Notizie dal B16F

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Paparatzifan
00domenica 18 novembre 2012 21:22
Dal blog di Lella...

PAPA: INCORAGGIA LA COLLETTA ALIMENTARE DI SABATO PROSSIMO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 18 nov.

"Saluto i volontari del Banco Alimentare e incoraggio ogni iniziativa che educhi alla condivisione, come risposta alle difficolta' di tante famiglie". Lo ha detto il Papa al termine dell'Angelus.
Sabato 24 novembre piu' di 130.000 volontari regaleranno il loro tempo per raccogliere nei supermercati di tutta Italia il cibo donato dagli avventori e ridistribuirlo nelle quasi 9.000 strutture caritative.
Giunta alla sua 16esima edizione, la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare e' diventata un importante momento che coinvolge e sensibilizza la societa' civile al problema della poverta' attraverso un gesto concreto di gratuita' e di condivisione.
Anche quest' anno, infatti, la Fondazione Banco Alimentare Onlus organizza una giornata in cui ciascuno puo' donare parte della propria spesa ai piu' poveri. E' un grande spettacolo di carita' che genera altrettanta solidarieta' umana. E negli altri 364 giorni dell'anno, la Rete Banco Alimentare "salva" quotidianamente le eccedenze di cibo per trasformarle in risorsa per chi e' povero.

© Copyright (AGI)

PAPA: RICORDA LA DOLCEZZA EVANGELICA SUOR CRESCENCIA PEREZ


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 18 nov.

La figura della beata Maria Crescencia Perez, religiosa della Congregazione delle Figlie di Maria Santissima dell'Orto, elevata ieri all'onore degli altari, a Pergamino, in Argentina, e' stata ricordata oggi dal Papa dopo l'Angelus.
"Vissuta nella prima parte del secolo scorso - ha ricordato Benedetto XVI - e' modello di dolcezza evangelica animata dalla fede.
Lodiamo il Signore per la sua testimonianza".
Una suora che "aveva il cuore in cielo", ha definito la nuova beata il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, che ha presieduto il rito.
"La testimonianze - ha spiegato il porporato ai microfoni di Radio Vaticana - dicono che tutte le suore erano buone, ma Suor Crescenzia era eccezionale. Sembrava che la sua persona fosse fatta solo di bonta', pazienza, gentilezza, gioia, amabilita'. Questa sua esistenza buona era nutrita di fede viva, incrollabile, operativa. Da questa fede scaturiva la sua laboriosita' e il suo intenso apostolato. Aveva il cuore in cielo".

© Copyright (AGI)

PAPA: GESU' NON FU VEGGENTE MA E' FONDAMENTO NOSTRA SPERANZA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 18 nov.

Nel Vangelo, "quando usa immagini apocalittiche, Gesu' non si comporta come un 'veggente'.
Al contrario, vuole sottrarre i suoi discepoli di ogni epoca alla curiosita' per le date, le previsioni, e vuole invece dare loro una chiave di lettura profonda, essenziale, e soprattutto indicare la via giusta su cui camminare". Lo ha sottolineato Benedetto XVI nel breve discorso che ha preceduto l'Angelus di oggi.
"Nei nostri tempi - ha osservato - non mancano calamita' naturali, e purtroppo nemmeno guerre e violenze" e dunque "anche oggi abbiamo bisogno di un fondamento stabile per la nostra vita e la nostra speranza, tanto piu' a causa del relativismo in cui siamo immersi".
"Tutto passa, ci ricorda il Signore, ma la Parola di Dio non muta, e di fronte ad essa ciascuno di noi e' responsabile del proprio comportamento", ha aggiunto il Pontefice ricordando che "in base a questo saremo giudicati".
Riassumendo poi la sua riflessione per i polacchi partecipanti alla preghiera dell'Angelus in piazza San Pietro, Joseph Ratzinger ha spiegato che nel Vangelo c'e' "l'annuncio della Parousia, della seconda venuta di Cristo sulla terra". "Allora - ha assicurato il Papa teologo - illuminati dalla luce divina, riceveremo la risposta alle domande riguardanti la nostra esistenza, e ogni nostra azione e ogni nostro pensiero saranno giudicati". "La prospettiva di questo evento sia per noi - ha concluso - oggetto di particolare riflessione in quest'Anno della fede".

© Copyright (AGI)

Paparatzifan
00lunedì 19 novembre 2012 21:40
Dal blog di Lella...

PAPA: RICEVE PRESIDENTE BENIN, UN ANNO FA LA VISITA A COTONOU

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 19 nov.

A un anno esatto dalla straordinaria visita pastorale in Benin, dove a Cotonou consegno' l'esortazione apostolica "Africae munus" ai rappresentanti degli episcopati di tutto il Continente, Benedetto XVI ha ricevuto oggi in Udienza, nel Palazzo Apostolico Vaticano, Thomas Boni Yayi, il presidente della Repubblica che lo accolse nel paese africano.
E insieme hanno espresso "compiacimento per le buone relazioni esistenti tra la Santa Sede e il Benin, evocando in particolare il Viaggio Apostolico dello scorso anno" e ricordando altresi' "il contributo positivo della Chiesa Cattolica allo sviluppo del Paese".
Nella stessa mattinata, il capo di Stato ha poi incontrato anche il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, e monsignor Ettore Balestrero, sotto-Segretario per i Rapporti con gli Stati. "Durante i cordiali colloqui - afferma una nota della Sala Stampa - ci si e' soffermati sul tema del valore delle culture locali in Africa e sull'importanza della Chiesa nell'educazione alla pace ed alla riconciliazione. Si sono, infine, passate in rassegna alcune sfide regionali che attualmente interessano il Continente, seguite dal capo dello Stato in qualita' di presidente dell'Unione Africana".
Il presidente - che era accompagnato dalla consorte, elegantissima in un abito lungo dorato - ha donato al Papa alcune vesti liturgiche realizzate con tessuti tradizionali africani e un crocifisso in avorio, precisando che il prezioso materiale "e' di provenienza legale". Papa Ratzinger si e' sdebitato con un artistico piatto in rame sul quale era inciso il profilo della Basilica di San Pietro. Nell'occasione ha anche salutato i giornalisti che seguivano la visita e si e' complimentato con il giornale cattolico francese "La Croix".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00lunedì 19 novembre 2012 21:49
Dal blog di Sandro Magister...

Diario Vaticano / In curia, tutti vestiti come si deve

Una circolare interna vieta al clero l'uso degli abiti borghesi e impone il ritorno alla talare. Anche per i vescovi in visita a Roma. Ecco il testo integrale della lettera, firmata da Bertone su incarico del papa

di ***

CITTÀ DEL VATICANO, 19 novembre 2012 – Veste talare obbligatoria per cardinali e vescovi negli orari d’ufficio. Talare o clergyman per sacerdoti e monsignori. Abito specifico per i religiosi, sempre e in qualsiasi stagione. E nelle cerimonie alla presenza del papa o negli incontri ufficiali in curia romana: “abito piano”, cioè talare, per i sacerdoti, talare filettata per i monsignori e talare con mantellina filettata (chiamata “pellegrina”) per i vescovi e i cardinali.

È questo l'ordine di servizio ribadito di recente in Vaticano sulla scia delle disposizioni impartite da Giovanni Paolo II in una lettera dell’8 settembre 1982 all’allora cardinale vicario di Roma Ugo Poletti:

> "La cura dell'amata diocesi di Roma..."

In quella lettera papa Karol Wojtyla si rivolgeva al suo vicario, "che più da vicino condivide le mie cure e sollecitudini nel governo della diocesi, [...] perché, d’intesa con le sacre congregazioni per il clero, per i religiosi e gli istituti secolari e per l’educazione cattolica, voglia studiare opportune iniziative destinate a favorire l’uso dell’abito ecclesiastico e religioso, emanando a tale riguardo le necessarie disposizioni e curandone l’applicazione".

La nuova circolare, che porta la data del 15 ottobre 2012 ed è stata diramata durante l’ultimo sinodo dei vescovi, è firmata dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, che l’ha scritta, si legge, "per venerato incarico", cioè su indicazione di Benedetto XVI.

Essa suona come richiamo al "dovere di esemplarità che incombe soprattutto su quanti prestano servizio al successore di Pietro".

Ma non solo. La lettera vuole essere un "esplicito incoraggiamento" per tutti coloro – "anche per gli episcopati", si sottolinea – che vengono in visita a Roma.

Nel testo non si fa esplicito riferimento alle religiose che lavorano in Vaticano, ma per analogia con i religiosi la regola dovrebbe valere anche per loro.

L’indicazione quindi è molto chiara. Chi ha modo di frequentare gli uffici vaticani potrà vedere in che misura verrà rispettata.

Ecco qui di seguito la trascrizione integrale della lettera, scritta su carta intestata della sezione per gli affari generali della segreteria di Stato, con protocollo N. 193.930/P, e indirizzata ai capi dei dicasteri, tribunali e uffici della Santa Sede e del vicariato di Roma.

__________



"IN OSSEQUIO AL DOVERE DI ESEMPLARITÀ..."


Dal Vaticano, 15 ottobre 2012

Eminenza/Eccellenza Reverendissima,

con la presente desidero richiamare alla Sua attenzione l’importanza della disciplina inerente l’uso quotidiano dell’abito ecclesiastico (talare o clergyman) e religioso, come determinato dalla normativa in materia e secondo le motivazioni a suo tempo illustrate ed esplicitate dal Beato Giovanni Paolo II nella Lettera al Cardinale Vicario di Roma, dell’8 settembre 1982.

In un tempo in cui ciascuno è specialmente chiamato a rinnovare la coscienza e la coerenza della propria identità, per venerato incarico, vengo a chiedere a Vostra Eminenza/Eccellenza di voler cortesemente assicurare l’osservanza di quanto sopra da parte di tutti gli ecclesiastici e religiosi in servizio presso codesto Dicastero/Tribunale/Ufficio/Vicariato, richiamando il dovere di indossare regolarmente e dignitosamente l’abito proprio, in qualsiasi stagione, anche in ossequio al dovere di esemplarità (in corsivo nell'originale - ndr) che incombe soprattutto su quanti prestano servizio al Successore di Pietro.

Lo stesso esempio di quanti, insigniti della dignità episcopale, sono fedeli all’uso quotidiano dell’abito talare loro proprio, durante gli orari di ufficio, diventa esplicito incoraggiamento per tutti, anche per gli Episcopati e per coloro che vengono in visita alla Curia Romana e alla Città del Vaticano.

Con l’occasione, inoltre, anche per evitare incertezze ed assicurare la dovuta uniformità, si ricorda che l’uso dell’abito piano è richiesto per la partecipazione a qualsiasi atto nel quale sia presente il Santo Padre, come pure per le Assemblee Plenarie ed Ordinarie, le Riunioni Interdicasteriali, l’accoglienza delle Visite "ad limina" e le diverse convocazioni ufficiali della Santa Sede.

Grato della collaborazione, mi valgo volentieri della circostanza per confermarmi, con sensi di distinto e cordiale ossequio

dell’Eminenza/Eccellenza Vostra Rev.ma

dev.mo nel Signore

+ Tarcisio Card. Bertone

Segretario di Stato

__________


Appena si è avuta notizia di questa circolare, un sito cattolico italiano marcatamente progressista ha così commentato:

"È lo stile della nuova evangelizzazione? È difficile qualunque commento. Possiamo solo riandare al 'patto delle catacombe', di cui ricorre proprio oggi l'anniversario, sottoscritto il 16 novembre del 1965 da una quarantina di padri conciliari, in cui tra il resto si afferma: 'Rinunciamo per sempre all'apparenza e alla realtà della ricchezza, specialmente negli abiti (stoffe ricche, colori sgargianti) e nelle insegne di materia preziosa: questi segni devono essere effettivamente evangelici'".

Ma nella circolare vaticana del 15 ottobre, come nella lettera di Giovanni Paolo II del 1982, non c’è alcun cenno all’obbligo di "stoffe ricche" e "colori sgargianti", né a "insegne di materia preziosa".

Semplicemente si raccomanda l’uso della talare, cioè lo stesso abito che amava sempre indossare il vescovo brasiliano dom Helder Camara (vedi foto), cioè proprio il più illustre dei quaranta firmatari di quel “patto" per una Chiesa umile e povera.


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Paparatzifan
00lunedì 19 novembre 2012 23:15
Dal blog di Lella...

PAPA: VENERDI' INCONTRA MARITTIMI, APPELLO PER CONVENZIONE PESCA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 19 nov.

Un "accorato appello affinche' sia ratificata la Convenzione sul Lavoro nella Pesca, volta ad assicurare condizioni lavorative sicure e protezione sociale" e' stato lanciato oggi dal 23esimo Congresso Mondiale dell'Apostolato del Mare, organizzato dal Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti. "Il lavoro nella pesca - ha sottolineato in apertura dei lavori monsignor Joseph Kalathiparambil, segretario del dicastero - e' considerato tra i piu' pericolosi al mondo, e la pesca e' al vertice o quasi delle statistiche di mortalita'". All'incontro interverra' venerdi' con un discorso di Papa Ratzinger.
"Sara' un momento spirituale molto importante e profondo: novant'anni dopo l'approvazione delle prime Costituzioni da parte di Pio XI, Benedetto XVI riconfermera' il sostegno della Chiesa a questo nostro ministero missionario ed evangelizzatore, tanto essenziale per la gente del mare", ha detto nel suo intervento il presule indiano che ha voluto anche sottolineare la coincidenza con la "Giornata Mondiale della Pesca" che ricorre mercoledi' prossimo. "Per tale occasione e in spirito di solidarieta' - ha detto monsignor Kalathiparambil - uniamo la nostra voce a quella di tante comunita' di pescatori per invitare le organizzazioni internazionali e i Governi a sviluppare norme che garantiscano un lavoro dignitoso, sicuro e produttivo. Soprattutto rivolgiamo il nostro appello per la ratifica della Convenzione approvata nel 2007". Finora il documento e' stato ratificato da 30 paesi, che rappresentano circa il 60 per cento delle flotte operanti nel settore.
"Nel settore della pesca - ha spiegato il segretario del dicastero per i migranti e gli itineranti - non esistono statistiche precise. Se includiamo i pescatori a tempo parziale e quanti sono impegnati nella pesca di acqua dolce e nell'acquacoltura, secondo stime della Fao, il numero si aggira sui 36 milioni. Si stima che circa 15 milioni di pescatori siano impiegati nell'industria della pesca. Il 98 per cento di loro lavora su navi di lunghezza inferiore a 24 metri. Ogni anno, sono soggetti a infortuni addirittura il 25 per cento dei pescatori. Gli incidenti sono piu' comuni per chi lavora da piu' tempo, e il rischio aumenta di tre volte se il pescatore ha piu' di dieci anni di esperienza". La Convenzione 188, della quale la Santa Sede chiede a tutti gli Stati la ratifica, e' accompagnata dalla Raccomandazione 199 sul lavoro nel settore della pesca (approvata dalla Conferenza Internazionale del Lavoro del giugno 2007) e mira a fissare norme internazionali minime nel settore della pesca (eta' minima dei pescatori, obbligo visita medica e contratto di assunzione) affrontando inoltre altre importanti questioni come salute e sicurezza sul luogo di lavoro, composizione degli equipaggi e ore di riposo, elenco dell'equipaggio, rimpatrio, reclutamento e sistemazione, previdenza sociale, conformita' e attuazione.

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00mercoledì 21 novembre 2012 22:49
Dal blog di Lella...

Papa/ Dio non è assurdo ma misterioso, fede non è irrazionale

A udienza generale in Vaticano prosegue ciclo catechesi su fede

Città delVaticano, 21 nov. (TMNews)

"La tradizione cattolica ha sin dall'inizio rigettato il fideismo, che è la volontà di credere contro la ragione.
'Credo quia absurdum' (credo perché è assurdo) non è formula che interpreti la fede cattolica".
Lo ha detto il Papa all'udienza generale in aula Paolo VI in Vaticano. "Dio, infatti, non è assurdo, semmai è mistero", ha proseguito Ratzinger. "Il mistero, a sua volta, non è irrazionale, ma sovrabbondanza di senso, di significato, di verità. Se, guardando al mistero, la ragione vede buio, non è perché nel mistero non ci sia luce, ma piuttosto perché ce n'è troppa. Così come quando gli occhi dell'uomo si dirigono direttamente al sole per guardarlo, vedono solo tenebra; ma chi direbbe che il sole non è luminoso?; anzi, è la fonte della luce".
"E' falso - ha detto ancora il Papa all'udienza generale, proseguendo un ciclo di catechesi sulla fede - il pregiudizio di certi pensatori moderni, secondo i quali la ragione umana verrebbe come bloccata dai dogmi della fede. E' vero esattamente il contrario, come i grandi maestri della tradizione cattolica hanno dimostrato", ha affermato Benedetto XVI citando, in particolare, Sant'Agostino.

© Copyright TMNews


Paparatzifan
00mercoledì 21 novembre 2012 23:06
Dal blog di Lella...

PAPA: FALSI PREGIUDIZI CONTRO FEDE CATTOLICA, CHE E' RAGIONEVOLE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 21 nov.

"E' ragionevole credere, e' in gioco la nostra esistenza". Ed "e'ragionevole la Fede Cattolica", che "nutre fiducia anche nella ragione umana".
Lo afferma Papa Benedetto nella catechesi proposta all'Udienza Generale, tenuta nell'Aula Nervi per circa 10 mila fedeli, all'indomani della presentazione del libro "L'infanzia di Gesu'" che completa la trilogia ratzingeriana "Gesu' di Nazaret". Per il Pontefice, dunque, "e' falso il pregiudizio di certi pensatori moderni, secondo i quali la ragione umana verrebbe come bloccata dai dogmi della fede". "E' vero esattamente il contrario, come i grandi maestri della tradizione cattolica hanno dimostrato", spiega citando Sant'Agostino.
"La sua faticosa ricerca razionale e' una significativa pedagogia per l'incontro con la Verita' di Cristo", dice Joseph Ratzinger, ricordando che il vescovo di Ippona "prima della sua conversione, cerca con tanta inquietudine la verita', attraverso tutte le filosofie disponibili, trovandole tutte insoddisfacenti". "Intelletto e fede, dinanzi alla divina Rivelazione non sono - chiarisce Benedetto XVI - estranei o antagonisti, ma sono ambedue condizioni per comprenderne il senso, per recepirne il messaggio autentico, accostandosi alla soglia del mistero". Dunque, "e' decisivo per l'uomo aprirsi alla fede e conoscere Dio e il suo progetto di salvezza in Gesu' Cristo". "Nel Vangelo - infatti - viene inaugurato un nuovo umanesimo, un'autentica 'grammatica' dell'umano e di tutta la realta'". "Confidiamo allora - suggerisce il Papa teologo - che il nostro impegno nell' evangelizzazione aiuti a ridare nuova centralita' al Vangelo nella vita di tanti uomini e donne del nostro tempo. Preghiamo perche' tutti ritrovino in Cristo il senso dell'esistenza e il fondamento della vera liberta': senza Dio, infatti, l'uomo smarrisce se stesso". "Le testimonianze di quanti ci hanno preceduto e hanno dedicato la loro vita al Vangelo - conclude infine - lo confermano per sempre. Vale la pena di spendersi per Cristo, Lui solo appaga i desideri di verita' e di bene radicati nell'anima di ogni uomo: ora, nel tempo che passa, e nel giorno senza fine dell'Eternita' beata".

© Copyright (AGI)

PAPA: INCORAGGIARE RICERCHE A SERVIZIO VITA, FERMARE LE ALTRE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 21 nov.

"Vanno incoraggiate, le ricerche poste a servizio della vita e miranti a debellare le malattie". Lo afferma Benedetto XVI nella catechesi tenuta all'Udienza Generale di oggi. In merito, ricorda che la scienza deve "rinunciare solo a quei tentativi che opponendosi al progetto originario di Dio" possono dunque "produrre effetti che si ritorcono contro l'uomo stesso".
Per il Papa, sono "importanti anche le indagini volte a scoprire i segreti del nostro pianeta e dell'universo, nella consapevolezza che l'uomo e' al vertice della creazione non per sfruttarla insensatamente, ma per custodirla e renderla abitabile".
"Cosi' - spiega ai 10 mila fedeli che gremiscono l'Aula Nervi - la fede, vissuta realmente, non entra in conflitto con la scienza, piuttosto coopera con essa, offrendo criteri basilari perche' promuova il bene di tutti". Nella catechesi Benedetto XVI esalta dunque "il nesso fecondo tra comprendere e credere, si fonda anche il rapporto virtuoso fra scienza e fede". "La ricerca scientifica - insiste il Pontefice - porta alla conoscenza di verita' sempre nuove sull'uomo e sul cosmo, e lo vediamo". "Il vero bene dell'umanita', accessibile nella fede, apre - dunque - l'orizzonte nel quale si deve muovere il suo cammino di scoperta". "Anche per questo - conclude - e' ragionevole credere: se la scienza e' una preziosa alleata della fede per la comprensione del disegno di Dio nell'universo, la fede permette al progresso scientifico di realizzarsi sempre per il bene e per la verita' dell'uomo, restando fedele a questo stesso disegno".

© Copyright (AGI)

GAZA: PAPA, INCORAGGIO SFORZI PER OTTENERE TREGUA E NEGOZIATO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 21 nov.

Preoccupato per "l'aggravarsi della violenza fra gli israeliani e i palestinesi della striscia di Gaza", Benedetto XVI incoraggia "le iniziative e gli sforzi di quanti stanno cercando di ottenere una tregua e di promuovere il negoziato".
Lo ha detto al termine dell'Udienza Generale di oggi. "Esorto anche le autorita' di entrambe le parti - ha aggiunto il Papa - ad adottare decisioni coraggiose in favore della pace e a porre fine e un conflitto con ripercussioni negative in tutta la Regione Medio Orientale, travagliata da troppi scontri e bisognosa di pace e di riconciliazione". "Sento il dovere - ha scandito - di ribadire ancora una volta che l'odio e la violenza non sono la soluzione dei problemi" Il Pontefice ha anche assicurato la sua preghiera "per le vittime e per coloro che soffrono".

(© Copyright AGI)

PAPA: TUTTA LA CHIESA E' VICINA ALLE CLAUSTRALI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 21 nov.

"Alle sorelle chiamate dal Signore alla vita contemplativa desidero assicurare la speciale vicinanza mia e dell'intera comunità ecclesiale".
Lo ha detto il Papa all'Udienza Generale, ricordando che la Chiesa celebra oggi la Giornata delle claustrali. "Rinnovo al tempo stesso - ha aggiunto - l'invito a tutti i cristiani affinché non facciano mancare ai monasteri di clausura il necessario sostegno spirituale e materiale". "Tanto - ha concluso il Papa - dobbiamo, infatti, a queste persone che si consacrano interamente alla preghiera per la Chiesa e per il mondo!".

(© Copyright AGI)


Paparatzifan
00mercoledì 21 novembre 2012 23:08
Dal blog di Lella...

PAPA: INCORAGGIA DIALOGO ISLAMO-CRISTIANO PER LA GIUSTIZIA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 21 nov.

Benedetto XVI ha incoraggiato i partecipanti al colloquio islamo-cristiano sulla cooperazione per la giustizia che si e' tenuto in Vaticano "a proseguire sul cammino di un dialogo autentico e fecondo".
Ne da' notizia l'Osservatore Romano annunciando che "il prossimo colloquio, preceduto da un incontro preparatorio, si terra' tra due anni a Teheran".
"La fede nell'Unico Dio che ha creato tutte le cose, da' a ciascuno - sottolinea il documento conclusivo dei lavori, ugualmente pubblicato dal giornale vaticano - una comprensione olistica della giustizia. Le diverse sfere della sua applicazione sono collegate tra loro: personale, comunitaria, sociale, politica, economica, culturale e giudiziaria".
Ma, ammonisce il comunicato, "la giustizia come virtu' basata sulla dignita' umana esige il giusto esercizio della ragione e l’illuminazione di Dio". E "il riconoscimento e il rispetto della liberta' di coscienzasono requisiti di giustizia nelle societa'".
Il documento richiama poi "la responsabilita' dei leader religiosi, delle istituzioni e, di fatto, di ogni credente, di denunciare l’ingiustizia e l'oppressione in tutte le loro forme e di promuovere la giustizia in tutto il mondo". "Le due religioni - si afferma - possiedono risorse che possono ispirare le persone a lavorare per rendere la giustizia e la pace delle realta'".
Infine, e' riaffermata nel testo "l'esigenza che, per il bene della promozione della giustizia nel mondo attuale, i musulmani e i cristiani continuino ad approfondire la loro comprensione gli uni degli altri attraverso il dialogo e la cooperazione costanti". Occorre dunque, conclude il documento, "cogliere i frutti dell'incontro e comunicarli alla gente delle rispettive comunita' e societa', affinche' possano avere un effetto concreto nel mondo".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00giovedì 22 novembre 2012 13:51
Dal blog di Lella...

PAPA: GIUSTIZIA FALLISCE SE CARCERE NON RIEDUCA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 22 nov.

"Una detenzione fallita nella funzione rieducativa diventa una pena diseducativa, che, paradossalmente, accentua, invece di contrastare, l'inclinazione a delinquere e la pericolosita' sociale della persona".
Lo denuncia Benedetto XVI in un discorso rivolto ai partecipanti alla 17esima Conferenza dei Direttori
delle Amministrazioni Penitenziarie del Consiglio d'Europa, accompagnati in Vaticano dal ministro della Giustizia Paola Severino.
"E' necessario - afferma il Pontefice - che la funzione rieducativa della pena non sia considerata un aspetto accessorio e secondario del sistema penale, ma, al contrario, momento culminante e qualificante".
"Al fine di 'fare giustizia' - infatti - non basta che il colpevole di un reato venga semplicemente punito; occorre che, nel punirlo, si faccia tutto cio' che e' possibile per correggere e migliorare l'uomo".
Per Papa Ratzingerz, "quando cio' non accade la giustizia non e' realizzata in senso integrale". "Occorre impegnarsi, in concreto e non solo come affermazione di principio - ha scandito - per una effettiva rieducazione della persona, richiesta sia in funzione della dignita' sua propria, sia in vista del suo reinserimento sociale".
"L'esigenza personale del detenuto di vivere nel carcere un tempo di riabilitazione e di maturazione e' infatti - conclude il Papa teologo - esigenza della stessa societa', sia per recuperare una persona che possa validamente contribuire al bene di tutti, sia per depotenziarne la tendenza a delinquere e la pericolosita' sociale".

© Copyright (AGI)

PAPA: NELLE CARCERI DETENUTI STRANIERI E POVERI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 22 nov.

"La crescente presenza di 'detenuti stranieri', spesso in situazioni difficili e di fragilita'" e' una delle caratteristiche di "un tempo in cui le differenze economiche e sociali ed il crescente individualismo alimentano le radici della criminalita'".
Benedetto XVI lo sottolinea in un discorso rivolto ai partecipanti alla 17esima Conferenza dei Direttori delle Amministrazioni Penitenziarie del Consiglio d'Europa.
"Il contatto con coloro che hanno commesso colpe da espiare e l’impegno richiesto per ridare dignita' e speranza a chi spesso ha gia' sofferto l'emarginazione ed il disprezzo richiamano - secondo il Papa - la missione stessa di Cristo, il quale e' venuto a chiamare non i giusti, ma i peccatori destinatari privilegiati della misericordia di Dio".
Ai direttori dei dipartimenti delle carceri dei paesi europei, accompagnati in Vaticano dal ministro italiano Paola Severino, il Pontefice ha ricordato che "al parametro della giustizia, deve essere accostato come essenziale quello del rispetto della dignita' e dei diritti dell'uomo", ed ha aggiunto che anche "questo parametro, benche' indispensabile ed in molti Paesi, purtroppo, ancora lontano dall'essere conseguito, non puo' essere considerato sufficiente, proprio al fine di tutelare in modo integrale i diritti della persona".
In proposito Papa Ratzinger lamenta che se oggi "i temi della giustizia penale sono continuamente all'attenzione dell’opinione pubblica e dei governi", purtroppo "la tendenza e' quella di restringere il dibattito solo al momento legislativo della disciplina dei reati e delle sanzioni o al momento processuale", e una "minore attenzione viene invece prestata alla modalita' di esecuzione delle pene detentive", mentre una "piu' vera giustizia, anche in presenza di strutture e risorse adeguate, l'efficacia dei percorsi rieducativi dipende sempre dalla sensibilita', capacita' ed attenzione delle persone chiamate ad attuare in concreto quanto stabilito sulla carta".
Dunque, "il compito degli operatori penitenziari, a qualunque livello essi operino, non e' certo facile", ammette il Papa che vuole cosi' "rendere omaggio a tutti coloro che, nelle amministrazioni penitenziarie, si adoperano con grande serieta' e dedizione".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00giovedì 22 novembre 2012 22:39
Dal blog di Lella...

Papa/ Presidente Haiti in udienza gli regala tamburo tradizionale

Colloquio di un quarto d'ora, poi gli presenta moglie e figli

Città del Vaticano, 22 nov. (TMNews)

Il Papa ha ricevuto stamane in udienza Michel Joseph Martelly, presidente della Repubblica di Haiti. Il colloquio è durato poco meno di un quarto d'ora.
Il presidente haitiano era accompagnato, oltre che da alcuni ministri, dalla moglie e da quattro figli. Sulla curiosa capigliatura di uno di loro, Sandro, il Papa si è soffermato con uno sguardo divertito.
A conclusione del colloquio privato, il presidente ha regalato a Benedetto XVI un tamburo tradizionale ornato con paillettes colorate.
Dopo l'udienza del Papa il Presidente della Repubblica di Haiti, Michel Joseph Martelly, si è incontrato con il cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, accompagnato da mons. Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.
"Durante i cordiali colloqui - si legge in una nota - sono state passate in rassegna le buone relazioni esistenti fra la Santa Sede e lo Stato. Si è quindi ricordato il particolare contributo offerto dalla Chiesa, tramite le sue istituzioni educative, sociali e caritative, particolarmente durante il terremoto che ha colpito il popolo haitiano e nella fase di ricostruzione del Paese.
Nel corso della conversazione ci si è infine soffermati sull'importanza di continuare a collaborare per lo sviluppo armonico della società haitiana".

© Copyright TMNews


Paparatzifan
00giovedì 22 novembre 2012 22:40
Dal blog di Lella...

Carceri/ Papa: Rendo omaggio a chi assiste detenuti con serietà

Detenuti stranieri spesso in situazioni difficili e di fragilità

Città del Vaticano, 22 nov. (TMNews)

"Il compito degli operatori penitenziari, a qualunque livello essi operino, non è certo facile. Per questo oggi, tramite voi, desidero rendere omaggio a tutti coloro che, nelle amministrazioni penitenziarie, si adoperano con grande serietà e dedizione".
Così il Papa in un discorso in inglese rivolto ai partecipanti alla conferenza dei Direttori delle Amministrazioni Penitenziarie del Consiglio d'Europa ricevuti oggi in Vaticano.
"Il profondo rispetto della persona, l'operare per la riabilitazione del carcerato, il creare una vera comunità educativa - ha sottolineato il Papa - si rendono ancora più urgenti considerando anche la crescente presenza di 'detenuti stranieri', spesso in situazioni difficili e di fragilità".

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Carceri/ Papa: Dignità e diritti dell'uomo non sempre rispettati

Criminalità aumenta per differenze economiche e individualismo

Città del Vaticano, 22 nov. (TMNews)

"I temi della giustizia penale sono continuamente all'attenzione dell'opinione pubblica e dei governi, particolarmente in un tempo in cui le differenze economiche e sociali ed il crescente individualismo alimentano le radici della criminalità.
La tendenza, però, è di restringere il dibattito solo al momento legislativo della disciplina dei reati e delle sanzioni o al momento processuale, inerente i tempi e le modalità per arrivare ad una sentenza che sia il più possibile corrispondente alla verità dei fatti".
Così il Papa in un discorso in inglese rivolto ai partecipanti alla conferenza dei Direttori delle Amministrazioni Penitenziarie del Consiglio d'Europa ricevuti oggi in Vaticano.
"Minore attenzione - ha sottolineato Benedetto XVI - viene invece prestata alla modalità di esecuzione delle pene detentive, in relazione alla quale al parametro della 'giustizia', deve essere accostato come essenziale quello del rispetto della dignità e dei diritti dell'uomo.
Ma anche questo parametro, benché indispensabile ed in molti Paesi, purtroppo, ancora lontano dall'essere conseguito, non può essere considerato sufficiente, proprio al fine di tutelare in modo integrale i diritti della persona".
Per il Papa, "occorre impegnarsi, in concreto e non solo come affermazione di principio, per una effettiva rieducazione della persona, richiesta sia in funzione della dignità sua propria, sia in vista del suo reinserimento sociale".

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PAPA: RISVEGLIARE NEI DETENUTI ASPETTI PIU' NOBILI E PROFONDI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 22 nov.

Non basta punire i reati e nemmeno proporre percorsi di reinserimento sociale: occorre "destare nel detenuto gli aspetti piu' nobili e profondi, risvegliando in lui l'entusiasmo per la vita e il desiderio di bellezza propri di chi riscopre di portare impressa in se', in modo indelebile, l'immagine di Dio".
Lo afferma Benedetto XVI nel discorso rivolto ai direttori dei dipartimenti delle carceri dei Paesi aderenti al Consiglio d'Europa, ricevuti in Vaticano in occasione della loro 17esima assemblea.
Secondo il Pontefice, "ovviamente, al ruolo delle istituzioni e degli operatori penitenziari e' indispensabile che corrisponda la disponibilita' del detenuto a vivere un tempo di formazione". Ma, "una risposta positiva - spiega - non dovrebbe pero' essere semplicemente attesa ed auspicata, ma sollecitata e favorita con iniziative e proposte capaci di vincere l'ozio e spezzare la solitudine in cui spesso i detenuti restano confinati".
Molto importante in questo senso - conclude il Papa - e' la promozione di attivita' di evangelizzazione e di assistenza spirituale".

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Paparatzifan
00giovedì 22 novembre 2012 22:41
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HAITI: PAPA, CHIESA ALL'OPERA ANCHE DOPO EMERGENZA TERREMOTO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 22 nov.

Anche quando sara' superata l'emergenza determinata dal terremoto devastante del gennaio 2010, la Chiesa Cattolica intende "continuare a collaborare per lo sviluppo armonico della societa' haitiana".
Lo ha assicurato Benedetto XVI al presidente della Repubblica di Haiti, Michel Joseph Martelly, ricevuto questa mattina nel Palazzo Apostolico, e che successivamente, si e' incontrato con il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, e con l'arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i rapporti con gli Stati.
"Durante i cordiali colloqui - afferma una nota vaticana - sono state passate in rassegna le buone relazioni esistenti fra la Santa Sede e lo Stato". In proposito, conclude il comunicato, "si e' ricordato il particolare contributo offerto dalla Chiesa, tramite le sue istituzioni educative, sociali e caritative, particolarmente durante il terremoto che ha colpito il popolo haitiano e nella fase di ricostruzione del Paese".

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Paparatzifan
00venerdì 23 novembre 2012 17:49
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VATICANO: IL 30 NOVEMBRE CARDINALE DE GIORGI PREMIERA' GAENSWEIN

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 22 nov.

Sara' l'arcivescovo emerito di Palermo, cardinale Salvatore De Giorgi, nella sua qualita' di presidente onorario del comitato scientifico dell'Associazione "Tu es Petrus", a consegnare al segretario del Papa, monsignor Georg Gaenswein, il prossimo 30 novembre, il premio "testimoni di santita'", assegnatogli per la sua "assoluta fedelta' al sacerdozio e al successore dell'Apostolo Pietro", quale segno di "grande ammirazione, filiale affetto e sincera devozione".
"Fulgido esempio di elevate virtu' umane e spirituali", don Georg, si legge nella motivazione, "ha interpretato e vissuto il proprio ruolo di prezioso e insostituibile primo collaboratore del Romano Pontefice Benedetto XVI, facendosi da subito 'Cireneo' del Vicario di Cristo, lungo la 'Via Crucis' di un Papato tanto vilipeso e incompreso da un mondo sempre piu' relativista e secolarizzato, quanto luminoso ed eroico nella proclamazione del Vangelo del Signore Risorto, nella tutela e salvaguardia dei valori non negoziabili e nell'opera di purificazione interna della Chiesa".
La cerimonia di consegna del premio (consistente in una icona raffigurante San Pietro benedicente alla Cattedra realizzata dallo scultore anagnino Egidio Ambrosetti) si terra' presso il Palazzo Apostolico.

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Paparatzifan
00venerdì 23 novembre 2012 18:04
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PAPA: HARVEY ARCIPRETE BASILICA S.PAOLO, PRESTO UN NUOVO PREFETTO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 23 nov.

L'arcivescovo statunitense James Michel Harvey, che domani ricevera' la porpora cardinalizia insieme a cinque vescovi di paesi del Terzo Mondo, e' stato nominato oggi dal Papa nuovo arciprete della Basilica di San Paolo fuori le mura. La nomina era stata anticipata dallo stesso Pontefice il giorno dell'annuncio del Concistoro e quindi l'attesa era per il successore di Harvey alla guida della Casa Pontificia.
Il nome del segretario di Benedetto XVI circola con insistenza, ma non e' chiaro se assumera' l'incarico di prefetto come titolare o come aggiunto (in ticket con un prelato di provenienza diplomatica) ripetendo cosi' la situazione che aveva creato Giovanni Paolo II nel 1999, nominando insieme Harvey, allora assessore (cioe' numero 3) della Segreteria di Stato, e il proprio segretario, Stanislao Dziwisz.
Pur diventando vescovo e prefetto aggiunto della Casa Pontificia, Dziwisz non lascio' il suo ruolo di segretario del Papa polacco, al quale resto' vicinissimo fino alla fine del Pontificato (e Benedetto XVI lo premio' poi con la sede cardinalizia di Cracovia che era stata di Wojtyla).
Anche se alcune voci ipotizzano una "promozione-rimozione" per monsignor Gaenswein, quella di un doppio incarico come il predecessore Dziwisz appare la soluzione piu' probabile.
Lo scandalo Vatileaks, infatti, vede don Georg piuttosto nel ruolo della vittima, assieme al Papa e al segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone (contro il quale e' stato sparso molto veleno da curiali di lungo corso).
Anche monsignor Harvey, che aveva raccomandato Paolo Gabriele come maggiordomo del Pontefice, e per questo aveva offerto le sue dimissioni a Papa Ratzinger fin dall'arresto dell'assistente di camera, non viene certo punito perche' ottiene la porpora cardinalizia in un'eta' relativamente giovane: 62 anni. Certo e' che Benedetto XVI non sembra subire i condizionamenti degli ambienti curiali (che spesso arrivano anche a mezzo stampa) e decide secondo i propri convincimenti.
E il Papa fin dalla prima occasione pubblica seguita all'arresto di Paoletto del 23 maggio (che fu l'Udienza Generale del 30) riconfermo' la sua fiducia tanto a don Georg quanto al cardinale Bertone.

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Paparatzifan
00venerdì 23 novembre 2012 18:06
Dal blog di Lella...

PAPA: LA CHIESA E' CON I MARITTIMI CHE SUBISCONO INGIUSTIZIE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 23 nov.

"Situazioni di ingiustizia" caratterizzano ancora il lavoro dei marittimi, "specialmente quando gli equipaggi sono soggetti a restrizioni per scendere a terra, quando vengono abbandonati insieme alle imbarcazioni su cui lavorano, quando cadono sotto la minaccia della pirateria marittima o subiscono i danni della pesca illegale". Lo ha denunciato oggi Benedetto XVI parlando ai partecipanti al Congresso Mondiale dell'Apostolato del Mare.
"La vulnerabilita' dei marittimi, pescatori e naviganti, deve rendere ancora piu' attenta - ha detto - la sollecitudine della Chiesa".
Il Papa ha rivolto poi in particolare il suo "pensiero" a quanti lavorano nel vasto settore della pesca e alle loro famiglie. "A voi pescatori, che cercate condizioni di lavoro dignitose e sicure, salvaguardando il valore della famiglia, la tutela dell'ambiente e la difesa della dignita' di ogni persona, vorrei assicurare - ha aggiunto - la vicinanza della Chiesa".
"Piu' di altri - ha osservato il Pontefice tedesco - i pescatori devono fronteggiare le difficolta' del presente e vivono l'incertezza del futuro, segnato dagli effetti negativi dei cambiamenti climatici e dall'eccessivo sfruttamento delle risorse". Benedetto XVI si e' poi rivolto ai cappellani delle navi e e dei porti sottolineando che attraverso di loro la Chiesa manifesta la sua attenzione "a tutti coloro che incontrate nei porti o sulle navi, o assistete a bordo nei lunghi mesi d'imbarco".
Secondo il Papa, in questo ambito anche "l'apostolato dei laici e' gia' particolarmente attivo, annoverando molti diaconi permanenti e volontari nei Centri 'Stella maris'". In proposito ha lodato "i marittimi stessi" che testimoniano "una crescente attenzione per sostenere gli altri membri dell'equipaggio, incoraggiandoli anche a ritrovare e intensificare il rapporto con Dio durante le lunghe traversate oceaniche, e assistendoli con spirito di carita' nelle situazioni di pericolo".

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PAPA: SERVE PIU' ATTENZIONE AI CRISTIANI ORIENTALI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 23 nov.

Benedetto XVI e' tornato a chiedere oggi piu' attenzione per i cristiani di rito orientali che vivono lontani dalle loro comunita' di origine.
Lo ha fatto nel discorso al Congresso Mondiale dell'Apostolato del Mare, sottolineando che c'e' "un numero crescente di marittimi appartenenti alle Chiese Orientali".
Il Papa ha sollecitato oggi anche "l'assistenza a quelli non cristiani o non credenti" e "la ricerca di una collaborazione ecumenica e interreligiosa sempre piu' solida".
"Sin dagli albori del Cristianesimo, il mondo marittimo - ha ricordato inoltre citando i viaggi di San Paolo - e' stato veicolo efficace di evangelizzazione" in quanto "gli Apostoli e i discepoli di Gesu' ebbero la possibilita' di andare in tutto il mondo e predicare il Vangelo ad ogni creatura anche grazie alla navigazione marittima". "In tal modo - ha osservato - essi iniziarono il cammino per diffondere la Parola di Dio 'sino agli estremi confini della terra". Ed anche oggi "la Chiesa solca i mari per portare il Vangelo a tutte le nazioni".

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Paparatzifan
00venerdì 23 novembre 2012 18:09
Dal blog di Lella...

PAPA: GUARDA FOTO DEL VIAGGIO IN LIBANO CON IL PRESIDENTE SLEIMAN

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 23 nov.

Un grande album con le foto del viaggio pastorale dello scorso settembre in Libano e' stato donato oggi dal presidente libanese Michel Sleiman, ricevuto da Benedetto XVI alla vigilia del Concistoro con il quale sara' fatto cardinale anche il patriarca maronita Bechera Rai.
"E' stato un gesto di gratitudine - viene spiegato dai collaboratori del presidente - per ringraziare il Papa per la sua visita a settembre e per aver scelto il patriarca tra i principi della Chiesa".
Joseph Ratzinger ha mostrato di gradire il regalo e si e' soffermato con il capo di stato a sfogliare le foto rievocando i momenti piu' belli di quello straordinario evento.

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Paparatzifan
00venerdì 23 novembre 2012 18:10
Dal blog di Lella...

Coni: medagliati Londra dal Papa
Benedetto XVI ricevera' gli atleti il 17 dicembre


(ANSA) - ROMA, 23 NOV - I medagliati di Londra in udienza privata dal Papa. Benedetto XVI riceverà gli atleti saliti sul podio ai Giochi olimpici e paralimpici lunedì 17 dicembre, alle ore 12, nella Sala Clementina del Vaticano. La delegazione azzurra, guidata dal Presidente del Coni, Gianni Petrucci, dal Segretario Generale e Capomissione a Londra, Raffaele Pagnozzi, dai Vicepresidenti Riccardo Agabio e Luca Pancalli, sarà composta anche dai Presidenti delle Federazioni e dalla Giunta Nazionale. (Ansa)


Paparatzifan
00venerdì 23 novembre 2012 18:16
Da "Vatican Insider"...

23/11/2012

Colombia, la nuova porpora fa marcia indietro sull’aborto

Rubén Salazar Gómez si era detto favorevole alla depenalizzazione dell’interruzione di gravidanza nei casi previsti dalla legge colombiana. Poi, dopo l’intervento di Roma, si corregge

ANDRÉS BELTRAMO ÁLVAREZ
CITTÀ DEL VATICANO

«Sì alla depenalizzazione dell’aborto nei tre casi previsti dalla legislazione colombiana» Poche parole che, in poche ore, sarebbero diventate un enorme peso sulla spalle del neo cardinale Rubén Salazar Gómez. L’arcivescovo di Bogotá e presidente della Conferenza Episcopale della Colombia (CEC) le ha pronunciate durante una lunga intervista con un giornale del proprio paese il 13 novembre scorso. Parole che hanno provocato una polemica tale –anche a Roma– che il religioso ha dovuto ritornare sui propri passi in pubblico per «ordini superiori».


«L’aborto è un crimine abominevole e la sua depenalizzazione non può essere accettata in nessun caso, così come non è da considerare come un diritto». Con questa frase, secca e senza ambiguità, Salazar ha risposto alla Segreteria di Stato della Santa Sede che aveva sollecitato un chiarimento. Una versione avallata anche dal giornale colombiano “El Tiempo”, che aveva pubblicato la lunga intervista.


L’intervista era arrivata in un momento alquanto inopportuno. Non solo perché in Colombia è in corso il dibattito, a livello parlamentare, su una possibile «depenalizzazione molto più ampia» dell’interruzione volontaria delle gravidanza, ma anche perché, pochi giorni prima di essere creato cardinale dal Papa e rappresentando la massima autorità dei vescovi del suo paese, le frasi dell’arcivescovo di Bogotà sono state riprese come se rappresentassero la posizione ufficiale della Chiesa.


Grazie alla sentenza C-355 della Corte Costituzionale colombiana (10 maggio 2006), l’aborto è permesso in tre casi: «Quando lo sviluppo della gravidanza costituisce un pericolo per la vita o per la salute della donna», «quando c’è qualche malformazione nel feto che renda impossibile una vita futuro» e «quando la gravidanza sia il risultato di un rapporto non consensuale o di inseminazione artificiale o di trasferimento di ovuli fecondati non consensuale, o ancora nel caso dell’incesto».


Il neo cardinale parlava di queste tre situazioni. Ma le sue parole hanno provocato sconcerto a diversi livelli nel proprio paese, in diverse associazioni pro-vita dell’America Latina e in non pochi uffici della Curia Romana. In questo contesto, una dichiarazione come quella di Salazar Gómez risulta poco accorta. Ed è per lo stesso motivo che è partito da Roma un chiaro messaggio, a poche ore del Concistoro nel quale Benedetto XVI consegnerà l’anello cardinalizio (sabato 24 novembre presso la Basilica di San Pietro).


Non è la prima volta che l’arcivescovo si trova nei guai per le proprie parole. Lo scorso aprile si è pronunciato a favore della depenalizzazione della droga in un’altra intervista radiofonica, sorprendendo sia i colombiani che gli stranieri. «C’è una gran differenza tra depenalizzare e legalizzare. Credo che noi, come Chiesa, non ci opponiamo alla depenalizzazione, ma non saremmo disposti ad accettare la legalizzazione», aveva affermato. Allora Roma aveva lasciato correre. Questa volta, no.



MA A CHE GIOCO STIAMO GIOCANDO? [SM=g7564] [SM=g7564] [SM=g7564] [SM=g7564] [SM=g7564] [SM=g7564] [SM=g7564]
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Paparatzifan
00venerdì 23 novembre 2012 18:22
Da "Vatican Insider"...

Da Vatileaks al Concistoro: lo strano caso del neo-cardinale Harvey

L’arcivescovo statunitense è stato nominato oggi dal Papa nuovo arciprete della Basilica di San Paolo fuori le mura. Domani riceverà la porpora. Una discussa promozione per il principale sponsor del maggiordomo infedele

GIACOMO GALEAZZI
CITTA’DEL VATICANO

Il suo nome era il primo nella lista dei neocardinali annunciata un mese fa da Benedetto XVI. Domani sarà lui a prendere la parola in piazza San Pietro nel concistoro post-Vatileaks, poi monsignor James Harvey dalla prefettura della Casa pontificia si trasferirà alla Basilica di San Paolo fuori le mura, dove potrà restare in servizio ben oltre la soglia dei 75 anni come già accaduto al cardinale Andrea Corderlo Lanza di Montezemolo.

Dopo lo scandalo planetario del furto di documenti nell’appartamento pontificio, due laici sono stati condannati dal tribunale d’Oltretevere (l’ex aiutante di camera, Paolo Gabriele e il capotecnico informatico della Segreteria di Stato, Claudio Sciarpelletti), mentre con gli ecclesiastici i metodi utilizzati nei sacri palazzi sono stati diversi: lo dimostrano il «pensionamento» del vescovo Paolo De Nicolò da reggente della Casa Apostolica e, appunto, la «promozione» del prefetto e neo-cardinale James Harvey, che andrà alla Basilica di San Paolo, entrambi tra gli sponsor di Gabriele come maggiordomo papale.

L’arcivescovo statunitense James Michel Harvey, che domani riceverà la porpora cardinalizia insieme a cinque vescovi di paesi del Terzo Mondo, è stato nominato oggi dal Papa nuovo arciprete della Basilica di San Paolo fuori le mura. La nomina era stata anticipata dallo stesso Pontefice il giorno dell’annuncio del Concistoro e quindi l’attesa era per il successore di Harvey alla guida della Casa Pontificia. Il nome del segretario di Benedetto XVI circola con insistenza, ma non è chiaro se assumerà l’incarico di prefetto come titolare o come aggiunto (in ticket con un prelato di provenienza diplomatica) ripetendo così la situazione che aveva creato Giovanni Paolo II nel 1999, nominando insieme Harvey, allora assessore (cioè numero 3) della Segreteria di Stato, e il proprio segretario, Stanislao Dziwisz. Pur diventando vescovo e prefetto aggiunto della Casa Pontificia, Dziwisz non lasciò il suo ruolo di segretario del Papa polacco, al quale restò vicinissimo fino alla fine del Pontificato (e Benedetto XVI lo premiò poi con la sede cardinalizia di Cracovia che era stata di Wojtyla). Anche se alcune voci ipotizzano una «promozione-rimozione» per monsignor Gaenswein, quella di un doppio incarico come il predecessore Dziwisz appare la soluzione più probabile. Lo scandalo Vatileaks, infatti, vede don Georg piuttosto nel ruolo della vittima, assieme al Papa e al segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone (contro il quale è stato sparso molto veleno da curiali di lungo corso).

Anche monsignor Harvey, che aveva raccomandato Paolo Gabriele come maggiordomo del Pontefice, e per questo aveva offerto le sue dimissioni a Papa Ratzinger fin dall’arresto dell’assistente di camera, non viene certo punito perché ottiene la porpora cardinalizia in un’età relativamente giovane: 62 anni. Certo è che Benedetto XVI non sembra subire i condizionamenti degli ambienti curiali (che spesso arrivano anche a mezzo stampa) e decide secondo i propri convincimenti. E il Papa fin dalla prima occasione pubblica seguita all’arresto di Paoletto del 23 maggio (che fu l’Udienza Generale del 30) riconfermò la sua fiducia tanto a don Georg quanto al cardinale Bertone.

La macchina del concistoro è in piena funzione. Secondo quanto riferisce l’ufficio delle celebrazioni liturgiche, domani dalle 16.30 alle 18.30 si svolgeranno le tradizionali "visite di calore" di parenti, amici e semplici curiosi ai nuovi porporati. Nella sala Regia del palazzo apostolico riceveranno le visite i cardinali James Michael Harvey, Bechara Boutros Rai, Baselios Cleemis Thottunkal, mentre nella sala Ducale i cardinali John Olorunfemi Onaiyekan, Ruben Salazar Gomez e Luis Antonio G. Tagle. Harvey lascia dunque l’incarico sinora ricoperto di prefetto della Casa pontificia, casella che rimane vuota in attesa della nomina di un successore. Oltre all’ipotesi don Georg i "rumors" vaticani accreditano la possibilità che il Papa possa destinare al ruolo di tutore delle udienze papali l’attuale "assessore" della segreteria di Stato Brian Wells.

La nomina non dovrebbe comunque giungere prima della fine dell’anno. Harvey lascia la casa pontificia dopo che nei mesi scorsi è andato in pensione il suo vice, il ’reggente’ della Casa pontificia Paolo De Nicolò, sostituito dal sacerdote rogazionista Leonardo Sapienza. Entrambi hanno lasciato i rispettivi incarichi dopo lo scoppio del caso Vatileaks che ha portato all’arresto di Paolo Gabriele, dipendente della Casa pontificia in quanto maggiordomo di Benedetto XVI.


Paparatzifan
00sabato 24 novembre 2012 19:49
Dal blog di Lella...

Vaticano/ Papa: Chiesa è di tutti i popoli senza distinzioni

Pontefice: Missione Cristo supera ogni particolarismo

Città del Vaticano, 24 nov. (TMNews)

La Chiesa "è il fermento che si sparge nel mondo, entra nelle diverse vicende e nei molteplici contesti culturali e sociali, ma rimane un'unica Chiesa", la "Chiesa è di tutti i popoli, e pertanto si esprime nelle varie culture dei diversi Continenti".
E' il messaggio che ha lanciato stamani Papa Benedetto XVI nella sua allocuzione durante il Concistoro per la creazione di sei nuovi Cardinali.
"La Chiesa è cattolica - ha spiegato il Papa - perché Cristo abbraccia nella sua missione di salvezza tutta l'umanità. Mentre la missione di Gesù nella sua vita terrena era limitata al popolo giudaico, 'alle pecore perdute della casa d'Israele' era tuttavia orientata dall'inizio a portare a tutti i popoli la luce del Vangelo e a far entrare tutte le nazioni nel Regno di Dio". L'universalità, ha ribadito il Pontefice, è "il vero carattere del suo messianismo, come missione destinata a tutto l'uomo e ad ogni uomo, superando ogni particolarismo etnico, nazionale e religioso".
Il messaggio di Gesù, "il lasciarsi attrarre dentro la sua umanità e dunque nella comunione con Dio", "vince frammentazione e dispersione" aggiunge il Pontefice.
"La Chiesa, fin dai suoi inizi, è orientata kat'holon, abbraccia tutto l'universo - spiega -. La missione universale della Chiesa, pertanto, non sale dal basso, ma scende dall'alto, dallo Spirito Santo, e fin dal suo primo istante è orientata ad esprimersi in ogni cultura per formare così l'unico Popolo di Dio. Non è tanto una comunità locale che si allarga e si espande lentamente, ma è come un lievito che è orientato all'universale, al tutto, e che porta in se stesso l'universalità".

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Paparatzifan
00sabato 24 novembre 2012 19:50
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PAPA: ASSEGNA TITOLI A 5 DEI 6 NUOVI CARDINALI, RAI E' PATRIARCA

(AGI) - CdV, 24 nov.

Benedetto XVI ha assegnato oggi i titoli di chiese di Roma a cinque dei sei nuovi cardinali, sottolineando cosi' che diventano membri del clero romano il cui vescovo e' il Papa al quale sono chiamati ad offrire una speciale collaborazione ed eventualmente ad eleggerlo in un Conclave. Al cardinale James Michael Harvey, la diaconia di San Pio V a Villa Carpegna, all'indiano Baselios Cleemis Thottunkal il titolo di San Gregorio VII, al nigeriano John Olorunfemi Onaiyekan quello di San Saturnino, al colombiano Ruben Salazar Gomez il ttolo di San Gerardo Maiella e infine al filippino Luis Antonio G. Tagle, quello di San Felice da Cantalice a Centocelle. Il sesto cardinale Bechera Rai non puo' invece essere annoverato nel presbiterio di Roma in quanto patriarca, cioe' capo, di una Chiesa Orientale, quella Maronita del Libano.
Secondo molti teologi orientalisti, la creazione cardinalizia di un patriarca non e' coerente con la dignita' stessa dei capi delle chiesa non latine in comunione con Roma in quanto non ha senso che il titolo di cardinale, ovvero di di membro del clero romano e dunque elettore del Papa che e' vescovo di Roma, sia attribuito a un patriarca che di per se' ha gia' una dignita' maggiore dei membri del Collegio Cardinalizio, pari quasi a quella del Pontefice. Il problema e' stato affrontato da Papa Paolo VI, con il motu proprio "Ad purpuratorum patrum", pubblicato l'11 febbraio 1965, nel quale riconobbe che i patriarchi di rito orientale assunti nel Sacro collegio dei cardinali non appartengono al clero di Roma e, pertanto, non puo' essere assegnato loro alcun titolo o diaconia. In sostanza dunque essi votano per l'elezione del Papa in quanto rappresentanti di chiese non latine ma ugualmente cattoliche, ma a rigor di logica, se si ammette questo assunto, essi per entrare in Conclave non avrebbero bisogno di essere creati cardinali ma basterebbe semplicemente l'elezione dei loro sinodi e la concessione della comunione da parte del Papa.
In ogni caso, Paolo VI decise che patriarchi cardinali appartengono all'ordine di vescovi cardinali e, nella gerarchia, si situano immediatamente dopo di loro. Mantengono la loro sede patriarcale e non viene assegnata loro alcuna sede suburbicaria. Il cardinale Ignace Gabriel I Tappouni, patriarca di Antiochia dei Siri, che era stato creato cardinale presbitero da papa Pio XI nel concistoro del 16 dicembre 1935 rinuncio' al titolo dei Santi XII Apostoli e si inseri' nell'elenco dei patriarchi cardinali. Il cardinale Gre'goire-Pierre Agagianian, titolare di San Bartolomeo all'Isola, si dimise da patriarca di Cilicia degli Armeni il 25 agosto 1962 e il 22 ottobre 1970 divenne titolare della Sede suburbicaria di Albano. Tutti gli altri cardinali patriarchi che sono entrati nel Collegio cardinalizio dal 1965 in poi non sono stati assegnatari di alcun titolo romano. "Rivolgendo il nostro animo al Collegio dei padri porporati, riteniamo opportuno - scrisse Paolo VI nel suo motu proprio - stabilire alcune norme, dopodiche' venga dato un posto piu' onorato in seno al medesimo amplissimo Consiglio del Sommo Pontefice ai Patriarchi Orientali assunti nel supremo Senato della Chiesa". Le norme fissate da Papa Montini e ancora oggi valide prevedono dunque che i patriarchi orientali chiamati a far parte del Collegio dei cardinali, siano annoverati nell'ordine Episcopale del medesimo Collegio ma che essi, mantenendo la loro sede Patriarcale, non siano insigniti del titolo di alcuna diocesi suburbicaria e nemmeno faranno parte del clero dell'Urbe. "La legge - preciso' il motu proprio - riguarda anche quei cardinali che attualmente hanno l'ufficio Patriarcale in Oriente. Percio' questi, lasciato il titolo nell'Urbe, dall'ordine Presbiterale vengono trasferiti di diritto all'ordine Episcopale, e in esso occupano il posto specificato nelle norme che seguono". Nel Collegio dei cardinali il decano e il subdecano (attualmente il cardinali Angelo Sodano e Roger Etchegaray) occupano nell'ordine i primi posti; li seguono immediatamente gli altri cardinali vescovi, che presiedono le diocesi suburbicarie o che da esse assumono il titolo in quanto "sono sempre state unite in modo speciale alla Citta' di Roma, sede del nostro episcopato, e in un certo modo costituirono con essa un tutt'uno". "Nell'ordine Episcopale del medesimo sacro Collegio occupano poi un posto singolare - conclude il documento - come si conviene alla loro dignita', i cardinali patriarchi d'Oriente, tenuto conto del tempo e dell'ordinanza secondo i quali ciascuno e' stato annoverato nel numero dei Padri Porporati".

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Paparatzifan
00sabato 24 novembre 2012 21:01
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PAPA: POLIFONIA DEL COLLEGIO CARDINALIZIO ESPRIME UNICO MESSAGGIO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 24 nov.

"Attraverso questo Concistoro, in modo particolare, desidero porre in risalto che la Chiesa e' Chiesa di tutti i popoli, e pertanto si esprime nelle varie culture dei diversi Continenti".
Lo ha sottolineato Benedetto XVI nell'omelia tenuta questa mattina in San Pietro in occasione del Concistoro.
"E' la Chiesa di Pentecoste che nella polifonia delle voci innalza un unico canto armonioso al Dio vivente", ha scandito ricordando che "agli inizi del cammino della Chiesa, gli Apostoli e i discepoli partono senza alcuna sicurezza umana, ma con l'unica forza dello Spirito Santo, del Vangelo e della fede".
Il Papa ha evocato nella sua riflessione i primi passi della Chiesa, ricordando "il fermento che si sparge nel mondo, entra nelle diverse vicende e nei molteplici contesti culturali e sociali, ma rimane un'unica Chiesa". "Intorno agli Apostoli - ha osservato - fioriscono le comunita' cristiane, ma esse sono "la" Chiesa, che, a Gerusalemme, ad Antiochia o a Roma, e' sempre la stessa, una e universale. E quando gli Apostoli parlano di Chiesa, non parlano di una propria comunita', parlano della Chiesa di Cristo, e insistono su questa identita' unica, universale e totale della Catholica, che si realizza in ogni Chiesa locale". "La Chiesa - ha insistito - e' una, santa, cattolica e apostolica, riflette in se stessa la sorgente della sua vita e del suo cammino: l'unita' e la comunione della Trinita'". "Nel solco e nella prospettiva dell'unita' e universalita' della Chiesa si colloca - ha spiegato il Pontefice - anche il Collegio Cardinalizio: esso presenta una varieta' di volti, in quanto esprime il volto della Chiesa universale".

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PAPA: ABBRACCIA 6 NUOVI CARDINALI, HARVEY E TAGLE PIU' EMOZIONATI


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 24 nov.

Il primo a inginocchiarsi ai piedi di Benedetto XVI e' stato l'americano James Harvey, gia' prefetto della casa Pontificia e dunque molto abituato alle cerimonie papali, ma oggi emozionatissimo, come ha rivelato la difficolta' con la quale si e' calzato sul capo la berretta rossa, mentre la papalina rischiava di scivolare giu'. Emozionato fino alle lacrime l'arcivescovo di Manila Luis Antonio Tagle, che forse per questo il Pontefice ha trettenuto un po' piu' a lungo nell'abbraccio riservato a tutti i sei nuovi cardinali, che rappresentano, come ha detto Ratzinger nella sua allocuzione, "varie diocesi del mondo", e "sono da oggi aggregati, a titolo tutto speciale, alla Chiesa di Roma e rafforzano cosi' i legami spirituali che uniscono la Chiesa intera, vivificata da Cristo e stretta attorno al Successore di Pietro".
"Nello stesso tempo, il rito odierno - ha osservato il Pontefice - esprime il supremo valore della fedelta'. Infatti, nel giuramento stanno scritte parole cariche di profondo significato spirituale ed ecclesiale: 'Prometto e giuro di rimanere, da ora e per sempre finche' avro' vita, fedele a Cristo e al suo Vangelo, costantemente obbediente alla Santa Apostolica Chiesa Romana'. Cosi' nel consegnare la berretta rossa il Papa ha voluto ricordare ai sei nuovi porporati che essa indica "che dovete essere pronti a comportarvi con fortezza, fino all'effusione del sangue, per l'incremento della fede cristiana, per la pace e la tranquillita' del popolo di Dio". Mentre la consegna dell'anello e' stata accompagnata dal monito: "Sappi che con l'amore del Principe degli Apostoli si rafforza il tuo amore verso la Chiesa".
"Ecco - ha quindi concluso Benedetto XVI - indicata, in questi gesti e nelle espressioni che li accompagnano, la fisionomia che voi oggi assumete nella Chiesa. D'ora in poi voi sarete ancora piu' strettamente e intimamente uniti alla Sede di Pietro: i titoli o le diaconie delle chiese dell'Urbe vi ricorderanno il legame che vi stringe, come membri a titolo specialissimo, a questa Chiesa di Roma, che presiede alla carita' universale. Specialmente mediante la vostra collaborazione con i Dicasteri della Curia Romana, sarete miei preziosi cooperatori, anzitutto nel ministero apostolico per l'intera cattolicita', quale Pastore dell'intero gregge di Cristo e primo garante della dottrina, della disciplina e della morale. Cari amici, lodiamo il Signore, che con larghezza di doni non cessa di arricchire la sua Chiesa sparsa nel mondo e la rinvigorisce nella perenne giovinezza che le ha dato".

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Paparatzifan
00sabato 24 novembre 2012 21:09
Dal blog di Lella...

PAPA: LA MISSIONE DELLA CHIESA ABBRACCIA TUTTA L'UMANITA'

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 24 nov. ù

"La Chiesa e' Cattolica perche' Cristo abbraccia nella sua missione di salvezza tutta l'umanita'". Lo ha riaffermato Benedetto XVI nell'omelia tenuta questa mattina in San Pietro in occasione del "Concistoro Ordinario Pubblico per la creazione di 6 nuovi Cardinali".
Il Papa ha voluto soffermarsi in particolare sul significato del termine "cattolica", che indica "un tratto essenziale della Chiesa e della sua missione", sottolineando che, come recita il Catechismo della Chiesa Cattolica, "e' Cristo che, per mezzo dello Spirito Santo, concede alla sua Chiesa di essere una, santa, cattolica e apostolica, ed e' ancora lui che la chiama a realizzare ciascuna di queste caratteristiche".
Quello di Cristo, ha spiegato il Pontefice, e' "un Regno del tutto nuovo, un regno sorretto non da poteri umani, ma dal vero potere che proviene da Dio. Ed e' proprio nella sequela di Gesu', nel lasciarsi attrarre dentro la sua umanita' e dunque nella comunione con Dio che si entra in questo nuovo regno, che la Chiesa annuncia e anticipa, e che vince frammentazione e dispersione".
E se, "al momento dell'Ascensione, i discepoli sono ancora chiusi nella loro visione, pensano alla restaurazione di un nuovo regno davidico", Gesu' risponde "aprendo i loro orizzonti e donando loro una promessa e un compito: promette che saranno ricolmi della potenza dello Spirito Santo e conferisce loro l'incarico di testimoniarlo in tutto il mondo oltrepassando i confini culturali e religiosi entro cui erano abituati a pensare e a vivere, per aprirsi al Regno universale di Dio. "Gesu' - ha quindi proclamato Benedetto XVI - invia la sua Chiesa non ad un gruppo, ma alla totalita' del genere umano per radunarlo, nella fede, in un unico popolo al fine di salvarlo, come esprime bene il Concilio Vaticano II".
Come recita la Lumen Gentium, infatti, "tutti gli uomini sono chiamati a far parte del nuovo Popolo di Dio. Percio' questo Popolo, restando uno e unico, deve estendersi a tutto il mondo e a tutti i secoli, affinche' si compia il disegno della volonta' di Dio". "L'universalita' della Chiesa - ha poi concluso il Papa teologo - attinge all'universalita' dell'unico disegno divino di salvezza del mondo".

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Paparatzifan
00sabato 24 novembre 2012 21:33
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Irlanda/ Dopo scandalo pedofili Papa nomina nuovo vescovo Cloyne

Nel 2010 si dimise per insabbiamento l'ex segretario dei Papi

Città del Vaticano, 24 nov. (TMNews)

Il Papa ha nominato oggi mons. William Crean vescovo della diocesi di Cloyne, uno degli 'epicentri' dello scandalo dei preti pedofili che ha investito di recente l'Irlanda.
La diocesi era retta da un amministratore apostolico da quando il vescovo John Magee si era prima ritirato e poi, nel 2010, dimesso per le accuse di insabbiamento delle accuse di abusi sessuali compiuti da alcuni suoi preti. Magee era stato in precedenza segretario personale di tre Papi: Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II.
La nomina odierna è la prima dopo una visitazione apostolica della Santa Sede in Irlanda in seguito allo scoppio dello scandalo pedofilia, nonché la prima decisa dal Papa dopo la nomina del nuovo nunzio apostolico nell'isola, mons. Charles Brown, e dopo che l'Irlanda ha chiuso la sua ambasciata presso la santa Sede. A causa dello scandalo diversi vescovi si sono dimessi negli anni scorsi. Rimangono senza vescovo le diocesi di Limerick e quella di Kildare e Leighlin, mentre il vescovo di Derry si è dimesso formalmente per motivi di salute e quello di Kerry per motivi di età. Hanno superato l'età della pensione, ma non sono stati ancora sostituiti, infine, i vescovi di Ardagh e Clonmacnois e quello di Elphin.

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Paparatzifan
00domenica 25 novembre 2012 21:48
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Vaticano/ Folla filippini,indiani e libanesi a palazzo apostolico

Tradizionali 'visite di calore' a nuovi cardinali dopo Concistoro

Città del Vaticano, 24 nov. (TMNews)

Alla fine c'è stato anche l'incontro più atteso, almeno stando ai 'boatos' vaticani: quello tra il neo-cardinale James Harvey, ormai ex prefetto della Casa pontificia (il superiore amministrativo, tra l'altro, del maggiordomo Paolo Gabriele protagonista del caso Vatileaks), e il segretario personale del Papa, mons. Georg Gaenswein, che alcune voci indicano come il successore del presule statunitense. Il cambio di guardia, in realtà, non è scontato, la casella del responsabile delle udienze pontifice resta scoperta, né è verosimile che il Papa si privi della collaborazione di 'don Georg'. Nelle due sale del palazzo apostolico nelle quali i sei cardinali creati oggi dal Papa in un concistoro, tuttavia, l'incontro tra i due uomini ha suscitato l'interesse dei curiosi nonché qualche fotografia con apparecchi fotografici e cellulari.
Alle tradizionali 'visite di calore' pomeridiane che seguono ogni concistoro - due ore durante le quali famigliari, amici, fedeli, cittadini romani, turisti e semplici curiosi possono entrare nella 'casa del Papa' per salutare i nuovi porporati - la vera protagonista, però, è stata proprio la folla. Il flusso di persone salito alla prima loggia è stato copioso nonostante, a differenza dei concistori passati, il Papa abbia imposto la berretta cardinalizia stamane a soli sei presuli. Tra di essi nessun italiano e nessun europeo. Una scelta voluta dal Papa per allargare al cosiddetto Terzo Mondo il collegio cardinalizio che ha prodotto l'afflusso di migliaia di fedeli di etnie e nazionalità disparate nei saloni affrescati del palazzo apostolico, nel cortile di San Damaso solitamente silenzioso e lungo gli affollati corridoi del colonnato berniniano.
Nella sala Regia una festante folla di indiani ha fatto la fila per una benedizione e una foto con il neo-cardinale Baselios Cleemis Thottunkal. Per James Harvey - l'unico curiale dei neo-porporati - in fila c'erano vescovi, conoscenti e molti seminaristi statunitensi. A pochi metri una calca di persone attendeva il turno per salutare il patriarca libanese Bechera Boutros Rai. Per lui, circondato da guardie svizzere e sacerdoti dal portamento di bodyguard, sono giunti a Roma dal paese dei cedri, il presidente Sleiman, ministri, deputati, businessman, esponenti di tutte le maggiori forze politiche del paese, compreso un esponente di Hezbollah.
Ancora folla nell'adiacente sala Ducale. Una interminabile fila di filippini ha salutato il neo-cardinale Luis Antonio Tagle, l'unico seduto dei porporati forse a causa delle innumerevoli strette di mano. A salutare il colombiano Ruben Salazar Gomez molti fedeli, sacerdoti, suore ma anche donne eleganti e uomini in completo scuro provenienti dal suo paese. Più variopinta la folla di persone che hanno salutato l'arcivescovo nigeriano Abuja John Olorunfemi Onaiyekan, che, con fare gioviale non ha negato a nessuno un saluto, una risata ed ha anche 'battuto cinque' con un bambino del suo paese. Tra la folla che per dure ore ha riempito i due saloni, sono passati a salutare il segretario personale del Papa, don Georg, il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, il decano del collegio cardinalizio Angelo Sodano ed altri cardinali come Vegliò, De Giorgi e Law. Domani, prima dell'Angelus il Papa celebra messa a San Pietro con i sei nuovi cardinali.

© Copyright TMNews


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Paparatzifan
00domenica 25 novembre 2012 22:38
Dal blog di Lella...

PAPA: AI CARDINALI, NON LASCIARSI AFFASCINARE DA LOGICHE POTERE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 25 nov.

"Essere discepoli di Gesu' significa non lasciarsi affascinare dalla logica mondana del potere, ma portare nel mondo la luce della verita' e dell'amore di Dio". Benedetto XVI lo ha ricordato questa mattina nella Basilica Vaticana, celebrando la messa con i nuovi cardinali, creati ieri nel suo quinto Concistoro: James Michael Harvey, nuovo arciprete della Basilica di San Paolo; Bechara Boutros Rai, patriarca di Antiochia dei Maroniti in Libano; Baselios Cleemis Thottunkal, arcivescovo Maggiore di Trivandrum dei Siro-Malankaresi in India; John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja in Nigeria; Ruben Salazar Gomez, Arcivescovo di Bogota' in Colombia; Luis Antonio Tagle, Arcivescovo di Manila nelle Filippine.
Ai nuovi cardinali ieri il Papa aveva detto che la Chiesa "e' Cattolica in quanto Cristo abbraccia nella sua missione di salvezza l'intera umanita', al di la' di ogni particolarismo etnico, nazionale e religioso".
"A voi, cari e venerati fratelli Cardinali, penso in particolare a quelli creati ieri - ha scandito Papa Ratzinger nell'importante omelia di questa mattina - viene affidata questa impegnativa responsabilita': dare testimonianza al regno di Dio, alla verita'".
"Cio' significa - ha spiegato - far emergere sempre la priorita' di Dio e della sua volonta' di fronte agli interessi del mondo e alle sue potenze".
"Fatevi imitatori di Gesu', il quale - ha ricordato il Pontefice teologo - davanti a Pilato, nella situazione umiliante descritta dal Vangelo, ha manifestato la sua gloria: quella di amare sino all'estremo, donando la propria vita per le persone amate".
All'inizio del rito, e' stato il neocardinale James Harvey, fino a venerdi' scorso prefetto della Casa Pontificia, il quale ha reso omaggio all'impegno di Benedetto XVI nel guidare la Chiesa: la sua, ha detto, e' "una lezione
vivente attestante che la teologia piu' profonda non e' quella articolata a tavolino, ma quella elaborata stando in ginocchio".
"Nell'accettare il cardinalato - ha poi aggiunto a nome di tutti e sei i nuovi porporati - ci impegniamo con piena volonta' ad essere operatori perseveranti e responsabili della Nuova Evangelizzazione".
Alla celebrazione assistono i cardinali e vescovi della Curia Romana e le delegazioni dei paesi di origine dei neo cardinali. Per il Libano il presidente Michel Sleiman con la consorte; per le Filippine il vicepresidente Jejomar Binay, per l'India il presidente del Parlamento, P.J. Kurien, per la Nigeria il senatore David Mark con il seguito.

© Copyright (AGI)

PAPA: GESU' NON VOLLE ESSERE DIFESO CON LE ARMI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 25 nov.

Deve essere bandita dai cristiani la tentazione di sguainare le spade, nella quale cadde anche San Pietro al momento dell'arresto di Gesu'.
"Egli - ha ammonito il Papa nell'omelia della messa concelebrata in San Pietro con i 6 nuovi cardinali 'creati' ieri - non vuole essere difeso con le armi, ma vuole compiere la volonta' del Padre fino in fondo e stabilire il suo regno non con le armi e la violenza, ma con l'apparente debolezza dell'amore che dona la vita".
"Il regno di Dio - ha ricordato il Pontefice - e' un regno completamente diverso da quelli terreni.
Ed e' per questo - ha spiegato nell'omelia - che davanti ad un uomo indifeso, fragile, umiliato, come e' Gesu', un uomo di potere come Pilato rimane sorpreso; sorpreso perche' sente parlare di un regno, di servitori. E
pone una domanda che gli sara' sembrata paradossale: 'Dunque tu sei re?'".
"Che tipo di Regno?", si e' chiesto Joseph Ratzinger che proprio in questi giorni ha pubblicato il libro 'L'infanzia di Gesu'' che completa la trilogia su "Gesu' di Nazaret" e prende le mosse proprio dalla domanda di Pilato su chi fosse Gesu'.
"E' chiaro - ha rilevato - che si tratta di un Regno fondato sulla relazione con Dio, con la verita', e non di un regno politico. Con il suo sacrificio, Gesu' ci ha aperto la strada per un rapporto profondo con Dio: in Lui siamo diventati veri figli adottivi, siamo resi cosi' partecipi della sua regalita' sul mondo".
In proposito il Pontefice ha allargato la sua riflessione alla "seconda venuta di Gesu' per giudicare gli uomini e stabilire per sempre il regno divino".
L'Apocalisse, ha detto, "ci ricorda che la conversione, come risposta alla grazia divina, e' la condizione per l'instaurazione di questo Regno.
E' un forte invito - ha concluso - rivolto a tutti e a ciascuno: convertirsi sempre di nuovo al regno di Dio, alla signoria di Dio, della Verita', nella nostra vita.
Lo invochiamo quotidianamente nella preghiera del 'Padre nostro' con le parole 'Venga il tuo Regno', che e' dire a Gesu': Signore facci essere tuoi, vivi in noi, raccogli l'umanita' dispersa e sofferente, perchein Te tutto sia sottomesso al Padre della misericordia e dell'amore".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00domenica 25 novembre 2012 22:46
Da "Stanze vaticane"...

E il cardinale “papabile” scoppiò in lacrime

25/11/12

Con la creazione di sei nuovi cardinali non europei, il Papa cerca di archiviare definitivamente il Vatileaks e aprire una nuova stagione per la Chiesa (è la prima volta nella storia che non ci sono porporati provenienti dal vecchio continente). L’immagine simbolo che rimarrà di questo concistoro è sicuramente quella del neo cardinale filippino Luis Antonio Tagle che, inginocchiato davanti a Benedetto XVI per ricevere la porpora, scoppia in lacrime.

Arcivescovo di Manila, giovanissimo (ha “solo” 55 anni) Tagle non ha retto all’emozione e dinanzi al Papa si è lasciato andare ad un pianto liberatorio. Ratzinger, come un padre che vuol incoraggiare il proprio figlio, lo ha accarezzato con affetto.


Il Card. Tagle in lacrime davanti al Papa
Un’immagine inedita a cui non eravamo abituati, anche perché con la porpora cardinalizia, il cardinale filippino, figura molto autorevole della chiesa asiatica, entra a pieno titolo tra i papabili per un futuro conclave (i cardinali elettori con questo concistoro salgono a quota 120, 28 gli italiani). Tagle è uno dei “volti nuovi” della Chiesa, chiamato con affetto “Chito” dai fedeli filippini, è un uomo molto stimato da Benedetto XVI: il Pontefice nel recente Sinodo per la nuova evangelizzazione lo ha nominato vice presidente della commissione episcopale incaricata di redigere il messaggio finale dei lavori, oltre ad averlo già avuto al suo fianco nella Commissione Teologica Internazionale.

“Non sono ben preparato per ricevere questo onore dal Santo Padre! E’ un segno di fiducia e per me è un’esperienza spirituale”, aveva commentato Tagle ai microfoni di Radio Vaticana, “ Quando il Segretario di Stato mi ha chiamato per comunicarmi la decisione del Papa – ha aggiunto - volevo rispondere con le parole della preghiera prima della Comunione: ‘non sono degno di partecipare alla tua mensa’. Però ho sentito anche che qualcuno, più grande di me, è venuto a chiamarmi. E questa chiamata non è per me come individuo ma è per la Chiesa di Manila e la Chiesa delle Filippine”.


Paparatzifan
00lunedì 26 novembre 2012 21:34
Dal blog di Lella...

PAPA: NUOVI CARDINALI TESTIMONIANO UNIVERSALITA' CHIESA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 25 nov.

"I nuovi membri del Collegio Cardinalizio ben rappresentano la dimensione universale della Chiesa: sono pastori di Chiese nel Libano, in India, in Nigeria, in Colombia, nelle Filippine, e uno di essi e' da lungo tempo al servizio della Santa Sede".
Lo ha affermato Benedetto XVI che - prima dell'Angelus - ha invitato oggi i circa 30 mila fedeli presenti in piazza San Pietro "a pregare per i sei nuovi Cardinali creati ieri, affinche' lo Spirito Santo li rafforzi nella fede e nella carita' e li ricolmi dei suoi doni, cosi' che vivano la loro nuova responsabilita' come un'ulteriore dedizione a Cristo e al suo Regno".
"Invochiamo - ha aggiunto il Papa che alle 9,30 aveva celebrato la messa in Basilica con i sei neo cardinali - la protezione di Maria Santissima su ciascuno di essi e sui fedeli affidati al loro servizio".
"Preghiamo per i nuovi cardinali, chiediamo che la Chiesa cresca come regno di verita', di giustizia, di amore e di pace", ha poi ripetuto il Papa tedesco rivolgendosi nella loro lingua ai pellegrini polacchi presenti oggi in piazza San Pietro. "Che Cristo regni nei nostri cuori e ci benedica tutti", ha invocato infine Benedetto XVI.

© Copyright (AGI)

PAPA: SIAMO CHIAMATI A PROLUNGARE L'OPERA SALVIFICA DI DIO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 25 nov.

"Cari amici, tutti noi siamo chiamati a prolungare l'opera salvifica di Dio convertendoci al Vangelo, ponendoci con decisione al seguito di quel Re che non e' venuto per essere servito ma
per servire e per dare testimonianza alla verita'".
Lo ha detto il Papa ai circa 30 mila fedeli presenti in piazza San Pietro per l'Angelus.
Oggi e' la festa di Cristo Re che conclude il tempo ordinario (domenica prossima inizia l'Avvento). "Il Regno - ha ricordato in proposito Benedetto XVI citando il Concilio Vaticano II e in particolare la costituzione apostolica "Lumen gentium" sulla Chiesa - si manifesta nella stessa persona di Cristo, che lo ha instaurato mediante la sua morte in Croce e la sua Risurrezione, con cui si e' manifestato quale Signore e Messia Sacerdote in eterno".
"Questo Regno di Cristo - ha spiegato - e' stato affidato alla Chiesa, che ne e' 'germe' ed 'inizio'".
Secondo Papa Benedetto e il Concilio questo messaggio, "la Chiesa ha il compito di annunciarlo e diffonderlo tra tutte le genti, con la forza dello Spirito Santo".
"Al termine del tempo stabilito, il Signore consegnera' a Dio Padre il Regno e gli presentera' tutti coloro che hanno vissuto secondo il comandamento dell'amore", ha ricordato il Papa teologo sottolineando che il Regno di Dio e' iniziato ma si realizzera' poi compiutamente con la Parusia, cioe' la seconda venuta di Gesu'.
In questa prospettiva ha citato San Cirillo di Gerusalemme, per l quale "la prima fu una manifestazione di
patimento, la seconda porta il diadema della regalita' divina"; nella prima infatti Gesu' "fu sottoposto all'umiliazione della croce, nella seconda e' attorniato e glorificato da una schiera di angeli".
"La Vergine - ha invocato infine - ci aiuti tutti a vivere il tempo presente in attesa del ritorno del Signore, chiedendo con forza a Dio: 'Venga il tuo Regno', e compiendo quelle opere di luce che ci avvicinano sempre più al Cielo, consapevoli che, nelle tormentate vicende della storia, Dio continua a costruire il suo Regno di amore".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00lunedì 26 novembre 2012 22:13
Da "Vatican Insider"...

26/11/2012

Don Georg, segretario non rimosso

Il rapporto con Benedetto XVI rimane saldo, Gänswein non lascerà l’appartamento papale

ANDREA TORNIELLI

CITTÀ DEL VATICANO

Don Georg Gänswein, 56 anni, da nove segretario particolare di Joseph Ratzinger, prima del Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e dal 2005 del Pontefice, non verrà rimosso dal suo incarico né lascerà l’appartamento papale. Il suo rapporto con Benedetto XVI è saldo, anche dopo il caso vatileaks e dunque non sono fondate le indiscrezioni che lo indicano come destinatario di una imminente promozione che lo costringa ad abbandonare la frequentazione quotidiana e la coabitazione con il Papa.

In questo contesto, nelle ultime settimane, dopo la promozione cardinalizia del Prefetto della Casa Pontificia, l’americano James Harvey, sono cominciate a circolare indiscrezioni sulla possibilità che Gänswein potesse prendere il suo posto, venendo così allontanato dall’appartamento e perdendo il ruolo delicato e influente di segretario particolare del Papa. Per questo l’eventuale designazione è stata presentata come il classico «promoveatur ut amoveatur», legato al caso vatileaks e segno evidente che qualcosa nei rapporti tra Benedetto XVI e don Georg si sarebbe incrinato. In realtà il rapporto tra Ratzinger e Gänswein rimane solido e dunque non ci saranno rimozioni o allontanamenti, come già è stato fatto da più parti notare, sia in Italia come in Germania.

Il mancato annuncio della nomina del successore di Harvey, che non potrà tardare e dovrebbe avvenire nel giro di qualche giorno, lascia comunque ancora aperta la possibilità di una promozione di Gänswein, che il Papa potrebbe voler rafforzare nel suo ruolo di interfaccia nei rapporti tra l’appartamento, la Curia e il mondo esterno, blindandolo per il futuro. Non è dunque ancora definitivamente escluso che don Georg possa essere promosso Prefetto o Prefetto aggiunto, come accadde nel 1998 per don Stanislao Dziwisz, chiamato ad affiancare proprio Harvey. Quello che è certo è che, anche in caso di promozione, don Georg non abbandonerebbe il suo ruolo accanto al Papa come primo segretario.

La nomina episcopale di Dziwisz, Prefetto aggiunto della Casa Pontificia, aveva attirato diverse critiche su Giovanni Paolo II, che durante l'ultimo anno del suo pontificato era attorniato e «servito» da ben tre vescovi: il segretario particolare che gli stava sempre a fianco e gli passava i fogli dei discorsi; il cerimoniere Piero Marini; l’organizzatore dei viaggi Renato Boccardo, che compariva al suo fianco durante le trasferte. Si fece notare che l’episcopato, specie dopo ciò che al riguardo ha detto il Concilio, mal si accompagnava a questi ruoli di servizio. E così tutti hanno sempre pensato che Ratzinger non avrebbe ripetuto il precedente del segretario-vescovo. Ma vatileaks e le tensioni interne potrebbero aver influito anche in questo.

Se don Georg non sarà il nuovo Prefetto, chi prenderà il posto di Harvey? I due nomi che circolano con maggiore frequenza sono quello dell’arcivescovo Petar Rajic, nato in Canada da una famiglia di origini croate, nunzio negli Emirati Arabi e nello Yemen, che ha già lavorato nell’anticamera pontificia, e quello dell’attuare assessore della Segreteria di Stato, l’americano Peter Brian Wells. Ma non si escludono altre sorprese.


Paparatzifan
00lunedì 26 novembre 2012 22:15
Dal blog di Lella...

PAPA: RICORDA MADRECITA, LA SALESIANA DEGLI INDIOS BEATIFICATA IERI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 25 nov.

"Infermiera durante la prima Guerra Mondiale, parti' poi per l'Ecuador, dove si spese interamente al servizio delle popolazioni della selva, nell'evangelizzazione e nella promozione umana".
Alla fine dell'Angelus, Benedetto XVI ha ricordato con queste parole "Madrecita" la missionaria italiana Maria Troncatti, suora delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che perse la vita in seguito a un incidente aereo nel 1969 ed e' stata proclamata beata ieri a Macas, in Ecuador, dove aveva speso 45 anni per l'evangelizzazione e la promozione umana degli indios.
"Rendiamo grazie a Dio per questa sua generosa testimone!", ha detto il Pontefice.
Maria Troncatti, nata a Corteno Golgi, in provincia di Brescia, nel 1883, fin da piccola desiderava farsi suora ma stento' a convincere il padre e dovette attendere la maggiore eta', 21 anni, per chiedere l'ammissione all'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Durante la prima Guerra mondiale segui' a Varazze, in Liguria, corsi di assistenza sanitaria e lavoro' come infermiera crocerossina nell'ospedale militare. In seguito a un violento tornado Maria promise alla Madonna che se le avesse salvato la vita sarebbe partita per le missioni. E chiese poi alla Madre Generale di andare tra i lebbrosi.
Sette anni dopo madre Caterina Daghero la invio' invece in Ecuador dove inizialmente, nel 1925, fu infermiera e farmacista. Poi con il vescovo missionario Comin e una piccola spedizione, Suor Maria e altre due consorelle si addentro' nella foresta amazzonica.
Riusci' a stabilirsi in una tribu' Shuar dopo essersi gudagnata la fiducia operando con un temperino la figlia di un capo ferita da una pallottola. Si sposto' poi in un villaggio di coloni circondato dalle abitazioni collettive degli Shuar, in una casetta su una collina e per 44 anni fu per tutti "Madrecita", catechista instancabile ed anche infermiera, chirurgo, ortopedico, dentista e anestesista per la popolazione Shuar, nella quale grazie alla sua opera si formarono centinaia di nuove famiglie cristiane, formate per la prima volta su libera scelta personale dei giovani sposi.
Svolse la sua attivita' soprattutto nel campo della formazione e della sanita', all'ospedale Pio XII di Sucua e in numerosi dispensari.
Il 25 agosto 1969 suor Maria e' in aereo per recarsi a Sucua agli esercizi spirituali, l'aereo cadde poco dopo il decollo. La radio della Federazione Shuar diede il triste annuncio: "La nostra Madre e' morta".

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PAPA: SABATO PREGHERO' CON GLI UNIVERSITARI IN SAN PIETRO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 25 nov.

Benedetto XVI incontrera' sabato prossimo, primo dicembre, gli universitari di Roma e preghera' con loro sulla Tomba di San Pietro, in occasione dell'Anno della fede.
Lo ha annunciato lo stesso Pontefice che ha dato notizia del "pellegrinaggio universitario" promosso dal Vicariato di Roma. "Per loro - ha detto - presiedero' la celebrazione dei Primi Vespri della Prima Domenica di Avvento".

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Paparatzifan
00lunedì 26 novembre 2012 22:18
Dal blog di Lella...

PAPA: CARDINALI HANNO DOVERE DI SOSTENERE SUCCESSORE DI PIETRO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 ott.

"Cari e venerati Fratelli che siete entrati a far parte del Collegio cardinalizio, il vostro ministero si arricchisce di un nuovo impegno nel sostenere il Successore di Pietro, nel suo universale servizio alla Chiesa".
Lo ha ricordato Benedetto XVI ai sei nuovi cardinali "creati" sabato scorso, che ha ricevuto oggi in udienza con i familiari e le delegazioni ufficiali dei paesi di provenienza: Stati Uniti, Colombia, India, Libano, Nigeria e Filippine. "Proseguite fiduciosi e forti - ha chiesto loro - nella vostra missione spirituale e apostolica, mantenendo fisso lo sguardo su Cristo e rafforzando il vostro amore per la Chiesa".
"Questo amore lo possiamo imparare anche dai Santi, che sono la realizzazione piu' compiuta della Chiesa: essi l'hanno amata e, lasciandosi plasmare da Cristo, hanno speso totalmente la loro vita perche' tutti gli uomini siano illuminati dalla luce di Cristo che splende sul volto della Chiesa", ha sottolineato il Papa sempre rivolto ai neo porporati, a ciascuno dei quali ha poi rinnovato il suo "augurio piu' cordiale" assicurando a tutti e sei di confidare "nel sostegno della vostra preghiera e nel vostro prezioso aiuto".
Nel suo discorso, il Pontefice ha ricordato ai nuovi porporati che "il Collegio dei Cardinali, la cui origine e' legata al clero antico della Chiesa di Roma, ha il compito di eleggere il Successore di Pietro e di consigliarlo nelle materie di maggiore importanza". "Sia negli uffici della Curia Romana che nel loro ministero nelle Chiese locali di tutto il mondo, i cardinali - dunque - sono chiamati a partecipare in modo speciale nella sollecitudine del Papa per la Chiesa universale". Il Papa teologo ha anche sottolineato che "la vividezza del colore dei loro abiti e' sempre stato visto come un segno del loro impegno di difendere il gregge di Cristo sino allo spargimento del sangue" ed ha auspicato che anche "i nuovi Cardinali si faranno carico del mandato", dicendosi "fiducioso" di poter contare sulle preghiere" dei cardinali e sul loro aiuto per favorire "in tutto il mondo la santita', la comunione e la pace". "Con animo grato al Signore - ha poi concluso - vogliamo, in questa circostanza cosi' solenne e importante prolungare i sentimenti e le emozioni, che abbiamo vissuto ieri e l'altro ieri, in occasione della creazione di 6 nuovi cardinali: momenti di intensa preghiera e di profonda comunione, vissuti nella consapevolezza di un evento che riguarda la Chiesa universale, chiamata a essere segno di speranza per tutti i popoli".

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PAPA: PACE MEDIO ORIENTE POSSIBILE NEL RISPETTO DI TUTTI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 nov.

Benedetto XVI ha voluto "rilanciare di nuovo un appello urgente per la pace" in Medio Oriente.
Lo ha fatto in occasione dell'incontro con i sei nuovi cardinali "creati" sabato, tra i quali c'e' il patriarca dei maroniti del Libano, Bechera Rai.
"La Chiesa - ha scandito - incoraggia tutti gli sforzi per la pace nel mondo e la pace in Medio Oriente sara' efficace solo se si basa su un autentico rispetto per l'altro".

© Copyright (AGI)


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