Viaggi pastorali in Italia

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Paparatzifan
00domenica 11 settembre 2011 19:27
Dal blog di Lella...

Treno o bus, poi tutti a piedi dal Papa

Off-limits l’area da Porta Pia al duomo, si sconsiglia l’uso dell’auto. I pass per la messa sono negli infopoint

alessandra camilletti

Ancona Il segreto è dotarsi di un paio di scarpe comode. E di un cappello, perché farà caldo. Comune e Cen consigliano di muoversi il più possibile con i mezzi pubblici, per arrivare alla messa del Papa domani alle 10. E questo significherà camminare. C’è un’area off-limits alle auto, per l’intera giornata, dalle cinque del mattino alle 22, dalla rotatoria di Porta Pia al duomo. Passeranno i residenti. Per tutti gli altri, ingresso e uscita in auto dal centro saranno garantiti dalla San Martino e dalla galleria Risorgimento. Dalla stazione ferroviaria i pellegrini potranno procedere solo a piedi, attraverso il percorso dedicato. E tutti gli autobus, comprese le navette dai parcheggi scambiatori, fermeranno in piazza Cavour, dalla galleria Risorgimento: poi, a piedi. Non ci saranno bus dalla stazione, per evitare mezzi attraverso il flusso di pellegrini. Chi vorrà avvicinarsi il più possibile al centro con l’auto, dovrà cercare un posto nel rione Adriatico: comunque, da piazza Cavour in su, dove non ci sono limitazioni di sorta.

E bisognerà alzarsi presto. I cancelli apriranno alle 6. Si consiglia di arrivare alla Fincantieri al massimo per le 8.30, proprio nel momento in cui Papa Benedetto XVI partirà in elicottero dal Vaticano, per arrivare alle 9.15. Poi si potrà comunque entrare ed accedere alla messa, ma con il rischio concreto di rallentamenti dovuti alle operazioni di sicurezza. Per entrare alla messa basterà munirsi di pass anche all’ultimo minuto, negli infopoint allestiti lungo il percorso e nei parcheggi d’arrivo. Annuncia Pierpaolo Tiberi, esponente della Protezione civile regionale, responsabile della viabilità per il comitato organizzatore.

Ieri l’ultimo punto sulla viabilità, insieme all’assessore alla Mobilità Fabio Borgognoni e al comandante della polizia municipale Tiziano Fulgi, soddisfatto della revoca dello sciopero che riguardava in particolare i vigili - oltre che protezione civile comunale e operai -, ratificata dall’assemblea dei dipendenti. Domani saranno 103 i vigili in strada, più 15 ausiliari. Oggi saranno 60 al pellegrinaggio delle famiglie. Un passaggio sulla processione di giovedì: “Temevamo che il corteo fosse così lungo da tagliare la città in due per qualche minuto e così è stato. Ci sono stati disagi, ma non problemi particolari. Domenica secondo me ci sarà una città tranquilla. Non prevediamo particolari disagi, ma ci sarà un traffico pesante”.

La zona rossa vale anche per le persone disabili, perché - si spiega - i divieti di circolazione sono istituiti per motivi di ordine e sicurezza pubblica. Ma dagli scambiatori sono previsti pulmini ad hoc delle associazioni di volontariato. Per i disabili più gravi sarà possibile trovare sistemazione nei due parcheggi interni ex Marotti ed ex Maraldi, ma i posti sono limitati.

Sarà la giornata dei 70 mila. Si prevedono 1.300 pullman, per altrettanti parcheggi. Gli scambiatori di Tavernelle, Università e Torrette dovrebbero garantire la sosta a mille mezzi. Tra le 12 e le 13 è previsto il trasferimento in auto del Papa a Colle Ameno attraverso l’asse piazza della Repubblica-Flaminia e via Colle Ameno. Fra le 16 e le 17 il trasferimento a San Ciriaco, per via della Loggia, via Vanvitelli, via Giovanni XXIII. Alle 18 il Papa scenderà in piazza del Plebiscito da piazza del Senato, via Pizzecolli e via Gramsci. Alle 19 il ritorno in porto da via Gramsci e piazza della Repubblica. Le strade verranno chiuse mezzora prima della partenza del corteo papale e riaperte dopo il passaggio. Alcuni divieti scatteranno già oggi, in porto: non si vedranno traghetti né Tir. L’unica eccezione di domani è l’attracco di Costa Victoria.

Ci sono 15 corse aggiuntive dei treni ordinari per 19 mila persone in più. I primi treni si muoveranno dalle 5.05 (Ancona Stadio, Ikea) e avranno corse ogni 20 minuti. Le navette dagli scambiatori di Torrette, Tavernelle e Università alle 5.10, con cadenze ogni 6-7 minuti, e avranno un percorso massimo di 12 minuti. C’è una zona di sicurezza aerea: alcuni voli prossimi al porto sono stati limitati nell’estensione.

© Copyright Corriere Adriatico, 10 settembre 2011


Paparatzifan
00domenica 11 settembre 2011 19:29
Dal blog di Lella...

Il papa durante la Messa: "Il potere dell'economia non basta per guidare la società"

Oltre 100mila i fedeli alla messa celebrata davanti a tanti operai di aziende in crisi e allo loro famiglie

Ancona, 11 settembre 2011 - Benedetto XVI e’ giunto ad Ancona, dove oggi chiudera’ il Congresso Eucaristico. Lavoro e famiglia i due temi principali che faranno da filo conduttore della giornata. Stamani alle 10 il Papa presiedera’ la messa nell’area del cantiere navale, poi si spostera’ nel centro pastorale di Colle Ameno, dove pranzera’ con alcuni poveri assistiti dalla Caritas e una rappresentanza di operai in cassaintegrazione, tra cui un gruppo di Fincantieri e uno di Merloni. Nel pomeriggio, alle 17, incontrera’ famiglie e parroci nel duomo di San Ciriaco e poi, a seguire, in piazza Plebiscito, 500 giovani fidanzati.
Sono oltre 100 mila i fedeli presenti per assistere alla messa che il Papa celebrerà con 200 vescovi italiani.
La visita di Benedetto XVI e’ iniziata questa mattina alle 9,45 sul molo Wojtyla del Porto cittadino dove e’ atterrato l’elicottero dell’Aviazione Militare che ha portato il Pontefice. Ad accoglierlo c’era il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e i cardinali Angelo Bagnasco, presidente della Cei, e Giovanni Battista Re, legato pontificio per il Congresso Eucaristico Nazionale. Con il Pontefice hanno viaggiato il sostituto della segreteria di Stato, arcivescovo Angelo Giovanni Becciu, e il segretario particolare, monsignor Georg Gaeswein. Con Papa Ratzinger sulla papamobile e’ pero’ salito l’arcivescovo di Ancona, monsignor Edoardo Menichelli.
Lo stabilimento Fincantieri di Ancona, dove oggi Benedetto XVI celebra la messa conclusiva del XXV Congresso Eucaristico nazionale, e' uno degli otto siti produttivi in Italia della societa' cantieristica erede della grande tradizione italiana in campo navale e tra i principali gruppi navalmeccanici al mondo. Il cantiere, investito dalla crisi del settore, ha 550 dipendenti su 580 in cassa integrazione. Ma proprio in questi giorni l'amministratore Giuseppe Bono ha annunciato che il lavoro riprendera' ad ottobre con nuove commesse.
LE PAROLE DI BAGNASCO
“La perdita della fede va di pari passo con il venir meno di un’autentica sensibilita’ per il bene comune. Al contrario, proprio l’incontro con Gesu’ Cristo trasforma dal di dentro l’esistenza di ciascuno ed e’ capace di rinnovare la vita di tutti”. Il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, ha riassunto cosi’ al Papa, nel saluto che ha preceduto oggi la celebrazione conclusiva del Congresso Eucaristico Nazionale, il messaggio che giunge da questa grande kermesse che nelle cinque citta’ delle Marche che hanno ospitato i lavori ha visto oltre 100 mila partecipanti e che, secondo Bagnasco, ha avuto “il merito di far riscoprire e gustare al popolo cristiano, qui convenuto numeroso da tutte le Chiese che sono in Italia, il mistero dell’Eucaristia che e’ ‘il principio causale della Chiesa’, cioe’ l’alimento che la sostiene nel suo cammino attraverso il tempo”. “In particolare - ha tenuto a rilevare il porporato - si e’ sottolineato il legame inscindibile tra l’Eucaristia e la vita quotidiana, perche’ uno degli effetti piu’ insidiosi della secolarizzazione e’ quello di relegare la fede cristiana ai margini dell’esistenza, quasi sia inutile e sterile per la vita concreta”. Secondo Bagnasco, “il fallimento di questo pregiudizio che riduce la fede ad un fatto privato e ininfluente rispetto ai problemi e alle attese della gente, e’ sotto gli occhi di tutti”.
L'OMELIA DEL PAPA DURANTE LA MESSA
Benedetto XVI ha condotto una riflessione sull’eucarestia e sul suo significato nella vita quotidiana, anche e soprattutto nell’attuale momento storico e in questa fase di crisi economica e di valori. L’Eucaristia sostiene e trasforma l’intera vita quotidiana’’, e ‘’ci strappa dal nostro individualismo’’, ha detto il Papa.
‘’Chi sa inginocchiarsi davanti all’Eucaristia, chi riceve il corpo del Signore - ha rimarcato - non puo’ non essere attento, nella trama ordinaria dei giorni, alle situazioni indegne dell’uomo, e sa piegarsi in prima persona sul bisognoso, sa spezzare il proprio pane con l’affamato, condividere l’acqua con l’assetato, rivestire chi e’ nudo, visitare l’ammalato e il carcerato’’. La ''forza del potere e dell'economia'' non sono sufficienti da sole a organizzare le societa': ''l'uomo cade spesso nell'illusione di poter trasformare le pietre in pane'', ma non si possono mettere da parte Dio, i valori, l'etica, confinandoli al privato, e ''certe ideologie'' che hanno tentato di farlo, cercando solo di assicurare ''a tutti sviluppo'' e ''benessere materiale'', hanno fallito, dando agli ''uomini pietre al posto di pane''.''Dopo aver messo da parte Dio, o averlo tollerato come una scelta privata che non deve interferire con la vita pubblica - sono state le parole del Papa - certe ideologie hanno puntato a organizzare la societa' con la forza del potere e dell'economia. La storia ci dimostra, drammaticamente, come l'obiettivo di assicurare a tutti sviluppo, benessere materiale e pace prescindendo da Dio e dalla sua rivelazione si sia risolto in un dare agli uomini pietre al posto del pane''. ''Il pane, cari fratelli e sorelle - ha sottolineato Benedetto XVI - e' 'frutto del lavoro dell'uomo', e in questa verita' e' racchiusa tutta la responsabilita' affidata alle nostre mani e alla nostra ingegnosita'; ma il pane e' anche, e prima ancora, 'frutto della terra', che riceve dall'alto sole e pioggia: e' dono da chiedere, che ci toglie ogni superbia e ci fa invocare con la fiducia degli umili: 'Padre dacci oggi il nostro pane quotidiano''.

www.ilrestodelcarlino.it/ancona/cronaca/2011/09/11/578979-congresso_eucaristi...


Paparatzifan
00domenica 11 settembre 2011 19:30
Dal blog di Lella...

VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AD ANCONA PER LA CONCLUSIONE DEL XXV CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE ITALIANO, 11.09.2011

CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA A CONCLUSIONE DEL XXV CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE, NEL CANTIERE NAVALE DI ANCONA

Alle ore 8.30 di questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI parte in elicottero dall’eliporto delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo per la Visita Pastorale ad Ancona, in occasione della chiusura del 25.mo Congresso Eucaristico Nazionale, svoltosi nella città delle Marche a partire dal 3 settembre, sul tema "Signore da chi andremo? L’Eucaristia per la vita quotidiana".
All’arrivo - previsto per le ore 9.15 - al Molo Wojtyła del Porto di Ancona, il Papa è accolto dal Card. Giovanni Battista Re, Suo Inviato Speciale al Congresso Eucaristico Nazionale; dal Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo Metropolita di Genova e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana; da S.E. Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo; dal Dott. Gianni Letta, Sotto-Segretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Rappresentante del Governo Italiano; da S.E. il Signor Francesco Maria Greco, Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede; dal Nunzio Apostolico in Italia, S.E. Mons. Giuseppe Bertello; dall’On.le Gian Mario Spacca, Presidente della regione Marche; dal Dott. Paolo Orrei, Prefetto di Ancona; dal Dott. Fiorello Gramillano, Sindaco di Ancona; dalla Dott.ssa Patrizia Casagrande Esposto, Presidente della Provincia di Ancona e dall’Avv. Luciano Canepa, Presidente dell’Autorità Portuale.
Il Santo Padre raggiunge in auto l’area del Cantiere Navale di Ancona per la Santa Messa, accolto al Suo arrivo alla Sacrestia dall’Ing. Corrado Antonini, Presidente della Fincantieri, con l’Amministratore Delegato Ing. Giuseppe Bono e con il Direttore Area, Ing. Giuseppe Stecconi.
La Concelebrazione Eucaristica a conclusione del XXV Congresso Eucaristico Nazionale inizia alle ore 10 ed è introdotta dal saluto del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Card. Angelo Bagnasco. Dopo la proclamazione del Santo Vangelo, il Papa tiene la seguente omelia:

OMELIA DEL SANTO PADRE

Carissimi fratelli e sorelle!

Sei anni fa, il primo viaggio apostolico in Italia del mio pontificato mi condusse a Bari, per il 24° Congresso Eucaristico Nazionale.
Oggi sono venuto a concludere solennemente il 25°, qui ad Ancona.
Ringrazio il Signore per questi intensi momenti ecclesiali che rafforzano il nostro amore all’Eucaristia e ci vedono uniti attorno all’Eucaristia! Bari e Ancona, due città affacciate sul mare Adriatico; due città ricche di storia e di vita cristiana; due città aperte all’Oriente, alla sua cultura e alla sua spiritualità; due città che i temi dei Congressi Eucaristici hanno contribuito ad avvicinare: a Bari abbiamo fatto memoria di come “senza la Domenica non possiamo vivere”; oggi il nostro ritrovarci è all’insegna dell’“Eucaristia per la vita quotidiana”.
Prima di offrivi qualche pensiero, vorrei ringraziarvi per questa vostra corale partecipazione: in voi abbraccio spiritualmente tutta la Chiesa che è in Italia. Rivolgo un saluto riconoscente al Presidente della Conferenza Episcopale, Cardinale Angelo Bagnasco, per le cordiali parole che mi ha rivolto anche a nome di tutti voi; al mio Legato a questo Congresso, Cardinale Giovanni Battista Re; all’Arcivescovo di Ancona-Osimo, Mons. Edoardo Menichelli, ai Vescovi della Metropolìa, delle Marche e a quelli convenuti numerosi da ogni parte del Paese.
Insieme con loro, saluto i sacerdoti, i diaconi, i consacrati e le consacrate, e i fedeli laici, fra i quali vedo molte famiglie e molti giovani. La mia gratitudine va anche alle Autorità civili e militari e a quanti, a vario titolo, hanno contribuito al buon esito di questo evento.
“Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?” (Gv 6,60). Davanti al discorso di Gesù sul pane della vita, nella Sinagoga di Cafarnao, la reazione dei discepoli, molti dei quali abbandonarono Gesù, non è molto lontana dalle nostre resistenze davanti al dono totale che Egli fa di se stesso. Perché accogliere veramente questo dono vuol dire perdere se stessi, lasciarsi coinvolgere e trasformare, fino a vivere di Lui, come ci ha ricordato l’apostolo Paolo nella seconda Lettura: “Se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore” (Rm 14,8).
“Questa parola è dura!”; è dura perché spesso confondiamo la libertà con l’assenza di vincoli, con la convinzione di poter fare da soli, senza Dio, visto come un limite alla libertà. E’ questa un’illusione che non tarda a volgersi in delusione, generando inquietudine e paura e portando, paradossalmente, a rimpiangere le catene del passato: “Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto…” – dicevano gli ebrei nel deserto (Es 16,3), come abbiamo ascoltato. In realtà, solo nell’apertura a Dio, nell’accoglienza del suo dono, diventiamo veramente liberi, liberi dalla schiavitù del peccato che sfigura il volto dell’uomo e capaci di servire al vero bene dei fratelli.
“Questa parola è dura!”; è dura perché l’uomo cade spesso nell’illusione di poter “trasformare le pietre in pane”. Dopo aver messo da parte Dio, o averlo tollerato come una scelta privata che non deve interferire con la vita pubblica, certe ideologie hanno puntato a organizzare la società con la forza del potere e dell’economia. La storia ci dimostra, drammaticamente, come l’obiettivo di assicurare a tutti sviluppo, benessere materiale e pace prescindendo da Dio e dalla sua rivelazione si sia risolto in un dare agli uomini pietre al posto del pane. Il pane, cari fratelli e sorelle, è “frutto del lavoro dell’uomo”, e in questa verità è racchiusa tutta la responsabilità affidata alle nostre mani e alla nostra ingegnosità; ma il pane è anche, e prima ancora, “frutto della terra”, che riceve dall’alto sole e pioggia: è dono da chiedere, che ci toglie ogni superbia e ci fa invocare con la fiducia degli umili: “Padre (…), dacci oggi il nostro pane quotidiano” (Mt 6,11).
L’uomo è incapace di darsi la vita da se stesso, egli si comprende solo a partire da Dio: è la relazione con Lui a dare consistenza alla nostra umanità e a rendere buona e giusta la nostra vita. Nel Padre nostro chiediamo che sia santificato il Suo nome, che venga il Suo regno, che si compia la Sua volontà. E’ anzitutto il primato di Dio che dobbiamo recuperare nel nostro mondo e nella nostra vita, perché è questo primato a permetterci di ritrovare la verità di ciò che siamo, ed è nel conoscere e seguire la volontà di Dio che troviamo il nostro vero bene. Dare tempo e spazio a Dio, perché sia il centro vitale della nostra esistenza.

Da dove partire, come dalla sorgente, per recuperare e riaffermare il primato di Dio? Dall’Eucaristia: qui Dio si fa così vicino da farsi nostro cibo, qui Egli si fa forza nel cammino spesso difficile, qui si fa presenza amica che trasforma. Già la Legge data per mezzo di Mosè veniva considerata come “pane del cielo”, grazie al quale Israele divenne il popolo di Dio, ma in Gesù la parola ultima e definitiva di Dio si fa carne, ci viene incontro come Persona. Egli, Parola eterna, è la vera manna, è il pane della vita (cfr Gv 6,32-35) e compiere le opere di Dio è credere in Lui (cfr Gv 6,28-29).

Nell’Ultima Cena Gesù riassume tutta la sua esistenza in un gesto che si inscrive nella grande benedizione pasquale a Dio, gesto che Egli vive da Figlio come rendimento di grazie al Padre per il suo immenso amore. Gesù spezza il pane e lo condivide, ma con una profondità nuova, perché Egli dona se stesso. Prende il calice e lo condivide perché tutti ne possano bere, ma con questo gesto Egli dona la “nuova alleanza nel suo sangue”, dona se stesso. Gesù anticipa l’atto di amore supremo, in obbedienza alla volontà del Padre: il sacrificio della Croce. La vita gli sarà tolta sulla Croce, ma già ora Egli la offre da se stesso. Così la morte di Cristo non è ridotta ad un’esecuzione violenta, ma è trasformata da Lui in un libero atto d’amore, in un atto di auto-donazione, che attraversa vittoriosamente la stessa morte e ribadisce la bontà della creazione uscita dalle mani di Dio, umiliata dal peccato e finalmente redenta. Questo immenso dono è a noi accessibile nel Sacramento dell’Eucaristia: Dio si dona a noi, per aprire la nostra esistenza a Lui, per coinvolgerla nel mistero di amore della Croce, per renderla partecipe del mistero eterno da cui proveniamo e per anticipare la nuova condizione della vita piena in Dio, in attesa della quale viviamo.
Ma che cosa comporta per la nostra vita quotidiana questo partire dall’Eucaristia per riaffermare il primato di Dio? La comunione eucaristica, cari amici, ci strappa dal nostro individualismo, ci comunica lo spirito del Cristo morto e risorto, ci conforma a Lui; ci unisce intimamente ai fratelli in quel mistero di comunione che è la Chiesa, dove l’unico Pane fa dei molti un solo corpo (cfr 1 Cor 10,17), realizzando la preghiera della comunità cristiana delle origini riportata nel libro della Didaché: “Come questo pane spezzato era sparso sui colli e raccolto divenne una cosa sola, così la tua Chiesa dai confini della terra venga radunata nel tuo Regno” (IX, 4). L’Eucaristia sostiene e trasforma l’intera vita quotidiana. Come ricordavo nella mia prima Enciclica, “nella comunione eucaristica è contenuto l’essere amati e l’amare a propria volta gli altri”, per cui “un’Eucaristia che non si traduca in amore concretamente praticato è in se stessa frammentata” (Deus caritas est, 14).
La bimillenaria storia della Chiesa è costellata di santi e sante, la cui esistenza è segno eloquente di come proprio dalla comunione con il Signore, dall’Eucaristia nasca una nuova e intensa assunzione di responsabilità a tutti i livelli della vita comunitaria, nasca quindi uno sviluppo sociale positivo, che ha al centro la persona, specie quella povera, malata o disagiata. Nutrirsi di Cristo è la via per non restare estranei o indifferenti alle sorti dei fratelli, ma entrare nella stessa logica di amore e di dono del sacrificio della Croce; chi sa inginocchiarsi davanti all’Eucaristia, chi riceve il corpo del Signore non può non essere attento, nella trama ordinaria dei giorni, alle situazioni indegne dell’uomo, e sa piegarsi in prima persona sul bisognoso, sa spezzare il proprio pane con l’affamato, condividere l’acqua con l’assetato, rivestire chi è nudo, visitare l’ammalato e il carcerato (cfr Mt 25,34-36). In ogni persona saprà vedere quello stesso Signore che non ha esitato a dare tutto se stesso per noi e per la nostra salvezza.

Una spiritualità eucaristica, allora, è vero antidoto all’individualismo e all’egoismo che spesso caratterizzano la vita quotidiana, porta alla riscoperta della gratuità, della centralità delle relazioni, a partire dalla famiglia, con particolare attenzione a lenire le ferite di quelle disgregate.

Una spiritualità eucaristica è anima di una comunità ecclesiale che supera divisioni e contrapposizioni e valorizza le diversità di carismi e ministeri ponendoli a servizio dell’unità della Chiesa, della sua vitalità e della sua missione.

Una spiritualità eucaristica è via per restituire dignità ai giorni dell’uomo e quindi al suo lavoro, nella ricerca della sua conciliazione con i tempi della festa e della famiglia e nell’impegno a superare l’incertezza del precariato e il problema della disoccupazione. Una spiritualità eucaristica ci aiuterà anche ad accostare le diverse forme di fragilità umana consapevoli che esse non offuscano il valore della persona, ma richiedono prossimità, accoglienza e aiuto. Dal Pane della vita trarrà vigore una rinnovata capacità educativa, attenta a testimoniare i valori fondamentali dell’esistenza, del sapere, del patrimonio spirituale e culturale; la sua vitalità ci farà abitare la città degli uomini con la disponibilità a spenderci nell’orizzonte del bene comune per la costruzione di una società più equa e fraterna.

Cari amici, ripartiamo da questa terra marchigiana con la forza dell’Eucaristia in una costante osmosi tra il mistero che celebriamo e gli ambiti del nostro quotidiano. Non c’è nulla di autenticamente umano che non trovi nell’Eucaristia la forma adeguata per essere vissuto in pienezza: la vita quotidiana diventi dunque luogo del culto spirituale, per vivere in tutte le circostanze il primato di Dio, all’interno del rapporto con Cristo e come offerta al Padre (cfr Esort. ap. postsin. Sacramentum caritatis, 71). Sì, “non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,4): noi viviamo dell’obbedienza a questa parola, che è pane vivo, fino a consegnarci, come Pietro, con l’intelligenza dell’amore: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio” (Gv 6,68-69).

Come la Vergine Maria, diventiamo anche noi “grembo” disponibile ad offrire Gesù all’uomo del nostro tempo, risvegliando il desiderio profondo di quella salvezza che viene soltanto da Lui. Buon cammino, con Cristo Pane di vita, a tutta la Chiesa che è in Italia! Amen.

© Copyright 2011 - Libreria Editrice Vaticana


Paparatzifan
00domenica 11 settembre 2011 19:31
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VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AD ANCONA PER LA CONCLUSIONE DEL XXV CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE ITALIANO, 11.09.2011

RECITA DELL’ANGELUS NEL CANTIERE NAVALE DI ANCONA

Al termine della Santa Messa celebrata nel Cantiere Navale di Ancona, il Papa introduce la preghiera mariana dell’Angelus con le parole che pubblichiamo di seguito:

PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle,

prima di concludere questa solenne Celebrazione eucaristica, la preghiera dell’Angelus ci invita a rispecchiarci in Maria Santissima, per contemplare l’abisso d’amore da cui proviene il Sacramento dell’Eucaristia. Grazie al "fiat" della Vergine, il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. Meditando il mistero dell’Incarnazione, ci rivolgiamo tutti, con la mente ed il cuore, verso il Santuario della Santa Casa di Loreto, dal quale ci separano solo pochi chilometri.

La terra marchigiana è tutta illuminata dalla spirituale presenza di Maria nel suo storico Santuario, che rende ancora più belle e più dolci queste colline! A Lei affido in questo momento la città di Ancona, la Diocesi, le Marche e l’Italia intera, affinché nel popolo italiano sia sempre viva la fede nel Mistero eucaristico, che in ogni città e in ogni paese, dalle Alpi alla Sicilia, rende presente Cristo Risorto, sorgente di speranza e di conforto per la vita quotidiana, specie nei momenti difficili.

Oggi il nostro pensiero va anche all’11 settembre di dieci anni fa. Nel ricordare al Signore della Vita le vittime degli attentati compiuti in quel giorno e i loro familiari, invito i responsabili delle Nazioni e gli uomini di buona volontà a rifiutare sempre la violenza come soluzione dei problemi, a resistere alla tentazione dell’odio e a operare nella società, ispirandosi ai principi della solidarietà, della giustizia e della pace.

Per intercessione di Maria Santissima, prego, infine, il Signore di ricompensare tutti coloro che hanno lavorato per la preparazione e l’organizzazione di questo Congresso Eucaristico Nazionale, e ad essi rivolgo di cuore il mio più vivo ringraziamento!

Angelus Domini…

© Copyright 2011 - Libreria Editrice Vaticana

Terminata la Santa Messa, il Papa si trasferisce in auto al Centro Pastorale di Colle Ameno dove pranza con i Vescovi, una rappresentanza di operai in cassa integrazione e di poveri assistiti dalla Caritas.
Dopo una sosta di riposo, alle ore 16.30, prima di lasciare il Centro Pastorale di Colle Ameno , il Santo Padre saluta gli organizzatori della visita, un gruppo di rappresentanti dell’organizzazione del Congresso Eucaristico Nazionale e alcune autorità civili. Quindi raggiunge in auto la Cattedrale di San Ciriaco per l’incontro con gli sposi e con i sacerdoti.


Paparatzifan
00domenica 11 settembre 2011 19:34
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Dal Papa appello contro il precariato: Ridare dignità al lavoro

Roma, 11 set. (TMNews)

C'è bisogno di un nuovo modello di sviluppo, "uno sviluppo sociale positivo, che ha al centro la persona, specie quella povera, malata o disagiata" ed è necessario restituire "dignità ai giorni dell'uomo e quindi al suo lavoro", superando "l'incertezza del precariato e il problema della disoccupazione".
Questo l'appello lanciato con forza dal Papa ad Ancona, dove oggi, tra la grande folla che ha assistito alla celebrazione della Santa messa, c'erano moltissimi operai dei cantieri navali e di aziende in crisi. Il Pontefice ha evidenziato come non bastino "la forza del potere e dell'economia" per gestire la società in modo sano e costruttivo, e come la via sa seguire sia quella della riscoperta della spiritualità eucaristica, che "ci aiuterà anche ad accostare le diverse forme di fragilità umana consapevoli che esse non offuscano il valore della persona, ma richiedono prossimità, accoglienza e aiuto". Quindi, ha detto Benedetto XVI durante l'omelia, "dal Pane della vita trarrà vigore una rinnovata capacità educativa, attenta a testimoniare i valori fondamentali dell'esistenza, del sapere, del patrimonio spirituale e culturale; la sua vitalità ci farà abitare la città degli uomini con la disponibilità a spenderci nell'orizzonte del bene comune per la costruzione di una società più equa e fraterna".
"Nutrirsi di Cristo - ha detto il Papa in riferimento all'eucasitia - è la via per non restare estranei o indifferenti alle sorti dei fratelli, ma entrare nella stessa logica di amore e di dono del sacrificio della Croce; chi sa inginocchiarsi davanti all'Eucaristia, chi riceve il corpo del Signore non può non essere attento, nella trama ordinaria dei giorni, alle situazioni indegne dell'uomo, e sa piegarsi in prima persona sul bisognoso, sa spezzare il proprio pane con l'affamato, condividere l'acqua con l'assetato, rivestire chi è nudo, visitare l'ammalato e il carcerato. In ogni persona saprà vedere quello stesso Signore che non ha esitato a dare tutto se stesso per noi e per la nostra salvezza. Una spiritualità eucaristica, allora, è vero antidoto all'individualismo e all'egoismo che spesso caratterizzano la vita quotidiana, porta alla riscoperta della gratuità, della centralità delle relazioni, a partire dalla famiglia, con particolare attenzione a lenire le ferite di quelle disgregate. Una spiritualità eucaristica - ha continuato Benedetto XVI - è anima di una comunità ecclesiale che supera divisioni e contrapposizioni e valorizza le diversità di carismi e ministeri ponendoli a servizio dell'unità della Chiesa, della sua vitalità e della sua missione. Una spiritualità eucaristica - ha sottolineato il Papa - è via per restituire dignità ai giorni dell'uomo e quindi al suo lavoro, nella ricerca della sua conciliazione con i tempi della festa e della famiglia e nell'impegno a superare l'incertezza del precariato e il problema della disoccupazione. Una spiritualità eucaristica - ha detto Ratzinger - ci aiuterà anche ad accostare le diverse forme di fragilità umana consapevoli che esse non offuscano il valore della persona, ma richiedono prossimità, accoglienza e aiuto".
La comunione eucaristica, ha sottolineato il Papa, "ci strappa dal nostro individualismo, ci comunica lo spirito del Cristo morto e risorto, ci conforma a lui; ci unisce intimamente ai fratelli in quel mistero di comunione che è la Chiesa, dove l'unico pane fa dei molti un solo corpo".

© Copyright TMNews


Paparatzifan
00domenica 11 settembre 2011 19:35
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AL TERMINE DELLA MESSA LE FRACCE TRICOLORE

Con perfetta sincronia, la formazione delle Frecce Tricolore e’ sfrecciata su Ancona appena il Papa ha terminato la benedizione della messa. Gli apparecchi hanno effettuato - come previsto - due passaggi colorando in cielo la bandiera italiana.


IL PRANZO DI BENEDETTO XVI COI CASSA INTEGRATI

Al termine della messa il pranzo di Benedetto XVI con una rappresentanza di operai in cassa integrazione e di poveri aiutati dalla Caritas. L’incontro avverra’ al Centro pastorale di Colle Ameno e vi prenderanno parte anche i vescovi presenti ad Ancona. Quindi dopo una sosta di riposo, alle 16.30, prima di lasciare il Centro Pastorale il Papa saluterà gli organizzatori della visita, un gruppo di rappresentanti dell’organizzazione del Congresso Eucaristico Nazionale e alcune autorita’ civili. Quindi raggiunge in auto la Cattedrale di San Ciriaco per l’incontro con gli sposi e con i sacerdoti.

www.ilrestodelcarlino.it/ancona/cronaca/2011/09/11/578979-congresso_eucaristi...


Paparatzifan
00domenica 11 settembre 2011 19:37
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Benedetto XVI, oggi ad Ancona per la chiusura del XXV Congresso Eucaristico Italiano, lancia l’invito a ripartire dall’Eucarestia per trasformare la nostra vita

L’Eucaristia può trasformare la nostra vita quotidiana e indicare la via per costruire una società più equa e fraterna. E’ con questi insegnamenti che Benedetto XVI ha chiuso stamani ad Ancona il XXV Congresso Eucaristico Italiano, celebrando la Santa Messa sulle rive dell’Adriatico, nel cantiere navale del capoluogo marchigiano, davanti a circa centomila persone. La celebrazione eucaristica è stato solo il primo appuntamento del 24mo viaggio apostolico in Italia del Papa, giunto stamane nel capoluogo marchigiano. Il servizio del nostro inviato, Fabio Colagrande:

Come sei anni fa a Bari, Benedetto XVI ha concluso oggi il Congresso eucaristico italiano in una città portuale, Ancona, ricca di storia e vita cristiana, porta verso l’Oriente, scenario suggestivo per riunirsi attorno all’Altare e proseguire la riflessione pastorale sul Sacramento che è fonte e culmine della vita della Chiesa.

Atteso con gioia fin dall’inizio del Congresso, apertosi il 3 settembre e sviluppatosi in tutte le diocesi della Metropolia, Benedetto XVI è atterrato in elicottero sul Molo Wojtyla, con lieve ritardo rispetto al programma, poco dopo le nove e trenta. Poi, a bordo della papamobile, ha ricevuto l’abbraccio di decine di migliaia di fedeli arrivati ad Ancona nelle ultime ore da tutte le Marche e dal resto d’Italia.

Giunto nella vasta area del cantiere navale della Fincantieri il Papa ha presieduto la Celebrazione eucaristica davanti al blu del mare su un bianco palco, con alle spalle la croce e due simboliche vele. Ai lati l’arco di Traiano e i macchinari dell’azienda navale da tempo inutilizzati per la crisi economica. Concelebravano con lui il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale italiana e l’arcivescovo di Ancona-Osimo, mons. Edoardo Menichelli. Ed è stato il cardinale Bagnasco a salutare subito il Pontefice dando un significato attuale e urgente alla celebrazione conclusiva del Congresso dedicato all’Eucaristia:

Padre Santo, invochiamo la Sua benedizione per l’Italia che attraversa un delicato momento sociale ed economico; per la nostra gente che ha bisogno della fede come del pane; per la Chiesa perché in essa questo santissimo Mistero sia veramente creduto, devotamente celebrato e intensamente vissuto. Grazie Padre Santo”. (applausi)

Nell’omelia, una lineare catechesi sull’efficacia dell’Eucaristia nella vita quotidiana, tema al centro del raduno ecclesiale, Benedetto XVI ha commentato la reazione dei discepoli alle parole di Gesù sul Pane della vita nel capitolo 6 del Vangelo di Giovanni. Parole che suonano ‘dure’ così come noi oggi resistiamo di fronte al ‘dono totale’ che Gesù fa di sé stesso, poiché accoglierlo significa ‘perdere sé stessi’. Per questo, ha spiegato il Papa, l’uomo rifiuta Dio e si illude di poter da solo trovare pace, benessere e sviluppo con la forza del potere e dell’economia, ma viene smentito dalla storia. E’ il ‘Primato di Dio’ che dunque dobbiamo recuperare per ritrovare la ‘verità di ciò che siamo’, ha commentato il Pontefice, spiegando come realizzare questo compito:

“Da dove partire, come dalla sorgente, per recuperare e riaffermare il primato di Dio? Dall’Eucaristia: qui Dio si fa così vicino da farsi nostro cibo, qui Egli si fa forza nel cammino spesso difficile, qui si fa presenza amica che trasforma”.

‘Nell’Eucaristia – ha proseguito il Papa - Dio si dona a noi, per aprire la nostra esistenza a Lui, per coinvolgerla nel mistero di amore della Croce’. Allora, opporsi alla secolarizzazione e rimettere la fede al centro dell’esistenza diventa possibile proprio ripartendo dal Sacramento che cambia la nostra vita:
“La comunione eucaristica, cari amici, ci strappa dal nostro individualismo, ci comunica lo spirito del Cristo morto e risorto, ci conforma a Lui; ci unisce intimamente ai fratelli in quel mistero di comunione che è la Chiesa, dove l’unico Pane fa dei molti un solo corpo.

E’ così che l’Eucaristia attiva le nostre energie morali, come il Papa suggeriva nell’esortazione apostolica “Sacramentum Caritatis” e come ha spiegato oggi:

“Chi sa inginocchiarsi davanti all’Eucaristia, chi riceve il corpo del Signore non può non essere attento, nella trama ordinaria dei giorni, alle situazioni indegne dell’uomo, e sa piegarsi in prima persona sul bisognoso, sa spezzare il proprio pane con l’affamato, condividere l’acqua con l’assetato, rivestire chi è nudo, visitare l’ammalato e il carcerato”.

Significativamente proprio due detenuti del carcere anconetano di Monteacuto hanno poi partecipato all’Offertorio durante la prosecuzione della messa. E’ un’autentica “spiritualità eucaristica” – ha spiegato il Papa nell’Omelia - il vero antidoto all’individualismo, l’anima di una comunità ecclesiale che sa ‘superare le contrapposizioni’. E’ la “spiritualità eucaristica” che ci aiuta ‘ad accostare le diverse forme di fragilità umana” e ad affrontare anche le difficoltà sociali e la crisi del mondo del lavoro ha ricordato Benedetto XVI:

“Una spiritualità eucaristica è via per restituire dignità ai giorni dell’uomo e quindi al suo lavoro, nella ricerca della sua conciliazione con i tempi della festa e della famiglia e nell’impegno a superare l’incertezza del precariato e il problema della disoccupazione”.

Parole, quest’ultime del Papa, che acquistano significato perché pronunciate oggi in un cantiere navale senza commesse, simbolo delle difficoltà dei lavoratori del mare. E si rafforzano nel gesto di condivisione che Benedetto XVI compie ad Ancona dividendo il pranzo con un gruppo di indigenti e cassintegrati in rappresentanza delle sofferenze di tutte le aziende della regione. ‘Con la forza dell’Eucaristia – ha concluso il Papa - ripartiamo da questa terra marchigiana in una costante osmosi tra il mistero che celebriamo e gli ambiti del nostro quotidiano’. Più tardi, gli applausi di gioia dei fedeli e il rombo colorato delle frecce tricolori chiudevano la celebrazione eucaristica finale del Congresso di Ancona.

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Paparatzifan
00domenica 11 settembre 2011 19:39
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Il Papa all’Angelus, dieci anni dopo i tragici attentati dell’11 settembre, sollecita i leader delle Nazioni a rifiutare sempre la violenza

Le parole del Papa all’Angelus nella ricorrenza odierna degli attentati terroristici che l’11 settembre insanguinavano gli Stati Uniti mentre il mondo intero restava attonito. Il servizio di Roberta Gisotti:

Il pensiero di Benedetto XVI è corso – come tutti attendevano – ai tragici eventi che 10 anni fa, marcavano in modo indelebile non solo la storia degli Stati Uniti ma dell’umanità intera nel terzo millennio.

“Nel ricordare al Signore della Vita le vittime degli attentati compiuti in quel giorno e i loro familiari, invito i responsabili delle Nazioni e gli uomini di buona volontà a rifiutare sempre la violenza come soluzione dei problemi, a resistere alla tentazione dell’odio e a operare nella società, ispirandosi ai principi della solidarietà, della giustizia e della pace”.

Il Papa ha poi chiesto a tutti i fedeli di rispecchiarsi in Maria Santissima “per contemplare l’abisso d’amore da cui proviene il Sacramento dell’Eucaristia”. “Grazie al “fiat” della Vergine, - ha ricordato il Santo Padre - il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi”. Da qui l’invito a rivolgersi “tutti, con la mente ed il cuore”, verso la vicina Santa Casa di Loreto.

“La terra marchigiana è tutta illuminata dalla spirituale presenza di Maria nel suo storico Santuario, che rende ancora più belle e più dolci queste colline!

Infine il grazie a tutti quanti hanno lavorato per la buona riuscita del Congresso Eucaristico Nazionale ed una preghiera particolare rivolta a Maria per gli italiani

A Lei affido in questo momento la città di Ancona, la Diocesi, le Marche e l’Italia intera, affinché nel popolo italiano sia sempre viva la fede nel Mistero eucaristico, che in ogni città e in ogni paese, dalle Alpi alla Sicilia, rende presente Cristo Risorto, sorgente di speranza e di conforto per la vita quotidiana, specie nei momenti difficili.

Prosegue nel pomeriggio la visita del Papa ad Ancona, con diversi appuntamenti di rilievo ecclesiale e sociale. Dopo il pranzo con i vescovi, nel centro pastorale di Colle Ameno, al quale hanno partecipato anche un gruppo di precari e cassaintegrati di aziende marchigiane in crisi ed alcuni poveri assistiti dalla Caritas diocesana, Benedetto XVI s’incontrerà con gli organizzatori del viaggio, prima di raggiungere la cattedrale di San Ciriaco, dove alle 17 si tratterrà a colloquio con le famiglie e con i sacerdoti. Quindi alle 18 l’atteso incontro del Santo Padre con i fidanzati nella piazza del Plebiscito. Infine il congedo e il saluto alle autorità al Molo Wojtyla, nel Porto di Ancona, da dove il Papa ripartirà in elicottero alle 18.45, per giungere in Vaticano alle 19.30.

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Paparatzifan
00domenica 11 settembre 2011 19:42
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PAPA: RESTITUIRE DIGNITA' AL LAVORO, SUPERARE IL PRECARIATO

Salvatore Izzo

(AGI) - Ancona, 11 set.

Occorre impegnarsi per "restituire dignita' ai giorni dell'uomo e quindi al suo lavoro, nella ricerca della sua conciliazione con i tempi della festa e della famiglia e nell'impegno a superare l'incertezza del precariato e il problema della disoccupazione". Lo ha chiesto con grande forza Benedetto XVI nell'omelia della messa celebrata oggi davanti a 100 mila fedeli nell'area Fincantieri del Porto di Ancona, che con una incombente gru ferma da troppo tempo - ma che potrebbe presto riprendere il lavoro - rappresenta un po' l'emblema della drammatica situazione occupazionale portata dalla crisi economica. Concludendo il Congresso Eucaristico Nazionale, il Papa ha indicato proprio nella riscoperta della spiritualità eucaristica la via da seguire per contribuire al risanamento sociale.
Per il Pontefice teologo, "non c'e' nulla di autenticamente umano che non trovi nell'Eucaristia la forma adeguata per essere vissuto in pienezza: nutrirsi di Cristo e' la via per non restare estranei o indifferenti alle sorti dei fratelli, ma entrare nella stessa logica di amore e di dono del sacrificio della Croce; chi sa inginocchiarsi davanti all'Eucaristia, chi riceve il corpo del Signore non puo' non essere attento, nella trama ordinaria dei giorni, alle situazioni indegne dell'uomo, e sa piegarsi in prima persona sul bisognoso, sa spezzare il proprio pane con l'affamato, condividere l'acqua con l'assetato, rivestire chi e' nudo, visitare l'ammalato e il carcerato".
Dunque, "una spiritualita' eucaristica "e' vero antidoto all'individualismo e all'egoismo che spesso caratterizzano la vita quotidiana, porta alla riscoperta della gratuita', della centralita' delle relazioni, a partire dalla famiglia, con particolare attenzione a lenire le ferite di quelle disgregate". "Una spiritualita' eucaristica - ha continuato - ci aiutera' anche ad accostare le diverse forme di fragilita' umana consapevoli che esse non offuscano il valore della persona, ma richiedono prossimita', accoglienza e aiuto".
"Dal Pane della vita - e' stato l'auspicio di Joseph Ratzinger, colpito dalla straordinaria vitalita' mostrata dalla Chiesa Italianai in questa grande kermesse che per otto giorni ha coinvolto (e invaso) cinque citta' delle Marche - trarra' vigore una rinnovata capacita' educativa, attenta a testimoniare i valori fondamentali dell'esistenza, del sapere, del patrimonio spirituale e culturale; la sua vitalita' ci fara' abitare la citta' degli uomini con la disponibilita' a spenderci nell'orizzonte del bene comune per la costruzione di una societa' piu' equa e fraterna". "Cari amici - ha detto agli oltre 100 mila fedeli presenti - ripartiamo da questa terra marchigiana con la forza dell'Eucaristia in una costante osmosi tra il mistero che celebriamo e gli ambiti del nostro quotidiano". "La vita quotidiana - e' stato l'auspicio conclusivo del Papa - diventi dunque luogo del culto spirituale, per vivere in tutte le circostanze il primato di Dio".

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PAPA: CHIESA HA SEMPRE AIUTATO TUTTI,CATTOLICI SUPERINO DIVISIONI

Salvatore Izzo

(AGI) - Ancona, 11 set.

"Costellata di santi e sante", la bimillenaria storia della Chiesa "e' segno eloquente di come proprio dalla comunione con il Signore, dall'Eucaristia, nasca una nuova e intensa assunzione di responsabilita' a tutti i livelli della vita comunitaria, nasca quindi uno sviluppo sociale positivo, che ha al centro la persona, specie quella povera, malata o disagiata".
Lo ha rivendicato Benedetto XVI nell'omelia della messa celebrata nell'area Fincantieri di Ancona a conclusione del Congresso Eucaristico Nazionale, ricordando ai cattolici italiani - rappresentati dai 100 mila fedeli che hanno partecipato al rito di oggi - che "una spiritualita' eucaristica e' anima di una comunita' ecclesiale che supera divisioni e contrapposizioni e valorizza le diversita' di carismi e ministeri ponendoli a servizio dell'unita' della Chiesa, della sua vitalita' e della sua missione".

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PAPA: IDEOLOGIE E REGIMI HANNO DATO PIETRE AL POSTO DEL PANE

Salvatore Izzo

(AGI) - Ancona, 11 set.

"Dopo aver messo da parte Dio, o averlo tollerato come una scelta privata che non deve interferire con la vita pubblica certe ideologie hanno puntato a organizzare la societa' con la forza del potere e dell'economia". Benedetto XVI ha voluto ricordarlo nell'omelia pronunciata all'area Fincantieri di Ancona a conclusione del Congresso Eucaristico Nazionale, sottolinenando che "la storia ci dimostra, drammaticamente, come l'obiettivo di assicurare a tutti sviluppo, benessere materiale e pace prescindendo da Dio e dalla sua rivelazione si sia risolto in un dare agli uomini pietre al posto del pane". "Il pane, cari fratelli e sorelle - ha detto ancora il Papa - e' 'frutto del lavoro dell'uomo', e in questa verita' e' racchiusa tutta la responsabilita' affidata alle nostre mani e alla nostra ingegnosita'; ma il pane e' anche, e prima ancora, 'frutto della terra', che riceve dall'alto sole e pioggia: e' dono da chiedere, che ci toglie ogni superbia e ci fa invocare con la fiducia degli umili: 'Padre dacci oggi il nostro pane quotidiano".
Nel mondo di oggi , ha continuato, "spesso confondiamo la liberta' con l'assenza di vincoli, con la convinzione di poter fare da soli, senza Dio, visto come un limite alla liberta'". "E' questa un'illusione che non tarda a volgersi in delusione, generando inquietudine e paura e portando, paradossalmente, a rimpiangere le catene del passato".
Nella sua omelia, il Papa teologo ha commentato l'espressione con la quale nel Vangelo i discepoli commentarono lpannuncio dell'Eucaristia (e della prorpia morte) fatto da Gesu': "Questa parola e' dura!". "E' dura - ha spiegato - perche' l'uomo cade spesso nell'illusione di poter "trasformare le pietre in pane". "L'uomo - ha osservato - e' incapace di darsi la vita da se stesso, egli si comprende solo a partire da Dio: e' la relazione con Lui a dare consistenza alla nostra umanita' e a rendere buona e giusta la nostra vita. Nel Padre nostro chiediamo che sia santificato il Suo nome, che venga il Suo regno, che si compia la Sua volonta'". "E' anzitutto il primato di Dio - ha esortato rivolto ai 100 mila fedeli presenti - che dobbiamo recuperare nel nostro mondo e nella nostra vita, perche' e' questo primato a permetterci di ritrovare la verita' di cio' che siamo, ed e' nel conoscere e seguire la volonta' di Dio che troviamo il nostro vero bene. Dare tempo e spazio a Dio, perche' sia il centro vitale della nostra esistenza". "Sei anni fa - ha ricordato il Pontefice - il primo viaggio apostolico in Italia del mio pontificato mi condusse a Bari, per il 24esimo Congresso Eucaristico Nazionale. Oggi sono venuto a concludere solennemente il 25esimo, qui ad Ancona. Ringrazio il Signore per questi intensi momenti ecclesiali che rafforzano il nostro amore all'Eucaristia e ci vedono uniti attorno all'Eucaristia! Bari e Ancona, due citta' affacciate sul mare Adriatico; due citta' ricche di storia e di vita cristiana; due citta' aperte all'Oriente, alla sua cultura e alla sua spiritualita'; due citta' che i temi dei Congressi Eucaristici hanno contribuito ad avvicinare: a Bari abbiamo fatto memoria di come 'senza la Domenica non possiamo vivere'; oggi il nostro ritrovarci e' all'insegna dell''Eucaristia per la vita quotidiana'".

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Paparatzifan
00domenica 11 settembre 2011 19:43
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XXV CEN-BENEDETTO XVI: PRETI E SPOSI, “UN’UNICA SORGENTE EUCARISTICA”

(Ancona, dai nostri inviati)

“Nella vostra presenza – sacerdoti e sposi provenienti dalle diverse diocesi italiane – si coglie la bellezza dell’armonia e della complementarità delle vostre differenti vocazioni. La mutua conoscenza e la stima vicendevole, nella condivisione della stessa fede, portano ad apprezzare il carisma altrui e a riconoscersi all’interno dell’unico ‘edificio spirituale’”: così Benedetto XVI ha qualificato, all’inizio del suo discorso pomeridiano alle famiglie ed ai preti (oltre 1000 persone) riuniti nella cattedrale di S. Ciriaco ad Ancona, il rapporto tra i presbiteri e i fedeli laici sposati. Il Papa ha subito affermato che occorre “ricondurre Ordine sacro e Matrimonio all’unica sorgente eucaristica. Entrambi questi stati di vita hanno, infatti, nell’amore di Cristo, che dona se stesso per la salvezza dell’umanità, la medesima radice; sono chiamati ad una missione comune: quella di testimoniare e rendere presente questo amore a servizio della comunità”. “Questa prospettiva – ha proseguito - consente anzitutto di superare una visione riduttiva della famiglia, che la considera come mera destinataria dell’azione pastorale. È vero che, in questa stagione difficile, essa necessita di particolari attenzioni. Non per questo, però, ne va sminuita l’identità e mortificata la specifica responsabilità”.
A livello ecclesiale valorizzare la famiglia significa riconoscerne la rilevanza nell’azione pastorale – ha proseguito Benedetto XVI -.
Il ministero che nasce dal Sacramento del Matrimonio è importante per la vita della Chiesa: la famiglia è luogo privilegiato di educazione umana e cristiana e rimane, per questa finalità, la migliore alleata del ministero sacerdotale”. Il Papa ha poi aggiunto che “nessuna vocazione è una questione privata, tantomeno quella al matrimonio, perché il suo orizzonte è la Chiesa intera. Si tratta, dunque, di saper integrare ed armonizzare, nell’azione pastorale, il ministero sacerdotale con ‘l’autentico Vangelo del matrimonio e della famiglia per una comunione fattiva e fraterna’”. Ai preti ha poi chiesto di “servire come Pastori la comunità ecclesiale, che è ‘famiglia di famiglie’, e quindi di amare ciascuno con cuore paterno, con autentico distacco da voi stessi, con dedizione piena, continua e fedele”. A questo riguardo ha ribadito che i presbiteri si devono conformare a Cristo, assumendone lo “stile di vita, con quel servizio totale ed esclusivo di cui il celibato è espressione. Anche il sacerdote ha una dimensione sponsale – ha sottolineato -; è immedesimarsi con il cuore di Cristo Sposo, che dà la vita per la Chiesa sua sposa”.
Ai presbiteri ha chiesto poi di rendere “protagonista la famiglia nell’azione pastorale” esortandoli ad essere “accoglienti e misericordiosi, anche con quanti fanno più fatica ad adempiere gli impegni assunti con il vincolo matrimoniale e con quanti, purtroppo, vi sono venuti meno”, mentre agli sposi ha detto: “Amate i vostri sacerdoti, esprimete loro l’apprezzamento per il generoso servizio che svolgono. Sappiate sopportarne anche i limiti, senza mai rinunciare a chiedere loro che siano fra voi ministri esemplari che vi parlano di Dio e che vi conducono a Lui. La vostra fraternità è per loro un prezioso aiuto spirituale e un sostegno nelle prove della vita”. Ad entrambi ha poi chiesto di farsi educatori delle giovani generazioni, testimoniando “la bellezza esigente della vita cristiana, con la fiducia e la pazienza di chi conosce la potenza del seme gettato nel terreno”. Benedetto XVI ha anzi ammonito su un rischio che corrono sia i preti sia i genitori nell’azione formativa: “Nei momenti in cui si insinuasse la tentazione che ogni impegno educativo sia vano, attingete dall’Eucaristia la luce per rafforzare la fede, sicuri che la grazia e la potenza di Gesù Cristo possono raggiungere l’uomo in ogni situazione, anche la più difficile”.

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Paparatzifan
00domenica 11 settembre 2011 19:44
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PAPA:AFFIDO L'ITALIA A MARIA, LA PROTEGGA IN MOMENTI DIFFICILI

Salvatore Izzo

(AGI) - Ancona, 11 set.

Diciassette anni dopo la grande Preghiera dell'Italia che in tempi ugualmente complessi riuni' a Loreto Giovanni Paolo II con tutti i vescovi italiani, al termine della messa celebrata oggi a Ancona, Benedetto XVI ha invitato il Paese intero a volgersi "con la mente ed il cuore, verso il Santuario della Santa Casa di Loreto, dal quale ci separano solo pochi chilometri". "La terra marchigiana - ha detto agli oltre 100 mila fedeli presenti nell'area Fincantieri del Porto Antico - e' tutta illuminata dalla spirituale presenza di Maria nel suo storico Santuario, che rende ancora piu' belle e piu' dolci queste colline. A Lei - ha scandito - affido in questo momento la citta' di Ancona, la Diocesi, le Marche e l'Italia intera, affinche' nel popolo italiano sia sempre viva la fede nel Mistero eucaristico, che in ogni citta' e in ogni paese, dalle Alpi alla Sicilia, rende presente Cristo Risorto, sorgente di speranza e di conforto per la vita quotidiana, specie nei momenti difficili".

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PAPA: FRECCE TRICOLORI SFRECCIANO ALLA FINE DELLA MESSA

Salvatore Izzo

(AGI) - Ancona, 11 set.

Con perfetta sincronia, la formazione delle Frecce Tricolore e' sfrecciata su Ancona appena il Papa ha terminato la benedizione della messa. Gli apparecchi hanno effettuato - come previsto - due passaggi colorando in cielo la bandiera italiana.

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PAPA: A PRANZO CON CASSINTEGRATI, DISOCCUPATI E EX DETENUTI

Salvatore Izzo

(AGI) - Ancona, 11 set.

Benedetto XVI e' a pranzo - al centro Pastorale di Colle Ameno che si trova alla periferia di Ancona, vicino all'ospedale Torrette - con alcuni rappresentanti delle categorie piu' deboli della zona anconetana. Con il Papa, intorno alla mensa, nel centro pastorale di Colle Ameno, siedono tre cassintegrati della Merloni, quattro lavoratori precari, otto cassintegrati della Fincantieri e cinque ospiti della Caritas, due dei quali sono ex detenuti in regime di liberta' vigilata.
"La Chiesa - ha sottolineato l'arcivescovo di Ancona, monsignor Edoardo Menichelli commentando questo gesto altamente simbolico - e' accanto a quanti hanno perso il lavoro, a quanti vivono un disagio umano e rischiano di perdere l'identita' sociale".
Secondo il presule che lo ha organizzato, "e' importante, a questo proposito, l'abbinamento dei senza lavoro che partecipano al pranzo del Papa con dei poveri assistiti dalla Caritas, dalle associazioni caritative e dalle suore che qui vengono chiamate 'di padre Guido', in memoria del frate minore francescano che avvio' quella mensa".

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Paparatzifan
00domenica 11 settembre 2011 19:45
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Papa/ Fedeli sopportino limiti dei preti, ma chiedano esemplarità

"Ringraziateli per il generoso servizio che svolgono"

Roma, 11 set. (TMNews)

"Amate i vostri sacerdoti, esprimete loro l'apprezzamento per il generoso servizio che svolgono. Sappiate sopportarne anche i limiti, senza mai rinunciare a chiedere loro che siano fra voi ministri esemplari che vi parlano di Dio e che vi conducono a lui". Così il Papa si è rivolto ai fedeli nel corso di una messa celebrata nella cattedrale di Ancona per sposi e sacerdoti.
Rivolgendosi direttamente ai preti il Papa, che si trova ad Ancona per concludere il congresso eucaristico nazionale, ha detto: "Siate, per quanti sono affidati alla vostra responsabilità, segno della benevolenza e della tenerezza di Gesù: in lui si rende visibile come il Dio che ama la vita non è estraneo o lontano dalle vicende umane, ma è l'amico che mai abbandona. E nei momenti in cui si insinuasse la tentazione che ogni impegno educativo sia vano, attingete dall'eucaristia la luce per rafforzare la fede, sicuri che la grazia e la potenza di Gesù Cristo possono raggiungere l'uomo in ogni situazione, anche la più difficile".

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Paparatzifan
00domenica 11 settembre 2011 19:46
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XXV CEN-BENEDETTO XVI AI FIDANZATI: “BRUCIARE LE TAPPE” È “BRUCIARE L’AMORE”

(Ancona, dai nostri inviati)

“La tavola è imbandita di tante cose prelibate, ma, come nell’episodio evangelico delle nozze di Cana, sembra che sia venuto a mancare il vino della festa. Soprattutto la difficoltà di trovare un lavoro stabile stende un velo di incertezza sull’avvenire”: lo ha detto il Papa a 500 coppie di fidanzati, la sera di domenica in piazza del Plebiscito ad Ancona, ultimo appuntamento prima del suo rientro alla Città del Vaticano.
Benedetto XVI ha notato che “questa condizione contribuisce a rimandare l’assunzione di decisioni definitive, e incide in modo negativo sulla crescita della società, che non riesce a valorizzare appieno la ricchezza di energie, di competenze e di creatività della vostra generazione”. “Anche le scelte di fondo allora diventano fragili, - ha proseguito il Papa - esposte ad una perenne revocabilità, che spesso viene ritenuta espressione di libertà, mentre ne segnala piuttosto la carenza. Appartiene a una cultura priva del vino della festa anche l’apparente esaltazione del corpo, che in realtà banalizza la sessualità e tende a farla vivere al di fuori di un contesto di comunione di vita e d’amore”.
Proseguendo nel suo discorso ai fidanzati, il Papa li ha esortati ad “evitare di chiudervi in rapporti intimistici, falsamente rassicuranti; fate piuttosto che la vostra relazione diventi lievito di una presenza attiva e responsabile nella comunità”. “E – ha aggiunto - non pensate, secondo una mentalità diffusa, che la convivenza sia garanzia per il futuro. Bruciare le tappe finisce per ‘bruciare l’amore, che invece ha bisogno di rispettare i tempi e la gradualità nelle espressioni; ha bisogno di dare spazio a Cristo, che è capace di rendere un amore umano fedele, felice e indissolubile. La fedeltà e la continuità del vostro volervi bene vi renderanno capaci anche di essere aperti alla vita, di essere genitori: la stabilità della vostra unione nel Sacramento del Matrimonio permetterà ai figli che Dio vorrà donarvi di crescere fiduciosi nella bontà della vita”. Ha poi concluso sottolineando che “fedeltà, indissolubilità e trasmissione della vita sono i pilastri di ogni famiglia, vero bene comune, patrimonio prezioso per l’intera società. Fin d’ora, fondate su di essi il vostro cammino verso il matrimonio e testimoniatelo anche ai vostri coetanei: è un servizio prezioso!”.

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Paparatzifan
00domenica 11 settembre 2011 19:48
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VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AD ANCONA PER LA CONCLUSIONE DEL XXV CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE ITALIANO, 11.09.2011

Discorso del Santo Padre in occasione dell'incontro con le famiglie e con i sacerdoti nella Cattedrale di San Ciriaco, Ancona, 11 settembre 2011

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Cari sacerdoti e cari sposi,

il colle su cui è costruita questa Cattedrale ci ha consentito un bellissimo sguardo sulla città e sul mare; ma nel varcare il maestoso portale l’animo rimane affascinato dall’armonia dello stile romanico, arricchito da un intreccio di influssi bizantini e di elementi gotici. Anche nella vostra presenza – sacerdoti e sposi provenienti dalle diverse diocesi italiane – si coglie la bellezza dell’armonia e della complementarità delle vostre differenti vocazioni.
La mutua conoscenza e la stima vicendevole, nella condivisione della stessa fede, portano ad apprezzare il carisma altrui e a riconoscersi all’interno dell’unico “edificio spirituale” (1 Pt 2,5) che, avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù, cresce ben ordinato per essere tempio santo nel Signore (cfr Ef 2,20-21). Grazie, dunque, per questo incontro: al caro Arcivescovo, Mons. Edoardo Menichelli – anche per le espressioni con cui lo ha introdotto – e a ciascuno di voi.

Vorrei soffermarmi brevemente sulla necessità di ricondurre Ordine sacro e Matrimonio all’unica sorgente eucaristica. Entrambi questi stati di vita hanno, infatti, nell’amore di Cristo, che dona se stesso per la salvezza dell’umanità, la medesima radice; sono chiamati ad una missione comune: quella di testimoniare e rendere presente questo amore a servizio della comunità, per l’edificazione del Popolo di Dio (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1534).

Questa prospettiva consente anzitutto di superare una visione riduttiva della famiglia, che la considera come mera destinataria dell’azione pastorale. È vero che, in questa stagione difficile, essa necessita di particolari attenzioni. Non per questo, però, ne va sminuita l’identità e mortificata la specifica responsabilità. La famiglia è ricchezza per gli sposi, bene insostituibile per i figli, fondamento indispensabile della società, comunità vitale per il cammino della Chiesa.

A livello ecclesiale valorizzare la famiglia significa riconoscerne la rilevanza nell’azione pastorale. Il ministero che nasce dal Sacramento del Matrimonio è importante per la vita della Chiesa: la famiglia è luogo privilegiato di educazione umana e cristiana e rimane, per questa finalità, la migliore alleata del ministero sacerdotale; essa è un dono prezioso per l’edificazione della comunità. La vicinanza del sacerdote alla famiglia, a sua volta, l’aiuta a prendere coscienza della propria realtà profonda e della propria missione, favorendo lo sviluppo di una forte sensibilità ecclesiale. Nessuna vocazione è una questione privata, tantomeno quella al matrimonio, perché il suo orizzonte è la Chiesa intera. Si tratta, dunque, di saper integrare ed armonizzare, nell’azione pastorale, il ministero sacerdotale con “l’autentico Vangelo del matrimonio e della famiglia” (Enc. Familiaris consortio, 8) per una comunione fattiva e fraterna. E l’Eucaristia è il centro e la sorgente di questa unità che anima tutta l’azione della Chiesa.

Cari sacerdoti, per il dono che avete ricevuto nell’Ordinazione, siete chiamati a servire come Pastori la comunità ecclesiale, che è “famiglia di famiglie”, e quindi ad amare ciascuno con cuore paterno, con autentico distacco da voi stessi, con dedizione piena, continua e fedele: voi siete segno vivo che rimanda a Cristo Gesù, l’unico Buon Pastore.

Conformatevi a Lui, al suo stile di vita, con quel servizio totale ed esclusivo di cui il celibato è espressione. Anche il sacerdote ha una dimensione sponsale; è immedesimarsi con il cuore di Cristo Sposo, che dà la vita per la Chiesa sua sposa (cfr Esort. ap. postsin. Sacramentum caritatis, 24). Coltivate una profonda familiarità con la Parola di Dio, luce nel vostro cammino.

La celebrazione quotidiana e fedele dell’Eucaristia sia il luogo dove attingere la forza per donare voi stessi ogni giorno nel ministero e vivere costantemente alla presenza di Dio: è Lui la vostra dimora e la vostra eredità. Di questo dovete essere testimoni per la famiglia e per ogni persona che il Signore pone sulla vostra strada, anche nelle circostanze più difficili (cfr ibid., 80). Incoraggiate i coniugi, condividetene le responsabilità educative, aiutateli a rinnovare continuamente la grazia del loro matrimonio. Rendete protagonista la famiglia nell’azione pastorale. Siate accoglienti e misericordiosi, anche con quanti fanno più fatica ad adempiere gli impegni assunti con il vincolo matrimoniale e con quanti, purtroppo, vi sono venuti meno.
Cari sposi, il vostro Matrimonio si radica nella fede che “Dio è amore” (1Gv 4,8) e che seguire Cristo significa “rimanere nell’amore” (cfr Gv 15,9-10). La vostra unione – come insegna l’apostolo Paolo – è segno sacramentale dell’amore di Cristo per la Chiesa (cfr Ef 5,32), amore che culmina nella Croce e che è “significato e attuato nell’Eucaristia” (Esort. ap. Sacramentum caritatis, 29).

Il Mistero eucaristico incida sempre più profondamente nella vostra vita quotidiana: traete ispirazione e forza da questo Sacramento per il vostro rapporto coniugale e per la missione educativa a cui siete chiamati; costruite le vostre famiglie nell’unità, dono che viene dall’alto e che alimenta il vostro impegno nella Chiesa e nel promuovere un mondo giusto e fraterno. Amate i vostri sacerdoti, esprimete loro l’apprezzamento per il generoso servizio che svolgono. Sappiate sopportarne anche i limiti, senza mai rinunciare a chiedere loro che siano fra voi ministri esemplari che vi parlano di Dio e che vi conducono a Lui. La vostra fraternità è per loro un prezioso aiuto spirituale e un sostegno nelle prove della vita.

Cari sacerdoti e cari sposi, sappiate trovare sempre nella santa Messa la forza per vivere l’appartenenza a Cristo e alla sua Chiesa, nel perdono, nel dono di sé stessi e nella gratitudine. Il vostro agire quotidiano abbia nella comunione sacramentale la sua origine e il suo centro, perché tutto sia fatto a gloria di Dio. In questo modo, il sacrificio di amore di Cristo vi trasformerà, fino a rendervi in Lui “un solo corpo e un solo spirito” (cfr Ef 4,4-6). L’educazione alla fede delle nuove generazioni passa anche attraverso la vostra coerenza. Testimoniate loro la bellezza esigente della vita cristiana, con la fiducia e la pazienza di chi conosce la potenza del seme gettato nel terreno. Come nell’episodio evangelico che abbiamo ascoltato (Mc 5,21-24.35-43), siate, per quanti sono affidati alla vostra responsabilità, segno della benevolenza e della tenerezza di Gesù: in Lui si rende visibile come il Dio che ama la vita non è estraneo o lontano dalle vicende umane, ma è l’Amico che mai abbandona. E nei momenti in cui si insinuasse la tentazione che ogni impegno educativo sia vano, attingete dall’Eucaristia la luce per rafforzare la fede, sicuri che la grazia e la potenza di Gesù Cristo possono raggiungere l’uomo in ogni situazione, anche la più difficile.
Cari amici, vi affido tutti alla protezione di Maria, venerata in questa Cattedrale con il titolo di “Regina di tutti i Santi”. La tradizione ne lega l’immagine all’ex voto di un marinaio, in ringraziamento per la salvezza del figlio, uscito indenne da una tempesta di mare. Lo sguardo materno della Madre accompagni anche i vostri passi nella santità verso un approdo di pace.
Grazie!

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Paparatzifan
00domenica 11 settembre 2011 19:51
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VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AD ANCONA PER LA CONCLUSIONE DEL XXV CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE ITALIANO, 11.09.2011

Discorso del Santo Padre in occasione dell'incontro con i giovani fidanzati in Piazza del Plebiscito, Ancona, 11 settembre 2011

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Cari fidanzati!

Sono lieto di concludere questa intensa giornata, culmine del Congresso Eucaristico Nazionale, incontrando voi, quasi a voler affidare l’eredità di questo evento di grazia alle vostre giovani vite. Del resto, l’Eucaristia, dono di Cristo per la salvezza del mondo, indica e contiene l’orizzonte più vero dell’esperienza che state vivendo: l’amore di Cristo quale pienezza dell’amore umano.
Ringrazio l’Arcivescovo di Ancona-Osimo, Mons. Edoardo Menichelli, per il suo cordiale saluto, e tutti voi per questa vivace partecipazione; grazie anche per le domande che mi avete rivolto e che io accolgo confidando nella presenza in mezzo a noi del Signore Gesù: Lui solo ha parole di vita eterna, parole di vita per voi e per il vostro futuro!
Quelli che ponete sono interrogativi che, nell’attuale contesto sociale, assumono un peso ancora maggiore. Vorrei offrirvi solo qualche orientamento per una risposta. Per certi aspetti, il nostro è un tempo non facile, soprattutto per voi giovani. La tavola è imbandita di tante cose prelibate, ma, come nell’episodio evangelico delle nozze di Cana, sembra che sia venuto a mancare il vino della festa. Soprattutto la difficoltà di trovare un lavoro stabile stende un velo di incertezza sull’avvenire. Questa condizione contribuisce a rimandare l’assunzione di decisioni definitive, e incide in modo negativo sulla crescita della società, che non riesce a valorizzare appieno la ricchezza di energie, di competenze e di creatività della vostra generazione.
Manca il vino della festa anche a una cultura che tende a prescindere da chiari criteri morali: nel disorientamento, ciascuno è spinto a muoversi in maniera individuale e autonoma, spesso nel solo perimetro del presente.

La frammentazione del tessuto comunitario si riflette in un relativismo che intacca i valori essenziali; la consonanza di sensazioni, di stati d’animo e di emozioni sembra più importante della condivisione di un progetto di vita. Anche le scelte di fondo allora diventano fragili, esposte ad una perenne revocabilità, che spesso viene ritenuta espressione di libertà, mentre ne segnala piuttosto la carenza. Appartiene a una cultura priva del vino della festa anche l’apparente esaltazione del corpo, che in realtà banalizza la sessualità e tende a farla vivere al di fuori di un contesto di comunione di vita e d’amore.

Cari giovani, non abbiate paura di affrontare queste sfide! Non perdete mai la speranza. Abbiate coraggio, anche nelle difficoltà, rimanendo saldi nella fede. Siate certi che, in ogni circostanza, siete amati e custoditi dall’amore di Dio, che è la nostra forza. Per questo è importante che l’incontro con Lui, soprattutto nella preghiera personale e comunitaria, sia costante, fedele, proprio come è il cammino del vostro amore: amare Dio e sentire che Lui mi ama. Nulla ci può separare dall’amore di Dio! Siate certi, poi, che anche la Chiesa vi è vicina, vi sostiene, non cessa di guardare a voi con grande fiducia. Essa sa che avete sete di valori, quelli veri, su cui vale la pena di costruire la vostra casa!

Il valore della fede, della persona, della famiglia, delle relazioni umane, della giustizia. Non scoraggiatevi davanti alle carenze che sembrano spegnere la gioia sulla mensa della vita. Alle nozze di Cana, quando venne a mancare il vino, Maria invitò i servi a rivolgersi a Gesù e diede loro un’indicazione precisa: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela” (Gv 2,5). Fate tesoro di queste parole, le ultime di Maria riportate nei Vangeli, quasi un suo testamento spirituale, e avrete sempre la gioia della festa: Gesù è il vino della festa!
Come fidanzati vi trovate a vivere una stagione unica, che apre alla meraviglia dell’incontro e fa scoprire la bellezza di esistere e di essere preziosi per qualcuno, di potervi dire reciprocamente: tu sei importante per me. Vivete con intensità, gradualità e verità questo cammino.

Non rinunciate a perseguire un ideale alto di amore, riflesso e testimonianza dell’amore di Dio! Ma come vivere questa fase della vostra vita, testimoniare l’amore nella comunità? Vorrei dirvi anzitutto di evitare di chiudervi in rapporti intimistici, falsamente rassicuranti; fate piuttosto che la vostra relazione diventi lievito di una presenza attiva e responsabile nella comunità. Non dimenticate, poi, che, per essere autentico, anche l’amore richiede un cammino di maturazione: a partire dall’attrazione iniziale e dal “sentirsi bene” con l’altro, educatevi a “volere bene” all’altro, a “volere il bene” dell’altro. L’amore vive di gratuità, di sacrificio di sé, di perdono e di rispetto dell’altro.

Cari amici, ogni amore umano è segno dell’Amore eterno che ci ha creati, e la cui grazia santifica la scelta di un uomo e di una donna di consegnarsi reciprocamente la vita nel matrimonio. Vivete questo tempo del fidanzamento nell’attesa fiduciosa di tale dono, che va accolto percorrendo una strada di conoscenza, di rispetto, di attenzioni che non dovete mai smarrire: solo a questa condizione il linguaggio dell’amore rimarrà significativo anche nello scorrere degli anni. Educatevi, poi, sin da ora alla libertà della fedeltà, che porta a custodirsi reciprocamente, fino a vivere l’uno per l’altro.

Preparatevi a scegliere con convinzione il “per sempre” che connota l’amore: l’indissolubilità, prima che una condizione, è un dono che va desiderato, chiesto e vissuto, oltre ogni mutevole situazione umana.

E non pensate, secondo una mentalità diffusa, che la convivenza sia garanzia per il futuro. Bruciare le tappe finisce per “bruciare” l’amore, che invece ha bisogno di rispettare i tempi e la gradualità nelle espressioni; ha bisogno di dare spazio a Cristo, che è capace di rendere un amore umano fedele, felice e indissolubile.

La fedeltà e la continuità del vostro volervi bene vi renderanno capaci anche di essere aperti alla vita, di essere genitori: la stabilità della vostra unione nel Sacramento del Matrimonio permetterà ai figli che Dio vorrà donarvi di crescere fiduciosi nella bontà della vita. Fedeltà, indissolubilità e trasmissione della vita sono i pilastri di ogni famiglia, vero bene comune, patrimonio prezioso per l’intera società. Fin d’ora, fondate su di essi il vostro cammino verso il matrimonio e testimoniatelo anche ai vostri coetanei: è un servizio prezioso! Siate grati a quanti con impegno, competenza e disponibilità vi accompagnano nella formazione: sono segno dell’attenzione e della cura che la comunità cristiana vi riserva. Non siete soli: ricercate e accogliete per primi la compagnia della Chiesa.

Vorrei tornare ancora su un punto essenziale: l’esperienza dell’amore ha al suo interno la tensione verso Dio. Il vero amore promette l’infinito! Fate, dunque, di questo vostro tempo di preparazione al matrimonio un itinerario di fede: riscoprite per la vostra vita di coppia la centralità di Gesù Cristo e del camminare nella Chiesa.

Maria ci insegna che il bene di ciascuno dipende dall’ascoltare con docilità la parola del Figlio. In chi si fida di Lui, l’acqua della vita quotidiana si muta nel vino di un amore che rende buona, bella e feconda la vita. Cana, infatti, è annuncio e anticipazione del dono del vino nuovo dell’Eucaristia, sacrificio e banchetto nel quale il Signore ci raggiunge, ci rinnova e trasforma. Non smarrite l’importanza vitale di questo incontro: l’assemblea liturgica domenicale vi trovi pienamente partecipi: dall’Eucaristia scaturisce il senso cristiano dell’esistenza e un nuovo modo di vivere (cfr Esort. ap. postsin. Sacramentum caritatis, 72-73).

Non avrete, allora, paura nell’assumere l’impegnativa responsabilità della scelta coniugale; non temerete di entrare in questo “grande mistero”, nel quale due persone diventano una sola carne (cfr Ef 5,31-32).
Carissimi giovani, vi affido alla protezione di San Giuseppe e di Maria Santissima; seguendo l’invito della Vergine Madre – “Qualsiasi cosa vi dica, fatela” – non vi mancherà il gusto della vera festa e saprete portare il “vino” migliore, quello che Cristo dona per la Chiesa e per il mondo. Vorrei dirvi che anch’io sono vicino a voi e a tutti coloro che, come voi, vivono questo meraviglioso cammino dell’amore. Vi benedico di vero cuore!

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Paparatzifan
00lunedì 12 settembre 2011 11:26
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XXV CEN-PAPA: DON MAFFEIS (CEI), “SOLIDARIETÀ” E “VICINANZA” AL MONDO DEL LAVORO

(Ancona, dai nostri inviati)

Oltre cento vescovi, una ventina tra operai cassaintegrati in rappresentanza di realtà in crisi e persone aiutate dalla Caritas, e tra questi due detenuti ammessi a misure alternative. Sono i commensali che hanno pranzato, oggi ad Ancona, con Benedetto XVI nel Centro pastorale di Colle Ameno.
Al termine “il Papa ha manifestato la solidarietà e la vicinanza al mondo del lavoro”, ha riferito al SIR don Ivan Maffeis, vicedirettore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Cei e responsabile dell’Ufficio stampa del XXV Congresso eucaristico nazionale.
Vescovi, cassaintegrati e poveri erano tutti insieme attorno ai tavoli della sala ed “è importante che in un momento del genere – ha commentato don Maffeis – l’attenzione sia rivolta proprio a chi è senza lavoro, perché vive un dramma che è reale”.
Il Papa ha salutato operai e poveri uno a uno, come pure il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova, che ha voluto conoscere le loro vicende e la situazione in cui versano.
Un gesto “particolarmente apprezzato” dai rappresentanti del mondo del lavoro in crisi, memori delle parole del presule genovese ai lavoratori espresse anche recentemente, nei giorni della protesta degli operai impiegati negli stabilimenti Fincantieri a Sestri Ponente (Ge) e Castellammare di Stabia (Na), dopo l’annuncio che molti sarebbero rimasti in mobilità.

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Paparatzifan
00lunedì 12 settembre 2011 11:27
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PAPA: E' UN DOVERE OFFRIRE AI GIOVANI PRINCIPI SICURI E PROSPETTIVE STABILI

(AGI) - Ancona, 11 set.

(dall'inviato Salvatore Izzo)

"La difficolta' di trovare un lavoro stabile stende un velo di incertezza sull'avvenire". Benedetto XVI, poco prima di lasciare Ancona dopo una giornata che sara' ricordata per il calore dell'accoglienza che gli e' stata riservata da oltre 100 mila fedeli, gli stessi in gran parte che hanno partecipato per una intera settimana alla grande kermesse del Congresso Eucaristico Nazionale in ben cinque citta' delle Marche, ha fotografato con queste parole la sua preoccupazione per l'attuale situazione occupazionale.
Il Papa ha espresso esplicitamente la sua solidarieta' a 500 giovani coppie di fidanzati perche' "questa condizione contribuisce a rimandare l'assunzione di decisioni definitive, e incide in modo negativo sulla crescita della societa', che non riesce a valorizzare appieno la ricchezza di energie, di competenze e di creativita' della vostra generazione".
Ma soprattutto ha dato voce alla propria emozione, dopo il pranzo con un gruppo di cassintegrati delle aziende marchigiane in crisi: tre cassintegrati della Merloni, quattro lavoratori precari, otto cassintegrati della Fincantieri e, allo stesso desco con vescovi e cardinali, anche cinque ospiti della Caritas, due dei quali ex detenuti in regime di liberta' vigilata. "Gli operai - ha raccontato l'arcivescovo Edoardo Menichelli - piangevano e anch'io dovevo sforzarmi per trattenere le lacrime.
"A pranzo con il Papa abbiamo provato una grande emozione", ha confidato Alessandro Bolognini, uno degli operai.
"Il Papa ha pregato con noi e poi ha detto che la Chiesa non smettera' di essere vicina al mondo del lavoro".
Papa Ratzinger era stato informato della grande attesa che c'era del suo gesto di condivisione. "Il fatto di non avere lavoro toglie meta' della propria identita'" lasciando un senso di grande "umiliazione", era stato detto al Congresso Eucaristico da Nicola Strombolini, operaio attualmente in cassa integrazione ma anche diacono permanente, al quale anche manca il senso di pienezza dell'esistenza di chi puo' svolgere il proprio lavoro".
Alla grande messa nell'area Fincantieri, l'appello del Pontefice non poteva essere piu' chiaro: occorre impegnarsi per "restituire dignita' ai giorni dell'uomo e quindi al suo lavoro, nella ricerca della sua conciliazione con i tempi della festa e della famiglia e nell'impegno a superare l'incertezza del precariato e il problema della disoccupazione".
Una societa' che metta davvero l'uomo al centro poi non puo' umiliarlo con condizioni di lavoro (o sussidi) che mortificano la sua dignita'.
"La storia ci dimostra drammaticamente - ha rilevato Papa Ratzinger - come l'obiettivo di assicurare a tutti sviluppo, benessere materiale e pace prescindendo da Dio e dalla sua rivelazione si sia risolto in un dare agli uomini pietre al posto del pane".
"Il pane, cari fratelli e sorelle - ha detto ancora il Papa - e' 'frutto del lavoro dell'uomo', e in questa verita' e' racchiusa tutta la responsabilita' affidata alle nostre mani e alla nostra ingegnosita'; ma il pane e' anche, e prima ancora, 'frutto della terra', che riceve dall'alto sole e pioggia: e' dono da chiedere, che ci toglie ogni superbia e ci fa invocare con la fiducia degli umili: 'Padre dacci oggi il nostro pane quotidiano".
Nel mondo di oggi , ha continuato nell'omelia conclusiva del Congresso Eucaristico Nazionale, "spesso confondiamo la liberta' con l'assenza di vincoli, con la convinzione di poter fare da soli, senza Dio, visto come un limite alla liberta'".
Tema poi ripreso nell'inedito dialogo con i fidanzati in piazza Plebiscito: non e' sperimentando in anticipo i rapporti sessuali e la vita insieme che i fidanzati si garantiscono un matrimonio felice, ha spiegato, contestando quella "mentalita' diffusa", secondo la quale che la convivenza sarebbe "garanzia per il futuro". "Bruciare le tappe - invece - finisce per 'bruciare' l'amore, che invece ha bisogno di rispettare i tempi e la gradualita' nelle espressioni".
"Vorrei dirvi anzitutto - ha elencato il Papa teologo con una coinvolgente catechesi sulla preparazione al matrimonio - di evitare di chiudervi in rapporti intimistici, falsamente rassicuranti; fate piuttosto che la vostra relazione diventi lievito di una presenza attiva e responsabile nella comunita'.
Non dimenticate, poi, che, per essere autentico, anche l'amore richiede un cammino di maturazione: a partire dall'attrazione iniziale e dal "sentirsi bene" con l'altro, educatevi a "volere bene" all'altro, a "volere il bene" dell'altro".
L'amore, ha ricordato il Pontefice, "vive di gratuita', di sacrificio di se', di perdono e di rispetto dell'altro".
Poi "ogni amore umano e' segno dell'Amore eterno che ci ha creati, e la cui grazia santifica la scelta di un uomo e di una donna di consegnarsi reciprocamente la vita nel matrimonio". In questo contesto ha poi ribadito che "l'indissolubilita', prima che una condizione, e' un dono che va desiderato, chiesto e vissuto, oltre ogni mutevole situazione umana. E non pensate, secondo una mentalita' diffusa, che la convivenza sia garanzia per il futuro". Allora, "fedelta', indissolubilita' e trasmissione della vita sono i pilastri di ogni famiglia, vero bene comune, patrimonio prezioso per l'intera societa'".
"Fate, dunque, di questo vostro tempo di preparazione - e' l'esortazione conclusiva di Benedetto XVI - al matrimonio un itinerario di fede".
Cosi' facendo "non avrete, allora, paura nell'assumere l'impegnativa responsabilita' della scelta coniugale". Poco prima, nella Cattedrale di San Ciriaco, non era mancata - in tema di matrimonio - una parola di solidarieta' verso chi si sente schiacciato anche spiritualmente da un'unione finita male. "Siate accoglienti e misericordiosi, anche con quanti fanno piu' fatica ad adempiere gli impegni assunti con il vincolo matrimoniale e con quanti, purtroppo, vi sono venuti meno", ha chiesto infatti ai sacerdoti e agli sposi impegnati nelle parrocchie, esortandoli a "trovare sempre nella santa messa la forza per vivere l'appartenenza a Cristo e alla sua Chiesa, nel perdono, nel dono di se' stessi e nella gratitudine".
Alla messa del Papa nell'area Fincantieri del Porto di Ancona c'e' stata oggi una singolare passerella di politici: il segretario e il presidente del Pd, Pierluigi Bersani e Rosy Bindi, il presidente dell'Udc, Pierferdinando Casini, il coordinatore del Pdl Sandro Bondi, il vice presidente della Commissione Europea Antonio Tajani, e gli ex ministri Rocco Buttiglione e Giuseppe Fioroni. A rappresentare il Governo, l'inossidabile sottosegretario alla presidenza Gianni Letta, sempre il piu' apprezzato in Vaticano. Ed era presente anche il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, ugualmente stimato. Un dato insolito, pero', tutta questa politica a una messa del Papa. A dar voce all'auspicio che non fosse solo una occasioen per farsi edere e' stato alla fine il governatore delle Marche Gianmario Spacca.
"Il richiamo del Santo Padre a uno sviluppo sociale con al centro la persona, soprattutto chi e' piu' debole, ha offerto a tutti - ha commentato - una riflessione molto elevata e densa di significato: il Papa con la sua presenza e le sue parole, ha regalato alle Marche, all'Italia e al mondo, una profonda emozione, tangibile nel grande piazzale della Fincantieri che questa mattina si e' riempito di entusiasmo e calore".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00lunedì 12 settembre 2011 20:11
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Il vino della festa

I media italiani, nel dare conto della visita di Benedetto XVI ad Ancona, si sono soffermati sulla preoccupazione del Papa, che è vescovo di Roma e primate d’Italia, per la mancanza e la precarietà del lavoro. Una scelta informativa comprensibile soprattutto in questo tempo di crisi e che ha sottolineato la vicinanza del Pontefice — espressa anche nei momenti d’incontro con alcuni rappresentanti dei lavoratori e di chi vive con più difficoltà — e la partecipazione alla visita papale di esponenti della vita pubblica presenti significativamente senza distinzioni di appartenenza politica.
Ma il viaggio di Benedetto XVI e i suoi discorsi hanno un respiro più ampio. Come sempre, il Papa — che ha concluso il venticinquesimo congresso eucaristico nazionale italiano — è andato alla radice delle questioni. E ha esortato a riflettere sulle conseguenze storiche dei tentativi di ordinare la società da parte di ideologie che «hanno puntato a organizzare la società con la forza del potere e dell’economia» mettendo da parte Dio, perché come risultato si sono avute «pietre al posto del pane».
È dunque il primato di Dio da ristabilire, perché l’uomo ha bisogno del pane per vivere. Del pane di ogni giorno, certo, ma soprattutto di quello vero, che è Cristo stesso. Ecco dunque la centralità dell’Eucaristia e delle sue conseguenze che, parafrasando un celebre titolo di Jean Daniélou, si potrebbero definire politiche. Dal sacramento che è al cuore della fede cristiana nascono infatti — ha detto il Papa — una nuova assunzione di responsabilità comunitaria e «uno sviluppo sociale positivo, che ha al centro la persona, specie quella povera, malata o disagiata».
Alla meditazione sul pane Benedetto XVI ha affiancato, nell’incontro con i fidanzati — non usuale, proprio come l’altro, che ha riunito insieme nel duomo coppie sposate e sacerdoti — quella sul secondo segno eucaristico, il vino. In particolare, su quello della festa che venne a mancare durante il banchetto di nozze a Cana, dove Gesù era ospite con sua madre. Anche oggi manca questo vino, ma anche oggi, come in quel giorno, Cristo lo vuole versare a ognuno. Nell’amicizia che offre a ogni essere umano.

g.m.v

(©L'Osservatore Romano 12-13 settembre 2011)


Paparatzifan
00lunedì 12 settembre 2011 20:15
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Ad Ancona il Papa conclude il Congresso eucaristico nazionale mettendo in guardia da un modello di sviluppo che non abbia al centro l’uomo

Le pietre e il pane

Un modello di organizzazione sociale che punta solo sul benessere materiale prescindendo da Dio e dalla sua rivelazione in Cristo, finisce per «dare agli uomini pietre al posto del pane». Benedetto XVI usa un’immagine evangelica eloquente per ricordare che i sistemi ideologici e politici basati unicamente sulla «forza del potere e dell’economia» non hanno passato il vaglio della storia.
«L’uomo — avverte durante la messa presieduta domenica mattina, 11 settembre, ad Ancona, a conclusione del XXV Congresso eucaristico nazionale — si comprende solo a partire da Dio»: la relazione con lui, infatti, dà «consistenza alla nostra umanità» e rende «buona e giusta la nostra vita».
In questo senso l’Eucaristia è il punto di partenza «per recuperare e riaffermare il primato di Dio». Il Papa lo ribadisce con forza quando sottolinea che la spiritualità eucaristica rappresenta il «vero antidoto all’individualismo e all’egoismo» perché «porta alla riscoperta della gratuità» e della «centralità delle relazioni» nell’esistenza umana. Se l’Eucaristia «sostiene e trasforma l’intera vita quotidiana» — assicura — è in grado di promuovere la nascita di «uno sviluppo sociale positivo, che ha al centro la persona, specie quella povera, malata o disagiata». Chi «sa inginocchiarsi davanti all’Eucaristia», infatti, «non può non essere attento, nella trama ordinaria dei giorni, alle situazioni indegne dell’uomo, e sa piegarsi in prima persona sul bisognoso, sa spezzare il proprio pane con l’affamato, condividere l’acqua con l’assetato, rivestire chi è nudo, visitare l’ammalato e il carcerato».
Il Pontefice rilancia la centralità della spiritualità eucaristica anche come «via per restituire dignità ai giorni dell’uomo e al suo lavoro, nella ricerca della sua conciliazione con i tempi della festa e della famiglia e nell’impegno a superare l’incertezza del precariato e il problema della disoccupazione». Un richiamo esplicito alla difficile realtà sociale e occupazionale della regione, che il Papa ha modo di sperimentare da vicino durante il pranzo al termine della messa. Alla sua tavola, infatti, siedono venti rappresentanti delle categorie più colpite dalla crisi che ha messo in ginocchio una parte considerevole dell’economia marchigiana: cassintegrati, precari, disoccupati, poveri. E a loro Benedetto XVI conferma: «Conosco i vostri problemi, vi sono vicino. Tutta la Chiesa vi è vicina».
A questo tema il Pontefice fa riferimento anche nel pomeriggio, quando — dopo l’incontro con i sacerdoti e gli sposi nella cattedrale di San Ciriaco — risponde alle domande dei fidanzati riuniti in piazza del Plebiscito. Servendosi dell’immagine della tavola imbandita alle nozze di Cana, il Papa fa notare che tra i giovani spesso manca «il vino della festa». E rileva che «soprattutto la difficoltà di trovare un lavoro stabile stende un velo di incertezza sull’avvenire». Una condizione — evidenzia — che «contribuisce a rimandare l’assunzione di decisioni definitive, e incide in modo negativo sulla crescita della società, che non riesce a valorizzare appieno la ricchezza di energie, di competenze e di creatività» dei giovani. Da qui l’appello a «perseguire un ideale alto di amore» dando spazio a Cristo, che porta in ogni esistenza «il vino della festa».

(©L'Osservatore Romano 12-13 settembre 2011)


Paparatzifan
00martedì 13 settembre 2011 12:37
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Le domande al Papa durante l'incontro conclusivo della visita pastorale

Inquietudini e attese dei fidanzati

Gioie, speranze, delusioni, ma soprattutto una richiesta di aiuto, di indicazioni, di orientamenti sicuri per guardare al futuro con meno apprensione. Tutto questo i giovani delle Marche, hanno messo nelle mani di Benedetto XVI il quale, nel programma della sua visita ad Ancona, ha voluto inserire l'incontro con quanti di quei giovani, hanno iniziato un cammino di coppia per costruire la famiglia di domani.
Nel presentarli al Papa l'arcivescovo Menichelli ha parlato delle difficoltà che essi incontrano in questo momento particolare della loro vita. «Allo stupore dell'innamoramento -- ha detto tra l'altro -- succede spesso un tempo di prova, di dubbio, di domande; un tempo in cui, come la notte per la sposa del cantico dei cantici, si mettono alla ricerca dell'amato fino a giungere all'alba di una consapevolezza più forte. È la scoperta della chiamata, della vocazione ad essere segno dell'amore di Cristo per la sua Chiesa». In questo itinerario «la tentazione di chiudersi -- ha aggiunto il presule -- e di isolarsi li porta a non chiedere aiuto, ad affidarsi solo alla propria esperienza. Sappiamo quante pressioni esterne e fragilità interiori spingono i nostri giovani a orientarsi verso esperienze di prova, limitate nel tempo o semplicemente ridotte a un fatto privato».
Su questa «fragilità -- ha detto l'arcivescovo concludendo il suo discorso -- la Parola di Dio risuona nella sua bellezza e nella sua forza: “Ti fidanzerò a me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore”». Una Parola che i fidanzati hanno voluto raccogliere dalle labbra del Papa.
A Massimiliano Bossio e a Fabiana Frapiccini il compito di rappresentare le loro ansie e quelle dei loro coetanei. Massimiliano e Fabiana si sono più volte alternati al microfono proprio per esprimere quell'unità d'intenti che accomuna indistintamente tutti i giovani.
«È una grande gioia -- ha iniziato Massimiliano -- averla in mezzo a noi in questa piazza ed è un privilegio ascoltare la sua parola ed un'emozione salutarla. Viviamo un tempo particolare della nostra vita, un tempo che ci vede protagonisti del nostro futuro e collaboratori con Dio nella realizzazione del suo progetto su di noi. È il tempo straordinario e bellissimo del fidanzamento. La nostra è una storia normale, ma sicuramente è una storia d'amore di due giovani».
«In questo cammino -- ha proseguito Fabiana -- abbiamo la possibilità e la grazia di scoprirci giorno dopo giorno come un mistero che lentamente si svela in tutta la sua bellezza. Siamo coscienti che la fase dell'innamoramento copre solo il primo tratto di strada da percorrere insieme; è l'amore, quello che si costruisce nelle pieghe del quotidiano, che costituisce una consapevolezza e una maturazione di un rapporto che va oltre “l'oggi”, il “qui” e il “subito”. Questo è un aspetto che non abbiamo mai voluto sottovalutare, maturando giorno per giorno una scelta e scoprendo una vocazione che per sua natura è rappresentata da un progetto di famiglia che nasce dal cuore di Dio Sappiamo che questo è un momento da curare e coltivare, un periodo del nostro percorso di coppia che segna le basi del nostro sì per sempre».
E poi ancora Massimiliano: «Pur vivendo questa esperienza esaltante, non possiamo nasconderci le difficoltà e le paure che ci assalgono. La precarietà e l'insicurezza circa il nostro futuro ci bloccano nel lasciare le nostre famiglie di origine; la difficoltà a trovare un lavoro stabile ci ha fatto allungare i tempi della scelta; la fragilità dei legami che vediamo sciogliersi con facilità intorno a noi ci turba. Molto spesso si aspetta che tutto sia ben definito e definitivo: una casa, un lavoro sicuro, ma allo stesso tempo la definitività del rapporto in qualche modo risulta essere motivo per non scegliere e fonte di incertezza. Le chiediamo: dove trovare il coraggio per far fronte a queste sfide, per andare oltre la “certezza delle cose materiali” e per trovare fiducia nella Provvidenza del Padre?».
Di nuovo ha preso la parola Fabiana: «In questo tempo del nostro fidanzamento -- ha aggiunto -- viviamo l'esperienza di essere avvolti dall'Amore, e ci sentiamo chiamati a rispondere con tutto il nostro essere alle sfide che un amore maturo ci presenta. Il nostro è stato ed è un tempo ricco di stupore e di bellezza ma non esente da inquietudine e domande. Vogliamo chiederle, Padre Santo, con quali atteggiamenti la coppia di fidanzati può, testimoniare l'amore di Dio? Qual è la testimonianza che i fidanzati possono dare nella e alla comunità cristiana e come possono viverla con una propria specificità? Oltre al corso pre-matrimoniale, quale cura e attenzione dovrebbe avere la comunità nei confronti dei fidanzati?».
«Colui che ha iniziato in noi quest'opera buona -- ha quindi concluso Massimiliano -- la porterà a compimento. Grazie, Padre Santo, a nome di tutti i fidanzati, per la sua parola che ci conferma e ci sostiene. Vogliamo assicurarle la nostra piena comunione e che il nostro amore di coppia porti anche al suo cuore di padre, consolazione e gioia».

(©L'Osservatore Romano 12-13 settembre 2011)


Paparatzifan
00venerdì 16 settembre 2011 17:55
Dal blog di Lella...

Visita del Papa, lavori in ritardo

Martedì la gendarmeria vaticana in città per incontrare chi gestisce le opere

Vinicio Leonetti

La delegazione del Vaticano arriverà martedì mattina a controllare l'andamento dei preparativi per l'arrivo del Papa. Ma a 18 giorni dalla fatidica domenica del 9 ottobre ci sarà ben poco da vedere. I lavori sono indietro e bisognerà accelerare perchè sia tutto a posto per la storica visita pastorale in città che si ripete più o meno ogni 900 anni. Tanti infatti ne sono trascorsi dall'ultima visita di Papa Callisto II. Perchè quella di Giovanni Paolo II fu una toccata e fuga nell'aeroporto.
I lavori alla Cattedrale stanno proseguendo, almeno la facciata avrà un maquillage. Ma visto che intorno a un anno fa ci fu un cedimento strutturale nella navata centrale si dovranno fare interventi più complessi. Perchè dopo l'Angelus celebrato da Benedetto XVI nell'area ex Sir, il Pontefice e tutto il suo apparato pontificio entreranno in città intorno a mezzogiorno. Forse una visita in Cattedrale, ma di certo ci sarà il pranzo nel Palazzo del Vescovado, in Via Lissania. Ritocchi anche qui, ma non col Photoshop, il programma informatico che solo virtualmente aggiusta le cose. Nella sede della Curia tutto è reale, a cominciare dall'ascensore, costruito apposta per il Papa che non può salire a piedi fino al secondo piano.
I permessi a costruire? Arrivati subito per intercessione divina. Il Papa è il Papa. Per cui tutte le istituzioni si stanno muovendo. Ma l'arretrato peggiore è del Comune, che ha perso ben cinque mesi correndo dietro un'idea completamente sballata su cui ha dovuto fare marcia indietro. A febbraio è stata annunciata la visita del Pontefice, e già in Municipio qualcuno pensava di fare celebrare la funzione in contrada Rotoli, difficile da raggiungere, angusta e soprattutto con poche infrastrutture primarie: strade, illuminazione, piazzali.
Prima domanda: dove parcheggiare gli oltre mille autobus che arriveranno da ogni parte della Calabria e del Mezzogiorno? Secondo interrogativo: più di 100 mila fedeli come troveranno un minimo di servizi in un'area attrezzata.
A Palazzo Maddamme hanno visto soltanto un aspetto: Rotoli è un'area comunale, e per gestirla non si sarebbe dovuto chiedere permesso a nessuno. Ragionamento che non fa una grinza se si organizza un concerto di fisarmonica e tarantella. Non per un evento come la messa del Santo Padre.
Ed ecco la scelta che sarebbe dovuta essere primaria: l'area industriale. Attaccata all'aeroporto, con infrastrutture esistenti, strade fatte, e soprattutto grande disponibilità di Lameziaeuropa ed Asi che gestiscono la zona. Porte aperte al Papa!
Dopo la cantonata si rischia tanto sui tempi d'esecuzione delle opere. L'azienda D'Auria di Lamezia s'è messa immediatamente al lavoro per creare le condizioni minime ad accogliere un'ondata di fedeli che probabilmente dall'alba del 9 ottobre affollerà l'area industriale con bus, auto, moto, bici e ogni mezzo. Qualcuno giura che arriverà a piedi sotto le vecchie ciminiere della Sir, come in un vero e proprio pellegrinaggio.
Solo la benedizione di un Papa potrà esorcizzare quell'area in cui ogni promessa è finita male: prima il bidone della Sir di Nino Rovelli, col sogno del polo chimico finito come una bolla di sapone; poi la Biofata con le mozzarelle di bufala (nessuno tocchi la prima pietra, simulacro che risale al 10 giugno 2004); infine la Città della fiction magnificata dall'ex governatore Agazio Loiero e dal dirigente Rai calabrese Agostino Saccà.
Una distesa di progetti fumosi contro cui solo una grazia divina potrà fare chiarezza, e indicare la strada a chi adesso amministra un'area industriale con tante potenzialità ma che aspetta da decenni lo sviluppo reale. Il sogno industriale è svanito. Bisogna solo prenderne atto.

© Copyright Gazzetta del sud, 16 settembre 2011


Paparatzifan
00mercoledì 21 settembre 2011 20:45
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Ecco il percorso che attraverserà il Papa

Dal campo sportivo alla certosa lungo via Aldo Moro, via Alfonso Scrivo e corso Umberto I

Francesca Onda

SERRA SAN BRUNO

Ultimi ritocchi al programma della visita del papa Benedetto XVI. Il 9 ottobre, il Papa giungerà nella cittadina in elicottero alle ore 17.15 proveniente da Lamezia Terme.
A Serra San Bruno rimarrà solo due ore e gli spazi dedicati all'incontro con la popolazione sono assai ristretti. Alle 17.30 incontrerà la popolazione nel piazzale antistante la certosa. Alle 17.45 entrerà in certosa dove, nella chiesa conventuale, celebrerà i Vespri e incontrerà la comunità religiosa dei certosini. Alle 19.15 lascerà la certosa per raggiungere il campo sportivo da dove, a bordo di un elicottero, raggiungerà l'aeroporto di Lamezia Terme per poi proseguire, subito dopo, in aereo, per Roma.
Benedetto XVI si sposterà per le vie del centro abitato a bordo della papamobile sulla quale ci sarà ad accompagnarlo soltanto l'arcivescovo monsignor Bertolone. Contrariamente a come è avvenuto nel 1984 per Giovanni Paolo II, il quale, una volta atterrato, ha proseguito direttamente verso la certosa, per Benedetto XVI è previsto un giro per il centro abitato. La papamobile, infatti, percorrerà via Aldo Moro, via Alfonso Scrivo e raggiungerà la certosa attraversando il centralissimo corso Umberto I. In alternativa l'amministrazione comunale sta vagliando l'idea di far percorrere alla papamobile il corso cittadino sia all'andata sia al ritorno. Nessuna sosta è prevista lungo questo tragitto.
Altra novità di rilievo è quella riguardante il luogo dell'ubicazione del palco su cui salirà il Pontefice. È stato stabilito che lo stesso verrà realizzato in prossimità del museo certosino, in modo da dare la possibilità alla gente di vedere il papa sostando nell'ampia area del parcheggio, realizzato in terra battuta a nord delle mura di cinta del monastero.
Intanto, per la venuta del papa a Serra San Bruno si prevede il rientro in massa di centinaia di emigrati. Le numerose prenotazioni, fatte negli ultimi giorni presso alberghi e bed and breakfast locali stanno registrando il tutto esaurito.
Ieri, intanto, una delegazione pontificia è giunta in elicottero, intorno alle 11, al campo sportivo dove c'erano ad accoglierli il sindaco Bruno Rosi e i rappresentanti della giunta comunale.
Un tavolo tecnico sulla sicurezza era stato allestito al palazzo municipale dove sono stati definiti i particolari dell'arrivo e degli spostamenti del Pontefice durante le due ore della sua permanenza a Serra San Bruno. Della delegazione facevano parte Raffaele Aiello, dirigente dell'ispettorato di pubblica sicurezza della Città del Vaticano; Domenico Giani, ispettore generale del Corpo della Gendarmeria pontificia; Eugenio Ficorilli, capo dell'Ufficio del Cerimoniale di Stato. Insieme con loro c'erano Gaetano Lorenzo Lopez, comandante provinciale del Corpo Forestale dello Stato; Giovanni Roccia, comandante provinciale dei Carabinieri; Paolo Valle, comandante provinciale della Guardia di Finanza; Giuseppe Cucchiara, questore di Vibo Valentia. Tra le autorità religiose c'erano monsignor Vincenzo Bartolone, arcivescovo di Catanzaro-Squillace; dom Jacques Dupont, priore della certosa di Serra San Bruno. Presenti anche Luisa Latella, prefetto di Vibo Valentia; Francesco De Nisi, presidente della provincia, e Nicola D'Agostino, sindaco di Vibo Valentia. Fare gli onori di casa è toccato al sindaco Bruno Rosi.

© Copyright Gazzetta del sud, 21 settembre 2011


Paparatzifan
00martedì 27 settembre 2011 20:33
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VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI A LAMEZIA TERME E A SERRA SAN BRUNO (9 OTTOBRE 2011) - PROGRAMMA, 27.09.2011

Domenica, 9 ottobre 2011

08.30

Partenza in aereo dall’aeroporto di Roma Ciampino per Lamezia Terme.

09.15

Arrivo all’aeroporto internazionale di Lamezia Terme (Catanzaro).

10.00

CELEBRAZIONE DELLA SANTA MESSA nella Zona ex-Sir, alla periferia industriale di Lamezia Terme. Omelia del Santo Padre.

RECITA DELL’ANGELUS DOMINI. Saluto del Santo Padre.

13.30

Pranzo con i Vescovi nell’Episcopio di Lamezia Terme.

16.30

Saluto degli Organizzatori della Visita Pastorale nell’Episcopio di Lamezia Terme.

16.45

Partenza in elicottero dallo Stadio "Guido D’Ippolito" di Lamezia Terme per Serra San Bruno.

17.15

Arrivo nel Campo sportivo "La Quercia" di Serra San Bruno (Vibo Valentia).

17.30

INCONTRO CON LA POPOLAZIONE DI SERRA SAN BRUNO nel Piazzale Santo Stefano antistante la Certosa di Serra San Bruno. Saluto del Santo Padre.

18.00

CELEBRAZIONE DEI VESPRI nella Chiesa della Certosa di Serra San Bruno. Omelia del Santo Padre.

18.45

Incontro con la Comunità dei Certosini nel Refettorio; Visita a una Cella e all’Infermeria della Certosa di Serra San Bruno.

19.30

Partenza in elicottero dal Campo sportivo "La Quercia" di Serra San Bruno per Lamezia Terme.

20.00

Partenza in aereo dall’aeroporto internazionale di Lamezia Terme (Catanzaro).

20.45

Arrivo all’aeroporto di Roma Ciampino.

Paparatzifan
00sabato 1 ottobre 2011 13:11
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Intitolata a Benedetto XVI zona industriale Lamezia Terme

Pontefice sara' in visita in citta' il 9 ottobre prossimo

(ANSA) - LAMEZIA TERME (CATANZARO), 30 SET - Dal 9 ottobre l'area industriale di Lamezia Terme portera' il nome di area Benedetto XVI che proprio quel giorno visitera' Lamezia e celebrera' la Messa nella zona a lui intitolata. L'annuncio e' stato dato dal presidente del Consorzio di sviluppo industriale, Luigi Muraca, e dal vescovo di Lamezia, mons. Luigi Antonio Cantafora. Nella delibera si sottolinea che l'intitolazione ''intende perpetuare nel tempo un uomo che ha perseguito l'obiettivo del raggiungimento della pace''. (ANSA).


Paparatzifan
00lunedì 3 ottobre 2011 19:49
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Annullo filatelico per celebrare la Visita Pontificia in Diocesi



E' ormai imminente la Visita Pastorale di Sua Santità Benedetto XVI nella Diocesi di Lamezia. Numerose le iniziative già realizzate in preparazione allo storico evento e tante altre sono in itinere, tra queste anche la creazione di un annullo filatelico che ricorderà ai posteri la venuta del Pontefice in terra di Calabria. Ideato e realizzato da Giuseppe Ascolese e Salvatore Ciranni, l'annullo reca come immagine il logo voluto appositamente per la visita pontificia dalla Chiesa lametina e creato da Suor Ecclesia Pereira delle Suore Oblate Benedettine presenti in San Michele di Serrastretta.
Il paralitico guarito, la rete, i pesci, la cupola della cattedrale, questi le immagini del logo su cui campeggia la Croce. L'iniziative vede la fattiva collaborazione di Poste italiane e di Federcalabra di cui è direttore Pasquale Giustiniani.
"Grazie Santità perché è venuto in mezzo a noi lametini".
Questo il saluto di ringraziamento impresso sull'annullo, ulteriore messaggio da parte del vescovo diocesano, mons. Luigi Cantafora, che con questa ennesima iniziativa intende esprimere profonda gratitudine al Santo Padre per aver accolto l'invito a voler visitare la Chiesa di Dio che è in Lamezia. Quattro sono le cartoline, sulle quali materialmente sarà apposto lo speciale annullo filatelico creato per l'occasione. Le cartoline sono state finemente elaborate da Salvatore Ciranni. Insieme alle quattro cartoline è stato realizzato un raccoglitore , chiamato in termine tecnico filatelico "folder", graficamente illustrato sempre da Salvatore Ciranni, che conterrà le quattro cartoline create per l'evento. Il "folder", al fine di dare giusto risalto e importanza all'evento, sarà prodotto in tiratura limitata.

Per qualsiasi informazione, ci si può rivolgere all'Ufficio postale centrale di Lamezia Terme, che potrà essere contattato ai seguenti numeri: 0968 – 491221 / 491222. Per prenotazioni ed ulteriori informazioni è attivo il seguente numero di cellulare 338/8561513.

www.ilpapaalamezia.it/news/annullo-filatelico-per-celebrare-la-visita-pontificia-in...


Paparatzifan
00lunedì 3 ottobre 2011 19:51
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Serra San Bruno: in attesa del Papa, fra preghiera e silenzio

Il 9 ottobre la visita del Pontefice alla Certosa

E' il silenzio di questi giardini che accoglierà Papa Benedetto XVI il prossimo 9 ottobre.
Siamo alla Certosa di Serra San Bruno, voluta dal santo fondatore dell'Ordine che qui, in Calabria, trascorse gli ultimi anni della sua vita.
I monaci in attesa della visita del Papa, la prima di un Pontefice dopo 27 anni, continuano la loro vita dedicata allo studio e alla preghiera, guidati dal priore Padre Jacques Dupont.
Questa è la prima certosa fondata in Italia, la seconda in tutto il mondo. Il legame col vicino paese di Serra San Bruno, in provincia di Vibo Valentia, è forte.
Un legame forte nonostante la vita dei certosini si fondi sulla solitudine, la contemplazione, l'allontanamento dal mondo e la preghiera, e non sull'apostolato.
Il Papa durante la sua visita saluterà la popolazione di Serra San Bruno e poi visiterà la Certosa dove incontrerà tutta la comunità dei monaci.

© Copyright TMNews


Paparatzifan
00martedì 4 ottobre 2011 20:00
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«Made in Calabria» sulla mensa del Papa

Scilatelle, funghi silani e patate di Decollatura saranno sulla tavola imbandita per il Santo Padre

Vinicio Leonetti

Un primo, un secondo, frutta e dessert. Si parte con le scilatelle fatte a mano. Poi le patate "agria" d'origine tedesca (non è un caso) ma coltivate sui pianori di Decollatura, unite in matrimonio ai porcini della Sila. Poi frutta di stagione e un dolce rustico.
Il pranzo è servito a Sua Santità.
Questo è trapelato tra padelle e coperchi, ma il menù ufficiale di domenica prossima è coperto dal "top secret". Si saprà solo all'ultimo momento cosa mangeranno Benedetto XVI ed i vescovi calabresi nei piatti di ceramica realizzati per l'evento che riproducono antiche stoviglie trovate negli scavi all'Abbazia Benedettina di Sant'Eufemia Vetere e al Castello Normanno di Nicastro.
Il pranzo è per circa 250 persone. La preparazione è divisa in due: alla Curia dove il Pontefice pranzerà con i prelati ci penserà l'azienda Ristorart di Catanzaro: il seguito papale ed altri ospiti di riguardo siederanno intorno ai tavoli allestiti nel vicino seminario vescovile. A loro ci penseranno gli chef e gli studenti dell'Einaudi, l'istituto professionale in cui c'è anche un indirizzo alberghiero frequentato da circa 400 ragazzi e ragazze fiduciosi di trovare un lavoro nelle imprese turistiche, le sole che in Calabria possano garantirlo.
«Vogliamo dimostrare a tutti che usciti da qui si può subito lavorare», dice Laura Fazzari, quest'anno pronta per la maturità. Le fa eco il suo collega Marco Muraca: «Stiamo vivendo un momento d'entusiasmo, contenti per la fiducia che le autorità hanno riposto in noi giovani allievi di questa scuola».
Raggiante la preside Teresa Goffredo, arrivata da poco all'Einaudi, ma molto gasata anche lei. Ricorda l'evento del dicembre 2009 col presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «Anche allora la scuola si occupò del buffet». Come dire che le grandi occasioni non mancano agli studenti ed ai professori per mettere in mostra quello che sanno fare ai fornelli.
«Sarà un trionfo del "made in Calabria", dai latticini ai salumi, ai funghi», spiega Maurizio Aiello, insegnante di sala bar nell'istituto. «Ci sarà una rivisitazione dei piatti tipici calabresi, ma gli ingredienti rimangono tutti locali», aggiunge sottolineando il suo orgoglio tutto calabrese.
Le prove tecniche di pranzo papale sono in corso nelle cucine della scuola, dove 42 ragazzi, i più dinamici e creativi, si stanno impegnando dalle 8 del mattino seguiti dai loro insegnanti fino all'ultima cucchiaiata.
La preside Teresa Goffredo entusiasta: «Qui siamo come in un grande puzzle: ognuno di noi ne fa parte. Cerchiamo di preparare i nostri ragazzi anche spiritualmente con la collaborazione di don Pietro Folino Gallo». E gli insegnanti insistono sulla tipicità degli ingredienti, tutti doc: 'nduja di Spilinga, sardella di Torretta di Crucoli, butirri e cacio cavallo silani, tartufi gelato di Jacurso, funghi di Soveria.
Ogni azienda locale offre i prodotti gratuitamente, perchè finire sulla mensa papale fa tanto marketing territoriale. Così come l'acqua Sorbello, i vini Statti e "Il divino bacco", l'olio dell'azienda De Lorenzo (ex ministro della Sanità), gelati del Cantagalli, pasticceria di Federico.
Dietro ogni pietanza che arriverà sulla tavola di Benedetto XVI c'è tutta una storia, l'antica tradizione contadina di una Calabria che s'attacca alla modernità ma quando c'è da mangiare ricorda i piatti della nonna che fanno venire un brivido d'emozione. Così come vedere all'opera in camice e cappello bianco gli apprendisti cuochi concentrati per fare e dare il meglio, consapevoli che questa è una carta da giocare per il furto. «Io ho cucinato per il Papa», potranno dire quando presenteranno le loro credenziali ad un ristoratore.
«C'è stata una ricerca lunga e meditata nel lavoro preparatorio del menù», confessa Agostino Longo, incaricato dalla Curia di organizzare tutto quanto dev'essere a tavola. In sostanza Longo è il trait d'union tra il vescovo Luigi Cantafora che gestisce l'intera visita pastorale, e gli operatori del mangiar bene e sano calabrese. Nella sua agenda i bigliettini di decine di aziende locali da cui arrivano i migliori prodotti del "made in Calabria". «Stiamo preparando anche un centinaio di pacchi regalo con specialità nostrane da offrire allo staff del Papa», dice sorridendo, sicuro di poter colpire alla gola anche i più esigenti.
Persino il pane sarà ricercato, così come le cipolle rosse di Tropea. Ogni particolare dev'essere vagliato e curato. E comunque non sarà lasciata al caso neanche il tovagliato, posateria e cristalleria. Tutto avrà un nesso, in ogni oggetto, dentro e fuori da piatti e bicchieri, ci sarà un pezzo della millenaria storia calabrese. Perchè anche a tavola si misura una civiltà. Tutto sarà eccellente sulla mensa di Papa Ratzinger.
Sabato ci saranno le prove generali del pranzo. Tutto dev'essere pronto. Tutti dovranno essere pronti perchè si dovrà pranzare in meno di 60 minuti. Ma niente strozzapreti, nè birra.
Tipicità
Sarà un trionfodi prodotti tipici calabresi il pranzo del Papa di domenica prossima in Curia: 'ndujia di Spilinga, latticini e cacio cavallo silani, porcini di Soveria, sardella di Torretta di Crucoli, vini doc della Piana lametina, scilatelle fatte in casa, tonno di Pizzo, patate di Decollatura, gelati di Jacurso, pane di Capizzaglie, frutta del Golfo di Sant'Eufemia, dessert di antiche ricette locali.

© Copyright Gazzetta del sud, 4 ottobre 2011


Paparatzifan
00venerdì 7 ottobre 2011 20:16
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Papa: priore Certosa Serra San Bruno, sua visita e' regalo immenso

Roma, 7 ott. (Adnkronos)

Il Papa domenica prossima si rechera' a Lamezia Terme quindi nel pomeriggio arrivera' alla Certosa di Serra San Bruno, Ad accoglierlo, tra gli altri, sara' anche il priore della Certosa di Serra San Bruno, padre Jacques Dupont. ''Il fatto che il Papa pensi alla Calabria - ha detto padre Dupont alla Radio Vaticana - che il Papa venga qui - nel cuore di un contesto molto, molto difficile dove i giovani non trovano lavoro e decidono di andare via perche' questa regione ha un futuro molto incerto - spero che riesca ad aprire gli occhi e invitare tutti coloro che hanno delle responsabilita' a prendere delle decisioni, ad attuare delle misure che possano dare un futuro a questa regione e, quindi, anzitutto ai giovani''.
''Siamo molto, molto riconoscenti a Dio - ha aggiunto padre Dupont - per averci dato questa grazia, per averci fatto questo regalo immenso; molto riconoscenti al Santo Padre che sia riuscito, nella sua agenda di impegni cosi' intensa, a trovare due ore per vivere e stare con noi, anzitutto per pregare con noi''.
''Noi speriamo - ha detto ancora padre Dupont - ci dia un incoraggiamento a restare fedeli alla nostra vocazione. Il Papa e' fortemente legato alla spiritualita' monastica e confido che ci confermera' e ci incoraggera' a essere sempre piu' figli di San Bruno''.
In merito al rapporto fra la Certosa e la popolazione, il priore ha spiegato: ''Posso dire che la gente e' molto, molto legata a noi; fa parte della loro stessa identita' di vivere accanto alla Certosa. Ci rispettano, rispettano la nostra solitudine: noi siamo molto riconoscenti per il loro aiuto e crediamo che trovino in noi un punto di riferimento spirituale, un sostegno perche' la vita qui, in Calabria, non e' certo facile''.
''Penso - ha detto ancora il religioso - al mondo del lavoro, alla mafia ? e credo che il fatto di sapere che i certosini sono presenti con la loro preghiera, dia loro certamente conforto e incoraggiamento''.

© Copyright Adnkronos


Paparatzifan
00sabato 8 ottobre 2011 11:55
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INCONTRO FAMIGLIE 2012: MILANO PARCO NORD-AEROPORTO BRESSO OSPITERÀ VISITA PAPA

Sarà al Parco Nord di Milano, nell'area dell'aeroporto di Bresso l'incontro di Papa Benedetto XVI con le famiglie di tutto il mondo che dal 30 maggio al 3 giugno si ritroveranno nel capoluogo lombardo per il VII incontro mondiale delle famiglie dal titolo “La famiglia, il lavoro e la festa”.
L'annuncio è stato dato questo pomeriggio in modo congiunto dal vicario episcopale di Milano mons. Erminio De Scalzi e presidente della Fondazione Milano famiglie 2012, dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia, dal presidente della regione Roberto Formigoni, dal presidente della Provincia di Milano Guido Podestà e dal prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi. Quest'ultimo ha inoltre dato l'annuncio che il Consiglio dei ministri ha dichiarato famiglie 2012 Grande evento, ma non sono previsti stanziamenti nazionali a sostegno. L'annuncio pone fine a settimane di incertezze in cui oltre a Bresso erano in ballo come possibile alternativa le aree di Rho che sarebbero dovute essere destinate a Expo 2015. “Ora occorre dotare la zona delle infrastrutture necessarie – ha spiegato il sindaco Giuliano Pisapia – il comune si impegna a completare in tempo per l'evento la linea metropolitana 5 in corso di realizzazione da alcuni anni”.
Intanto la macchina organizzativa di Famiglie 2012 è a pieno regime: “Mi piacerebbe che questo evento fosse caratterizzato da tre principi: trasparenza sobrietà ed ecosostenibilità – dice mons. De Scalzi – e che lasciasse un segno concreto alla città, come una casa di accoglienza per famiglie che hanno bisogno”. Da alcune settimane è possibile scaricare dal sito www.family2012.com i moduli di iscrizione per le famiglie milanesi che si vogliono rendere disponibili all'accoglienza di altre famiglie: “Tutti possono farlo – dice don Luca Violoni, segretario della Fondazione famiglie 2012 – dai singoli cittadini, alle parrocchie, ai gruppi, alle associazioni, ai gruppi dei migranti”. E il sindaco Pisapia ha promesso di impegnarsi in prima persona invitando i cittadini milanesi ad aprire le porte delle proprie case. Mons. De Scalzi ha sottolineato che Family 2012 è un incontro aperto a tutti, non solo nelle due giornate di sabato 2 giugno e domenica 3 giugno, in cui sarà a Milano il Papa che presenzierà a Bresso alla festa delle testimonianze e presiederà la messa della domenica. Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha assicurato il supporto logistico anche con la messa a disposizione del 27esimo piano del Pirellone per la segreteria organizzativa.”Faremo in modo che le persone possano arrivare a Bresso anche con veicoli, autoveicoli e autobus” ha inoltre affermato.

© Copyright Sir


Paparatzifan
00sabato 8 ottobre 2011 11:55
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INCONTRO FAMIGLIE 2012: MILANO PARCO NORD-AEROPORTO BRESSO OSPITERÀ VISITA PAPA

Sarà al Parco Nord di Milano, nell'area dell'aeroporto di Bresso l'incontro di Papa Benedetto XVI con le famiglie di tutto il mondo che dal 30 maggio al 3 giugno si ritroveranno nel capoluogo lombardo per il VII incontro mondiale delle famiglie dal titolo “La famiglia, il lavoro e la festa”.
L'annuncio è stato dato questo pomeriggio in modo congiunto dal vicario episcopale di Milano mons. Erminio De Scalzi e presidente della Fondazione Milano famiglie 2012, dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia, dal presidente della regione Roberto Formigoni, dal presidente della Provincia di Milano Guido Podestà e dal prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi. Quest'ultimo ha inoltre dato l'annuncio che il Consiglio dei ministri ha dichiarato famiglie 2012 Grande evento, ma non sono previsti stanziamenti nazionali a sostegno. L'annuncio pone fine a settimane di incertezze in cui oltre a Bresso erano in ballo come possibile alternativa le aree di Rho che sarebbero dovute essere destinate a Expo 2015. “Ora occorre dotare la zona delle infrastrutture necessarie – ha spiegato il sindaco Giuliano Pisapia – il comune si impegna a completare in tempo per l'evento la linea metropolitana 5 in corso di realizzazione da alcuni anni”.
Intanto la macchina organizzativa di Famiglie 2012 è a pieno regime: “Mi piacerebbe che questo evento fosse caratterizzato da tre principi: trasparenza sobrietà ed ecosostenibilità – dice mons. De Scalzi – e che lasciasse un segno concreto alla città, come una casa di accoglienza per famiglie che hanno bisogno”. Da alcune settimane è possibile scaricare dal sito www.family2012.com i moduli di iscrizione per le famiglie milanesi che si vogliono rendere disponibili all'accoglienza di altre famiglie: “Tutti possono farlo – dice don Luca Violoni, segretario della Fondazione famiglie 2012 – dai singoli cittadini, alle parrocchie, ai gruppi, alle associazioni, ai gruppi dei migranti”. E il sindaco Pisapia ha promesso di impegnarsi in prima persona invitando i cittadini milanesi ad aprire le porte delle proprie case. Mons. De Scalzi ha sottolineato che Family 2012 è un incontro aperto a tutti, non solo nelle due giornate di sabato 2 giugno e domenica 3 giugno, in cui sarà a Milano il Papa che presenzierà a Bresso alla festa delle testimonianze e presiederà la messa della domenica. Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha assicurato il supporto logistico anche con la messa a disposizione del 27esimo piano del Pirellone per la segreteria organizzativa.”Faremo in modo che le persone possano arrivare a Bresso anche con veicoli, autoveicoli e autobus” ha inoltre affermato.

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