettere l’uomo in contatto con la verità, di aiutarlo a conoscere l’essenziale della sua vita, della realtà stessa.

Oggi vorrei soffermarmi brevemente con voi sul secondo compito che ha il sacerdote, quello di santificare gli uomini, soprattutto mediante i Sacramenti e il culto della Chiesa. Qui dobbiamo innanzitutto chiederci: Che cosa vuol dire la parola “Santo”? La risposta è: “Santo” è la qualità specifica dell’essere di Dio, cioè assoluta verità, bontà, amore, bellezza – luce pura. Santificare una persona significa quindi metterla in contatto con Dio, con questo suo essere luce, verità, amore puro. E’ ovvio che tale contatto trasforma la persona. Nell’antichità c’era questa ferma convinzione: Nessuno può vedere Dio senza morire subito. Troppo grande è la forza di verità e di luce! Se l’uomo tocca questa corrente assoluta, non sopravvive. D’altra parte c’era anche la convinzione: Senza un minimo contatto con Dio l’uomo non può vivere. Verità, bontà, amore sono condizioni fondamentali del suo essere. La questione è: Come può trovare l’uomo quel contatto con Dio, che è fondamentale, senza morire sopraffatto dalla grandezza dell’essere divino? La fede della Chiesa ci dice che Dio stesso crea questo contatto, che ci trasforma man mano in vere immagini di Dio.

Così siamo di nuovo arrivati al compito del sacerdote di “santificare”. Nessun uomo da sé, a partire dalla sua propria forza può mettere l’altro in contatto con Dio. Parte essenziale della grazia del sacerdozio è il dono, il compito di creare questo contatto. Questo si realizza nell’annuncio della parola di Dio, nella quale la sua luce ci viene incontro. Si realizza in un modo particolarmente denso nei Sacramenti. L’immersione nel Mistero pasquale di morte e risurrezione di Cristo avviene nel Battesimo, è rafforzata nella Confermazione e nella Riconciliazione, è alimentata dall’Eucaristia, Sacramento che edifica la Chiesa come Popolo di Dio, Corpo di Cristo, Tempio dello Spirito Santo (cfr GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. Pastores gregis, n. 32). E’ quindi Cristo stesso che rende santi, cioè ci attira nella sfera di Dio. Ma come atto della sua infinita misericordia chiama alcuni a “stare” con Lui (cfr Mc 3,14) e diventare, mediante il Sacramento dell’Ordine, nonostante la povertà umana, partecipi del suo stesso Sacerdozio, ministri di questa santificazione, dispensatori dei suoi misteri, “ponti” dell’incontro con Lui, della sua mediazione tra Dio e gli uomini e tra gli uomini e Dio (cfr PO, 5).

Negli ultimi decenni, vi sono state tendenze orientate a far prevalere, nell’identità e nella missione del sacerdote, la dimensione dell’annuncio, staccandola da quella della santificazione; spesso si è affermato che sarebbe necessario superare una pastorale meramente sacramentale. Ma è possibile esercitare autenticamente il Ministero sacerdotale “superando” la pastorale sacramentale? Che cosa significa propriamente per i sacerdoti evangelizzare, in che cosa consiste il cosiddetto primato dell’annuncio? Come riportano i Vangeli, Gesù afferma che l’annuncio del Regno di Dio è lo scopo della sua missione; questo annuncio, però, non è solo un “discorso”, ma include, nel medesimo tempo, il suo stesso agire; i segni, i miracoli che Gesù compie indicano che il Regno viene come realtà presente e che coincide alla fine con la sua stessa persona, con il dono di se, come abbiamo sentito oggi nella lettura del Vangelo. E lo stesso vale per il ministro ordinato: egli, il sacerdote, rappresenta Cristo, l’Inviato del Padre, ne continua la sua missione, mediante la “parola” e il “sacramento”, in questa totalità di corpo e anima, di segno e parola. Sant’Agostino, in una lettera al Vescovo Onorato di Thiabe, riferendosi ai sacerdoti afferma: “Facciano dunque i servi di Cristo, i ministri della parola e del sacramento di Lui, ciò che egli comandò o permise” (Epist. 228, 2). E’ necessario riflettere se, in taluni casi, l’aver sottovalutato l’esercizio fedele del munus sanctificandi, non abbia forse rappresentato un indebolimento della stessa fede nell’efficacia salvifica dei Sacramenti e, in definitiva, nell’operare attuale di Cristo e del suo Spirito, attraverso la Chiesa, nel mondo.

Chi dunque salva il mondo e l’uomo? L’unica risposta che possiamo dare è: Gesù di Nazaret, Signore e Cristo, crocifisso e risorto. E dove si attualizza il Mistero della morte e risurrezione di Cristo, che porta la salvezza? Nell’azione di Cristo mediante la Chiesa, in particolare nel Sacramento dell’Eucaristia, che rende presente l’offerta sacrificale redentrice del Figlio di Dio, nel Sacramento della Riconciliazione, in cui dalla morte del peccato si torna alla vita nuova, e in ogni altro atto sacramentale di santificazione (cfr PO, 5). E’ importante, quindi, promuovere una catechesi adeguata per aiutare i fedeli a comprendere il valore dei Sacramenti, ma è altrettanto necessario, sull’esempio del Santo Curato d’Ars, essere disponibili, generosi e attenti nel donare ai fratelli i tesori di grazia che Dio ha posto nelle nostre mani, e dei quali non siamo i “padroni”, ma custodi ed amministratori. Soprattutto in questo nostro tempo, nel quale, da un lato, sembra che la fede vada indebolendosi e, dall’altro, emergono un profondo bisogno e una diffusa ricerca di spiritualità, è necessario che ogni sacerdote ricordi che nella sua missione l’annuncio missionario e il culto e i sacramenti non sono mai separati e promuova una sana pastorale sacramentale, per formare il Popolo di Dio e aiutarlo a vivere in pienezza la Liturgia, il culto della Chiesa, i Sacramenti come doni gratuiti di Dio, atti liberi ed efficaci della sua azione di salvezza.

Come ricordavo nella santa Messa Crismale di quest’anno: “Centro del culto della Chiesa è il Sacramento. Sacramento significa che in primo luogo non siamo noi uomini a fare qualcosa, ma Dio in anticipo ci viene incontro con il suo agire, ci guarda e ci conduce verso di Sé. (...) Dio ci tocca per mezzo di realtà materiali (...) che Egli assume al suo servizio, facendone strumenti dell’incontro tra noi e Lui stesso” (S. Messa Crismale, 1 aprile 2010). La verità secondo la quale nel Sacramento “non siamo noi uomini a fare qualcosa” riguarda, e deve riguardare, anche la coscienza sacerdotale: ciascun presbitero sa bene di essere strumento necessario all’agire salvifico di Dio, ma pur sempre strumento. Tale coscienza deve rendere umili e generosi nell’amministrazione dei Sacramenti, nel rispetto delle norme canoniche, ma anche nella profonda convinzione che la propria missione è far sì che tutti gli uomini, uniti a Cristo, possano offrirsi a Dio come ostia viva e santa a Lui gradita (cfr Rm 12,1). Esemplare, circa il primato del munus sanctificandi e della giusta interpretazione della pastorale sacramentale, è ancora san Giovanni Maria Vianney, il quale, un giorno, di fronte ad un uomo che diceva di non aver fede e desiderava discutere con lui, il parroco rispose: “Oh! amico mio, v’indirizzate assai male, io non so ragionare... ma se avete bisogno di qualche consolazione, mettetevi là... (il suo dito indicava l’inesorabile sgabello [del confessionale]) e credetemi, che molti altri vi si sono messi prima di voi, e non ebbero a pentirsene” (cfr Monnin A., Il Curato d’Ars. Vita di Gian-Battista-Maria Vianney, vol. I, Torino 1870, pp. 163-164).

Cari sacerdoti, vivete con gioia e con amore la Liturgia e il culto: è azione che il Risorto compie nella potenza dello Spirito Santo in noi, con noi e per noi. Vorrei rinnovare l’invito fatto recentemente a “tornare al confessionale, come luogo nel quale celebrare il Sacramento della Riconciliazione, ma anche come luogo in cui ‘abitare’ più spesso, perché il fedele possa trovare misericordia, consiglio e conforto, sentirsi amato e compreso da Dio e sperimentare la presenza della Misericordia Divina, accanto alla Presenza reale nell’Eucaristia” (Discorso alla Penitenzieria Apostolica, 11 marzo 2010). E vorrei anche invitare ogni sacerdote a celebrare e vivere con intensità l’Eucaristia, che è nel cuore del compito di santificare; è Gesù che vuole stare con noi, vivere in noi, donarci se stesso, mostrarci l’infinita misericordia e tenerezza di Dio; è l’unico Sacrificio di amore di Cristo che si rende presente, si realizza tra di noi e giunge fino al trono della Grazia, alla presenza di Dio, abbraccia l’umanità e ci unisce a Lui (cfr Discorso al Clero di Roma, 18 febbraio 2010). E il sacerdote è chiamato ad essere ministro di questo grande Mistero, nel Sacramento e nella vita. Se “la grande tradizione ecclesiale ha giustamente svincolato l’efficacia sacramentale dalla concreta situazione esistenziale del singolo sacerdote, e così le legittime attese dei fedeli sono adeguatamente salvaguardate”, ciò non toglie nulla “alla necessaria, anzi indispensabile tensione verso la perfezione morale, che deve abitare ogni cuore autenticamente sacerdotale”: c’è anche un esempio di fede e di testimonianza di santità, che il Popolo di Dio si attende giustamente dai suoi Pastori (cfr Benedetto XVI, Discorso alla Plenaria della Congr. per il Clero, 16 marzo 2009). Ed è nella celebrazione dei Santi Misteri che il sacerdote trova la radice della sua santificazione (cfr PO, 12-13).

Cari amici, siate consapevoli del grande dono che i sacerdoti sono per la Chiesa e per il mondo; attraverso il loro ministero, il Signore continua a salvare gli uomini, a rendersi presente, a santificare. Sappiate ringraziare Dio, e soprattutto siate vicini ai vostri sacerdoti con la preghiera e con il sostegno, specialmente nelle difficoltà, affinché siano sempre più Pastori secondo il cuore di Dio. Grazie.


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Saluti:

Je suis heureux de vous accueillir chers pèlerins francophones particulièrement les étudiants et les paroissiens présents. Je salue aussi chaleureusement les Camerounais qui sont parmi nous. Que Dieu vous bénisse!

I offer a cordial welcome to the English-speaking visitors and pilgrims present at today’s Audience. My warm greetings go to the teachers and students of the Institute of Saint Joseph in Copenhagen. Upon all of you, including those from England, Scotland, Canada, Indonesia and the United States of America, I invoke Almighty God’s blessings of joy and peace!

I send cordial greetings to all who will be taking part in the Congress on the Family in Jönköping, Sweden, later this month. Your message to the world is truly a message of joy, because God’s gift to us of marriage and family life enables us to experience something of the infinite love that unites the three divine persons – Father, Son and Holy Spirit. Human beings, made in the image and likeness of God, are made for love – indeed at the core of our being, we long to love and to be loved in return. Only God’s love can fully satisfy our deepest needs, and yet through the love of husband and wife, the love of parents and children, the love of siblings for one another, we are offered a foretaste of the boundless love that awaits us in the life to come. Marriage is truly an instrument of salvation, not only for married people but for the whole of society. Like any truly worthwhile goal, it places demands upon us, it challenges us, it calls us to be prepared to sacrifice our own interests for the good of the other. It requires us to exercise tolerance and to offer forgiveness. It invites us to nurture and protect the gift of new life. Those of us fortunate enough to be born into a stable family discover there the first and most fundamental school for virtuous living and the qualities of good citizenship. I encourage all of you in your efforts to promote a proper understanding and appreciation of the inestimable good that marriage and family life offer to human society. May God bless all of you.

Von Herzen heiße ich alle Pilger und Besucher deutscher Sprache willkommen und heute besonders auch die Familien und Freunde der neuen Rekruten der Schweizergarde. Mit Freude grüße ich ebenfalls die Wallfahrer aus dem Bistum Roermond mit Bischof Wiertz und Weihbischof De Jong, die aus Anlaß des 450jährigen Bestehens ihrer Diözese zu den Gräbern der Apostelfürsten gepilgert sind. Euch alle ermutige ich, auf dem Weg der Heiligung durch den häufigen Empfang des Sakraments der Versöhnung und der Eucharistie voranzuschreiten. Der Heilige Geist mache euch alle zu Boten der Liebe Christi.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los venidos de España, República Dominicana, Costa Rica, Argentina, México, Ecuador y otros países latinoamericanos. Invito a todos a acompañar con vuestra plegaria y afecto a los sacerdotes, por medio de los cuales Cristo se hace verdaderamente presente y nos salva. Muchas gracias.

Uma saudação cordial aos grupos do Brasil, designadamente aos fiéis do Santuário Nossa Senhora da Piedade, em Botucatu, e demais peregrinos de língua portuguesa. Com a Virgem Maria, neste mês que Lhe é especialmente dedicado, imploremos o Espírito de Amor sobre todos os sacerdotes para que sejam pastores segundo o coração de Deus. Sobre vós, vossas famílias e paróquias, desça a minha Bênção.
Aproveito este momento para enviar uma saudação particular ao querido povo de Portugal, país com uma história muito ligada ao Papa, bispo de Roma. Para lá partirei na próxima terça-feira, aceitando o convite que me foi feito pelo Senhor Presidente da República e pela Conferência Episcopal Portuguesa. Sinto-me muito feliz por poder visitar as «Terras de Santa Maria», no décimo aniversário da beatificação dos Pastorinhos de Fátima, Francisco e Jacinta Marto. A todos, sem excluir ninguém, saúdo cordialmente. Até breve, em Lisboa, Fátima e Porto!

Saluto in lingua polacca:

Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. W sposób szczególny pozdrawiam profesorów i alumnów Wyższego Seminarium Duchownego w Kielcach. Niech Pan da Wam moc i światło Ducha Świętego, abyście w pełni żyli tajemnicą kapłaństwa. Wszystkim tu obecnym życzę wielu łask Bożych i z serca błogosławię.

Traduzione italiana:

Un cordiale saluto rivolgo ai polacchi. In modo particolare saluto i professori e gli alunni del Seminario Maggiore di Kielce. Il Signore vi dia la forza e la luce dello Spirito Santo, affinché possiate vivere in pienezza il mistero del sacerdozio. A tutti qui presenti auguro tante grazie di Dio e benedico di cuore.

Saluto in lingua slovacca:

S láskou vítam slovenských pútnikov, osobitne z Topoľčian.
Bratia a sestry, vaša návšteva Ríma počas Veľkonočného obdobia nech je pre každého z vás príležitosťou na pravú duchovnú obnovu. Oslávený Pán nech vás sprevádza svojim pokojom. Rád vás žehnám. Pochválený buď Ježiš Kristus!

Traduzione italiana:

Con affetto do un benvenuto ai pellegrini slovacchi, specialmente a quelli provenienti da Topoľčany.
Fratelli e sorelle, la vostra visita a Roma nel Tempo di Pasqua sia per ognuno di voi occasione di autentico rinnovamento spirituale. Il Signore Risorto vi accompagni con la sua pace. Volentieri vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!

Saluto in lingua ucraina: .

Звертаюсь із щирим вітанням до українських паломників, зокрема, до католицької молоді, яку закликаю бути сміливими свідками воскреслого Христа. Також вітаю спільноту Полтавської православної семінарії. Усім уділяю своє благословення. Христос Воскрес!

Traduzione italiana:

Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini ucraini, in particolare ai giovani cattolici che esorto ad essere coraggiosi testimoni di Cristo risorto. Saluto altresì la comunità del Seminario ortodosso di Poltava. A tutti la mia benedizione. Cristo è risorto!

Saluto in lingua ceca:

Vítám poutníky z Lipova a Uherského Brodu!
Milovaní, žijte velikonočním tajemstvím: radujte se a čerpejte sílu z Kristova kříže a zmrtvýchvstání.
Z celého srdce vám žehnám. Chvála Kristu!

Traduzione italiana:

Do il mio benvenuto ai pellegrini di Lipov e di Uherské Hradiště!
Carissimi, vivete del Mistero Pasquale: traete forza dalla Croce di Cristo e dalla Risurrezione.
Vi benedico di cuore! Sia lodato Gesù Cristo!

Saluto in lingua ungherese:

Nagy szeretettel köszöntöm a magyar zarándokokat, különösen azokat, akik Budapestről, Bágyogszovátról és Fertőszentmiklósról érkeztek.
A Szűzanya hónapjában Máriára, az Egyház Anyjára bízlak titeket. Ő legyen veletek az igazi békét kereső életutatokon.
Szívesen adom rátok apostoli áldásomat. Dicsértessék a Jézus Krisztus!

Traduzione italiana:

Con grande affetto do il benvenuto ai pellegrini ungheresi, specialmente coloro che sono arrivati da Budapest, Bágyogszovát és Fertőszentmiklós. In questo mese mariano di maggio voglio affidarvi alla Madonna – Madre della Chiesa. Ella vi accompagni nella ricerca della vera pace.
Volentieri benedico voi ed i vostri cari in Patria. Sia lodato Gesù Cristo!


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APPELLO

Il 3 maggio scorso si sono aperti a New York, i lavori dell'ottava Conferenza di Esame del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari. Il processo verso un disarmo nucleare concertato e sicuro è strettamente connesso con il pieno e sollecito adempimento dei relativi impegni internazionali. La pace, infatti, riposa sulla fiducia e sul rispetto degli obblighi assunti, e non soltanto sull'equilibrio delle forze. In tale spirito, incoraggio le iniziative che perseguono un progressivo disarmo e la creazione di zone libere dalle armi nucleari, nella prospettiva della loro completa eliminazione dal pianeta. Esorto, infine, tutti i partecipanti alla riunione di New York a superare i condizionamenti della storia e a tessere pazientemente la trama politica ed economica della pace, per aiutare lo sviluppo umano integrale e le autentiche aspirazioni dei Popoli.

* * *

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i fedeli della diocesi di Brescia accompagnati dal loro Vescovo Mons. Luciano Monari, qui convenuti per ricambiare la visita che ho avuto la gioia di compiere in terra bresciana nel novembre scorso, sulle orme del Servo di Dio Paolo VI. Cari amici, vi rinnovo la mia gratitudine per l’affetto con cui mi avete accolto, ed auspico che quell’importante evento ecclesiale continui a segnare le vostre comunità, producendo numerosi frutti di bene. Saluto i religiosi Mercedari, che stanno celebrando il Capitolo generale, e li esorto a trasmettere sempre con la testimonianza della loro vita la gioia della corrispondenza generosa e fedele alla divina chiamata.

Saluto infine i giovani, i malati e gli sposi novelli. Cari giovani, specialmente voi studenti di Palermo, con la vostra presenza testimoniate la fede in Gesù Cristo che vi chiama a edificare insieme con i vostri Pastori la sua Chiesa, ciascuno secondo la propria responsabilità. Corrispondete con generosità al suo invito. Cari malati, anche voi siete qui oggi per compiere un atto di fede e di comunione ecclesiale. Il peso giornaliero delle vostre sofferenze, se offerto a Gesù Cristo Crocifisso, vi dà la possibilità di cooperare alla salvezza vostra e del mondo. E voi pure, cari sposi novelli, con la vostra unione siete chiamati ad essere espressione dell’amore che lega Cristo alla Chiesa. Siate sempre coscienti dell’alta missione a cui vi impegna il Sacramento che avete ricevuto.



© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana
+PetaloNero+
00giovedì 6 maggio 2010 16:02
LE UDIENZE

Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Udienza:

S.E. la Signora Doris Leuthard, Presidente della Confederazione Elvetica, e Seguito;

Sua Altezza Sheikh Sabah Al-Ahmad Al-Jaber Al-Sabah, Emiro dello Stato del Kuwait, e Seguito.

Il Papa riceve questa mattina in Udienza:

Ecc.mi Presuli della Conferenza Episcopale del Belgio, in Visita "ad Limina Apostolorum":

S.E. Mons. André-Joseph Léonard, Arcivescovo di Mechelen-Brussel

con gli Ausiliari:

S.E. Mons. Rémy Victor Vancottem, Vescovo tit. di Unizibira,

S.E. Mons. Jozef De Kesel, Vescovo tit. di Bulna;

S.E. Mons. Johan Jozef Bonny, Vescovo di Antwerpen.









RINUNCE E NOMINE


RINUNCIA DI AUSILIARE DI DERRY (IRLANDA)

Il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato la rinuncia all’ufficio di Ausiliare della diocesi di Derry (Irlanda), presentata da S.E. Mons. Francis Lagan, in conformità ai canoni 411 e 401 del Codice di Diritto Canonico.



RINUNCIA E SUCCESSIONE DEL VESCOVO DI ONDO (NIGERIA)

Il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Ondo (Nigeria), presentata da S.E. Mons. Francis Folorunsho Clement Alonge, in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico.

Gli succede S.E. Mons. Jude Ayodeji Arogundade, Coadiutore della medesima diocesi.



RINUNCIA DEL VESCOVO DI CLOGHER (IRLANDA) E NOMINA DEL SUCCESSORE

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Clogher (Irlanda), presentata da S.E. Mons. Joseph Duffy, in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico.

Il Papa ha nominato Vescovo di Clogher (Irlanda) il Rev.do Mons. Liam MacDaid, della diocesi di Clogher, finora Cancelliere della Curia.

Rev.do Mons. Liam MacDaid

Il Rev.do Mons. Liam MacDaid è nato a Bundoran, Co Donegal, nella diocesi di Clogher (Irlanda), il 19 luglio 1945. Ha svolto gli studi secondari al St. Macartan's College di Monaghan e quelli di filosofia e teologia presso il St. Patrick’s College di Maynooth.

È stato ordinato sacerdote il 15 giugno 1969 per la diocesi di Clogher.

Dopo l'ordinazione, su incarico del Vescovo, ha conseguito il Diploma di Istruzione Superiore per poter insegnare al St. Macartan's College del quale, nel 1981, divenne Preside.

Dopo tre anni di esperienza pastorale in una parrocchia dell'Irlanda del Nord, nel 1993 è stato nominato Cancelliere e Segretario diocesano, con la responsabilità di guida anche di una piccola parrocchia vicina alla cattedrale.

Il 27 febbraio 2002 è stato nominato Cappellano di Sua Santità.



NOMINA DEL SOTTO-SEGRETARIO DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA PASTORALE PER I MIGRANTI E GLI ITINERANTI

Il Santo Padre ha nominato Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti il Rev.do Padre Gabriele Ferdinando Bentoglio, C.S., Procuratore Generale e Segretario Generale della Congregazione dei Missionari di San Carlo (Scalabriniani).
+PetaloNero+
00giovedì 6 maggio 2010 16:02
COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE: UDIENZA AL PRESIDENTE DELLA CONFEDERAZIONE ELVETICA

Questa mattina, il Santo Padre ha ricevuto in udienza S.E. la Sig.ra Doris Leuthard, Presidente della Confederazione Elvetica, la quale si è successivamente incontrata con l’Em.mo Card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità, accompagnato da Sua Eccellenza Mons. Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Durante i cordiali colloqui, oltre a ricordare la partecipazione del Presidente all’odierno giuramento dei nuovi membri della Guardia Svizzera Pontificia, sono stati toccati temi che riguardano la vita socio-economica e questioni attinenti all’attuale situazione internazionale, con particolare riferimento al dialogo interreligioso.
+PetaloNero+
00giovedì 6 maggio 2010 16:02
COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE: UDIENZA ALL’EMIRO DEL KUWAIT


Oggi, 6 maggio 2010, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto l’Emiro dello Stato di Kuwait, Sua Altezza Sheikh Sabah Al Ahmad Al Jaber Al Sabah, il quale, successivamente, ha incontrato Sua Eminenza il Signor Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, accompagnato da Sua Eccellenza Mons. Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Nel corso dei cordiali colloqui sono stati passati in rassegna alcuni temi di comune interesse, con particolare riferimento alla promozione della pace nella Regione del Medio Oriente e del dialogo interreligioso. In seguito, si è rilevato il positivo contributo che la significativa minoranza cristiana apporta alla società kuwaitiana e ci si è soffermati sulle particolari necessità di tale minoranza.
+PetaloNero+
00venerdì 7 maggio 2010 15:45
LE UDIENZE

Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Udienza:

S.E. il Sig. Mikheil Saakashvili, Presidente della Georgia, con la Consorte, e Seguito;

S.E. Mons. Lucas Van Looy, S.D.B., Vescovo di Gent (Belgio), in Visita "ad Limina Apostolorum";

Mons. Koen Vanhoutte, Amministratore Diocesano di Brugge, in Visita "ad Limina Apostolorum".

Il Papa riceve questa mattina in Udienza:

Reclute della Guardia Svizzera Pontificia, con i Genitori, in occasione del Giuramento;

S.E. Mons. Valentino Di Cerbo, Vescovo di Alife-Caiazzo (Italia), con i Familiari.




+PetaloNero+
00venerdì 7 maggio 2010 15:46
COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE: UDIENZA AL PRESIDENTE DELLA GEORGIA


Questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto Sua Eccellenza Mikhail Saakashvili, Presidente di Georgia. Successivamente, il medesimo Capo di Stato ha avuto un colloquio con Sua Eminenza il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, che era accompagnato da Sua Eccellenza Mons. Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Gli incontri hanno permesso di affrontare varie questioni bilaterali e di rilievo della vita della Georgia, rinnovando l’impegno delle Parti a favore degli scambi interculturali. Si è riconosciuto, in particolare, il positivo contributo umanitario operato dalla Caritas nei confronti di tutta la popolazione e si è incoraggiata la pacifica convivenza tra i credenti delle diverse religioni in favore del bene comune. Per quanto concerne la situazione nella Regione, si è auspicato che ogni difficoltà venga risolta attraverso il dialogo ed il negoziato tra le istanze interessate.






UDIENZA ALLA GUARDIA SVIZZERA PONTIFICIA IN OCCASIONE DEL GIURAMENTO DELLE NUOVE GUARDIE

Alle ore 12 di questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI riceve in Udienza il Corpo della Guardia Svizzera Pontificia, in occasione del giuramento delle reclute, accompagnate dai Familiari, e rivolge loro il discorso che riportiamo di seguito:


DISCORSO DEL SANTO PADRE

Sehr geehrter Herr Kommandant, hochwürdiger Herr Kaplan,

liebe Gardisten, liebe Familienangehörige!

Mit Freude heiße ich Sie alle willkommen und grüße besonders die neuen Rekruten, die sich in Begleitung ihrer Angehörigen und Freunde hier eingefunden haben.

Ihr könnt mit Recht darauf stolz sein, daß ihr euch durch den Eid, den ihr eben geleistet habt, einem Gardecorps mit einer langen Geschichte angeschlossen habt. Kaum habt ihr die bekannte Uniform angelegt, seid ihr sogleich für alle als Schweizergardisten sichtbar, man erkennt euch und bringt euch Achtung entgegen. Von diesem Tag an kommen euch auch der über Jahrhunderte hinweg gesammelte Sachverstand und all jene Mittel zugute, die euch für die Erfüllung eurer Aufgabe zur Verfügung gestellt werden. Was euch heute übergeben wird, macht euch zu Wächtern einer Tradition und zu Trägern eines euch anvertrauten praktischen Wissens. Es ist eure Aufgabe, dies weiterzuführen und zur Geltung zu bringen. Daran wird eure Verantwortung gemessen, und das ruft euch zu einer großzügigen Selbsthingabe auf. Der Nachfolger Petri sieht in euch eine wirkliche Stütze und er vertraut sich eurer Wachsamkeit an. Es ist mein aufrichtiger Wunsch, daß euch durch diesen Gardedienst hindurch das von euren Vorgängern empfangene Erbe trägt und als Menschen und Christen reifen läßt.

En entrant dans la Garde Suisse Pontificale, vous êtes d'une façon indirecte mais réelle associés au service de Pierre dans l'Église. À partir d'aujourd'hui, dans votre méditation de la Parole de Dieu, je vous invite à prêter une grande attention à l'apôtre Pierre lorsque celui-ci, après la résurrection du Christ, s'attache à remplir la mission que le Seigneur lui a confiée. Ces passages de l'Écriture éclaireront le sens de votre noble engagement, et cela d'une façon singulière aux heures possibles de lassitude ou de fatigue. Dans le livre des

Actes des Apôtres,nous lisons que Pierre parcourait toute la Judée, pour visiter les fidèles (cf. Ac 9, 32). Le premier des Apôtres manifeste de la sorte concrètement sa sollicitude pour tous. Le Pape veut avoir la même attention pour toutes les Églises et pour chaque fidèle, ainsi que pour tout homme qui attend quelque chose de l’Église. Auprès du Successeur de Pierre, la charité qui anime votre âme est provoquée à devenir universelle. Les dimensions de votre cœur sont appelées à s'élargir. Votre service vous poussera à découvrir dans le visage de chaque homme et de chaque femme, un pèlerin qui, sur sa route, attend de rencontrer un autre visage à travers lequel lui soit donné un signe vivant du Seigneur, Maître de toute vie et de toute grâce.

Noi sappiamo che tutto ciò che facciamo per il Nome di Gesù, per quanto sia umile, ci trasforma e ci configura un po’ di più all’uomo nuovo rigenerato in Cristo. Così il vostro servizio in favore del ministero petrino vi darà un senso più vivo della cattolicità, insieme con una percezione più profonda della dignità dell’uomo che passa vicino a voi e che cerca nell’intimo di se stesso la via della vita eterna. Vissuto con coscienza professionale e con senso soprannaturale, il vostro compito vi preparerà anche agli impegni futuri, personali e pubblici, che voi prenderete quando lascerete il servizio, e vi permetterà di assumerli quali veri discepoli del Signore.

Invocando l’intercessione della Beata Vergine Maria e dei vostri santi Patroni Sebastiano, Martino e Nicola di Flüe, imparto di cuore un’affettuosa Benedizione Apostolica a voi, alle vostre famiglie, agli amici e a tutte le persone venute a farvi corona nel momento del vostro giuramento.
+PetaloNero+
00sabato 8 maggio 2010 00:45
Discorso di Benedetto XVI alla Guardia Svizzera Pontificia
“Voi siete, in modo indiretto ma reale, associati al servizio di Pietro nella Chiesa”



ROMA, venerdì, 7 maggio 2010, (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il discorso pronunciato da Benedetto XVI nel ricevere questo venerdì in Vaticano le nuove reclute della Guardia Svizzera Pontificia, insieme ai loro familiari.

* * *

[In tedesco]

[Carissimo signor Comandante, reverendo Cappellano, care Guardie, cari familiari!

Con gioia porgo a tutti il benvenuto e saluto in particolare le nuove reclute, convenute qui insieme con i loro parenti e amici.

A ragione potete essere orgogliosi del fatto che grazie al giuramento che avete prestato, siete entrati a far parte di un corpo di guardia che ha una lunga storia. Avete appena indossato la famosa uniforme, apparite a tutti come Guardie Svizzere, le persone vi riconoscono e vi prestano attenzione. Da oggi in poi beneficerete della competenza secolare e di tutti gli strumenti a disposizione per lo svolgimento del vostro compito. Ciò che oggi vi viene trasmesso vi rende custodi di una tradizione e portatori di una conoscenza pratica a voi affidata. È vostro compito proseguirle e farle valere. Con questo si misurerà la vostra responsabilità e ciò vi chiama a uno straordinario dono di voi stessi. Il Successore di Pietro vede in voi un vero sostegno e si affida alla vostra vigilanza. Desidero sinceramente che attraverso questo servizio di guardia portiate l'eredità ricevuta dai vostri predecessori e maturiate come uomini e come cristiani.

[In francese]

Entrando nella Guardia Svizzera Pontificia, voi siete, in modo indiretto ma reale, associati al servizio di Pietro nella Chiesa. A partire da oggi, nella vostra meditazione della Parola di Dio, vi invito a prestare grande attenzione all'apostolo Pietro quando, dopo la risurrezione di Cristo, s'impegna a compiere la missione che il Signore gli ha affidato. Questi passaggi della Scrittura illumineranno il senso del vostro nobile compito, e ciò in un modo particolare nei momenti di abbattimento o di stanchezza. Nel libro degli Atti degli Apostoli, leggiamo che Pietro percorreva tutta la Giudea per visitare i fedeli (cfr. At 9, 32). Il primo degli Apostoli dimostra così concretamente la sua sollecitudine per tutti. Il Papa vuole avere la stessa attenzione per tutte le Chiese e per ogni fedele, e anche per ogni uomo che si aspetta qualcosa dalla Chiesa. Presso il Successore di Pietro, la carità che anima il vostro animo è spinta a divenire universale. Le dimensioni del vostro cuore sono chiamate ad allargarsi. Il vostro servizio vi spingerà a scoprire nel volto di ogni uomo e di ogni donna, un pellegrino che, lungo la via, attende di incontrare un altro volto attraverso il quale gli venga dato un segno vivo del Signore di ogni vita e di ogni grazia.

[In italiano]

Noi sappiamo che tutto ciò che facciamo per il Nome di Gesù, per quanto sia umile, ci trasforma e ci configura un po' di più all'uomo nuovo rigenerato in Cristo. Così il vostro servizio in favore del ministero petrino vi darà un senso più vivo della cattolicità, insieme con una percezione più profonda della dignità dell'uomo che passa vicino a voi e che cerca nell'intimo di se stesso la via della vita eterna. Vissuto con coscienza professionale e con senso soprannaturale, il vostro compito vi preparerà anche agli impegni futuri, personali e pubblici, che voi prenderete quando lascerete il servizio, e vi permetterà di assumerli quali veri discepoli del Signore. Invocando l'intercessione della Beata Vergine Maria e dei vostri santi Patroni Sebastiano, Martino e Nicola di Flüe, imparto di cuore un'affettuosa Benedizione Apostolica a voi, alle vostre famiglie, agli amici e a tutte le persone venute a farvi corona nel momento del vostro giuramento.

[Traduzione del testo plurilingue a cura de L'Osservatore Romano]

+PetaloNero+
00sabato 8 maggio 2010 15:26
LE UDIENZE

Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Udienza:

Ecc.mi Presuli della Conferenza Episcopale del Belgio, in Visita "ad Limina Apostolorum":
S.E. Mons. Patrick Hoogmartens, Vescovo di Hasselt;
S.E. Mons. Aloysius Jousten, Vescovo di Liège;
S.E. Mons. Guy Harpigny, Vescovo di Tournai;
Mons. Jean-Marie Huet, Amministratore Diocesano di Namur
con l’Ausiliare: S.E. Mons. Pierre Warin, Vescovo tit. di Tongeren.

Il Papa riceve questa mattina in Udienza:
Gruppo degli Ecc.mi Presuli della Conferenza Episcopale del Belgio, in Visita "ad Limina Apostolorum".

Il Santo Padre riceve questo pomeriggio in Udienza:
Em.mo Card. Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.







RINUNCE E NOMINE




RINUNCIA DEL VESCOVO DI AUGSBURG (GERMANIA) E ORDINARIO MILITARE PER LA REPUBBLICA FEDERALE DI GERMANIA

Il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Augsburg (Gemania), presentata da S.E. Mons. Walter Mixa, in conformità al can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico e la rinuncia all’ufficio di Ordinario Militare per la Repubblica Federale di Germania, presentata dal medesimo Ecc.mo Mons. Walter Mixa.



RINUNCIA DELL’ARCIVESCOVO METROPOLITA DI GNIEZNO E PRIMATE DELLA POLONIA E NOMINA DEL SUCCESSORE

Il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Gniezno (Polonia), presentata da S.E. Mons. Henryk Józef Muszyński, Primate della Polonia, in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico.

Il Santo Padre ha nominato Arcivescovo Metropolita di Gniezno (Polonia) e Primate della Polonia S.E. Mons. Józef Kowalczyk, finora Arcivescovo titolare di Eraclea e Rappresentante Pontificio in Polonia.

S.E. Mons. Józef Kowalczyk
S.E. Mons. Józef Kowalczyk è nato il 28 agosto 1938 a Jadowniki Mokre (diocesi di Tarnów).
Terminati gli studi presso il Seminario Maggiore Hosianum a Olsztyn è stato ordinato sacerdote il 14 gennaio 1962 e incardinato alla diocesi di Warmia.
Dopo l’ordinazione ha svolto il ministero pastorale come Vicario parrocchiale a Kwidzyń nella parrocchia della Santissima Trinità.
Ha completato la sua formazione teologica presso l’Università Cattolica di Lublino e la Pontificia Università Gregoriana in Roma, conseguendovi nel 1968 il Dottorato in Diritto Canonico.
A Roma ha frequentato per 3 anni lo Studio Rotale conseguendo il diploma di Avvocato rotale. Inoltre, ha ottenuto il diploma di Archivista presso la scuola di Archivistica Vaticana.
Dal 1969 al 1978 è stato Officiale della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
Negli anni 1976-1978 ha accompagnato nei viaggi in Polonia S.E. Mons. Luigi Poggi, Nunzio Apostolico con incarichi speciali.
Negli anni 1978-1989 è stato organizzatore e poi responsabile della Sezione Polacca della Segreteria di Stato.
Il 26 agosto 1989 è stato nominato Arcivescovo titolare di Eraclea e primo Rappresentante Pontificio in Polonia dopo la II guerra mondiale. Ha ricevuto la consacrazione episcopale il 20 ottobre 1989 nella Basilica Vaticana dal Papa Giovanni Paolo II.
È stato il negoziatore e firmatario del Concordato tra la Santa Sede e la Polonia, firmato il 28 luglio 1993 e ratificato dal Parlamento Polacco il 23 febbraio 1998.
Ha coordinato le visite in Polonia di Giovanni Paolo II e quella del Santo Padre Benedetto XVI nel 2006.



NOMINA DI AUSILIARE DI SANTO DOMINGO (REPUBBLICA DOMINICANA)

Il Papa ha nominato Vescovo Ausiliare dell’arcidiocesi di Santo Domingo (Repubblica Dominicana) il Rev.do Victor Emilio Masalles Pere, del clero della medesima arcidiocesi, Parroco di "José da Calasanz" e Docente di Sacra Scrittura, Retorica e Spiritualità nel Pontificio Seminario "San Tommaso d’Aquino" a Santo Domingo, assegnandogli la sede titolare vescovile di Girba.

Rev.do Victor Emilio Masalles Pere
Il Rev.do Victor Emilio Masalles Pere è nato a Barcelona (Spagna) il 28 giugno 1961. Nel 1983 ha frequentato i corsi all’Università Autonoma di Santo Domingo, licenziandosi in economia. Ha compiuto gli studi filosofici e teologici nel Seminario Maggiore di San Tommaso d’Aquino, a Santo Domingo.
Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 7 giugno 1991 nell’arcidiocesi di Santo Domingo.
Dal 1996 al 2001 ha studiato a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana, dove ha ottenuto la Licenza ed il Dottorato in Teologia Biblica, e al Pontificio Ateneo Teresianum dove si è specializzato in Spiritualità.
Nell’arcidiocesi di Santo Domingo ha ricoperto i seguenti uffici: Vicario Parrocchiale dal 1990 al 1991; Parroco della parrocchia di Santa Clara dal 1991 al 1994; Promotore diocesano delle vocazioni adulte dal 1991 al 1994; Cancelliere diocesano dal 1991 al 1994; Vicario Episcopale del Clero dal 2003 al 2006 e Direttore Spirituale del Pontificio Seminario "San Tommaso d’Aquino" dal 2001 al 2002. Dal 2002 al 2006 è ha ricoperto l’incarico di Rettore dello stesso Pontificio Seminario "San Tommaso d’Aquino" a Santo Domingo.
Dal 2001 è Docente di Sacra Scrittura, di Retorica e di Spiritualità presso lo stesso Seminario; e dal 2006 è Parroco della parrocchia di "San José de Calasanz" a Santo Domingo.



NOMINA DEL NUNZIO APOSTOLICO IN INDIA

Il Santo Padre ha nominato Nunzio Apostolico in India S.E. Mons. Salvatore Pennacchio, Arcivescovo titolare di Montemarano, finora Nunzio Apostolico in Thailandia, a Singapore ed in Cambogia e Delegato Apostolico in Myanmar, in Laos, in Malaysia e in Brunei.



NOMINA DI MEMBRO DEL CONSIGLIO SPECIALE PER L’AFRICA DELLA SEGRETERIA GENERALE DEL SINODO DEI VESCOVI

Il Papa ha nominato Membro del Consiglio Speciale per l’Africa della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi S.E. Mons. Kyrillos William, Vescovo di Assiut, Lycopolis dei Copti (Egitto).



NOMINA DI MEMBRI DEL CONSIGLIO SPECIALE PER L’AMERICA DELLA SEGRETERIA GENERALE DEL SINODO DEI VESCOVI

Il Santo Padre ha nominato Membri del Consiglio Speciale per l’America della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi gli Ecc.mi Monsignori: Iván Antonio Marín López, Arcivescovo di Popayán (Colombia) e José Horacio Gómez, Arcivescovo Coadiutore di Los Angeles (U.S.A.).
+PetaloNero+
00sabato 8 maggio 2010 15:26
VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM" DEI PRESULI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DEL BELGIO

Alle ore 12 di questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI incontra gli Ecc.mi Presuli della Conferenza Episcopale del Belgio, ricevuti in questi giorni, in separate udienze, in occasione della Visita "ad Limina Apostolorum", e rivolge loro il discorso che pubblichiamo di seguito:


DISCORSO DEL SANTO PADRE

Chers Frères dans l’Épiscopat,

Je suis heureux de vous souhaiter très cordialement la bienvenue à l’occasion de votre visite ad Limina Apostolorum qui vous conduit en pèlerinage sur la tombe des Apôtres Pierre et Paul. Cette visite est un signe de la communion ecclésiale qui unit la Communauté catholique de Belgique au Saint-Siège. Elle est aussi une occasion heureuse de renforcer cette communion dans l’écoute réciproque, dans la prière commune et dans la charité du Christ surtout en ces temps où votre Eglise elle-même a été éprouvée par le péché. Je remercie vivement Monseigneur André-Joseph Léonard des paroles qu’il m’a adressées en votre nom et au nom de vos communautés diocésaines. Il m’est agréable d’avoir une pensée particulière pour le Cardinal Godfried Danneels qui, pendant plus de trente ans, a conduit l’archidiocèse de Malines-Bruxelles et votre Conférence épiscopale.

À la lecture de vos rapports sur l’état de vos diocèses respectifs, j’ai pu mesurer les transformations qui se poursuivent dans la société belge. Il s’agit de tendances communes à beaucoup de pays européens mais qui ont, chez vous, des caractéristiques propres. Certaines d’entre elles, déjà relevées lors de la précédente visite ad Limina, se sont accentuées. Je me réfère à la diminution du nombre de baptisés qui témoignent ouvertement de leur foi et de leur appartenance à l’Église, à l’élévation progressive de la moyenne d’âge du clergé, des religieux et religieuses, à l’insuffisance des personnes ordonnées ou consacrées engagées dans la pastorale active ou dans les domaines éducatif et social, au nombre restreint de candidats au sacerdoce et à la vie consacrée. La formation chrétienne, surtout celle des jeunes générations, les questions relatives au respect de la vie et à l’institution du mariage et de la famille constituent d’autres points sensibles. On peut encore mentionner les situations complexes et souvent préoccupantes liées à la crise économique, au chômage, à l’intégration sociale des immigrés, à une coexistence apaisée des diverses communautés linguistiques et culturelles de la Nation.

J’ai pu relever combien vous êtes conscients de telles situations et de l’importance d’insister sur une formation religieuse plus solide et plus profonde. J’ai pris connaissance de votre Lettre pastorale, La belle profession de la foi, inscrite dans le cycle Grandir dans la foi. Par cette Lettre, vous avez voulu inciter l’ensemble des fidèles à redécouvrir la beauté de la foi chrétienne. Grâce à la prière et à la réflexion en commun autour des vérités révélées exprimées par le Credo, on redécouvre que la foi ne consiste pas uniquement à accepter un ensemble de vérités et de valeurs, mais d’abord à se confier à Quelqu’un, à Dieu, à L’écouter, à L’aimer, et à Lui parler, enfin à s’engager à son service (cf. p.5).

Un événement significatif, pour aujourd’hui et pour demain, a été la canonisation du P. Damien De Veuster. Ce nouveau saint parle à la conscience des Belges. N’a-t-il pas été désigné comme le fils de la nation le plus illustre de tous les temps ? Sa grandeur, vécue dans le don total de lui-même à ses frères lépreux, au point d’être contaminé et d’en mourir, réside dans sa richesse intérieure, dans sa prière constante, dans son union au Christ qu’il voyait présent dans ses frères et à qui, comme lui, il se donnait sans réserve. En cette Année sacerdotale, il est bon de proposer son exemple sacerdotal et missionnaire, particulièrement aux prêtres et aux religieux. La diminution du nombre de prêtres ne doit pas être perçue comme un processus inévitable. Le Concile Vatican II a affirmé avec force que l’Eglise ne peut se passer du ministère des prêtres. Il est donc nécessaire et urgent de lui donner sa juste place et d’en reconnaître le caractère sacramentel irremplaçable. Il en résulte par conséquent la nécessité d’une ample et sérieuse pastorale des vocations, fondée sur l’exemplarité de la sainteté des prêtres, sur l’attention aux germes de vocation présents chez beaucoup de jeunes et sur la prière assidue et confiante, selon la recommandation de Jésus (cf. Mt 9, 37).

J’adresse un salut cordial et reconnaissant à tous les prêtres et aux personnes consacrées, souvent surchargés de travail et désireux du soutien et de l’amitié de leur Évêque et de leurs confrères, sans oublier les prêtres plus avancés en âge qui ont consacré toute leur vie au service de Dieu et de leurs frères. Je n’oublie pas non plus l’ensemble des missionnaires. Que tous - prêtres, religieux, religieuses et laïcs de Belgique - reçoivent mes encouragements et l’expression de ma gratitude et qu’ils n’oublient pas que c’est le Christ seul qui apaise toute tempête (cf. Mt 8, 25-26) et qui redonne force et courage (cf. Mt 11, 28-30 et Mt 14, 30-32) pour mener une vie sainte en pleine fidélité à leur ministère propre, à leur consécration à Dieu et au témoignage chrétien.

La Constitution Sacrosanctum concilium souligne que c’est dans la liturgie que se manifeste le mystère de l’Église, dans sa grandeur et sa simplicité (cf. n.2). Il est donc important que les prêtres prennent soin des célébrations liturgiques, en particulier de l’Eucharistie, pour qu’elles permettent une communion profonde avec le Dieu Vivant, Père, Fils et Saint-Esprit. Il est nécessaire que les célébrations se déroulent dans le respect de la tradition liturgique de l’Église, avec une participation active des fidèles, selon le rôle qui correspond à chacun d’eux, s’unissant au mystère pascal du Christ.

Dans vos rapports, vous vous montrez attentifs à la formation des laïcs, en vue d’une insertion toujours plus effective dans l’animation des réalités temporelles. C’est là un programme louable, qui naît de la vocation de tout baptisé configuré au Christ prêtre, prophète et roi. Il est bon de discerner toutes les possibilités qui émanent de la vocation commune des laïcs à la sainteté et à l’engagement apostolique, dans le respect de la distinction essentielle entre le sacerdoce ministériel et le sacerdoce commun des fidèles. Tous les membres de la Communauté catholique, mais d’une façon particulière les fidèles laïcs, sont appelés à témoigner ouvertement de leur foi et à être un ferment dans la société, en respectant une saine laïcité des institutions publiques et les autres confessions religieuses. Un tel témoignage ne peut être limité à la seule rencontre personnelle, mais doit aussi assumer les caractéristiques d’une proposition publique, respectueuse mais légitime, des valeurs inspirées par le message évangélique du Christ.

La brièveté de cette rencontre ne me permet pas de développer d’autres thèmes qui me sont chers et que vous avez aussi mentionnés dans vos rapports. Je terminerai donc en vous priant de bien vouloir transmettre à vos Communautés, aux prêtres, aux religieux, aux religieuses et à tous les catholiques de Belgique mes salutations affectueuses, les assurant de ma prière pour eux devant le Seigneur. Que la Vierge Marie, vénérée en de si nombreux sanctuaires de Belgique, vous assiste dans votre ministère et vous protège tous dans sa tendresse maternelle. À vous et à tous les catholiques du Royaume, j’accorde de grand cœur la Bénédiction apostolique.
+PetaloNero+
00domenica 9 maggio 2010 00:43
Una nuova coscienza cristiana per il Belgio
Benedetto XVI ai presuli della Conferenza episcopale in visita “ad limina”



ROMA, sabato, 8 maggio 2010, (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il discorso pronunciato da Benedetto XVI nel ricevere in udienza questo sabato mattina i Vescovi del Belgio in occasione della loro visita “ad limina”.

* * *

Cari Fratelli nell'Episcopato,

sono lieto di porgervi il mio cordiale benvenuto in occasione della vostra visita ad limina Apostolorum che vi ha condotto in pellegrinaggio sulle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo. Questa visita è un segno della comunione ecclesiale che unisce la Comunità cattolica del Belgio alla Santa Sede. È anche una lieta occasione per rafforzare tale comunione nell'ascolto reciproco, nella preghiera comune e nella carità di Cristo, soprattutto in questo tempo in cui la vostra Chiesa è stata essa stessa messa alla prova dal peccato. Ringrazio vivamente Monsignor André-Joseph Léonard per le parole che mi ha rivolto a nome vostro e a nome delle vostre comunità diocesane. Mi è grato avere un pensiero speciale al Cardinale Godfried Danneels che, per oltre trent'anni, ha guidato l'arcidiocesi di Malines-Bruxelles e la vostra conferenza episcopale.

Leggendo i vostri resoconti sullo stato delle vostre rispettive diocesi, ho potuto valutare le trasformazioni in corso nella società belga. Si tratta di tendenze comuni a molti Paesi europei ma che, nel vostro, hanno caratteristiche proprie. Alcune di esse, già rilevate nella precedente visita ad Limina, si sono accentuate. Mi riferisco alla diminuzione del numero dei battezzati che testimoniano apertamente la loro fede e la loro appartenenza alla Chiesa, all'aumento progressivo dell'età media del clero, dei religiosi e delle religiose, al numero insufficiente di persone ordinate o consacrate impegnate nella pastorale attiva o negli ambiti educativo e sociale, al numero limitato dei candidati al sacerdozio e alla vita consacrata. La formazione cristiana, soprattutto quella delle giovani generazioni, le questioni relative al rispetto della vita e all'istituzione del matrimonio e della famiglia, costituiscono altri punti delicati. Si possono altresì menzionare le situazioni complesse e spesso preoccupanti legate alla crisi economica, alla disoccupazione, all'integrazione sociale degli immigrati, alla coesistenza pacifica delle diverse comunità linguistiche e culturali della Nazione.

Ho potuto rilevare come voi siete consapevoli di tali situazioni e dell'importanza d'insistere su una formazione religiosa più solida e più profonda. Ho preso atto della vostra Lettera pastorale, La belle profession de la foi, inscritta nel ciclo Grandir dans la foi. Attraverso questa Lettera, avete voluto incoraggiare tutti i fedeli a riscoprire la bellezza della fede cristiana. Grazie alla preghiera e alla riflessione comuni attorno alle verità rivelate, espresse dal Credo, si riscopre che la fede non consiste solo nell'accettare un insieme di verità e di valori, ma innanzitutto nell'affidarsi a Qualcuno, a Dio, nell'ascoltarlo, nell'amarlo, nel parlargli, al fine di impegnarsi al suo servizio (cfr. p. 5).

Un evento significativo, per il presente e per futuro, è stata la canonizzazione di padre Damiano De Veuster. Questo nuovo santo parla alla coscienza dei Belgi. Non viene forse designato come il figlio della nazione più illustre di tutti i tempi? La sua grandezza, vissuta nel dono totale di sé ai fratelli lebbrosi, al punto da venire contagiato e morire, risiede nella sua ricchezza interiore, nella sua preghiera costante, nella sua unione con Cristo che vedeva presente nei propri fratelli e ai quali, come lui, si donava senza riserve. In questo anno sacerdotale, è bene proporre il suo esempio di sacerdote e missionario, in particolare ai sacerdoti e ai religiosi. La diminuzione del numero dei sacerdoti non deve essere percepita come un processo inevitabile. Il Concilio Vaticano ii ha affermato con forza che la Chiesa non può fare a meno del ministero dei sacerdoti. È dunque necessario e urgente conferirgli il suo giusto posto e riconoscerne il carattere sacramentale insostituibile. Ne deriva la necessità di un'ampia e seria pastorale delle vocazioni, fondata sull'esemplarità della santità dei sacerdoti, sull'attenzione ai germi di vocazione presenti in molti giovani e sulla preghiera assidua e fiduciosa, secondo la raccomandazione di Gesù (cfr. Mt 9, 37).

Rivolgo un saluto cordiale e riconoscente a tutti i sacerdoti e alle persone consacrate, spesso sovraccarichi di lavoro e desiderosi del sostegno e dell'amicizia del loro Vescovo e dei loro confratelli, senza dimenticare i sacerdoti più anziani che hanno dedicato tutta la loro vita al servizio di Dio e dei loro fratelli. Non dimentico neppure i missionari. Che tutti — sacerdoti, religiosi, religiose e laici del Belgio — ricevano il mio incoraggiamento e l'espressione della mia gratitudine e che non si dimentichino che è solo Cristo che può placare ogni tempesta (cfr. Mt 8, 25-26) e che ridà forza e coraggio (cfr. Mt 11, 28-30 e Mt 14, 30-32), per condurre una vita santa in piena fedeltà al loro ministero, alla loro consacrazione a Dio e alla testimonianza cristiana.

La Costituzione Sacrosanctum concilium sottolinea che è nella liturgia che si manifesta il mistero della Chiesa, nella sua grandezza e nella sua semplicità (cfr. n. 2). È dunque importante che i sacerdoti curino le celebrazioni liturgiche, in particolare dell'Eucaristia, affinché esse permettano una comunione profonda con il Dio vivente, Padre, Figlio e Spirito Santo. È necessario che le celebrazioni si svolgano nel rispetto della tradizione liturgica della Chiesa, con una partecipazione attiva dei fedeli, secondo il ruolo che corrisponde a ognuno di essi, unendosi al mistero pasquale di Cristo.

Nei vostri resoconti, vi mostrate attenti alla formazione dei laici, in vista di un inserimento sempre più effettivo nell'animazione delle realtà temporali. È un programma lodevole, che nasce dalla vocazione di ogni battezzato configurato a Cristo sacerdote, profeta e re. È bene discernere tutte le possibilità che scaturiscono dalla vocazione comune dei laici alla santità e all'impegno apostolico, nel rispetto della distinzione fondamentale fra il sacerdozio ministeriale e il sacerdozio comune dei fedeli. Tutti i membri della comunità cattolica, ma in modo particolare i fedeli laici, sono chiamati a testimoniare apertamente la loro fede e a essere fermento nella società, rispettando la sana laicità delle istituzioni pubbliche e le altre confessioni religiose. Una simile testimonianza non può essere limitata al solo incontro personale, ma deve anche assumere le caratteristiche di una proposta pubblica, rispettosa ma legittima, dei valori ispirati dal messaggio evangelico di Cristo.

La brevità di questo incontro non mi permette di sviluppare altri temi che mi sono cari e che anche voi avete menzionato nei vostri resoconti. Concluderò dunque pregandovi di trasmettere alle vostre comunità, ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose e a tutti i cattolici del Belgio, i miei saluti affettuosi, assicurandoli della mia preghiera per loro dinanzi al Signore. Che la Vergine Maria, venerata in tanti santuari del Belgio, vi assista nel vostro ministero e vi protegga tutti con la sua tenerezza materna! A voi e a tutti i cattolici del Regno, imparto di cuore la Benedizione apostolica.

[Traduzione dal testo in francese da L'Osservatore Vaticano]
+PetaloNero+
00domenica 9 maggio 2010 16:43
LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DEL REGINA CÆLI


Alle ore 12 di oggi, IV Domenica di Pasqua, il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare il Regina Cæli con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana del tempo pasquale:


PRIMA DEL REGINA CÆLI

Cari fratelli e sorelle!

Maggio è un mese amato e giunge gradito per diversi aspetti. Nel nostro emisfero la primavera avanza con tante e colorate fioriture; il clima è favorevole alle passeggiate e alle escursioni. Per la Liturgia, maggio appartiene sempre al Tempo di Pasqua, il tempo dell’"alleluia", dello svelarsi del mistero di Cristo nella luce della Risurrezione e della fede pasquale; ed è il tempo dell’attesa dello Spirito Santo, che scese con potenza sulla Chiesa nascente a Pentecoste. Ad entrambi questi contesti, quello "naturale" e quello liturgico, si intona bene la tradizione della Chiesa di dedicare il mese di maggio alla Vergine Maria. Ella, in effetti, è il fiore più bello sbocciato dalla creazione, la "rosa" apparsa nella pienezza del tempo, quando Dio, mandando il suo Figlio, ha donato al mondo una nuova primavera. Ed è al tempo stesso protagonista, umile e discreta, dei primi passi della Comunità cristiana: Maria ne è il cuore spirituale, perché la sua stessa presenza in mezzo ai discepoli è memoria vivente del Signore Gesù e pegno del dono del suo Spirito.

Il Vangelo di questa domenica, tratto dal capitolo 14 di san Giovanni, ci offre un implicito ritratto spirituale della Vergine Maria, là dove Gesù dice: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Gv 14,23). Queste espressioni sono rivolte ai discepoli, ma si possono applicare al massimo grado proprio a Colei che è la prima e perfetta discepola di Gesù. Maria infatti ha osservato per prima e pienamente la parola del suo Figlio, dimostrando così di amarlo non solo come madre, ma prima ancora come ancella umile e obbediente; per questo Dio Padre l’ha amata e in Lei ha preso dimora la Santissima Trinità. E inoltre, là dove Gesù promette ai suoi amici che lo Spirito Santo li assisterà aiutandoli a ricordare ogni sua parola e a comprenderla profondamente (cfr Gv 14,26), come non pensare a Maria, che nel suo cuore, tempio dello Spirito, meditava e interpretava fedelmente tutto ciò che il suo Figlio diceva e faceva? In questo modo, già prima e soprattutto dopo la Pasqua, la Madre di Gesù è diventata anche la Madre e il modello della Chiesa.

Cari amici, nel cuore di questo mese mariano, avrò la gioia di recarmi nei prossimi giorni in Portogallo. Visiterò la capitale Lisbona e Porto, seconda città del Paese. Meta principale del mio viaggio sarà Fátima, in occasione del decimo anniversario della beatificazione dei due pastorelli Giacinta e Francesco. Per la prima volta come Successore di Pietro mi recherò a quel Santuario mariano, tanto caro al Venerabile Giovanni Paolo II. Invito tutti ad accompagnarmi in questo pellegrinaggio, partecipando attivamente con la preghiera: con un cuore solo ed un’anima sola invochiamo l’intercessione della Vergine Maria per la Chiesa, in particolare per i sacerdoti, e per la pace nel mondo.



DOPO IL REGINA CÆLI

Dirijo uma saudação especial ao povo brasileiro que vai se reunir na sua capital, Brasília, para celebrar o XVI Congresso Eucarístico Nacional, de quinta-feira a domingo próximos, com a presença do meu Enviado especial, o Cardeal Dom Cláudio Humes. No lema do Congresso, aparecem as palavras dos discípulos de Emaús "Fica conosco, Senhor", expressão do desejo que palpita no coração de todo ser humano. Possais todos vós, pastores e povo fiel, redescobrir que o coração do Brasil é a Eucaristia. É justamente no Santíssimo Sacramento do Altar que Jesus mostra a sua vontade de estar conosco, de viver em nós, de doar-se a nós. A sua adoração leva-nos a reconhecer o primado de Deus, pois só Ele pode transformar o coração dos homens, levando-os à união com Cristo num só Corpo. De fato, ao receber o Corpo do Senhor ressuscitado, experimentamos a comunhão com um Amor que não podemos guardar para nós mesmos: este exige ser comunicado aos demais para assim poder construir uma sociedade mais justa. Por fim, estando próximo o encerramento do Ano sacerdotal, convido todos os sacerdotes a cultivarem uma espiritualidade profundamente eucarística a exemplo do Santo Cura D’Ars que, buscando unir o seu sacrifício pessoal àquele de Cristo atualizado no Altar, exclamava: «Como faz bem um padre oferecer-se em sacrifício a Deus todas as manhãs!». E enquanto invoco, pela intercessão de Nossa Senhora Aparecida, as maiores graças do céu para que alimentados pela Eucaristia, pão da Unidade, se tornem verdadeiros Discípulos Missionários, a todos concedo benevolente Bênção Apostólica.

Je salue cordialement les pèlerins francophones ! La liturgie de ce jour nous rappelle que la paix est fondée sur l’amour de Dieu et sur la fidélité à sa Parole. En mettant cette Parole au centre de sa vie, le chrétien jouit de la paix intérieure malgré les épreuves, car il est convaincu de la présence divine à ses côtés. Puissiez-vous avoir le courage d’aimer, de lire et de méditer la Parole de Dieu dans vos familles. C’est la voie idéale pour qu’elles deviennent des foyers de paix. Priez aussi pour les prêtres à la retraite ! Qu’ils soient fidèles à la Parole de Dieu jusqu’au bout ! Bon dimanche à tous !

I greet all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Regina Cæli. This week I am making an Apostolic Journey to Portugal to celebrate the 10th Anniversary of the Beatification of the visionaries Blessed Jacinta and Blessed Francisco. I ask for your prayers for the success of this Journey, and I in turn assure you of my prayers to our Lady of Fatima for the whole People of God. May she intercede for us all, and draw us closer to Christ her Son. Upon each of you and your loved ones at home, I invoke God’s abundant blessings.

Ein herzliches „Grüß Gott" sage ich allen Gläubigen und Besuchern deutscher Sprache. Besonders grüße ich heute die Teilnehmer und Unterstützer des Etappen-Laufs NCL Charity Run von Berlin nach Rom zugunsten von Kindern, die an der unheilbaren Stoffwechselkrankheit NCL leiden. – In der Osterzeit lädt uns das Gebet Regina cæli ein, uns mit Maria über die Auferstehung ihres Sohnes zu freuen und sie um ihre Fürbitte anzurufen. „Bitt Gott für uns, Maria": So dürfen wir gerade im Marienmonat Mai unsere Anliegen der Gottesmutter anvertrauen, und dies will ich in besonderer Weise tun, wenn ich diese Woche während meiner Apostolischen Reise nach Portugal als Pilger nach Fatima komme. Maria begleite uns und unsere Lieben mit ihrer mütterlichen Fürsprache.

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española que participan en esta plegaria mariana, en particular a los grupos de varias parroquias de Granada y de Málaga. En este domingo del tiempo pascual, la liturgia nos invita a vivir el amor a Cristo, que se concreta en la escucha y el cumplimiento de su palabra. Una palabra que sigue encendiendo los corazones e iluminando la vida de fe, por la acción del Espíritu Santo, verdadero guía permanente de la Iglesia. Pidamos a la Santísima Virgen María que nos ayude a acoger con gozo los dones que él nos da. Feliz domingo.

Pozdrawiam serdecznie Polaków. Łączę się duchowo z uczestnikami procesji z relikwiami świętego Stanisława Biskupa i Męczennika, patrona Polski, na Skałkę w Krakowie. To wydarzenie czyni historię waszej Ojczyzny i Kościoła żywą. Jest znakiem wiary i patriotyzmu. Niech święty Stanisław, wierny kapłan i świadek miłości uprasza potrzebne łaski dla Kościoła, waszego kraju, dla Krakowa i każdego z was. Z serca wam błogosławię.

[Saluto cordialmente tutti i Polacchi. Mi unisco spiritualmente ai partecipanti alla Processione alla Skałka ("Rocchetta") di Cracovia con le reliquie di San Stanislao, Vescovo e Martire, patrono di Polonia. Questo evento riattualizza oggi la storia della vostra Nazione e della vostra Chiesa. È segno della vostra fede e del vostro patriottismo. Che San Stanislao, sacerdote fedele e testimone della carità, preghi per ottenere le grazie necessarie per la Chiesa, per la Polonia, per Cracovia e per ognuno di voi. Vi benedico di cuore.]

Infine, saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i partecipanti alla 30.ma Maratona di Primavera – Festa della Scuola Cattolica, guidati dal Cardinale Vicario Agostino Vallini. Cari amici – dirigenti, docenti, alunni e genitori delle scuole cattoliche di Roma, del Lazio e di altre parti d’Italia –, vi auguro di concludere nel modo migliore l’anno scolastico. Soprattutto, vi incoraggio a tenere sempre alta la qualità dell’istruzione e dell’educazione nelle vostre scuole, che sono un patrimonio prezioso per la Chiesa e per l’Italia. Grazie di essere venuti! Saluto i vari gruppi parrocchiali: la sosta presso la tomba di san Pietro rafforzi la fede e lo spirito di comunione. A tutti auguro una buona domenica.

+PetaloNero+
00lunedì 10 maggio 2010 00:36
Omelia di Benedetto XVI alle esequie del Cardinale Luigi Poggi


CITTA' DEL VATICANO, domenica, 9 maggio 2010 (ZENIT.org).- Riportiamo il testo dell'omelia pronunciata da Benedetto XVI questo venerdì pomeriggio durante le esequie del Cardinale Luigi Poggi, Archivista e Bibliotecario emerito di Santa Romana Chiesa.
* * *
Venerati Fratelli,

illustri Signori e Signore,

cari fratelli e sorelle!

Vi siete radunati attorno all’altare del Signore per accompagnare con la celebrazione del Sacrificio eucaristico, in cui si attualizza il Mistero pasquale, l’ultimo viaggio del caro Cardinale Luigi Poggi, che il Signore ha chiamato a sé. Nel rivolgere a ciascuno di voi il mio cordiale saluto, ringrazio in particolare il Cardinale Sodano che, quale Decano del Collegio Cardinalizio, ha presieduto la Santa Messa esequiale.

Il Vangelo che è stato proclamato in questa celebrazione ci aiuta a vivere più intensamente il triste momento del distacco dalla vita terrena del nostro compianto Fratello. Il dolore per la perdita della sua persona viene mitigato dalla speranza nella risurrezione, fondata sulla parola stessa di Gesù: "Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno" (Gv 6,40). Dinanzi al mistero della morte, per l’uomo che non ha fede tutto sembrerebbe andare irrimediabilmente perduto. E’ la parola di Cristo, allora, a rischiarare il cammino della vita e a conferire valore ad ogni suo momento. Gesù Cristo è il Signore della vita, ed è venuto per risuscitare nell’ultimo giorno tutto quello che il Padre gli ha affidato (cfr Gv 6,39). Questo è anche il messaggio che Pietro annuncia con grande forza nel giorno di Pentecoste (cfr At 2,14.22b-28). Egli mostra che Gesù non poteva essere trattenuto dalla morte. Dio lo ha sciolto dalle sue angosce, perché non era possibile che essa lo tenesse in suo potere. Sulla croce Cristo ha riportato la vittoria, che si doveva manifestare con un superamento della morte, cioè con la sua risurrezione.

In questo orizzonte di fede il nostro compianto Fratello ha condotto tutta la propria esistenza, consacrata a Dio e al servizio dei fratelli, divenendo così testimone di quella fede coraggiosa che sa fidarsi di Dio. Possiamo dire che l’intera missione sacerdotale del Cardinale Luigi Poggi è stata dedicata al diretto servizio della Santa Sede. Nato a Piacenza il 25 novembre 1917, dopo gli studi ecclesiastici al Collegio "Alberoni" e l’ordinazione sacerdotale, ricevuta il 28 luglio 1940, proseguì gli studi a Roma, conseguendo la laurea "in utroque iure" e svolgendo il ministero sacerdotale in alcune parrocchie romane. Entrato nella Pontificia Accademia Ecclesiastica, iniziò nel 1945 il suo lavoro presso l’allora Prima Sezione della Segreteria di Stato: anni difficili, nel corso dei quali egli non si risparmiò nel servire la Chiesa. Dopo un primo incarico, nella primavera del 1963, presso il governo della Repubblica Tunisina per arrivare ad un "modus vivendi" tra la Santa Sede e il Governo di quel Paese circa la situazione giuridica della Chiesa Cattolica in Tunisia, nell’aprile 1965 venne nominato Delegato Apostolico per l’Africa Centrale, con dignità di Arcivescovo e giurisdizione sul Cameroun, Ciad, Congo-Brazzaville, Gabon e Repubblica Centroafricana. Nel maggio 1969 fu promosso Nunzio Apostolico in Perù, dove rimase sino all’agosto 1973, quando venne richiamato a Roma con la qualifica di Nunzio Apostolico con incarichi speciali, specificamente per avere contatti con i Governi di Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, Romania e Bulgaria, al fine di migliorare la situazione della Chiesa cattolica in quei Paesi.

Nel luglio 1974 furono istituzionalizzati i rapporti tra la Santa Sede ed il governo polacco e Monsignor Poggi venne nominato Capo della Delegazione della Santa Sede per i contatti permanenti di lavoro con il Governo della Polonia. In quel periodo fece numerosi viaggi in Polonia, incontrando molte personalità sia politiche che ecclesiastiche, diventando, alla scuola del suo superiore, il Card. Agostino Casaroli, un protagonista della ostpolitik vaticana nei Paesi del blocco comunista. Il 19 aprile 1986 è nominato Nunzio Apostolico in Italia; proprio da allora anche questa Nunziatura è stata incaricata di studiare le pratiche relative alle provviste vescovili nel Paese. E, sempre in quel periodo, fu lui, in qualità di Rappresentante Pontificio, a gestire una delicata fase di riordinamento delle Diocesi italiane. Creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 26 novembre 1994, venne nominato dal Venerabile Giovanni Paolo II Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, conservando tale incarico fino al marzo 1998.

Cari fratelli, sono state proclamate poc’anzi le parole dell’Apostolo Paolo: "Se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui" (Rm 6,8). Questa pagina della Lettera ai Romani costituisce uno dei testi fondamentali del Lezionario liturgico. Essa, infatti, ci viene proposta ogni anno nel corso della Veglia pasquale. Pensiamo a queste illuminanti parole di san Paolo, mentre rendiamo al caro Cardinale Luigi Poggi l’ultimo commosso saluto. Quante volte egli stesso le avrà lette, meditate e commentate! Ciò che l’Apostolo scrive a proposito della mistica unione del battezzato con Cristo morto e risorto, egli ora lo sta vivendo nella realtà ultraterrena, svincolato dai condizionamenti imposti alla natura umana dal peccato. "Infatti – come afferma san Paolo in quel medesimo passo – chi è morto, è liberato dal peccato" (Rm 6,7). L’unione sacramentale, ma reale, con il Mistero pasquale di Cristo apre al battezzato la prospettiva di partecipare alla sua stessa gloria. E questo ha una conseguenza già per la vita di quaggiù, perché, se in virtù del battesimo noi già partecipiamo alla risurrezione di Cristo, allora già adesso "possiamo camminare in una vita nuova" (Rm 6,4). Ecco perché la pia morte di un fratello in Cristo, tanto più se segnato dal carattere sacerdotale, è sempre motivo di intimo e riconoscente stupore per il disegno della divina paternità, che ci libera dal potere delle tenebre e ci trasferisce nel regno del suo Figlio diletto (cfr Col 1,13).

Mentre invochiamo per questo nostro Fratello la materna intercessione della Beata Vergine Maria, Regina degli Apostoli e Madre della Chiesa, ne affidiamo l’anima eletta al Padre della vita, perché lo introduca nel posto preparato per i suoi amici, fedeli servitori del Vangelo e della Chiesa.

Amen!

[© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana]
+PetaloNero+
00lunedì 10 maggio 2010 15:47
COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE

Il testo definitivo del secondo volume dell’opera Gesù di Nazareth di Sua Santità Benedetto XVI è stato consegnato nei giorni scorsi agli editori incaricati della pubblicazione. Questo secondo volume è dedicato alla Passione e alla Risurrezione, e riprende dal punto dove finiva il primo volume.

L’originale tedesco è stato affidato allo stesso tempo a Manuel Herder – l’editore che sta curando l’opera completa ("Gesammelte Schriften") di Joseph Ratzinger – e a Don Giuseppe Costa, Direttore della Libreria Editrice Vaticana. Sarà quest’ultima – come editore principale – a provvedere alla concessione dei diritti, a pubblicare l’edizione italiana, e ad affidare il testo ad altri editori per le diverse traduzioni nelle varie lingue, che saranno condotte direttamente sull’originale tedesco.

Si auspica che la pubblicazione del libro avvenga in modo contemporaneo nelle lingue di maggiore diffusione; essa quindi, per quanto rapida, richiederà ancora diversi mesi, dati i tempi necessari alla traduzione accurata di un testo tanto importante e atteso.
+PetaloNero+
00martedì 11 maggio 2010 16:21
RINUNCE E NOMINE




NOMINA DELL’AUSILIARE DI PHOENIX (U.S.A.)

Il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato Vescovo Ausiliare della diocesi di Phoenix (U.S.A.) il Rev.do Eduardo A. Nevares, del clero della diocesi di Tyler, finora Vice-Rettore del "Pontifical College Josephinum" a Columbus, assegnandogli la sede titolare vescovile di Natchez.

Rev.do Eduardo A. Nevares

Il Rev.do Eduardo A. Nevares è nato a San Antonio, Texas, sede dell’arcidiocesi omonima, il 19 febbraio 1954.

Ha compiuto gli studi presso il "La Salette Minor Seminary" a Jefferson City, Missouri; il "St. Henry Preparatory Seminary" a Belleville, Illinois; il "La Salette Junior College Seminary" e il "La Salette Senior College Seminary" a Ipswich, Massachusetts; l’"University of St. Thomas" a Houston, Texas; e poi il "Kenrick Seminary" a St. Louis, Missouri.

È stato ordinato sacerdote il 18 luglio 1981 per i Missionari di Nostra Signora di "La Salette".

Ha svolto i seguenti incarichi pastorali: Vicario Parrocchiale della "St. Patrick Parish" a Lufkin, Texas (1981-1988); Direttore delle vocazioni sacerdotali per i Missionari di Nostra Signora di "La Salette" (1988-1991); Vicario Parrocchiale della "Our Lady of Sorrows Parish" a Jacksonville, Florida (1991); Cappellano dell’"University of Stephen P. Austin" a Nacogdoches, Texas (1992-1993); Parroco della "St. Patrick Parish" a Lufkin, Texas (1993-2002); Consigliere Provinciale per la Provincia di "Mary, Queen" (1994-1997); Co-Direttore delle vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa per la diocesi di Tyler (2001-2008); Membro del Consiglio Presbiterale della diocesi di Tyler (2003-2008).

Nel 2007, è stato incardinato nella diocesi di Tyler, Texas. Dal 2008, è Vice-Rettore del "Pontifical College Josephinum" a Columbus, Ohio.

Oltre l’inglese, conosce lo spagnolo e il francese.



NOMINA DEL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE DISCIPLINARE DELLA CURIA ROMANA

Il Santo Padre ha nominato Presidente della Commissione Disciplinare della Curia Romana l’Ecc.mo Mons. Giorgio Corbellini, Vescovo titolare di Abula, Presidente dell’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica, finora Membro della medesima Commissione.
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