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Paparatzifan
00mercoledì 10 ottobre 2012 19:21
Dal blog di Lella...

Il Papa: i Padri conciliari non volevano creare una Chiesa nuova ma rinnovarla nella continuità

L’Osservatore Romano ha pubblicato un numero speciale in occasione del 50.mo anniversario di apertura del Concilio Vaticano II. Una pubblicazione, in 40mila copie, corredata da narrazioni intense della stagione conciliare con dettagli di cronaca poco conosciuti e fotografie rare. Apre il numero speciale un testo di Benedetto XVI che ai lavori del Concilio partecipò come giovane teologo. Ce ne parla Sergio Centofanti.

I Padri conciliari “non potevano e non volevano creare una fede diversa o una Chiesa nuova, bensì comprenderle ambedue in modo più profondo e quindi davvero ‘rinnovarle’. Perciò un'ermeneutica della rottura è assurda, contraria allo spirito e alla volontà” di quanti parteciparono al Concilio: così scrive Benedetto XVI nella sua introduzione al numero speciale dell’Osservatore. Il Papa rievoca le sue emozioni di giovane teologo presente ai lavori conciliari:

“Fu impressionante vedere entrare i vescovi provenienti da tutto il mondo, da tutti i popoli e razze: un'immagine della Chiesa di Gesù Cristo che abbraccia tutto il mondo, nella quale i popoli della terra si sanno uniti nella sua pace. Fu un momento di straordinaria attesa. Grandi cose dovevano accadere”.

“Il cristianesimo, che aveva costruito e plasmato il mondo occidentale, - scrive il Papa - sembrava perdere sempre più la sua forza efficace”:

“Appariva essere diventato stanco e sembrava che il futuro venisse determinato da altri poteri spirituali. La percezione di questa perdita del presente da parte del cristianesimo e del compito che ne conseguiva era ben riassunta dalla parola ‘aggiornamento’”.

Il Papa ricorda come i singoli episcopati si fossero avvicinati al grande avvenimento con idee diverse. L'episcopato centroeuropeo - Belgio, Francia e Germania - aveva “le idee più decise”. Tuttavia c'erano alcune priorità comuni: il tema dell'ecclesiologia, la rivalutazione del ministero episcopale nel contesto del primato papale, il ciclo tematico Rivelazione-Scrittura Tradizione-Magistero, il rinnovamento liturgico - molto importante per gli episcopati centroeuropei - così come l’ecumenismo, argomento sentito in modo particolare dai vescovi tedeschi:

“Il sopportare insieme la persecuzione da parte del nazismo aveva avvicinato molto i cristiani protestanti e quelli cattolici; ora questo doveva essere compreso e portato avanti anche a livello di tutta la Chiesa”.

“Tra i francesi – ricorda Benedetto XVI - si mise sempre più in primo piano il tema del rapporto tra la Chiesa e il mondo moderno, ovvero il lavoro sul cosiddetto «Schema XIII», dal quale poi è nata la Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo”:

“Qui veniva toccato il punto della vera aspettativa del Concilio. La Chiesa, che ancora in epoca barocca aveva, in senso lato, plasmato il mondo, a partire dal XIX secolo era entrata in modo sempre più evidente in un rapporto negativo con l'età moderna, solo allora pienamente iniziata. Le cose dovevano rimanere così? La Chiesa non poteva compiere un passo positivo nei tempi nuovi?”.

“Inaspettatamente, – scrive il Papa - l'incontro con i grandi temi dell'età moderna non avvenne nella grande Costituzione pastorale, bensì in due documenti minori, la cui importanza è emersa solo poco a poco con la ricezione del Concilio”: la Dichiarazione sulla libertà religiosa, “richiesta e preparata con grande sollecitudine soprattutto dall'episcopato americano”, e la Dichiarazione Nostra aetate sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane. Il primo testo affermava la “libertà di scegliere e di praticare la religione, come anche della libertà di cambiarla, in quanto diritti fondamentali alla libertà dell'uomo”. Il secondo documento, che “si sarebbe poi rivelato importante per l'incontro della Chiesa con l'età moderna – rileva il Papa - è nato quasi per caso ed è cresciuto in vari strati”. Infatti “all'inizio c'era l'intenzione di preparare una dichiarazione sulle relazioni tra la Chiesa e l'ebraismo, testo diventato intrinsecamente necessario dopo gli orrori della shoah”. Successivamente, i Padri conciliari aggiunsero i riferimenti all’islam, all'induismo, al buddhismo e al dialogo e alla collaborazione tra le religioni, “i cui valori spirituali, morali e socio-culturali dovevano essere riconosciuti, conservati e promossi”. Una carenza del testo – sottolinea Benedetto XVI – è il fatto che “ignora le forme malate e disturbate di religione, che dal punto di vista storico e teologico hanno un'ampia portata”.

Il Papa conclude la sua introduzione rilevando che “se all'inizio del Concilio avevano prevalso gli episcopati centro-europei con i loro teologi, durante le fasi conciliari il raggio del lavoro e della responsabilità comuni” si allargò sempre di più:

“I vescovi si riconoscevano apprendisti alla scuola dello Spirito Santo e alla scuola della collaborazione reciproca, ma proprio in questo modo si riconoscevano come servitori della Parola di Dio che vivono e operano nella fede”.

© Copyright Radio Vaticana


Paparatzifan
00mercoledì 10 ottobre 2012 19:22
Dal blog di Lella...

PAPA: LIBERARE DOCUMENTI CONCILIO DA AMMASSO INTERPRETAZIONI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 10 ott.

"Dobbiamo tornare ai documenti del Concilio Vaticano II, che fu un evento di luce che si irradia fino a oggi, essi sono una vera bussola per i cristiani".
Lo ha detto il Papa nella catechesi all'Udienza Generale di oggi. "Ma - ha ammonito - dobbiamo liberarli da quell'ammasso di pubblicazioni che invece di farli conoscere li hanno nascosti".
Parlando ai 40 mila fedeli presenti in piazza San Pietro, Papa Ratzinger ha citato in proposito Giovanni Paolo II che defini' un "dovere" quello di "additare il Concilio come la grande grazia di cui la Chiesa ha beneficiato nel secolo XX: in esso ci e' offerta una sicura bussola per orientarci nel cammino del secolo che si apre". E ha attualizzato l'esortazione dle predecessore con le difficolta' di questo tempo che rendono ancora piu' necessaria "una bussola che permetta alla nave della Chiesa di procedere in mare aperto, in mezzo a tempeste o ad onde calme e tranquille, per navigare sicura ed arrivare alla meta".
"Il Concilio Vaticano II - ha scandito - e' per noi un forte appello a riscoprire ogni giorno la bellezza della nostra fede, a conoscerla in modo profondo per un piu' intenso rapporto con il Signore, a vivere fino in fondo la nostra vocazione cristiana".
"Guardando in questa luce alla ricchezza contenuta nei documenti del Vaticano II, vorrei solo nominare - ha continuato - le quattro Costituzioni, quasi i quattro punti cardinali della bussola capace di orientarci. La Costituzione sulla sacra Liturgia Sacrosanctum Concilium ci indica come nella Chiesa all'inizio c'e' l'adorazione, c'e' Dio, c'e' la centralita' del mistero della presenza di Cristo. E la Chiesa, corpo di Cristo e popolo pellegrinante nel tempo, ha come compito fondamentale quello di glorificare Dio, come esprime la Costituzione dogmatica Lumen gentium". "Il terzo documento che vorrei citare - ha detto ancora Papa Ratzinger - e' la Costituzione sulla divina Rivelazione Dei Verbum: la Parola vivente di Dio convoca la Chiesa e la vivifica lungo tutto il suo cammino nella storia. E il modo in cui la Chiesa porta al mondo intero la luce che ha ricevuto da Dio perche' sia glorificato, e' il tema di fondo della Costituzione pastorale Gaudium et spes". "La Vergine Maria, Madre di Cristo e di tutta la Chiesa, ci aiuti - ha poi concluso - a realizzare e a portare a compimento quanto i Padri conciliari, animati dallo Spirito Santo, custodivano nel cuore: il desiderio che tutti possano conoscere il Vangelo e incontrare il Signore Gesu' come via, verita' e vita".

© Copyright (AGI)

PAPA: AL CONCILIO ERO GIOVANE PROFESSORE,FU UN'ESPERIENZA UNICA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 10 ott.

Alla vigilia del 50esimo anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II, Benedetto XVI ha voluto confidare ai 40 mila fedeli presenti in piazza San Pietro la propria esperienza personale.
"Ricordo bene - ha detto - quel periodo: ero un giovane professore di teologia fondamentale all'Universita' di Bonn, e fu l'arcivescovo di Colonia, il cardinale Frings, per me un punto di riferimento umano e sacerdotale, che mi porto' con se' a Roma come suo consulente teologo; poi fui anche nominato perito conciliare".
"Per me - ha rivelato il Papa - e' stata un'esperienza unica".
"Dopo tutto il fervore e l'entusiasmo della preparazione, ho potuto vedere - ha raccontato - una Chiesa viva, quasi tremila Padri conciliari da tutte le parti del mondo riuniti sotto la guida del Successore dell'Apostolo Pietro, che si mette alla scuola dello Spirito Santo, il vero motore del Concilio". Secondo il Pontefice, "rare volte nella storia si e' potuto, come allora, quasi 'toccare' concretamente l'universalita' della Chiesa in un momento di grande realizzazione della sua missione di portare il Vangelo in ogni tempo e fino ai confini della terra. In questi giorni, se rivedrete le immagini dell'apertura di questa grande Assise, attraverso la televisione o gli altri mezzi di comunicazione, potrete percepire anche voi la gioia, la speranza e l'incoraggiamento che ha dato a tutti noi il prendere parte a questo evento di luce, che si irradia fino ad oggi".
Ed oggi, ha concluso, "per cosi' dire, ci appare come un grande affresco, dipinto nella sua grande molteplicita' e varieta' di elementi, sotto la guida dello Spirito Santo. E come di fronte a un grande quadro, di quel momento di grazia continuiamo anche oggi a coglierne la straordinaria ricchezza, a riscoprirne particolari passaggi, frammenti, tasselli".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00giovedì 11 ottobre 2012 19:49
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SINODO: VENERDI' TUTTI A PRANZO CON IL PAPA, 90ENNI COMPRESI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 10 ott. - Benedetto XVI ha invitato a pranzo - per festeggiare i 50 anni del Vaticano II - i vescovi che parteciparono al Concilio: i superstiti sono 69, ma a Roma ne sono arrivati 14, dato che alcuni sono ultracentenari. Con loro, nell'Aula "Paolo VI" pranzeranno i 262 padri sinodali e tutti gli esperti e collaboratori del Sinodo: in totale 500 persone. Questo pranzo assorbira' quello che tradizionalmente il Papa offre al termine dei lavori sinodali. (AGI)


Paparatzifan
00giovedì 11 ottobre 2012 19:54
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Papa/ Ricordare Concilio senza anacronismi né corse avanti

"Non ha escogitato nulla nuovo né ha voluto sostituire l'antico"

Città del Vaticano, 11 ott. (TMNews)

"Ritengo che la cosa più importante, specialmente in una ricorrenza significativa come l'attuale, sia ravvivare in tutta la Chiesa quella positiva tensione, quell'anelito a riannunciare Cristo all'uomo contemporaneo". Così il Papa nella messa per il cinquantesimo anniversario del Concilio vaticano II. "Ma affinché questa spinta interiore alla nuova evangelizzazione non rimanga soltanto ideale e non pecchi di confusione, occorre che essa si appoggi ad una base concreta e precisa, e questa base sono i documenti del Concilio Vaticano II, nei quali essa ha trovato espressione. Per questo ho più volte insistito sulla necessità di ritornare, per così dire, alla 'lettera' del Concilio - cioè ai suoi testi - per trovarne anche l'autentico spirito, e ho ripetuto che la vera eredità del Vaticano II si trova in essi. Il riferimento ai documenti mette al riparo dagli estremi di nostalgie anacronistiche e di corse in avanti, e consente di cogliere la novità nella continuità. Il Concilio non ha escogitato nulla di nuovo come materia di fede, né ha voluto sostituire quanto è antico. Piuttosto - ha detto il Papa - si è preoccupato di far sì che la medesima fede continui ad essere vissuta nell'oggi, continui ad essere una fede viva in un mondo in cambiamento".

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Paparatzifan
00giovedì 11 ottobre 2012 19:54
Dal blog di Lella...

Papa/ Anno della fede per rispondere a desertificazione attuale

Segni, spesso espressi in forma implicita o negativa, di sete Dio

Città del Vaticano, 11 ott. (TMNews)

"In questi decenni è avanzata una 'desertificazione' spirituale". Così il Papa nella messa solenne in piazza San Pietro per il 50esimo anniversario del Concilio vaticano II e per l'apertura dell'anno della fede. "Che cosa significasse una vita, un mondo senza Dio, ai tempi del Concilio lo si poteva già sapere da alcune pagine tragiche della storia, ma ora purtroppo lo vediamo ogni giorno intorno a noi. E' il vuoto che si è diffuso", ha continuato Benedetto XVI, che ha concelebrato con oltre 400 vescovi di tutto il mondo, tra i quali i 'padri' che partecipano al sinodo sulla nuova evangelizzazione in corso in Vaticano in queste settimane. "Ma è proprio a partire dall'esperienza di questo deserto, da questo vuoto che possiamo nuovamente scoprire la gioia di credere, la sua importanza vitale per noi uomini e donne".
"Nel deserto - ha detto il Papa - si riscopre il valore di ciò che è essenziale per vivere; così nel mondo contemporaneo sono innumerevoli i segni, spesso espressi in forma implicita o negativa, della sete di Dio, del senso ultimo della vita. E nel deserto c'è bisogno soprattutto di persone di fede che, con la loro stessa vita, indicano la via verso la Terra promessa e così tengono desta la speranza. La fede vissuta apre il cuore alla Grazia di Dio che libera dal pessimismo. Oggi più che mai evangelizzare vuol dire testimoniare una vita nuova, trasformata da Dio, e così indicare la strada".

© Copyright TMNews


Paparatzifan
00giovedì 11 ottobre 2012 21:08
Dal blog di Lella...

INDIRIZZO DI SALUTO DEL PATRIARCA ECUMENICO S.S. BARTOLOMEO I

Diletto fratello nel Signore, Vostra Santità Papa Benedetto;
Fratelli e Sorelle;

Quando Cristo si stava preparando all’esperienza del Getsemani, ha pronunciato una preghiera per l’unità riportata nel capitolo17, versetto 11 del Vangelo di San Giovanni: "...custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi".1 Attraverso i secoli siamo veramente stati custoditi con la potenza e l’amore di Cristo, e nel momento adatto della storia lo Spirito Santo è disceso su di noi ed abbiamo iniziato il lungo percorso verso l’unità visibile desiderata da Cristo. Questo è stato confermato dalla Unitatis Redintegratio §1:

Moltissimi uomini in ogni dove sono stati toccati da questa grazia, ed anche tra i nostri fratelli separati è sorto per la grazia dello Spirito Santo un movimento che si allarga di giorno in giorno per il ristabilimento dell'unità tra tutti i cristiani.

In questa piazza, una potente e significativa celebrazione ha manifestato il cuore e la mente della Chiesa Cattolica Romana, conducendola in questi cinquant'anni fino al mondo contemporaneo. L’apertura del Concilio Vaticano II, pietra miliare trasformante, fu ispirata dalla realtà fondamentale che il Figlio e il Logos incarnato di Dio è là "dove sono due o tre riuniti nel suo nome (Mt 18,20) e che lo Spirito che procede dal Padre "ci guiderà a tutta la verità" (Gv 16,13).

In questi successivi cinquant'anni, ricordiamo con chiarezza e tenerezza, ma anche con esultanza ed entusiasmo, le nostre personali discussioni con vescovi e con esperti teologi durante la nostra formazione – come giovane studente – all’Istituto Pontificio Orientale, come anche la nostra personale partecipazione a qualche sessione speciale del Concilio. Siamo testimoni oculari di come i vescovi abbiano sperimentato con rinnovata coscienza la validità – ed un rafforzato senso di continuità - della tradizione e della fede "che fu trasmessa ai santi una volta per sempre" (Giuda 1,3). È stato un periodo promettente, ricco di speranza, sia all’interno che all’esterno della vostra Chiesa.

Abbiamo notato che per la Chiesa Ortodossa questo è stato un periodo di scambi e di attese. Per esempio, la convocazione delle prime Conferenze Pan-Ortodosse a Rodi, ha condotto alle Conferenze Pre-Conciliari in preparazione del Grande Concilio delle Chiese Ortodosse. Questi scambi dimostreranno al mondo moderno la grande testimonianza di unità della Chiesa Ortodossa. Inoltre, questo periodo ha coinciso con il "dialogo dell’amore", ed ha annunciato la Commissione Internazionale Congiunta per il Dialogo Teologico tra la Chiesa Cattolica Romana e la Chiesa Ortodossa, istaurato dai nostri venerabili predecessori Papa Giovanni Paolo II e il Patriarca Ecumenico Dimitrios.

Nel corso degli ultimi cinque decenni, le conquiste raggiunte da questa assemblea sono state varie, come e’ stato dimostrato da una serie d’importanti ed influenti costituzioni, dichiarazioni e decreti. Abbiamo contemplato il rinnovamento dello spirito e "il ritorno alle origini" attraverso lo studio liturgico, la ricerca biblica e la dottrina patristica. Abbiamo apprezzato lo sforzo graduale di liberarsi dalla rigida limitazione accademica all’apertura del dialogo ecumenico, che ha condotto alle reciproche abrogazioni delle scomuniche dell’anno 1054, lo scambio di auguri, la restituzione delle reliquie, l’inizio di dialoghi importanti e le visite reciproche nelle nostre rispettive sedi.

Il nostro cammino non è stato sempre facile o esente da sofferenze e sfide. Sappiamo, infatti "quanto stretta è la porta e angusta la via" (Mt 7,14). La teologia fondamentale e i temi principali del Concilio Vaticano II – il mistero della Chiesa, la sacralità della liturgia e l’autorità del vescovo – sono difficili da applicare con pratica assidua, e si assimilano con sforzi durante tutta la vita e con l’impegno dell’intera chiesa. Quindi la porta dovrebbe rimanere aperta per una più profonda accoglienza, un maggior impegno pastorale ed una interpretazione ecclesiale del Concilio Vaticano II sempre più approfondita.

Proseguendo insieme questo cammino, offriamo grazie e gloria al Dio vivente – Padre, Figlio e Spirito Santo – perché l’assemblea stessa dei vescovi ha riconosciuto l’importanza della riflessione e del dialogo sincero tra le nostre "chiese sorelle". Ci uniamo nella "speranza che venga rimossa la barriera tra la Chiesa d’oriente e la Chiesa d’occidente, e che si abbia finalmente una sola dimora solidamente fondata sulla pietra angolare, Cristo Gesù, il quale di entrambe farà una cosa sola" (Unitatis Redintegratio §18).

Con Cristo nostra pietra angolare e con la tradizione che abbiamo in comune, saremo capaci – o, piuttosto, saremo resi capaci dal dono e dalla grazia di Dio – di raggiungere un apprezzamento migliore ed un’espressione più completa del Corpo di Cristo. Con i nostri sforzi continui conformi allo spirito della tradizione della Chiesa primitiva e alla luce della Chiesa dei Concili del primo millennio, potremmo sperimentare l’unità visibile che si trova solo oltre il nostro tempo d’oggi.

La Chiesa sempre primeggia nella sua peculiare dimensione profetica e pastorale, abbraccia la sua caratteristica mitezza e spiritualità, e serve con umile sensibilità "questi fratelli più piccoli di Cristo" (Mt 25,40).

Diletto fratello, la nostra presenza qui significa e segna il nostro impegno di testimoniare insieme il messaggio di salvezza e guarigione per i nostri fratelli più piccoli: i poveri, gli oppressi, gli emarginati nel mondo creato da Dio. Diamo inizio a preghiere per la pace e la salute dei nostri fratelli e sorelle cristiani che vivono in Medio Oriente. Nell’attuale crogiolo di violenza, separazione e divisione che va intensificandosi tra popoli e nazioni, che l’amore e il desiderio di armonia che dichiariamo qui, e la comprensione che cerchiamo con il dialogo e il reciproco rispetto, sia di modello per il nostro mondo. Che l’umanità possa stendere la mano ‘all’altro’ e che possiamo lavorare insieme per superare il dolore dei popoli dovunque, particolarmente dove si soffre a causa della fame, dei disastri naturali, di malattie e della guerra che, alla fine, colpisce la vita di noi tutti.

Alla luce di tutto quanto la Chiesa nel mondo dovrebbe ancora compiere, e con grande apprezzamento per tutto il progresso che abbiamo condiviso, siamo onorati di essere stati invitati a partecipare – e modestamente chiamati ad offrire la nostra parola – in questa solenne e festosa commemorazione del Concilio Vaticano II. Non è solo coincidenza che questa occasione segni per la vostra Chiesa la solenne inaugurazione dell’"Anno della Fede", dato che è la fede che offre un segno evidente del cammino che insieme abbiamo percorso lungo il sentiero della riconciliazione e dell’unità visibile.

In conclusione, noi sentitamente ci congratuliamo con Lei, Santità, Diletto Fratello – uniti con la benedetta moltitudine dei fedeli qui radunati oggi – e l’abbracciamo fraternamente nella gioiosa occasione di questa celebrazione commemorativa. Che Dio vi benedica tutti.

Bollettino Ufficiale Santa Sede


Paparatzifan
00giovedì 11 ottobre 2012 21:09
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CONCILIO: 400 VESCOVI E 20MILA FEDELI RIPETONO GRANDE PROCESSIONE

(AGI) - CdV, 11 ott.

Salvatore Izzo

La grande processione d'ingresso che l'11 ottobre 1962 ha dato inizio al Concilio Vaticano II e' stata ripetuta oggi da piu' di quattrocento vescovi di tutto il mondo (14 dei quali sono tra i 96 padri conciliari superstiti, quasi tutti ultranovantenni) e 20 mila fedeli convenuti per l'occasione in piazza San Pietro. Una processione, ha spiegato Papa Ratzinger nella sua omelia, "che ha voluto richiamare quella memorabile dei Padri conciliari quando entrarono
solennemente in questa Basilica". Benedetto XVI ha sottolineato anche gli altri gesti con i quali ha voluto ricordare la storica giornata: "l'intronizzazione dell'Evangeliario, copia di quello utilizzato durante il Concilio e la consegna dei sette messaggi finali del Concilio e del Catechismo della Chiesa Cattolica".
Esprimendo "grande gioia oggi", per aver potuto dare inizio all'Anno della Fede a 50 anni dall'apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II. In particolare, il Papa si e' detto "lieto" di rivolgere il suo saluto a Sua
Santita' Bartolomeo I, patriarca di Costantinopoli, e a Sua Grazia Rowan Williams, arcivescovo di Canterbury. "Un pensiero speciale" lo h arivolto anche ai patriarchi e agli arcivescovi Maggiori delle Chiese Orientali Cattoliche, e ai presidenti delle Conferenze Episcopali, che hanno concelebrato insieme ai 262 padri sinodali.
Rivolgendosi poi direttamente ai conciliari superstiti, i piu' anziani tra i presenti in piazza San Pietro erano i cardinali ultranovantenni Roger Etchegaray e Giovanni Canestri, i piu' giovani gli ottuageneri Francis Arinze e monsignor Luigi Bettazzi, il Pontefice ha sottolineato che la celebrazione del Concilio non serve solo a "solo ricordare", ma vuole "andare oltre la commemorazione" per "entrare piu' profondamente nel movimento spirituale che ha caratterizzato il Vaticano II, per farlo nostro e portarlo avanti nel suo vero senso" che e' "la fede in Cristo, la fede apostolica, animata dalla spinta interiore a comunicare Cristo ad ogni uomo e a tutti gli uomini nel pellegrinare della Chiesa sulle vie della storia".
"L'Anno della fede che oggi inauguriamo - ha quindi concluso - e' legato coerentemente a tutto il cammino della Chiesa negli ultimi 50 anni: dal Concilio, attraverso il Magistero del Servo di Dio Paolo VI, il quale indisse un Anno della Fede nel 1967, fino al Grande Giubileo del 2000, con il quale il Beato Giovanni Paolo II ha riproposto all'intera umanita' Gesu' Cristo quale unico Salvatore, ieri, oggi e sempre".

© Copyright (AGI)

CONCILIO: PAPA, ATTENERSI A LETTERA DEI TESTI, NO FUGHE AVANTI

Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 11 ott.

Denunciando il rischio corso dalla Chiesa nel post-Concilio di piegarsi alla "mentalita' dominante, mettendo in discussione le basi stesse del depositum fidei", Benedetto XVI e' tornato a insistere oggi "sulla necessita' di ritornare, per cosi' dire, alla 'lettera' del Concilio, cioe' ai suoi testi, per trovarne anche l'autentico spirito". Ed ha ripetuto agli oltre 400 vescovi di tutto il mondo che erano con lui in piazza San Pietro, che "la vera eredita' del Vaticano II si trova in essi". "Il riferimento ai documenti - ha scandito nell'omelia della solenne celebrazione per i 50 anni del Concilio e l'apertura dell'Anno della Fede - mette al riparo dagli estremi di nostalgie anacronistiche e di corse in avanti, e consente di cogliere la novita' nella continuita'".
Secondo Papa Ratzinger che, allora 35enne professore di teologia fondamentale all'Universita' di Bonn, partecipo' ai lavori come perito, "il Concilio non ha escogitato nulla di nuovo come materia di fede, ne' ha voluto sostituire quanto e' antico. Piuttosto - ha sottolineato - si e' preoccupato di far si' che la medesima fede continui ad essere vissuta nell'oggi, continui ad essere una fede viva in un mondo in cambiamento".
"Se ci poniamo in sintonia con l'impostazione autentica, che il Beato Giovanni XXIII volle dare al Vaticano II, noi - ha esortato il Pontefice di oggi - potremo attualizzarla lungo questo Anno della Fede, all'interno dell'unico cammino della Chiesa che continuamente vuole approfondire il bagaglio della fede che Cristo le ha affidato". I Padri conciliari - ha spiegato - volevano ripresentare la fede in modo efficace; e se si aprirono con fiducia al dialogo con il mondo moderno e' proprio perche' erano sicuri della loro fede, della salda roccia su cui poggiavano".
"Negli anni seguenti, invece - ha denunciato Joseph Ratzinger nella sua omelia - molti hanno accolto senza discernimento la mentalita' dominante, mettendo in discussione le basi stesse del depositum fidei, che purtroppo non sentivano piu' come proprie nella loro verita'". Contro tale impostazione, il Pontefice ha fatto ricorso anche al racconto della propria esperienza: "durante il Concilio - ha confidato - vi era una tensione commovente nei confronti del comune compito di far risplendere la verita' e la bellezza della fede nell'oggi del nostro tempo, senza sacrificarla alle esigenze del presente ne' tenerla legata al passato: nella fede risuona l'eterno presente di Dio, che trascende il tempo e tuttavia puo' essere accolto da noi solamente nel nostro irripetibile oggi". "Percio' - ha scandito Benedetto XVI - ritengo che la cosa piu' importante, specialmente in una ricorrenza significativa come l'attuale, sia ravvivare in tutta la Chiesa quella positiva tensione, quell'anelito a riannunciare Cristo all'uomo contemporaneo". "Ma affinche' questa spinta interiore alla nuova evangelizzazione non rimanga soltanto ideale e non pecchi di confusione, occorre - ha concluso - che essa si appoggi ad una base concreta e precisa, e questa base sono i documenti del Concilio Vaticano II, nei quali essa ha trovato espressi".

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Paparatzifan
00giovedì 11 ottobre 2012 21:10
Dal blog di Lella...

PAPA: AVANZA DESERTO SPIRITUALE, E' URGENTE RIPROPORRE LA FEDE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 11 ott.

"Se oggi la Chiesa propone un nuovo Anno della Fede e la Nuova Evangelizzazione, non e' per onorare una ricorrenza, ma perche' ce n'e' bisogno, ancor piu' che 50 anni fa: in questi decenni e' avanzata una 'desertificazione' spirituale". Lo ha affermato Benedetto XVI nell'omelia della grande messa celebrata questa mattina in piazza San Pietro per l'apertura dell'Anno della Fede e i 50 anni del Concilio Vaticano II con oltre 400 presuli di tutto il mondo. Per il Papa, "la risposta da dare a questo bisogno e' la stessa voluta dai Papi e dai Padri del Concilio e contenuta nei suoi documenti". "Anche l'iniziativa di creare un Pontificio Consiglio destinato alla promozione della Nuova Eangelizzazione, che ringrazio dello speciale impegno per l'Anno della Fede, rientra - ha detto - in questa prospettiva".
Secondo il Papa teologo, "possiamo raffigurare questo Anno della Fede come un pellegrinaggio nei deserti del mondo contemporaneo, in cui portare con se' solo cio' che e' essenziale: non bastone, ne' sacca, ne' pane, ne' denaro, non due tuniche, come dice il Signore agli Apostoli inviandoli in missione, ma il Vangelo e la fede della Chiesa, di cui i documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II sono luminosa espressione, come pure lo e' il Catechismo della Chiesa Cattolica, pubblicato 20 anni or sono". "Nel deserto - ha sottolineato Benedetto XVI - si riscopre il valore di cio' che e' essenziale per vivere; cosi' nel mondo contemporaneo sono innumerevoli i segni, spesso espressi in forma implicita o negativa, della sete di Dio, del senso ultimo della vita. E nel deserto c'e' bisogno soprattutto di persone di fede che, con la loro stessa vita, indicano la via verso la Terra promessa e cosi' tengono desta la speranza". "La fede vissuta - ha aggiunto - apre il cuore alla Grazia di Dio che libera dal pessimismo". Per questo, "oggi piu' che mai evangelizzare vuol dire testimoniare una vita nuova, trasformata da Dio, e cosi' indicare la strada". Il Pontefice si e' anche soffermato sulle indicazioni profetiche offerte dal Concilio su questo tema. "Che cosa significasse una vita, un mondo senza Dio, ai tempi del Concilio lo si poteva gia' sapere - ha concluso - da alcune pagine tragiche della storia, ma ora purtroppo lo vediamo ogni giorno intorno a noi. E' il vuoto che si e' diffuso. Ma e' proprio a partire dall'esperienza di questo deserto, da questo vuoto che possiamo nuovamente scoprire la gioia di credere, la sua importanza vitale per noi uomini e donne".

© Copyright (AGI)

CONCILIO: ERMANNO OLMI APRE LA SFILATA DEI TESTIMONIAL

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 11 ott.

Malfermo sulle gambe ma vivissimo nello sguardo e pronto nel rispondere alle parole del Papa suo coetaneo, il regista Ermanno Olmi, che celebro' nel 1965 la novita' del Concilio Vaticano II e di Giovanni XXIII con il film "E venne un uomo" (contribuendo a far passare l'idea di un'intuizione profetica quanto improvvisa del Pontefice bergamasco, mentre l'annuncio era la risposta a un'attesa molto sentita gia' da tempo nella Chiesa) ha aperto oggi la "sfilata" dei testimonial saliti sul sagrato della Basilica di San Pietro per ricevere dalle mani di Benedetto XVI i "messaggi al Popolo di Dio", con i quali Paolo VI volle accompagnare le Costituzioni Conciliari. A rappresentare gli artisti c'erano anche il regista della Bibbia televisiva Giulio Base, che ha sorretto Olmi lungo il percorso, il compositore scozzese James MacMillan, e lo scultore Arnaldo Pomodoro. Il messaggio alle donne e' stato consegnato invece alla giornalista messicana Valentina Alazraki, vaticanista di Televisa e inviata al seguito di tutti i viaggi di Wojtyla e Ratzinger, e alla cantante Annalisa Minetti, che e' anche campionessa sportiva vincitrice della medaglia di bronzo alle Paralimpiadi di Londra. Per il mondo del lavoro sono saliti sul sagrato il segretario generale della Cisl Raffafele Bonanni e Luis Alberto Urzua Iribarren, uno dei 33 minatori che rimasero intrappolati per circa due mesi nella miniera di San Jose', a 700 metri di profondita' in Cile, mentre il messaggio ai poveri, ammalati e sofferenti e' stato dato dal Papa a Giuseppa Cassaniti Mastrojeni, presidente dell'Associazione italiana familiari e vittime della strada, mamma di Valeria, morta in un incidente stradale a 17 anni. A salutare il Papa sono stati ammessi anche ragazzi e ragazze di sei Paesi, che hanno dato al Papa il loro arrivederci in attesa di incontrarlo in luglio a Rio de Janeiro per la Giornata Mondiale della Gioventu'. Il messaggio destinato ai Governanti e' stato ritirato infine dai rappresentanti del Corpo diplomatico presso la Santa Sede e quello agli Uomini di scienza dall'italiana Fabiola Gianotti, del Cern di Ginevra, fisico responsabile dell'esperimento Atlas, che il 4 luglio scorso ha annunciato la verifica dell'esistenza del "bosone di Higgs". Poiche' l'11 ottobre ricorre anche il ventennale del Catechismo della Chiesa Cattolica, il Papa ne ha consegnato un'edizione speciale a due rappresentanti dei catechisti.

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Paparatzifan
00giovedì 11 ottobre 2012 21:13
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CONCILIO: BARTOLOMEO I, DIALOGO ECUMENICO NON FACILE MA SOFFERTO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 11 ott.

Dopo il Concilio Vaticano II "il nostro cammino non e' stato sempre facile o esente da sofferenze e sfide". Prendendo la parola in piazza San Pietro, al termine della celebrazione presieduta dal Papa con piu' di 400 vescovi del mondo, il patriarca ecumenico Bartolomeo I ha ricordato oggi "quanto stretta e' la porta e angusta la via" del dialogo ecumenico. "Nel corso degli ultimi cinque decenni - ha detto - le conquiste raggiunte dal Concilio sono state varie, come e' stato dimostrato da una serie d'importanti ed influenti costituzioni, dichiarazioni e decreti".
Grazie al Concilio, ha confidato il patriarca ecumenico, "abbiamo contemplato il rinnovamento dello spirito e 'il ritorno alle origini' attraverso lo studio liturgico, la ricerca biblica e la dottrina patristica". "Abbiamo apprezzato - ha detto ancora Bartolomeo I - lo sforzo graduale di liberarsi dalla rigida limitazione accademica all'apertura del dialogo ecumenico, che ha condotto alle reciproche abrogazioni delle scomuniche dell'anno 1054, lo scambio di auguri, la restituzione delle reliquie, l'inizio di dialoghi importanti e le visite reciproche nelle nostre rispettive sedi". Il patriarca ecumenico ha ricordato poi ed elencato quelli che ha definito i "temi centrali" del Concilio: il mistero della Chiesa, la sacralita' della liturgia e l'autorita' del vescovo, sottolineando che essi "sono difficili da applicare con pratica assidua, e si assimilano con sforzi durante tutta la vita e con l'impegno dell'intera chiesa". "Quindi - ha aggiunto - la porta dovrebbe rimanere aperta per una piu' profonda accoglienza, un maggior impegno pastorale ed una interpretazione ecclesiale del Concilio Vaticano II sempre piu' approfondita". Il suo invito e' stato dunque a "proseguire insieme questo cammino, offriamo grazie e gloria al Dio vivente, perche' l'assemblea stessa dei vescovi ha riconosciuto l'importanza della riflessione e del dialogo sincero tra le nostre chiese sorelle". Ci uniamo, ha quindi concluso Bartolomeo I, "nella speranza che venga rimossa la barriera tra la Chiesa d'Oriente e la Chiesa d'Occidente, e che si abbia finalmente una sola dimora solidamente fondata sulla pietra angolare, Cristo Gesu', il quale di entrambe fara' una cosa sola".

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M.O.: BARTOLOMEO CHIEDE AL PAPA PREGHIERE PER I PALESTINESI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 11 ott.

Una campagna di "preghiere per la pace e la salute dei nostri fratelli e sorelle cristiani che vivono in Medio Oriente" e' stata proposta oggi dal patriarca ecumenico Bartolomeo I al Papa e ai 400 vescovi cattolici che hanno celebrato in piazza San Pietro in occasione dei 50 anni del Concilio Vaticano II e dell'apertura dell'Anno della Fede. "Nell'attuale crogiolo di violenza, separazione e divisione che va intensificandosi tra popoli e nazioni, che l'amore e il desiderio di armonia che dichiariamo qui, e la comprensione che cerchiamo con il dialogo e il reciproco rispetto, sia di modello per il nostro mondo", ha auspicato il capo degli ortodossi greci.
"Diletto fratello - ha detto ancora Bartolomeo I rivolgendosi direttamente a Benedetto XVI - la nostra presenza qui significa e segna il nostro impegno di testimoniare insieme il messaggio di salvezza e guarigione per i nostri fratelli piu' piccoli: i poveri, gli oppressi, gli emarginati nel mondo creato da Dio". "Che l'umanita' - ha invocato - possa stendere la mano 'all'altro' e che possiamo lavorare insieme per superare il dolore dei popoli dovunque, particolarmente dove si soffre a causa della fame, dei disastri naturali, di malattie e della guerra che, alla fine, colpisce la vita di noi tutti. Secondo il patriarca ecumenico, "alla luce di tutto quanto la Chiesa nel mondo dovrebbe ancora compiere, e con grande apprezzamento per tutto il progresso che abbiamo condiviso, siamo onorati di essere stati invitati a partecipare, e modestamente chiamati ad offrire la nostra parola, in questa solenne e festosa commemorazione del Concilio Vaticano II". "Non e' solo coincidenza - ha poi concluso Bartolomeo I - che questa occasione segni per la vostra Chiesa la solenne inaugurazione dell'"Anno della Fede", dato che e' la fede che offre un segno evidente del cammino che insieme abbiamo percorso lungo il sentiero della riconciliazione e dell'unita' visibile".

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Paparatzifan
00giovedì 11 ottobre 2012 21:39
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Vaticano/ Papa: A 50 anni da Concilio felici in modo più sobrio

"50 anni fa anch'io in piazza, speravamo primavera della Chiesa"

Città del vaticano, 11 ott. (TMNews)

"Cari fratelli e sorelle, buona sera a tutti voi e grazie per essere venuti, grazie all'Azione cattolicha che ha organizzato questa fiaccolata". Così il Papa a 50 anni esatti dal discorso di Giovanni XXIII a conclusione della giornata d'apertura del Concilio vaticano II.
"Cinquant'anni fa in questo giorno - ha ricordato Ratzinger, all'epoca perito teologico al Concilio - anch'io ero qui in piazza con sguardo verso questa finestra dove si è affacciato il buon papa e ha parlato a noi con parole indimenticabili, piene di poesia, di bontà parole del cuore. Eravamo felici e pieni di entusiasmo. Il grande Concilio era inaugurato ed eravamo sicuri che doveva venire una nuova primavera della Chiesa, una nuova pentecoste, una nuova presenza forte della grazia liberatrice del vangelo. Anche oggi siamo felici e portiamo gioia nel nostro cuore", ha detto il Papa, "direi una gioia forse più sobria, umile".

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Paparatzifan
00venerdì 12 ottobre 2012 21:44
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CONCILIO: PAPA, QUELLA SERA C'ERO ANCH'IO IN PIAZZA SAN PIETRO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 11 ott.

"Anch'io sono stato in questa piazza 50 anni fa quando il beato Giovanni XXIII ha parlato con indimenticabili parole del cuore. Quella sera eravamo felici, pieni di entusiasmo, sicuri di una nuova primavera, una nuova Pentecoste con la grazia liberatrice del Vangelo".
Benedetto XVI si e' rivolto cosi' alla grande folla - oltre 40 mila fedeli - che si e' radunata in piazza San Pietro su invito dell'Azione Cattolica e della diocesi di Roma per ricordare i 50 anni del Concilio Vaticano II e il discorso alla Luna che Giovanni XXIII pronuncio' l'11 ottobre 1962 al termine della storica giornata che aveva visto 3000 vescovi di tutto il mondo entrare in processione nella Basilica Vaticana per dare avvio ai lavori della piu' grande assemblea sinodale mai tenuta prima nella storia.
"Oggi - ha detto ancora il Papa - la nostra gioia e' piu' sobria, umile. Abbiamo imparato e esperito che peccato originale esiste e si concretizza anche in peccati personali, che possono diventare strutture di peccato".
Il Pontefice ha parlato pero' anche delle grazie che la Chiesa ha sperimentato dopo il Concilio, e che provano, ha spiegato, "che Dio non ci ha abbandonati". "Oso fare mie - ha poi concluso - le parole indimenticabili di Giovanni XXIII: portate una carezza ai vostri bambini e dite loro che la manda il Papa".

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CONCILIO: PAPA, NELLA RETE DI PIETRO ANCHE PESCI CATTIVI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 11 ott.

"In questi 50 anni abbiamo visto che nella rete di Pietro si trovano anche pesci cattivi. Abbiamo visto le tempeste che minacciano la nave della Chiesa". Lo ha detto il Papa nel saluto rivolto ai 40 mila fedeli radunati in piazza San Pietro per la veglia per l'anniversario del Concilio organizzata dall'Azione Cattolica. "Abbiamo pensato tante - si e' confidato il Pontefice - che il Signore dorme, che ci ha dimenticato. Ma abbiamo avuto anche la prova di una nuova presenza dello Spirito Santo, fuoco silenzioso, piccola fiamma di bonta' e abbiamo capito che il Signore non ci domentica, nel suo modo umile e' presente. Crea carismi di verita' e di bonta'. Cristo - ha scandito Ratzinger e' vivo anche oggi".

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CONCILIO: OLTRE 40 MILA FEDELI IN PIAZZA S. PIETRO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 11 ott.

Oltre 40 mila fedeli sono in piazza San Pietro per la veglia di preghiera organizzata dall'Azione Cattolica per ricordare i 50 anni dall'apertura del Concilio Vaticano II. La processione ha preso avvio da Castel Sant'Angelo, guidata dal vicario di Roma, cardinale Agostino Vallini. Lungo via della Conciliazione si e' avuto cosi' il passaggio di molte migliaia di fiaccole accese, proprio mentre tramontava il sole di questa giornata cosi' significativa per la Chiesa Cattolica.
I 40 mila fedeli - stima confermata dall'Ufficio Stampa dell'Azione Cattolica - hanno trovato ad attenderli in piazza San Pietro i vescovi di tutto il mondo che partecipano in questi giorni al Sinodo. Il Papa si affaccera' alle 21 per benedire la folla, come fece Giovanni XXIII l'11 ottobre 1962, quando pronuncio' lo storico discorso alla Luna.
L'11 ottobre 1962, cinquant'anni fa, Giovanni XXIII, era rientrato nell'Appartemento Pontifcio, alla terza loggia del Palazzo Apostolico, al termine della sessione inaugurale del Concilio Vaticano II, alla quale parteciparono 2500 vescovi di tutto il mondo riuniti per la prima volta in numero cosi' elevato nella Basilica di San Pietro trasformata in aula conciliare. E dalla piazza saliva l'eco di una presenza massiccia e festosa di fedeli, radunatisi spontaneamente per essere partecipi di quel grande evento. Il suo segretario, monsignor Loris Capovilla, oggi 94enne, "conoscendo la sua proverbiale curiosita", gli disse: "Santita', non si affacci, non parli, ma guardi attraverso le fessure delle persiane che spettacolo, Piazza San Pietro e' piena di fiaccole, sembra incendiata!".
E il Papa ando' alla finestra e decise di affacciarsi.
"Mettimi la stola", chiese al segretario. Poi avvio' quella riflessione ad alta voce passata alla storia come il "discorso alla Luna".
"Cari figlioli - esordi' - sento le vostre voci. La mia e' una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero. Qui tutto il mondo e' rappresentato. Si direbbe che persino la Luna si e' affrettata stasera, osservatela in alto, a guardare questo spettacolo"». Dopo aver salutato come vescovo di Roma i suoi diocesani, il suo sguardo si allargo' al mondo intero, e scendendo, simbolicamente, in mezzo alla gente, guardando negli occhi "i fratelli e le sorelle". riprese: "La mia persona conta niente, e' un fratello che parla a voi, diventato padre per volonta' di Nostro Signore, ma tutti insieme paternita' e fraternita' e' grazia di Dio".
Poi, davvero come un padre universale, volle augurare la buona notte e pronuncio' le sue parole piu' celebri: "Tornando a casa, troverete i bambini. Date una carezza ai vostri bambini e dite: questa e' la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da asciugare, dite una parola buona: il Papa e' con noi, specialmente nelle ore della tristezza e dell'amarezza".
"Non stiamo qui come reduci, siamo testimoni, non di una cosa che e' stata, molti non c'eravamo 50 anni fa, ma di quello che sara', del futuro, della Chiesa bella del Concilio", ha affermato il conduttore televisivo Rosario Carello dal palco degli organizzatori, per annunciare che "tra poco Papa Bendetto si affaccera' da quella finestra, come fece quella sera Giovanni XIII".
Salutato da un'ovazione, Carello ha anche comunicato ai presenti il dato di 40mila presenze, ma la piazza continua a riempirsi grazie anche al tam tam su Twitter e Facebook, che mostrano le foto della processione con le fiaccole.

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Paparatzifan
00venerdì 12 ottobre 2012 21:46
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Vaticano/ Ratzinger come Roncalli: Date bacio a bimbi da Papa

A 50 anni da Concilio saluta fedeli a piazza S.Pietro da finestra

Città del Vaticano, 11 ott. (TMNews)

"Se Cristo vive ed è con noi anche oggi, possiamo essere felici anche oggi perché la sua volontà non si spegne ed è forte anche oggi". Così il Papa a 50 anni dallo storico "discorso della luna" pronunciato da Giovanni XXIII la sera dell'11 ottobre del 1962, a conclusione della prima giornata del Concilio vaticano II. "Alla fine oso fare mie le parole indimenticabili di Papa Giovanni: andate a casa e date un bacio ai bambini e dite che è del Papa. Vi imparto mia benedizione. sia benedetto il nome del Singore".

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"50 anni fa anch'io in piazza, speravamo primavera della Chiesa"

Città del vaticano, 11 ott. (TMNews)

"Cari fratelli e sorelle, buona sera a tutti voi e grazie per essere venuti, grazie all'Azione cattolicha che ha organizzato questa fiaccolata". Così il Papa a 50 anni esatti dal discorso di Giovanni XXIII a conclusione della giornata d'apertura del Concilio vaticano II. "Cinquant'anni fa in questo giorno - ha ricordato Ratzinger, all'epoca perito teologico al Concilio - anch'io ero qui in piazza con sguardo verso questa finestra dove si è affacciato il buon papa e ha parlato a noi con parole indimenticabili, piene di poesia, di bontà parole del cuore. Eravamo felici e pieni di entusiasmo. Il grande Concilio era inaugurato ed eravamo sicuri che doveva venire una nuova primavera della Chiesa, una nuova pentecoste, una nuova presenza forte della grazia liberatrice del vangelo. Anche oggi siamo felici e portiamo gioia nel nostro cuore", ha detto il Papa, "direi una gioia forse più sobria, umile".

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Paparatzifan
00sabato 13 ottobre 2012 22:04
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PAPA: PADRE LOMBARDI, NESSUN TRIONFALISMO NELL'ANNO DELLA FEDE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 12 ott.

"Chi pensava che l'Anno della Fede dovesse manifestarsi in una serie di eventi trionfali non aveva capito bene. Papa Benedetto mira in tutt'altra direzione".
Lo ha affermato il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi.
Ieri sera, parlando a braccio ai 40 mila fedeli radunati in piazza San Pietro, il Papa - sottolinea il portavoce - ha evocato una "storia di peccato insidioso e terribile, cristallizzato nelle sue 'strutture', di peccato personale che ferisce e avvilisce l'esperienza di ognuno di noi". "Ma - conclude padre Lombardi - anche una storia di grazia che lavora silenziosa e si manifesta in 'piccole fiamme di bonta', carita', verita'', come quelle che punteggiano innumerevoli" piazza San Pietro nella notte del 50esimo del Concilio.

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PAPA: PADRE LOMBARDI, IERI SERA MOMENTO ALTO E EMOZIONANTE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 12 ott.

"Un momento alto ed emozionante".
Cosi' il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha definito la fiaccolata di ieri sera in piazza San Pietro, promossa dall'Azione Cattolica per ricordare i 50 anni dall'apertura del Concilio, e il breve discorso a braccio rivolto dal Papa ai 40 mila partecipanti alla veglia di preghiera e alla processione che l'ha preceduta. "Tutti - ha sottolineato il portavoce - aspettano una parola che si avvicini a uno dei discorsi improvvisati piu' famosi di tutti i tempi, quello 'della Luna' del suo indimenticabile predecessore Giovanni XXIII". E quando "il profilo dell’anziano Pontefice si staglia nel riquadro della finestra piu' amata del mondo, "l'aspetto e lo stile sono ben diversi, ma il messaggio non e' meno intenso e profondo".
"50 anni fa il giovane Ratzinger, cuore sacerdotale puro e intelligenza appassionata, guardava anche lui - ha ricordato padre Lombardi - dalla piazza verso la finestra, pieno di ardore ideale. Ora lo sguardo di Benedetto sembra mirare verso l'alto piu' che verso la folla, perche' mentre parla scruta il mistero di Dio. Dio, prima priorita' del Pontificato, primo riferimento di quel Concilio che egli ci invita a rifar nostro nella sua piu' profonda verita' ed intenzione".
In proposito il portavoce cita il primo capoverso della Gaudium et Spes: "le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini, sono pure quelle dei discepoli di Cristo" ed invita a leggerle alla luce della parabole evangeliche, come quelle della zizzania e della rete.

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Paparatzifan
00domenica 14 ottobre 2012 17:44
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PAPA: CONDIVIDERE LE RICCHEZZE CON I POVERI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 14 ott.

Il Vangelo spinge "alla solidarieta' e alla condivisione con chi e' bisognoso, con i poveri, ad entrare cioe' nella logica del dono". Lo ha ricordato oggi Benedetto XVI commentando all'Angelus le parole di Gesu' che paragono' la salvezza dei ricchi all'utopia di una cammello che passa per la cruna di un ago.
"Per un ricco - ha riassunto il Papa teologo - e' molto difficile entrare nel Regno di Dio, ma non impossibile; infatti, Dio puo' conquistare il cuore di una persona che possiede molti beni".
Nella riflessione proposta ai 40 mila fedeli che partecipavano in piazza San Pietro all'Udienza Generale, il Papa ha osservato che chi e' abituato a contare sulle proprie ricchezze, come quel giovane, "pensa - che anche la vita eterna si possa in qualche modo 'acquistare', magari osservando un comandamento speciale".
Benedetto XVI ha evocato lo sconcerto suscitato nei discepoli dalla durezza delle parole di Gesu' sulla difficolta' per i ricchi di salvarsi. Ma ha anche aggiunto che "nulla e' impossibile a Dio". Dunque, "i ricchi non devono trascurare la loro salvezza come se fossero gia' condannati, ne' devono buttare a mare la ricchezza ne' condannarla come insidiosa e ostile alla vita, ma devono imparare in quale modo usare la ricchezza e procurarsi la vita", ha spiegato citando San Clemente di Alessandria.
"La storia della Chiesa - ha concluso infine Papa Ratzinger - e' piena di esempi di persone ricche, che hanno usato i propri beni in modo evangelico, raggiungendo anche la santita'. Pensiamo solo a san Francesco, a santa Elisabetta d'Ungheria o a san Carlo Borromeo".

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PAPA: MARTIRI CI RICORDANO CHE LA FEDE E' IMPEGNO SERIO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 14 ott.

"I primi beati dell'Anno della Fede sono martiri" che con il loro sacrificio "ci ricordano che credere in Cristo significa essere disposti anche a soffrire con Lui e per Lui". Lo ha detto il Papa commentando il fatto che ieri, a Praga, sono stati proclamati beati Federico Bachstein e tredici confratelli dell'Ordine dei Frati Minori uccisi a causa della loro fede.
La strage avvenne il 15 febbraio 1611, ha ricordato ai microfoni di Radio Vaticana il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, inviato dal Papa alla celebrazione di Praga. Ad ucciderli fu una folla inferocita, animata da uno sconsiderato odio contro la Chiesa Cattolica, fomentato da sette protestanti ostili ai cattolici e alla dinastia cattolica degli Asburgo. "Tutti - ha ricordato il porporato salesiano - furono spogliati prima del martirio; molti di loro morirono nel tentativo di difendere l'Eucaristia o la cappella della Madonna, dove poi vennero sepolti, sotto l'altare di San Pietro d'Alcantara".
Per il cardinale Amato "la solenne Beatificazione di questi eroici religiosi cerca di esortare tutti a vincere il male con il bene, memori della Parola del Signore, che sconvolge ogni logica umana: 'Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano'. I beati martiri - infatti - non odiavano, ma pregavano, lavoravano e operavano il bene. Erano umili testimoni della carita' di Cristo, del suo calvario, del suo perdono" e "la loro beatificazione ispira sentimenti di pace, fraternita' e gioia".

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PAPA: RINGRAZIA CATTOLICI POLACCHI CHE RICORDANO WOJTYLA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 14 ott.

Oggi in Polonia, e anche nelle parrocchie polacche nel mondo, viene celebrata "la Giornata del Papa" con il motto: "Giovanni Paolo II - Papa della Famiglia". "Vi ringrazio - ha detto Papa Ratzinger rivolgendosi dopo l'Angelus ai connazionali del suo predecessore - per questo segno di unita' con la Santa Sede, per le vostre preghiere e per il sostegno dei giovani borsisti della Fondazione 'Opera del Nuovo Millennio', che prepara questa Giornata. Auguro che in ognuna delle famiglie polacche risplenda il vivo fuoco della fede, del bene e dell'amore evangelico".

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Paparatzifan
00domenica 14 ottobre 2012 18:27
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PAPA: CROCIATA, CON ANALISI REALISTA, INVITA A GIUDICARE NOSTRO TEMPO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 14 ott.

Le parole del Papa sulla presenza del male nella societa' e anche nella Chiesa "fanno molto pensare, riflettono realisticamente il capovolgimento di clima spirituale e culturale da 50 anni fa a oggi: all'epoca del Concilio si guardava avanti come a un futuro dal progresso infinito, inarrestabile. Ma le crisi a vari livelli hanno mutato lo scenario".
Lo ha affermato il segretario della Cei, monsignor Mariano Crociata, intervenuto questa mattina alla trasmissione "A Sua Immagine" su Rai Uno. "Ma Benedetto XVI - ha sottolineato il segretario della Cei - ci dice che anche adesso c'e' motivo di gioia, anche se di una gioia piu' umile".
Secondo monsignor Crociata, "il Papa in modo realistico ci invita a giudicare questo tempo, a riconoscere questa presenza del Signore, e a comprendere che anche oggi si puo' sperare e gioire".
La grande folla di oltre 40 mila fedeli che giovedi' sera ha risposto all'invito dell'Azione Cattolica e del Vicariato di Roma, "mi ha colpito", ha dichiarato il segretario della Cei.
Era, ha rilevato, "una presenza massiccia di tanta gente che ci restituisce una immagine precisa: la nostra Chiesa e' una Chiesa di popolo, 50 anni fa come oggi, ed e' piu' che mai una Chiesa conciliare".
Nella trasmissione, monsignor Crociata ha anche presentato il nuovo portale Cei "www.educat.it" che contiene, ha spiegato "tutti i catechismi, quello della Chiesa Cattolica prima di tutto, e poi quelli della Cei per le varie fasce di eta', che nel sito possono essere sfogliati e navigati anche trasversalmente, a partire da una parola chiave".

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Paparatzifan
00lunedì 15 ottobre 2012 22:45
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Papa: rimosso vescovo colombiano, è processato per calunnia

Un vescovo colombiano, mons. Carlos Prada Sanmiguel, 72 anni, dal giugno 1994 a capo della diocesi di Duitama-Sogamoso, è stato rimosso da Benedetto XVI, che oggi ne ha accettato le dimissioni.
La stringata comunicazione della Santa Sede, come avviene in questi casi, spiega solo che la rinuncia al governo pastorale della diocesi è stata presentata da mons. Prada Sanmiguel in conformità al canone 401 comma 2 del Codice di Diritto Canonico, cioè "per infermità o altra grave causa".
Il vescovo, però, da tempo è coinvolto in una vicenda giudiziaria nata dalle accuse da lui rivolte a un sacerdote, don Edward Perez, 45 anni, di avere una relazione con una donna.
Nel maggio di due anni fa, il vescovo sospese il sacerdote, vietandogli di predicare, di celebrare la messa e le altre funzioni religiose e di amministrare i sacramenti, a causa dei suoi asseriti "comportamenti indebiti".
E per tutta risposta, il prete lo ha denunciato all'autorità giudiziaria per i reati di ingiuria e calunnia.
Al processo che si è aperto poi al Tribunale di Duitama - e che è tuttora in corso - mons. Prada Sanmiguel non si è mai presentato, sostenendo tramite i propri legali che la vicenda andasse giudicata nell'ambito del Diritto canonico. Il presule è stato quindi dichiarato contumace.

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Paparatzifan
00martedì 16 ottobre 2012 22:03
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Alimentazione/ Papa: La crisi colpisce il diritto alla nutrizione

Messaggio a direttore Fao: Sostenere cooperative e ruolo donne

Città del Vaticano, 16 ott. (TMNews)

La odierna Giornata Mondiale dell'Alimentazione della Fao "si celebra mentre gli effetti della crisi economica colpiscono sempre più i bisogni primari, compreso il fondamentale diritto di ogni persona ad una nutrizione sufficiente e sana, aggravando specialmente la situazione di quanti vivono in condizioni di povertà e sottosviluppo".
Lo scrive il Papa in un messaggio inviato al Direttore generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura José Graziano da Silva.
"Sulla malnutrizione pesano un graduale disimpegno e un'eccessiva competitività che rischiano di far dimenticare come solo soluzioni comuni e condivise sono in grado di dare risposte adeguate alle attese di persone e di popoli", scrive Benedetto XVI.
"In un mondo alla ricerca di interventi appropriati per superare le difficoltà derivanti dalla crisi economica e per dare alla globalizzazione un significato autenticamente umano - sottolinea il Papa - l'esperienza delle cooperative ben rappresenta quel nuovo tipo di economia a servizio della persona, cioè capace di favorire forme di condivisione e di gratuità che sono il frutto rispettivamente della solidarietà e della fraternità. Per questo è indispensabile che i poteri pubblici operanti a livello nazionale e internazionale predispongano i necessari strumenti legislativi e di finanziamento perché nelle zone rurali le cooperative possano essere efficaci strumenti per la produzione agricola, la sicurezza alimentare, il mutamento sociale e per un più ampio miglioramento delle condizioni di vita". Inoltre, "un particolare pensiero va rivolto al ruolo insostituibile della donna chiamata spesso a dirigere l'attività delle cooperative, a mantenere i legami familiari e a custodire quei preziosi elementi di conoscenza e tecnica propri del mondo rurale".

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Paparatzifan
00martedì 16 ottobre 2012 22:06
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Papa/ Sentenza su crocifisso esempio di anima Europa anti-storica

L'altra anima è cristiana, aperta a ragione ma ancorata in radici

Città del Vaticano, 16 ott. (TMNews)

"E' evidente che l'Europa ha anche oggi nel mondo un grande peso sia economico, sia culturale e intellettuale. E, in corrispondenza a questo peso, ha una grande responsabilità. Ma l'Europa deve trovare ancora la sua piena identità per poter parlare e agire secondo la sua responsabilità".
Lo ha detto il Papa nell'intervista originale per il film 'Bells of Europe - Campane d'Europa' mostrato ieri al sinodo dei vescovi in corso in Vaticano.
"Il problema dell'Europa di trovare la sua identità mi sembra consistere nel fatto che in Europa oggi abbiamo due anime: un'anima è una ragione astratta, anti-storica, che intende dominare tutto perché si sente sopra tutte le culture.
Una ragione finalmente arrivata a se stessa che intende emanciparsi da tutte le tradizioni e i valori culturali in favore di un'astratta razionalità. La prima sentenza di Strasburgo sul Crocifisso - ha detto Benedetto XVI - era un esempio di questa ragione astratta che vuole emanciparsi da tutte le tradizioni, dalla storia stessa. Ma così non si può vivere. Per di più, anche la 'ragione pura' è condizionata da una determinata situazione storica, e solo in questo senso può esistere. L'altra anima è quella che possiamo chiamare cristiana, che si apre a tutto quello che è ragionevole, che ha essa stessa creato l'audacia della ragione e la libertà di una ragione critica, ma rimane ancorata alle radici che hanno dato origine a questa Europa, che l'hanno costruita nei grandi valori, nelle grandi intuizioni, nella visione della fede cristiana".
Solo in una "sintesi" che tenga conto del cristianesimo "l'Europa - ha detto ancora il Papa - può avere il suo peso nel dialogo interculturale dell'umanità di oggi e di domani, perché una ragione che si è emancipata da tutte le culture non può entrare in un dialogo interculturale. Solo una ragione che ha un'identità storica e morale può anche parlare con gli altri, cercare una interculturalità nella quale tutti possono entrare e trovare una unità fondamentale dei valori che possono aprire le strade al futuro, a un nuovo umanesimo, che deve essere il nostro scopo".

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Paparatzifan
00martedì 16 ottobre 2012 22:07
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Papa/ Inquietudine degli uomini è speranza per cristianesimo

Intervista inedita nel film 'Campane d'Europa' mostrato a sinodo

Città del Vaticano, 16 ott. (TMNews)

"La ricerca di Dio è profondamente scritta in ogni anima umana e non può scomparire.
Certamente, per un certo tempo, si può dimenticare Dio, accantonarlo, occuparsi di altre cose, ma Dio non scompare mai. E' semplicemente vero quanto dice sant'Agostino, che noi uomini siamo inquieti finché non abbiamo trovato Dio. Questa inquietudine anche oggi esiste. E' la speranza che l'uomo sempre di nuovo, anche oggi, si ponga in cammino verso questo Dio".
Il Papa spiega così "le ragioni della speranza" per la fede al giorno d'oggi nell'intervista originale per il film 'Bells of Europe - Campane d'Europa' mostrato ieri al sinodo dei vescovi in corso in Vaticano.
"Il secondo motivo della mia speranza consiste nel fatto che il Vangelo di Gesù Cristo, la fede in Cristo è semplicemente vera. E la verità non invecchia", ha detto ancora il Papa. "Le ideologie hanno un tempo contato. Sembrano forti, irresistibili, ma dopo un certo periodo si consumano, non hanno più la forza in loro, perché manca loro una verità profonda. Sono particelle di verità, ma alla fine si sono consumate. Invece il Vangelo è vero, e perciò non si consuma mai". Un "terzo motivo empirico" consiste, per Benedetto XVI, nel fatto che "questa inquietudine oggi lavora nella gioventù. I giovani hanno visto tante cose - le offerte delle ideologie e del consumismo - ma colgono il vuoto in tutto questo, la sua insufficienza. L'uomo è creato per l'infinito. Tutto il finito è troppo poco. E perciò vediamo come, proprio nelle nuove generazioni, questa inquietudine si risveglia di nuovo ed essi si mettono in cammino, e così ci sono nuove scoperte della bellezza del cristianesimo".

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Paparatzifan
00martedì 16 ottobre 2012 22:29
Dal blog di Lella...

CRISI: PAPA ALLA FAO, EFFETTI COLPISCONO BISOGNI ALIMENTARI (AGI) - CdV, 16 ott.

Salvatore Izzo

"Gli effetti della crisi economica colpiscono sempre piu' i bisogni primari, compreso il fondamentale diritto di ogni persona ad una nutrizione sufficiente e sana, aggravando specialmente la situazione di quanti vivono in condizioni di poverta' e sottosviluppo".
Lo scrive il Papa nel messaggio indirizzato alla Fao in occasione della Giornata Mondiale dell'Alimentazione.
"Si tratta - osserva Benedetto XVI nel testo - di un contesto analogo a quello che ispiro' l'istituzione della FAO e che richiama le istituzioni nazionali e internazionali all'impegno per liberare l'umanita' dalla fame attraverso lo sviluppo agricolo e la crescita delle comunita' rurali".
Secondo il Pontefice, oggi, "sulla malnutrizione pesano un graduale disimpegno e un'eccessiva competitivita' che rischiano di far dimenticare come solo soluzioni comuni e condivise sono in grado di dare risposte adeguate alle attese di persone e di popoli". Percio' il Papa teologo esprime "compiacimento" per la scelta della Fao di dedicare la Giornata di quest'anno alla riflessione sul tema "Le cooperative agricole nutrono il mondo". "Non si tratta - spiega - solo di dare sostegno alle cooperative quali espressione di una diversa forma di organizzazione economica e sociale, ma di considerarle un vero strumento dell'azione internazionale".
Per il Papa tedesco, "l'esperienza realizzata in tanti Paesi mostra che le cooperative, oltre a dare impulso al lavoro agricolo sono un modo per consentire agli agricoltori e alle popolazioni rurali di intervenire nei momenti decisionali e insieme uno strumento efficace per realizzare quello sviluppo integrale di cui la persona e' fondamento e fine".
"Garantire la liberta' dalla fame significa - sottolinea - essere consapevoli che l'attivita' delle istituzioni e l'apporto di uomini e donne impegnati puo' raggiungere adeguati risultati solo mediante azioni e strutture ispirate dalla solidarieta' e orientate alla partecipazione". In questo senso, conclude Ratzinger, "le cooperative agricole sono un esempio concreto poiche' chiamate a realizzare non solo adeguati livelli produttivi e di distribuzione, ma anche una piu' generale crescita delle aree rurali e delle comunita' che in esse vivono".

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PAPA: COOPERAZIONE VALORIZZI DONNE E GIOVANI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 16 ott.

"Guardando alle situazioni dove conflitti o disastri naturali limitano il lavoro agricolo, un particolare pensiero va rivolto al ruolo insostituibile della donna chiamata spesso a dirigere l'attivita' delle cooperative, a mantenere i legami familiari e a custodire quei preziosi elementi di conoscenza e tecnica propri del mondo rurale".
Lo scrive Benedetto XVI nel messaggio indirizzato alla Fao in occasione della Giornata Mondiale dell'Alimentazione.
Secondo il Pontefice, "e' indispensabile che i poteri pubblici operanti a livello nazionale e internazionale predispongano i necessari strumenti legislativi e di finanziamento perche' nelle zone rurali le cooperative possano essere efficaci strumenti per la produzione agricola, la sicurezza alimentare, il mutamento sociale e per un piu' ampio miglioramento delle condizioni di vita".
In tale nuovo contesto, per il Papa, "e' auspicabile che le giovani generazioni possano guardare con rinnovata fiducia al loro futuro mantenendo i legami con il lavoro dei campi, il mondo rurale e i suoi valori tradizionali. Nel rinnovare l'attenzione della Chiesa e l'impegno delle sue istituzioni perche' l'umanita' possa essere veramente libera dalla fame". "In un mondo alla ricerca di interventi appropriati per superare le difficolta' derivanti dalla crisi economica e per dare alla globalizzazione un significato autenticamente umano, l'esperienza delle cooperative - sottolinea Joseph Ratzinger - ben rappresenta quel nuovo tipo di economia a servizio della persona, cioe' capace di favorire forme di condivisione e di gratuita' che sono il frutto rispettivamente della solidarieta' e della fraternita'".

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PAPA ALLA FAO: INCORAGGIARE COOPERATIVE,REALIZZANO SUSSIDIARIETA'

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 16 ott.

"Le cooperative sono un'espressione concreta non di una sterile complementarita', ma di una vera sussidiarieta'; un principio che la dottrina sociale della Chiesa pone a fondamento di un corretto rapporto tra la persona, la societa' e le istituzioni". Lo afferma Bendetto XVI nel messaggio indirizzato alla Fao in occasione della Giornata dell'Alimentazione. "La sussidiarieta' - scrive - garantisce la capacita' e l'apporto originale della persona preservando le sue aspirazioni nella dimensione spirituale e materiale, tenendo nella giusta considerazione la promozione del bene comune e la tutela dei diritti della persona".
Per questo, spiega il Papa, "la Chiesa Cattolica considera anche il lavoro e l'impresa cooperativa come modi per vivere un'esperienza di unita' e di solidarieta' capace di superare le differenze e perfino i conflitti sociali fra le persone e fra i diversi gruppi". E, "con il suo insegnamento e la sua azione ha da sempre sostenuto il modello delle cooperative in quanto e' convinta che la loro attivita' non si limita alla sola dimensione economica, ma concorre alla crescita umana, sociale, culturale e morale di quanti ne sono parte e della comunita' in cui esse sono inserite".


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Paparatzifan
00martedì 16 ottobre 2012 22:32
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Papa/ A margine Sinodo ha incontrato patriarchi e presuli M.O.

Tra gli altri Warduni (Iraq), Gregorios III (Siria), Rai (Libano)

Città del Vaticano, 16 ott. (TMNews)

Al termine dei lavori della undicesima 'congregazione generale' del sinodo, ieri mattina, il Papa ha incontrato un gruppo di patriarchi e presuli del Medio Oriente. Lo riferisce l''Osservatore romano'.
Vi erano il vescovo Shlemon Warduni, ausiliare e protosincello di Bagdad dei Caldei; Sua Beatitudine Nerses Bedros XIX Tarmouni, patriarca di Cilicia degli Armeni; Sua Beatitudine Ignace Youssif III Younan, patriarca di Antiochia dei Siri; Kyrillos William, vescovo di Assiut dei Copti; Sua Beatitudine Gregorios III Laham, patriarca di Antiochia dei Greco-Melkiti; Sua Beatitudine Bechara Boutros Rai, patriarca di Antiochia dei Maroniti.

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Paparatzifan
00martedì 16 ottobre 2012 22:34
Dal blog di Lella...

SINODO: PAPA, LE IDEOLOGIE HANNO IL TEMPO CONTATO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 16 ott.

"Le ideologie hanno il tempo contato" mentre "la verita' di Gesu' Cristo non scompare mai, non invecchia".
Lo afferma Benedetto XVI in un'intervista tv - trasmessa nell'Aula del Sinodo e diffusa dalla Sala Stampa della Santa Sede - nella quale spiega le ragioni della sua speranza per l'avvenire della fede in Europa.
"Il primo motivo della mia speranza - elenca Ratzinger - consiste nel fatto che il desiderio di Dio, la ricerca di Dio e' profondamente scritta in ogni anima umana e non puo' scomparire". "Certamente, per un certo tempo - rileva - si puo' dimenticare Dio, accantonarlo, occuparsi di altre cose, ma Dio non scompare mai".
Secondo il Papa, "e' semplicemente vero quanto dice sant'Agostino, che noi uomini siamo inquieti finche' non abbiamo trovato Dio".
"Questa inquietudine - osserva - anche oggi esiste. E' la speranza che l'uomo sempre di nuovo, anche oggi, si ponga in cammino verso questo Dio".
"Il secondo motivo della mia speranza - continua Benedetto XVI nel docu-film 'Bells of Europe; Campane d'Europa' realizzato dal Centro Televisivo Vaticano - consiste nel fatto che il Vangelo di Gesu' Cristo, la fede in Cristo e' semplicemente vera" mentre "le ideologie hanno un tempo contato, sembrano forti, irresistibili, ma dopo un certo periodo si consumano, non hanno piu' la forza in loro, perche' manca loro una verita' profonda. Sono particelle di verita', ma alla fine si sono consumate". Invece, argomenta Joseph Ratzinger, "il Vangelo e' vero, e percio' non si consuma mai. In tutti i periodi della storia appaiono sue nuove dimensioni, appare tutta la sua novita' nel rispondere alle esigenze del cuore e della ragione umana, che puo' camminare in questa verita' e trovarvisi.
E percio', proprio per questo motivo, sono convinto che ci sia anche una nuova primavera del cristianesimo".
Il Papa teologo si sente incoraggiato anche da "un terzo motivo empirico: il fatto che questa inquietudine oggi lavora nella gioventu'". "I giovani - sottolinea l'85enne Joseph Ratzinger - hanno visto tante cose - le offerte delle ideologie e del consumismo - ma colgono il vuoto in tutto questo, la sua insufficienza".
"L'uomo - ricorda il Pontefice - e' creato per l'infinito. Tutto il finito e' troppo poco. E percio' vediamo come, proprio nelle nuove generazioni, questa inquietudine si risveglia di nuovo ed essi si mettono in cammino, e cosi' ci sono nuove scoperte della bellezza del cristianesimo.
Un cristianesimo non a prezzo moderato, non ridotto, ma nella sua radicalita' e profondita'". "Quindi - conclude - mi sembra che l'antropologia come tale ci indichi che ci saranno sempre nuovi risvegli del cristianesimo e i fatti lo confermano con una parola: fondamento profondo. E' il cristianesimo. E' vero, e la verita' ha sempre un futuro".

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SINODO: PAPA, L'EUROPA DEVE ANCORA TROVARE UNA PIENA IDENTITA'

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 16 ott.

"L'Europa deve trovare ancora la sua piena identita' per poter parlare e agire secondo la sua responsabilita'".
Lo afferma Benedetto XVI nell'intervista televisiva trasmessa nell'Aula del Sinodo e diffusa dalla Sala Stampa della Santa Sede. "E' evidente - rileva - che l'Europa ha anche oggi nel mondo un grande peso sia economico, sia culturale e intellettuale. E che, in corrispondenza a questo peso, ha una grande responsabilita'". Per il Pontefice, "il problema dell'Europa di trovare la sua identita' sembra consistere nel fatto che in Europa oggi abbiamo due anime: un'anima e' una ragione astratta, anti-storica, che intende dominare tutto perche' si sente sopra tutte le culture".
In questione, sottolinea Papa Ratzinger nel filmato 'Bells of Europe - Campane d`Europa' realizzato dal Centro Televisivo Vaticano, "non sono piu' le differenze nazionali. Si tratta di diversita' che non sono piu' divisioni, grazie a Dio. Le nazioni rimangono e nella loro diversita' culturale, umana, temperamentale, sono una ricchezza che si completa e da' nascita ad una grande sinfonia di culture. Sono fondamentalmente una cultura comune". Secondo il Pontefice, "la prima sentenza di Strasburgo sul Crocifisso era un esempio di questa ragione astratta che vuole emanciparsi da tutte le tradizioni, dalla storia stessa. Ma cosi' non si puo' vivere". L'anima cristiana, spiega, "si apre a tutto quello che e' ragionevole, che ha essa stessa creato l'audacia della ragione e la liberta' di una ragione critica, ma rimane ancorata alle radici che hanno dato origine a questa Europa, che l'hanno costruita nei grandi valori, nelle grandi intuizioni, nella visione della fede cristiana".
Per il Papa teologo, "soprattutto nel dialogo ecumenico tra Chiesa Cattolica, Ortodossa, Protestante, quest'anima deve trovare una comune espressione e deve poi incontrarsi con questa ragione astratta, cioe' accettare e conservare la liberta' critica della ragione rispetto a tutto quello che puo' fare e ha fatto, ma praticarla, concretizzarla nel fondamento, nella coesione con i grandi valori che ci ha dato il cristianesimo".
"Solo in questa sintesi - conclude - l'Europa puo' avere il suo peso nel dialogo interculturale dell'umanita' di oggi e di domani, perche' una ragione che si e' emancipata da tutte le culture non puo' entrare in un dialogo interculturale. Solo una ragione che ha un'identita' storica e morale puo' anche parlare con gli altri, cercare una interculturalita' nella quale tutti possono entrare e trovare una unita' fondamentale dei valori che possono aprire le strade al futuro, a un nuovo umanesimo, che deve essere il nostro scopo. E per noi questo umanesimo cresce proprio dalla grande idea dell'uomo a immagine e somiglianza di Dio".

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Paparatzifan
00martedì 16 ottobre 2012 23:09
Da "Vatican Insider"...

16/10/2012

La “rottamazione” silenziosa di Ratzinger

Negli ultimi sei anni il Papa ha condotto un’”azione purificatrice” che ha portato alle dimissioni di 77 vescovi

ANDRÉS BELTRAMO ÁLVAREZ
CITTÀ DEL VATICANO

«La grande azione purificatrice di Benedetto XVI ha creato qualche fastidio». Nel mezzo della bufera dello scandalo “vatileaks”, lo scorso 18 giugno, il Segretario di Stato della Santa Sede, card. Tarcisio Bertone, ha collegato la crisi nata dalla pubblicazione di documenti confidenziali, rubati dall’appartamento papale, con le decisioni difficili dell’odierno pontificato. Alcune scelte “impopolari” come l’intervento diretto contro i sacerdoti colpevoli di abusi sessuali. Ma non solo. Anche una epurazione dell’episcopato mondiale: una “pulizia silenziosa” nella quale hanno perso i loro posti decine di pastori considerati poco adeguati.


Non ci sono statistiche ufficiali sui vescovi che si sono visti obbligati a presentare le loro dimissioni anticipate negli ultimi sei anni. Quando un prelato lascia il posto per malattia o per “cause di forza maggiore”, la Sala Stampa vaticana diffonde una nota di tre righe per informare che la dimissione è stata accettata dal Papa, secondo il numero 401.2 del Codice di Diritto Canonico, la legge fondamentale della Chiesa.


Sin dall’arrivo di Joseph Raztinger sul trono di Pietro, le dimissioni obbligatorie si sono moltiplicate. Secondo un calcolo di Vatican Insider, da aprile 2005 a oggi hanno lasciato con questa formula 77 vescovi, una media di uno ogni 36 giorni. Rispetto al numero totale, una cifra minore di dimissioni è dovuta a malattia, come nei casi degli statunitensi John Jeremiah McRaith, della diocesi di Owensboro (si è dimesso il 05/01/2009), Ignatius Anthony Catanello, di Brooklyn (20/09/2010) e Daniel Buechlein di Indianapolis (21/09/2011), gli italiani Karl Golser, di Bolzano-Bressanone (27/07/2011) e Filippo Strofaldi di Ischia (07/07/2012).


Il resto dei presuli si è dimesso, tra l’altro, o per una cattiva amministrazione economica, o per problemi di natura sessuale, oppure per difficoltà dottrinali e aperta ribellione verso il Papa. Alcuni sono stati esonerati direttamente dalle loro funzioni, dopo aver rifiutati di lasciare l’incarico. Per alcuni scandali pubblici, la Congregazione per i Vescovi della Santa Sede ha concesso uscite di scena velocissime, come nei casi dell’argentino Fernando María Bargalló (della diocesi di Merlo-Moreno; 26/06/2012), che è stato ripreso mentre faceva le vacanze con una amante, o il cileno Marco Antonio Órdenes Fernández (di Iquique; 09/10/2012), sotto inchiesta per abusi.


Tra i vescovi dimissionari ci sono anche religiosi e diocesani. Uno dei primi a uscire di scena dopo l’inizio del ministero di Benedetto XVI è stato il vescovo di Linz, Maximiliam Aichern (18/05/2005), noto per le sue posizioni chiaramente progressiste. Quattro anni dopo (02/03/2009), Gerhard Maria Wagner ha rifiutato la nomina del Papa a pastore della stessa diocesi austriaca per una rivolta di sacerdoti che lo consideravano «troppo conservatore».


In conseguenza delle loro posizioni dottrinali, si sono dimessi anche gli argentini Marcelo Angiolo Melani, di Neuquén (08/11/2011), e Juan Carlos Romanín, di Río Gallegos (26/04/2012); gli australiani Patrick Percival Power, ausiliare di Camberra (07/06/2012), e William Morris, di Toowoomba (02/05/2011).


Benedetto XVI non ha tollerato le condotte sessuali dei prelati. Ha sanzionato gli abusi contro minori, il concubinato, la “doppia vita” con figli compresi o atteggiamenti morali sospetti. Per questi motivi hanno lasciato il loro posto Tamás Szabó, ordinario militare dell’Ungheria (15/03/2007); i centroafricani Paulin Pomodino, di Bangui, e Francois-Xavier Yombandje, di Bossangoa (26/05/2009); l’uruguaiano vescovo di Minas, Francisco Domingo Barbosa Da Silveira (01/07/2009); il prelato territoriale di Trondheim, Norvegia, Georg Müller (08/06/2009); l’indiano di Cochin, John Thattumkal (09/05/2009); il canadese di Antigonish, Raymond Lahey (26/09/2009); il belga di Bruge, Roger Vangheluwe (23/04/2010); il messicano e vicario apostolico di San José del Amazonas, Alberto Campos Hernández (08/08/2011), e il ausiliare di Los Ángeles, California, Gabino Zavala (04/01/2012).


In diversi paesi (sopratutto in Irlanda, Stati Uniti e Australia) la cattiva gestione della crisi degli abusi sessuali commessi da preti cattolici ha interrotto bruscamente altre numerose carriere ecclesiastiche. Mentre nel Burkina Faso, in Ungheria, in Italia, nel Congo, in Slovacchia e Croazia si sono registrati diversi episodi di pessima amministrazione economica che non sono stati ignorati da un Papa impegnato in una chiara “pulizia” della Chiesa. Per farla, però, non bastano le buone intenzioni. Occorrono i fatti.



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Paparatzifan
00mercoledì 17 ottobre 2012 21:27
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Papa/ Inaugura nuovo ciclo di catechesi per l'anno della fede

All'udienza generale del mercoledì interrompe quello su preghiera

Città del Vaticano, 17 ott. (TMNews)

Il Papa ha inaugurato oggi all'udienza generale del mercoledì, in piazza San Pietro, un nuovo ciclo di catechesi.
"Cari fratelli e sorelle, oggi vorrei introdurre il nuovo ciclo di catechesi, che si svilupperà lungo tutto l'Anno della fede appena iniziato e che interrompe - per questo periodo - il ciclo dedicato alla scuola della preghiera", ha detto Benedetto XVI. "Con la lettera apostolica Porta Fidei ho indetto questo anno speciale, proprio perché la Chiesa rinnovi l'entusiasmo di credere in Gesù Cristo, unico salvatore del mondo, ravvivi la gioia di camminare sulla via che ci ha indicato, e testimoni in modo concreto la forza trasformante della fede".

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Paparatzifan
00mercoledì 17 ottobre 2012 21:38
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Vaticano/ Papa convoca tutti i nunzi apostolici a Roma a giugno

Per riflessione su ruolo e funzione di ambasciatori Santa Sede

Città del Vaticano, 17 ott. (TMNews)

Papa Benedetto XVI ha convocato tutti i nunzi apostolici a giugno a Roma per un incontro di "riflessione" sul significato del ruolo e della funzione dei rappresentanti diplomatici della Santa Sede.
Lo ha annunciato stamane al sinodo dei vescovi sulla 'nuova evangelizzazione' il cardinale Tarcisio Bertone. L'incontro, che replica quello avvenuto con Giovanni Paolo II nel 2000, servirà ad uno scambio di opinioni tra gli ambasciatori del Papa e ad un approfondimento della loro missione.
"Il ministero dei Rappresentanti Pontifici - ha detto Bertone - vive nella storia, cammina con la Chiesa e ha sempre bisogno di rinnovarsi e perfezionarsi per essere all'altezza delle esigenze dei tempi.
Per tale motivo il Santo Padre ha deciso di convocare a Roma nel prossimo mese di giugno, tutti i Nunzi, i Delegati Apostolici e gli Osservatori permanenti per un incontro di riflessione, che fa seguito a quello tenuto ormai più di dieci anni fa in occasione del Grande Giubileo del 2000.
Sarà un'opportunità per uno scambio di esperienze e per approfondire il senso della missione dei Rappresentanti Pontifici nelle circostanze odierne. Sono certo - ha concluso il segretario di Stato vaticano rivolgendosi ai padri sinodali - di contare per questo anche sulla vostra preghiera".

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Paparatzifan
00mercoledì 17 ottobre 2012 21:49
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Papa/ I cattolici spesso non conoscono neppure la propria fede

"Credenti non immuni dal rischio di individualismo e relativismo"

Città del Vaticano, 17 ott. (TMNews)

"Il cristiano spesso non conosce neppure il nucleo centrale della propria fede cattolica, del Credo, così da lasciare spazio ad un certo sincretismo e relativismo religioso, senza chiarezza sulle verità da credere e sulla singolarità salvifica del cristianesimo. Non è così lontano oggi il rischio di costruire, per così dire, una religione 'fai-da-te'".
E' l'allarme lanciato dal Papa nel corso dell'udienza generale in piazza San Pietro.
"I processi della secolarizzazione e di una diffusa mentalità nichilista, in cui tutto è relativo, hanno segnato fortemente la mentalità comune. Così, la vita è vissuta spesso con leggerezza, senza ideali chiari e speranze solide, all'interno di legami sociali e familiari liquidi, provvisori", ha detto Benedetto XVI. "Soprattutto le nuove generazioni non vengono educate alla ricerca della verità e del senso profondo dell'esistenza che superi il contingente, alla stabilità degli affetti, alla fiducia.
Al contrario, il relativismo porta a non avere punti fermi, sospetto e volubilità provocano rotture nei rapporti umani, mentre la vita è vissuta dentro esperimenti che durano poco, senza assunzione di responsabilità. Se l'individualismo e il relativismo sembrano dominare l'animo di molti contemporanei, non si può dire che i credenti restino totalmente immuni da questi pericoli, con cui siamo confrontati nella trasmissione della fede".
"La fede in un Dio che è amore, e che si è fatto vicino all'uomo incarnandosi e donando se stesso sulla croce per salvarci e riaprirci le porte del Cielo, indica in modo luminoso che solo nell'amore consiste la pienezza dell'uomo", ha detto ancora il Papa.
"Oggi è necessario ribadirlo con chiarezza, mentre le trasformazioni culturali in atto mostrano spesso tante forme di barbarie, che passano sotto il segno di 'conquiste di civiltà': la fede afferma che non c'è vera umanità se non nei luoghi, nei gesti, nei tempi e nelle forme in cui l'uomo è animato dall'amore che viene da Dio, si esprime come dono, si manifesta in relazioni ricche di amore, di compassione, di attenzione e di servizio disinteressato verso l'altro. Dove c'è dominio, possesso, sfruttamento, mercificazione dell'altro per il proprio egoismo, dove c'è l'arroganza dell'io chiuso in se stesso, l'uomo viene impoverito, degradato, sfigurato.
La fede cristiana, operosa nella carità e forte nella speranza, non limita, ma umanizza la vita, anzi la rende pienamente umana".
"Con le catechesi di quest'Anno della fede - ha spiegato Benedetto XVI introducendo un nuovo ciclo di catechesi - vorremmo fare un cammino per rafforzare o ritrovare la gioia della fede, comprendendo che essa non è qualcosa di estraneo, di staccato dalla vita concreta, ma ne è l'anima".

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Paparatzifan
00mercoledì 17 ottobre 2012 21:51
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PAPA: IGNORANZA SU FEDE E RELATIVISMO ASSOMMANO EFFETTI PERVERSI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 17 ott.

Sempre piu' spesso nel nostro mondo "il cristiano non conosce neppure il nucleo centrale della propria fede cattolica, del Credo, cosi' da lasciare spazio ad un certo sincretismo e relativismo religioso, senza chiarezza sulle verita' da credere e sulla singolarita' salvifica del cristianesimo".
Lo ha denunciato Papa Ratzinger nella catechesi all'Udienza Generale tenuta questa mattina in piazza San Pietro per 40 mila fedeli. Il Pontefice teologo ha citato in proposito "l'indagine promossa in tutti i continenti per la celebrazione del Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione", che ha evidenziato come elementi di preoccupazione "una fede vissuta in modo passivo e privato, il rifiuto dell'educazione alla fede, la frattura tra fede e vita". Dai dati, ha detto, emerge che "non e' cosi' lontano oggi il rischio di costruirsi, per cosi' dire, una religione 'fai-da-te'. Dobbiamo, invece, tornare a Dio, al Dio di Gesu' Cristo, dobbiamo riscoprire il messaggio del Vangelo, farlo entrare in modo piu' profondo nelle nostre coscienze e nella vita quotidiana".
"Oggi - ha rilevato in proposito Benedetto XVI - viviamo in una societa' profondamente mutata anche rispetto ad un recente passato e in continuo movimento. I processi della secolarizzazione e di una diffusa mentalita' nichilista, in cui tutto e' relativo, hanno segnato fortemente la mentalita' comune. Cosi', la vita e' vissuta spesso con leggerezza, senza ideali chiari e speranze solide, all'interno di legami sociali e familiari liquidi, provvisori. Soprattutto le nuove generazioni non vengono educate alla ricerca della verita' e del senso profondo dell'esistenza che superi il contingente, alla stabilita' degli affetti, alla fiducia".
"Al contrario - ha osservato - il relativismo porta a non avere punti fermi,ý sospetto e volubilita' provocano rotture nei rapporti umani, mentre la vita e' vissuta dentro esperimenti che durano poco, senza assunzione di responsabilita'. Se l'individualismo e il relativismo sembrano dominare l'animo di molti contemporanei, non si puo' dire che i credenti restino totalmente immuni da questi pericoli, con cui siamo confrontati nella trasmissione della fede".
"Soprattutto - ha scandito il Papa tedesco - e' importante che il Credo venga, per cosi' dire, 'riconosciuto'. Conoscere, infatti, potrebbe essere un'operazione soltanto intellettuale, mentre "riconoscere" vuole significare la necessita' di scoprire il legame profondo tra le verita' che professiamo nel Credo e la nostra esistenza quotidiana, perche' queste verita' siano veramente e concretamente, come sempre sono state, luce per i passi del nostro vivere, acqua che irrora le arsure del nostro cammino, vita che vince certi deserti della vita contemporanea.
Nel Credo si innesta la vita morale del cristiano, che in esso trova il suo fondamento e la sua giustificazione". "Nelle catechesi di quest'Anno della Fede - ha quindi affermato Ratzinger spiegando il perche' del nuovo ciclo delle sue catechesi - vorrei offrire un aiuto per compiere questo cammino, per riprendere e approfondire le verita' centrali della fede su Dio, sull'uomo, sulla Chiesa, su tutta la realta' sociale e cosmica, meditando e riflettendo sulle affermazioni del Credo. E vorrei che risultasse chiaro che questi contenuti o verita' della fede si collegano direttamente al nostro vissuto; richiedono una conversione dell'esistenza, che da' vita ad un nuovo modo di credere in Dio. Conoscere Dio, incontrarlo, approfondire i tratti del suo volto mette in gioco la nostra vita, perche' Egli entra nei dinamismi profondi dell'essere umano".
"Possa il cammino che compiremo quest'anno farci crescere tutti - ha concluso -nella fede e nell'amore a Cristo, perche' impariamo a vivere, nelle scelte e nelle azioni quotidiane, la vita buona e bella del Vangelo".

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Paparatzifan
00mercoledì 17 ottobre 2012 21:52
Dal blog di Lella...

PAPA: DOMINIO, SFRUTTAMENTO E ARROGANZA DISUMANIZZANO L'UOMO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 17 ott.

"Dove c'e dominio, sfruttamento, arroganza l'uomo viene impoverito e disumanizzato".
Lo ha denunciato il Papa nella catechesi all'Udienza Generale di oggi, tenuta in piazza San Pietro per circa 40mila fedeli (il doppio cioe' di quelli annunciati sulla base delle prenotazioni).
"La fede - ha ricordato Benedetto XVI - rende la vita pienamente umana. Certo il mistero di Dio resta sempre oltre la nostra comprensione".
Il Pontefice ha ricordato come sia "dirompente" l'annuncio centrale della fede, e cioe' che Cristo ci salva, ma ha sottolineato anche come debba esservi anche una "regola della fede", che indica la "fedelta' dei credenti alla verita' della fede, a cui restare saldi".
Per Papa Ratzinger, che ha iniziato questa mattina un nuovo ciclo di catechesi dedicato all'Anno della Fede, "oggi e' necessario ribadirlo con chiarezza, mentre le trasformazioni culturali in atto mostrano spesso tante forme di barbarie, che passano sotto il segno di 'conquiste di civilta'': la fede afferma che non c'e' vera umanita' se non nei luoghi, nei gesti, nei tempi e nelle forme in cui l'uomo e' animato dall'amore che viene da Dio, si esprime come dono, si manifesta in relazioni ricche di amore, di compassione, di attenzione e di servizio disinteressato verso l'altro".
"Dove c'e' dominio, possesso, sfruttamento, mercificazione dell'altro per il proprio egoismo, dove c'e' l'arroganza dell'io chiuso in se stesso, l'uomo - ha detto testualmente il Pontefice - viene impoverito, degradato, sfigurato. La fede cristiana, operosa nella carita' e forte nella speranza, non limita, ma umanizza la vita, anzi la rende pienamente umana". "La fede - ha scandito - e' accogliere questo messaggio trasformante nella nostra vita, e' accogliere la rivelazione di Dio, che ci fa conoscere chi Egli e', come agisce, quali sono i suoi progetti per noi".

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PAPA: ANNIVERSARIO CONCILIO OCCASIONE PER RISCOPRIRE LA CHIESA


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 17 ott.

Celebrata con l'Anno della Fede, "la ricorrenza dei cinquant'anni dall'apertura del Concilio Vaticano II e' un'occasione importante per ritornare a Dio, per approfondire e vivere con maggiore coraggio la propria Fede, per rafforzare l'appartenenza alla Chiesa, 'maestra di umanita' che, attraverso l'annuncio della Parola, la celebrazione dei Sacramenti e le opere della carita' ci guida ad incontrare e conoscere Cristo, vero Dio e vero uomo". Lo ha affermato Benedetto XVI nella sua catechesi di oggi.
"Si tratta - ha spiegato ai 40mila fedeli presenti in piazza San Pietro per l'Udienza Generale - dell'incontro non con un'idea o con un progetto di vita, ma con una Persona viva che trasforma in profondita' noi stessi, rivelandoci la nostra vera identita' di figli di Dio".
"L'incontro con Cristo - ha sottolineato Papa Ratzinger - rinnova i nostri rapporti umani, orientandoli, di giorno in giorno, a maggiore solidarieta' e fraternita', nella logica dell'amore. Avere fede nel Signore non e' un fatto che interessa solamente la nostra intelligenza, l'area del sapere intellettuale, ma e' un cambiamento che coinvolge la vita, tutto noi stessi: sentimento, cuore, intelligenza, volonta', corporeita', emozioni, relazioni umane.
Con la fede cambia veramente tutto in noi e per noi, e si rivela con chiarezza il nostro destino futuro, la verita' della nostra vocazione dentro la storia, il senso della vita, il gusto di essere pellegrini verso la Patria celeste". "Ma - ha aggiunto - ci chiediamo se la fede e' veramente la forza trasformante nella nostra vita, della mia vita, oppure e' solo uno degli elementi che fanno parte dell'esistenza, senza essere quello determinante che la coinvolge totalmente".
"Con le catechesi di quest'Anno della Fede - ha quindi concluso - vorremmo fare un cammino per rafforzare o ritrovare la gioia della fede, comprendendo che essa non e' qualcosa di estraneo, di staccato dalla vita concreta, ma ne e' l'anima. La fede in un Dio che e' amore, e che si e' fatto vicino all'uomo incarnandosi e donando se stesso sulla croce per salvarci e riaprirci le porte del Cielo, indica in modo luminoso che solo nell'amore consiste la pienezza dell'uomo".

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Paparatzifan
00venerdì 19 ottobre 2012 22:27
Dal blog di Lella...

VATICANO: BASTA RACCOMANDATI, ASSUNZIONI PER MERITO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 18 ott.

La Santa Sede adottera' criteri oggettivi e meritocratici per le assunzioni del personale, fermo restando che i candidati dovranno essere comunque presentati dal loro parroco che certifichera' la reale appartenenza alla comunita' ecclesiale.
E' in preparazione. infatti, presso la Segreteria di Stato una commissione per assicurare "una procedura più attenta e oggettiva alla valutazione delle richieste di assunzione che arrivano dalle diverse amministrazioni" della Santa Sede.
Lo rende noto il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. Tuttavia, sottolinea il direttore della Sala Stampa vaticana, già oggi e' necessario un "passaggio" dalla Segreteria di Stato per le assunzioni in Vaticano, con la "richiesta di un nulla osta".
Quindi, precisa Lombardi, "non c'e' una novita' nella procedura se non che forse saranno richieste piu' informazioni sui candidati".

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Paparatzifan
00venerdì 19 ottobre 2012 22:44
Dal blog di Lella...

SINODO: DOMANI SESSIONE BREVE, POI TUTTI AL PREMIO RATZINGER

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 19 ott.

Domani mattina i lavori del Sinodo per consentire ai vescovi di partecipare alla cerimonia per la consegna del "premio Ratzinger", che avra' luogo alle 11,30 nella sala Clementina del Palazzo Apostolico in Vaticano. Ne ha dato notizia l'Osservatore Romano. Il riconoscimento sara' consegnato da Benedetto XVI al padre gesuita statunitense Brian E. Daley (professore di Teologia all'Universita' di Notre Dame in Indiana, USA) e al filosofo e storico francese Remi Brague (professore emerito di Filosofia Medievale alla Sorbona e alla Ludwig-Maximilians Universita' di Monaco). Assegnato dalla Fondazione Joseph Ratzinger, il cui comitato scientifico e' presieduto dall'ex presidente della Cei, cardinale Camillo Ruini, il premio di 50 mila euro e' finanziato con i proventi dei diritti d'autore dei libri del Papa ed e' considerato una sorta di "Nobel per la teologia".

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