Notizie dal B16F

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Paparatzifan
00domenica 28 ottobre 2012 15:27
Dal blog di Lella...

SINODO: PAPA, CANCELLIAMO L'OBLIO DELLA VERITA'

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 28 ott.

"Cancelliamo l'oblio della verita', l'ignoranza, e rimuovendo le tenebre che ci impediscono la vista come nebbia per gli occhi, contempliamo il vero Dio".
E' stata questa l'esortazione con la quale Benedetto XVI ha concluso la sua omelia alla messa conclusiva del Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione.
Un compito, ha insistito, che "riguarda tutta la vita della Chiesa".
La Nuova Evangelizzazione, ha affermato il Pontefice , "si riferisce, in primo luogo, alla pastorale ordinaria che deve essere maggiormente animata dal fuoco dello Spirito, per incendiare i cuori dei fedeli che regolarmente frequentano la Comunita' e che si radunano nel giorno del Signore per nutrirsi della sua Parola e del Pane di vita eterna".
Nei lavori, ha ricordato Papa Ratzinger, "e' stata riaffermata l'esigenza di accompagnare con un'appropriata catechesi la preparazione al Battesimo, alla Cresima e all'Eucaristia". "E' stata pure ribadita - ha elencato - l'importanza della Penitenza, sacramento della misericordia di Dio".
Secondo il Papa teologo, "attraverso questo itinerario sacramentale passa la chiamata del Signore alla santita', rivolta a tutti i cristiani". Infatti, "e' stato piu' volte ripetuto che i veri protagonisti della nuova evangelizzazione sono i santi: essi parlano un linguaggio a tutti comprensibile con l'esempio della vita e con le opere della carita'".
E mentre resta il dovere per la Chiesa di annunciare il Messaggio di salvezza "agli uomini che tuttora non conoscono Gesu' Cristo", in varie parti del mondo, si e' intrapreso "un cammino di creativita' pastorale, per avvicinare le persone allontanate o in ricerca del senso della vita, della felicita' e, in definitiva, di Dio".
Il Papa ha citato in proposito "alcune importanti missioni cittadine, il Cortile dei gentili, e la missione continentale". "Non c'e' dubbio - ha concluso - che il Signore, Buon Pastore, benedira' abbondantemente tali sforzi".

© Copyright (AGI)


SINODO: PAPA, DOVEROSO ANNUNCIARE CRISTO AGLI IMMIGRATI


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 28 ott.

La globalizzazione, che "ha causato un notevole spostamento di popolazioni", obbliga le comunita' cristiane a un rinnovato impegno missionario.
Infatti oggi, ha detto il Papa nell'omelia conclusiva del Sinodo, "il primo annuncio si impone anche nei Paesi di antica evangelizzazione", e cio' mentre ancora "esistono tanti ambienti in Africa, in Asia e in Oceania i cui abitanti aspettano con viva attesa, talvolta senza esserne pienamente coscienti, il primo annuncio del Vangelo".
"Tutti gli uomini - ha scandito il Papa - hanno il diritto di conoscere Gesu' Cristo e il suo Vangelo; e a cio' corrisponde il dovere dei cristiani, di tutti i cristiani, sacerdoti, religiosi e laici, di annunciare la Buona Notizia".
"Pertanto - ha concluso - occorre pregare lo Spirito Santo affinché susciti nella Chiesa un rinnovato dinamismo missionario i cui protagonisti siano, in modo speciale, gli operatori pastorali e i fedeli laici".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00domenica 28 ottobre 2012 15:37
Dal blog di Lella...

PAPA: APPELLO PER AIUTI A CUBA, HAITI GIAMAICA E BAHAMAS

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 28 ott.

Benedetto XVI ha lanciato oggi un appello "alla preghiera e alla solidarieta', per alleviare il dolore dei familiari delle vittime e offrire aiuto alle migliaia di danneggiati", vittime del "devastante uragano, che si e' abbattuto con particolare violenza su Cuba, Haiti, la Giamaica e le Bahamas".
Lo ha fatto dopo l'Angelus, rivolgendosi ai circa 50 mila fedeli presenti oggi in piazza San Pietro, ai quali ha ricordato che il cataclisma "ha causato vari morti e ingenti danni, costringendo numerose
persone a lasciare le proprie case".
"Desidero assicurare - ha concluso - la mia vicinanza e il mio ricordo a coloro che sono stati colpiti da questo disastro naturale".

© Copyright (AGI)

PAPA: UN PENSIERO PER POPOLAZIONI BASILICATA E CALABRIA


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 28 ott.

"Un ricordo nella preghiera per le popolazioni della Basilicata e della Calabria che hanno subito un terremoto nei giorni scorsi" e' stato assicurato oggi dal Papa a conclusione della preghiera dell'Angelus, che ha guidato dalla finestra del suo studio per oltre 50 fedeli che erano in piazza San Pietro (e occupavano oggi anche la confinante piazza Pio XII).
Benedetto XVI ha indirizzato infine "un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in modo particolare ai
gruppi parrocchiali, alle famiglie, ai giovani". "A tutti - ha poi concluso - auguro una buona domenica e anche una buona festa di Tutti i Santi".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00lunedì 29 ottobre 2012 14:43
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IMMIGRATI: PAPA, REGOLARE FLUSSI MA NON BLINDARE FRONTIERE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 29 ott.

Benedetto XVI dice no alle frontiere blindate che contrastano con "il diritto diritto della persona ad emigrare" ribadito dal Concilio Vaticano II ed "iscritto tra i diritti umani fondamentali". Ma, se ognuno deve potersi "stabilire dove crede piu' opportuno per una migliore realizzazione delle sue capacita' e aspirazioni e dei suoi progetti", anche "ogni Stato ha il diritto di regolare i flussi migratori e di attuare politiche dettate dalle esigenze generali del bene comune, ma sempre assicurando il rispetto della dignita' di ogni persona umana".
Nel Messaggio per la Giornata delle Migrazioni, reso noto oggi, in proposito il Papa ricorda come sia "scottante" il problema dell'immigrazione clandestina, "nei casi in cui essa si configura come traffico e sfruttamento di persone, con maggior rischio per donne e bambini".
"Tali misfatti - afferma il Pontefice nel testo che sara' diffuso in tutte le diocesi del mondo il prossimo 13 gennaio - vanno decisamente condannati e puniti, mentre una gestione regolata dei flussi migratori, che non si riduca alla chiusura ermetica delle frontiere, all'inasprimento delle sanzioni contro gli irregolari e all'adozione di misure che dovrebbero scoraggiare nuovi ingressi, potrebbe almeno limitare per molti migranti i pericoli di cadere vittime di questi traffici".
Sono dunque "quanto mai opportuni interventi organici e multilaterali per lo sviluppo dei Paesi di partenza, contromisure efficaci per debellare il traffico di persone, programmi organici dei flussi di ingresso legale, maggiore disponibilita' a considerare i singoli casi che richiedono interventi di protezione umanitaria oltre che di asilo politico".
"Alle adeguate normative - spiega pero' il Pontefice - deve essere associata una paziente e costante opera di formazione della mentalita' e delle coscienze".
E "in tutto cio', conclude, e' importante rafforzare e sviluppare i rapporti di intesa e di cooperazione tra realta' ecclesiali e istituzionali che sono a servizio dello sviluppo integrale della persona umana".

© Copyright (AGI)

IMMIGRATI: PAPA, VERO DIRITTO E' A NON EMIGRARE (AGI) - CdV, 29 ott.


Salvatore Izzo


Nel contesto socio-politico attuale prima ancora che il diritto a emigrare (pure iscritto tra quelli fondamentali e ribadito dal Concilio Vaticano II), "va riaffermato il diritto a non emigrare, cioe' a essere in condizione di rimanere nella propria terra".
Lo scrive il Papa nel Messaggio per la Giornata Mondiale delle Migrazioni, ripetendo le parole molto chiare sul "diritto primario dell'uomo di vivere nella propria patria". Un diritto, ribadisce oggi Benedetto XVI che "diventa effettivo solo se si tengono costantemente sotto controllo i fattori che spingono all'emigrazione".
"Oggi - spiega in proposito il Pontefice - molte migrazioni sono conseguenza di precarieta' economica, di mancanza dei beni essenziali, di calamita' naturali, di guerre e disordini sociali".
Invece di "un pellegrinaggio animato dalla fiducia, dalla fede e dalla speranza, migrare diventa allora un 'Calvario' per la sopravvivenza, dove uomini e donne appaiono piu' vittime che autori e responsabili della loro vicenda migratoria".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00lunedì 29 ottobre 2012 16:35
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PAPA: APPOGGIA INGRESSO CROAZIA IN UE, VERSO SOLUZIONE CONTENZIOSO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 29 set.

Benedetto XVI ha confermato oggi "l'appoggio della Santa Sede alle legittime aspirazioni della Croazia alla piena integrazione europea".
Lo ha fatto in una nota diramata dalla Sala Stampa della Santa Sede al termine del colloquio con il premier croato Zoran Milanovic, che in Vaticano ha incontrato anche il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, che era accompagnato dall'arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati.
"I cordiali colloqui - si legge nel testo - hanno permesso un fruttuoso scambio di opinioni sulle sfide che il Paese deve affrontare nell'attuale crisi economica, come pure sui temi di comune interesse nel quadro dei rapporti bilaterali. E ci si e' soffermati sulla congiuntura regionale, con uno speciale riferimento alla situazione dei Croati nella Bosnia ed Erzegovina".
Il comunicato rende noto anche che il premier ha parlato con il Papa e Bertone anche sul caso di Dajla, la proprieta' lasciata in eredita' alla abbazia benedettina di Praglia, nazionalizzata e poi restituita alla diocesi di Pola dal Governo e che la Santa Sede ha chiesto di far tornare ai monaci italiani che ne sono i legittimi proprietari. La vicenda ha registrato il rifiuto del vescovo locale (poi dimissionato) ad obbedire al Papa e un pesante intervento dello Stato croato, che ha rinazionalizzato terreni e edifici contesi. In merito, si legge nella nota di oggi, "le due Parti hanno concordato di risolvere la questione il piu' presto possibile,
nello spirito della tradizionale amicizia fra la Santa Sede e la Repubblica di Croazia" che proprio oggi fesetggiano i 20 anni di relazioni diplomatiche (nel '92, con il riconoscimento concesso a Zagabria in anticipo rispetto alla comunita' internazionale, Giovanni Paolo II tento' di fermare la guerra nei Balcani.

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Paparatzifan
00mercoledì 31 ottobre 2012 22:49
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PAPA: GRAZIE ALLA FEDE POSSONO DIVENTARE SANTI ANCHE I PECCATORI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 31 ott.

"Nel Nuovo Testamento il termine 'santi' designa i cristiani nel loro insieme, e certamente non tutti avevano le qualita' per essere dichiarati santi dalla Chiesa".
Per Benedetto XVI questo si spiega con il fatto che "coloro che avevano e vivevano la fede in Cristo risorto erano chiamati a diventare un punto di riferimento per tutti gli altri, mettendoli cosi' in contatto con la Persona e con il Messaggio di Gesu', che rivela il volto del Dio vivente".
E, ha aggiunto all'Udienza Generale di oggi, vigilia della Festa di Ognissanti, "questo vale anche per noi".
"Un cristiano che si lascia guidare e plasmare dalla fede della Chiesa, nonostante le sue debolezze, i suoi limiti e le sue difficolta', diventa - ha assicurato il Papa - come una finestra aperta alla luce del Dio vivente, che riceve questa luce e la trasmette al mondo". In proposito, il Pontefice tedesco ha citato il suo predecessore polacco: il Beato Giovanni Paolo II che nell'Enciclica Redemptoris missio sottolineo' che "la missione rinnova la Chiesa, rinvigorisce la fede e l'identita' cristiana, da' nuovo entusiasmo e nuove motivazioni".
"La fede - ha concluso - si rafforza donandola!".

© Copyright (AGI)

PAPA: CREDERE E' ATTO ECCLESIALE, C'E' UN'UNICA FEDE CRISTIANA


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 31 ott.

"Alla domenica, nella santa messa, recitando il 'Credo', noi ci esprimiamo in prima persona, ma confessiamo comunitariamente l'unica fede della Chiesa. Quel 'credo' pronunciato singolarmente si unisce a quello di un immenso coro nel tempo e nello spazio, in cui ciascuno contribuisce, per cosi' dire, ad una concorde polifonia della fede".
Lo ha ricordato Benedetto XVI nell'Udienza Generale di oggi, tenuta in piazza San Pietro per 20 mila fedeli.
"La nostra fede - ha spiegato - e' veramente personale, solo se e' comunitaria". E' autenticamente 'mia', ha scandito, "solo se vive e si muove nel 'noi' della Chiesa, solo se e' la nostra fede, la comune fede della Chiesa unica".
Come cristiani, ha aggiunto il Papa, "siamo immersi nella comunione con gli altri fratelli e sorelle di fede, con l'intero Corpo di Cristo, tirati fuori dal nostro isolamento". Per questo, "nella liturgia del Battesimo, notiamo che, a conclusione delle promesse in cui esprimiamo la rinuncia al male e ripetiamo 'credo' alle verita' centrali della fede, il celebrante dichiara: 'Questa e' la nostra fede, questa e' la fede della Chiesa e noi ci gloriamo di professarla in Cristo Gesu' nostro Signore'".
"La fede - dunque - e' virtu' teologale, donata da Dio, ma trasmessa dalla Chiesa lungo la storia. Lo stesso san Paolo, scrivendo ai Corinzi, afferma di aver comunicato loro il Vangelo che a sua volta aveva ricevuto e il Catechismo della Chiesa Cattolica riassume in modo chiaro: 'Credere e' un atto ecclesiale. La fede della Chiesa precede, genera, sostiene e nutre la nostra fede. La Chiesa e' la Madre di tutti i credenti". In questa visione, la Chiesa e' "la comunita' che porta questo annuncio nel tempo e nello spazio, comunita' che e' il Popolo di Dio fondato sulla nuova alleanza grazie al sangue di Cristo e i cui membri non appartengono ad un particolare gruppo sociale o etnico, ma sono uomini e donne provenienti da ogni nazione e cultura. E' un popolo 'cattolico' - ha concluso Joseph Ratzinger - che parla lingue nuove, universalmente aperto ad accogliere tutti, oltre ogni confine, abbattendo tutte le barriere".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00mercoledì 31 ottobre 2012 23:15
Dal blog di Lella...

PAPA: LA FEDE SI POGGIA SIA SULLA PAROLA CHE SULLA TRADIZIONE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 31 ott.

"Se la Sacra Scrittura contiene la Parola di Dio, la Tradizione della Chiesa la conserva e la trasmette fedelmente, perche' gli uomini di ogni epoca possano accedere alle sue immense risorse e arricchirsi dei suoi tesori di grazia".
Benedetto XVI lo ha ricordato nella catechesi all'Udienza Generale di oggi, citando in proposito il Concilio Vaticano II, per il quale la Chiesa "nella sua dottrina, nella sua vita e nel suo culto trasmette a tutte le generazioni tutto cio' che essa e', tutto cio' che essa crede".
"La Chiesa - ha ricordato il Pontefice - fin dagli inizi e' il luogo della fede, il luogo della trasmissione della fede, il luogo in cui, per il Battesimo, si e' immersi nel Mistero Pasquale della Morte e Risurrezione di Cristo, che ci libera dalla prigionia del peccato, ci dona la liberta' di figli e ci introduce nella comunione col Dio Trinita', nella sua Vita che e' Amore".
Secondo il Papa teologo, dunque, "vi e' un'ininterrotta catena di vita della Chiesa, di annuncio della Parola di Dio, di celebrazione dei Sacramenti, che giunge fino a noi e che chiamiamo Tradizione.
Essa ci da' la garanzia che cio' in cui crediamo e' il messaggio originario di Cristo, predicato dagli Apostoli".
In proposito, il Pontefice ha citato ancora il Concilio Vaticano II, rilevando che "la predicazione apostolica, espressa in modo speciale nei libri ispirati, doveva essere consegnata con successione continua fino alla fine dei tempi".
Proprio oggi, al termine dell'Udienza Generale tenuta in piazza San Pietro, il Papa ha salutato e si e' lasciato fotografare con un gruppo di cardinali e vescovi del "Vox Clara Committee" l'organismo presieduto dall'arcivescovo di Sydney George Pell che per conto della Congregazione del Culto ha curato la traduzione del messale in inglese.

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PAPA: OGGI IL TEMPO POTEVA ESSERE ANCHE PEGGIORE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 31 ott. - Al termine dell'Udienza Generale, tenuta sotto una pioggia intermittente, Benedetto XVI ha ringraziato "per la pazienza" i 20 mila fedeli presenti in piazza San Pietro, ed ha detto "il tempo e' brutto ma poteva essere anche peggiore". (AGI)

PAPA: GLI SPOSI DIANO IL GIUSTO SPAZIO ALLA PREGHIERA


Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 31 ott. - "Cari sposi, sappiate dare il giusto spazio alla preghiera, perche' la vostra vita coniugale sia un cammino di santita'". Lo ha detto il Papa al termine dell'Udienza Generale, rivolgendosi alle coppie di coniugi che hanno contratto recentemente le nozze. (AGI)


Paparatzifan
00giovedì 1 novembre 2012 17:28
Dal blog di Lella...

PAPA: PER SEGUIRE VANGELO NON SI RINUNCIA A PROPRIA PERSONALITA'

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 1 nov.

"L'essere uniti a Cristo, nella Chiesa, non annulla la personalita', ma la apre, la trasforma con la forza dell'amore, e le conferisce, gia' qui sulla terra, una dimensione eterna".
Papa Ratzinger ha voluto sottolinearlo nella riflessione proposta all'Angelus, e dopo la preghiera dell'Angelus, salutando i pellegrini di lingua polacca ha aggiunto che "commemorando oggi tutti i santi noti e ignoti, ci ricordiamo in modo particolare che tutti siamo chiamati alla santita', cioe' alla vita eterna nella gloria del Signore".
Per il Pontefice teologo, diventare santi "in sostanza, significa diventare conformi all'immagine del Figlio di Dio, realizzando il progetto di Dio che ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza". Proprio questo "inserimento in Cristo" ci apre, ha ricordato, "anche alla comunione con tutti gli altri membri del suo Corpo mistico che e' la Chiesa, una comunione che e' perfetta nel 'Cielo', dove non c'e' alcun isolamento, alcuna concorrenza o separazione". "Nella realizzazione di questa vocazione - ha assicurato - l'esempio dei santi ci sollecita e la loro fraterna preghiera ci aiuta". Dunque, ha suggerito Bendetto XVI ai 30 mila fedeli presenti oggi in piazza San Pietro, "lasciamoci guidare da loro nel quotidiano cammino di crescita nella santita'".

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PAPA: FOLLA IN PIAZZA SAN PIETRO PER ANGELUS E CORSA DEI SANTI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 1 nov.

Nonostante il tempo non sia bello, una grande folla e' in attesa di entrare in piazza San Pietro per partecipare alla preghiera dell'Angelus, che Benedetto XVI guidera' dalla finestra del suo studio privato, alla terza Loggia del Palazzo Apostolico. Tra i fedeli molto numerosi sono i partecipanti alla ormai tradizionale "Corsa dei Santi", un evento promosso dalla Fondazione Don Bosco nel Mondo onlus che da' appuntamento ai romani ogni primo novembre, festa di Ognissanti.
La manifestazione e' articolata in due percorsi, entrambi con partenza e arrivo in piazza Pio XII, cioe' al confine tra Italia e Stato della Citta' del Vaticano (piazza San Pietro): la gara competitiva di cira 10,5 chilometri (iscritta nel calendario Fidal) e la corsa non competitiva di circa 3 chilometri, che e' aperta a tutti.

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PAPA: E' POSSIBILE LA VITTORIA SULL'EGOISMO E SULLA MORTE


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 1 nov.

"Nei santi vediamo la vittoria dell'amore sull'egoismo e sulla morte: vediamo che seguire Cristo porta alla vita, alla vita eterna, e da' senso al presente, ad ogni attimo che passa, perche' lo riempie d'amore, di speranza". Benedetto XVI ha commentato con queste parole il messaggio della Festa di Ognissanti, che si celebra oggi, e della commemorazione dei defunti che ricorre domani.
"Solo la fede nella vita eterna - ha aggiunto in proposito - ci fa amare veramente la storia e il presente, ma senza attaccamenti, nella liberta' del pellegrino, che ama la terra perche' ha il cuore in Cielo".
Per il Pontefice "i Santi, quelli che la Chiesa proclama tali, ma anche tutti i santi e le sante che solo Dio conosce, e che oggi pure celebriamo, hanno vissuto intensamente questa dinamica". Infatti, ha spiegato, "in ciascuno di loro, in modo molto personale, si e' reso presente Cristo, grazie al suo Spirito che opera mediante la Parola e i Sacramenti".
"Nella festa di oggi - ha sottolineato il Papa teologo - noi pregustiamo la bellezza di questa vita di totale apertura allo sguardo d'amore di Dio e dei fratelli, in cui siamo certi di raggiungere Dio nell'altro e l'altro in Dio". "Con questa fede piena di speranza noi - ha poi concluso - veneriamo tutti i santi, e ci prepariamo a commemorare domani i fedeli defunti. La Vergine Maria ci ottenga la grazia di credere fortemente nella vita eterna e di sentirci in vera comunione con i nostri cari defunti".

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PAPA: RAGGIO SOLE RENDE DIFFICILE LETTURA E DICE "NON VEDO BENE"

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 1 nov. - Un raggio di sole ha abbagliato per un attimo il Papa che stava leggendo il discorso prima dell'Angelus. "Scusate, i miei occhi non funzionano bene", ha detto ai fedeli di piazza San Pietro per motivare la sua breve esitazione. (AGI)


Paparatzifan
00sabato 3 novembre 2012 08:37
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Il Papa celebra i vespri nella Cappella Sistina a cinque secoli dall’inaugurazione della volta michelangiolesca

Tra il cielo e la terra

E all’Angelus di Tutti i santi ricorda che la Chiesa è in cammino verso la Gerusalemme celeste

Una «festa senza fine» che si vive in comunione «tra cielo e terra».
È il senso della solennità liturgica di Tutti i Santi così come sintetizzato da Benedetto XVI nei due momenti significativi che hanno caratterizzato quest’anno la ricorrenza.
Nel tardo pomeriggio di mercoledì 31 ottobre, infatti, il Papa ha presieduto la celebrazione dei vespri nella Cappella Sistina, per ricordare il cinquecentesimo anniversario dell’inaugurazione dell’affresco michelangiolesco che ne impreziosisce la volta. E il giorno dopo, giovedì 1° novembre, a mezzogiorno, ha guidato il consueto incontro di preghiera con i fedeli che si sono recati in piazza San Pietro per la recita dell’Angelus nel giorno di festa.
Nello splendore della Cappella magna del Palazzo Apostolico Vaticano, Benedetto XVI ha colto l’immagine di una Chiesa in cammino verso la Gerusalemme celeste di cui si parla nella Lettera agli Ebrei, dove accanto «a miriadi di angeli» e nell’«adunanza festosa» che «ha per centro Dio» si realizzano per i cristiani «le promesse dell’Antica Alleanza».
Una «dinamica di promessa e compimento» rappresentata in Sistina, ha notato il Pontefice, «negli affreschi delle pareti lunghe» che trovano poi la sintesi nel giudizio finale michelangiolesco, rappresentazione meravigliosa della grande vittoria del Dio creatore, della sua potenza, del suo diretto rapporto con l’uomo. E proprio «in quell’incontro tra il dito di Dio e quello dell’uomo — ha concluso il Papa — noi percepiamo il contatto tra il cielo e la terra».
In questo toccarsi di cielo e terra si esprime tutta la pienezza della vita dell’uomo in Dio.
Benedetto XVI lo ha spiegato ai fedeli in piazza San Pietro per l’Angelus di Tutti i santi, coloro i quali «hanno vissuto intensamente» la dinamica di cui aveva parlato ai vespri. È «nella comunione dei santi» che si realizza l’unione delle due dimensioni di una Chiesa che cammina nel tempo e che partecipa «alla festa senza fine» nella Gerusalemme celeste. Ed è questa una realtà «che comincia quaggiù sulla terra — ha spiegato ancora il Papa — e raggiunge il suo compimento in cielo».
Essere cristiani, fare parte della Chiesa «significa aprirsi a questa comunione — ha concluso il Pontefice — come un seme che si schiude nella terra, morendo, e germoglia verso l’alto, verso il cielo». Con questa fede piena di speranza «veneriamo tutti i santi», anche quelli che «solo Dio conosce».

(©L'Osservatore Romano 2-3 novembre 2012)


Paparatzifan
00sabato 3 novembre 2012 08:43
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Il Papa presiede la Messa per cardinali e vescovi morti nell'ultimo anno, ieri la preghiera nelle Grotte Vaticane

Questa mattina, alle ore 11.30, Benedetto XVI celebrerà, nella Basilica Vaticana, una Santa Messa in suffragio dei 10 cardinali e 143 vescovi morti nel corso dell’ultimo anno. Ieri sera, nella giornata in cui la Chiesa commemora solennemente i defunti, il Papa, in forma strettamente privata, ha presieduto nelle Grotte Vaticane un momento di preghiera per i Pontefici defunti. “In queste Grotte Vaticane – ha detto - affidiamo alla Misericordia del Padre, coloro che hanno qui il loro sepolcro e attendono la resurrezione della carne. In particolare, i Sommi Pontefici che hanno svolto il servizio di pastori della Chiesa universale perché siano partecipi dell’eterna liturgia del cielo”. Nel servizio di Alessandro Gisotti, riproponiamo alcune riflessioni del Papa sul significato della morte per un cristiano:

“La separazione dagli affetti terreni è certo dolorosa, ma non dobbiamo temerla” perché essa “non può spezzare il legame profondo che ci unisce a Dio”. Benedetto XVI sottolinea questa certezza del cristiano che mette in luce il paradosso dell’uomo contemporaneo: da una parte ha largamente dismesso la spiritualità cristiana, dall’altra di fronte alla morte cerca una qualche trascendenza parallela:

“L’uomo moderno l’aspetta ancora questa vita eterna, o ritiene che essa appartenga a una mitologia ormai superata? In questo nostro tempo, più che nel passato, si è talmente assorbiti dalle cose terrene, che talora riesce difficile pensare a Dio come protagonista della storia e della nostra stessa vita” (Udienza generale del 2 novembre 2005)

Di qui il suo appello a “riappropriarsi” della dimensione della morte, parole pronunciate quattro anni fa, ma che sembrano riecheggiare il tema del Sinodo appena conclusosi in Vaticano:

“E’ necessario anche oggi evangelizzare la realtà della morte e della vita eterna, realtà particolarmente soggette a credenze superstizione e a sincretismi, perché la verità cristiana non rischi a di mischiarsi con mitologie di vario genere” (Angelus del 2 novembre 2008)

L’interrogativo fondamentale – ribadisce il Papa – è cosa sia davvero la morte per un cristiano. La mentalità dominante, osserva, ci porta a credere che al di là della morte ci sia il nulla. Ma chi crede in Cristo e nella Sua Risurrezione sa che la strada della morte è in realtà “una via della speranza”. Non è la fine, ma l’inizio della vita piena. Per questo, chi riconosce una grande speranza nella morte, “può anche vivere una vita a partire dalla speranza”:

“L’uomo ha bisogno di eternità ed ogni altra speranza per lui è troppo breve, è troppo limitata (…) L’uomo è spiegabile, trova il suo senso più profondo, solamente se c’è Dio”. (Udienza generale 2 novembre 2011)

Questa vita, ha quindi ribadito giovedì scorso il Papa all’Angelus, ha senso solo se c’è l’amore, un amore che non finisce. “Vediamo – ha affermato - che seguire Cristo porta alla vita, alla vita eterna, e dà senso al presente, ad ogni attimo che passa, perché lo riempie d’amore, di speranza”.

© Copyright Radio Vaticana


Paparatzifan
00sabato 3 novembre 2012 20:50
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Papa/ Benedetto XVI: Morte non interrompe vincoli affetto

Pontefice: Tombe sono come assemblea di morti e viventi

Roma, 3 nov. (TMNews)

"La visita ai cimiteri ci ha permesso di rinnovare il legame con le persone care che ci hanno lasciato; la morte, paradossalmente, conserva ciò che la vita non può trattenere".
Lo ha detto Papa Benedetto XVI celebrando stamani, all'Altare della cattedrale della Basilica vaticana, la messa in suffragio dei cardinali e dei vescovi scomparsi quest'anno.
"Come i nostri defunti hanno vissuto, che cosa hanno amato, temuto e sperato, che cosa hanno rifiutato, lo scopriamo, infatti, in modo singolare proprio dalle tombe, che sono rimaste quasi come uno specchio della loro esistenza, del loro mondo: esse ci interpellano e ci inducono a riannodare un dialogo che la morte ha messo in crisi - ha aggiunto il Papa -.
Così, i luoghi della sepoltura costituiscono come una sorta di assemblea, nella quale i vivi incontrano i propri defunti e con loro rinsaldano i vincoli di una comunione che la morte non ha potuto interrompere".
"Quando ci inoltriamo nei corridoi delle catacombe romane - come pure in quelli dei cimiteri delle nostre città e dei nostri paesi -, è come se noi - ha concluso il Pontefice - varcassimo una soglia immateriale ed entrassimo in comunicazione con coloro che lì custodiscono il loro passato, fatto di gioie e di dolori, di sconfitte e di speranze".

© Copyright TMNews

Papa/ Benedetto XVI: Vita eterna non è doppione di quella attuale

Pontefice: Aspirare all'immortalità è stare nelle mani di Dio

Roma, 3 nov. (TMNews)

La vita eterna "non è un doppione del tempo presente" e l'immortalità a cui aspiriamo "non è una idea o un concetto". Lo ha detto il Papa nella omelia della messa celebrata in San Pietro per ricordare i cardinali e i vescovi defunti nell'anno.
"Allora - ha aggiunto - la morte apre alla vita, a quella eterna, che non è un infinito doppione del tempo presente, ma qualcosa di completamente nuovo.
La fede ci dice che la vera immortalità alla quale aspiriamo non è un'idea, un concetto, ma una relazione di comunione piena con il Dio vivente: è lo stare nelle sue mani, nel suo amore, e diventare in Lui una cosa sola con tutti i fratelli e le sorelle che Egli ha creato e redento, con l'intera creazione".

© Copyright TMNews


Paparatzifan
00sabato 3 novembre 2012 20:51
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PAPA: BUON LADRONE HA PRECEDUTO ANCHE CARDINALI SU VIA SALVEZZA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 3 nov.

La speranza cristiana "riposa sull'amore di Dio che risplende nella Croce di Cristo e che fa risuonare nel cuore le parole di Gesu' al buon ladrone: 'Oggi con me sarai nel Paradiso'".
Lo ha ricordato Benedetto XVI nell'omelia della messa celebrata all'altare della Cattedra della Basilica di San Pietro in memoria dei cardinali e vescovi morti negli ultimi dodici mesi, un lungo elenco letto dal Pontefice, che si chiudeva con i nomi dei cardinali italiani Carlo Maria Martini e Fortunato Baldelli.
"Possiamo riconoscere in essi - ha detto Papa Ratzinger - quei discepoli miti, misericordiosi, puri di cuore, operatori di pace di cui ci ha parlato il Vangelo: amici del Signore che, fidandosi della sua promessa, nelle difficolta' e anche nelle persecuzioni hanno conservato la gioia della fede, ed ora abitano per sempre la casa del Padre e godono della ricompensa celeste, ricolmi di felicita' e di grazia". "I pastori che oggi ricordiamo - ha aggiunto - hanno servito la Chiesa con fedelta' e amore, affrontando talvolta prove onerose, pur di assicurare al gregge loro affidato attenzione e cura. Nella varieta' delle rispettive doti e mansioni, hanno dato esempio di solerte vigilanza, di saggia e zelante dedizione al Regno di Dio, offrendo un prezioso contributo alla stagione post-conciliare, tempo di rinnovamento in tutta la Chiesa".
"La Mensa eucaristica, alla quale si sono accostati, dapprima come fedeli e poi, quotidianamente, come ministri, anticipa nel modo piu' eloquente quanto il Signore ha promesso nel 'discorso della montagna': il possesso del Regno dei cieli, il prendere parte alla mensa della Gerusalemme celeste. Preghiamo - ha concluso il Pontefice - perche' cio' si compia per tutti".

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PAPA: MORTE E' RIMASTA UGUALE, VISITA CIMITERI RINSALDA LA FEDE


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 3 nov.

Anche se la cultura moderna sembra averla rimossa come tema dai nostri orizzonti, "la morte riguarda l'uomo di oggi esattamente come quello di allora; e anche se tante cose dei tempi passati ci sono diventate estranee, la morte e' rimasta la stessa: di fronte a questa realta', l'essere umano di ogni epoca cerca uno spiraglio di luce che faccia sperare, che parli ancora di vita, e anche la visita alle tombe esprime questo desiderio".
Benedetto XVI lo ha ricordato nell'omelia della messa celebrata in San Pietro per i cardinali e vescovi morti negli ultimi dodici mesi.
Per il Papa, "i luoghi della sepoltura costituiscono come una sorta di assemblea, nella quale i vivi incontrano i propri defunti e con loro rinsaldano i vincoli di una comunione che la morte non ha potuto interrompere". "Qui a Roma, in quei cimiteri peculiari che sono le catacombe, avvertiamo, come in nessun altro luogo - ha osservato - i legami profondi con la cristianita' antica, che sentiamo cosi' vicina.
Quando ci inoltriamo nei corridoi delle catacombe romane, come pure in quelli dei cimiteri delle nostre citta' e dei nostri paesi, e' come se noi varcassimo una soglia immateriale ed entrassimo in comunicazione con coloro che li' custodiscono il loro passato, fatto di gioie e di dolori, di sconfitte e di speranze". Nella sua riflessione di oggi, il Pontefice ha sottolineato soprattutto che "come cristiani rispondiamo alla questione della morte con la fede in Dio, con uno sguardo di solida speranza che si fonda sulla Morte e Risurrezione di Gesu' Cristo".
"La morte - ha spiegato - apre alla vita, a quella eterna, che non e' un infinito doppione del tempo presente, ma qualcosa di completamente nuovo.
La fede ci dice che la vera immortalita' alla quale aspiriamo non e' un'idea, un concetto, ma una relazione di comunione piena con il Dio vivente: e' lo stare nelle sue mani, nel suo amore, e diventare in Lui una cosa sola con tutti i fratelli e le sorelle che Egli ha creato e redento, con l'intera creazione". "Questa - ha quindi concluso Papa Bendetto - e' la vita giunta alla sua pienezza: quella in Dio; una vita che noi ora possiamo soltanto intravedere come si scorge il cielo sereno attraverso la nebbia".

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Paparatzifan
00sabato 3 novembre 2012 21:15
Dal blog di Lella...

Mons. Guido Pozzo nominato Elemosiniere del Papa

Mons. Guido Pozzo è stato nominato nuovo Elemosiniere di Sua Santità: succede a mons. Felix del Blanco Prieto, che lascia per raggiunti limiti di età. Mons. Pozzo, triestino, 61 anni il prossimo 26 dicembre, era finora segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, incarico che ricopriva dal 2009; in precedenza, sin dal 1987, aveva lavorato presso la Congregazione per la Dottrina della Fede. Il Papa lo ha elevato contemporaneamente alla sede arcivescovile titolare di Bagnoregio. L’Elemosineria Pontificia è l’organismo della Santa Sede che ha il compito di esercitare la carità verso i poveri a nome del Papa. Il servizio di Cecilia Seppia:

Piccoli gesti quotidiani compiuti silenziosamente e con discrezione a nome del Papa verso tutti i bisognosi, i poveri, i sofferenti in ogni angolo della terra. Questo è quello che fa l’Elemosineria Apostolica, istituita per la prima volta nel XIII secolo dal Beato Gregorio X. Fu poi Alessandro V con una bolla del 1409 a regolarne le formalità e le norme, mentre Leone XIII per favorire la raccolta di fondi per le opere di carità ha delegato all’Elemosiniere anche la facoltà di concedere la benedizione apostolica. Questo avviene ancora oggi in modo gratuito per le diverse circostanze, attraverso diplomi in pergamena. Ogni anno tantissime richieste di aiuto arrivano in questo luogo da parte di famiglie, immigrati, studenti, disoccupati che chiedono un piccolo contributo per andare avanti: pagare l’affitto, le bollette, per poter studiare o per ricevere cure mediche. L’importo che generalmente oscilla dai 100 ai 500 euro viene deciso, dopo un primo visto del parroco di riferimento, in base alla situazione e alla gravità – spiega mons. Felix del Blaco Prieto, già Elemosiniere, - in un’intervista all’Osservatore Romano e ogni anno le donazioni effettuate superano il milione di euro. Dunque una carità mirata e feriale che il Papa incoraggia e sostiene personalmente, assicurandosi che non venga mai a mancare e che chi lavora in questo organismo svolge in modo esemplare, con pazienza e dedizione avendo come obiettivo quello di portare gioia e risollevare i cuori e far sentire la vicinanza e l’attenzione della Chiesa alla singola persona.

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Paparatzifan
00lunedì 5 novembre 2012 10:40
Dal blog di Lella...

La celebrazione nella basilica di San Pietro

Pastori che hanno servito la Chiesa offrendo un prezioso contributo alla stagione post-conciliare.
Così Benedetto XVI ha ricordato i cardinali, gli arcivescovi e i vescovi defunti nel corso dell'anno, durante la celebrazione di suffragio presieduta, nella mattina di sabato 3 novembre, all'altare della cattedra della basilica Vaticana. Tra l'11 dicembre 2011 e il 20 settembre scorso sono morti dieci porporati: gli statunitensi Foley e Bevilacqua, il filippino Sánchez, il siriano Daoud, il portoricano Aponte Martínez, il guatemalteco Quezada Toruño, il brasiliano Sales, il cinese Shan Kuo-hsi, gli italiani Martini e Baldelli. Nello stesso lasso di tempo, dal 27 ottobre 2011 al 28 ottobre scorso, sono deceduti anche centoquarantatré arcivescovi e vescovi. Insieme con il Papa hanno concelebrato trentadue cardinali, tra i quali il decano del collegio cardinalizio Sodano e il segretario di Stato Bertone. Tra i presenti anche i cardinali Martínez Somalo, Castrillón Hoyos e Brandmüller, presuli e prelati della curia romana, tra cui monsignor Pozzo, proprio oggi nominato elemosiniere di Sua Santità. Con il corpo diplomatico erano gli arcivescovi Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, e Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, i monsignori Wells, assessore, Balestrero, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati, e Nwachukwu, capo del Protocollo. Ad accompagnare il Pontefice l'arcivescovo Harvey, prefetto della Casa Pontifica, che nel concistoro del 24 novembre riceverà la porpora, i monsignori Gänswein, suo segretario particolare, e Xuereb, della Segreteria particolare, e il professor Polisca, suo medico personale. Presente anche padre Sapienza, reggente della Prefettura della Casa Pontificia.

(©L'Osservatore Romano 4 novembre 2012)


Paparatzifan
00lunedì 5 novembre 2012 10:44
Dal blog di Lella...

PAPA: GESU' NON HA INVENTATO L'AMORE NE' LO IMPONE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 4 nov.

"Amore di Dio e amore del prossimo sono inseparabili e stanno in rapporto reciproco".
Lo ha riaffermato il Papa, sottolineando che "Gesu' non ha inventato ne' l'uno ne' l'altro, ma ha rivelato che essi sono, in fondo, un unico comandamento, e lo ha fatto non solo con la parola, ma soprattutto con la sua testimonianza".
Per Benedetto XVI, che ha dedicato l'Angelus al comandamento evangelico dell'amore, "la Persona stessa di Gesu' e tutto il suo mistero incarnano l'unita' dell'amore di Dio e del prossimo, come i due bracci della Croce, verticale e orizzontale".
"Nell'Eucaristia - ha spiegato Papa Ratzinger - Egli ci dona questo duplice amore, donandoci Se stesso, perche', nutriti di questo Pane, ci amiamo gli uni gli altri come Lui ci ha amato".
"Cari amici - ha detto poi ai pellegrini di lingua italiana - per intercessione della Vergine Maria, preghiamo affinche' ogni cristiano sappia mostrare la sua fede nell’unico vero Dio con una limpida testimonianza di amore verso il prossimo".
E ai polacchi ha aggiunto: "il Vangelo di oggi ci ricorda il comandamento dell'amore di Dio sopra ogni cosa e del prossimo almeno nella misura dell'amore di se stesso. Questa non e' un'imposizione, ma un invito a vivere nella luce dell'Eterno Amore di Dio, che da' la gioia e la pace nella realta' temporale e la sicura speranza della felice eternita'. Quest'amore - ha concluso - dimori sempre nei nostri cuori".

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PAPA: TESTIMONIARE CON SAN FRANCESCO L'AMORE DI DIO


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 4 nov.

"Siete venuti a Roma sulle orme di S. Francesco.
Il vostro pellegrinaggio vi sia d'incoraggiamento affinche' siate sempre ed ovunque testimoni gioiosi dell'amore di Dio".
Benedetto XVI ha rivolto con queste parole il suo "cordiale saluto ai membri del Terz'Ordine Francescano provenienti dalla Slovenia", presenti oggi in piazza San Pietro all'Angelus.
"In questo Anno della Fede vi accompagni la mia benedizione", ha detto loro il Pontefice.
Il Papa ha salutato in particolare anche i gruppi parrocchiali di Castellammare di Stabia e di Striano, ai giovani dell’Opera La Pira, agli scout di Milano e ai ragazzi dell'Oratorio di Petosino (diocesi di Bergamo). A tutti auguro una buona domenica.

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PAPA: IL PERDONO DEI GENITORI CI INSEGNA L'AMORE DI DIO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 4 nov.

"Il comandamento dell'amore lo puo' mettere in pratica pienamente chi vive una relazione profonda con Dio, proprio come il bambino diventa capace di amare a partire da una buona relazione con la madre e il padre". Infatti "il padre e la madre non amano i figli solo quando lo meritano: li amano sempre, anche se naturalmente fanno loro capire quando sbagliano".
Benedetto XVI lo ha sottolineato nel breve discorso prima dell'Angelus, commentando "il comandamento dell'amore, che e' duplice: amare Dio e amare il prossimo". "Se l'amore di Dio ha messo radici profonde in una persona, questa - ha osservato - e' in grado di amare anche chi non lo merita, come appunto fa Dio verso di noi". "Da Dio - ha scandito - noi impariamo a volere sempre e solo il bene e mai il male. Impariamo a guardare l'altro non solamente con i nostri occhi, ma con lo sguardo di Dio, che e' lo sguardo di Gesu' Cristo".
"I Santi, che abbiamo da poco celebrato tutti insieme in un'unica festa solenne - ha detto il Papa - sono proprio coloro che, confidando nella grazia di Dio, cercano di vivere secondo questa legge fondamentale".
In proposito, il Pontefice teologo ha citato San Giovanni d’Avila, che ha da poco proclamato Dottore della Chiesa, per il quale "la causa che maggiormente spinge il nostro cuore all'amore di Dio e' considerare profondamente l'amore che Egli ha avuto per noi".
"Questo, piu' dei benefici - ha spiegato - spinge il cuore ad amare; perche' colui che rende ad un altro un beneficio, gli da' qualcosa che possiede; ma colui che ama, da' se stesso con tutto cio' che ha, senza che gli resti altro da dare".
"Uno sguardo - ha rilevato il Papa - che parte dal cuore e non si ferma alla superficie, va al di la' delle apparenze e riesce a cogliere le attese profonde dell'altro: di essere ascoltato, di un'attenzione gratuita; in una parola: di amore". "Ma - ha concluso - si verifica anche il percorso inverso: che aprendomi all'altro cosi' come e', andandogli incontro, rendendomi disponibile, io mi apro anche a conoscere Dio, a sentire che Egli c'e' ed e' buono".

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Paparatzifan
00lunedì 5 novembre 2012 22:55
Dal blog di Sandro Magister...

Diario Vaticano / Quel che resta del sinodo

Le proposte più concrete. Gli interventi più significativi. Le sorprese di Norvegia e Cambogia. Il più applaudito di tutti: un giovane catechista di Roma. Il controcanto del generale dei gesuiti

di ***

CITTÀ DEL VATICANO, 5 novembre 2012 – Il XIII sinodo dei vescovi, dedicato alla nuova evangelizzazione, si è concluso con la consegna di 58 "propositiones" a Benedetto XVI.

Le "propositiones" sono una traccia che il papa potrà utilizzare per la scrittura dell’esortazione apostolica che costituirà l'effettivo frutto dell’assise.

Le "propositiones" sono state approvate a larga maggioranza dai padri sinodali e il cardinale statunitense Donald W. Wuerl, relatore generale del sinodo, ha rivelato che non si è mai superato un 10 per cento di “non placet” nella votazione di ciascuna di esse.

Fino all’attuale pontificato le "propositiones" votate in un sinodo erano sotto segreto, ma poiché erano in possesso di centinaia di persone accadeva regolarmente che venissero diffuse a mezzo stampa in tempi rapidissimi.

Benedetto XVI, per volontà di trasparenza e per realismo, fin dal primo sinodo celebrato nel suo pontificato, quello del 2005, ha deciso che una traduzione “ufficiosa” in lingua corrente delle "propositiones", la cui versione “typica” è sempre in latino, fosse ufficialmente diffusa alla stampa in tempo reale.

Così è accaduto anche questa volta.

Le "propositiones" di quest'ultimo sinodo sono soprattutto esortative e nell'insieme piuttosto generiche.

Ma non mancano delle indicazioni concrete, come ad esempio:

- la richiesta al papa (n. 16) di creare una specifica commissione di rappresentanti delle varie parti della Chiesa nel mondo, o di affidare questo compito al pontificio consiglio della giustizia e della pace, per affrontare la questione degli attacchi alla libertà religiosa.

- la constatazione (n. 18) che aldilà dell’importanza dei media "la forma più effettiva della comunicazione della fede rimane quella di condividere la testimonianza della vita, senza cui nessuno sforzo mediatico porterà ad una effettiva trasmissione del Vangelo".

- l’avvertenza della "necessità" (n. 20) che la Chiesa sia "vigilante nell’interessarsi e nel promuovere la qualità dell’arte che è permessa negli spazi sacri riservati alle celebrazioni liturgiche".

- la richiesta (n. 33) che ciascun sacerdote debba "considerare il sacramento della penitenza come parte essenziale del suo ministero e della nuova evangelizzazione" e che in ogni comunità parrocchiale sia dato "un tempo adeguato per ascoltare le confessioni". Ferma restando la necessità di essere fedeli alle "norme specifiche che regolano questo sacramento", che, come noto, prevedono solo la confessione e l'assoluzione individuale, non quella collettiva, salvo in casi eccezionalissimi tra cui la guerra.

- l'invito a diocesi e conferenze episcopali (n. 38) a studiare quale sia l’ordine migliore da seguire nell’amministrazione dei sacramenti della comunione e della cresima. Nel sinodo infatti, specialmente nei dibattiti liberi, si è discusso se sia preferibile mantenere la prassi recente che vede celebrare la cresima dopo la comunione o invece invertire l’ordine.

- la sottolineatura (n. 55) che la promozione del dialogo attraverso l’iniziativa del “Cortile dei Gentili” , "non è mai separata dal primo annuncio" del Vangelo.

Quanto ai divorziati risposati – tema molto presente sui media – il sinodo si è limitato a suggerire (n. 48) che "la nuova evangelizzazione dovrebbe sforzarsi di affrontare (should strive to address) significativi problemi pastorali riguardanti il matrimonio, il caso dei divorziati e risposati, la situazione dei loro figli, il destino delle spose abbandonate, le coppie che vivono insieme senza essere sposate, e il trend nella società di ridefinire il matrimonio. La Chiesa con cura materna e spirito evangelico dovrebbe cercare risposte appropriate per queste situazioni, come un importante aspetto della nuova evangelizzazione".

Nessun appello, quindi, a favore di un cambiamento della disciplina riguardante l’accesso all’eucaristia dei divorziati risposati.

*

Questo ciò che emerge dalle "propositiones". Ma il sinodo, nel suo dibattito interno, è stato più ricco di quanto le stesse "propositiones" o il messaggio finale al popolo di Dio facciano pensare.

In aula, infatti, sono intervenuti quasi tutti gli oltre 250 padri sinodali. Tra i "big", l'unico che non risulta aver parlato è stato il cardinale di Vienna Christoph Schönborn, che pure è stato tra i votati a far parte del consiglio post-sinodale, un organismo di quindici ecclesiastici – dodici eletti e tre designati dal papa – che si riunisce periodicamente per contribuire alla compilazione dell’esortazione apostolica e per preparare il sinodo successivo.

Ecco qui di seguito un florilegio degli interventi più significativi – o curiosi – fatti in aula nel corso delle ventidue congregazioni generali, in dodici delle quali Benedetto XVI è stato presente.

Il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, ha lanciato l'allarme contro i cattivi fautori del dialogo interreligioso. "Alcuni cristiani – ha detto –, ignorando spesso il contenuto della loro fede e incapaci quindi di viverla e di viverne, non sono adatti al dialogo interreligioso che inizia sempre con l’affermazione delle proprie convinzioni: non c’è posto per il sincretismo o il relativismo!". Infatti "di fronte ai seguaci di altre religioni con un’identità religiosa forte, occorrono cristiani motivati e preparati dal punto di vista dottrinale". E "per questa ragione, la nuova evangelizzazione è una priorità, al fine di formare cristiani coerenti, capaci di rispondere della propria fede, mediante parole semplici e senza paura".

L’arcivescovo di Chieti-Vasto Bruno Forte ha fatto invece una proposta che, nella parte giuridica, non sembra aver avuto seguito. Dopo aver ricordato "come sia drammatica la situazione dei figli di divorziati risposati che spesso vengono resi estranei ai sacramenti dalla non partecipazione dei loro genitori", ha invocato "una decisa svolta nel senso della carità pastorale, come più volte ha affermato papa Benedetto XVI ad esempio all'incontro mondiale delle famiglie a Milano". E ha fatto la seguente proposta: "Sarà anche necessario avviare una riflessione sui modi e i tempi necessari per il riconoscimento della nullità del vincolo matrimoniale: come vescovo e moderatore di un tribunale ecclesiastico regionale devo ammettere che alcune esigenze (ad esempio la necessità della doppia sentenza conforme, anche se non c'è ricorso) appaiono a molte persone ferite, desiderose di sanare la loro situazione, poco comprensibili".

Il rettore della Pontificia Università Lateranense, il vescovo salesiano Enrico dal Covolo, non ha usato mezze misure per denunciare come "il cavallo di Troia, attraverso il quale gli Stati si appropriano delle intelligenze degli studenti, è la formazione dei docenti". Ed ha aggiunto: "In molti paesi i docenti sono formati unicamente nelle università statali, e comunque chi vuole insegnare deve possedere l'abilitazione statale conseguita secondo il percorso formativo stabilito dagli Stati e con esami di Stato. La progressiva scristianizzazione dell'Occidente è avvenuta così, attraverso la scristianizzazione delle scuole e delle università. Ora, una nuova evangelizzazione non può che avvenire nel riconoscimento delle persone, della loro coscienza, dei loro diritti. Se gli Stati, come spesso hanno fatto e continuano a fare, si appropriano del progetto personale di apprendimento, tolgono alle persone la libertà di realizzarsi, privandole di un diritto originario e costitutivo. Di conseguenza, una comunità ecclesiale che si impegna per una nuova evangelizzazione dovrà curare con urgenza e priorità il buon funzionamento delle scuole e delle università in genere, ma in modo tutto particolare di quelle cattoliche".

Uno dei rari riferimenti agli abusi sessuali di chierici nei confronti di minori e a come affrontare la nuova evangelizzazione in contesti particolarmente colpiti da questo triste fenomeno è stato fatto dal vescovo di Antigonish in Canada, Brian Joseph Dunn. Il suo predecessore in diocesi è stato recentemente ridotto allo stato laicale – provvedimento molto raro per un vescovo – dopo aver subito una condanna civile per possesso di materiale pedopornografico.??Il cardinale indiano Telesphore Placidus Toppo, arcivescovo di Ranchi, ha lanciato un allarme sulla situazione degli ordini religiosi. "Vorrei rivolgere – ha detto – un umile appello agli ordini religiosi, affinché diventino di nuovo missionari. Nella storia dell’evangelizzazione, tutti gli ordini religiosi, guidati dallo Spirito Santo, hanno fatto cose straordinarie e meravigliose. Possiamo dire lo stesso, oggi, delle congregazioni religiose? È possibile che abbiano iniziato a operare come multinazionali, svolgendo tanto lavoro buono e necessario per rispondere ai bisogni materiali dell’umanità, dimenticando tuttavia che il fine principale della loro fondazione era quello di portare il kerygma, il Vangelo, a un mondo perduto? Dobbiamo apprezzare i numerosi gruppi giovanili e i nuovi movimenti ecclesiali che stanno raccogliendo la sfida. Tuttavia, ritengo che questo sinodo debba invitare i religiosi e le religiose a svolgere in modo esplicito e diretto il lavoro di evangelizzazione e di trasmissione della fede, in collaborazione con i vescovi locali. Vorrei anche chiedere alla congregazione per la vita consacrata di essere più attiva nella promozione del 'sensus ecclesiae' tra tutti i religiosi".

Anche il prefetto della congregazione per i vescovi, il cardinale canadese Marc Ouellet, ha espresso critiche a proposito dei religiosi, quando ha notato che "nelle relazioni tra gerarchia e vita consacrata sono sorti non pochi disagi: talora per una certa ignoranza dei carismi e del loro ruolo nella missione e nella comunione ecclesiale, talaltra per l’inclinazione di alcuni consacrati alla contestazione del magistero".

Ma diametralmente opposto è apparso il giudizio formulato dal superiore del più numeroso degli ordini religiosi, il preposito generale della Compagnia di Gesù, Adolfo Nicolas, uno spagnolo vissuto a lungo in Asia. Leggendo il suo resoconto del sinodo sul mensile gesuita "Popoli" è facile notare la differenza di accenti rispetto all’indiano Toppo, soprattutto laddove padre Nicolas insiste sulla “santità” e la “salvezza” già presenti fuori della Chiesa visibile più che sul primario impegno di propagare la fede cristiana, auspicato dal cardinale.

Il vescovo olandese Everardus Johannes de Jong ha espresso un auspicio che in altri tempi poteva essere scontato, ma non oggi: "Dobbiamo promuovere la preghiera agli angeli e agli arcangeli nella nuova evangelizzazione. Molti pontefici e santi hanno praticato questa devozione e l’hanno promossa".

In tutt'altra direzione ha guardato il vescovo di Atakpamé in Togo, Nicodème Anani Barraigah-Bénissan, quando ha denunciato il fatto che "le società segrete ed esoteriche, in particolare la franco-massoneria, regnano sovrane ai vertici dello Stato, nelle più importanti istituzioni e in tutti gli ambienti intellettuali del nostro paese".

Il cardinale George Pell, arcivescovo di Sydney in Australia, ha denunciato gli attacchi alla libertà di professare la religione cristiana "in alcuni paesi europei e anglofoni", ove tale libertà è "limitata da tribunali, da norme, talvolta dai parlamenti". E lo ha fatto richiamando positivamente il fatto che "l’anno prossimo si celebrerà il 1700.mo anniversario dell’editto di Milano, con il quale l’imperatore Costantino promulgò la libertà di religione nell’impero romano".

Il cardinale Giuseppe Versaldi, presidente della prefettura degli affari economici della Santa Sede, ha dedicato al tema scottante del malaffare ad opera di ecclesiastici un intervento che i media hanno ritorto contro la Chiesa. "Nei casi possibili di cattiva amministrazione dei beni ecclesiali – ha detto – come terapia deve valere nella Chiesa la medicina evangelica della correzione fraterna. Prima della denuncia all'autorità deve valere il confronto personale per dare la possibilità di ravvedimento e riparazione. Trasparenza non significa automaticamente pubblicizzazione del male che porta allo scandalo. Solo se non c'è conversione si deve ricorrere all' autorità competente, alla quale spetta il compito di verificare le accuse senza che queste siano già considerate prova di malgoverno". “I panni sporchi si lavano in famiglia”, hanno tradotto impietosi i media italiani.

Non pochi padri sinodali hanno citato e elogiato il concilio Vaticano II e i suoi frutti nella vita della Chiesa. Ma non sono mancati argomentati accenni critici a quanto accaduto negli anni successivi al concilio.

Il cardinale statunitense Raymond Leo Burke, prefetto del supremo tribunale della segnatura apostolica, ha sottolineato come "l’euforia postconciliare, tesa all’instaurazione di una Chiesa nuova all’insegna di libertà e amore, ha favorito fortemente un’attitudine di indifferenza verso la disciplina della Chiesa, se non addirittura una ostilità. Pertanto la riforma della vita ecclesiale auspicata dai padri conciliari è stata in certo senso impedita, se non tradita".

Un altro cardinale americano, Timothy M. Dolan, arcivescovo di New York, ha amaramente ricordato: "Il concilio Vaticano II ha fatto appello a un rinnovamento del sacramento della penitenza, ma purtroppo e con tristezza quello che abbiamo ottenuto è stata la sparizione del sacramento".

Il cardinale polacco Zenon Grocholewski, prefetto della congregazione per l'educazione cattolica, ha notato come "nonostante ci siano al riguardo le indicazioni del concilio Vaticano II e del magistero postconciliare" rimane "ancora nella prassi poca chiarezza circa la relazione fra il ruolo della teologia e del magistero della Chiesa. Gesù non ha lasciato la nostra comprensione della Sacra Scrittura e della Tradizione in balia delle diverse opinioni, che evidentemente possono essere anche molto divergenti e stravaganti, nonché seminare continuamente incertezza e confusione, ma ci ha lasciato il grande tesoro del magistero", che però purtroppo "viene spesso vanificato". E così accade che "la mania di diventare grande, originale, importante, riduce non pochi vescovi ad essere 'pastori che pascono se stessi e non il gregge' (cfr. Ez 34, 8; Sant’Agostino, Discorso sui pastori), in realtà diventando poco rilevanti nel regno dei cieli e controproducenti per la crescita della Chiesa e per l’evangelizzazione".

*

Infine ecco tre interventi di cui è utile riportare per intero la sintesi diffusa dal sinodo.

Il primo è quello che, secondo più testimoni, ha ricevuto la dose più forte di applausi dell'intero sinodo. E ha per autore un giovane catechista laico di Roma, nominato dal papa tra gli uditori.

Gli altri due sono quelli che Benedetto XVI, intervenendo in sinodo il 27 ottobre, ha detto di aver apprezzato in modo particolare, come testimonianze di una Chiesa che "cresce e vive" proprio dove è piccola e povera. Sono quelli del vescovo croato di Tromso, in Norvegia, e del vescovo, di origini francesi, di Phnom-Penh, in Cambogia.

TOMMASO SPINELLI, catechista di giovani catecumeni presso l'ufficio catechistico della diocesi di Roma, Italia:

"La nuova evangelizzazione ha bisogno di sostanza: di catechesi di spessore che sappiano dire qualcosa di serio alla nostra vita, ma anche e soprattutto di vite di spessore che mostrino nei fatti la solidità di chi è cristiano. A maggior ragione oggi che le famiglie sono disunite e spesso abdicano al loro ruolo educativo, i sacerdoti testimoniano ai giovani la fedeltà ad una vocazione e la possibilità di scegliere un modo di vivere alternativo e più bello rispetto a quello proposto dalla società. Ciò che mi preoccupa è che però tali figure di spessore stanno diventando la minoranza. Il sacerdote ha perso fiducia nell'importanza del proprio ministero, ha perso carisma e cultura. Vedo sacerdoti che si adattano al pensiero dominante. E lo stesso è nelle liturgie che nel tentativo di farsi originali diventano insignificanti. Sacerdoti, vi chiedo di trovare il coraggio di essere voi stessi. Non temete, perché lì dove sarete autenticamente sacerdoti, lì dove proporrete senza paura la verità della fede, noi giovani vi seguiremo. Sono nostre infatti le parole di Pietro: 'Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna!'. E noi abbiamo una fame infinita di qualcosa di eterno e di vero.

"Pertanto propongo di: 1) Aumentare la formazione dei sacerdoti, non solo spirituale ma anche culturale. Troppo spesso vediamo oggi sacerdoti che hanno perso il ruolo di maestri di cultura che li aveva resi importanti per tutta la società. Oggi se vogliamo esser credibili ed utili dobbiamo tornare ad avere buoni strumenti culturali. 2) Riscoprire il Catechismo della Chiesa Cattolica nella sua conciliarità: in particolare la prima parte di ogni sessione dove i documenti del concilio illuminano i temi tradizionali. Il Catechismo ha infatti la sapienza di premettere alla spiegazione del 'Credo' una parte ispirata alla 'Dei Verbum', in cui viene spiegata la visione personalistica della rivelazione, ai sacramenti la 'Sacrosantum concilium', e ai comandamenti la 'Lumen gentium' che mostra l’uomo creato a immagine di Dio. La prima parte di ogni sezione del catechismo è fondamentale perché l’uomo di oggi senta la fede come qualcosa che lo riguardi da vicino e che sia capace di dar risposta alle sue domande più profonde. 3) Infine la liturgia: troppo spesso è trascurata e desacralizzata, va rimessa con dignità al centro della comunità sia parrocchiale che territoriale".

BERISLAV GRGIC, vescovo prelato di Tromso, Norvegia:

"Nei paesi nordici – Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia – la Chiesa cattolica è una piccola minoranza e quindi non ha né i vantaggi né gli svantaggi che si riscontrano spesso nelle regioni in cui il cattolicesimo è tradizionale e/o prevalente. Malgrado la sua limitata rilevanza, sotto il profilo numerico e sociale, la nostra è tuttavia una Chiesa in crescita. Vengono costruite o acquistate nuove chiese, istituite nuove parrocchie, vengono ad aggiungersi riti non latini, il numero delle conversioni e dei battesimi adulti è relativamente alto, non mancano le vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa, il numero dei battesimi supera di gran lunga quello dei decessi e di quanti abbandonano la Chiesa, e la presenza alla messa domenicale è abbastanza alta.

"In alcuni settori della società c’è grande interesse per la fede e per la spiritualità, sia da parte dei non credenti, che cercano la verità, sia da parte di cristiani impegnati di altre confessioni, che desiderano un approfondimento e un arricchimento della vita religiosa. Va inoltre osservato che negli ultimi anni sono piuttosto numerosi gli ordini contemplativi che vi hanno aperto le proprie case.?Tuttavia, la trasmissione della fede spesso è resa più difficile dalle grandi distanze. I nostri sacerdoti devono viaggiare molto (talvolta fino a 2000 km al mese) per visitare i fedeli che abitano in luoghi distanti e celebrare con loro la messa. Nei mesi invernali ciò diventa molto faticoso".

OLIVIER SCHMITTHAEUSLER, M.E.P., vicario apostolico di Phnom-Penh, Cambogia:

"Il genocidio perpetrato dai khmer rossi ha ucciso vescovi, sacerdoti, religiosi e la maggior parte dei cristiani. Da vent’anni, viviamo nuovamente l’epoca degli Atti degli Apostoli con un primo annuncio della buona novella praticato dai pochi sopravvissuti e sostenuto dall’arrivo in massa dei missionari. Oggi abbiamo circa 200 battesimi di adulti all’anno. La piccola Chiesa della Cambogia è in qualche modo un laboratorio di evangelizzazione in un mondo buddista che ha pienamente aderito al processo di secolarizzazione veicolato dalla globalizzazione, un po’ come i draghi asiatici. La missione 'ad extra' è intimamente legata alla missione 'ad intra'. 'Ad extra' e 'ad intra' si arricchiscono reciprocamente esortandosi a servire una sola e unica missione di evangelizzazione!

"Ecco alcuni punti significativi per un primo annuncio di Gesù Cristo che possono essere estesi anche a una riflessione sulla nuova evangelizzazione. Due sono fondamentali: 1) Il vero incontro con Gesù Cristo apre il cuore alla carità e all’esperienza del perdono per condurre alla scoperta del dono della vita. 2) I laici sono apostoli in questo mondo ('Apostolicam actuositatem').

"E come sarà la Chiesa sacramento di Cristo nel mondo per una nuova evangelizzazione in atto e in verità? 1) Una Chiesa che tocca il cuore. 2) Una Chiesa semplice. 3) Una Chiesa ospitale. 4) Una Chiesa orante. 5) Una Chiesa gioiosa".


Paparatzifan
00lunedì 5 novembre 2012 22:58
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Vaticano/ Informatico: Maggiordomo rifiutò intervento su computer

L'avvocato del co-imputato: Tra loro non c'era "grande amicizia"

Città del Vaticano, 5 nov. (TMNews)

Il tecnico informatico della segreteria di Stato Claudio Sciarpelletti "sostituiva i computer obsoleti" della Santa Sede.
Lo ha spiegato il suo avvocato, Gianluca Benedetti, nel corso della prima udienza del processo nel quale Sciarpelletti è imputato per favoreggiamento finalizzato alla fuga di documenti riservati della Santa Sede (Vatileaks), per la quale è già stato condannato il maggiordomo del Papa Paolo Gabriele. Il legale ha messo in dubbio la consistenza dell'accusa - avanzata in una "informativa anonima" vaticana - circa la "amicizia" tra il suo assistito e Paolo Gabriele.
"Se ci fosse stata amicizia e confidenza - ha domandato - come mai l'unico computer che non viene sostituito mai è quello di Paolo Gabriele, che si rifiuta di far sostituire il suo computer nonostante sia obsoleto? Se c'era complicità tra i due, cosa di meglio che un computer da sostituire, su cui intervenire, invece Paolo Gabriele si è rifiutato che il mio assistito intervenisse sul suo pc". Nello stesso lasso di tempo di sei anni, "tutti gli altri pc sono stati sostituiti".
Il computer in questione - ha precisato l'avvocato di Sciarpelletti - aveva l'immatricolazione della Santa Sede ed era "in servizio" presso il domicilio del maggiordomo del Papa. "Claudio Sciarpelletti è intervenuto una sola volta sul computer di Paolo Gabriele per la stampante", ha detto l'avvocato Benedetti. "Dal punto di vista dell'accusa di favoreggiamento, non è secondario che Paolo Gabriele non volesse l'intervento el mio assistito sul suo pc. Non ho mai smentito che tra i due ci sia stata amicizia - ha puntualizzato - ho detto che non c'era una grande amicizia".
L'avvocato dell'informatico vaticano ha chiesto, tra le questioni preliminari, che venisse annullata la sentenza di rinvio a giudizio per il suo assistito. Claudio Sciarpelletti è accusato di "favoreggiamento" nella fuga di documenti riservati della Santa Sede per la quale è stato condannato il maggiordomo del Papa Paolo Gabriele. L'avvocato Gianluca Benedetti ha posto in questione il dispositivo del 13 agosto domandando se la magistratura vaticana si riferisse a "favoreggiamento personale" o "favoreggiamento reale". Se, cioè, l'intralcio della giustizia abbia riguardi il rapporto personale tra Sciarpelletti e Gabriele o abbia coinvolto degli oggetti. "Su cosa si forma la prova esattamente?", ha domandato.
L'informatico era stato trovato in possesso di una busta con alcuni documenti "non riservati" - ha precisato il suo legale, Gianluca Benedetti - ossia una "corrispondenza mail" e un "libello inqualificabile". La requisitoria del 'promotore di giustizia' (pm) Nicola Picardi ha rivelato che si tratta di "una relazione dal titolo 'Napoleone in Vaticano' riprodotta da Gianluigi Nuzzi nel volume 'Sua Santità'".
"Il reato di cui si parla si sarebbe svolto in 36 ore - ha sottolineato oggi l'avvocato Benedetti - e ci limitiamo alla sommarietà dei verbali?". In questo senso il legale del tecnico informatico ha prospettato l'annullamento del rinvio a giudizio e la precisazione dell'accusa. "Altrimenti tutto si basa su una informativa viziata anonima che parla di frequenti contatti tra i due e io non potrei dimostrare che non ci sono stati questi contatti?". Quanto al rapporto tra Sciarpelletti e Gabriele, che sarebbe alla base del "favoreggiamento personale", "il mio assistito - ha detto - mette a repentaglio 20 anni di servizio alla Santa Sede per aiutare una persona considerata amica solo perché si danno del 'tu'?". Ancora: "Che motivazione aveva di ostacolare la giustizia se questo signore (Paolo Gabriele, ndr) non era suo amico?".

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Paparatzifan
00lunedì 5 novembre 2012 23:03
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Messaggio di Benedetto XVI al nuovo Patriarca copto ortodosso: la nostra amicizia possa crescere sempre di più

Benedetto XVI ha espresso in un messaggio le sue felicitazioni per l’elezione, ieri al Cairo, del vescovo Tawadros quale nuovo Patriarca copto ortodosso. Il Papa si è detto fiducioso che, come il suo predecessore, Papa Shenouda III, saprà essere “un vero e proprio padre spirituale” per la sua comunità e un partner efficace dei suoi concittadini “nella costruzione di un nuovo Egitto in pace e armonia, al servizio del bene comune e del bene di tutto il Medio Oriente”.

“In questi tempi difficili – ha affermato il Papa - è importante per tutti i cristiani testimoniare l'amore e l'amicizia che li lega, memori della preghiera di Gesù durante l'Ultima Cena: che tutti siano una cosa sola, affinché il mondo creda”. Quindi, ha ringraziato Dio “per gli importanti progressi, compiuti sotto la guida del suo stimato predecessore, nei rapporti tra la Chiesa copta ortodossa e la Chiesa cattolica”, elevando la sua preghiera perché l’amicizia e il dialogo tra le due Chiese possa continuare, dando “frutti di sempre più stretta solidarietà e duratura riconciliazione”. “Possa il nostro Padre celeste – ha concluso il Papa - colmarvi di pace e forza per il nobile compito che vi attende”.

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Paparatzifan
00lunedì 5 novembre 2012 23:09
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VATICANO: SCIARPELLETTI INCASTRATO DA UN'INFORMATIVA ANONIMA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 5 nov.

"Tutto parte da un anonimo, credo un officiale della Segreteria di Stato, che parla di frequenti contatti tra Paolo Gabriele e Paolo Sciarpelletti.
Un'informativa di un'autore ignoto, da cui qui si passa a una supposta amicizia su cui Sciarpelletti avrebbe mentito". L'avvocato rotale Gianluca Benedetti, difensore dell'informatico della Segreteria di Stato comparso oggi davanti ai giudici della Citta' del Vaticano per rispondere dell'accusa di favoreggiamento, ha riassunto cosi' l'iter istruttorio del secondo processo Vatileaks, che proseguira' sabato con i testimoni e forse con arringhe e sentenza.
"Voglio dunque porre - ha spiegato il legale ai giudici, introducendo le sue richieste preliminari - la questione su questa condotta.
Per questo e' importante - ha scandito - conoscere le note personali di Sciarpelletti, ossia il suo fascicolo servizio, che ci farebbe capire la sua dedizione alla Santa Sede". "Si parla - ha ricordato Benedetti - di favoreggiamento personale e intralcio". "Ma su cosa si forma la prova?
E' solo il convincimento dei giudici. Ma il mio assistito avrebbe messo a repentaglio vent'anni di onorata carriera per un amico a cui e' legato da un rapporto solo superficiale, nel senso del darsi del tu, ma non altro?". "E sarebbe interessante sapere come si e' svolto il ritrovamento della busta. A quanto hanno riferito in istruttoria l'ufficiale della Guardia Svizzera William Kloste e il funzionario della Gendarmeria Gianluca Broccoletti, Sciarpelletti ha avuto un atteggiamento collaborativo. Voglio siano ascoltati dal Tribunale: stiamo parlando di un reato consumato nell'arco di 36 ore e su questo reato ci stiamo limitando alla sommarieta' dei verbali".
Tra le argomentazioni svolte questa mattina dall'avvocato Benedetti, una in particolare riguardava la vicenda del computer di proprieta' della Santa Sede che Paolo Gabriele teneva in casa da 6 anni e che - ha affermato il legale - e' l'unico tra quelli gestiti da Sciarpelletti che mai e' stato sostituito, in quanto il maggiordomo si era sempre rifiutato di cambiare, anche se ormai obsoleto".
Per Benedetti questa sarebbe la prova di "un non intenso rapporto" tra Sciarpelletti e Gabriele, il quale "non vuole che Sciarpelletti gli metta le mani sul pc". "Se ci fosse stata amicizia non sarebbe andata cosi': se c'era questa complicita' cosa sarebbe stato meglio di un nuovo pc piu' efficiente?", si e' chiesto l'avvocato rotale, aggiungendo che andrebbe anche precisato se da parte di Sciarpelletti, verso Gabriele ci fu "favoreggiamento personale o reale" e se inoltre fu detto un falso o solo ci fu una "condotta omissiva".
"A parte il fatto - ha poi aggiunto - che il mio assistito ha collaborato con la giustizia e le 82 casse di documenti trovate in casa di Gabriele rappresentavano gia' la prova del furto, e quindi non si capisce da quale specifica condotta a si fa discendere l'accusa", ha affermato.
Davanti a questi ragionamenti del suo difensore, Sciarpelletti annuiva. Per l'avvocato si tratta di "un elemento di prova, un dettaglio di non poco conto sulla professionalita' di Sciarpelletti che ha potuto dimostrare che in questi anni una sola volta e' intervenuto sul pc per un problema relativo alla stampante". "Tutto questo - ha dichiarato il legale - non e' secondario.
Il mio assistito non ha mai smentito che ci fosse un'amicizia con Gabriele, ma ha detto che non c'e' una grande amicizia". E quindi "del favoreggiamento non ci sarebbe movente". Infatti - secondo l'ipergarantista codice Zanardelli attualmente in vigore in Vaticano - "se manca la convenienza manca il dolo".
Ad un certo punto, pero', il presidente del Tribunale, professor Dalla Torre, si e' stancato di queste reiterazioni ed ha interrotto Benedetti dicendo: "ma il suo assistito ha cambiato tre volte la propria versione dei fatti. Da questo nasce l'accusa". L'avvocato ha risposto che le diverse versioni possono essere spiegate con "lo stato emotivo" nel quale Sciarpelletti era precipitato con la perquisizione e l'arresto del 25 maggio. In realta' agli atti istruttori risulta che l'informatico aveva prima dichiarato di aver ricevuto la busta bianca della Segreetria di Stato con documenti compromettenti prima da Paolo Gabriele e poi da un anonimo monsignore che gli avrebbe chiesto di consegnarla a Gabriele.
Infine Sciarpelletti ha detto di aver segnato lui il nome di Gabriele sulla busta datagli da "Z". All'udienza di oggi, dalla risposta in merito a questi aspetti data in aula dal pm Picardi, e' emerso che nella vicenda della busta contenente mail e un libello contro la Gendarmeria vaticana e il suo comandante Domenico Giani (poi pubblicato nel libro "Sua Santita'" di Gianluigi Nuzzi in un capitolo intitolato "Napoleone in Vaticano") sono stati tirati in ballo dal maggiordomo anche due suoi presunti "amici", gia' citati come possibili "suggestionatori" nel primo processo Vatileaks: Luca Catano, del quale il maggiordomo si fidava credendolo un magistrato italiano, e l'ex compagno di scuola che glielo aveva presentato, tale Enzo Vangeli.
Il pm si e' opposto a che siano ascoltati in aula "perche' sul loro ruolo c'e' una ricerca in corso". E cosi' non compariranno in questo troncone. Se ne riparlera' in un terzo processo Vatileaks, se mai ci sara'.

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Paparatzifan
00lunedì 5 novembre 2012 23:18
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VATICANO: PROCESSO SCIARPELLETTI PROSEGUE SABATO, SI' A ECCEZIONI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 5 nov.

E' stato aggiornato a sabato il processo a Claudio Sciarpelletti, l'informatico della Segereteria di Stato accusato di favoreggiamento nella vicenda Vatileaks.
La difesa aveva chiesto di acquisire tutti gli atti del processo conclusosi il 6 ottobre con la condanna del maggiordomo infedele Paolo Gabriele.
Il giudici, dopo 50 minuti di camera di consiglio, hanno accolto la richiesta e in conseguenza di cio' concesso il rinvio per consentire all'avvocato Gianluca Bendetti di studiare le carte. Altre eccezioni sono state accolte riguardo all'escussione di alcuni testi, che il promotore di giustizia Nicola Picardi riteneva superflua, essendo stati interrogati in Istruttoria.
L'ordinanza letta dal presidente del Tribunale dello Stato Citta' del Vaticano, Giuseppe Dalla Torre, respinge invece la richiesta di nullita' del rinvio a giudizio e "non ammette" nemmeno l'acquisizione delle "evidenze relative al traffico telefonico e alle mail" intercorse tra Paolo Gabriele e Claudio Sciarpelletti, in quanto "da esse non deriverebbero elementi univoci".
Con i testimoni sono stati ammessi anche i quesiti relativi alla "supposta amicizia" tra Paolo Gabriele e l'imputato del processo iniziato oggi.
Quanto al rinvio, il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha tenuto a sottolineare che "il Tribunale ha voluto fosse chiaro che riconosceva alla difesa di Sciarpelletti tutti i diritti e quindi anche i tempi necessari per prepararsi bene.
Il presidente infatti aveva detto che se la difesa avesse ritenuto di andare avanti oggi sarebbe stata una sua libera decisione".

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Paparatzifan
00martedì 6 novembre 2012 22:15
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Morto il Patriarca bulgaro Maxim. Il Papa: ha servito con devozione il Signore e la sua gente

Benedetto XVI ha inviato un telegramma di cordoglio alla Chiesa ortodossa bulgara per la scomparsa avvenuta questa mattina, all’età di 98 anni, di Sua Santità Maxim, Metropolita di Sofia e Patriarca di Bulgaria. “Per molti anni ha servito con devozione Signore e il suo popolo”, scrive il Papa, affermando di condividere il “dolore della Chiesa ortodossa bulgara”. Ricordando anche “la calda ospitalità riservata a Beato Papa Giovanni Paolo II durante la sua visita in Bulgaria nel maggio 2002", Benedetto XVI prosegue ringraziando “il Signore per i buoni rapporti che il Patriarca aveva sviluppato con la Chiesa cattolica in queste terre”. “Spero sinceramente – conclude – che tali buoni rapporti continuino nell’annuncio del Vangelo”.

A dare la notizia della morte di Sua Santità Maxim è stata la televisione nazionale bulgara. Il Patriarca ortodosso si è spento all’ospedale di “Lozinetz” di Sofia, dove era ricoverato da un mese. Era il più anziano Patriarca – sia per età che per durata del suo ministero patriarcale – tra tutti i Primati delle Chiese ortodosse autocefale. L’agenzia Sir ha riferito che i vescovi della Chiesa ortodossa bulgara si sono riuniti oggi in un incontro straordinario del Santo Sinodo per organizzare le esequie. A nome del clero cattolico e dei cattolici bulgari, il presidente della Conferenza episcopale bulgara, mons. Hristo Projkov, ha inviato un telegramma al Santo Sinodo della Chiesa ortodossa bulgara, nel quale esprime “il profondo e sincero cordoglio per la morte beata di Sua Santità il Patriarca Maxim e uniti nel vostro dolore, preghiamo il Signore che accolga la sua anima”.

Il Patriarca Maxim era nato il 29 ottobre 1914 e il 4 luglio del 1971 è stato eletto patriarca di Bulgaria. Ha guidato la Chiesa di Bulgaria durante gran parte del periodo della dittatura comunista e in seguito durante la transizione del Paese verso la democrazia. La Chiesa ortodossa bulgara è una Chiesa autocefala che conta sei milioni e mezzo di fedeli in Bulgaria e circa due milioni di fedeli emigrati nei Paesi europei, nelle Americhe e in Australia. Attualmente, la Chiesa ortodossa bulgara è in comunione con le altre chiese ortodosse ed è riconosciuta sia dal Patriarcato di Mosca che dal Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. (A cura di Alessandro De Carolis e Roberto Piermarini)

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Paparatzifan
00mercoledì 7 novembre 2012 19:51
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PAPA: SENTIAMOCI FRATELLI ANCHE DI COLORO CHE NON CREDONO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 7 nov.

"Sentiamoci fratelli di tutti gli uomini, compagni di viaggio anche di coloro che non credono, di chi e' in ricerca, di chi si lascia interrogare con sincerita' dal dinamismo del proprio desiderio di verita' e di bene". Con questa esortazione rivolta ai 40 mila fedeli presenti oggi in piazza San Pietro, il Papa ha concluso la sua catechesi all'Udienza Generale.
"Preghiamo, in questo Anno della fede - ha aggiunto - perche' Dio mostri il suo volto a tutti coloro che lo cercano con cuore sincero". Secondo Papa Ratzinger, "e' possibile anche nella nostra epoca, apparentemente tanto refrattaria alla dimensione trascendente, aprire un cammino verso l'autentico senso religioso della vita, che mostra come il dono della fede non sia assurdo, non sia irrazionale". Infatti "il desiderio di Dio non e' del tutto scomparso e si affaccia ancora oggi, in molti modi, al cuore dell'uomo. Il desiderio umano tende sempre a determinati beni concreti, spesso tutt'altro che spirituali, e tuttavia si trova di fronte all'interrogativo su che cosa sia davvero il bene, e quindi a confrontarsi con qualcosa che e' altro da sé, che l'uomo non puo' costruire, ma e' chiamato a riconoscere. Che cosa puo' davvero saziare il desiderio dell'uomo?".
Per il Pontefice teologo occrre meditare anche oggi su questo "aspetto affascinante dell'esperienza umana e cristiana: l'uomo porta in se' un misterioso desiderio di Dio", achese tale affermazione "potrebbe invece sembrare una provocazione nell'ambito della cultura occidentale secolarizzata". "Molti nostri contemporanei - ha ammesso - potrebbero infatti obiettare di non avvertire per nulla un tale desiderio di Dio. Per larghi settori della societa' Egli non e' piu' l'atteso, il desiderato, quanto piuttosto una realta' che lascia indifferenti, davanti alla quale non si deve nemmeno fare lo sforzo di pronunciarsi". Per questo l'invito dell'anziano Papa agli uomini del nostro tempo e' stato anche oggi "a tendere, disarmati, verso quel bene che non possiamo costruire o procurarci con le nostre forze; a non lasciarci scoraggiare dalla fatica o dagli ostacoli che vengono dal nostro peccato". "Anche nell'abisso del peccato - ha concluso - non si spegne nell'uomo quella scintilla che gli permette di riconoscere il vero bene, di assaporarlo, e di avviare così un percorso di risalita, al quale Dio, con il dono della sua grazia, non fa mai mancare il suo aiuto. Tutti, del resto, abbiamo bisogno - sono state le parole conclusve di Benedetto XVI - di percorrere un cammino di purificazione e guarigione del desiderio. Siamo pellegrini verso la patria celeste, verso quel bene pieno, eterno, che nulla ci potra' piu' strappare".

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Paparatzifan
00mercoledì 7 novembre 2012 19:52
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PAPA: LUNEDI' VISITA GLI ANZIANI DI SANT'EGIDIO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 7 nov. -


In occasione dell'"Anno Europeo dell'invecchiamento attivo e della solidarieta; fra le generazioni", lunedi' 12 novembre Benedetto XVI si rechera' in visita alla Casa-Famiglia "Viva gli Anziani" della comunita' di Sant'Egidio, in Via Nicola Fabrizi 2, nel quartiere di Trastevere. Ne ha dato notizia la Sala Stampa della Santa Sede precisando che la visita e' prevista alle ore 11 e durera' circa un’ora. (AGi)


Paparatzifan
00mercoledì 7 novembre 2012 20:40
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SIRIA: PAPA, MISSIONE IMPOSSIBILE, SARAH E' IN LIBANO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 7 nov.

Benedetto XVI ha dovuto rinunciare alla sua iniziativa di una missione di pace in Siria, composta da rappresentanti di chiese di tutti i continenti. Ma continua "a seguire con particolare attenzione la tragica situazione di violenza in Siria, dove non cessa il rumore delle armi e aumenta ogni giorno il numero delle vittime e l'immane sofferenza della popolazione in particolare di quanti debbono lasciare le loro case".
"Per manifestare la mia solidarieta' e quella di tutta la Chiesa alla popolazione della Siria e la vicinanza spirituale alle comunita' cristiane era mio desiderio - ha spiegato Papa Ratzinger all'Udienza Generale di oggi - inviare una delegazione di padri sinodali a Damasco.
Purtroppo diverse circostanze e sviluppi non hanno reso possibile l'iniziativa nelle modalita' auspicate percio' ho voluto affidare una missione speciale al cardinale Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, che, da oggi fino al 10 novembre, si trova in Libano dove incontrera' pastori e fedeli delle chiese che sono presenti in Siria, e dove visitera' alcuni rifugiati e presiedera' la riunione del coordinamento di istituzioni caritative cattoliche alle quali la Santa Sede ha chiesto particolare impegno in favore della popolazione siriana sia dentro che fuori paese". "Mentre elevo mia preghiera a Dio - ha poi concluso - rinnovo alle parti in conflitto e quanti hanno a cuore il bene Siria la mia preghiera di non risparmiare alcuno sforzo nella ricerca della pace e perseguire attraverso il dialogo strade che portano a giusta convivenza in vista di un adeguata soluzione politica del conflitto. Dobbiamo fare il possibile perche' un giorno potrebbe essere troppo tardi".
Il cardinale Robert Sarah, ha fatto sapere il portavice vaticano e direttore della Sala Stampa, padre Federico Lombardi, "porta in Siria un'offerta di un milione di dollari che consegnera' nel corso della missione affidatagli dal Papa. Venerdi' prossimo, in particolare, Sarah - accompagnato dalsegretario del Pontificio consiglio Dal Toso e dal segretario generale di Caritas Internationalis Olivier Roy - avra' a Beiruth un "incontro di coordinamento con le agenzie cattoliche che operano in Siria e nei paesi vicini, in particolare in sostegno dei rifugiati". La riunione - ha spiegato Lombardi - "identifichera' le maggiori aree di intervento e concordera' un rafforzato impegno delle istituzioni cattoliche nella regione, per venire incontro alle necessita' dellapopolazione siriana". "A questo scopo - ha concluso Lombardi - sara' devoluta l'annunciata donazione del Sinodo dei vescovi, alla quale il Santo Padre ha voluto aggiungere un suo personale e cospicuo contributo, per un ammontare complessivo di un milione di dollari Usa".
Dall'inizio della crisi siriana la Santa Sede e' intervenuta piu' volte per una soluzione pacifica del conflitto. Il Santo Padre ha chiesto ripetutamente che si interrompesse la spirale della violenza e si promuovesse lastrada del dialogo e della riconciliazione. E il cardinale Sarah, che si trova da oggi in Libano, avra' incontri con i rappresentanti delle Chiese dei diversi riti, in particolare con pastori e fedeli della Chiesa greco-cattolica di Siria e del Libano, e congruppi di rifugiati siriani.

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Paparatzifan
00mercoledì 7 novembre 2012 20:54
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Padre Lombardi: donazione del Papa e del Sinodo in favore della popolazione siriana

Sull’appello del Papa è intervenuto con una nota il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi:

“Dall’inizio della crisi siriana la Santa Sede è intervenuta più volte per una soluzione pacifica del conflitto. Il Santo Padre ha chiesto ripetutamente che si interrompesse la spirale della violenza e si promuovesse la strada del dialogo e della riconciliazione. Nel recente Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione era stata annunciata, per desiderio del Sommo Pontefice, la missione di un gruppo di rappresentanti dei Padri Sinodali, che volevano esprimere la solidarietà del Santo Padre, del Sinodo e di tutta la Chiesa alla popolazione in Siria e desideravano manifestare una commossa vicinanza spirituale alle comunità cristiane del Paese, insieme ad un incoraggiamento a quanti sono impegnati nella ricerca di una soluzione rispettosa dei diritti e dei doveri di tutti. Diverse circostanze e sviluppi non hanno consentito lo svolgimento della missione nelle modalità previste. Pertanto il Santo Padre, animato dal vivo desiderio di dare sollecito seguito all’iniziativa, ha scelto di realizzarla con una missione speciale del cardinale Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum. Al Porporato è stato affidato il compito di manifestare la sentita partecipazione della Santa Sede e di tutta la Chiesa al processo di pacificazione, di esprimere la vicinanza della Chiesa universale alle popolazioni duramente provate e di rafforzare l’impegno umanitario della Chiesa cattolica nella Regione. A tal fine, il cardinale Sarah visita il Libano dal 7 al 10 novembre corrente. Sono previsti incontri con i rappresentanti delle Chiese dei diversi riti, in particolare con pastori e fedeli della Chiesa greco-cattolica di Siria e del Libano, e con gruppi di rifugiati siriani. Il giorno 9 novembre si terrà a Beirut, sotto la direzione di Cor Unum, un incontro di coordinamento con le agenzie cattoliche che operano in Siria e nei Paesi vicini, in particolare a sostegno dei rifugiati. La riunione identificherà le maggiori aree d’intervento e concorderà un rafforzato impegno delle istituzioni cattoliche nella Regione, per venire incontro alle necessità della popolazione siriana. A questo scopo sarà devoluta l’annunciata donazione del Sinodo dei Vescovi, alla quale il Santo Padre ha voluto aggiungere un Suo personale e cospicuo contributo, per un ammontare complessivo di 1 milione di dollari Usa. La Santa Sede confida che detta iniziativa, di natura umanitaria ed ecclesiale, contribuirà ad alleviare la situazione di quanti soffrono per l’attuale crisi e a spingere le parti coinvolte, come pure quanti hanno a cuore il bene della Siria, alla ricerca di una soluzione equa e pacifica del conflitto”.

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Paparatzifan
00mercoledì 7 novembre 2012 20:57
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SIRIA: PAPA, MISSIONE IMPOSSIBILE, SARAH E' IN LIBANO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 7 nov.

Benedetto XVI ha dovuto rinunciare alla sua iniziativa di una missione di pace in Siria, composta da rappresentanti di chiese di tutti i continenti. Ma continua "a seguire con particolare attenzione la tragica situazione di violenza in Siria, dove non cessa il rumore delle armi e aumenta ogni giorno il numero delle vittime e l'immane sofferenza della popolazione in particolare di quanti debbono lasciare le loro case".
"Per manifestare la mia solidarieta' e quella di tutta la Chiesa alla popolazione della Siria e la vicinanza spirituale alle comunita' cristiane era mio desiderio - ha spiegato Papa Ratzinger all'Udienza Generale di oggi - inviare una delegazione di padri sinodali a Damasco.
Purtroppo diverse circostanze e sviluppi non hanno reso possibile l'iniziativa nelle modalita' auspicate percio' ho voluto affidare una missione speciale al cardinale Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, che, da oggi fino al 10 novembre, si trova in Libano dove incontrera' pastori e fedeli delle chiese che sono presenti in Siria, e dove visitera' alcuni rifugiati e presiedera' la riunione del coordinamento di istituzioni caritative cattoliche alle quali la Santa Sede ha chiesto particolare impegno in favore della popolazione siriana sia dentro che fuori paese". "Mentre elevo mia preghiera a Dio - ha poi concluso - rinnovo alle parti in conflitto e quanti hanno a cuore il bene Siria la mia preghiera di non risparmiare alcuno sforzo nella ricerca della pace e perseguire attraverso il dialogo strade che portano a giusta convivenza in vista di un adeguata soluzione politica del conflitto. Dobbiamo fare il possibile perche' un giorno potrebbe essere troppo tardi".
Il cardinale Robert Sarah, ha fatto sapere il portavice vaticano e direttore della Sala Stampa, padre Federico Lombardi, "porta in Siria un'offerta di un milione di dollari che consegnera' nel corso della missione affidatagli dal Papa. Venerdi' prossimo, in particolare, Sarah - accompagnato dalsegretario del Pontificio consiglio Dal Toso e dal segretario generale di Caritas Internationalis Olivier Roy - avra' a Beiruth un "incontro di coordinamento con le agenzie cattoliche che operano in Siria e nei paesi vicini, in particolare in sostegno dei rifugiati". La riunione - ha spiegato Lombardi - "identifichera' le maggiori aree di intervento e concordera' un rafforzato impegno delle istituzioni cattoliche nella regione, per venire incontro alle necessita' dellapopolazione siriana". "A questo scopo - ha concluso Lombardi - sara' devoluta l'annunciata donazione del Sinodo dei vescovi, alla quale il Santo Padre ha voluto aggiungere un suo personale e cospicuo contributo, per un ammontare complessivo di un milione di dollari Usa".
Dall'inizio della crisi siriana la Santa Sede e' intervenuta piu' volte per una soluzione pacifica del conflitto. Il Santo Padre ha chiesto ripetutamente che si interrompesse la spirale della violenza e si promuovesse lastrada del dialogo e della riconciliazione. E il cardinale Sarah, che si trova da oggi in Libano, avra' incontri con i rappresentanti delle Chiese dei diversi riti, in particolare con pastori e fedeli della Chiesa greco-cattolica di Siria e del Libano, e congruppi di rifugiati siriani.

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Paparatzifan
00mercoledì 7 novembre 2012 20:58
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Papa/ Benedetto XVI: Anche nel peccato c'è desiderio di Dio

Aperto alla redenzione anche per chi va in cammini sviati

Città del Vaticano, 7 nov. (TMNews)

Non bisogna "dimenticare" che "il dinamismo del desiderio è sempre aperto alla redenzione. Anche quando esso si inoltra su cammini sviati, quando insegue paradisi artificiali e sembra perdere la capacità di anelare al vero bene".
Lo ha detto il Papa nell'udienza generale in piazza San Pietro.
"Anche nell'abisso del peccato - ha proseguito Benedetto XVI pronunciando una catechesi sul tema della fede a 20mila pellegrini - non si spegne nell'uomo quella scintilla che gli permette di riconoscere il vero bene, di assaporarlo, e di avviare così un percorso di risalita, al quale Dio, con il dono della sua grazia, non fa mai mancare il suo aiuto. Tutti, del resto, abbiamo bisogno di percorrere un cammino di purificazione e guarigione del desiderio. Siamo pellegrini verso la patria celeste, verso quel bene pieno, eterno, che nulla ci potrà più strappare. Non si tratta, dunque, di soffocare il desiderio che è nel cuore dell'uomo, ma di liberarlo, affinché possa raggiungere la sua vera altezza. Quando nel desiderio si apre la finestra verso Dio, questo è già segno della presenza della fede nell'animo, fede che è una grazia di Dio. Sempre sant'Agostino - ha ricordato il Papa - affermava: 'Con l'attesa, Dio allarga il nostro desiderio, col desiderio allarga l'animo e dilatandolo lo rende più capace'".
"L'uomo - ha detto il Papa - porta in sé un misterioso desiderio di Dio. In modo molto significativo, il Catechismo della Chiesa Cattolica si apre proprio con la seguente considerazione: 'Il desiderio di Dio è inscritto nel cuore dell'uomo, perché l'uomo è stato creato da Dio e per Dio; e Dio non cessa di attirare a sé l'uomo e soltanto in Dio l'uomo troverà la verità e la felicità che cerca senza posa'. Una tale affermazione, che anche oggi in molti contesti culturali appare del tutto condivisibile, quasi ovvia, potrebbe invece sembrare una provocazione nell'ambito della cultura occidentale secolarizzata. Molti nostri contemporanei potrebbero infatti obiettare di non avvertire per nulla un tale desiderio di Dio. Per larghi settori della società Egli non è più l'atteso, il desiderato, quanto piuttosto una realtà che lascia indifferenti, davanti alla quale non si deve nemmeno fare lo sforzo di pronunciarsi. In realtà, quello che abbiamo definito come 'desiderio di Dio' non è del tutto scomparso e si affaccia ancora oggi, in molti modi, al cuore dell'uomo.
"Già l'esperienza del desiderio, del 'cuore inquieto' come lo chiamava sant'Agostino, è assai significativa. Essa ci attesta che l'uomo è, nel profondo, un essere religioso", ha detto il Papa.
Il Papa ha però esortato a "imparare o re-imparare il gusto delle gioie autentiche della vita. Non tutte le soddisfazioni producono in noi lo stesso effetto: alcune lasciano una traccia positiva, sono capaci di pacificare l'animo, ci rendono più attivi e generosi. Altre invece, dopo la luce iniziale, sembrano deludere le attese che avevano suscitato e talora lasciano dietro di sé amarezza, insoddisfazione o un senso di vuoto. Educare sin dalla tenera età ad assaporare le gioie vere, in tutti gli ambiti dell'esistenza - la famiglia, l'amicizia, la solidarietà con chi soffre, la rinuncia al proprio io per servire l'altro, l'amore per la conoscenza, per l'arte, per le bellezze della natura -, tutto ciò significa esercitare il gusto interiore e produrre anticorpi efficaci contro la banalizzazione e l'appiattimento oggi diffusi. Anche gli adulti hanno bisogno di riscoprire queste gioie, di desiderare realtà autentiche, purificandosi dalla mediocrità nella quale possono trovarsi invischiati. Diventerà allora più facile lasciar cadere o respingere tutto ciò che, pur apparentemente attrattivo, si rivela invece insipido, fonte di assuefazione e non di libertà. E ciò farà emergere quel desiderio di Dio di cui stiamo parlando".

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Paparatzifan
00mercoledì 7 novembre 2012 22:49
Dal blog di Lella...

Il Papa si congratula con Obama: "altissime responsabilità" di fronte alla nazione e al mondo

Una preghiera a Dio “perché lo assista nelle sue altissime responsabilità di fronte al Paese e alla comunità internazionale”. È quanto scrive Benedetto XVI in un messaggio al rieletto presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Nel testo inviato tramite la nunziatura apostolica a Washington, il Papa prega anche perché “gli ideali di libertà e giustizia che hanno guidato i fondatori degli Stati Uniti d’America continuino a risplendere nel cammino della nazione”. Anche il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha commentato la riconferma del capo della Casa Bianca:

Come tutti sappiamo, il compito del presidente degli Stati Uniti è un compito di immensa responsabilità non solo per il suo grande Paese, ma per tutto il mondo, dato il ruolo degli Stati Uniti sulla scena internazionale. Perciò tutti auguriamo al presidente Obama, riconfermato oggi nella sua funzione dalle elezioni appena compiute, di rispondere alle attese che si rivolgono verso di lui dai suoi concittadini, perché possa servire il diritto e la giustizia per il bene e la crescita di ogni persona, nel rispetto dei valori umani e spirituali essenziali, nella promozione della cultura della vita e della libertà religiosa - da sempre così preziosa nella tradizione del popolo americano e della sua cultura -; perché possa trovare le vie migliori per promuovere il benessere materiale e spirituale di tutti; perché possa promuovere efficacemente lo sviluppo umano integrale, la giustizia e la pace nel mondo.

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Paparatzifan
00mercoledì 7 novembre 2012 22:50
Dal blog di Lella...

PAPA: SERVE UNA NUOVA PEDAGOGIA DEL DESIDERIO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 11 nov.

Per indurre nei giovani "il gusto interiore" e "produrre anticorpi efficaci contro la banalizzazione e l'appiattimento oggi diffusi", occorre "educare sin dalla tenera eta' ad assaporare le gioie vere, in tutti gli ambiti dell'esistenza, la famiglia, l'amicizia, la solidarieta' con chi soffre, la rinuncia al proprio io per servire l'altro, l'amore per la conoscenza, per l'arte, per le bellezze della natura".
Lo propone il Papa, per il quale "sarebbe di grande utilita' promuovere una sorta di pedagogia del desiderio".
Tale pedagogia, ha spiegato ai 40 mila fedeli presenti all'Udienza Generale, "comprende almeno due aspetti. In primo luogo, imparare o re-imparare il gusto delle gioie autentiche della vita.
Non tutte le soddisfazioni producono in noi lo stesso effetto: alcune lasciano una traccia positiva, sono capaci di pacificare l'animo, ci rendono più attivi e generosi. Altre invece, dopo la luce iniziale, sembrano deludere le attese che avevano suscitato e talora lasciano dietro di sé amarezza, insoddisfazione o un senso di vuoto. Diventera' allora piu' facile lasciar cadere o respingere tutto cio' che, pur apparentemente attrattivo, si rivela invece insipido, fonte di assuefazione e non di liberta'. E cio' fara' emergere quel desiderio di Dio di cui stiamo parlando".
Per il Pontefice c'e' poi "un secondo aspetto, che va di pari passo con il precedente, e' il non accontentarsi mai di quanto si e' raggiunto. Proprio le gioie piu' vere sono capaci di liberare in noi quella sana inquietudine che porta ad essere più esigenti, volere un bene più alto, piu' profondo, e insieme a percepire con sempre maggiore chiarezza che nulla di finito puo' colmare il nostro cuore".
"Anche gli adulti - ha poi concluso - hanno bisogno di riscoprire queste gioie, di desiderare realta' autentiche, purificandosi dalla mediocrita' nella quale possono trovarsi invischiati".

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Paparatzifan
00mercoledì 7 novembre 2012 22:52
Dal blog di Lella...

Sarà il Molise a donare quest'anno l'Albero di Natale al Papa

Quest’anno a donare al Papa l’Albero di Natale sarà la comunità molisana di Pescopennataro in provincia di Isernia: sarà installato in Piazza San Pietro accanto al presepe offerto dalla Basilicata. Si tratta di un abete bianco, scelto nella località "Bosco degli Abeti Soprani", misura 24 metri e sarà prelevato dalla sede naturale il prossimo 5 dicembre. E’ un albero che già doveva essere abbattuto: il legno, come ogni anno, verrà donato ad associazioni per la lavorazione a scopi di beneficenza. L'accensione dell’Albero di Natale è programmata per il pomeriggio del 14 dicembre. (Radio Vaticana)


Paparatzifan
00venerdì 9 novembre 2012 21:04
Dal "Corriere della Sera"...

PADRE FEDERICO LOMBARDI: «È POSSIBILE SI COMINCI ENTRO LA FINE DELL’ANNO»

Tutto pronto per il Papa su Twitter

Da mesi è stato aperto e bloccato il nome «@BenedictusPPXVI» ma non è detto sarà quello definitivo

CITTÀ DEL VATICANO - Da anni circolano una quantità di fake improbabili, ovvero falsi profili, ma adesso sta arrivando quello vero: è tutto pronto per il debutto di Benedetto XVI su Twitter. Dal Vaticano non ci sono ancora annunci ufficiali sulla data e padre Federico Lombardi si limita a confermare che «è possibile si cominci entro la fine dell’anno». Del resto la decisione era stata presa a febbraio, il pontefice ha già dato il suo assenso e «naturalmente sarà lui ad approvare ogni messaggio», aveva spiegato l’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali.

IL PROFILO - L’indirizzo twitter del Papa non è ancora pubblico. Del resto molte variazioni intorno ai nomi Benedetto XVI e Ratzinger sono già occupate da fake e blog vari. Ad ogni buon conto, da mesi Oltretevere è stato aperto e bloccato il nome «@BenedictusPPXVI», anche se non c’è ancora conferma che alla fine sarà scelto quello. Nel frattempo il consiglio per le Comunicazioni sociali aveva già creato l’indirizzo, non personale, «@Pope2YouVatican».
I MESSAGGI - Non che a Benedetto XVI, a 85 anni e mezzo, tocchi cominciare a «twittare» di persona. Una volta, in realtà, lo ha fatto per lanciare il portale del Vaticano, nel giugno 2011 sfiorò un tablet che gli avevano posato sulla scrivania per inviare il primo «tweet» mai spedito da un Papa: «Cari amici, ho appena dato l’avvio a www.news.va. Sia lodato Gesù Cristo! Con le mie preghiere e la mia benedizione, Benedictus XVI». Ma il pontefice non usa il computer e scrive i suoi libri a mano: per la precisione, usando una matita. L’idea, piuttosto, è di diffondere attraverso Ttwitter pensieri tratti dagli Angelus e dai suoi interventi più importanti. Dopo avere ottenuto, chiaro, il nulla osta del Santo Padre.

Gian Guido Vecchi
@gvecchi


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