Notizie dal B16F

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Paparatzifan
00domenica 16 dicembre 2012 14:59
Dal blog di Lella...

PAPA: PREPARIAMOCI AL NATALE RIPENSANDO NOSTRA CONDOTTA DI VITA

(AGI) - CdV, 16 dic.

"Per accogliere il Signore che viene dobbiamo prepararci guardando bene alla nostra condotta di vita". E' l'invito che Benedetto XVI ha rivolto ai fedeli della parrocchia di San Patrizio al Colle Prenestino, alla periferia meridionale di Roma.
"Dio - ha ricordato il Papa citando le parole del Battista lette nella messa di oggi - non esige niente di straordinario, ma che ciascuno viva secondo criteri di solidarieta' e di giustizia; senza di essi non ci si puo' preparare bene all'incontro con il Signore".
"Giovanni Battista indica chi dobbiamo seguire con fedelta' e coraggio", ha rilevato il Pontefice teologo nella sua omelia.
"Il profeta - ha spiegato - vuole dirci che non c'e' piu' alcun motivo di sfiducia, di scoraggiamento, di tristezza, qualunque sia la situazione che si deve affrontare, perche' siamo certi della presenza del Signore, che da sola basta a rasserenare e rallegrare i cuori". "Gesu' - infatti - reca agli uomini la salvezza, una nuova relazione con Dio che vince il male e la morte, e porta la vera gioia per questa presenza del Signore che viene a illuminare il nostro cammino che spesso e' oppresso dalle tenebre dell'egoismo".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00domenica 16 dicembre 2012 15:01
Dal blog di Lella...

Papa/ Compiere onestamente proprio dovere,non abusare del potere

All'Angelus: vale specialmente per chi ha più responsabilità

Roma, 16 dic. (TMNews)

"La conversione comincia dall'onestà e dal rispetto degli altri: un'indicazione che vale per tutti, specialmente per chi ha maggiori responsabilità". Benedetto XVI all'Angelus richiama il vangelo della terza domenica d'avvento, con la figura di Giovanni Battista
"Le indicazioni del Battista sono sempre attuali: anche nel nostro mondo così complesso, le cose andrebbero molto meglio se ciascuno osservasse queste regole di condotta", ha detto il papa all'Angelus, di ritorno dalla visita pastorale di questa mattina alla parrocchia romana di San Patrizio al colle Prenestino.
Il papa ha aggiunto che "la giustizia chiede di superare lo squilibrio tra chi ha il superfluo e chi manca del necessario; la carità spinge ad essere attento all'altro e ad andare incontro al suo bisogno, invece di trovare giustificazioni per difendere i propri interessi. Giustizia e carità non si oppongono, ma sono entrambe necessarie e si completano a vicenda.
Ai pubblicani, cioè gli esattori delle tasse per conto dei Romani, Giovanni Battista, ricorda Benedetto XVI "non dice di cambiare mestiere, ma di non esigere nulla di più di quanto è stato fissato. Il profeta, a nome di Dio, non chiede gesti eccezionali, ma anzitutto il compimento onesto del proprio dovere. Il primo passo verso la vita eterna è sempre l'osservanza dei comandamenti; in questo caso il settimo: Non rubare".
Infine, ai soldati "un'altra categoria dotata di un certo potere, e quindi tentata di abusarne, Giovanni dice: 'Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe'. Anche qui - prosegue il Papa- la conversione comincia dall'onestà e dal rispetto degli altri: un'indicazione che vale per tutti, specialmente per chi ha maggiori responsabilità".

© Copyright TMNews


Paparatzifan
00domenica 16 dicembre 2012 15:04
Dal blog di Lella...

PAPA: A RESPONSABILI SERVONO ONESTA' E RISPETTO DEGLI ALTRI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 16 dic.

"La conversione comincia dall'onesta' e dal rispetto degli altri: un'indicazione che vale per tutti, specialmente per chi ha maggiori responsabilita'".
Sono le parole del Papa all'Angelus, rivolte alla folla di piazza San Pietro (circa 40 mila persone) al rientro dalla visita pastorale di questa mattina alla parrocchia di San Patrizio al Colle Prenestino. Il Papa ha citato la risposta di Giovanni Battista sui "pubblicani", cioe' esattori delle tasse per conto dei Romani, che "gia' per questo i pubblicani erano disprezzati", e che "spesso approfittavano della loro posizione per rubare". "Ad essi - ha spiegato - il Battista non dice di cambiare mestiere, ma di non esigere nulla di piu' di quanto e' stato fissato".
"A nome di Dio, il profeta - ha scandito Benedetto XVI - non chiede gesti eccezionali, ma anzitutto il compimento onesto del proprio dovere". "Il primo passo verso la vita eterna - infatti - e' sempre l’osservanza dei comandamenti; in questo caso il settimo: 'Non rubare'". In proposito il Pontefice teologo ha citato anche la risposta del Battista riguardo ai soldati, "un'altra categoria - ha detto - dotata di un certo potere, e quindi tentata di abusarne". Parole evangeliche che il Papa ha definito "sempre attuali": "non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe". "Considerando nell'insieme questi dialoghi, colpisce - ha osservato Papa Ratzinger - la grande concretezza delle parole di Giovanni: dal momento che Dio ci giudichera' secondo le nostre opere, e' li', nei comportamenti, che bisogna dimostrare di seguire la sua volonta'". "E proprio per questo - ha scandito Papa Ratzinger - le indicazioni del Battista sono sempre attuali: anche nel nostro mondo cosi' complesso, le cose andrebbero molto meglio se ciascuno osservasse queste regole di condotta. Preghiamo allora il Signore, per intercessione di Maria Santissima, affinche' - ha infine concluso - ci aiuti a prepararci al Natale portando buoni frutti di conversione".

© Copyright (AGI)

PAPA: LA GIUSTIZIA CI CHIEDE DI SUPERARE SQUILIBRI SOCIALI


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 16 dic.

"La giustizia chiede di superare lo squilibrio tra chi ha il superfluo e chi manca del necessario". Lo ha ricordato Benedetto XVI nel breve discorso pronunciato prima dell'Angelus, al rientro dalla visita alla parrocchia di San Patrizio al Colle Prenestino.
Rivolgendosi ai 40 mila fedeli presenti in piazza San Pietro, il Papa ha citato la raccomandazione del Battista, letta nella liturgia di oggi: "chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto".
Secondo il Papa, nelle parole del 'precursore' riportate dal Vangelo "possiamo vedere un criterio di giustizia, animato dalla carita'".
"La carita' - ha spiegato - spinge ad essere attento all'altro e ad andare incontro al suo bisogno, invece di trovare giustificazioni per difendere i propri interessi".
"Giustizia e carita' - ha sottolineato Joseph Ratzinger - non si oppongono, ma sono entrambe necessarie e si completano a vicenda". In proposito il Papa ha infine citato la sua prima enciclica: "l'amore sara' sempre necessario, anche nella societa' piu' giusta", perche' "sempre ci saranno situazioni di necessita' materiale nelle quali e' indispensabile un aiuto nella linea di un concreto amore per il prossimo".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00domenica 16 dicembre 2012 23:58
Dal blog di Lella...

NEWTOWN: PAPA, UNA INSENSATA VIOLENZA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 16 dic. - "Vicinanza nella preghiera" e' stata assicurata oggi dal Papa alle famiglie delle vittime della strage nella scuola elementare di Newtown. "Sono profondamente addolorato - ha detto il Pontefice - per l'insensata violenza di venerdi' a Newtown, nel Connecticut". Per Benedetto XVI servono "ferventi azioni di pace" per contrastare il diffondersi di violenze e crimini. (AGI)

PAPA: BENEDICE I BAMBINELLI DEI PRESEPI DELLE FAMIGLIE ROMANE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 16 dic.

Grande folla di romani in piazza San Pietro per la tradizionale benedizione delle statuine di Gesu' Bambino destinate ai presepi delle famiglie.
"Oggi - ha detto il Papa - rivolgo un saluto speciale ai bambini di Roma che sono venuti per la tradizionale benedizione dei Bambinelli. Carissimi, mentre benedico le statuine di Gesu' che metterete nei vostri presepi, benedico di cuore ciascuno di voi e le vostre famiglie, come pure gli educatori e il Centro Oratori Romani".
Benedetto XVI ha rivolto "parole di saluto e spirituale vicinanza" ai pellegrini polacchi presenti anch'essi in piazza San Pietro e in modo particolare verso coloro che in Polonia fanno parte dell'Opera Natalizia Aiuto ai Bambini. "Auspico - ha detto - che questa iniziativa caritativa ed ecumenica, un gesto di concreto aiuto offerto ai bisognosi, porti la gioia nei cuori di molti bambini".
L'augurio del Pontefice e' che "la fiamma delle candele accese nelle famiglie durante la cena della Vigilia di Natale sia il simbolo di tale iniziativa. Sia Dio a premiare la generosita' dei cuori e benedica tutti"

© Copyright (AGI)


PAPA: LE FAMIGLIE ROMANE APRANO LE CASE AI GIOVANI DI TAIZE'


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 16 dic.

Dal 28 dicembre al 2 gennaio prossimi, si terra' a Roma l'Incontro europeo dei giovani promosso dalla comunita' di Taize'.
E il Papa oggi ha lanciato un appello perche' la Capitale li accolga generosamente. "Ringrazio - ha detto dopo l'Angelus - le famiglie che, secondo la tradizione romana di accoglienza, si sono rese disponibili ad ospitare questi giovani. Poiche', grazie a Dio, le richieste sono superiori alle attese, rinnovo l'appello gia' rivolto nelle parrocchie, affinche' altre famiglie, con grande semplicita', possano fare questa bella esperienza di amicizia cristiana".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00lunedì 17 dicembre 2012 15:47
Dal blog di Lella...

PAOLO VI: GIOVEDI' PAPA FIRMA DECRETO, BEATO NEL 2013 (TRA PROTESTE)

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 16 dic.

Benedetto XVI potrebbe firmare gia' il prossimo 20 dicembre il decreto sull'eroicita' delle virtu' di Giovanni Battista Montini, Papa Paolo VI, che gli sara' sottoposto dopo le recenti votazioni unanimi dei teologi e dei cardinali.
Lo rivela "Vaticaninsider", giornale on line di informazione religiosa, che ipotizza la beatificazione entro il 2013, cioe' a 50 anni dalla sua elezione al Pontificato.
Una cerimonia che potrebbe rappresentare il "culmine" dell'Anno della Fede, che Benedetto XVI ha indetto ripetendo quello celebrato proprio da Paolo VI nel 1967-1968.
L'ipotesi di una rapida beatificazione, pero', ha subito suscitato le proteste dei tradizionalisti che non vorrebbero vedere sugli altari il Papa che condusse il Concilio Vaticano II e hanno inondato di mail di protesta il sito "Messainlatino".
Dopo l'eventuale firma di Benedetto XVI al decreto che dichiarera' "venerabile" Paolo VI, per la beatificazione manchera' ancora il riconoscimento di un miracolo ma il postulatore della causa, padre Antonio Marrazzo, rivela ancora "Vaticaninsider" ha gia' preparato la documentazione da sottoporre alla Congregazione della Cause dei Santi: riguarda la guarigione di un feto, avvenuta sedici anni fa in California. Durante la gravidanza, i medici avevano riscontrato un grave problema nel feto e a motivo delle conseguenze cerebrali che intervengono in questi casi avevano suggerito come unico possibile rimedio alla giovane mamma quello dell'aborto. La donna aveva voluto portare a termine la gravidanza e si era affidata all'intercessione di Paolo VI, il Papa che nel 1968 scrisse l'enciclica "Humanae vitae" e il bambino e' nato senza problemi. Ma c'e' anche una seconda guarigione inspiegabile, della quale e' protagonista una suora affetta da un tumore, che potrebbe essere presentata alla Congregazione vaticana.
"Fino a quando la firma del Sommo Pontefice non sara' apposta al decreto noi continueremo ad esprimere fortissime riserve in merito a tale inopportuna decisione", insorge il sito "Messainlatino.it", per il quale "Paolo VI, non reggendo il peso di molte pressioni anche della Curia, forse assecondo' troppo i moti ideologici del tempo e indulse troppo nel voler compiacere i falsi amici della Chiesa (interni ed esterni)".
"Piu' volte nelle nostre pagine sono comparsi post sugli 'errori' di Paolo VI, e non solo in ambito liturgico", afferma ancora il sito tradizionalista, che non nega pero' "i molti gesti e discorsi di Papa Montini, a difesa della Chiesa", il quale "accuso' pubblicamente che invece della primavera, lo spirito del Concilio aveva provocato l'inverno. E denuncio' che il fumo di Satana era entrato nella Chiesa".
"Messainlatino.it" assicura pero' che se Benedetto XVI firmera' il decreto per le virtu' e quello per il miracolo, e dunque Paolo VI sara' beatificato, non si leveranno ulteriori voci di protesta dai cattolici tradizionalisti (per intendersi quelli che usufruiscono del motu proprio 'Summorum Pontificum' e sono rimasti o ritornati in comunione con la Sede Apostolica).

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00lunedì 17 dicembre 2012 23:49
Dal blog di Lella...

PAPA: HA SUPERATO OGGI I DUE MILIONI DI FOLLOWER SU TWITTER

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 17 dic. - Benedetto XVI ha superato i due milioni di follower su Twitter. Ne da' notizia il presidente del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali, monsignor Claudio Maria Celli, in un'intervista alla Radio Vaticana. In totale, ricorda il prelato, sono 140 milioni gli account sul social network. L'account @Pontifex ha lanciato finora 7 tweet, tre dei quali pero' erano domande rivolte al Papa che ha risposto con suoi tweet. (AGI)


Paparatzifan
00lunedì 17 dicembre 2012 23:52
Dal blog di Lella...

OLIMPIADI: PAPA, MEDAGLIE LONDRA TESTIMONIANO SPORT LEALE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 17 dic.

Le ben 28 medaglie, di cui 8 d'oro, conquistate dagli azzurri a Londra raccontano "un cammino di autentica maturazione umana, fatto di rinunce, di tenacia, di pazienza, e soprattutto di umilta', che non viene applaudita, ma che e' il segreto della vittoria". Benedetto XVI ha voluto sottolinearlo oggi ricevendo in Vaticano gli atleti italiani premiati alle Olimpiadi e Paraolimpiadi di Londra.
"Ogni attivita' sportiva, sia a livello amatoriale che agonistico, richiede - ha ricordato - la lealta' nella competizione, il rispetto del proprio corpo, il senso di solidarieta' e di altruismo e poi anche la gioia, la soddisfazione e la festa".
"Su quel palcoscenico - ha detto Joseph Ratzinger ai campioni dei giochi di Londra, che erano accompagnati dai dirigenti del Comitato Olimpico Nazionale Italiano con in testa il presidente Gianni Petrucci - vi siete confrontati con altri atleti provenienti da quasi tutti i Paesi del mondo. Vi siete sfidati sul terreno dell'agonismo e delle abilita' tecniche, ma prima ancora su quello delle qualita' umane, mettendo in campo le vostre doti e le vostre capacita', acquisite con l'impegno e il rigore nella preparazione, la costanza nell'allenamento, la consapevolezza dei vostri limiti".
"Lontano dai riflettori - ha aggiunto il Papa ancora rivolto agli atleti - vi siete sottoposti ad una dura disciplina e diversi di voi hanno visto poi riconosciuto il valore raggiunto". "Ma a voi atleti - ha scandito - non e' stato chiesto solo di competere e ottenere risultati" in quanto, "uno sport che voglia avere un senso pieno per chi lo pratica deve essere sempre a servizio della persona". Infatti, ha spiegato, "la posta in gioco non e' solo il rispetto delle regole, ma la visione dell'uomo".

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DOPING: PAPA, VICOLO CIECO CHE ATLETI IMBOCCANO A CAUSA PRESSIONI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 17 dic.

Anche nel mondo dello Sport i giovani rischiano talvolta di imboccare "vicoli ciechi". Lo ha rilevato Benedetto XVI nel discorso agli atleti premiati alle Olimpiadi e Paraolimpiadi di Londra, ai quali si e' rivolto "come a dei campioni-testimoni, con una missione da compiere: possiate essere validi modelli da imitare". "La pressione di conseguire risultati significativi non deve mai spingere a imboccare scorciatoie come avviene nel caso del doping", ha ricordato rivolto ai campioni, auspicando poi che "lo stesso spirito di squadra sia di sprone ad evitare questi vicoli ciechi, ma anche di sostegno a chi riconosce di avere sbagliato, in modo che si senta accolto e aiutato".
"Al tema del doping si era riferito anche il presidente del Coni, Gianni Petrucci, chiedendo scusa al Papa per alcune "pagine non esaltanti" che hanno visto implicati anche atleti italiani. E Benedetto XVI si e' rivolto direttamente ai dirigenti, agli allenatori e ai diversi operatori sportivi: "siete chiamati - ha scandito - ad essere testimoni di buona umanita', cooperatori con le famiglie e le istituzioni formative dell'educazione dei giovani, maestri di una pratica sportiva che sia sempre leale e limpida". Da parte sua, Papa Ratzinger ha proposto oggi una lettura cristiana dello Sport, indicando anche un "modello" per i giovani atleti nel beato Piergiorgio Frassati, "un giovane che univa in se' la passione per lo sport, amava specialmente le ascensioni in montagna, e la passione per Dio". Una "luminosa figura" dal quale si puo' imparare (il Pontefice ha esplictamente invitato oggi i campioni a leggerne la biografia) che "essere cristiani significa amare la vita, amare la natura, ma soprattutto amare il prossimo, in particolare le persone in difficolta'". Occorre diffondere, ha aggiunto, "una cultura dello sport fondata sul primato della persona umana" cioe' "uno sport al servizio dell'uomo e non l'uomo al servizio dello sport". E da parte sua "la Chiesa - ha spiegato - si interessa di sport, perche' le sta a cuore l'uomo, tutto l'uomo, e riconosce che l'attivita' sportiva incide sull'educazione, sulla formazione della persona, sulle relazioni, sulla spiritualita'".
Per questo, ha spiegato, viene incoraggiata, sia "la presenza di spazi ludici e sportivi negli oratori parrocchiali e nei centri giovanili" che "le associazioni sportive di ispirazione cristiana, che sono palestre di umanita', luoghi di incontro in cui coltivare anche quel forte desiderio di vita e d'infinito che c'e' negli adolescenti e nei giovani".
"L'atleta che vive integralmente la propria esperienza si fa attento al progetto di Dio sulla sua vita, impara ad ascoltarne la voce nei lunghi tempi di allenamento, a riconoscerlo nel volto del compagno, e anche dell'avversario di gara", ha osservato Papa Ratzinger che ha citato in merito il beato Giovanni Paolo II, sottolineando che "l'esperienza sportiva puo' contribuire a rispondere alle domande profonde che pongono le nuove generazioni circa il senso della vita, il suo orientamento e la sua meta". La pratica sportiva, infatti, "quando e' vissuta in pienezza sa educare ai valori umani e aiuta l'apertura al trascendente". "Il Concilio - ha ricordato inoltre - auspica che lo sport contribuisca ad affinare lo spirito dell'uomo, consenta alle persone di arricchirsi con la reciproca conoscenza, aiuti a mantenere l'equilibrio della personalita', favorisca le fraterne relazioni fra gli uomini di tutte le condizioni, di nazioni e stirpi diverse". "Auguro anche a ciascuno di voi - ha quindi concluso il Papa congedandosi da atleti e dirigenti sportivi - di gustare la gioia piu' grande: quella di migliorarvi giorno dopo giorno, riuscendo ad amare sempre un po' di piu'".

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Paparatzifan
00martedì 18 dicembre 2012 19:57
Da "Vatican Insider"...

18/12/2012

Vatileaks: il Papa incontra i tre cardinali sull’esito delle indagini

Si avvicina la grazia per Gabriele. Ma Herranz, Tomko e De Giorgi hanno continuato il loro lavoro. A tutto campo

Andrea tornielli
Città del Vaticano

Benedetto XVI ha ricevuto in udienza gli «Em.mi Cardinali: Julian Herranz, Jozef Tomko, e Salvatore De Giorgi». Una scarna riga nel bollettino della Sala Stampa della Sede, un’udienza infilata tra quelle con gli atleti azzurri di Londra 2012 e il leader palestinese Abu Mazen. Che significato ha questo incontro con i tre porporati della commissione istituita lo scorso aprile, incaricata di svolgere un’approfondita indagine interna sulla fuga dei documenti? Com’è noto, i tre cardinali avevano già consegnato lo scorso luglio un loro primo rapporto al Pontefice, un testo contenente l’esito delle tante audizioni tenute in gran segreto, dalle quali emergevano non soltanto le responsabilità dell’ex aiutante di camera Paolo Gabriele – reo confesso e ora definitivamente condannato per aver sottratto e diffuso le carte riservate – ma anche il clima nel quale vatileaks si è verificato.

Non è escluso che durante l’incontro si sia parlato della grazia per Paolo Gabriele, che secondo alcune fonti potrebbe essere concessa per Natale, permettendo all’ex maggiordomo attualmente incarcerato in una cella della Gendarmeria vaticana, di trascorrere le feste con la sua famiglia. Provvedimento che il Papa aveva voluto far sapere non essere affatto scontato o automatico, in assenza di una piena consapevolezza da parte dell’interessato della gravità di ciò che ha commesso. Nelle motivazioni della sentenza si specificava che l’azione dell’ex aiutante di camera era stata «lesiva nell’ordinamento vaticano della persona del Pontefice, dei diritti della Santa Sede, di tutta la Chiesa cattolica e dello Stato della Città del Vaticano». Ma al tempo stesso i giudici avevano ritenuto di credere alla sua buona fede quando ha affermato di aver agito per «giovare» non per danneggiare la Chiesa. Una conclusione che sembra condivisa anche dai tre cardinali.

Nell’agenda dell’udienza con il Pontefice avvenuta oggi ci sarebbe stato però anche dell’altro. I tre cardinali hanno infatti continuato a svolgere il loro lavoro, hanno proseguito con le loro audizioni anche dopo l’estate. Vatileaks non si sarebbe dunque chiuso con il processo a Gabriele e al tecnico informatico Claudio Sciarpelletti, che riprenderà servizio in Segreteria di Stato ma sarà trasferito all’ufficio statistica.

Soprattutto non si può considerare chiuso lo squarcio sulla realtà interna vaticana che i documenti pubblicati hanno aperto. La commissione cardinalizia ha lavorato sodo, con determinazione, spiegando che mentre il Tribunale vaticano si è occupato del cosiddetto «foro esterno», cioè delle conseguenze pubbliche di vatileaks, la giurisdizione dei tre cardinali nominati dal Papa, ha riguardato di più l’aspetto del «foro interno», anche se non dal punto di vista sacramentale. Sotto la lente d’ingrandimento dei tre porporati non è dunque finito solo il trafugamento delle carte dalla segreteria papale, ma sono finiti anche i rapporti interni alla Curia romana, le tensioni esistenti, il ruolo dei personaggi citati nei documenti pubblicati.

Dopo l’esplodere dello scandalo vatileaks, Benedetto XVI ha riconfermato la fiducia nei suoi collaboratori. Al tempo stesso, ha preso decisioni precise, che indicano un rinnovato protagonismo: ha indetto un secondo concistoro per correggere la linea troppo italiana e troppo curiale di quello tenuto nel febbraio scorso. Ha concesso la porpora al Prefetto della Casa Pontificia James Harvey.Ha nominato al suo posto – con la dignità arcivescovile – il suo segretario privato Georg Gänswein, rafforzandolo nel ruolo di interfaccia tra il Papa e l’esterno. E le sorprese potrebbero non essere finite.


Paparatzifan
00martedì 18 dicembre 2012 20:05
Dal blog di Lella...

M.O.: DAL PAPA PER LA SESTA VOLTA PRESIDENTE PALESTINA ABU MAZEN

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 17 dic. -

E' durato 25 minuti il sesto incontro fra Benedetto XVI e il presidente dell'Autoriata' Palestinese Abu Mazen, che per la quinta volta e' stato ricevuto oggi in Vaticano (nel maggio aveva invece accolto a Betlemme Papa Ratzinger, in occasione della storica visita in Terra Santa. E' la prima volta, invece, che Abu Mazen incontra il Pontefice dopo il voto dell'Onu che ha ammesso la Palestina quale osservatore non membro.
E il riconoscimento ottenuto al Palazzo di Vetro di new York e' stato al centro dell'incontro, in un clime che un comunicato vaticano ha definito "cordiale".
"Benvenuto, e' bello rivederla", e' stato del resto il saluto del Pontefice al presidente che ha replicato: "sono molto felice di incontrarla ancora". Abu Mazen era accompagnato da otto persone che, dopo il colloquio privato nella Biblioteca, hanno assistito allo scambio dei regali. Abu Mazen ha fatto dono al Papa di un mosaico in ceramica con una veduta del Santo Sepolcro a Gerusalemme, con la scritta in inglese "dono del presidente Mahmoud Abbas (Abu Mazen), presidente dello Stato di Palestina". "Molto bello, grazie", ha risposto Benedetto XVI, che ha ricambiato con una veduta delle fontane dei Giardini Vaticani. Successivamente Abu Mazen si e' incontrato anche con il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, e con l'arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i rapporti con gli Stati. "Nel corso dei cordiali colloqui - afferma la Sala Stampa - ci si e' soffermati poi sulla situazione della Regione, travagliata da tanti conflitti, auspicando il coraggio della riconciliazione e della pace".

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M.O.: PAPA RICORDA AD ABU MAZEN IL CONTRIBUTO DEI CRISTIANI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 17 dic.

Benedetto XVI ha ricordato oggi al presidente palestinese Abu Mazen, ricevuto in Vaticano, "il contributo che le comunita' cristiane offrono al bene comune della societa' nei Territori Palestinesi e in tutto il Medio Oriente". Lo afferma una nota della Sala Stampa della Santa Sede che riferisce circa gli argomenti affrontati nel colloquio di 25 minuti, ne quale, si legge, "ci si e' soffermati sulla situazione della Regione, travagliata da tanti conflitti, auspicando il coraggio della riconciliazione e della pace".

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M.O.: PAPA AD ABU MAZEN, PACE E' POSSIBILE SE C'E' BUONA FEDE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 17 dic.

"Una soluzione giusta e duratura del conflitto israelo-palestinese potra' raggiungersi solo riprendendo in buona fede il negoziato tra le Parti, nel rispetto dei diritti di tutti". Lo ha ricordato il Papa al presidente palestinese Abu Mazen, ricevuto oggi in Vaticano. Lo riferisce un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede. "In merito alla recente risoluzione approvata dall'Assemblea Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite con la quale si riconosce la Palestina come Stato Osservatore non membro della suddetta Organizzazione, si e' auspicato - afferma la nota - che tale iniziativa incoraggi l'impegno della comunita' internazionale".

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Paparatzifan
00martedì 18 dicembre 2012 20:13
Dal blog di Lella...

VATICANO: BERTONE, CRISI SUGGERISCE PIU' TRASPARENZA E CONTROLLI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 18 dic.

"I crescenti deficit nei bilanci vaticani" determinano l'esigenza di maggior "conoscenza e controllo di tutte le attivita' economiche legate al patrimonio della Santa Sede".
Lo ha affermato il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, in occasione della presentazione del nuovo regolamento della Prefettura degli Affari economici, un dicastero, ha scandito, che - richiamando il valore della "necessaria trasparenza amministrativa" di tutte le attivita' economiche che possono essere riferite alla Santa Sede - deve "avere un quadro completo e veritiero delle attivita' economiche di tutte le Amministrazioni ad essa soggette" per verificare se vengono osservate "le stesse linee guida di indirizzo e programmazione concordate preventivamente con la Segreteria di Stato".
La Chiesa si e' "sempre preoccupata di considerare la mera strumentalita' dei beni temporali in rapporto allo svolgimento della propria missione, precisando i fini istituzionali che rendono lecito l'acquisto, il possesso, l'alienazione e l'amministrazione dei beni temporali, e cioe' il culto divino, le opere di apostolato e di carita', l'onesto sostentamento del clero e degli altri ministri", ha chiarito il cardinale Bertone rilevando come la Prefettura sia stata ultimamente considerata "una sorta di ragioneria generale", "offuscandone il compito di programmazione e coordinamento economico generale".
"Con il nuovo Regolamento promulgato il 22 febbraio 2012, si ritorna allo spirito originario", ha spiegato sottolineando il valore della "necessaria trasparenza delle attivita' economiche e finanziarie" sia per una questione di “correttezza” interna, sia per “l’impegno della Santa Sede di ottemperare alle norme internazionali di controllo finanziario che gradualmente si stanno adempiendo, come e' stato pubblicamente riconosciuto a livello europeo".
Il cardinale ha anche toccato il tema della riduzione delle spese istituzionali, affermando che "specialmente nelle attuali circostanze storiche" non si puo' che "procedere ad una riduzione graduale, ma effettiva dei costi a fronte di una perdurante impossibilita' di aumentare i ricavi, almeno in proporzione ai disavanzi che ultimamente si stanno registrando nei consuntivi consolidati".
Il cardinale Bertone ha infine esortato i responsabili dei diversi enti economici a collaborare "in clima di cordialita', dialogo e di reciproca fiducia" per il bene della Chiesa.

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Paparatzifan
00martedì 18 dicembre 2012 20:18
Dal blog di Lella...

Papa/ Per celebrazioni Natale indosserà nuovamente il 'fanone'

Nella basilica di San Pietro 'bambinello' realizzato a Betlemme

Città del Vaticano, 18 dic. (TMNews)

Durante le celebrazioni del Natale il Papa indosserà nuovamente il 'fanone' usato alle canonizzazioni dello scorso 21 ottobre, una mantellina utilizzata dai Pontefici a partire dal X-XII secolo.
"Accadrà nelle due grandi solennità della notte di Natale e dell'Epifania", spiega all''Osservatore romano' il maestro delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice, monsignor Guido Marini.
"Il termine fanone deriva dal latino e significa 'panno'.
E' stato abitualmente indossato dai Pontefici fino a Giovanni Paolo II.
Benedetto XVI ha inteso conservare l'uso di questa semplice e significativa veste liturgica. Nel corso del tempo si è sviluppata una simbologia in relazione a questo indumento.
Si dice che rappresenterebbe lo scudo della fede che protegge la Chiesa. In questa lettura simbolica, le fasce verticali di colore oro e argento esprimerebbero l'unità e l'indissolubilità della Chiesa latina e orientale, che poggiano sulle spalle del Successore di Pietro".
Mons. Marini ha reso poi noti altri dettagli delle celebrazioni natalizie. In particolare, "alla processione iniziale della santa messa prenderanno parte alcuni bambini, che collocheranno i mazzi di fiori vicino all'immagine di Gesù Bambino, svelata dal diacono al termine della Kalenda.
I bambini saranno dieci, in rappresentanza dei vari continenti. E dal momento che il bambinello usato durante la messa della Notte verrà deposto nella mangiatoia del presepe, dalla celebrazione successiva, ai piedi dell'altare della Confessione, sarà collocata un'altra immagine del Santo Bambino, realizzata da artigiani cristiani di Betlemme, copia dell'effige che viene collocata ogni anno sul luogo della nascita del Salvatore, nella Basilica della Natività".


Paparatzifan
00mercoledì 19 dicembre 2012 21:05
Da "Ilsussidiario.net"...

POLEMICHE/ Così L'Espresso arruola Küng per attaccare il Papa


Paolo Gheda


mercoledì 19 dicembre 2012

Che la figura di Benedetto XVI venga periodicamente resa oggetto di offensive di stampo anticlericale non è fatto che possa odiernamente stupire, si tratta piuttosto di un atteggiamento culturale che si è affermato a partire dal celebre discorso di Ratisbona del papa del settembre del 2006, a poco più di un anno dall’elevazione al soglio pontificio. La più recente polemica apparsa in Italia si deve all’intervista rivolta al noto teologo Hans Küng, diffusa da L’Espresso in occasione della pubblicazione del suo volume Dio esiste?; un intervento che, di primo acchito, sembrerebbe piuttosto voler essere una reazione all’uscita del volume di papa Benedetto XVI su L’infanzia di Gesù.

Le tesi di Küng sono peraltro ben note, non solo alla comunità teologica mondiale, avendo egli favorito negli ultimi anni la diffusione delle proprie idee attraverso anche i media generalisti: già alla morte di Giovanni Paolo II nel 2005, il sacerdote svizzero aveva espresso una critica accesa al lungo pontificato di questi, reo a suo avviso di aver centralizzato la Chiesa cattolica sulla Santa Sede, favorendo un processo di irrigidimento dottrinale ad intra che l’avrebbe fatta ritornare al cliché preconciliare di istituzione omnipervasiva, secondo il modello proprio del cattolicesimo nazionalista polacco. Il teologo elvetico sarebbe stato in seguito molto duro anche sull’inizio del pontificato di Joseph Ratzinger, a suo avviso fondato su di una visione astrattamente gerarchica della Chiesa e non sul modello di “popolo di Dio”, pur avendo accettato nello stesso anno dell’elezione di incontrarlo e confrontarsi anche apertamente sulle più delicate e incisive tematiche ecclesiologiche e pastorali.

Va rimarcato che la lettura “conciliarista” di Küng (nel senso di esaltazione – e forse amplificazione – delle cosiddette novità teologiche del Vaticano II) non lo ha mai portato, del resto, a invocare una “rivoluzione” interna alla Chiesa, piuttosto a criticare il fatto che a suo avviso non sono state colte e attuate appieno le intuizioni dell’Assise nel confronto della fede con la modernità; di contro, il magistero recente avrebbe tentato di “forzare” nelle maglie di una visione per così dire “pan-teologica” atteggiamenti e problematiche spesso suscitate dal progredire tecnico e culturale, e comunque dall’evoluzione nella società dei costumi e dei comportamenti: tutte materie, queste, che secondo il teologo sarebbero piuttosto dovute rimanere al di fuori di “forzosi” incasellamenti dottrinali, soprattutto se di fonte direttamente papale.

In effetti, Küng si è sempre mostrato favorevole ad un approccio più aperto ai temi della bioetica e della sessualità, così come a riconsiderare la dimensione vocazionale degli stati di vita del cristianesimo. E non è un caso, sul versante dell’ecumenismo, che il pensatore svizzero si sia in passato scagliato contro il messaggio della Dominus Jesus del 2000, e sul concetto ivi riaffermato di “extra ecclesia nulla salus” (in una linea in ciò sintonica alle riflessioni di altri autorevoli teologi “progressisti”, quali Ranher e Congar), ritenendo più una facciata edulcorata a beneficio d’immagine gli sforzi di papa Wojtyla di dialogo interreligioso culminati negli incontri di Assisi, coprente una mentalità che in realtà sarebbe rimasta rigidamente chiusa alle altre confessioni in ambito soteriologico.

Ma è soprattutto sul piano “politico” che Küng ha riservato i suoi strali più partecipati ai due ultimi pontificati: un’accusa riassumibile nella presunta mancanza di distinzione tra i piani della Chiesa e dello Stato – una sfida alla moderna concezione della “laicità” – che avrebbe portato a esercitare molto di più di una “moral suasion” sugli attori della politica nazionali e interazionali, soprattutto nei confronti del parlamento europeo e in particolare del Ppe, su temi moralmente sensibile quali l’eutanasia, l’aborto, la fecondazione assistita e la contraccezione, facendo di fatto leva sull’antica concezione imperialistica della Chiesa incentrata sul sistema romano medioevale per affermare una sorta di controllo di aspetti della vita, secondo lui, da ritenersi esterni alla morale cristiana.

Tra le ultime accuse rivolte da Küng all’attuale pontificato, vi è infine la sua condanna dell’apertura mostrata da Benedetto XVI nei confronti dei lefevriani, ai quali è stata prospettata la possibilità di rientrare nella comunione del cattolicesimo romano. In un’altra intervista, sempre forse non a caso destinata a una testata italiana, nell’occasione a Repubblica (27 gennaio 2009), il teologo si espresse sul caso dell’accoglienza ai tradizionalisti, parlando apertamente in termini di rischio di una “restaurazione nella Chiesa”.

Ciò detto sinteticamente delle posizioni di Küng − è il caso qui di ripetere − non nuove nel loro significato e semmai utili nell’articolo succitato de L’Espresso a volerlo dipingere come una sorta di “anti-Ratzinger di sinistra”, va solo aggiunto che non appare così facile “incasellare” le scelte di Benedetto XVI nel quadro di un conservatorismo prevedibilmente retrogrado quale appare generalmente in consimili dipinture avverse. Basterebbe guardare alla recente nomina nel ruolo dottrinalmente più delicato della Chiesa cattolica – quello di prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede –, e da egli stesso lungamente ricoperto, di mons. Gerhard Ludwig Müller, certo non un ecclesiastico “conservatore”, in passato anche amico del teologo della liberazione Gustavo Gutiérrez Merino.

D’altro canto, va anche detto che il significato delle critiche avanzate da Küng è stato spesso travisato quando non strumentalizzato a fini prettamente anticlericali. Basti notare come egli venga presentato tout court come un “antipapa” nell’intervista de L’Espresso, avvalorando in un’ottica piuttosto demagogica quella corrente di pensiero che lo vuole dipingere come una sorta di “sedevacantista” di sinistra che starebbe negando la legittimità magisteriale degli ultimi due pontificati. A sommesso avviso di altri interpreti, Küng pare più un riformatore dall’interno, certo fedele interprete in ciò delle tesi discontinuiste della teologia “progressista” tedesca del Vaticano II, alle quali peraltro lo stesso papa Ratzinger si dovette accostare in qualità di perito del card. Josef Frings.

L’ottica di Küng è sempre stata quella di auspicare un modello di Chiesa più prossimo alla modernità, indubbiamente meno concentrato sulla “difesa” del depositum fidei e “sanguignamente” più incline a sfidare a viso aperto la secolarizzazione e le sue degenerazioni antropologiche. Non è però in questo Küng da considerarsi uno scismatico – avrebbe sempre avuto la possibilità di uscire dalla Chiesa e non l’ha mai fatto –, ma un teologo politico che punta sulla rivisitazione di aspetti certo importanti della struttura ecclesiale (sul modello di sacerdozio e la connessa scelta celibatale, ad esempio) ma non è parso mai volere intaccare il nucleo dogmatico di fondo della Chiesa cattolica, nemmeno nel caso delle sue critiche, peraltro severe, alla mariologia cattolica corrente.

E non andrebbe forse nemmeno enfatizzata troppo la sua posizione di avversario, anche personale, nei confronti dei due ultimi pontefici e delle loro posizioni dottrinali e pastorali: si tratta piuttosto di critiche anche dure, che non travalicano però i confini della confessionalità. Anche per questo, come ci è capitato anche in passato di ricordare, la Chiesa non è un parlamento, ed i suoi attori non si ritengono nemici da combattere ma fratelli in Cristo, magari qualche volta ritenuti in errore e pertanto da correggere, in direzione della comune chiamata alla salvezza. E ciò, si consenta qui, non è offrire un semplicistico esercizio di irenismo accomodante, ma osservare il doveroso rispetto per un’istituzione con le sue specificità irripetibili, che si intende punto di congiunzione tra l’umano e il divino.


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Paparatzifan
00giovedì 20 dicembre 2012 03:36
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Papa/ Maria piena di "grazia" perché la gioia proviene da Dio

A udienza generale ricorda racconto evangelico dell'Annunciazione

Città del Vaticano, 19 dic. (TMNews)

"La gioia proviene dalla grazia, proviene cioè dalla comunione con Dio": è la sottolineatura del Papa durante l'udienza generale di oggi, nella quale Benedetto XVI ha ricordato il racconto evangelico della Annunciazione, nella quale "Maria viene chiamata 'piena di grazia'".
"Nel Libro di Sofonia - ha detto Benedetto XVI - troviamo questa espressione 'Rallegrati, figlia di Sion. Re d'Israele è il Signore in mezzo a te. Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente'. In queste parole c'è una duplice promessa fatta ad Israele, alla figlia di Sion: Dio verrà come salvatore e prenderà dimora proprio in mezzo al suo popolo, nel grembo - come si dice - della figlia di Sion. Nel dialogo tra l'angelo e Maria si realizza esattamente questa promessa: Maria è identificata con il popolo sposato da Dio, è veramente la figlia di Sion in persona; in lei si compie l'attesa della venuta definitiva di Dio, in lei prende dimora il Dio vivente.
Nel saluto dell'angelo - ha proseguito il Papa - Maria viene chiamata 'piena di grazia'; in greco il termine 'grazia', charis, ha la stessa radice linguistica della parola 'gioia'. Anche in questa espressione si chiarisce ulteriormente la sorgente del rallegrarsi di Maria: la gioia proviene dalla grazia, proviene cioè dalla comunione con Dio, dall'avere una connessione così vitale con lui, dall'essere dimora dello Spirito Santo, totalmente plasmata dall'azione di Dio".

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Papa/ In cammino di fede anche momenti in cui Dio sembra assente

A udienza generale cita "l'elemento dell'oscurità"

Città del Vaticano, 19 dic. (TMNews)

"L'apertura dell'anima a Dio e alla sua azione nella fede include anche l'elemento dell'oscurità". Lo ha detto il Papa che, nell'udienza generale in aula Paolo VI, ha dedicato la catechesi odierna, in vista del Natale, al racconto evangelico dell'annunciazione.
"Proprio colui che - come Maria - è aperto in modo totale a Dio, giunge ad accettare il volere divino, anche se è misterioso, anche se spesso non corrisponde al nostro proprio volere ed è una spada che trafigge l'anima, come profeticamente dirà il vecchio Simeone a Maria, al momento in cui Gesù viene presentato al Tempio". Così, "il cammino di fede di Abramo comprende il momento di gioia per il dono del figlio Isacco, ma anche il momento dell'oscurità, quando deve salire sul monte Moria per compiere un gesto paradossale: Dio gli chiede di sacrificare il figlio che gli ha appena donato".
"Non è diverso anche per il cammino di fede di ognuno di noi", ha proseguito il Papa: "Incontra momenti di luce, ma incontra anche passaggi in cui Dio sembra assente, il suo silenzio pesa nel nostro cuore e la sua volontà non corrisponde alla nostra, a quello che noi vorremmo. Ma quanto più ci apriamo a Dio, accogliamo il dono della fede, poniamo totalmente in lui la nostra fiducia - come Abramo e come Maria - tanto più egli ci rende capaci, con la sua presenza, di vivere ogni situazione della vita nella pace e nella certezza della sua fedeltà e del suo amore. Questo però significa uscire da sé stessi e dai propri progetti, perché la parola di Dio sia la lampada che guida i nostri pensieri e le nostre azioni".


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Paparatzifan
00giovedì 20 dicembre 2012 03:55
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Papa/ Nel 2012 in aumento numero di fedeli presenti alle udienze

447mila quest'anno, l'anno scorso erano stati 400mila

Città del Vaticano, 19 dic. (TMNews)

Con quella odierna si sono concluse le udienze generali del Papa per l'anno corrente. Mercoledì prossimo, infatti, cade di 26 dicembre e il Papa, anziché presiedere un'udienza, come di consueto pronuncerà l'Angelus. "Agli incontri settimanali del mercoledì in piazza San Pietro, nell'Aula Paolo VI e nel cortile del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo hanno partecipato quest'anno circa 447 mila persone", rende noto l''Osservatore romano', citando dati della Prefettura della Casa Pontificia, solitamente pubblicati a ridosso del 31 dicembre. "Il maggior afflusso di fedeli si è registrato nel mese di ottobre scorso con 90.000 presenze; il mese con minore partecipazione è stato agosto con 10.500 persone".
L'anno scorso quattrocentomila persone avevano partecipato alle 45 udienze generali del Papa.

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Paparatzifan
00giovedì 20 dicembre 2012 03:58
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PAPA: TORNA SU TWITTER, FEDE HA ANCHE MOMENTI DI BUIO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 19 dic

La fede di ognuno ha momenti anche di buio. Se vuoi camminare sempre nella luce, lasciati guidare dalla Parola di Dio". Lo ha scritto Benedetto XVI su Twitter, tornando ad attivare dopo una settimana di silenzio l'account "@Pontofex".
Anche mercoledi' scorso il primo tweet era stato lanciato al termine dell'Udienza Generale.
"La relazione dell'essere umano con Dio non cancella la distanza tra Creatore e creatura", ha spiegato anche nella catechesi all'Udienza Generale, confermando il fatto che ai credenti non viene risparmiata la prova dell'oscurita', cioe' del dubbio sulla fede. Anzi, ha osservato, soffermandosi su quello che ha definito un "aspetto importante": "l'apertura dell'anima a Dio e alla sua azione nella fede include anche l'elemento dell'oscurita'". "Il cammino di fede di Abramo - ha ricordato ai 6 mila fedeli presenti il Papa teologo - comprende il momento di gioia per il dono del figlio Isacco, ma anche il momento dell'oscurita', quando deve salire sul monte Moria per compiere un gesto paradossale: Dio gli chiede di sacrificare il figlio che gli ha appena donato". Ma "la piena fiducia di Abramo nel Dio fedele alle promesse non viene meno anche quando la sua parola e' misteriosa ed e' difficile, quasi impossibile, da accogliere". "Cosi' - ha aggiunto - e' per Maria: la sua fede vive la gioia dell'Annunciazione, ma passa anche attraverso il buio della crocifissione del Figlio". E in concreto "il 'si'' di Maria alla volonta' di Dio, nell'obbedienza della fede, si ripete lungo tutta la sua vita, fino al momento piu' difficile, quello della Croce". E questo "per poter giungere fino alla luce della Risurrezione".
"Davanti a tutto cio' - sottolinea Benedetto XVI - possiamo chiederci: come ha potuto vivere Maria questo cammino accanto al Figlio con una fede cosi' salda, anche nelle oscurita', senza perdere la piena fiducia nell'azione di Dio? C'e' un atteggiamento di fondo che Maria assume di fronte a cio' che avviene nella sua vita". "Nell'Annunciazione Ella rimane turbata ascoltando le parole dell'angelo ma non e' l'atteggiamento di chi ha paura davanti a cio' che Dio puo' chiedere: Maria riflette, si interroga sul significato di tale saluti". Dunque, "Maria non si ferma ad una prima comprensione superficiale di cio' che avviene nella sua vita, ma sa guardare in profondita', si lascia interpellare dagli eventi, li elabora, li discerne, e acquisita quella comprensione che solo la fede puo' garantire". "E' l'umilta' profonda della fede obbediente di Maria, che - ha quindi concluso - accoglie in se' anche cio' che non comprende dell'agire di Dio, lasciando che sia Dio ad aprirle la mente e il cuore. 'Beata colei che ha creduto nell'adempimento della parola del Signore', esclama la parente Elisabetta. E' proprio per la sua fede che tutte le generazioni la chiameranno beata".

© Copyright (AGI)

PAPA: UN TWEET DEDICATO ALLA VERGINE E AL TEMA DELLA GIOIA


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 19 dic.

"Maria vive con gioia l'annuncio che sara' Madre di Gesu', il Figlio di Dio fatto uomo. La vera gioia viene dall'unione con Dio". E' questo il testo del secondo tweet lanciato dal Papa dopo l'Udienza Generale di oggi. "Maria - ha detto ai 6mila fedeli presenti nell'Aula Nervi - e' la creatura che in modo unico ha spalancato le porte al suo Creatore, si e' messa nelle sue mani, senza limiti. Ella vive interamente della e nella relazione con il Signore; e' in atteggiamento di ascolto, attenta a cogliere i segni di Dio nel cammino del suo popolo; e' inserita in una storia di fede e di speranza nelle promesse di Dio, che costituisce il tessuto della sua esistenza. E si sottomette liberamente alla parola ricevuta, alla volonta' divina nell'obbedienza della fede".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00giovedì 20 dicembre 2012 15:04
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PAPA: NO PALAZZI SONTUOSI E POTERE MA UMILTA' E OBBEDIENZA FEDE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 19 dic.

Dobbiamo vivere nel mondo di oggi con "umilta' e obbedienza di fede".
Benedetto XVI ha concluso con questa esortazione la catechesi all'Udienza Generale di oggi. "La gloria di Dio - ha spiegato ai 6 mila fedeli presenti - non si manifesta nel trionfo e nel potere di un re, non risplende in una citta' famosa, in un sontuoso palazzo, ma prende dimora nel grembo di una Vergine, si rivela nella poverta' di un bambino". "L'onnipotenza di Dio, anche nella nostra vita, agisce - ha aggiunto il Papa - con la forza, spesso silenziosa, della verita' e dell'amore. La fede ci dice, allora, che l'indifesa potenza di quel Bambino alla fine vince il rumore delle potenze del mondo".

© Copyright (AGI)

PAPA: IL TERMINE GRAZIA HA LA STESSA RADICE DELLA PAROLA GIOIA


Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 18 dic.


L'Udienza Generale di oggi, l'ultima prima di Natale, poteva essere l'occasione per annunciare la concessione della grazia al maggiordomo Paolo Gabriele, che sta scontando la sua pena (18 mesi) nella caserma della Gendarmeria Vaticana. Ma non e' andata cosi', anche se il Papa ha pronunciato sia il nome Gabriele (riferendosi all'arcangelo) che il termine "grazia", per ricordare che essa in greco ("charis") ha la stessa radice linguistica della parola "gioia". "La gioia - ha spiegato riferendosi alla Vergine - proviene dalla grazia, cioe' dalla comunione con Dio, dall'avere una connessione cosi' vitale con Lui, dall'essere dimora dello Spirito Santo, totalmente plasmata dall'azione di Dio".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00venerdì 21 dicembre 2012 01:20
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Record di retweet per Benedetto XVI

Silvia Guidi

Nella sua prima settimana su Twitter Papa Benedetto XVI, con il suo account @pontifex ha ottenuto un numero di contatti da record, superando stelle della musica come Justin Bieber nella percentuale e nel numero di retweeting dei suoi messaggi. Più di 1,2 milioni di follower del Papa -- degli oltre 2,1 milioni degli attuali suoi follower totali -- hanno deciso di condividere il messaggio inaugurale «Cari amici, sono lieto di entrare in contatto con voi attraverso Twitter.
Grazie per la vostra generosa risposta. Benedico tutti voi dal profondo del cuore». Solo lo 0,7 per cento dei fan della pop star, invece, ha ritenuto opportuno ritrasmettere le sue parole il 26 settembre scorso, quando Bieber ha postato quello che è diventato il secondo messaggio più diffuso del 2012 e della sua carriera fino a oggi sui social media.
Da un primo sguardo alle statistiche risulta evidente che questo dato è parte di una tendenza più ampia: sul sito si parla molto di spiritualità e religione, e «i fedeli sono più attivi nel retweet delle parole del Papa che i fan di Bieber per la pop star», come confermano gli esperti di “cinguettio” in Rete.
Indicativo il fatto -- spiega al nostro giornale Thadeus Milton Jones, del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali -- che per il Papa la soglia di un milione di follower è stata superata già prima dell'udienza del 12 dicembre scorso durante la quale Benedetto XVI ha inviato il tweet inaugurale, e che nel giro di ventiquattr'ore i seguaci in Rete sono aumentati di 750.000 unità. L'ultimo dato disponibile, aggiornato alle ore 12 del 20 dicembre, ci parla di 2.108.484 follower. Nelle prossime settimane il Papa inizierà a tweettare anche in cinese e in latino, oltre che nelle otto lingue già attive.

(©L'Osservatore Romano 21 dicembre 2012)


Paparatzifan
00venerdì 21 dicembre 2012 21:42
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Papa/ Card. Amato: Troppi Papi beati? La santità non è mai troppa

Per Paolo VI ora verifica miracolo, nessuna corsia preferenziale

Città del Vaticano, 21 dic. (TMNews)

Oltre a quella di Paolo VI sono in corso anche le cause di beatificazione di Pio XII e di Giovanni Paolo I, mentre Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II sono stati già dichiarati beati. Ieri, le 'eroiche virtù' di Paolo VI, che lo avviano verso l'onore degli altari. Non si rischia, perdoni l'espressione, una 'inflazione' di papi santi? "Santa 'inflazione', è proprio il caso di dirlo", risponde in un'intervista ad 'Avvenire' il cardinale Angelo Amato, prefetto della congregazione dei santi. "Così fu per i primi secoli, quando tutti i papi furono o martiri o confessori. La santità ­come la bontà, come la bellezza, come la giustizia - non è mai troppa. La santità dei Papi dimostra che il loro magistero era sostenuto e accompagnato da una profonda vita di fede, di speranza e di carità".
Papa Paolo VI "ebbe una fede incrollabile nel Vangelo, nella santità della Chiesa, nella bontà dei valori della tradizione cristiana, nella difesa del Concilio Ecumenico Vaticano II. Il suo Credo del popolo di Dio ne è prova convincente", afferma il porporato salesiano. Ora, "la causa segue il normale iter canonico. In concreto, se la postulazione presenta un'ipotesi di miracolo la Congregazione delle Cause dei Santi procede con i vari gradi di valutazione: consulta medica (se si tratta, ad esempio, di guarigione scientificamente inspiegabile), congresso teologico, seduta ordinaria dei cardinali e dei vescovi e, infine, decisione finale del Santo Padre. Subito dopo si può procedere alla beatificazione".
Per Montini, ad ogni modo, non è prevista alcuna 'corsia preferenziale', come quella riservata alla causa del beato Giovanni Paolo II. "Nelle cause dei santi - afferma il card. Amato - non è possibile fare previsioni sui tempi. Le cause maturano quando tutti i passaggi sono stati espletati al meglio. In questa causa, come nelle altre, c'è grande sollecitudine, ma non fretta, anche per rispetto della grande figura di papa Montini. In ogni caso, il decreto sull'eroicità delle virtù di Paolo VI costituisce una felice coincidenza nella celebrazione dell'anno della fede".
Oltre alla causa di beatificazione di Paolo VI, ieri Benedetto XVI ha fatto avanzare anche altre cause, tra le quali quella di canonizzazione degli 800 beati martiri di Otranto "Perseguitati e uccisi per non tradire la loro fede in Cristo, i martiri sono testimoni credibili del Vangelo", spiega Amato. "La vicenda degli ottocento martiri d'Otranto è esemplare, anche se poco nota. Fatti prigionieri dagli ottomani nell'estate del 1480, ottocento uomini, giovani e anziani, furono massacrati per il loro rifiuto di convertirsi. Il loro martirio è, da una parte, un'ulteriore testimonianza di fedeltà a Cristo e alla sua parola di vita e di verità, e, dall'altra, un grido alla libertà religiosa, ancora oggi calpestata in tutto il mondo".

© Copyright TMNews


Paparatzifan
00venerdì 21 dicembre 2012 22:26
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Papa/ Nel discorso di fine anno Cuba, Libano, Sinodo e anno fede

Ma alla Curia romana non parla esplicitamente di Vatileaks

Città del Vaticano, 21 dic. (TMNews)

Il viaggio in Messico e a Cuba e quello in Libano. Il sinodo sulla 'nuova evangelizzazione' e l'anno della fede. Il Papa ha ripercorso alcuni dei momenti salienti del suo pontificato nel corso dell'ultimo anno, nel tradizionale discorso alla Curia romana in occasione degli auguri di Natale.
"Ci troviamo alla fine di un anno che nuovamente, nella Chiesa e nel mondo, è stato caratterizzato da molteplici situazioni travagliate, da grandi questioni e sfide, ma anche da segni di speranza", ha detto Benedetto XVI a inizio del discorso. Nessun esplicito riferimento alla fuga di documenti riservati della Santa Sede (Vatileaks) che ha tormentato il Vaticano nell'anno trascorso. Benedetto XVI si è concentrato su due punti, in particolare: la questione della famiglia e quella del dialogo della Chiesa con la società contemporanea.
Alla fine del discorso nella sala Clementina del palazzo apostolico, il Papa ha salutato i cardinali e i capi-dicastero presenti. Tra gli altri, oltre al cardinale Bertone e ai maggiorenti di Curia, anche i cardinali Angelo Bagnasco e Camillo Ruini, presidente attuale ed emerito della Conferenza episcopale italiana.

© Copyright TMNews


Paparatzifan
00sabato 22 dicembre 2012 12:32
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PAPA: LA FAMIGLIA E' FORTE E VIVA MA MINACCIATA NELLE SUE BASI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 21 dic.

"La grande gioia con cui a Milano si sono incontrate famiglie provenienti da tutto il mondo ha mostrato che, nonostante tutte le impressioni contrarie, la famiglia e' forte e viva anche oggi".
Lo ha affermato Benedetto XVI nel discorso di Natale alla Curia Romana. "E' incontestabile pero' - ha aggiunto - anche la crisi che, particolarmente nel mondo occidentale, la minaccia fino nelle basi".
"Mi ha colpito - ha poi confidato il Papa a cardinali e vescovi - che nel Sinodo si sia ripetutamente sottolineata l'importanza della famiglia come luogo autentico in cui si trasmettono le forme fondamentali dell'essere persona umana.
Le si impara vivendole e anche soffrendole insieme". Per Joseph Ratzinger, in questo modo "si e' reso evidente che nella questione della famiglia non si tratta soltanto di una determinata forma sociale, ma della questione dell'uomo stesso, della questione di che cosa sia l'uomo e di che cosa occorra fare per essere uomini in modo giusto". "Le sfide in questo contesto - ha elencato il Papa teologo - sono complesse. C'e' anzitutto la questione della capacita' dell'uomo di legarsi oppure della sua mancanza di legami. Puo' l'uomo legarsi per tutta una vita?
Corrisponde alla sua natura? Non e' forse in contrasto con la sua liberta' e con l'ampiezza della sua autorealizzazione? L'uomo diventa se stesso rimanendo autonomo ed entrando in contatto con l'altro solo mediante relazioni che puo' interrompere in ogni momento? Un legame per tutta la vita e' in contrasto con la liberta'? Il legame merita anche che se ne soffra?" Attraverso "il rifiuto del legame umano, che si diffonde sempre piu' a causa di un'errata comprensione della liberta' e dell'autorealizzazione, come anche a motivo della fuga davanti alla paziente sopportazione della sofferenza", di fatto si diffonde una situazione di acuta infelicita': "l'uomo rimane chiuso in se stesso e, in ultima analisi, conserva il proprio 'io' per se stesso, non lo supera veramente". Ed invece, ha concluso, "solo nel dono di se' l'uomo raggiunge se stesso, e solo aprendosi all'altro, agli altri, ai figli, alla famiglia, solo lasciandosi plasmare nella sofferenza, egli scopre l'ampiezza dell'essere persona umana", mentre "con il rifiuto di questo legame scompaiono anche le figure fondamentali dell'esistenza umana: il padre, la madre, il figlio; cadono dimensioni essenziali dell'esperienza dell'essere persona umana".

© Copyright (AGI)

PAPA: ERRATA IDEOLOGIA GENDER, NON SCEGLIAMO NOI NOSTRO SESSO


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 21 dic.

E' stato Dio a creare il maschio e la femmina e non ha senso contestare di avere "una natura precostituita che caratterizza l'essere umano".
Lo ha affermato Benedetto XVI nel discorso di Natale alla Curia Romana. "Sotto il lemma 'gender' - ha osservato - viene presentato come nuova filosofia della sessualita'" una visione nella quale l'uomo "nega la propria natura e decide che essa non gli e' data come fatto precostituito, ma che e' lui stesso a crearsela". "La profonda erroneita' di questa teoria e della rivoluzione antropologica in essa soggiacente - ha denunciato il Papa - e' evidente". Come emblema di questa ideologia il Papa ha citato oggi l'affermazione, diventata famosa, di Simone de Beauvoir: "Donna non si nasce, lo si diventa" ("On ne nait pas femme, on le devient"), sottolineando che "secondo tale filosofia, il sesso non e' piu' un dato originario della natura che l'uomo deve accettare e riempire personalmente di senso, bensi' un ruolo sociale del quale si decide autonomamente, mentre finora era la societa' a decidervi". "Secondo il racconto biblico della creazione - invece - appartiene all'essenza della creatura umana di essere stata creata da Dio come maschio e come femmina". Per il Papa, "questa dualita' e' essenziale per l'essere umano, cosi' come Dio l'ha dato". "Proprio questa dualita' come dato di partenza - ha rilevato il Papa nel discorso di oggi - viene contestata. Non e' piu' valido cio' che si legge nel racconto della creazione: Maschio e femmina Egli li creo'. No, adesso vale che non e' stato Lui a crearli maschio e femmina, ma finora e' stata la societa' a determinarlo e adesso siamo noi stessi a decidere su questo". "Maschio e femmina come realta' della creazione, come natura della persona umana - dunque - non esistono piu'"."L'uomo - ha detto ancora il Papa con amarezza - contesta la propria natura. Egli e' ormai solo spirito e volonta'. La manipolazione della natura, che oggi deploriamo per quanto riguarda l'ambiente, diventa qui la scelta di fondo dell'uomo nei confronti di se stesso. Esiste ormai solo l'uomo in astratto, che poi sceglie per se' autonomamente qualcosa come sua natura". "Maschio e femmina - ha poi concluso - vengono contestati nella loro esigenza creazionale di forme della persona umana che si integrano a vicenda: se, pero', non esiste la dualita' di maschio e femmina come dato della creazione, allora non esiste neppure piu' la famiglia come realta' prestabilita dalla creazione. Ma in tal caso anche la prole ha perso il luogo che finora le spettava e la particolare dignita' che le e' propria".

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Paparatzifan
00sabato 22 dicembre 2012 17:02
Dal blog di Lella...

PAPA: HA FIRMATO LA GRAZIA E HA FATTO VISITA A PAOLO GABRIELE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 22 dic.

"Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto visita in carcere al signor Paolo Gabriele, per confermargli il proprio perdono e per comunicargli di persona di avere accolto la sua domanda di grazia, condonando la pena a lui inflitta". Ne da' notizia la Segreteria di Stato.

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VATICANO: SU OSSERVATORE LA FOTO DELLA VISITA DEL PAPA A GABRIELE


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 22 dic.

Una foto della visita del Papa a Paolo Gabriele, nella caserma della Gendarmeria Vaticana dove era detenuto fino a questa mattina, sara' pubblicata dall'Osservatore Romano. Non saranno diffuse altre immagini dell'incontro. Lo ha detto il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, che ha evocato la visita del beato Giovanni Paolo II ad Ali' Agca, il killer turco che aveva tentato di ucciderlo il 13 maggio 1981.

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VATICANO: PAPA HA FIRMATO GRAZIA ANCHE PER SCIARPELLETTI


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 22 dic.

Benedetto XVI ha firmato la grazia anche per Claudio Sciarpelletti, il tecnico informatico condannato per favoreggiamento nell'ambito dell'inchiesta Vatileaks. Ne ha dato notizia il portavoce vaticano Federico Lombardi.
Come e' noto, Claudio Sciarpelletti aveva gia' ripreso il suo servizio in Vaticano subito dopo il processo e la lieve pena inflittagli (due mesi con sospensione condizionale). Il tecnico informatico ha pero' lasciato l'Ufficio Informazione della Segreteria di Stato per passare all'Ufficio Statistico del medesimo dicastero.

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Caterina63
00sabato 22 dicembre 2012 17:59

IL PAPA ACCOGLIE LA DOMANDA DI GRAZIA DI PAOLO GABRIELE

Città del Vaticano, 22 dicembre 2012 (VIS). Pubblichiamo di seguito il comunicato emesso questa mattina dalla Segreteria di Stato.

"Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto visita in carcere al Signor Paolo Gabriele, per confermargli il proprio perdono e per comunicargli di persona di avere accolto la sua domanda di grazia, condonando la pena a lui inflitta. Si è trattato di un gesto paterno verso una persona con cui il Papa ha condiviso per alcuni anni una quotidiana familiarità".

"Successivamente, il Signor Gabriele è stato scarcerato ed è rientrato a casa. Benché non possa riprendere il precedente lavoro e continuare a risiedere in Vaticano, la Santa Sede, confidando nella sincerità del ravvedimento manifestato, intende offrirgli la possibilità di riprendere con serenità la vita insieme alla sua famiglia".




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Paparatzifan
00domenica 23 dicembre 2012 02:25
Dal blog di Lella...

PAPA: SEGRETERIA DI STATO, GRAZIA A GABRIELE UN GESTO PATERNO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 22 dic.

"Si e' trattato di un gesto paterno verso una persona con cui il Papa ha condiviso per alcuni anni una quotidiana familiarita'". La Segreteria di Stato della Santa Sede ha commentato cosi' la visita del Papa alla Caserma della Gendarmeria dove era recluso Paolo Gabriele, per comunicargli la grazia. "E' stato un colloquio personale molto intenso", ha detto il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi che ha sottolineato come il maggiordomo abbia "espresso anche oggi il proprio pentimento e ravvedimento al Papa, dopo gli atti sconsiderati per i quali era stato processato".

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VATICANO: SCARCERATO GABRIELE, AVRA' CASA E LAVORO FUORI STATO


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 22 dic.

Subito dopo la visita del Papa, Paolo Gabriele e' stato scarcerato ed e' rientrato a casa. "Benche' non possa riprendere il precedente lavoro e continuare a risiedere in Vaticano, la Santa Sede - ha detto il portavoce padre Federico Lombardi - confidando nella sincerita' del ravvedimento manifestato, intende offrirgli la possibilita' di riprendere con serenita' la vita insieme alla sua famiglia".

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Paparatzifan
00domenica 23 dicembre 2012 02:28
Dal blog di Lella...

Papa/ Benedetto XVI ha concesso la grazia all'ex maggiordomo

Paolo Gabriele torna definitivamente in libertà a vigilia Natale

Città del Vaticano, 22 dic. (TMNews)

La grazia concessa oggi dal Pontefice al suo ex Maggiordomo personale consentirà a Paolo Gabriele di tornare definitivamente a casa, potendo trascorrere il Natale in famiglia senza poi dover tornare in cella.
Paolo Gabriele era stato arrestato lo scorso maggio dopo che nella sua abitazione era stato trovato un migliaio di copie di documenti riservati, erano stati concessi gli arresti domiciliari a fine luglio. Rinviato a giudizio il 13 agosto, al termine dell'inchiesta sulla fuga di notizia che ha detreminato lo scandalo Vatileaks, era stato poi riconosciuto colpevole dal Tribunale il 6 ottobre, al termine di un breve processo e condannato a 18 mesi di reclusione. Una pena che dopo due settimane, il 25 Ottobre, era diventata definitiva per mancanza di ricorso di appello ed aveva comportato la reclusione in carcere in una cella del palazzo apostolico di Gabriele, in quanto reo confesso di aver sottratto, copiato e diffuso i documenti di 'Vatileaks'.
A portare la notizia della grazia a Gabriele è stato personalmente il Pontefice che gli ha fatto visita in cella. E, al termine dell'incontro, Gabriele è stato liberato ed ora già ha fatto ritorno a casa. Nel darne notizia, la Santa Sede, ha voluto sottolineare come alla base dell'atto di clemenza deciso dal Pontefice vi sia stato il "ravvedimento" per quanto fatto da parte di Gabriele. E che dunque il Vaticano si aspetta da lui ritrovata fedeltà e riserbo nei suoi comportamenti futuri quale che sia la sua futura attività, non potendo ovviamente rientrare a far parte della Segreteria personale del Pontefice
"Questa mattina - ha informato la Segreteria di Stato vaticana con una nota illustrata da padre Federico Lombardi- il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto visita in carcere al Sig. Paolo Gabriele, per confermargli il proprioperdono e per comunicargli di persona di avere accolto la sua domanda di grazia, condonando la pena a lui inflitta. Si e' trattato di un gesto paterno verso una persona con cui il Papa ha condiviso per alcuni anni una quotidiana familiarità. Successivamente, il Signor Gabriele è stato scarcerato ed è rientrato a casa". Ed ora "benchè non possa riprendere il precedente lavoro e continuare a risiedere in Vaticano, la Santa Sede, confidando nella sincerità del ravvedimento manifestato, intende offrirgli la possibilità di riprendere con serenità la vita insieme alla sua famiglia".

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Paparatzifan
00domenica 23 dicembre 2012 02:47
Dal blog di Lella...

Il presepe del Papa

Ha un’atmosfera familiare anche quest’anno la rappresentazione della Natività allestita nell’appartamento privato di Benedetto XVI: è infatti ambientata nella zona di largo San Martino a ridosso delle Mura leonine, presso la chiesa dedicata ai santi Martino di Tours e Sebastiano martire, patroni della Guardia Svizzera Pontificia. Sullo sfondo si scorge il Palazzo Apostolico e di lato il colonnato del Bernini. Il presepe è stato preparato le maestranze della Floreria in collaborazione con gli elettricisti dei Servizi Tecnici del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e personale dei Musei Vaticani.

(©L'Osservatore Romano 23 dicembre 2012)


Paparatzifan
00domenica 23 dicembre 2012 02:48
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PRETI PEDOFILI: PAPA CHIAMA DA BOSTON NUOVO PG VATICANO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 22 dic.

Nessun arretramento nella lotta contro gli abusi sessuali e di potere compiuti da ecclesiastici: Benedetto XVI ha chiamato da Boston, diocesi prima quasi annientata dagli scandali e oggi al primo posto nella lotta alla pedofilia, il nuovo promotore di giustizia della Congregazione della Dottrina della Fede, che sostituisce monsignor Charles Scicluna.
Si tratta di don Robert W. Oliver, fidato collaboratore del cardinale Sean O'Malley, campione della lotta contro gli abusi insieme allo stesso Scicluna e a Joseph Ratzinger.
La filosofia che ha ispirato il rinnovamento della diocesi di Boston (anche attraverso l'azione di don Oliver che presumibilmente continuera' a seguire la stessa linea alla guida del pool di giudici ecclesiastici della Congregazione per la Dottrina della Fede, competente su tutti i "delicta graviora") e' stata illustrata recentemente da O'Malley in una lettera. "Con i chiarissimi codici di comportamento in vigore, se un vescovo e' indifferente alla protezione dei fanciulli, credo che sia qualcosa che esige attenzione da parte della Santa Sede. Se non sai fare cose difficili, non devi essere vescovo", ha spiegato il cardinale cappuccino che e' arcivescovo di Boston dal 2003, quando fu nominato al posto del cardinale Bernard Law costretto a dimettersi per aver sottovalutato il problema. Allora, ricorda O'Malley, "c'erano tante ferite e rabbia, e c'erano conseguenze economiche talmente disastrose. C'era un calo delle vocazioni. Da qualsiasi parte ci giravamo, c'era crisi e sofferenza".
Per ripartire e' stato avviato quello che il porporato definisce un cammino di "ricostruzione della fiducia, il cercare cioe' di aiutare le vittime a fidarsi ancora di noi". "Voleva dire che prendevamo la cosa con serieta' e che non avremmo piu' permesso il ripetersi di tali cose", ha spiegato il porporato. "Il mio deciso intento - ha confidato O'Malley nell'intervista - e' stato far capire alla gente quello che era successo, i comportamenti che mettevamo in atto, e la nostra determinazione a far rispettare quei codici per far si' che le nostre parrocchie e le nostre scuole siano le piu' sicure possibili per i giovani". Secondo il cardinale cappuccino, "la trasparenza e' stata una parte importante per la ricostruzione". "Abbiamo pubblicato - ha assicurato - tutto quanto riguarda le nostre finanze. Abbiamo pubblicato piu' di qualsiasi altra diocesi nel mondo. Abbiamo voluto farlo perche' il denaro speso per i casi di abuso sessuale era un argomento molto scottante". "Volevo dimostrare - ha detto O'Malley - che non usavamo i fondi delle parrocchie, che alcune parrocchie venivano chiuse si', ma non per pagare i risarcimenti degli abusi sessuali. Il denaro infatti lo abbiamo ricavato dalla vendita della residenza episcopale". Per quanto riguarda l'accertamento dei fatti, il cardinale ha sottolineato che le vittime possono dare un grande contributo per aiutare altri a rivelare le offese subite. "Una grande risorsa - ha spiegato - e' stata la commissione d'indagine, che ho sempre istituito in ogni diocesi in cui sono stato". "In tale commissione - ha concluso - ho voluto che ci fossero vittime e loro famiglie insieme a giudici, preti ed altri. Questo consente una lettura indipendente, ed e' di grande aiuto anche quando un'accusa e' senza fondamento".

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PRETI PEDOFILI: CHI E' IL NUOVO PG VATICANO


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 22 dic.

Quando nel 2002 i reportage del Boston Globe segnarono l'inizio dello scandalo della pedofilia negli Stati Uniti, Robert W. Oliver, sacerdote, professore di Diritto Canonico e di Teologia Sistematica al seminario di Saint John, fu chiamato a gestire la situazione. E fu il primo a metterci la faccia. Scrivendo lui stesso articoli sul Boston Globe, in cui spiegava come la diocesi si stesse muovendo per affrontare la crisi. Delineando e collaborando con il comitato di otto laici che avrebbe analizzato ogni denuncia di abusi del clero e si sarebbero coordinati con l'arcivescovo. E persino superando gli scossoni che erano seguiti nella diocesi, quando il cardinal Bernard Francis Law era stato rimosso dalla guida della diocesi e Boston era passata sotto la guida del cardinale cappuccino Francis O'Malley. "Ora - scrive il sito cattolico Korazym.org - Oliver dovra' portare le sue competenze alla Congregazione della Dottrina della Fede, di cui e' stato appena nominato promotore di Giustizia" al posto di Charles J. Scicluna, che era stato colui che dal Vaticano aveva dovuto gestire la seconda ondata di scandali di abusi del clero sui bambini nel 2010. Scicluna e' diventato vescovo ausiliare de La Valletta, a Malta, nella sua terra, ma - grazie a una decisione senza precedenti del Papa - continuera' a portare il suo contributo e la sua esperienza a Roma, come membro della Congregazione per la Dottrina della Fede". Secondo Korazym, "la scelta di Robert W. Oliver sembra lanciare un segnale preciso. E cioe' che la Santa Sede vuole portare avanti la strada della trasparenza che fu promossa da Oliver allo scoppiare dello scandalo degli abusi. Una linea della trasparenza che mirava al coinvolgimento dei laici nella vita delle parrocchie, come strumento di garanzia. E che allo stesso tempo si preoccupava di dare tutte le garanzie giuridiche necessarie ai sacerdoti accusati, finche' questi non fossero stati riconosciuti realmente colpevoli degli addebiti". Contro la pedofilia, conclude il sito, "Benedetto XVI ha portato avanti iniziative senza precedenti. Lui, per primo, ha voluto incontrare le vittime degli abusi: lo ha fatto negli Stati Uniti, in Australia, a Malta, e ha sottolineato piu' volte la necessita' che queste vittime siano accompagnate nel processo di guarigione. Perche' il risarcimento, per quanto doveroso, non basta. C'e' necessita' di ascolto".

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Paparatzifan
00domenica 23 dicembre 2012 23:55
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PAPA: DIO E' DOVE C'E' ACCOGLIENZA, VISITARE CARCERATI E MALATI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 23 dic.

"Dove c'e' accoglienza reciproca, ascolto, il fare spazio all'altro, li' c'e' Dio e la gioia che viene da Lui". Lo ha affermato Benedetto XVI nel breve discorso che ha preceduto l'Angelus, dedicato oggi alla Visita di Maria ad Elisabetta, ricordata dalla liturgia.
Una scena che, ha spiegato il Papa, "esprime anche la bellezza dell'accoglienza".
"Imitiamo Maria nel tempo di Natale - ha esortato l'anziano Pontefice che ieri si e' recato nella caserma della Gendarmeria per comunicare personalmente la grazia a Paolo Gabriele fino ad allora detenuto - facendo visita a quanti vivono un disagio, in particolare gli ammalati, i carcerati, gli anziani e i bambini. E imitiamo anche Elisabetta che accoglie l'ospite come Dio stesso: senza desiderarlo non conosceremo mai il Signore, senza attenderlo non lo incontreremo, senza cercarlo non lo troveremo".
"Con la stessa gioia di Maria che va in fretta da Elisabetta - ha quindi continuato rivolgendosi ancora ai 40 mila fedeli presenti in piazza San Pietro - anche noi andiamo incontro al Signore che viene. Preghiamo perche' tutti gli uomini cerchino Dio, scoprendo che e' Dio stesso per primo a venire a visitarci".
Dopo l'Angelus, Benedetto XVI e' poi tornato a rivolgere il suo pensiero "alle persone che si sentono sole, ai malati, a coloro che devono affrontare le difficolta' della vita", salutando i pellegrini polacchi presenti. "Ormai tra poco - ha detto loro - lo spirito del Natale pervadera' le vostre case, le vostre famiglie e comunita'. Vi uniranno la fede e la gioia della nascita del Salvatore.
Auguro a ciascuno di voi, in modo speciale alle persone che si sentono sole, ai malati, a coloro che devono affrontare le difficolta' della vita, pace, calore e amore; a tutti la speranza, il perdono e la riconciliazione".

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PAPA: GRAVIDANZA ELISABETTA "MESSAGGIO A MARIA, GIOVANETTA PACIFICA"

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 23 dic.

"Nell'Annunciazione l'arcangelo Gabriele aveva parlato a Maria della gravidanza di Elisabetta come prova della potenza di Dio: la sterilita', nonostante l'eta' avanzata, si era trasformata in fertilita'". Lo ha ricordato Benedetto XVI nel discorso che ha preceduto l'Angelus.
Ed Elisabetta, ha aggiunto, "accogliendo Maria, riconosce che si sta realizzando la promessa di Dio all'umanita' ed esclama: 'Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo". Una espressione, ha ricordato il Papa teologo, "riferita nell'Antico Testamento a Giaele e a Giuditta, due donne guerriere che si adoperano per salvare Israele. Ora invece e' rivolta a Maria, giovinetta pacifica che sta per generare il Salvatore del mondo".
Commentando questa straordinaria pagina del Vangelo di Luca, il Pontefice si e' soffermato oggi anche sul sussulto di gioia di Giovanni nel grembo di Elisabetta, che, ha detto, "richiama la danza che il re Davide fece quando accompagno' l'ingresso dell'Arca dell'Alleanza in Gerusalemme", che "conteneva le tavole della Legge, la manna e lo scettro di Aronne" ed "era il segno della presenza di Dio in mezzo al suo
popolo". "Il nascituro Giovanni - ha sottolineato Papa Benedetto - esulta di gioia davanti a Maria, Arca della nuova Alleanza, che porta in grembo Gesu', il Figlio di Dio fatto uomo".

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Paparatzifan
00giovedì 27 dicembre 2012 03:01
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PAPA: PACE E GIUSTIZIA POSSIBILI MA RIFIUTIAMO IL MESSAGGIO DEL BAMBINO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 dic.

Con la nascita di Gesu' Bambino "la verita' e' germogliata dalla terra". In quell'evento, ha affermato Benedetto XVI nel suo Messaggio di Natale, "realmente l'amore e la verita' si sono incontrati, la giustizia e la pace si sono baciate; la verita' e' germogliata dalla terra e la giustizia si e' affacciata dal cielo". Ma e' una pace che il mondo non conosce, perche', in qualche modo, non l'accetta, come mostrano i troppi confitti e
erre che ancora lo insanguinano.
Nell'Anno della Fede, le parole del Papa ricordano che "Dio ha fatto tutto, ha fatto l'impossibile: si e' fatto carne. La sua onnipotenza d'amore ha realizzato cio' che va al di là dell'umana comprensione: l'Infinito si e' fatto bambino, e' entrato nell'umanita'". "Eppure - ha osservato Ratzinger nell'omelia della messa di mezzanotte - questo stesso Dio non puo' entrare nel mio cuore se io non gli apro la porta".
Ed oggi, ha lamentato, "diffuse correnti di pensiero" accusano le religioni, e in particolare il monoteismo, di essere "la causa della violenza e delle guerre nel mondo; occorrerebbe prima liberare l'umanita' dalle religioni, affinche' si crei poi la pace; il monoteismo, la fede nell'unico Dio, sarebbe prepotenza, causa di intolleranza, perche' in base alla sua natura esso vorrebbe imporsi a tutti con la pretesa dell'unica verita'", ma anche se "nella storia, il monoteismo e' servito di pretesto per l'intolleranza e la violenza", la storia stessa ci insegna che quando "la luce di Dio si spegne, si spegne anche la dignita' divina dell'uomo. Allora egli non e' piu' l'immagine di Dio, che dobbiamo onorare in ciascuno, nel debole, nello straniero, nel povero. Allora non siamo piu' tutti fratelli e sorelle, figli dell'unico Padre che, a partire dal Padre, sono in correlazione vicendevole".
"Che generi di violenza arrogante allora compaiono e come l'uomo disprezzi e schiacci l'uomo lo abbiamo visto in tutta la sua crudelta' - ha rilevato il Pontefice tedesco - nel secolo scorso. Solo se la luce di Dio brilla sull'uomo e nell'uomo, solo se ogni singolo uomo e' voluto, conosciuto e amato da Dio, solo allora, per quanto misera sia la sua situazione, la sua dignita' e' inviolabile".
La nascita di Gesu', e' stata 12 ore dopo la conclusione del Papa nel Messaggio che ha preceduto la benedizione Urbi et Orbi, "e' un germoglio di vita nuova per tutta l'umanita'.
La presenza sulla terra "dell'uomo nato a Betlemme da Maria", ha spiegato, e' garanzia che esiste "una terra buona". "Possa ogni terra - e' stata quindi l'invocazione conclusiva di Joseph Ratzinger - diventare una terra buona, che accoglie e germoglia l'amore, la verita', la giustizia e la pace. Buon Natale a tutti!".

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PAPA: ACCOGLIENZA IMMIGRATI E' LA GRANDE QUESTIONE MORALE


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 26 dic.

"La grande questione morale su come stiano le cose da noi riguardo ai profughi, ai rifugiati, ai migranti" e' stata posta dal Papa al centro della sua omelia della Notte di Natale. "Abbiamo veramente posto per Dio, quando Egli cerca di entrare da noi? Abbiamo tempo e spazio per Lui? Non e' forse proprio Dio stesso ad essere respinto da noi?", si e' chiesto Benedetto XVI, osservando che "riempiti da noi stessi, non lasciamo spazio agli altri, ai bambini, ai poveri, ai sofferenti, agli stranieri, agli emarginati".
"Sempre - ha detto il Papa teologo nella Basilica di San Pietro - di nuovo ci commuove il fatto che Dio si fa bambino, affinche' noi possiamo amarlo, affinche' osiamo amarlo, e, come bambino, si mette fiduciosamente nelle nostre mani". "Sempre di nuovo mi tocca anche la parola dell'evangelista, detta quasi di sfuggita, che per loro non c'era posto nell'alloggio. Inevitabilmente sorge la domanda su come andrebbero le cose, se Maria e Giuseppe bussassero alla mia porta. Ci sarebbe posto per loro?".
Una domanda che si allarga a quella se "nel mondo di oggi, c'è posto per Dio". "Abbiamo tempo e spazio per Lui? Non e' forse proprio Dio stesso ad essere respinto da noi? Cio' comincia col fatto che non abbiamo tempo per Lui. Quanto più velocemente possiamo muoverci, quanto piu' efficaci diventano gli strumenti che ci fanno risparmiare tempo, tanto meno tempo abbiamo a disposizione. E Dio?". "Anche se sembra bussare alla porta del nostro pensiero, Egli deve essere allontanato con qualche ragionamento. Per essere ritenuto serio, il pensiero deve essere impostato in modo da rendere superflua l''ipotesi Dio'. Non c'e' posto per Lui. Anche nel nostro sentire e volere non c'e' lo spazio per Lui. Noi vogliamo noi stessi, vogliamo le cose che si possono toccare, la felicita' sperimentabile, il successo dei nostri progetti personali e delle nostre intenzioni. Siamo completamente 'riempiti' di noi stessi, cosi' che non rimane alcuno spazio per Dio. E per questo non c'e' neppure spazio per gli altri, per i bambini, per i poveri, per gli stranieri".

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PAPA: CON IL FONDAMENTALISMO LA RELIGIONE PUO' AMMALARSI


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 26 dic.

Benedetto XVI ha condannato con forza ogni forma di fondamentalismo religioso nella sua omelia della Notte di Natale. "E' vero - ha detto parlando dei monoteismi ai 6 mila fedeli che gremivano la Basilica di San Pietro - che una religione puo' ammalarsi e giungere cosi' ad opporsi alla sua natura piu' profonda, quando l'uomo pensa di dover egli stesso prendere in mano la causa di Dio, facendo cosi' di Dio una sua proprieta' privata". "Contro questi travisamenti del Sacro - ha esortato il Pontefice tedesco - dobbiamo essere vigilanti".
Secondo il Papa, pero', anche "se un qualche uso indebito della religione nella storia e' incontestabile, non e' tuttavia vero che il 'no' a Dio ristabilirebbe la pace. Se la luce di Dio si spegne - infatti - si spegne anche la dignita' divina dell'uomo" in quanto essa poggia sull'essere tutti figli di un unico Padre e quindi fratelli tra noi. Cosi' nel buio del peccato e della violenza, la fede, ha osservato il Papa teologo, "ha inserito un raggio luminoso di pace e di bonta' che continua a brillare".
Ed e' con questa convinzione che Benedetto XVI ha dunque elevato la sua preghiera per la pace: "Signore, fa' che anche oggi le spade siano forgiate in falci, che al posto degli armamenti per la guerra subentrino aiuti per i sofferenti. Illumina le persone che credono di dover esercitare violenza nel tuo nome, affinche' imparino a capire l'assurdita' della violenza e a riconoscere il tuo vero volto. Aiutaci a diventare uomini secondo la tua immagine e cosi' uomini di pace".

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Paparatzifan
00giovedì 27 dicembre 2012 03:02
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PAPA: DIO NON ABBANDONA I CREDENTI IN CIRCOSTANZE PERICOLOSE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 dic.

"I credenti chiamati a rendere testimonianza in circostanze difficili e pericolose non saranno abbandonati e indifesi". Lo ha affermato Benedetto XVI all'Angelus, ricordando la figura di Santo Stefano, il primo martire cristiano, che ha detto, "opero', parlo' e mori' animato dallo Spirito Santo, testimoniando l'amore di Cristo fino all'estremo sacrificio". In lui, ha spiegato a oltre 50 mila fedeli presenti oggi in piazza San Pietro, "si e' verificata in pieno la promessa di Gesu'".
"Cari fratelli e sorelle - ha sottolineato il Papa rivolto ai romani e ai pellegrini che gremivano la piazza - ogni anno, all'indomani del Natale del Signore, la liturgia ci fa celebrare la festa di santo Stefano, diacono e primo martire", che "il libro degli Atti degli Apostoli presenta come uomo pieno di grazia e di Spirito Santo". " Il primo martire- infatti - viene descritto, nella sua sofferenza, come imitazione perfetta di Cristo, la cui passione si ripete fino nei dettagli".
"La vita di santo Stefano - ha osservato in proposito il Pontefice - e' interamente plasmata da Dio, conformata a Cristo; nel momento finale della morte, in ginocchio, egli riprende la preghiera di Gesu' sulla Croce, affidandosi al Signore e perdonando i suoi nemici: 'Signore, non imputare loro questo peccato'. Ricolmo di Spirito Santo, mentre i suoi occhi stanno per spegnersi, egli fissa lo sguardo su 'Gesu' che stava alla destra di Dio', Signore di tutto e che tutti attira a Se'".
"Commemorando San Stefano, primo martire - ha poi aggiunto salutando nella loro lingua i fedeli polacchi presenti - per sua intercessione, chiediamo a Dio affinche' nella vita quotidiana non ci manchino la saggezza e il coraggio, la fede e l’amore, che trovano il loro compimento nella gloria del Signore".
"Nel giorno di santo Stefano - ha spiegato - anche noi siamo chiamati a fissare lo sguardo sul Figlio di Dio, che nel clima gioioso del Natale contempliamo nel mistero della sua Incarnazione. Con il Battesimo e la Cresima, con il prezioso dono della fede alimentata dai Sacramenti della Chiesa, specialmente dall'Eucaristia, Gesu' Cristo ci ha legati a Se' e vuole continuare in noi, con l’azione dello Spirito Santo, la sua opera di salvezza, che tutto riscatta, valorizza, eleva e conduce al compimento. Lasciarsi attirare da Cristo, come ha fatto santo Stefano, significa aprire la propria vita alla luce che la richiama, la orienta e le fa percorrere la via del bene, la via di un'umanita' secondo il disegno di amore di Dio".

© Copyright (AGI)

PAPA: NELL'ANNO DELLA FEDE SI MOLTIPLICHINO I TESTIMONI DEL VANGELO


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 26 dic.

"Preghiamo la Vergine Maria, affinche' la Chiesa, in quest'Anno della fede , veda moltiplicarsi gli uomini e le donne che, come santo Stefano, sanno dare una testimonianza convinta e coraggiosa del Signore Gesu'". Con questa esortazione, Benedetto XVI ha concluso oggi il breve discorso che ha preceduto l'Angelus. Secondo il Papa, "in sostanza l'evangelizzatore diventa capace di portare Cristo agli altri in maniera efficace quando vive di Cristo, quando la novita' del Vangelo si manifesta nella sua stessa vita".
"Santo Stefano - ha poi spiegato il Pontefice riferendosi all'odierna festa del primo martire cristiano - e' un modello per tutti coloro che vogliono mettersi al servizio della nuova evangelizzazione".
Il primo martire cristiano, ha osservato, dimostra che la novita' dell'annuncio non consiste primariamente nell'uso di metodi o tecniche originali, che certo hanno la loro utilita', ma nell'essere ricolmi di Spirito Santo e lasciarsi guidare da Lui".
"La novita' dell'annuncio - ha concluso il Papa teologo - sta nella profondita' dell'immersione nel mistero di Cristo, dell'assimilazione della sua parola e della sua presenza nell'Eucaristia, cosi' che Lui stesso, Gesu' vivo, possa parlare e agire nel suo inviato".

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Paparatzifan
00venerdì 28 dicembre 2012 03:27
Dal blog di Lella...

PAPA: LA CULTURA DI OGGI VORREBBE FARE A MENO DI DIO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 dic.

"L'uomo di oggi non ha tempo per Dio, anzi: tanto piu' velocemente si muove, tanto meno tempo ha a disposizione. E la questione che riguarda Dio non sembra mai urgente". Lo ha denunciato Benedetto XVI nella sua omelia della Notte di Natale.
"La metodologia del nostro pensare - ha detto - e' impostata in modo che Egli, in fondo, non debba esistere. Anche se sembra bussare alla porta del nostro pensiero, Egli deve essere allontanato con qualche ragionamento. Per essere ritenuto serio, il pensiero deve essere impostato in modo da rendere superflua l''ipotesi Dio'. Non c'e' posto per Lui".
Eppure, ha osservato il Pontefice teologo, "sempre di nuovo" ci colpisce la bellezza infinita del Natale, la bellezza che e' "splendore della verita'", quella verita' di un Dio che si fa bambino e "si mette fiduciosamente nelle nostre mani affinche' possiamo accoglierlo ed amarlo".
"Dio - ha ricordato - e' buono, e' il bene per eccellenza e dove non si da' gloria a Dio, dove Egli viene dimenticato o addirittura negato, non c'e' neppure pace".
Sulle orme dei pastori che con "santa curiosita' e santa gioia" si recarono a Betlemme, dunque, "l'uomo deve andare incontro a Signore, oltrepassando i propri limiti materiali per giungere all'essenziale". Ma davvero, si e' chiesto Papa Ratzinger, "siamo pronti ad accogliere Dio?".

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PAPA: HA RIPETUTO DUE VOLTE APPELLO PER SIRIA E MEDIO ORIENTE


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 26 dic.

La drammatica situazione del Medio Oriente con la guerra civile in atto in Siria e le nuove fiammate del conflitto israelo-palestinese preoccupano moltissimo Benedetto XVI che questo Natale ha ripetuto due volte il suo accorato appello di pace per l'area: prima nella messa di mezzanotte celebrata nella Basilica di San Pietro e poi, dodici ore dopo, nel messaggio che ha preceduto la benedizione Urbi et Orbi e gli auguri in 65 lingue, letto dalla Loggia delle Benedizioni davanti ad una piazza S.Pietro gremita da circa 80mila fedeli. Nella Basilica ha chiesto di pregare "perche' Israeliani e Palestinesi possano sviluppare la loro vita nella pace dell'unico Dio e nella liberta'".
"Preghiamo - ha aggiunto - anche per i Paesi circostanti, per il Libano, per la Siria, per l'Iraq e cosi' via: affinche' li' si affermi la pace. Che i cristiani in quei Paesi dove la nostra fede ha avuto origine possano conservare la loro dimora; che cristiani e musulmani costruiscano insieme i loro Paesi nella pace di Dio".
"La pace - ha poi invocato nuovamente a mezzogiorno - germogli per la popolazione siriana, profondamente ferita e divisa da un conflitto che non risparmia neanche gli inermi e miete vittime innocenti". "Ancora una volta - ha scandito - faccio appello perche' cessi lo spargimento di sangue, si facilitino i soccorsi ai profughi e agli sfollati e, tramite il dialogo, si persegua una soluzione politica al conflitto".
"La pace, ha poi concluso, "germogli nella Terra dove e' nato il Redentore, ed Egli doni a Israeliani e Palestinesi il coraggio di porre fine a troppi anni di lotte e di divisioni, e di intraprendere con decisione il cammino del negoziato".

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