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Paparatzifan
00martedì 4 dicembre 2012 00:35
Dal blog di Lella...

PAPA: ESTENDERE IL REGNO DI AMORE, GIUSTIZIA E PACE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 2 dic.

"Dio che viene non ci trovi chiusi o distratti, ma possa, in ognuno di noi, estendere un po' il suo regno di amore, di giustizia e di pace".
Lo ha detto il Papa commentando all'Angelus di oggi l'inizio - con la prima domenica di Avvento - del nuovo Anno liturgico, "un cammino che viene ulteriormente arricchito dall’Anno della fede, a 50 anni dall’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II".
"La parola avvento significa venuta o presenza", ha ricordato Benedetto XVI, ricordando che "nel mondo antico indicava la visita del re o dell'imperatore in una provincia; nel linguaggio cristiano e' riferita alla venuta di Dio, alla sua presenza nel mondo".
"Il disegno di salvezza di Dio, che e' sempre in atto, richiede continuamente - ha spiegato - la libera adesione e collaborazione dell'uomo".
"In mezzo agli sconvolgimenti del mondo, o ai deserti dell'indifferenza e del materialismo, i cristiani - ha auspicato il Pontefice - accolgono da Dio la salvezza e la testimoniano con un diverso modo di vivere, come una citta' posta sopra un monte".
La comunita' dei credenti, dunque, ha concluso, sia "segno dell'amore di Dio, della sua giustizia che e' gia' presente nella storia ma che non e' ancora pienamente realizzata, e pertanto va sempre attesa, invocata, ricercata con pazienza e coraggio".

© Copyright (AGI)

PAPA: SOBRIETA' E PREGHIERA DEBBONO CARATTERIZZARE LA CHIESA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 2 dic.

"Un'attesa fatta di speranza vigilante e operosa", ha scandito Joseph Ratzinger citando l'invito dell'apostolo Paolo a "crescere e sovrabbondare nell'amore tra noi e verso tutti, per rendere saldi i nostri cuori e irreprensibili nella santita'".
Il Papa teologo ha poi ricordato che non sappiamo quanto durera' il tempo iniziato con l'Incarnazione e che terminera' con il ritorno glorioso del Signore alla fine dei tempi", ma "prima della fine, bisogna che tutti i suoi nemici siano posti sotto i suoi piedi".
I due momenti, ha osservato, "cronologicamente sono distanti, e non ci e' dato sapere quanto, ma - ha concluso - in profondita' si toccano, perche' con la sua morte e risurrezione Gesu' ha gia' realizzato quella trasformazione dell'uomo e del cosmo che e' la meta finale della Creazione".
Con un documento pubblicato ieri in forma di motu proprio, Benedetto XVI ha riproposto il tema della sobrieta' come stile della Chiesa richiamando le responsabilita' dei vescovi in ordine alle attivita' caritative della Chiesa: ha raccomandato in particolare vigilanza sulla provenienza e gestione dei fondi e sobrieta' negli apparati. Il vescovo deve anche verificare la coerenza delle attivita' con l'insegnamento della Chiesa.

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00martedì 4 dicembre 2012 00:39
Dal blog di Lella...

PAPA: QUELLO DI DOMANI NON SARA' IL PRIMO TWEET

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 2 dic.

C'e' grande attesa per la presentazione domani alla stampa dell'account di Benedetto XVI su Twitter, dove non potra' oltrepassare, come tutti, i 140 caratteri. Per l'evento si sono mobilitati il capo del dicastero per le comunicazioni sociali, arcivescovo Claudio Maria Celli, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, della Radio Vaticana e del Centro Televisivo, padre Federico Lombardi, quello dell'Osservatore Romano, professor Giovanni Maria Vian, e l'advisor della Segreteria di Stato, Greg Burke. Ma il primo tweet di Benedetto XVI in realta' - ricorda il giornalista Francesco Antonio Grana nel suo nuovo libro 'Il tweet del Papa', edito da L'Orientale Editrice - e' datato 28 giugno 2011, quando il Papa cliccando su un iPad, ha dato l'avvio al nuovo portale della Santa Sede che comprende tutti i media vaticani (www.news.va).
Grana racconta nel libro tanti gustosi episodi che hanno caratterizzato la storia della comunicazione ecclesiale attraverso i documenti del magistero dei Pontefici, da Pio XI a Benedetto XVI, la vita dei media vaticani, con una fotografia della Sala Stampa della Santa Sede e i blog dei vaticanisti. Si parte dal "Il primo Papa a comparire davanti a una cinepresa - scrive Grana - fu il Pontefice della "Rerum novarum", Leone XIII, che si lascio' filmare nei giardini vaticani da un operatore dei fratelli Lumiere nel 1896. Papa Pio XI si misuro' con il fenomeno dilagante del cinema dedicandogli la lettera enciclica "Vigilanti cura" nel 1936. Il suo successore, Pio XII, aveva gia' compreso appieno le grandi potenzialita' dei nuovi mezzi di comunicazione di massa.
"Santita' finga di pregare", disse a Giovanni XXIII il cineoperatore del tg unico della Rai, Giulio Giandinoto, durante le riprese del documentario su "La giornata del Papa". Papa Pacelli, infatti, usava continuamente i radiomessaggi, compariva nei cinegiornali e nel 1942 giro' perfino un film su se stesso intitolato "Pastor angelicus". La comunicazione della Chiesa - sottolinea Grana - rispetto ai problemi di salute dei successori di Pietro e' profondamente cambiata in questo ultimo quarto di secolo. Se all'inizio del Novecento la malattia e la morte di un Papa erano circondate da impenetrabili silenzi, con Giovanni Paolo II il mondo e' stato informato in tempo reale delle condizioni di salute del Pontefice, a volte dalla voce dello stesso malato. Di Karol Wojtyla i media hanno registrato l'intero progredire della malattia sul suo corpo, dal tremolio della mano, iniziato nel 1992, fino all’impossibilita' di camminare e poi di parlare nei suoi ultimi giorni di vita". "Papa Giovanni Paolo II - sottolinea Paola Saluzzi nella prefazione - invio' la prima mail papale. Twitter arriva non troppo tempo dopo. E l'entusiasmo di giovani di fede e di talento si scatena. E c'e' chi, tra loro, ha il compito di raccontare".
Nel volume di Grana anche le parole profetiche del cardinale Carlo Maria Martini sulla comunicazione condensate dal porporato ambrosiano nella storica lettera pastorale "Il lembo del mantello". In straordinaria sintonia con quest'ultimo Benedetto XVI, per il quale "i media portano nel mondo quello che facciamo e quello che diciamo: cosa saremmo senza il loro servizio?".


Paparatzifan
00martedì 4 dicembre 2012 00:59
Dal blog di Lella...

Vaticano: arriva la app del papa per smartphone e un ebook per Anno fede

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 3 dic

Le iniziative digitali del Vaticano non si limitano al lancio dell'account twitter di papa Benedetto XVI. Il presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, mons. Claudio Maria Celli, ha spiegato oggi durante una conferenza stampa in Vaticano che sta per arrivare una app papale per iPhone e iPad. La app, chiamata semplicemente ''The Pope'', verra' presentata alla Apple la prossima settimana per approvazione, sara' gratuita e dovrebbe essere disponibile al pubblico entro fine anno. E' in preparazione anche una versione per gli smartphone Android. La app permettera' di seguire in diretta i discorsi e le omelie del papa, di vedere in tempo reale cosa accade Oltretevere grazie ad una serie di webcam, di venire notificati delle attivita' del papa e integrera' al suo interno i vari organi di informazione vaticana come la Radio Vaticana (che ha gia' le sue app per iPhone e Android) e il portale news.va.
Celli ha anche annunciato una serie di sei ebook per l'Anno delle fede. ''Abbiamo gia' chiesto alla conferenze episcopali di mandarci documenti scritti, video e audio sulle celebrazioni di quest'anno. Un volume sara' dedicati ai testi del papa, mentre gli altri raccoglieranno le attivita' delle Chiese dei cinque Continenti''.

© Copyright ASCA


Paparatzifan
00martedì 4 dicembre 2012 01:11
Dal blog di Lella...

PAPA: L'IDEA DELL'AUTORITA' MONDIALE NON E' STATA BEN COMPRESA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 3 dic.

Benedetto XVI torna a proporre l'idea (lanciata per primo oltre 50 anni fa da Pio XII) di un'Autorita' Mondiale che con la sua azione slegata da interessi particolari favorisca la pace e la giustizia, difendendo i diritti dei piu' deboli.
Un'idea che non e' stata forse ben compresa nemmeno nella Chiesa (e in effetti due anni fa un documento vaticano in materia aveva suscitato una levata di scudi anche nella Curia Romana). "Non si dovrebbe immaginare - spiega il Papa nel discorso rivolto al Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace, che a causa di quel documento ricevette parecchie autorevoli critiche - un superpotere, concentrato nelle mani di pochi che dominerebbe su tutti i popoli, sfruttando i piu' deboli".
"Qualunque autorita' - ricorda infatti Papa Ratzinger - deve essere intesa, anzitutto, come forza morale, facolta' di influire secondo ragione, ossia come autorita' partecipata, limitata per competenza e dal diritto". D'altra parte, per il Pontefice "la Chiesa non ha certo il compito di suggerire, dal punto di vista giuridico e politico, la configurazione concreta di un tale ordinamento internazionale, ma offre a chi ne ha la responsabilita' quei principi di riflessione, criteri di giudizio e orientamenti pratici che possano garantirne l'intelaiatura antropologica ed etica attorno al bene comune". A dettare l'urgenza di una tale innovazione, che sarebbe in effetti un salto di qualita' delle competenze e dell'azione dell'attuale Onu, e' per il Papa la situazione di evidente ingiustiza che penalizza grande parte dell'umanita'.

© Copyright (AGI)

CRISI: PAPA, PERSONA NON PUO' ESSERE DEGRADATA A CAPITALE UMANO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 3 dic.

"L'obiettivo dell'accesso al lavoro per tutti e' sempre prioritario, anche nei periodi di recessione economica". Lo afferma il Papa, per il quale troppo spesso "l'uomo d'oggi e' considerato in chiave prevalentemente biologica o come 'capitale umano', 'risorsa', parte di un ingranaggio produttivo e finanziario che lo sovrasta". "Sebbene la difesa dei diritti abbia fatto grandi progressi nel nostro tempo, la cultura odierna, caratterizzata tra l'altro da un individualismo utilitarista e un economicismo tecnocratico, tende - rileva Ratzinger - a svalutare la persona".
Di fatto nel nostro tempo, afferma Benedetto XVI nel discorso rivolto al Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, "la persona viene concepita come un essere 'fluido', senza consistenza permanente". E' questo in definitiva il risultato di una secolarizzazione forzata che ha reso l'uomo "indifferente rispetto al rapporto costitutivo del suo essere, che e' la radice di tutti gli altri rapporti, quello con Dio" a causa di cio'". Dunque, "nonostante sia immerso in una rete infinita di relazioni e di comunicazioni", ognuno di noi "paradossalmente appare spesso un essere isolato". E mentre "si continua a proclamare la dignita' della persona", in realta' avanzano "nuove ideologie, come quella edonistica ed egoistica dei diritti sessuali e riproduttivi o quella di un capitalismo finanziario sregolato che prevarica sulla politica e destruttura l'economia reale". Per questo, in sostanza, "il lavoratore dipendente e il suo lavoro" vengono considerati solo "come beni 'minori'" e si continua "a minare i fondamenti naturali della societa', specialmente la famiglia". Per il cristianesimo, invece, "il lavoro e' un bene fondamentale per l'uomo, in vista della sua personalizzazione, della sua socializzazione, della formazione di una famiglia, dell'apporto al bene comune e alla pace".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00martedì 4 dicembre 2012 01:18
Da "Il circo.it"...

domenica, dicembre 2nd, 2012

Ecco perché il Papa ama il circo

Ognuno dei circa 8 mila partecipanti alla Udienza dello spettacolo viaggiante con Papa Benedetto sarà sicuramente tornato a casa dalla indimenticabile giornata di ieri con qualcosa di personale da conservare gelosamente. Immagini, ricordi, sensazioni, parole, volti, colori, musiche… La festa che ha trasformato l’austera Aula Paolo IV in un grandissimo e incontenibile circo, arricchito per una volta dalla creatività di tutte le componenti della gente del viaggio, è stata una esplosione di freschezza, vitalità, arte, allegria allo stato puro. In particolare non si possono non citare le bande e i gruppi folcloristici provenienti da tutta Italia, che hanno colorato e animato prima la sfilata da Castel Sant’Angelo a San Pietro, e poi all’interno, nell’attesa del Papa e davanti al successore di Pietro, fino all’inno nazionale suonato al termine e cantato da tutti i presenti. Una giornata memorabile, che ha avuto alcuni momenti da fissare nella memoria.
Cominciamo a farlo, ancora a caldo, ma senza pretesa di completezza.
Che Benedetto XVI fosse un amante degli animali era abbastanza risaputo. Si dice che fin quando ha potuto si sia circondato di gatti. Ogni volta che in Vaticano un circo gli ha fatto accarezzare un cucciolo di qualche esemplare nato in cattività sotto ad uno dei tanti tendoni che registrano di frequente questi eventi, sul suo volto si è stampato un grande sorriso. Prima di ieri, ad esempio, era nota la fotografia di Benedetto che apre le braccia mentre si avvicina al leoncino tenuto in braccio da Martin Lacey durante l’incontro col Papa del circo Medrano (l’immagine da qualche giorno fa da sfondo alla nostra home page).


Il veterinario Salvo di Maria tiene in braccio il leoncino subito dopo l'udienza del Papa (foto Circo.it)
Ma ieri il pontefice ha fatto molto di più. Per diversi minuti si è messo a giocare con i due leoncini (uno bianco) che gli sono stati avvicinati da Elisabetta Bizzarro e Manuel Farina. Divertito e coinvolto, li ha più volte accarezzati, guardati e forse volentieri avrebbe preso in braccio il più piccolo e tranquillo, un vero gattone. E poi quando Manuel ha messo a terra il suo, probabilmente pensando che era venuto il momento di andarsene, il Papa si è chinato sul cucciolo e ha continuato ad accarezzarlo, come per dire: lasciateli ancora un po’ qui.
Il Papa ama gli animali ma ama anche il circo, che con gli animali da secoli convive, tanto da far dire ad un alto prelato e raffinato intellettuale come il card. Gianfranco Ravasi, che nel circo si prefigura qualcosa che fa assaporare l’armonia paradisiaca: “Il lupo dimorerà insieme con l’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; la vacca e l’orsa pascoleranno insieme; il leone si ciberà di paglia, come il bue; il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi“. Ecco, il circo rappresenta quasi questa armonia paradisiaca e quanto avviene nel circo non è frutto di imposizione ma di armonia”.
Il Papa ha fatto ieri nel suo discorso alcune affermazioni che suonano come un chiaro messaggio ai circensi e a tutta la grande famiglia del circo e dello spettacolo viaggiante, ma anche a quanti con queste realtà vengono ogni giorno a contatto.


Voi sapete stupire e suscitare meraviglia

La prima: “L’allegria degli spettacoli, la gioia ricreativa del gioco, la grazia delle coreografie, il ritmo della musica costituiscono proprio una via immediata di comunicazione per mettersi in dialogo con i piccoli e con i grandi, suscitando sentimenti di serenità, di gioia, di concordia. Con la varietà delle vostre professioni e l’originalità delle esibizioni, voi sapete stupire e suscitare meraviglia, offrire occasioni di festa e di sano divertimento”.

Accoglienza e ospitalità vi sono proprie

La seconda: “Nel vostro ambiente si conserva vivo il dialogo tra le generazioni, il senso dell’amicizia, il gusto del lavoro di squadra. Accoglienza e ospitalità vi sono proprie, così come l’attenzione a dare risposta ai desideri più autentici, soprattutto delle giovani generazioni”.

Sacrificio e coraggio, virtù che la società odierna non sempre apprezza

La terza: “I vostri mestieri richiedono rinuncia e sacrificio, responsabilità e perseveranza, coraggio e generosità: virtù che la società odierna non sempre apprezza, ma che hanno contribuito a formare, nella vostra grande famiglia, intere generazioni”.

Le Amministrazioni riconoscano la funzione sociale e culturale dello spettacolo viaggiante

La quarta: “Conosco anche i numerosi problemi legati alla vostra condizione itinerante, quali l’istruzione dei figli, la ricerca di luoghi adatti per gli spettacoli, le autorizzazioni per le rappresentazioni e i permessi di soggiorno per gli stranieri. Mentre auspico che le Amministrazioni pubbliche, riconoscendo la funzione sociale e culturale dello spettacolo viaggiante, si impegnino per la tutela della vostra categoria, incoraggio sia voi sia la società civile a superare ogni pregiudizio e ricercare sempre un buon inserimento nelle realtà locali”.

La chiesa è pellegrina come voi

La quinta: “la Chiesa si rallegra per l’impegno che dimostrate ed apprezza la fedeltà alle tradizioni, di cui a ragione andate fieri. Essa stessa che è pellegrina, come voi, in questo mondo, vi invita a partecipare alla sua missione divina attraverso il vostro lavoro quotidiano”.


Paparatzifan
00martedì 4 dicembre 2012 01:22
Dal blog di Lella...

PAPA: LOMBARDI, LANCERA' PRIMO TWEET DURANTE UDIENZA GENERALE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 3 dic.

"Mercoledi' 12 dicembre, il Papa lancera' in diretta durante l'Udienza Generale il suo primo tweet".
Lo ha annunciato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi.

© Copyright (AGI)

PAPA: SU TWITTER DAL 12/12, ACCOUNT SARA' "@PONTIFEX"

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 3 dic.

L'account ufficiale del Papa su Twitter sara' "@pontifex".
Lo rende noto un comunicato vaticano. "Benedetto XVI - si legge - lancera' i primi tweet il 12 dicembre, festa di Nostra Signora di Guadalupe. Inizialmente i tweet saranno pubblicati in occasione dell'udienza generale del mercoledi', ma in seguito potrebbero avere una frequenza maggiore.
I primi tweet risponderanno alle domande indirizzate al Papa su questioni relative alla vita di fede. Le domande possono essere inviate fino al 12 dicembre a #askpontifex".
"La presenza del Papa su Twitter - sottolinea la nota diffusa oggi - e' un'espressione concreta della sua convinzione che la Chiesa deve essere presente nel mondo digitale". L'iniziativa, sottolinea il testo, "puo' essere vista come la punta di quell'iceberg che e' la presenza della Chiesa nel mondo dei nuovi media. La Chiesa e' gia' presente in maniera abbondante in questo ambiente - esiste una vasta gamma di iniziative, dai siti internet ufficiali di varie istituzioni e comunita', ai siti personali, blogs e micro-blogs di personalita' del mondo ecclesiale e di singoli credenti". E di certo i "tweets" del Papa "saranno disponibili a credenti e non credenti per condividere, discutere e incoraggiare il dialogo". L'auspicio dei suoi collaboratori che gestiranno l'account e' che "i brevi messaggi del Papa, e i messaggi piu' completi che essi cercheranno di portare in se', sollevino domande per gente di differenti Paesi, lingue e culture". "In aggiunta all'impegno diretto con le domande, i dibattiti e le discussioni tra le persone che sono facilitate dai nuovi media, la Chiesa - conclude la nota - riconosce la loro importanza quale ambiente che permette di insegnare la verita' che il Signore ha trasmesso alla sua Chiesa, e al tempo stesso di ascoltare gli altri, di apprendere cio' che sta loro a cuore e le loro preoccupazioni, di comprendere chi essi sono e cosa stanno cercando".

© Copyright (AGI)

PAPA: SU TWITTER ANCHE IN ARABO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 3 dic.

I tweet di Benedetto XVI saranno inviati dall'account "@pontifex" in spagnolo, italiano, portoghese, tedesco, polacco, arabo e francese. Lo precisa una nota vaticana.
"Altre lingue - avverte il comunicato diffuso alle 12 di oggi - potrebbero essere aggiunte in seguito".
L'account principale di Bendetto XVI, ovviamente, sara' invece in inglese, mentre per raggiungere le altre lingue dovra' essere aggiunto a "@pontifex" un trattino basso e poi il nome della lingua desiderata, ad esempio "@pontifex_italiano".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00martedì 4 dicembre 2012 01:24
Dal blog di Lella...

PAPA: SU TWITTER ANCHE PER INCORAGGIARE I BLOGGER CATTOLICI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 3 dic.

Sono sempre di piu' i cattolici che comunicano la loro esperienza di fede su Internet, con loro blog o attraverso i social network.
"La presenza del Papa su Twitter - afferma una nota vaticana diffusa oggi - e' in definitiva un appoggio agli sforzi di questi pionieri di assicurare che la buona notizia di Gesu' Cristo e l'insegnamento della sua Chiesa possano permeare quel luogo pubblico di scambio e di dialogo che e' stato creato dai social media".
Ovviamente, poi, "la presenza del Papa vuole essere un incoraggiamento a tutte le istituzioni ecclesiali e ai credenti a porre attenzione nello sviluppare un profilo appropriato per se' e per le proprie convinzioni nel continente digitale", ma, sottolinea il comunicato di oggi, la scelta di aver progettato "il canale di Twitter del Papa secondo un formato di domanda e risposta" rappresenta "un'indicazione dell'importanza che la Chiesa attribuisce all'ascolto ed e' una prova della sua costante attenzione alle conversazioni, ai commenti e ai trend che esprimono in maniera cosi' spontanea ed insistente preoccupazioni e speranze delle persone".
"Parte della sfida per la Chiesa nel mondo dei nuovi media - infatti - e' stabilire una presenza ramificata, capillare, che possa effettivamente misurarsi con i dibattiti, le discussioni e i dialoghi che sono veicolati dai social media, che richiedono repliche dirette, personali e puntuali, di un tipo non facile da raggiungere da parte di istituzioni centralizzate.
Per di piu', una tale presenza ramificata o capillare riflette la verita' della Chiesa come comunita' di comunita', che e' viva sia sul piano locale che su quello universale". "La presenza del Papa su Twitter rappresentera' - dunque - la sua voce come voce di unita' e di guida per la Chiesa, ma costituira' anche un pressante invito a tutti i credenti ad esprimere le loro 'voci', a coinvolgere i propri rispettivi 'followers' e 'amici' e a condividere con loro la speranza di un Vangelo che parla dell'incondizionato amore di Dio per ogni uomo e donna".

© Copyright (AGI)

PAPA: SU TWITTER NESSUN FOLLOWING MA R.VATICANA 130MILA FOLLOWER


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 3 dic.

Nessun following per l'account "@pontifex".
"Il Papa - spiega Greg Burke, advisor della comunicazione del Segreteria di Stato - non seguira' nessuno, si puo' capire perche', naturalmente ci sarebbero candidati eccellenti, per esempio gli eminentissimi cardinali, ma poi ci si chiederebbe perche' non gli arcivescovi e cosi' via. E allora per adesso e' meglio che non segua nessuno".
Quanto ai follower si vedra', ma un dato fa ben sperare: "a seguire i tweet della Radio Vaticana sono 100 mila in inglese e 30 mila in spagnolo", rivela il portavoce del Papa e direttore dell'emittente, padre Federico Lombardi, nella conferenza stampa di oggi. Il gesuita spiega anche che tra le lingue dei tweet papali manca il cinese perche' in Cina "Twitter come lo conosciamo noi non e' fruibile".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00martedì 4 dicembre 2012 02:47
Dal blog di Lella...

PAPA: OLTRE 180MILA FOLLOWER IN SETTE ORE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 3 dic.

Sono oltre 180 mila, alle 19 di oggi, i 180 mila i "follower" dell'account ufficiale di Papa Benedetto su Twitter. "@pontifex" e' attivo dalle 12 di oggi, mentre il primo tweet sara' inviato dal Papa durante l'Udienza Generale del 12 dicembre.
Tutte le frasi che andranno su Twitter saranno tratte dalle catechesi, omelie e encicliche di Benedetto XVI. "Non gli metteremo parole non sue in bocca", ha assicurato Greg Burke, advisor della Segreteria di Stato per la comunicazione.

© Copyright (AGI)

PAPA: VIAN, ARRIVA SU TWITTER CON FRATERNITA' E UMILTA'


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 3 dic.

Per l'esordio sul social network Twitter del primo Papa eletto nel nuovo millennio vale quanto affermato da Paolo VI prendendo la parola il 4 ottobre 1965 all'Onu: "noi celebriamo qui l'epilogo di un faticoso pellegrinaggio in cerca di un colloquio con il mondo intero". Lo ha sottolineato il direttore dell'Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian. In quell'occasione, ha ricordato il professor Vian, Papa Montini esordi' "con grande semplicita'" rivolgendosi umilmente ai rappresentanti di tutti i popoli della Terra riuniti al Palazzo di Vetro: "voi - disse - avete davanti a voi un uomo come voi".
"Questo stesso spirito di umilta' e fraternita' - ha sottolineato il direttore dell'Osservatore Romano a margine della conferenza stampa di oggi - anima Joseph Ratzinger-Benedetto XVI in tutte le sue iniziative: lo si vede nei suoi gesti, lo si ascolta nei suoi discorsi, lo si legge nei suoi libri e nelle encicliche, lo si constatera' su Twitter".
Secondo il direttore dell'Osservatore, "un testo adattissimo a Twitter e' l'invito del Vangelo di Matteo: 'quello che ascoltate nell'orecchio annunciatelo dai tetti'". Tra le frasi emblematiche della visione cattolica, che sembrano nate per Twitter, Vian ha citato anche l'accorata invocazione di Pio XII "con la guerra tutto e' perduto", e la constatazione montiniana sul fatto che "le armi prima che produrre vittime generano cattivi sogni". Ma esempi non mancano anche nella storia del pontificato wojtyliano, che appena eletto grido' al mondo "non abbiate paura!".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00mercoledì 5 dicembre 2012 02:04
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Cosa spinge il Papa a «sbarcare» su un social media come Twitter?

Cosa spinge il Papa a «sbarcare» su un social media come Twitter?
L'ha spiegato l'arcivescovo Claudio M. Celli, presidente del Pontificio consiglio delle Comunicazioni sociali presentando l'account di Benedetto XVI che lancerà il primo «cinguettio» il 12 dicembre, festa della Madonna di Guadalupe, durante l'udienza del mercoledì: «Il desiderio del Papa è di colloquiare con gli uomini e le donne di oggi, di incontrarli lì dove si trovano, con un atteggiamento di dialogo rispettoso nei confronti delle loro verità».
A dirla tutta, molti non mostrano la stessa apertura mentale dell'anziano pontefice: sono già decine i «tweet» che ironizzano sull'iniziativa di Benedetto XVI, spingendosi fino all'insulto e alla bestemmia. Ma evidentemente questo non ha scoraggiato né il Papa né i suoi collaboratori che sono convinti dell'opportunità offerta dalle nuove tecnologie per diffondere il messaggio della Chiesa. È ovvio, infatti, che i tweet del Papa non riguarderanno la sua vita privata ma saranno diffusi in spirito di servizio Possibile in appena 140 caratteri, come impone l'inflessibile legge di Twitter? «Certo, è una sfida - ha spiegato ancora mons. Celli - Ma nella essenzialità di brevi messaggi, non più lunghi di un versetto del Vangelo, si possono esprimere pensieri profondi se ciascuno coltiva la propria interiorità. Sono scintille di verità - ha detto l'arcivescovo - pillole di saggezza che il Papa lascia nel cammino di ricerca di uomini e donne». Quanto sia importante per la Chiesa essere presente sui moderni media, aspetto dibattuto anche nel recente Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione, lo dimostrano i numeri. Nel mondo ci sono 500 milioni di account Twitter, 140 milioni lo usano attivamente.
Di questi, il 40% sono giovani tra i 18 e i 34 anni. Quindi, come ha spiegato Greg Burke, da qualche mese «media adviser» della Segreteria di Stato, «sarebbe sorprendente se il Papa non fosse su Twitter. I social media sono il nuovo mercato delle idee e la Chiesa deve esserci». Per ora l'account sarà in sette lingue, compreso l'arabo. Per l'italiano la sigla sarà @pontifex–it. E se la versione inglese ieri era già oltre quota 100.000 followers, per l'italiano erano circa 10.000.
I primi tweet di Benedetto XVI saranno risposte alle domande sulla fede che sarà possibile inviare fino al 12 dicembre a #askpontifex. Inizialmente i tweet saranno lanciati in occasione delle udienze del mercoledì ma in seguito è previsto sia l'ampliamento delle lingue che degli eventi (ad esempio l'Angelus domenicale) in cui saranno pubblicati. Al momento non è previsto il cinese perché Twitter in Cina non funziona. La Radio Vaticana sta sperimentando un altro sistema per rivolgersi a quel Paese. Ma non c'è solo Twitter nell'orizzonte multimediale della Chiesa. Sta per arrivare un'applicazione «papale» per iPhone e iPad, che da gennaio sarà disponibile anche per tablet e smartphone che utilizzano il sistema Android. L'app permetterà di seguire in diretta i discorsi del Pontefice e di essere aggiornati su attività e incontri di Benedetto XVI. Mons. Celli ha anche annunciato una serie di sei ebook per l'Anno delle fede. «Abbiamo già chiesto alla conferenze episcopali di mandarci documenti scritti e video sulle celebrazioni- Un volume sarà dedicato ai testi del Papa, gli altri alle attività delle Chiese dei cinque continenti».

© Copyright Il Tempo, 4 dicembre 2012




Paparatzifan
00mercoledì 5 dicembre 2012 02:12
Dal blog di Lella...

Papa su twitter, 500 mila follower

(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO - A 24 ore dal lancio del nuovo account di Benedetto XVI su Twitter, il Papa ha gia' raggiunto quota mezzo milione di follower. La versione inglese, quella principale, e' seguita da oltre 350 mila utenti, quella italiana, da circa 30 mila. Le lingue in cui e' possibile seguire Ratzinger su Twitter sono otto: inglese, italiano, spagnolo, francese, portoghese, polacco, tedesco e arabo. (Ansa)


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Paparatzifan
00mercoledì 5 dicembre 2012 02:25
Dal blog di Lella...

Papa/ Account su Twitter sfonda 500mila follower in un giorno

Tra gli auguri, un 'tweet' del presidente israeliano Shimon Peres

Città del Vaticano, 4 dic. (TMNews)

In ventiquattro ore dal lancio dell'account del Papa su Twitter, il numero di 'follower' sfonda quota 500mila. L'account principale, @pontifex, in inglese, ha questo pomeriggio oltre 365mila seguaci.
Benedetto XVI ha poi quasi 10mila 'follower' in tedesco, oltre 33mila in italiano, oltre 87mila in spagnolo, oltre 14mila in portoghese, quasi 4mila in polacco, oltre 7mila in francese, oltre 3mila in arabo.
Continuano intanto i segnali di benvenuto al Papa. L'ambasciata di Israele presso la Santa Sede, ad esempio, informa in una nota che con uno 'special tweet', il presidente israeliano Shimon Peres ha salutato così Benedetto XVI: "Sua Santità, benvenuto su Twitter. Le nostre relazioni con il Vaticano sono al loro meglio e possono formare una base per ulteriore pace ovunque".
Il capo di Stato israeliano ha ricevuto stamane cinque nuovi ambasciatori, tra i quali il nuovo nunzio apostolico in Israele, mons. Giuseppe Lazzarotto, al quale ha confermato la "buona volontà" nelle relazioni tra Israele e la Santa Sede.

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Paparatzifan
00giovedì 6 dicembre 2012 02:26
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Dopo la radio, la tv e il web viene benedetto un altro strumento di comunicazione

Adesso anche il Papa si mette a cinguettare, con Twitter

di Gianfranco Morra

Ormai è cosa fatta: il 12 prossimo anche il Papa entra in twitter. Niente di strano, anzi. La Chiesa dura da due millenni perché ha sempre saputo adattarsi ai mutamenti epocali, conservando intatta (o quasi) la sua tradizione. Nova et vetera. Era naturale che si aprisse ai nuovi media: Pio XI lo fece con la radio (1931), Giovanni Paolo II con la Tv (1983), ora Benedetto XVI con twitter.
A domanda, risponde. E non solo, ma il Vaticano avrà anche un app per smartphone: tutto il Papa, minuto per minuto. E la notizia è stata accolta con entusiasmo: sono giunti centinaia di migliaia di messaggi da tutto il mondo. Se lo fanno Obama e Putin, perché non deve farlo anche il papa? Se i followers di twitter sono nel mondo più di 500 milioni, la Chiesa non può trascurarli.
Anche perché papa Ratzinger è l'uomo adatto per twitter. La sua mente filosofica si esprime con un linguaggio denso ed essenziale, non avrà alcuna difficoltà ad accettare il «capestro» dei 140 caratteri. Che sono, del resto la lunghezza media dei versetti biblici: «Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me» (appunto 140, un preciso «twoost»!).
Ma che cosa diventerà il messaggio religioso su twitter? Che cosa c'è da attendersi da questa innovazione? La scienza delle comunicazioni ci aiuta a rispondere. I mass-media non sono strumenti neutri, come se tutti trasmettessero lo stesso messaggio in modo diverso. In realtà ciascuno modifica il messaggio: «Il medium è il messaggio» (McLuhan).
Vale anche per twitter, che non solo «ha» un messaggio, ma soprattutto «è» un messaggio diverso dagli altri. E' un messaggio «cinguettato». Che offre risposte all'uomo di oggi, frettoloso e disincantato, ironico e onnivoro, incapace spesso di scrivere e anche di memorizzare. Che ha bisogno di stimoli quotidiani, subito cancellati, come avviene coi media elettronici: con il sentimentale ed empatico facebook e con il freddo e razionale twitter. Con tutti gli inevitabili pericoli: superficialità, banalizzazione, impazienza, una sorta di «cazzeggio compulsivo», nel quale il discorso diviene slogan e il dibattito formula.
Pericoli reali, dei quali si deve tener conto. Ma che non possono impedire l'uso di un medium, che può anche comunicare messaggi di consolazione e sollecitare non pochi a riflettere. Milioni di messaggi non arrivano a caso, mostrano che la gente cerca qualcosa. In fondo twitter l'ha inventato la Chiesa più di un secolo or sono. Fu Pio X col suo inimitabile «Catechismo minore». La presunzione dei teologi postconciliari (che il Signore ce ne scampi) lo ha ibernato e sostituito con altri catechismi lunghi, prolissi e presuntuosi, che cominciano con Kant e finiscono con Bonhoeffer, per fortuna nessuno li legge. I loro autori, per rispondere hanno bisogno di 140.000 caratteri. Non così le 313 risposte di papa Sarto (in gran parte dentro i 140 caratteri): «Dio è l'Essere perfettissimo, Creatore e Signore del cielo e della terra». Più twitter di così_ Ma, si dirà, allora erano in gran parte analfabeti. Giusto. Ma anche twitter si rivolge a degli «analfabeti» (quelli che i pedagogisti chiamano «di ritorno»).
L'Herr Doktor Professor Joseph Ratzinger, del resto, non usa solo twitter: ogni giorno parla con una gradevole mistura di precisione tedesca e di chiarezza mediterranea (viene dalla Baviera), scrive e pubblica libri in testa alle classifiche, come il recente «L'infanzia di Gesù», che non è twitter, ma una avvincente, documentata e ragionata biografia. Benedetto XVI ne ha per tutti. Anche per i twitteriani. Sa che «lo spirito soffia dove vuole». Anche in twitter, che vola nell'etere, in quanto non è un medium materiale, come la posta, ma postmaterialistico. L'etere, ci insegnava già Aristotele, è la quinta essenza, che riempie gli spazi celesti, al di sopra del mondo terrestre e dei suoi quattro elementi materiali.

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Paparatzifan
00giovedì 6 dicembre 2012 02:35
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PAPA: SE I SESSI SONO DUE NON E'UN CASO MA FRUTTO PROGETTO DI DIO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 5 dic.

L'uomo e la donna non sono "frutti del caso". Lo ha ribadito oggi Benedetto XVI all'Udienza Generale. Tutta la creazione, e "in particolare l'uomo e la donna", risponde infatti a un "grande progetto di Dio" che lo rivelera' e attuera' "nella pienezza dei tempi". Per questo "in particolare uomo e donna non sono solo semplici creature". "La nostra vocazione - ha affermato il Papa - non e' semplicemente stare nel mondo, e' qualcosa di piu' grande: e' l'essere scelti da Dio, ancora prima della creazione del mondo, nel Figlio, in Gesu' Cristo", perche' "l'iniziativa divina precede ogni risposta umana".

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PAPA: DIO CI CHIEDE DI REALIZZARE SUO PROGETTO DI BENE PER TUTTI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 5 dic.

"Cari amici, Dio chiede che anche noi diventiamo segno della sua azione nel mondo. Attraverso la nostra fede, la nostra speranza, la nostra carita', Egli vuole sempre di nuovo far risplendere la sua luce nella notte".
Benedetto XVI si e' rivolto con queste parole agli oltre 5 milioni di fedeli presenti oggi all'Udienza Generale, tenuta nell'Aula Nervi. Nella sulla catechesi il Papa ha ricordato che "il progetto di Dio nei confronti dell'uomo, e' definito nella Sacra Scrittura con termini pieni di gioia, di stupore e di ringraziamento, come un 'disegno di benevolenza', di misericordia e di amore".
"L'Avvento, il tempo liturgico che abbiamo appena iniziato e che ci prepara al Santo Natale, ci pone di fronte - ha sottolineato il Pontefice - al luminoso mistero della venuta del Figlio di Dio, al grande 'disegno di benevolenza' con il quale Egli vuole attirarci a Se', per farci vivere in piena comunione di gioia e di pace con Lui". "L'Avvento - ha insistito - ci invita ancora una volta, in mezzo a tante difficolta', a rinnovare la certezza che Dio e' presente: Egli e' entrato nel mondo, facendosi uomo come noi, per portare a pienezza il suo piano di amore".
Per il Papa teologo, il piano di Dio consiste nel "ricondurre a Cristo, unico capo, tutte le cose", come scrive San Paolo agli Efesini con "una delle formulazioni centrali del Nuovo Testamento che ci fanno comprendere il disegno di salvezza di Dio, il suo progetto di amore verso l'intera umanita'".
"Ricapitolazione dell'Universo in Cristo - ha spiegato ai 5mila fedeli che lo ascoltavano - significa che nel grande disegno della creazione e della storia, Cristo si leva come centro dell'intero cammino del mondo, asse portante di tutto, che attira a Se' l'intera realta', per superare la dispersione e il limite e condurre tutto alla pienezza voluta da Dio".
Parole, ha ricordato Benedetto XVI nella catechesi di oggi, che sant'Ireneo di Lione mise come nucleo della sua cristologia, con il termine "ricapitolare" tutta la realta' in Cristo; e san Pio X uso' un' espressione analoga per la consacrazione del mondo al Sacro Cuore di Gesu': "Instaurare omnia in Christo", che si richiama alla stessa espressione paolina, e che era anche il motto di quel santo Pontefice".

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PAPA: APPELLO PER PACE NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 5 dic.

"Continuano a giungere notizie allarmanti dalla Repubblica Democratica del Congo, da mesi teatro di violenza, con migliaia di abitanti costretti ad abbandonare le loro case e trovare rifugio altrove". Lo ha detto il Papa al termine dell'Udienza Generale, lanciando "un appello al dialogo e alla riconciliazione". "Chiedo inoltre alla comunita' internazionale - ha scandito - di adoperarsi per sovvenire ai bisogni della popolazione".

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Paparatzifan
00giovedì 6 dicembre 2012 02:39
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Papa: obbedire non vuol dire costringere ma abbandonarsi a volonta' Dio

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 5 dic - ''L'obbedienza non è un atto di costrizione, ma un abbandonarsi all'oceano della volontà di Dio''. Lo ha detto papa Benedetto XVI nella catechesi dell'udienza generale del mercoledi' in Vaticano. ''Così - ha commentato - noi siamo coinvolti nella natura divina, siamo divinizzati''. L'uomo, dunque, come principale collaboratore dell'azione salvifica di Dio, ''presente nella storia'' perche' ''entrato nel mondo'', dove ''vuole far risplendere la sua luce nella nostra notte''. (Asca)


Paparatzifan
00giovedì 6 dicembre 2012 02:42
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PAPA: VERITA' CHE E' AMORE PUO' ESSERE ROCCIA NOSTRA STABILITA'

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 5 dic.

Sforzarsi di applicare fino in fondo il Vangelo nella nostra vita significa "lasciarsi afferrare dalla Verita' che e' Dio, una Verita' che e' Amore". E cio' comporta "un cambiamento fondamentale e totalizzante del modo di rapportarsi con l'intera realta'".
Lo ha affermato Benedetto XVI nell'Udienza Generale di oggi, commentando la celebre "espressione agostiniana" che spiega perche' la verita' non puo' non coinvolgerci intimamente.
"Si tratta - ha spiegato - di una vera 'conversione', un 'cambiamento di mentalita'', perche' il Dio che si e' rivelato in Cristo e ha fatto conoscere il suo disegno di amore, ci afferra, ci attira a Se', diventa il senso che sostiene la vita, la roccia su cui essa puo' trovare stabilita'".
Ai 5 mila fedeli raccolti nell'Aula Nervi, il Papa teologo ha ricordato che "nell'Antico Testamento troviamo una densa espressione sulla fede, che Dio affida al profeta Isaia affinche' la comunichi al re di Giuda, Acaz: 'Se non crederete - cioe' se non vi manterrete fedeli a Dio - non resterete saldi'". Secondo il profeta Isaia, "esiste quindi - ha aggiunto - un legame tra lo stare e il comprendere, che esprime bene come la fede sia un accogliere nella vita la visione di Dio sulla realta', lasciare che sia Dio a guidarci con la sua Parola e i Sacramenti nel capire che cosa dobbiamo fare, qual e' il cammino che dobbiamo percorrere. come vivere! Nello stesso tempo, pero', e' proprio il comprendere secondo Dio, secondo la sua volonta', il vedere con i suoi occhi che rende salda la vita, che ci permette di 'stare in piedi', di non cadere".
"Il beato Papa Giovanni Paolo II - ha detto ancora il Pontefice tedesco - ricordava, inoltre, che 'la Rivelazione immette nella storia un punto di riferimento da cui l'uomo non puo' prescindere, se vuole arrivare a comprendere il mistero della sua esistenza; dall'altra parte, pero', questa conoscenza rinvia costantemente al mistero di Dio, che la mente non puo' esaurire, ma solo accogliere nella fede'".
"In questa prospettiva - si e' chiesto ancora Joseph Ratzinger - che cos'e' dunque l'atto di fede?" "E' la risposta dell'uomo alla Rivelazione di Dio, che si fa conoscere, che manifesta il suo disegno di benevolenza sull'umanita'", un messaggio che "non e' rimasto, per cosi' dire, nel silenzio di Dio, nell'altezza del suo Cielo, ma Egli lo ha fatto conoscere entrando in relazione con l'uomo, al quale non ha rivelato solo qualcosa, ma Se stesso. Egli non ha comunicato semplicemente un insieme di verita', ma si e' auto-comunicato a noi, fino ad incarnarsi". In proposito, Benedetto XVI ha riproposto oggi il Concilio Ecumenico Vaticano II la' dove, nella Costituzione dogmatica 'Dei Verbum', afferma che 'piacque a Dio nella sua bonta' e sapienza rivelare se stesso', e non solo qualcosa di se stesso" per "far conoscere il mistero della sua volonta'".
"Con la sola intelligenza e le sue capacita' l'uomo - ha quindi concluso Papa Benedetto - non avrebbe potuto raggiungere questa rivelazione cosi' luminosa dell'amore di Dio; e' Dio che ha aperto il suo Cielo e si e' abbassato per guidare l'uomo nell'abisso del suo amore".

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Paparatzifan
00venerdì 7 dicembre 2012 00:47
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Duemila panettoni per i detenuti di Rebibbia

Duemila panettoni per i detenuti del carcere romano di Rebibbia. È il dono natalizio consegnato al Papa dai rappresentanti della Federazione italiana panificatori. Un gesto che -- con la caratteristica Corona dell'Avvento portata da due pastori luterani giunti dalla Germania -- ha contribuito a creare già, a venti giorni da Natale, un clima di festa nell'aula Paolo VI. E a fare gli auguri a Benedetto XVI è venuta all'udienza generale la comunità del Dispensario pediatrico di Santa Marta, i volontari e alcune famiglie assistite. La struttura, affidata alle Figlie della Carità, da novant'anni accoglie, dentro le mura vaticane, bambini e famiglie disagiate, senza distinzione di credo, garantendo assistenza medica gratuita e sostegno. A presentare al Papa questo servizio è stata suor Antonietta Collacchi, da poco a capo del Dispensario, dopo una lunga esperienza all'ospedale Bambino Gesù, accompagnata da un rappresentante dei volontari. Con loro il piccolo Adrian, ventidue mesi, e la mamma Caroline, venuti dalle Filippine. «Alle tante persone che bussano, disperate, alla nostra porta -- dice la religiosa -- cerchiamo di fare vivere il Natale come una festa di gioia e di speranza, perché Gesù è con loro. E per i bambini sono giù pronti i regali».
Una pubblicazione contenente il Nuovo Testamento e il libro dei Salmi in cinese semplificato e in italiano è stata presentata al Pontefice dai rappresentanti del comitato TherAsia. Ne sono state stampate diecimila copie per i cinesi immigrati in Italia, a cura della Piccola Famiglia dell'Assunta. A Benedetto XVI è stato inoltre donato un volume, sempre in cinese, che presenta una breve storia di concilio Vaticano II e gli è stata annunciata la ristampa di tutti i documenti conciliari.
Il francescano conventuale Gianfranco Grieco, capo ufficio del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha donato al Pontefice il libro Sopra il cielo di Ravello. Sessant'anni con il beato Bonaventura da Potenza (1651-1711) edito dalla Libreria Editrice Vaticana, e un cd con una raccolta di fotografie che ricordano la visita del cardinale Joseph Ratzinger, accompagnato dal fratello Georg, alle clarisse di Ravello il 13 giugno 1995. Anche monsignor Fortunato Frezza, sottosegretario del Sinodo dei vescovi, ha presentato al Papa una sua pubblicazione, dedicata alla beata Angela da Foligno.


(©L'Osservatore Romano 6 dicembre 2012)


Paparatzifan
00venerdì 7 dicembre 2012 00:52
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Dalla Basilicata il presepe in piazza San Pietro

Sarà donato dalla regione Basilicata il presepe che verrà allestito quest'anno in piazza San Pietro. Si tratta di una rappresentazione artistica di Francesco Artese, uno tra i più conosciuti maestri della scuola presepistica meridionale. L'opera -- che sarà allestita, come di consueto, dai Servizi Tecnici del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano -- riproduce, in uno scorcio di paesaggio dei Sassi di Matera, la vita quotidiana della civiltà contadina, chiamata anche la “civiltà delle mani”, basata su antichi mestieri, tramandati da padre in figlio, e caratterizzata da una dimensione frugale e laboriosa. Vi sono collocate oltre cento statuine realizzate in terracotta e rivestite con abiti di stoffa inamidata fatti a mano e ispirati ai costumi tipici dei contadini lucani di un tempo. I personaggi raffiguranti la Natività sono vestiti con i classici costumi tradizionali del presepe.
L'ambientazione ricorda la murgia materana, la cui morfologia rimanda al paesaggio della Terra Santa. Su questo suolo lucano, dall'alto Medioevo al XIX secolo, decine di persone hanno scelto di dedicare a Dio la loro vita, costruendo oltre centocinquantaquattro chiese rupestri, monasteri e santuari. Tutto questo insieme di edifici sacri è una caratteristica di questa terra dichiarata dall'Unesco «patrimonio mondiale dell'umanità». L'artista ha voluto renderle omaggio, riproducendo alcune chiese rupestri: quella di Convicinio di Sant'Antonio e quella di San Nicola dei Greci. Tra i tetti delle case, spicca anche il campanile di San Pietro Barisano.
Il presepe ha una dimensione di circa 150 metri quadrati e le strutture architettoniche, realizzate interamente in polistirene, ricoperto da malta cementizia a effetto tufo, poggiano su una struttura di elementi di metallo e legno, misuranti in pianta 11 per 13 metri. L'intera struttura, pertanto, risulta sollevata da terra di circa 90 centimetri con un'altezza che varia dai 6 agli 8 metri. L'allestimento delle luci è opera delle scenografo Mario Carlo Garrambone, che ha voluto valorizzare il presepe attraverso l'utilizzo di sistemi tecnologici di solito impiegati in ambito cinematografico.

(©L'Osservatore Romano 6 dicembre 2012)


Paparatzifan
00venerdì 7 dicembre 2012 01:01
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Papa/ Presidente Gauck in udienza: Qui come tedesco e cristiano

Gli regala dolcetti tedeschi d'Avvento e bastone da passeggio

Città del Vaticano, 6 dic. (TMNews)

Il presidente tedesco Joachim Gauck si è intrattenuto oltre mezz'ora con il Papa nell'udienza che Benedetto XVI gli ha concesso stamane nel palazzo apostolico. "Herzlich Willkommen" ("benvenuto"), gli ha detto Ratzinger accogliendolo nell'anticamera della sua biblioteca.
"Sono qui - ha risposto il capo di Stato parlando sempre in tedesco - come presidente e come suo concittadino, ma soprattutto come uomo e cristiano".
A conclusione del colloquio riservato, e prima che si recasse in visita dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, il presidente tedesco ha realago al Papa una scatola di 'Lebkuchen', tipici biscotti tedeschi nel tempo dell'Avvento, un libro-biografia su se stesso e un pregiato bastone da passeggio in legno di ciliegio. "Può usarlo per le passeggiate a Castel Gandolfo gli ha detto. Benedetto XVI gli ha regalato la consueta maiolica con la rffigurazione di San Pietro e una stampa antica della fabbrica di San Pietro. Stamane, giorno di San Nicola - festeggiato in Germania in occasione dell'Avvento - il Papa e la famiglia pontificia avevano peraltro avuto una colazione con temi natalizi. A quanto riportato dal segretario personale, mons. Georg Gaenswein, vi erano dolcetti d'Avvento e il tipico calendario d'avvento.
Gauck, che non era accompagnato dalla compagna, in mattinata si era fermata davanti alla tomba di Giovanni Paolo II, nelle grotte vaticane, sottolineando - a quanto riferito dai presenti - di avere un "intimo legame" con Papa Wojtyla e di nutrire stima per questo "grande uomo" per il ruolo che egli ebbe nel "movimento di resistenza" in Polonia.

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Paparatzifan
00venerdì 7 dicembre 2012 01:10
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Papa/ Presidente tedesco: D'accordo che Europa non va abbandonata

"Si è informato su dibattito in Germania sul futuro dell'Europa"

Città del Vaticano, 6 dic. (TMNews)

Papa Ratzinger e il presidente tedesco Joachim Gauck hanno concordato, nel colloquio avuto stamane in Vaticano, che l'Unione europea deve andare avanti nonostante le difficoltà.
"Abbiamo parlato dell'importanza dell'idea di Europa", ha riferito Gauck al termine dell'udienza ad un gruppo di giornalisti incontrati ai margini di piazza San Pietro.
Il Papa "si è informato sul dibattito in corso in Germania sul futuro dell'Europa. Abbiamo concordato che l'Europa non va abbandonata".
Il capo di Stato tedesco si è detto "commosso" dell'incontro "spirituale e politico" con il Papa, sottolineandone il carattere "amichevole", l'atteggiamento "conciso e non trionfalistico" di Benedetto XVI e il suo modo "diretto" di rivolgersi all'interlocutore.
"Mi aspettavo di vedere il Papa segnato dal peso del suo compito, invece era vivace, vispo e molto bene informato, anche sulla mia storia". Ex pastore protestante, originario della Germania dell'Est, Gauck ha sottolineato che "se si incontrano due cristiani parlano anche di Dio.
Non ho voluto parlare con lui di differenze, ma di quello che ci accomuna". Il Papa e il presidente tedesco non hanno affrontato il 500esimo anniversario del luteranesimo che la Chiesa protestante tedesca si appresta a festeggiare.
"Non si è parlato di Wittemberg (la cattedrale alla quale, secondo la tradizione, Martin Lutero affisse le 95 tesi che dettero avvio alla Riforma e alla frattura con Roma, ndr.), ma di Habermas (filosofo tedesco con il quale Ratzinger ha intessuto nel corso degli anni un dialogo sui temi della fede e della ragione, ndr.)".
Durante i colloqui tra il Papa e il presidente tedesco Joachim Gauck "si è rilevato - afferma una nota della sala stampa vaticana - che le relazioni bilaterali sono molto cordiali, quindi ci si è soffermati sulla visione cristiana della persona, come pure sulle sfide poste attualmente dalle società globalizzate e secolarizzate. In seguito c'è stato uno scambio di opinioni sulla situazione internazionale e sull'attuale crisi economica, specialmente in relazione alle sue conseguenze in Europa, nonché sul contributo che la Chiesa cattolica può offrire".
Dopo l'udienza papale, Gauck si è incontrato con il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, che era accompagnato da mons. Ettore Balestrero, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati.

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Paparatzifan
00venerdì 7 dicembre 2012 01:15
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Twitter. Oltre 700 mila i followers del Papa, forse un milione Natale. Mons. Celli: ma non è questione di cifre

A tre giorni dall’apertura dell’account di Benedetto XVI su Twitter, i followers del Papa stamattina hanno superato quota 700 mila. Tantissimi i tweet. Philippa Hitchen ne ha parlato con mons. Claudio Maria Celli, presidente del dicastero delle Comunicazioni Sociali:

R. – Noi pensiamo che nei prossimi giorni, forse anche prima di Natale, potremo raggiungere il milione di followers. Ma io le confesso che queste cifre, questi numeri, mi indicano qualcosa, ma non mi emozionano particolarmente.

D. – Non è solo una questione di numeri...

R. – Esattamente. Il Papa nella sua missione di pastore della Chiesa universale non cerca popolarità, non è un divo della canzone o di altri settori della vita. Io guardavo in questi giorni quanti followers hanno certi personaggi del mondo dello spettacolo. Per noi non è questo. Il desiderio del Papa è fondamentalmente quello di essere presente, di essere accanto, accanto all’uomo e alla donna di oggi, che affrontano un cammino non facile. Il Papa pochi giorni fa parlava di una desertificazione del mondo spirituale. Ecco perché io vedo positivamente questa presenza del Papa nel mondo dei tweet.

D. – C‘è chi chiede, però, perché Twitter se non verrà usato nel modo interattivo per cui è stato concepito...

R. – Sì, è vero. In un certo senso siamo in contraddizione con la natura stessa dei tweet. Però, anche se solamente il 10 per cento dei 700 mila followers – un domani speriamo un milione – scrivessero al Papa, sarebbe materialmente impossibile poter rispondere. Noi vediamo, in questi giorni che abbiamo aperto questo momento interattivo, quanti tweet sono arrivati: tweet positivi, tweet negativi e tweet offensivi.

D. – Ve l’aspettavate comunque anche questo...

R. – Beh, quando uno entra in questo mondo deve aspettarselo. La cosa, quindi, non ci ha colto di sorpresa. Direi che ciò che ci ha sorpreso è la quantità di tweet che sono arrivati. Non ci ha stupito, però, che in certi momenti riemergano sofferenze, riemerga quella schiuma un poco nera. Lo avevamo messo in programma. Sono venute fuori, però, anche domande interessanti sulla fede. E’ vero, a volte abbiamo avuto dei tweet scherzosi, ma anche questo risponde alla cultura del momento. Io dico, un poco sorridendo, che non risolveremo con i tweet i problemi della Chiesa. Volesse il Cielo fosse così semplice!

D. – Per lei cosa è importante, allora?

R. - Ma per me è importante che il Papa sia presente accanto agli uomini e alle donne di oggi. Come dicevo poco fa, oggi l’uomo ha una profonda nostalgia anche di Dio, e fa fatica a trovare, alle volte, il senso alla propria vita. Io ogni volta che mi avvicino a questa realtà penso a quella famosa frase di Gesù: “Voi che siete stanchi, affaticati, venite a me e troverete riposo”.
L’uomo di oggi trova una profonda stanchezza nel vivere, che alle volte cerca di evitare, ricorrendo a vari sistemi e alle volte anche negando se stesso. Ma ciò che noi vorremmo essere – e credo che il Papa senta profondamente questo bisogno – è di essere accanto. Ecco perché durante la conferenza stampa di presentazione io parlavo di pillole di saggezza o di scintille di verità. Se lei mi permette, proprio riferendomi a questo esempio del deserto, dove gli uomini di oggi molte volte si trovano a camminare, io un tweet lo definirei proprio come una goccia d’acqua che allevia le difficoltà del cammino. Io direi allora “benvenuta” a questa presenza di Papa Benedetto nel mondo dei tweet. Penso e spero che poi saranno gli amici – la parola followers mi entusiasma meno e preferirei proprio chiamarli amici – a ritwittare questi messaggi del Santo Padre e a far sì che pervengano là dove è possibile. Che il cuore di molti uomini e donne di oggi possa ritrovare una goccia d’acqua fresca nel cammino della vita!

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Paparatzifan
00venerdì 7 dicembre 2012 01:26
Da "Vatican Insider"...

6/12/2012

Un ratzingeriano alla guida della chiesa di Ratisbona

Redazione
Roma

Benedetto XVI ha nominato oggi vescovo di Regensburg (Ratisbona) il reverendo Rudolf Voderholzer, del clero dell’arcidiocesi di Monaco e Freising, finora docente di teologia dogmatica a Trier e direttore dell’Istituto "Papa Benedetto XVI" della stessa Regensburg.

Voderholzer, nato il 9 ottobre 1959 a Monaco, dopo gli studi filosofico-teologici a Monaco, è stato ordinato sacerdote nel 1987 per la diocesi di Monaco.

Voderholzer ha dunque proseguito nella carriera accademica divenendo assistente superiore al Dipartimento per la Fede e la scienza delle religioni e per la Filosofia della Facoltà teologica dell’università di Fribourg (Svizzera) di cui dal 2004 è diventato presidente.

Nel contempo ha insegnato teologia dogmatica presso tale università. Dal 2005 è professore di Teologia dogmatica e di storia dogmatica a Trier.


Caterina63
00venerdì 7 dicembre 2012 15:17

ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 7 dicembre 2012 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- Il Monsignore Georg Gänswein, Prefetto della Casa Pontificia, elevandolo in pari tempo alla dignità di Arcivescovo.

http://ais.badische-zeitung.de/piece/03/98/7d/5e/60325214.jpg

L'Arcivescovo eletto è nato a Waldshut (Gerrmania), nel 1956 ed è stato ordinato sacerdote nel 1984. Dopo essere stato giudice del Tribunale Diocesano e collaboratore personale dell'Arcivescovo di Freiburg im Breisgau, nel 1993 è stato assunto presso la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Nel 1996 è stato trasferito alla Congregazione per la Dottrina della Fede, dove in seguito ha svolto l'ufficio di Segretario personale del Prefetto. È stato Segretario particolare di Sua Santità Benedetto XVI dalla sua elezione al Pontificato.


http://www.forumuniversitas.org/Fotos/Noticias/Georg1.jpg



[SM=g7430]

Paparatzifan
00venerdì 7 dicembre 2012 19:48
Dal blog di Lella...

PAPA: DON GEORG ANCHE ARCIVESCOVO PREFETTO CASA PONTIFICIA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 7 dic.

Monsignor Georg Gaenswein, segretario di Benedetto XVI, e' il nuovo prefetto della Casa Pontificia, cioe' responsabile del cerimoniale della Santa Sede. Sarà arcivescovo e resterà segretario del Papa.
Alla Prefettura, monsignor Gaenswein, che ha 56 anni ed e' stato in passato giudice ecclesiastico in Germania e professore universitario di Teologia a Roma, sostituisce dunque l'arcivescovo statunitense James Michel Harvey, che nel recente Concistoro ha ricevuto la porpora cardinalizia assieme a cinque vescovi di paesi del Terzo Mondo ed e' stato poi nominato dal Papa nuovo arciprete della Basilica di San Paolo fuori le mura.
In questi giorni il nome del segretario di Benedetto XVI circolava con insistenza, ma non era chiaro se avrebbe assunto l'incarico di prefetto come titolare o come aggiunto (in ticket con un prelato di provenienza diplomatica) ripetendo cosi' la situazione che aveva creato Giovanni Paolo II nel 1998, nominando insieme Harvey, allora assessore della Segreteria di Stato, e il proprio segretario, Stanislao Dziwisz che pur diventando vescovo e prefetto aggiunto della Casa Pontificia, non lascio' il suo ruolo di segretario del Papa polacco, al quale resto' vicinissimo fino alla fine del Pontificato (e Benedetto XVI lo premio' poi con la sede cardinalizia di Cracovia che era stata di Wojtyla).
Alla fine Papa Ratzinger ha seguito la stessa formula per quanto riguarda la permanenza di Gaenswein alla segreteria ("incarico per il quale - ha spiegato oggi il portavoce, padre Federico Lombardi - non serviva una conferma") preferendo pero' affidare interamente la responsabilita' della Prefettura al proprio segretario, e cio' perche' confida sulla grande efficienza e lunga esperienza del reggente, nominato in luglio, il rogazionista padre Leonardo Sapienza, da anni colonna del cerimoniale vaticano come addetto al protocollo.
Sono smentite quindi le voci che ipotizzavano una "promozione-rimozione" per monsignor Gaenswein, e confermate in sostanza quelle relative all'ipotesi di un doppio incarico come il predecessore Dziwisz. Lo scandalo Vatileaks, infatti, ha visto don Georg piuttosto nel ruolo della vittima, assieme al Papa e al segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone (contro il quale e' stato sparso molto veleno da curiali di lungo corso).
Anche il cardinale Harvey, che aveva raccomandato Paolo Gabriele come maggiordomo del Pontefice, e per questo aveva offerto le sue dimissioni a Papa Ratzinger fin dall'arresto dell'assistente di camera, non e' stato certo punito perche' ha ottenuto la porpora cardinalizia in un'eta' relativamente giovane: 62 anni. Certo e' che Benedetto XVI non sembra subire i condizionamenti degli ambienti curiali (che spesso arrivano anche a mezzo stampa) e decide secondo i propri convincimenti. E il Papa fin dalla prima occasione pubblica seguita all'arresto di Paolo Gabriele del 23 maggio (che fu l'Udienza Generale del 30) riconfermo' la sua fiducia tanto a don Georg quanto al cardinale Bertone.
Monsignor Gaenswein ricevera' dal Papa l'ordinazione episcopale il prossimo 6 gennaio nella Basilica di San Pietro, assieme ad altri prelati della Curia Romana tra i quali il nuovo segretario dell'Educazione Cattolica, monsignor Vincenzo Zani.
La scorsa settimana, il segretario di Benedetto XVI ha parlato del proprio servizio al Papa in un breve discorso pronunciato in occasione della consegna nel Palazzo Apostolico del premio "Testimoni di santita'" conferitogli dall'associazione internazionale "Tu es Petrus".
"Personalmente ho visto il mio ruolo o servizio al Papa come quello di un vetro. Un vetro e' un vetro quando e' pulito. Piu' pulito e' piu' raggiunge il suo scopo. Se si sporca o si rompe rimane un vetro ma non funziona come dovrebbe", ha detto don Georg descrivendo cosi' quella che ha definito "la dietrologia della mia comprensione del ruolo che svolgo".
"Debbo lasciare entrare il sole, e il vetro meno appare meglio e', se non si vede proprio vuol dire che svolge bene il suo lavoro", ha spiegato rispondendo al saluto del cardinale Salvatore De Giorgi, presidente onorario del Comitato scientifico dell'associazione nonche' uno dei tre membri della Commissione Cardinalizia che ha indagato su Vatileaks. "Meno vengo messo volutamente in mostra meglio e'", ha poi riassunto don Georg, assicurando di offrire ogni giorno il suo aiuto al Pontefice il suo servizio "col cuore, con il cervello, con l'anima, con tutte le forze che ho".
E, ha confidato, se "venti ostili ci sono e se toccano il Santo Padre talvolta toccano anche il suo segretario, la sofferenza fa parte della via Crucis, ma non la scegliamo". In linea con tali propositi di sobrieta' e' stato oggi l'annuncio della nomina, attraverso il bollettino della Santa Sede che pubblica una biografia molto scarna del neo arcivescovo. "Monsignor Georg Gaenswein - si legge - e' nato a Waldshut (Baden-Wurttemberg, Germania) il 30 luglio 1956. Ordinato Sacerdote il 31 Maggio 1984, e' stato incardinato nell'Arcidiocesi di Freiburg im Breisgau. Si e' laureato in Diritto Canonico nel 1993 presso la Katholisch-Theologische Fakultat della Ludwig-Maximilians-Universitat di Munchen. Dopo essere stato giudice del Tribunale Diocesano e collaboratore personale dell'Arcivescovo di Freiburg im Breisgau, nel 1995 e' stato assunto presso la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. E' stato trasferito alla Congregazione per la Dottrina della Fede nel 1996, dove in seguito ha svolto l'ufficio di Segretario personale del prefetto, cardinale Joseph Ratzinger. Segretario particolare di Sua Santita' Benedetto XVI dalla sua elezione al Pontificato. Conosce le seguenti lingue: tedesco, italiano, latino, francese, inglese e spagnolo".

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Paparatzifan
00domenica 9 dicembre 2012 03:05
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PAPA: NON C'E' AUTENTICA TEOLOGIA SE NON C'E' LA FEDE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 7 dic.

La teologia non e' una scienza come le altre, anche se come tutte segue il metodo scientifico e le sue regole. E' la fede, infatti, il "codice genetico della teologia cattolica" che non va confusa "addirittura con le scienze religiose" in quanto essa e' "inscindibilmente confessionale e razionale".
Lo ribadisce Benedetto XVI in un importante discorso alla Commissione Teologica Internazionale. Solo servendo "fedelmente la verita' della fede", i teologi, secondo Papa Ratzinger, "possono partecipare allo slancio evangelizzatore della Chiesa". Ed e' centrale il tema del "sensum fidei", cioe' del sentire dei fedeli.
Per il Papa teologo "il 'sensum fidei' non puo' essere in contrasto con il Magistero della Chiesa" e i teologi devono riservare grande attenzione al sentire comune dei fedeli, che "costituisce nel credente una sorta di istinto soprannaturale che ha una connaturalita' vitale con lo stesso oggetto della fede". Esso, ricorda, "e' un criterio per discernere se una verita' appartenga o no al deposito vivente della tradizione apostolica". E tuttavia, per il Pontefice, "e' particolarmente importante precisare i criteri che permettono di distinguere il sensus fidelium autentico dalle sue contraffazioni". "In realta' - chiarisce nel discorso di oggi - esso non e' una sorta di opinione pubblica ecclesiale, e non e' pensabile poterlo menzionare per contestare gli insegnamenti del Magistero, poiche' il sensus fidei non puo' svilupparsi autenticamente nel credente se non nella misura in cui egli partecipa pienamente alla vita della Chiesa, e cio' esige l'adesione responsabile al suo Magistero". I teologi della Commissione Internazionale sono stati guidasti nella Sala dei Papi del Palazzo Apostolico per la prima volta da monsignor Gerhard Ludwig Muller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e nuovo presidente dell'organismo.
Nella Cappella Redemptoris Mater, questa mattina, invece, il Papa, ha ascoltato la prima predica d'Avvento di padre Raniero Cantalamessa che ha ricordato la "ricchezza di insegnamento che la Chiesa ha accolto, custodito ed offerto nei suoi duemila anni di storia" e ha sottolineato in questo contesto la grande importanza del Concilio Vaticano II affermando che e' compito del cristiano far si' che le pagine del testo pubblicato vent'anni or sono divengano "qualcosa di vivo che fa vibrare l'anima", proprio come uno strumento fa vivere una partitura scuotendo i cuori con il suo suono". Il predicatore della Casa Pontificia ha citato piu' volte le parole del Papa nella lettera "Porta fidei", rimarcando che la fede va vissuta" anzitutto come incontro con Cristo e proseguendo con l'insegnamento successivo alla fede, la formazione completa del credente".
"La nostra situazione - ha detto padre Cantalamessa a vescovi e cardinali riuniti nella cappella Redemptoris Mater - e' tornata ad essere la stessa, o per lo meno molto simile a quella degli apostoli. Essi avevano davanti a se' un mondo precristiano da evangelizzare; noi abbiamo davanti a noi, almeno per certi aspetti e in certi ambienti, un mondo post-cristiano da rievangelizzare". "Dobbiamo ritornare al loro metodo, riportare alla luce - ha esortato il cappuccino citando la Lettera agli Ebrei - 'la spada dello Spirito' che e' l'annuncio, in Spirito e potenza, di Cristo morto e risorto per i nostri peccati". In merito, padre Cantalamessa ha precisato che, a differenza di alcune Chiese non cattoliche che puntano tutto sull'accettazione di Gesu' come Signore, e' la Chiesa cattolica ad insegnare che dall'adesione a Cristo "si apre il cammino verso la crescita e la pienezza della vita cristiana", e cio' attraverso i sacramenti, il magistero, l'esempio dei santi".

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PAPA: SE CANCELLIAMO DIO NON CI SARA' FRENO ALLA VIOLENZA


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 7 dic.

Allontanandosi dalla fede e dai valori gli uomini mettono a rischio il loro futuro. "E' l'oblio di Dio ad immergere le societa' umane in una forma di relativismo, che genera ineluttabilmente la violenza", avverte infatti il Papa in un importante discorso rivolto oggi alla Commissione Teologica Internazionale. "Quando si nega la possibilita' per tutti di riferirsi ad una verita' oggettiva, il dialogo - spiega Benedetto XVI - viene reso impossibile e la violenza, dichiarata o nascosta, diventa la regola dei rapporti umani".
"Senza l'apertura al trascendente, che permette di trovare delle risposte agli interrogativi sul senso della vita e sulla maniera di vivere in modo morale, senza questa apertura, l'uomo - e' il monito di Papa Ratzinger - diventa incapace di agire secondo giustizia e di impegnarsi per la pace". Ma mentre la "rottura del rapporto degli uomini con Dio porta con se' uno squilibrio profondo nella relazione tra gli uomini", per il Pontefice la riconciliazione con Dio, operata da Cristo "nostra pace" e' "la sorgente fondamentale dell'unita' e della fraternita'".
Per il Pontefice, dunque, occorre "reagire con vigore anche contro il pregiudizio secondo cui le religioni, ed in particolare le religioni monoteiste, sarebbero intrinsecamente portatrici di violenza". E cio', "a causa della pretesa che esse avanzano dell'esistenza di una verita' universale". Alcuni, ha avvertito, ritengono invece che "il politeismo dei valori" sarebbe garanzia di "tolleranza" e "pace civile" e "sarebbe conforme allo spirito di una societa' democratica pluralistica". Un'affermazione non vera, giacche', sottolinea Ratzinger, "il Signore attesta un rifiuto radicale di ogni forma di odio e violenza a favore del primato" dell'amore. "Se dunque nella storia vi sono state o vi sono forme di violenza operate nel nome di Dio, queste - quindi - non sono da attribuire al monoteismo, ma a cause storiche, principalmente agli errori degli uomini".

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Paparatzifan
00domenica 9 dicembre 2012 03:09
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PAPA: IMMACOLATA TESTIMONIA CHE CHIESA PUO' ESSERE INCORRUTTIBILE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 8 dic.

L'immagine di Maria come modello "della Chiesa incorruttibile", la cui terra e' "benedetta fin dall'inizio" e' stata evocata oggi dal Papa all'Angelus, che ha ricordato come per la fede cattolica sia la Vergine che la Chiesa rappresentano un "tempio nel quale un seme e' stato deposto".
"In questo Anno della fede - ha esordito Benedetto XVI augurando 'buona festa di Maria Immacolata' ai 40 mila fedeli presenti a mezzogiorno in piazza San Pietro - vorrei sottolineare che Maria e' l'Immacolata per un dono gratuito della grazia di Dio, che ha trovato, pero', in Lei perfetta disponibilita' e collaborazione". Per Joseph Ratzinger, che alla Vergine ha dedicato recentemente le pagine piu' avvincenti del suo libro "L'infanzia di Gesu'" che completa la trilogia su Gesu' e sta scalando le classifiche di vendita in tutto il mondo, "in Maria l'umanita' e la storia si aprono realmente a Dio, accolgono la sua grazia, sono disposte a fare la sua volonta'".
In proposito, il Papa teologo ha poi citato la Lettera agli Efesini la' dove parla del matrimonio e dice che "Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia ne' ruga o alcunche' di simile, ma santa e immacolata".
"I Padri della Chiesa - ha spiegato Benedetto XVI - hanno sviluppato questa immagine e cosi' la dottrina dell'Immacolata e' nata prima in riferimento alla Chiesa vergine-madre, e successivamente a Maria".
La Vergine, infatti, e' il modello da seguire per i cristiani: "in lei non c'e' alcuna opposizione tra Dio e il suo essere: c'e' piena comunione, piena intesa. C'e' un 'si'' reciproco, di Dio a lei e di lei a Dio. Maria e' libera dal peccato perche' e' tutta di Dio, totalmente espropriata per Lui, piena della sua Grazia, del suo Amore".
"In conclusione - ha infine riassunto il Pontefice - Maria esprime la certezza di fede che le promesse di Dio si sono realizzate: che la sua alleanza non fallisce, ma ha prodotto una radice santa, da cui e' germogliato il Frutto benedetto di tutto l'universo, Gesu', il Salvatore".
"L'Immacolata - ha concluso - sta a dimostrare che la Grazia e' capace di suscitare una risposta, che la fedelta' di Dio sa generare una fede vera e buona".

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PAPA: DA' APPUNTAMENTO AI FEDELI IN PIAZZA DI SPAGNA


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 8 dic.

"Cari amici, questo pomeriggio, come e' consuetudine, mi rechero' in Piazza di Spagna, per l'omaggio a Maria Immacolata".
Lo ha confermato Benedetto XVI ai 40 mila fedeli presenti oggi in piazza San Pietro per il primo dei tradizionali appuntamenti mariani di oggi, invitandoli a seguirlo anche nell'altro, al centro di Roma. "Seguiamo l'esempio della Madre di Dio, perche' anche in noi - ha aggiunto il Papa - la grazia del Signore trovi risposta in una fede genuina e feconda".

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Paparatzifan
00domenica 9 dicembre 2012 03:11
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PAPA: DELLA GRAVIDANZA DI MARIA NON PARLEREBBERO I GIORNALI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 8 dic.

"Colpisce sempre e fa riflettere, il fatto che quel momento decisivo per il destino dell’umanita', il momento in cui Dio si fece uomo, e' avvolto da un grande silenzio".
Proprio entre i media sono occupatissimi nel raccontare della gravidanza di Kate, che dara' un erede ai Windsor, Benedetto XVI ha proposto questa riflessione sottolineando come invece "l'incontro tra il messaggero divino e la Vergine Immacolata passa del tutto inosservato: nessuno sa, nessuno ne parla". "E' un avvenimento - osserva - che, se accadesse ai nostri tempi, non lascerebbe traccia nei giornali e nelle riviste,
perche' e' un mistero che accade nel silenzio".
Secondo il Pontefice, "cio' che e' veramente grande passa spesso inosservato e il quieto silenzio si rivela piu' fecondo del frenetico agitarsi che caratterizza le nostre citta'".

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PAPA: CRISTIANESIMO NON E' OSTACOLO ALLA GIOIA


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 8 dic.

Mentre alcuni pensano che sia "un ostacolo alla gioia, perche' vedono in esso un insieme di divieti e di regole", per il Papa "il Cristianesimo e' essenzialmente un 'Evangelo', una 'lieta notizia'", perche' "e' l'annuncio della vittoria della Grazia sul peccato, della vita sulla morte".
E, ha spiegato questo pomeriggio nel consueto discorso dell'Immacolata, "se comporta delle rinunce e una disciplina della mente, del cuore e del comportamento e' proprio perche' nell'uomo c'e' la radice velenosa dell'egoismo, che fa male a se stessi e agli altri". "Bisogna dunque imparare - ha raccomandato ai 20 mila fedeli presenti in piazza di Spagna e nelle vie limitrofe - a dire no alla voce dell'egoismo e a dire si' a quella dell'amore autentico".

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Paparatzifan
00domenica 9 dicembre 2012 03:13
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PAPA: VIVERE DIVENTA INFERNO SE CI LASCIAMO ATTIRARE IN BASSO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 8 dic.

"I vuoti che l'egoismo provoca nella storia delle persone, delle famiglie, delle nazioni e del mondo e che possono diventare degli inferni, dove la vita umana viene come tirata verso il basso e verso il nulla, perde di senso e di luce".
Benedetto XVI ha descritto cosi' la situazione di molti uomini di oggi che si affidano "ai falsi rimedi che il mondo propone per riempire questi vuoti", tra i quali, ha detto, "emblematica e' la droga". Queste rrisposte illusorie, ha osservato, "in realta' allargano la voragine", mentre "solo l'amore puo' salvare
da questa caduta, ma non un amore qualsiasi: un amore che abbia in se' la purezza della Grazia di Dio, che trasforma e rinnova".
Prima di compiere il consueto gesto dell'omaggio alla Vergine che veglia sulla citta' dalla colonna di piazza di Spagna, il Pontefice ha poi sottolineato che il messaggio di Maria e' di speranza perche' "ci dice che, per quanto l'uomo possa cadere in basso, non e' mai troppo in basso per Dio, il quale e' disceso fino agli inferi". "Per quanto il nostro cuore sia sviato, Dio e' sempre 'piu' grande del nostro cuore'".
"Il soffio mite della Grazia - ha assicurato - puo' disperdere le nubi piu' nere, puo' rendere la vita bella e ricca di significato anche nelle situazioni piu' disumane". Infatti, "la potenza d'amore di Dio e' piu' forte del male".
Per l'anziano Papa tedesco, invece, "il peccato porta con se' una tristezza negativa, che induce a chiudersi in se stessi". "La Grazia - ha spiegato - porta la vera gioia, che non dipende dal possesso delle cose ma e' radicata nell'intimo, nel profondo della persona, e che nulla e nessuno possono togliere".
"La gioia di Maria - ha detto ancora il Pontefice nel suo intervento - e' piena, perche' nel suo cuore non c'e' ombra di peccato. Questa gioia coincide con la presenza di Gesu' nella sua vita: Gesu' concepito e portato in grembo, poi bambino affidato alle sue cure materne, quindi adolescente e giovane e uomo maturo; Gesu' visto partire da casa, seguito a distanza con fede fino alla Croce e alla Risurrezione: Gesu' e' la gioia di Maria ed e' la gioia della Chiesa".
"In questo tempo di Avvento, Maria Immacolata - ha invocato infine il Pontefice - ci insegni ad ascoltare la voce di Dio che parla nel silenzio; ad accogliere la sua Grazia, che ci libera dal peccato e da ogni egoismo; per gustare così la vera gioia. Maria, piena di grazia, prega per noi".

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Paparatzifan
00domenica 9 dicembre 2012 13:16
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PAPA: INCORAGGIA TESSERAMENTO AZIONE CATTOLICA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 8 dic.

"Benedico tutti i soci dell'Azione Cattolica Italiana, che oggi rinnovano la loro adesione e la decisione di rispondere alla chiamata alla santita' e alla corresponsabilita' con i Pastori nella nuova evangelizzazione".
Lo ha detto il Papa dopo l'Angelus, salutando i 40 mila fedeli presenti in piazza San Pietro. "Maria vi sostenga e vi accompagni", ha poi concluso rivolgendosi "con affetto" ai pellegrini di lingua italiana, "in particolare agli aderenti al Movimento Cristiano Lavoratori".

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PAPA: APPELLO PER LE FILIPPINE COLPITE DA URAGANO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 8 dic.

Benedetto XVI ha voluto pubblicamente assicurare oggi la sua "vicinanza alle popolazioni delle Filippine colpite nei giorni scorsi da un violento uragano".
"Prego - ha detto dopo l'Angelus - per le vittime, per le loro famiglie e per i numerosi sfollati. La fede e la carita' fraterna - ha auspicato - siano la forza per affrontare questa difficile prova".

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PAPA: AUSPICA SOLUZIONE PER OSPEDALI CATTOLICI E CITA L'IDI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 8 dic.

Benedetto XVI ha salutato pubblicamente oggi, dopo l'Angelus, "il gruppo di preghiera dell'Istituto Dermopatico dell'Immacolata di Roma, nel giorno della Patrona".
"Desidero rivolgere l'auspicio - ha detto ricordando le difficolta' che sta affrontando l'Idi, in parte comuni a quelle di tutti gli ospedali religiosi - che possano trovare soluzione i problemi che affrontano varie Istituzioni sanitarie cattoliche".

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Paparatzifan
00domenica 9 dicembre 2012 18:48
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PAPA: NATALE NON SIA UNA FESTA SOLO ESTERIORE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 9 dic.

"Il Natale sia vissuto non solo come una festa esteriore, ma come la festa del Figlio di Dio che e' venuto a portare agli uomini la pace, la vita e la gioia vera".
E' l'auspicio di Benedetto XVI nell'Angelus di oggi.
"Nella societa' dei consumi, in cui si e' tentati di cercare la gioia nelle cose, il Battista ci insegna a vivere in maniera essenziale", ha spiegato il Papa ai 40 mila fedeli presenti in piazza San Pietro.
"Alla materna intercessione di Maria, Vergine dell'Avvento, affidiamo - ha poi scandito - il nostro cammino incontro al Signore che viene, per essere pronti ad accogliere, nel cuore e in tutta la vita, l'Emmanuele, il 'Dio-con-noi'".

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IMMIGRATI: PAPA, GARANTIRE ACCOGLIENZA E DIRITTI


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 9 dic.

Bisogna garantire "accoglienza e a una esistenza degna" ai migranti, "persone obbligate a lasciare la loro terra per differenti ragioni, tra cui guerre e poverta"'.
Lo ha chiesto Benedetto XVI parlando in francese dopo l'Angelus, per ribadire che "i migranti conoscono la precarieta' e incontrano spesso poca comprensione".
"In questo tempo di preparazione al Natale, una solidarieta' fraterna e gioiosa - ha auspicato il Papa - venga in aiuto ai loro bisogni e sostenga le loro speranze. Non dimentichiamo che ogni cristiano e' in cammino verso la sua vera patria: il Cielo".

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Paparatzifan
00domenica 9 dicembre 2012 18:50
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PAPA: VANGELO E' STORIA NON MITO, E RACCONTA VICENDE DEI PICCOLI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 9 dic.

Nel suo racconto sulla Nativita', "Luca sfata ogni lettura mitica che spesso si fa dei Vangeli" e colloca storicamente "il vero grande avvenimento, la nascita di Cristo, che i contemporanei non noteranno neppure". Lo ha affermato Benedetto XVI che nella sua breve riflessione prima dell'Angelus e' tornato ad affermare, come aveva fatto anche ieri a piazza di Spagna riguardo alla gravidanza di Maria, che "per Dio i grandi della storia fanno da cornice ai piccoli"
E se ieri il Pontefice aveva attirato l'attenzione sul 'si'' della Vergine, oggi si e' soffermato su Giovanni Battista, presentato da Gesu' "come il suo precursore", che, ha spiegato, "non solo e' l'ultimo dei profeti, ma rappresenta anche l'intero sacerdozio dell'Antica Alleanza e percio' prepara gli uomini al culto spirituale della Nuova Alleanza, inaugurato da Gesu'".
Giovanni Battista si definisce come la "voce di uno che grida nel deserto" e Papa Ratzinger ha ricordato che "la voce proclama la parola, ma in questo caso la Parola di Dio precede, in quanto e' essa stessa a scendere su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto". Il Battista quindi "ha un grande ruolo, ma sempre in funzione di Cristo" e come commenta sant'Agostino "e' la voce che passa, Cristo e' il Verbo eterno che era in principio. Se alla voce togli la parola, che cosa resta? Un vago suono. La voce senza parola colpisce bensi' l'udito, ma non edifica il cuore".
"A noi - ha poi continuato il Papa teologo rivolgendosi ai 40 mila fedeli presenti in piazza San Pietro - il compito di dare oggi ascolto a quella voce per concedere spazio e accoglienza nel cuore a Gesu', Parola che ci salva. In questo Tempo di Avvento, prepariamoci a vedere, con gli occhi della fede, nell'umile Grotta di Betlemme, la salvezza di Dio".
"Colpisce sempre e fa riflettere, il fatto che quel momento decisivo per il destino dell’umanita', il momento in cui Dio si fece uomo, e' avvolto da un grande silenzio", aveva detto ieri in piazza di Spagna proponendo queste considerazioni proprio mentre i media sono occupatissimi nel raccontare della gravidanza di Kate, che dara' un erede ai Windsor. Per Benedetto XVI, "l'incontro tra il messaggero divino e la Vergine Immacolata passa del tutto inosservato: nessuno sa, nessuno ne parla".
"E' un avvenimento - cioe' - che, se accadesse ai nostri tempi, non lascerebbe traccia nei giornali e nelle riviste, perche' e' un mistero che accade nel silenzio".
Secondo il Pontefice, "cio' che e' veramente grande passa spesso inosservato e il quieto silenzio si rivela piu'
fecondo del frenetico agitarsi che caratterizza le nostre citta'".
E dopo l'Angelus, nel saluto ai polacchi, il Pontefice tedesco ha ripetuto che "Giovanni Battista trasmise al mondo la parola udita da Dio ma non tutti accolsero la sua parola, non tutti credettero". "Anche oggi - ha osservato - sono molti coloro che non credono. Come san Giovanni cerchiamo di essere per loro, nell'Anno della Fede, i messaggeri del Vangelo e i testimoni fedeli di Cristo".
Prima di congedarsi dai fedeli, infine, Benedetto XVI ha rivolto infine il suo "cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai partecipanti al congresso dell'Unione Giuristi Cattolici, accompagnati dal cardinale Francesco Coccopalmerio".
"Saluto - ha quindi concluso - anche il gruppo della parrocchia della Cattedrale di Cerreto Sannita, nel 50esimo di fondazione, la corale 'Dalmistro' di Coste in provincia di Treviso, i ragazzi di Carugate e Bussero con i loro catechisti e i fedeli di Altavilla Irpina. A tutti auguro una buona domenica".

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