Viaggi pastorali in Italia

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Paparatzifan
00giovedì 27 ottobre 2011 18:27
Dal blog di Lella...

ASSISI: PER ISLAM INTERVENTO FUORI PROGRAMMA DI GRAN MUFTI TAGIKISTAN

(ASCA) - Assisi, 27 ott

Piccolo fuori programma questa mattina nella prima parte della giornata di preghiera, dialogo e riflessione delle religioni per la pace ad Assisi, alla presenza di papa Benedetto XVI: a prendere la parola in rappresentanza dei musulmani non e' stato, come da programma, il segretario generale della Conferenza internazionale degli studiosi islamici, l'indonesiano Kyai Haji Hasyim Muzadi, ma il gran mufti' del Tagikistan, Muskaram Abdukadirov. Questi ha parlato a braccio ma, secondo quanto riferisce il portavoce vaticano, p. Federico Lombardi, ha espresso sentimenti ''in linea con lo spirito della giornata''. Successivamente, dopo la fine dell'ultimo intervento previsto in programma, quello della non-credente Julia Kristeva, un rappresentante ha letto il discorso programmato di Muzadi, che all'ultimo momento non e' potuto venire ad Assisi.
Nel discorso ufficiale e' stata riaffermata l'esortazione a ''essere saggi per discernere quei problemi che possono essere definiti come religiosi da quelli che si presentano abusivamente come problemi religiosi'', ad esempio ''interessi delle autorita' politiche'' che vengono ''etichettati come questioni religiose, mentre in realta' sono ben lontani dall'essere tali''. ''Religioni autentiche, con i propri salutari insegnamenti - si legge nel testo preparato da Muzadi -, possono avere seguaci che non sono in grado di comprenderne il carattere salutare in maniera piena e completa'', e da qui ''non vi e' dubbio che l'errore nella conoscenza religiosa abbia portato alla distorsione della religione stessa''.

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Paparatzifan
00giovedì 27 ottobre 2011 18:30
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Assisi/ Pranzo frugale per il Papa con gli altri leader religiosi

Niente preghiera comune, nel pomeriggio incontro conclusivo

Assisi 27 ott. (TMNews)

Dopo la cerimonia nella basilica di Santa Maria degli Angeli, il Papa e gli altri leader religiosi presenti ad Assisi per la commemorazione del 25ennale dell'incontro interreligioso voluto da Papa Wojtyla si sono recati nel convento della Porziuncola per un "pranzo frugale".
Dopo il pasto seguirà - come recita il programma della giornata - un "tempo di silenzio, per la riflessione e/o la preghiera personali. A ciascuno dei partecipanti sarà assegnata una stanza nella casa di accoglienza adiacente al Convento di S. Maria degli Angeli".
Nessuna preghiera in comune, insomma, per gli esponenti delle diverse fedi.
Alle 15.15, infine, le delegazioni si trasferiscono in minibus nella piazza di San Francesco, dove poco dopo le 16 giungerà pure il Papa.
Nella spianata di fronte alla basilica ha luogo, a partire dalle 16.30, l'incontro conclusivo, con il rinnovo solenne dell'impegno per la pace. La cerimonia dovrebbe concludersi attorno alle 18.30 dopo una breve sosta sulla tomba di San Francesco. Il Papa prenderà poi il treno alle 19 per far rientro alle 20.30 in Vaticano.

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ASSISI: PRANZO VEGETARIANO PER PAPA E 15 LEADER RELIGIONI MONDIALI

(ASCA) - Assisi, 27 ott

I leader delle religioni mondiali riuniti ad Assisi per la giornata di riflessione e preghiera per la pace convocata da papa Benedetto XVI, dopo la cerimonia della mattina, stanno ora consumando un pasto ''frugale'' all'interno del convento di Santa Maria degli Angeli. Il menu e' vegetariano e da bere non verra' servito vino ma solo acqua e succo di frutta.
Al tavolo con il pontefice sono stati invitati 15 delegati: il patriarca ecumenico Bartolomeo I e il primate anglicano Rowan Williams, seduti a fianco di papa Ratzinger.
Tra i commensali del papa ci sono anche: il rappresentante del Patriarcato ortodosso di Mosca, Alexander, l'arcivescovo ortodosso d'Albania Anastas, il primate della Chiesa armena per la Francia Narvan Zakaryan, un rappresentante pentecostale, il rabbino David Rosen, il segretario del Consiglio ecumenico delle Chiese Olaf Tveit, il ministro degli affari religiosi del Marocco Ahmad Taoufik, un buddista giapponese della scuola Tendai, il nipote del Mahatma Gandhi che gia' aveva partecipate all'incontro del 1986, un buddista cambogiano della scuola teravada, un confuciano coreano, Wande Abimbola della religione africana Yoruba, e il filosofo italiano Remo Bodei, in rappresentanza dei non credenti.

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Paparatzifan
00giovedì 27 ottobre 2011 18:32
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GIORNATA ASSISI: CAMPANE A FESTA E PELLEGRINI DA TUTTO IL MONDO

Salvatore Izzo

(AGI) - Assisi, 27 ott.

Le campane della Basilica di Santa Maria degli Angeli di Assisi hanno suonato a festa per l'arrivo del Papa e dei leader religiosi alla stazione ferroviaria di Assisi. Davanti alla Basilica dove si svolge la prima sessione della Giornata interreligiosa c'e' una discreta folla, nella quale ci sono messicani, giapponesi, tailandesi, arrivati in Italia appositamente per partecipare all'incontro di Assisi. Scesi dal treno, i delegati hanno preso posto su alcuni autobus che hanno raggiunto la Basilica dalla parte laterale".

© Copyright (AGI)

GIORNATA ASSISI: PAPA, DELUDE MONDO DI OGGI SENZA ORIENTAMENTO

Salvatore Izzo

(AGI) - Assisi, 27 ott.

All'indomani della Giornata del 27 ottobre 1986 vi furono grandi cambiamenti epocali, ma "purtroppo non possiamo dire che da allora la situazione sia caratterizzata da liberta' e pace". Lo ha affermato Benedetto XVI nel suo discorso di apertura del raduno interreligioso di Assisi lamentando che "la violenza come tale e' potenzialmente sempre presente e caratterizza la condizione del nostro mondo". "Anche se la minaccia della grande guerra non e' in vista, tuttavia il mondo purtroppo - ha sottolineato ripetendo ancora questo avverbio - e' pieno di discordia". Per il Papa, a preoccupare "non e' soltanto il fatto che qua e la' ripetutamente si combattono guerre". Infatti, anche se "la liberta' e' un grande bene, il mondo della liberta' - ha denunciato rivolto ai 300 leader religiosi presenti - si e' rivelato in gran parte senza orientamento, e da non pochi la liberta' viene fraintesa anche come liberta' per la violenza. La discordia assume nuovi e spaventosi volti e la lotta per la pace deve stimolare in modo nuovo tutti noi".

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GIORNATA ASSISI: PAPA, TERRORISMO SPESSO MOTIVATO DA RELIGIONI

Salvatore Izzo

(AGI) - Assisi, 27 ott.

Ancora oggi in alcune circostanze "la religione non e' a servizio della pace, ma della giustificazione della violenza".
Lo ha denunciato Benedetto XVI nel suo discorso di apertura del grande raduno interreligioso di Assisi.
"Sappiamo - ha detto il Papa - che spesso il terrorismo e' motivato religiosamente e che proprio il carattere religioso degli attacchi serve come giustificazione per la crudelta' spietata, che crede di poter accantonare le regole del diritto a motivo del 'bene' perseguito".
"Che la religione motivi di fatto la violenza e' cosa che, in quanto persone religiose, ci deve preoccupare profondamente", ha scandito il Pontefice rivolto ai 300 leader religiosi presenti nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, che ha invitato a condannare "con forza e grande fermezza" anche in questa occasione "il terrorismo, nel quale - ha rilevato - al posto di una grande guerra, vi sono attacchi ben mirati che devono colpire in punti importanti l'avversario in modo distruttivo, senza alcun riguardo per le vite umane innocenti che con cio' vengono crudelmente uccise o ferite". "Agli occhi dei responsabili - ha descritto con angoscia il Papa teologo - la grande causa del danneggiamento del nemico giustifica ogni forma di crudelta'. Viene messo fuori gioco tutto cio' che nel diritto internazionale era comunemente riconosciuto e sanzionato come limite alla violenza".
Al terrorismo, il Pontefice ha assimilato quella violenza contro i cristiani e in generale i credenti che spesso e' mossa da altri credenti. "In un modo piu' sottile, ma sempre crudele, vediamo la religione come causa di violenza anche la' dove la violenza viene esercitata da difensori di una religione contro gli altri".
"I rappresentanti delle religioni convenuti nel 1986 a Assisi intendevano dire - ha ricordato - che questa non e' la vera natura della religione. E' invece il suo travisamento e contribuisce alla sua distruzione".
Quanto alla sua radice religiosa, dopo aver ammesso con coraggio il fatto che ancora oggi in alcune situazioni essa e' reale, Benedetto XVI ha pero' smontato nel discorso "la critica della religione, a partire dall'illuminismo, che ha ripetutamente sostenuto che la religione fosse causa di violenza e con cio' ha fomentato l'ostilita' contro le religioni". "Ci si obietta - ha rilevato - da dove sapete quale sia la vera natura della religione? Questa pretesa non deriva forse dal fatto che tra voi la forza della religione si e' spenta? E altri obietteranno: ma esiste veramente una natura comune della religione, che si esprime in tutte le religioni ed e' pertanto valida per tutte? Queste domande - ha spiegato - le dobbiamo affrontare se vogliamo contrastare in modo realistico e credibile il ricorso alla violenza per motivi religiosi". Per Papa Ratzinger, proprio "qui si colloca un compito fondamentale del dialogo interreligioso, un compito - ha scandito - che oggi deve essere nuovamente sottolineato".

© Copyright (AGI)

GIORNATA ASSISI: PAPA, ATEI IN RICERCA AIUTANO CAMMINO PACE

Salvatore Izzo

(AGI) - Assisi, 27 ott.

Benedetto XVI e' tornato a lodare oggi "le persone alle quali non e' stato dato il dono del poter credere e che tuttavia cercano la verita', sono alla ricerca di Dio". "Persone del genere non affermano semplicemente: 'Non esiste alcun Dio'", ha riconosciuto nel discorso ai leader religiosi riuniti con lui ad Assisi, per un raduno al quale per la prima volta partecipano anche cinque atei invitati personalmente dal Pontefice.
"Esse - ha aggiunto - soffrono a motivo della sua assenza e, cercando il vero e il buono, sono interiormente in cammino verso di Lui". Per tutto questo gli atei in ricerca sono dunque a pieno titolo "pellegrini della verita', pellegrini della pace". Essi, ha spiegato il Pontefice, "pongono domande sia all'una che all'altra parte. Tolgono agli atei combattivi la loro falsa certezza, con la quale pretendono di sapere che non c'e' un Dio, e li invitano a diventare, invece che polemici, persone in ricerca, che non perdono la speranza che la verita' esista e che noi possiamo e dobbiamo vivere in funzione di essa. Ma chiamano in causa anche gli aderenti alle religioni, perche' non considerino Dio come una proprieta' che appartiene a loro cosi' da sentirsi autorizzati alla violenza nei confronti degli altri".
"Queste persone - ha ripetuto Ratzinger - cercano la verita', cercano il vero Dio, la cui immagine nelle religioni, a causa del modo nel quale non di rado sono praticate, e' non raramente nascosta. Che essi non riescano a trovare Dio dipende anche dai credenti con la loro immagine ridotta o anche travisata di Dio".
Secondo il Papa teologo, "cosi' la loro lotta interiore e il loro interrogarsi e' anche un richiamo per i credenti a purificare la propria fede, affinche' Dio, il vero Dio, diventi accessibile". "Per questo - ha concluso - ho appositamente invitato rappresentanti di questo terzo gruppo al nostro incontro ad Assisi, che non raduna solamente rappresentanti di istituzioni religiose.
Si tratta piuttosto del ritrovarsi insieme in questo essere in cammino verso la verita', dell'impegno deciso per la dignita' dell'uomo e del farsi carico insieme della causa della pace contro ogni specie di violenza distruttrice del diritto. In conclusione, vorrei assicurarvi che la Chiesa cattolica non desistera' dalla lotta contro la violenza, dal suo impegno per la pace nel mondo. Siamo animati dal comune desiderio di essere "pellegrini della verita', pellegrini della pace".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00giovedì 27 ottobre 2011 18:35
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GIORNATA ASSISI: MEA CULPA DEL PAPA PER ERRORI DEI CRISTIANI

Salvatore Izzo

(AGI) - Assisi, 27 ott.

"Come cristiano, vorrei dire a questo punto: si', nella storia anche in nome della fede cristiana si e' fatto ricorso alla violenza.
Lo riconosciamo, pieni di vergogna".
Con queste parole Benedetto XVI ha pronunciato oggi a nome di tutte le Chiese una "mea culpa" per gli errori dei cristiani, condannando ancora una volta le violenze commesse dai crociati e nell'inquisizione.
"E' assolutamente chiaro - ha detto in merito a tali comportamenti - che questo e' stato un utilizzo abusivo della fede cristiana, in evidente contrasto con la sua vera natura". "Il Dio in cui noi cristiani crediamo - ha spiegato - e' il Creatore e Padre di tutti gli uomini, a partire dal quale tutte le persone sono tra loro fratelli e sorelle e costituiscono un'unica famiglia. La Croce di Cristo e' per noi il segno del Dio che, al posto della violenza, pone il soffrire con l'altro e l'amare con l'altro. Il suo nome e' 'Dio dell'amore e della pace'".
Secondo Papa Ratzinger, "e' compito di tutti coloro che portano una qualche responsabilita' per la fede cristiana purificare continuamente la religione dei cristiani a partire dal suo centro interiore, affinche', nonostante la debolezza dell'uomo, sia veramente strumento della pace di Dio nel mondo".

© Copyright (AGI)

GIORNATA ASSISI: PAPA, CHIESA CATTOLICA LAVORERA' SEMPRE PER PACE

Salvatore Izzo

(AGI) - Assisi, 27 ott.

"L'orientamento dell'uomo verso Dio, vissuto rettamente, e' una forza di pace". Lo ha ricordato il Papa nel discorso al raduno interreligioso di Assisi, assicurando che "la Chiesa Cattolica non desistera' dalla lotta contro la violenza, dal suo impegno per la pace nel mondo. Siamo animati dal comune desiderio di essere "pellegrini della verita', pellegrini della pace".
Da parte mia, ha affermato, "ho rimandato alla necessita' del dialogo e parlato della purificazione, sempre necessaria, della religione vissuta. E ho affermato che la negazione di Dio corrompe l'uomo, lo priva di misure e lo conduce alla violenza".

© Copyright (AGI)

GIORNATA ASSISI: PAPA, DA ASSENZA DIO DISUMANIZZAZIONE E LAGER

Salvatore Izzo

(AGI) - Assisi, 27 ott.

"Gli orrori dei campi di concentramento mostrano in tutta chiarezza le conseguenze dell'assenza di Dio: l'assenza di Dio porta al decadimento dell'uomo e dell'umanesimo".
Lo ha detto il Papa nel discorso ai 300 leader religiosi riuniti con lui nella Basilica di Santa Maria degli Angeli ad Assisi. "Se una tipologia fondamentale di violenza viene oggi motivata religiosamente, ponendo con cio' le religioni di fronte alla questione circa la loro natura e costringendo tutti noi ad una purificazione, una seconda tipologia di violenza dall'aspetto multiforme ha - ha spiegato Benedetto XVI nel suo discorso - una motivazione esattamente opposta: e' la conseguenza dell'assenza di Dio, della sua negazione e della perdita di umanita' che va di pari passo con cio'". Secondo il Pontefice teologo, "i nemici della religione vedono in questa una fonte primaria di violenza nella storia dell'umanita' e pretendono quindi la scomparsa della religione". "Ma - ha scandito Papa Ratzinger - il 'no' a Dio ha prodotto crudelta' e una violenza senza misura, che e' stata possibile solo perche' l'uomo non riconosceva piu' alcuna norma e alcun giudice al di sopra di se', ma prendeva come norma soltanto se stesso".
Oggi, per il Papa, e' meno attuale il tema dell'"ateismo prescritto dallo Stato", ma si assiste ugualmente a una "decadenza" dell'uomo, "in conseguenza della quale si realizza in modo silenzioso, e quindi piu' pericoloso, un cambiamento del clima spirituale. L'adorazione di mammona, dell'avere e del potere, si rivela una contro-religione, in cui non conta piu' l'uomo, ma solo il vantaggio personale. Il desiderio di felicita' degenera, ad esempio, in una brama sfrenata e disumana quale si manifesta nel dominio della droga con le sue diverse forme. Vi sono i grandi, che con essa fanno i loro affari, e poi i tanti che da essa vengono sedotti e rovinati sia nel corpo che nell'animo".
In questo contesto culturale - ha concluso - la violenza diventa una cosa normale e minaccia di distruggere in alcune parti del mondo la nostra gioventu'. Poiche' la violenza diventa cosa normale, la pace e' distrutta e in questa mancanza di pace l'uomo distrugge se stesso".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00giovedì 27 ottobre 2011 18:40
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SALUTO DEL SANTO PADRE AL TERMINE DEL PELLEGRINAGGIO

Illustri Ospiti, cari amici,

Al termine di questa intensa giornata desidero ringraziare voi tutti. Viva gratitudine va a coloro che hanno reso possibile l’incontro odierno. Ringraziamo in particolare chi, ancora una volta, ci ha ospitato: la città di Assisi, la comunità di questa Diocesi con il suo Vescovo, i figli di San Francesco, che custodiscono la preziosa eredità spirituale del Poverello di Assisi. Un grazie anche ai numerosi giovani che hanno compiuto il pellegrinaggio a piedi da Santa Maria degli Angeli per testimoniare come, tra le nuove generazioni, siano in tanti ad impegnarsi per superare violenze e divisioni, ed essere promotori di giustizia e di pace.

Today’s event is an image of how the spiritual dimension is a key element in the building of peace. Through this unique pilgrimage we have been able to engage in fraternal dialogue, to deepen our friendship, and to come together in silence and prayer.
After renewing our commitment to peace and exchanging with one another a sign of peace, we feel even more profoundly involved, together with all the men and women from the communities that we represent, in our common human journey.
We are not being separated; we will continue to meet, we will continue to be united in this journey, in dialogue, in the daily building of peace and in our commitment to a better world, a world in which every man and woman and every people can live in accordance with their own legitimate aspirations.
From my heart I thank all of you here present for having accepted my invitation to come to Assisi as pilgrims of truth and peace and I greet each one of you in Saint Francis’ own words: May the Lord grant you peace – “il Signore ti dia pace”.

© Copyright 2011 - Libreria Editrice Vaticana



PAROLE DEL PAPA

Mai più violenza!
Mai più guerra!
Mai più terrorismo!
In nome di Dio ogni religione
porti sulla terra Giustizia e Pace,
Perdono e Vita,
Amore!

© Copyright 2011 - Libreria Editrice Vaticana


Paparatzifan
00giovedì 27 ottobre 2011 18:41
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Assisi/ Papa: Mai più guerra e terrorismo, pace in nome Dio
Leader religiosi pronunciano impegno pace in piazza S.Francesco


Assisi 27 ott. (TMNews)

"Mai più violenza, mai più guerra, mai più terrorismo! In nome di Dio ogni religione porti sulla terra giustizia e pace, perdono e vita, amore": così il Papa è intervenuto nella piazza San Francesco adAssisinel secondo e ultimo appuntamento pubblico della Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace nel venticinquesimo anniversario dell'incontro voluto da Giovanni Paolo II nel 1986.
Dopo la cerimonia mattutina nella basilica di Santa Maria degli Angeli, i circa 300 leader delle diverse religioni si sono riuniti nella piazza situata nella parte alta della cittadina umbra per recitare un "impegno comune per la pace". E, quando il Papa si è alzato per pronunciare al microfono il suo contributo, dalla folla di fedeli seduta nella piazza si è levato un lungo applauso.

© Copyright TMNews


Paparatzifan
00giovedì 27 ottobre 2011 21:48
Dal blog di Lella...

GIORNATA ASSISI: CARDINALE TAURAN, SILENZIO SI E' FATTO PREGHIERA

Salvatore Izzo

(AGI) - Assisi, 27 ott.

"Nel silenzio che si e' fatto preghiera, digiuno, espressione del nostro desiderio di purificazione e vicinanza a chi soffre, e nel pellegrinaggio che ci ha visto viandanti in cammino verso la Verita', siamo giunti all'ultima parte della nostra celebrazione". Il cardinale Jean Louis Tauran ha introdotto con queste parole il momento conclusivo del raduno interreligioso convocato dal Papa a Assisi. "La speranza della pace - ha continuato - si e' ravvivata nella preghiera personale e nell'ascolto delle testimonianze". "Ciascuno di noi - ha poi aggiunto il cardinale francese -, ritornando a casa sua, abbia a cuore di esserne testimone e messaggero: la pace e' possibile, ancora oggi". "Tra qualche istante - ha infine concluso Tauran rivolto al Papa e ai 300 leader religiosi - rinnoveremo il comune impegno di non rassegnarci mai alle guerre e alle separazioni. Sappiamo, avendone fatto nuovamente esperienza oggi, che, con l'aiuto di Dio, la fede puo' vincere il dubbio, la fiducia superare l'angoscia, la speranza puo' avere la meglio sulla paura. Pace sia benedizione per tutti".

© Copyright (AGI)

GIORNATA ASSISI: PAPA PRENDE POSTO SU MINIBUS DIRETTO A STAZIONE

Salvatore Izzo

(AGI) - Assisi, 27 ott.

Benedetto XVI ha lasciato in minibus il Sacro Convento di Assisi diretto alla Stazione Ferroviaria di Santa Maria degli Angeli. Il Pontefice e' seduto nella prima fila con accanto il suo fedele segretario personale, monsignor Georg Gaeswein. Nella vettura hanno reso posto una ventina di altri leader religiosi tra i quali il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I e il primate anglicano Rowan Williams.

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00giovedì 27 ottobre 2011 21:50
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PAPA: ASSISI; BENEDETTO XVI RITORNATO IN VATICANO

(ANSA) - ROMA, 27 OTT - Il Frecciargento sul quale ha viaggiato oggi Papa Benedetto XVI è giunto alle ore 20.02 nella Stazione di Città del Vaticano. Alle 19.52 è arrivato nella stazione di Roma San Pietro e, dopo una breve sosta tecnica per l'aggancio della locomotiva diesel, ha raggiunto l'interno del Vaticano. Il treno era partito da Assisi alle 18.21 alla volta della Capitale. (ANSA).


Paparatzifan
00venerdì 28 ottobre 2011 17:02
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GIORNATA ASSISI: PAPA E CAPI RELIGIONI DICONO INSIEME NO ALLE GUERRE

(AGI) - Assisi, 27 ott.

(dell'inviato Salvatore Izzo)

"Mai piu' violenza, mai piu' guerra, mai piu' terrorismo. In nome di Dio ogni religione porti sulla terra giustizia e pace, perdono e vita, amore".
Poco prima che dal tetto del Sacro Convento di Assisi fossero liberate due colombe e accese sul piazzale dalla Basilica Inferiore le lampade votive, come 25 anni fa era stato fatto in occasione della Giornata Mondiale di preghiera per la pace voluta da Giovanni Paolo II, Benedetto XVI ha sugellato con queste parole l'appello conclusivo dei 300 leader religiosi che hanno aderito al suo invito perche' lo "spirito di Assisi" tornasse nuovamente a spirare su un mondo che egli stesso ha descritto oggi come "pieno di discordia" e "senza orientamento".
I rappresentanti delle grandi religioni - c'erano tutte le chiese cristiane, gli ebrei, i buddisti, gli induisti, gli animisti africani e diverse confessioni musulmane, mancavano pero' i sunniti egiziani di al Azhar e all'ultimo momento hanno dato forfait anche quelli che fanno capo alla dinastia giordana - non hanno pregato insieme ognuno a loro modo come nell'86 ma insieme si sono impegnati "a chiedere ai responsabili delle Nazioni di fare ogni sforzo perche', a livello nazionale e internazionale, si edifichi e si consolidi, sul fondamento della giustizia, un mondo di solidarieta' e di pace".
"Noi, persone di tradizioni religiose diverse, non ci stancheremo di proclamare - affermano i leader - che pace e giustizia sono inseparabili e che la pace nella giustizia e' l'unica strada su cui l'umanita' puo' camminare verso un futuro di speranza. Siamo persuasi che in un mondo con confini sempre piu' valicabili, distanze ravvicinate e relazioni facilitate da una fitta rete di comunicazioni, la sicurezza, la liberta' e la pace non potranno essere garantite dalla forza, ma dalla fiducia reciproca.
Dio benedica questi nostri propositi e doni al mondo giustizia e pace".
"Gli orrori dei campi di concentramento mostrano in tutta chiarezza le conseguenze. dell'assenza di Dio: l'assenza di Dio porta al decadimento dell'uomo e dell'umanesimo", ha detto il Papa nel discorso di apertura nella Basilica di Santa Maria degli Angeli ad Assisi ammettendo che ancora oggi in alcune circostanze "la religione non e' a servizio della pace, ma della giustificazione della violenza" e riconoscendo "pieno di vergogna" che "nella storia anche in nome della fede cristiana si e' fatto ricorso alla violenza" .
Oltre all'enfasi posta sul pellegrinaggio piu' che sulla preghiera (per evitare rischi di sincretismo) la grande novita' dell'incontro di oggi e' stato l'invito che Benedetto XVI ha voluto rivolgere ad atei e agnostici, "persone - ha detto - alle quali non e' stato dato il dono del poter credere e che tuttavia cercano la verita' e non perdono la speranza che esista".
Con la loro presenza ad Assisi, ha affermato "chiamano in causa anche gli aderenti alle religioni, perche' non considerino Dio come una proprieta' che appartiene a loro cosi' da sentirsi autorizzati alla violenza nei confronti degli altri".
Le parole di Giovanni Paolo II, 'Non abbiate paura!', non sono indirizzate unicamente ai credenti", ha affermato Julia Kristeva, filosofa francese di origine bulgara che ha parlato a nome dei non credenti: per questo Benedetto XVI ha voluto che oggi partecipassero al raduno interreligioso di Assisi anche alcuni atei e agnostici.
"L'incontro delle nostre diversita' qui, ad Assisi, testimonia - ha detto la Kristeva - che l'ipotesi della distruzione non e' l'unica possibile" e "la rifondazione dell'umanesimo non e' ne' un dogma provvidenziale ne' un gioco dello spirito, e' una scommessa". Sulla stessa linea Acharia Shri Shrivatsa Goswami, indiano, rappresentante della religione Hindu, che ha ricordato al Papa le figure di Krishna, Buddha, Mahatma Gandhi, Martin Luther King e il vescovo Tutu, "tutti pellegrini di pace che affermano che non c'e' una via per la pace. La pace stessa e' la via".
Bartolomeo I, patriarca ecumenico di Costantinopoli - che in treno dalla stazione vaticana a quella di Santa Maria degli Angeli ha viaggiato sullo stesso vagione del Papa - ha voluto replicare esplicitamente a chi ha continuato a sostenere che gli incontri per la pace organizzati negli anni nella citta' francescana contengano una deriva sincretistica. "Non si tratta, come alcuni insinuano - ha spiegato - di fare del dialogo interreligioso, o un dialogo ecumenico, in una prospettiva sincretista.
Al contrario, la visione che noi lodiamo nel dialogo interreligioso possiede un senso tutto particolare, che deriva dalla capacita' stessa delle religioni di investire il campo della societa' per promuovervi la pace". Oggi "non siamo qui - ha idealmente proseguito il primate della Comunione anglicana, l'arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams per affermare un minimo comune denominatore di cio' che crediamo ma per levare la voce dal profondo delle nostre tradizioni, in tutta la loro singolarita', in modo che la famiglia umana possa essere piu' pienamente consapevole di quanta sapienza vi sia da attingere nella lotta contro la follia di un mondo ancora ossessionato da paura e sospetti, ancora innamorato dell'idea di una sicurezza basata su di una ostilita' difensiva, e ancora in grado di tollerare o ignorare le enormi perdite di vite tra i piu' poveri a causa di guerre e malattie".
Il gran rabbino David Rosen, direttore del Dipartimento per gli Affari Interreligiosi dell'"American Jewish Committee" ha espresso gratitudine alla memoria del Beato Giovanni Paolo II e affermato che tutti "dobbiamo essere profondamente grati al suo successore, Papa Benedetto XVI per aver continuato questo cammino".

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Paparatzifan
00venerdì 28 ottobre 2011 17:11
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Quasi quattrocento passeggeri con Benedetto XVI

Su quel treno verso Assisi

Sono trascorsi cinquantadue anni da quando fu aperta la cancellata che separa i binari della ferrovia della Città del Vaticano da quelli dello Stato italiano per consentire, per la prima volta, il passaggio di un treno con a bordo il Papa. Era l'11 aprile del 1959. Un viaggio mesto perché su quel convoglio c'era la salma di Pio X. Veniva traslata a Venezia. Questa mattina, giovedì 27 ottobre 2011, quella grigia cancellata di ferro è stata aperta ancora -- come in altre occasioni dopo quella «prima volta» -- per consentire la partenza del convoglio che ha portato Benedetto XVI e i rappresentanti di tutte le religioni del mondo ad Assisi, per celebrare la giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo, nel venticinquesimo anniversario dell'analogo incontro convocato da Giovanni Paolo II il 27 ottobre 1986. Il segnale di partenza è stato dato, per competenza di compartimento ferroviario, alle 8 in punto dal capo stazione di Roma Ostiense.
Quasi quattrocento i passeggeri che hanno trovato posto nelle sette carrozze del Frecciargento che formavano il convoglio. Il Papa ha preso posto nella seconda vettura di testa, insieme ai rappresentanti delle principali Chiese e confessioni cristiane e ai membri del suo seguito più ristretto.
Tra i capi religiosi c'erano il Patriarca ecumenico Bartolomeo i, Rowan Williams, primate della Comunione anglicana, il metropolita Aleksandr per il Patriarcato di Mosca, Sua Beatitudine Anastas per la Chiesa ortodossa di Albania, Sua Eminenza Norvan Zakaryan per la Chiesa apostolica armena, catholicossato della Sede di Santa Etchmiadzin. Tra i membri del seguito papale il cardinale Bertone, segretario di Stato, gli arcivescovi Becciu, sostituto, Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, e Harvey, prefetto della Casa Pontificia; il vescovo De Nicolò, reggente della prefettura; i monsignori Gänswein, segretario particolare, Xuereb, della segreteria particolare, e Rudelli, della Segreteria di Stato; il gesuita Lombardi, direttore della Radio Vaticana, della Sala Stampa della Santa Sede e del Centro Televisivo Vaticano; il professore Polisca, medico personale del Pontefice, e il direttore del nostro giornale.
In un'altra carrozza avevano preso posto, con altri esponenti della Curia romana e della Chiesa italiana, diciannove cardinali tra i quali il decano del collegio cardinalizio Sodano, il vice decano Etchegaray, i presidenti dei Pontifici Consigli della Giustizia e della Pace, Turkson, per il Dialogo Interreligioso, Tauran, e per la promozione dell'Unità dei Cristiani, Koch, per la Cultura, Ravasi, il vicario di Roma, Vallini, e il presidente della Conferenza episcopale italiana, Bagnasco; una decina di arcivescovi e vescovi, e altrettanti rappresentanti dei movimenti e della vita consacrata impegnati nell'ecumenismo e nel dialogo interreligioso, tra i quali don Julián Carrón, Andrea Riccardi e Maria Voce.
Giunto in auto alla stazione Vaticana, prima di salire sul treno, il Pontefice è stato salutato dall'arcivescovo Bertello, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, con il vescovo Sciacca, segretario generale, dai monsignori Wells, assessore della Segreteria di Stato, e Balestrero, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati; dal ministro dei Trasporti italiano Altero Matteoli, dall'amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Mauro Moretti, e dal presidente delle Ferrovie dello Stato Italiane, Lamberto Cardia. Quest'ultimo e padre Lombardi hanno donato al Pontefice l'opera in due volumi Ottant'anni della Radio del Papa.
Durante il viaggio, durato circa un paio d'ore, ai passeggeri, assistiti da sette steward di Trenitalia, sono stati donati un biglietto ricordo in argento e una copia dell'edizione dell'«Osservatore Romano» con la data di giovedì 27 ottobre, in gran parte dedicata al pellegrinaggio. Lungo il percorso, durante il quale sugli schermi delle carrozze scorrevano le immagini di viaggi di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II in treno, uno speaker per interfono, salutando Benedetto XVI anche a nome delle autorità presenti, ha assicurato che oggi tutti i ferrovieri lo hanno accompagnato idealmente in questo pellegrinaggio.
Il passaggio del convoglio lungo il percorso è stato salutato da diversi gruppi di fedeli che esponevano striscioni e improvvisavano cori. Qualche opportunità in più per quelli riuniti lungo le banchine delle stazioni di Terni, Spoleto e Foligno in prossimità delle quali il treno ha rallentato. Imponente la folla accorsa a Terni, tanto che il Papa si è alzato per raggiungere il lato opposto della carrozza e rispondere al saluto dal finestrino. Stesse scene a Spoleto, dov'è stato salutato da un reparto di militari in divisa, e a Foligno, dov'erano tantissimi bambini delle scuole elementari e medie con palloncini colorati. Poco prima di quest'ultima cittadina, il Patriarca ecumenico e il Primate della Comunione anglicana avevano lasciato i loro posti per un breve incontro con il Pontefice.
Ad Assisi il convoglio è giunto intorno alle 9.50. Benedetto XVI è stato accolto dall'arcivescovo Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino, e in rappresentanza del Governo italiano dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Gianni Letta, con l'ambasciatore presso la Santa Sede, Francesco Maria Greco. Tra le autorità locali, il presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, il prefetto di Perugia, Enrico Laudanna, il sindaco di Assisi, Claudio Ricci, il presidente della provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi. (mario ponzi)

(©L'Osservatore Romano 28 ottobre 2011)


Paparatzifan
00venerdì 28 ottobre 2011 19:47
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Insieme verso la verità

Mai più la guerra, mai più la violenza, mai più il terrorismo.
La parola di Benedetto XVI è risuonata di nuovo alta e chiara a conclusione dell'incontro di Assisi, un quarto di secolo dopo quello convocato dal suo predecessore nel 1986. Riprendendo il grido accorato di Paolo VI -- jamais plus la guerre, jamais plus la guerre! -- lanciato davanti alle Nazioni Unite, dove Papa Montini si era presentato come il messaggero al termine di un lungo viaggio, quando dichiarò la Chiesa di Roma esperta in umanità, titolo semplice e solenne. Era il 4 ottobre 1965, vent'anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale, mentre stava per concludersi il concilio Vaticano II e sul mondo, nonostante l'euforia dei golden sixties, gravavano le divisioni e i blocchi della guerra fredda con l'incubo del conflitto nucleare.
La predicazione di pace dei successori dell'apostolo Pietro che ha segnato tutto il Novecento viene dunque confermata, e si fa anzi più decisa e convincente. Suscitando consensi convinti e adesioni crescenti, come indicano il numero e la qualità delle presenze all'incontro appena concluso. Si può dire senza esagerazioni che non è mancato nessuno tra le centinaia di esponenti delle confessioni cristiane e di altre religioni convenuti nella città umbra.
E a loro si sono uniti -- su invito esplicito di Benedetto XVI -- intellettuali non credenti, novità importante e coerente con il pontificato aperto e coraggioso di un Papa gentile che, giorno dopo giorno, con i fatti e con parole chiare sta disperdendo le rappresentazioni infondate, e talvolta offensive, entro le quali lo si vorrebbe ridurre.
Nessuna retorica inutile ed effimera ha appesantito l'incontro di Assisi, svoltosi sotto il segno di una essenzialità semplice che anche in questo modo ha avvicinato tutti i presenti a Francesco, figura che oltrepassa ogni appartenenza religiosa e ideologica. Fortemente espressivo a conclusione della giornata è stato così l'omaggio silenzioso dei partecipanti all'incontro, cristiani e non cristiani, alla tomba del santo che già dai contemporanei fu ritenuto un «secondo Cristo» e che ha ispirato l'intervento del teologo luterano norvegese Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio mondiale delle Chiese.
E la gente ha capito, stringendosi gioiosa e composta attorno al Papa che ha voluto riprendere il nome di Benedetto XV -- ricordato soprattutto per avere levato alta la voce contro la strage immane del primo conflitto mondiale -- e attorno ai delegati cristiani e non cristiani venuti con lui per impegnarsi ad avanzare insieme in un cammino che il filosofo messicano Guillermo Hurtado, in rappresentanza dei non credenti, ha definito «ricerca comune della verità, della giustizia e della pace».
Dell'incontro di Assisi resteranno l'essenzialità, fatta di immagini cariche di simboli e di parole. Anch'esse lontane dalla retorica -- così facile quando si parla di pace -- e radicate con umiltà nella storia. Come quelle di Julia Kristeva che, celebrando l'umanesimo, si è unita a Benedetto XVI nel riconoscere il valore dell'intuizione di Giovanni Paolo II e del suo incoraggiamento a resistere quando ancora si ergeva e sembrava invincibile il colosso dai piedi d'argilla del totalitarismo ateo.
Tre anni dopo il primo incontro di Assisi cadde il muro di Berlino, ha sottolineato il Papa venuto dalla Germania.
Da allora la guerra e la discordia hanno assunto altri volti, dal terrorismo al flagello della droga, in società sempre più disorientate e smarrite per avere voluto allontanare Dio dal loro orizzonte. Un Dio amico degli uomini e del quale gli uomini hanno nostalgia. Per questo molti lo ricercano, spesso scandalizzati dai credenti che -- ha detto Benedetto XVI -- devono per questo ogni giorno purificarsi. Per camminare insieme verso la verità.

g. m. v.

(©L'Osservatore Romano 28 ottobre 2011)


Paparatzifan
00sabato 29 ottobre 2011 21:10
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GIORNATA ASSISI: AVVENIRE, PAPA COERENTE, MEDIA TROPPO DISTRATTI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 29 ott.

I gesti e le parole della Giornata di Assisi testimoniano che la pace puo' vincere nel mondo di oggi "quasi strangolato tra la violenza di un terrorismo che spesso usa la religione per giustificarsi e una cultura che sempre piu' spinge la religione al margine, illudendosi cosi' di poter estirpare la violenza", cosi' come ha vinto nel mondo "diviso in blocchi" dell'86, quando per la prima volta Giovanni Paolo II convoco' nella citta' d San Francesco i leader delle grandi religioni.
Lo sottolinea Avvenire, che critica pero' la stampa per aver sottovalutato la portata dell'evento: "peccato - scrive il giornale della Cei - che tutto questo sia stato quasi completamente ignorato dai media e, quando non ignorato, valutato alla stregua di un'occasione mancata o di un fallimento".
"Nessun problema - commenta nell'editoriale Salvatore Mazza, che e' il presidente dell'Associazione internazionale dei giornalisti accreditati in Vaticano - Papa Ratzinger s'e' gia' dovuto misurare con forzature e sottovalutazioni, poco importa se frutto di preconcetti o semplici distrazioni. Il tempo gli ha dato comunque ragione. E' sempre accaduto cosi'.
E accadra' anche questa volta". Per celebrare i 25 anni del primo incontro di Assisi, osserva Mazza, ci sarebbero stati tanti modi "in quel vasto campo disteso tra folklore e sostanza" e Benedetto XVI avrebbe potuto scegliere anche soluzioni "con un grande appeal, anche mediatico", ma ha uno "stile" e la sua "scelta e' sempre, puntualmente, quella piu' difficile, che stupisce e sorprende, che cambia la prospettiva". Benedetto XVI, invece, ha scelto, in "piena coerenza con un magistero esigente", di coinvolgere per la prima volta anche dei non credenti che "apprezza e, in diversi modi, ammira, per il loro porre profonde domande di senso all'indifferentismo religioso e agli stessi credenti".
Assisi 2011, inoltre, ha "tracciato una linea rossa del tutto inedita sull'orizzonte non solo dell'ecumenismo e del dialogo ma della stessa idea di quale sia il ruolo delle religioni in questo mondo che cambia".

© Copyright (AGI)

GIORNATA ASSISI: PADRE LOMBARDI, DISTRUZIONE NON E' UNICA STRADA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 29 ott.

La distruzione "non e' l'unica strada", la strada e' la pace e questo "non e' solo una ipotesi, ma un impegno comune" delle religioni.
Lo afferma il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi sottolineando - ai microfoni della Radio Vaticana - che i messaggi risuonati ad Assisi durante l'incontro interreligioso sono "particolarmente umili e aperti" e il "carisma di Francesco" continua ad "attrarre verso Assisi tutte le persone dalla mente e dal cuore aperto".
"Non si puo' uccidere in nome di Dio, Dio non e' una proprieta' dei fedeli e non puo' essere invocato dai terroristi", "Dio non si puo' eliminare dall'orizzonte dell'uomo senza disumanizzarlo", hanno proclamato i leader religiosi "in pellegrinaggio insieme". "In treno, in autobus, alla mensa, nella riflessione, il Papa - rileva Lombardi - sta in mezzo agli altri, senza solenni paramenti liturgici" e tra i messaggi "aperti" di Assisi il Pontefice ci ricorda che "la pace va cercata insieme da tutti i cercatori della verita' perche' Dio non e' una proprieta' che appartenga agli aderenti alle religioni, la cui pratica a volte nasconde anzi il vero Dio. Quel vero Dio che non puo' essere invocato dai terroristi, ma non puo' essere escluso dall'orizzonte dell'uomo senza disumanizzarlo". Il "carisma di Francesco - conclude il gesuita - aiuta ad abbracciare le diverse identita' in un cammino comune di dialogo, di fraternita', di gioia".

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GIORNATA ASSISI: TRADIZIONALISTI,ESCLUSO OGNI RISCHIO SINCRETISMO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 29 ott.

Dopo aver dato ampio spazio agli "allarmi" lanciati negli ultimi mesi da ambienti tradizionalisti che temevano il ripetersi ad Assisi di ambiguita' che potevano esporre Benedetto XVI all'accusa di avallare il sincretismo religioso, il sito "messainlatino.it" da' atto oggi al Pontefice che nel grande raduno interreligioso del 27 ottobre scorso "e' stata esclusa ogni azione che assomigliasse anche lontanamente a una preghiera comune".
"Nel 1986 il beato Giovanni Paolo II aveva usato l'espressione 'stare insieme per pregare'contrapposta a 'pregare insieme', volendo escludere ogni partecipazione formale a qualsiasi culto acattolico", scrive sul sito don Alfredo Morselli ricordando che nel 1986 "purtroppo si verificarono degli atti oggettivamente scandalosi: polli sgozzati sull'altare di Santa Chiara secondo riti tribali e la teca con una statua di Budda posta sopra l'altare della chiesa di San Pietro, che tuttavia - chiarisce - non si possono in alcun modo ricondurre al magistero e alle azioni di Giovanni Paolo II".
"In ogni modo - continua il sacerdote - sembra che Benedetto XVI, onde evitare ogni scandalo abbia voluto togliere ogni possibile equivoco: l'unica volta in cui nel programma ufficiale si parla di preghiera, si afferma 'tempo di silenzio, per la riflessione e/o la preghiera personali', e quindi non comuni". Per don Morselli, "questa attenzione non e' casuale, ma e' suffragata anche da una precisazione del cardinale Raymond Leo Burke, prefetto della Segnatura Apostolica". Un testo, integralmente pubblicata dal sito, che descrive la Giornata di Assisi come "non uno stare insieme per pregare insieme, in modo disparato, col rischio di confondere la fede rivelata soprannaturale, con le 'credenze religiose' umane e naturali, ma un camminare insieme verso l'unica Verita'". "Spesso gli incontri di Assisi - ricorda inoltre il sito che fa capo a tradizionalisti in comunione con la Chiesa di Roma - sono stai messi in contrasto con l'enciclica 'Mortalium animos' che vietava riunioni in cui si potesse pensare che si onora Dio indifferentemente con qualsiasi culto e condannava 'la falsa teoria che suppone buone e lodevoli tutte le religioni, in quanto tutte, sebbene in maniera diversa, manifestano e significano egualmente quel sentimento a tutti congenito per il quale ci sentiamo portati a Dio e all'ossequente riconoscimento del suo dominio'". Ma questa volta i timori erano infondati: "niente, in Assisi III, si oppone agli insegnamenti di Pio XI". Mentre "e' indubbiamente vero - conclude don Morselli - che possono esistere non credenti soggettivamente in buona fede e che, per arrivare alla vera religione, prima bisogna capire che bisogna essere religiosi: oggi poi e' indispensabile confutare gli attacchi portati dall'ateismo aggressivo, che considera la religione un fatto negativo tout-court e causa di violenza".

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Paparatzifan
00martedì 17 gennaio 2012 13:08
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Il Papa in visita ad Arezzo e Sansepolcro il prossimo 13 Maggio‎

Con gioia e riconoscenza l’Arcivescovo Riccardo Fontana ha appreso quest’oggi ufficialmente che Papa Benedetto XVI compirà domenica 13 maggio 2012 l’attesa Visita Pastorale alla Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro.

“La nostra letizia è grande – dichiara l’Arcivescovo – perché il Santo Padre vuole celebrare con noi l’anno millenario, valorizzando l’identità spirituale della nostra comunità ecclesiale.
La nostra Chiesa fu edificata nel tempo dalla testimonianza del martire san Donato e dei santi monaci di Camaldoli, evangelizzatori della nostra terra e assidui animatori della contemplazione e dei valori dello Spirito, tra noi e in molti altri posti del mondo, tra cui la casa di san Gregorio nella stessa Roma. Fu corroborata dalla copiosa ricchezza del carisma francescano, illuminato dalle stimmate del Poverello alla Verna, dalla carità di Margherita in Cortona e dalla spiritualità cresciuta attorno a Montecasale e ai molti luoghi della preghiera presenti nel vasto territorio della diocesi”.
“Dopo cinquecento anni – prosegue il Presule – il Papa torna a Sansepolcro per sottolineare ancora i legami della nostra diocesi con Gerusalemme e la volontà che la città dei pellegrini Arcano ed Egidio seguiti ad essere accogliente verso chi arriva da lontano e impegnata nella ricerca della giustizia e della pace”.
“Siamo molto grati al Signore e al Santo Padre per la grazia della visita del Successore di Pietro alla nostra Chiesa diocesana, che ha un ulteriore dono per rinnovarsi come avvenne con l’indimenticabile incontro con il Beato Giovanni Paolo II nel 1993”.
“L’annuncio ufficiale della visita di Benedetto XVI nella nostra terra - conclude il Presule - ci consente di avviare sin d’ora un cammino di preparazione all’incontro con il Papa, al quale presenteremo la ricchezza spirituale della nostra Chiesa e la multiforme varietà delle sue esperienze pastorali e culturali, e chiederemo di confermarci nella nostra fede nel Signore Risorto”.
Il Santo Padre incontrerà l’intera Chiesa aretina, cortonese e biturgense nella piazza della Cattedrale, ad Arezzo, dove, alle ore 10, presiederà la Celebrazione eucaristica e la preghiera del Regina caeli.
Nel pomeriggio è previsto che il Papa visiti il Santuario francescano della Verna e la Concattedrale di Sansepolcro che, come noto, celebra quest’anno il millenario della propria fondazione.

www.diocesiarezzo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=572:papa-benedetto-xvi-in-visita-alla-diocesi-domenica-13-maggio-2012&catid=43:mega-news&I...


Paparatzifan
00mercoledì 18 gennaio 2012 13:14
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PAPA: IL 13 MAGGIO VISITERA' AREZZO, LA VERNA E SANSEPOLCRO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 17 gen.

Papa Benedetto XVI compira' domenica 13 maggio una visita pastorale alla diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Lo ha annunciato il Servizio Informazione Religiosa, che cita l'arcivescovo locale, monsignor Riccardo Fontana.
Il programma del 27esimo viaggio apostolico di Papa Ratzinger in Italia prevede tre tappe, la prima delle quali ad Arezzo, dove, alle 10, il Pontefice presiedera' la celebrazione eucaristica e la preghiera del Regina Caeli.
Nel pomeriggio e' previsto che il Papa visiti il Santuario francescano della Verna e si sposti poi a Sansepolcro, per celebrare il millenario della Concattedrale. L'arcivescovo ha espresso da parte dell'intera diocesi "gioia e riconoscenza" per la decisione di Benedetto XVI di accogliere il suo invito.

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Paparatzifan
00martedì 28 febbraio 2012 20:13
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Presentata la visita del Papa a Milano per l'Incontro mondiale delle famiglie. Intervista con il cardinale Scola

Il Papa torna a Milano 28 anni dopo l’ultima visita per abbracciare tutte le famiglie del mondo. Saranno tre giornate intense quelle di Benedetto XVI al VII incontro mondiale delle famiglie, da venerdì 1 a domenica 3 giugno. Da Milano, il servizio di Fabio Brenna:

Sono già 2600 i volontari e 1280 le famiglie che si sono messe a disposizione per accogliere i partecipanti che arriveranno da ogni parte del mondo. In tutti i continenti ci si sta preparando all’evento. Il cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio della Famiglia, ha spiegato come le catechesi preparatorie sono già state tradotte in 11 lingue, mentre in Sudamerica sono in programma congressi di avvicinamento all’incontro, con due momenti centrali che saranno vissuti col Papa: la Festa delle testimonianze, la sera di sabato 2 giugno, e la Messa della domenica cui è atteso un milione di partecipanti.

“La linea di questa festa sarà sul tema famiglia lavoro e festa con attenzione sia al versante civile, sociale - la famiglia come risorsa per la società - sia al versante ecclesiale, la famiglia come soggetto di evangelizzazione”.

Benedetto XVI, nelle sue giornate milanesi, assisterà a un concerto in suo onore alla Scala, avrà modo di incontrare il clero, i religiosi e le religiose per una meditazione in Duomo e parteciperà al raduno dei cresimandi, allo stadio Meazza. Il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, ha definito il VII Incontro mondiale delle famiglie “un’occasione per far crescere la vita buona del Vangelo e, parallelamente, la vita buona della società”. Mons. Jean Laffitte, segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha illustrato i contenuti del Congresso internazionale teologico pastorale che si svolgerà a Fieramilanocity e in altre sette località lombarde dal 30 maggio al 1 giugno e che sarà aperto dall’intervento dei cardinali Ravasi, Tettamanzi e O’Malley. L’incontro servirà a sostenere e rilanciare il progetto per il Centro internazionale per la famiglia di Nazareth, le cui caratteristiche sono state illustrate dal cardinale Antonelli:

“Già da tempo è in progetto la costruzione di un centro internazionale a servizio delle famiglie e della Terra Santa e del Medio Oriente prima di tutto e poi a servizio di tutte le famiglie che vanno in pellegrinaggio in Terra Santa per offrire un momento forte di formazione e di spiritualità, in particolare a servizio delle coppie che lavorano per la pastorale delle famiglie. Questo centro internazionale durante l’incontro mondiale sarà presentato, avrà la massima visibilità possibile”.

Gli strumenti interattivi per le catechesi del settimo incontro mondiale delle famiglie sono disponibili sul sito "family2012.com".

Al termine della conferenza stampa a Milano, Luca Collodi ha raggiunto telefonicamente il cardinale arcivescovo di Milano, Angelo Scola. Al porporato, ha chiesto anzittuto quanto il mondo della politica guardi oggi alla famiglia:

R. – Mi pare purtroppo non molto. Si sta quindi producendo – soprattutto nelle nostre avanzate società occidentali – una riduzione della forza sociale e civile della famiglia, come se si trattasse, in fondo, di una specie di contratto di joint venture tra due privati che si devono poi arrangiare da soli. Si è quindi perso il senso del valore civico della famiglia come cellula fondamentale della vita sociale e, evidentemente, per quanto riguarda i cristiani, come soggetto privilegiato della testimonianza della bellezza, della verità e della bontà della sequela di Cristo. Speriamo che il settimo Incontro mondiale ci dia l’occasione per mostrare il valore della famiglia come soggetto sociale e politico, come “fatto pubblico” cui un buon governo deve dare molta attenzione e molto ascolto.

D. – Il precariato nel lavoro, e quindi anche la mancanza di garanzie sociali, quanto può mettere a rischio ed in pericolo il nucleo famigliare?

R. – Lo può fare in maniera molto rilevante. Innanzitutto, per quanto riguarda la formazione della famiglia stessa: sappiamo che, oggi, molti giovani non si sposano perché non esistono delle condizioni minime di garanzie e di sicurezza per il loro presente e per il loro futuro. Questo, quindi, è un problema delicato e difficile. Certo, non bisogna confondere e far coincidere automaticamente il problema del precariato con il problema della mobilità. E’ evidente che, in una società come la nostra, che sta andando sempre più verso una mobilità accentuata, anche le forme del lavoro mutano e cambiano. Però mobilità, ovviamente, non può voler dire precariato. Per quanto riguarda la famiglia, se non si fa chiarezza e non c’è un’azione culturale per aiutare i giovani a capire le forme di lavoro dignitose e sicure cui hanno diritto, sarà sempre più grande la tentazione di limitarsi a convivenze frammentate e parziali. Il problema è perciò acuto. Mi sembra geniale un aspetto del settimo Incontro: l’aver cioè voluto guardare in unità la questione della famiglia e del lavoro e quella del riposo e della festa, perché anche quest’ultimo è un aspetto importante.

D. – Un’ultima riflessione: che cosa vi aspettate da questo Congresso internazionale sulla famiglia?

R. – Attraverso questo momento straordinario, ci aspettiamo che si consolidi la modalità ordinaria con cui le comunità cristiane propongono, a tutti gli uomini, la convenienza suprema di questa realtà fondamentale per la vita della Chiesa e della società, che è la famiglia. Vuole essere quindi un grande gesto di testimonianza, ma di testimonianza in senso pieno, che implichi perciò riflessione e studio – come il Convegno mette in evidenza – scambio di stili di vita da parte delle varie famiglie del mondo ma, soprattutto, che ponga delle basi solide per un rinnovamento della proposta ecclesiale e sociale della realtà famigliare nelle varie culture del mondo odierno. (vv)

© Copyright Radio Vaticana


Paparatzifan
00mercoledì 29 febbraio 2012 20:25
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FAMILY 2012: IL PROGRAMMA DEFINITIVO DELL‘INCONTRO CON IL PAPA

Il Papa sarà presente a Milano tre giorni, da venerdì 1 a domenica 3 giugno, in occasione del VII Incontro mondiale delle famiglie (www.family2012.com) che si terrà dal 29 maggio al 3 giugno 2012. Lo ha annunciato questa mattina l’arcivescovo di Milano, il card. Angelo Scola, nella conferenza stampa di presentazione del programma della visita di Benedetto XVI a Milano, a cui hanno partecipato anche il presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, card. Ennio Antonelli, il presidente della Fondazione Milano Famiglie 2012, il vescovo Erminio De Scalzi e il segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia, il vescovo Jean Laffitte. “Una visita di tre giorni è un evento dal carattere straordinario, eccezionale per un viaggio in Italia - ha detto il card. Scola: “Il Papa ha desiderio di incontrare Milano, e a ventisette anni dalla visita del predecessore Giovanni Paolo II ci fa questo dono: un dono alla città di Milano e alle chiese lombarde”. L’arrivo del Pontefice nel capoluogo lombardo è programmato per venerdì 1° giugno all’aeroporto di Milano-Linate.
Dopo un primo incontro con la cittadinanza in piazza Duomo, il Papa assisterà a un concerto al Teatro alla Scala diretto dal maestro Daniel Barenboim e all’Incontro con i cresimandi allo Stadio Mezza (il giorno successivo, 2 giugno). Cresce, intanto, la partecipazione della Chiesa nel mondo al VII Incontro mondiale delle famiglie.
“Sono diversi mesi che ci si prepara sul tema ‘La Famiglia: il lavoro, la festaì e le iniziative in programma sono tante: le catechesi sono state tradotte in undici lingue tra cui il portoghese, l’arabo, il polacco e il russo - ha detto Antonelli. Per facilitare, poi, l’arrivo delle famiglie dai paesi poveri del mondo è stata attivata una raccolta fondi”.
Per la Festa delle testimonianze, sabato 2 giugno al Parco Nord- aeroporto di Bresso, sono attese 300 mila persone, un milione invece per la Santa Messa del 3 giugno, sempre a Bresso.
Più di 2600 persone si sono iscritte come volontari, ma ne servono ancora 2400. In piena attività anche la macchina dell’accoglienza: l’obiettivo è di ospitare centomila famiglie in centomila case, in una sola settimana sono già arrivate più di 1200 adesioni. Mons. De Scalzi ha posto l’attenzione sulle tre parole che esprimono lo stile del VII Incontro mondiale delle famiglie: trasparenza, sobrietà e ecosostenibilità.
A presentare il Congresso internazionale teologico pastorale è stato invece mons. Laffitte, che ha parlato di “evento di famiglie per le famiglie”. Dal 30 maggio all’1 giugno saranno impegnati 110 relatori da 27 nazioni. Al centro della riflessione lo stile della famiglia cristiana che vive il tempo del lavoro e della Festa e come le condizioni del lavoro influiscono sul vissuto delle famiglie.

© Copyright Sir


Paparatzifan
00mercoledì 25 aprile 2012 14:06
Dal blog di Lella...

VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AD AREZZO, LA VERNA E SANSEPOLCRO (13 MAGGIO 2012) - PROGRAMMA, 25.04.2012

Domenica, 13 maggio 2012

08.00

Partenza in elicottero dall’Eliporto vaticano per Arezzo.

09.00

Arrivo allo Stadio comunale "Città di Arezzo".

10.00

CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA nel Parco "Il Prato" ad Arezzo. Omelia del Santo Padre.

REGINA CÆLI. Saluto del Santo Padre.

12.30

Visita in privato alla Cattedrale di San Donato di Arezzo.

13.15

Pranzo con i Vescovi della Toscana nell’Episcopio di Arezzo.

16.30

Saluto degli Organizzatori della Visita Pastorale nell’Episcopio di Arezzo.

17.00

Partenza in elicottero dallo Stadio comunale "Città di Arezzo" per La Verna.

17.15

Arrivo nell’Eliporto in Località "La Beccia" in Comune di Chiusi della Verna.

17.45

VISITA AL SANTUARIO DI LA VERNA, presenti le varie Comunità dei Frati Minori, le Monache Clarisse della Toscana e le Religiose residenti a Chiusi della Verna. Discorso del Santo Padre.

18.45

Partenza in elicottero dall’Eliporto in Località "La Beccia" in Comune di Chiusi della Verna per Sansepolcro.

19.00

Arrivo nell’Eliporto dell’Aviosuperficie di Sansepolcro.

19.15

Visita in privato alla Con-cattedrale di Sansepolcro.

19.30

INCONTRO CON LA CITTADINANZA in Piazza Torre di Berta a Sansepolcro. Discorso del Santo Padre.

20.15

Partenza in elicottero dall’Eliporto dell’Aviosuperficie di Sansepolcro per il Vaticano.

21.15

Arrivo all’Eliporto vaticano.

Bollettino Ufficiale Santa Sede


Paparatzifan
00mercoledì 2 maggio 2012 10:50
da "Il Giorno.it"...

Incontro mondiale famiglie, per il Papa un palco a 'impatto zero'

Sindaci del Parco Nord: "Il governo tolga i vincoli" Commenti

Over-booking di volontari, 41420 euro raccolti per il fondo accoglienza famiglie dal mondo e 33.007 posti letto messi a disposizione da quasi 11mila famiglie, oltre ai 50mila di “accoglienza leggera” per la notte di sabato. La città e imilanesi si stanno preparando per i primi di giugno. Pronta la fermata metrò Bignami

Milano, 30 aprile 2012 - Over-booking di volontari, tanto da dover “rimbalzare” le offerte, 41420 euro raccolti per il fondo accoglienza famiglie dal mondo, 4500 iscritti al congresso internazionale teologico, e 33.007 posti letto messi a disposizione da quasi 11mila famiglie, oltre ai 50mila di “accoglienza leggera” per la notte di sabato: a un mese esatto dall’evento il territorio della diocesi di Milano si prepara così ad accogliere il VII incontro internazionale delle famiglie, dal 30 maggio al 3 giugno.

UN PALCO A 'IMPATTO ZERO' - I dati, il programma e gli aggiornamenti sono stati presentati all’aeroporto di Bresso, l’area di 790mila mq dove si svolgeranno i principali eventi della manifestazione, ed è infatti già in costruzione il palco “da 1000 persone” dove il pontefice celebrera’ la messa finale il 3 giugno a cui sono attesi circa 1 milione di fedeli. Una volta finito l’evento, il palco dovrà essere il più possibile “a impatto zero”, l’obiettivo è infatti quello di restituire l’area “tale e quale se non meglio - ha spiegato don Bruno Marinoni, responsabile dell’area organizzativa della Fondazione - il legno potrebbe essere riutilizzato nel parco, ad esempio, e anche il basamento in cemento potrebbe essere lasciato in eredita’, se gradito”.
Mentre il palco prende forma, per il momento se ne puo’ immaginare la sagoma e la posizione, dagli scavi, per promuovere ulteriormente l’incontro e’ stato realizzato anche uno spot, raffigurante il grande girotondo multietnico che accogliera’ il papa a giugno. Disponibile in 3 formati e in 5 lingue, italiano, spagnolo, portoghese, francese e inglese, verra’ distribuito in modo da raggiungere 200milioni persone.

GLI APPUNTAMENTI - Il primo appuntamento è alle 17.30 del 1 giugno in Duomo, dove Benedetto XVI arrivera’ percorrendo viale Corsica e corso XXII Marzo, per continuare con il concerto alla Scala - gia’ annunciata IX sinfonia di Beethoven, diretta dal maestro Daniel Barenboim - seguita, alle 21.30, da un momento di silenzio e di adorazione.
Sabato 2 giugno il Papa alle 10 incontrera’ i religiosi e le religiose della diocesi ambrosiana in Arcivescovado per poi raggiungere San Siro e assistere ad una coreografia-preghiera eseguita in suo onore da oltre 80mila cresimandi e cresimati. Dopo aver incontrato le autorita’ presso l’arcivescovado, Benedetto XVI raggiungerà la festa gia’ in corso dal pomeriggio nel’area di Bresso per un’ora, alle 20.30, per poi tornare domenica alle 10 per la celebrazione della messa.

FERMATA METR' BIGNAMI - "Manca solo qualche carta, ma la messa in sicurezza della Bignami e' terminata. Ci sarà una navetta, pero', con capienza ben diversa dalla linea metro normale". E' così che don Bruno Marinoni ha annunciato che "al 99% la fermata della metro Bignami sara' pronta e funzionante per portare migliaia e migliaia di fedeli nelle vicinanze dell'aeroporto di Bresso" per il VII incontro internazionale delle famiglie. Mentre per la fermata "si attendono solo gli ultimi permessi scritti", per avere la certezza di offrire biglietti scontati e animazione lungo l'"ultimo miglio" che molti percorreranno a piedi per avvicinarsi al palco, "si attendono aggiornamenti a breve".
L'invito di don Marinoni, oggi ribadito in occasione della presentazione dell'area del Parco Nord adibita alla manifestazione, resta quello di "venire dal Papa in treno o in tram". Oltre alla navetta Zara-Bignami, infatti, per la M1 e la M3 sonò stati previsti potenziamenti e orari straordinari, come anche per alcune vie tranviarie e, grazie alla collaborazione con Trenord, di 10 linee suburbane e di 3 linee regionali.

SINDACI NORD AL GOVERNO: "TOLGA VINCOLI" - I sindaci dei comuni del Parco Nord Milano, che il 2 e il 3 giugno prossimi ospitera' papa Benedetto XVI per gli eventi clou del VII Incontro mondiale delle famiglie, hanno scritto al governo chiedendo di poter sforare i vincoli del patto di stabilita' in vista dell'evento, ma senza ricevere risposta. E' quanto ha denunciato il sindaco di Bresso, Fortunato Zinni. ''Il governo - dice - ci ha lanciato addosso questo tir lasciando che fossimo noi a sbrigarcela da soli. Noi abbiamo chiesto di non rispettare i vincoli, dato che tra l'altro rappresentiamo l'Italia nell'ospitare un capo di Stato straniero, ma siamo stati ignorati. Non hanno neppure risposto alla nostra lettera''.


Paparatzifan
00giovedì 3 maggio 2012 20:42
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Benedetto XVI a Frascati il 15 luglio. Mons. Martinelli: porterà la speranza


Benedetto XVI si recherà domenica 15 luglio a Frascati, dove celebrerà la Santa Messa alle 9.30 in Piazza San Pietro, davanti alla Cattedrale. Al termine, il Papa farà ritorno a Castel Gandolfo per la recita dell’Angelus. La notizia è stata data dal vescovo di Frascati, mons. Raffaello Martinelli, questa mattina, nel corso della solenne celebrazione in Cattedrale per la festa degli Apostoli Filippo e Giacomo, Patroni della diocesi suburbicaria. Ascoltiamo il presule al microfono di Sergio Centofanti:


R. – Siamo ben felici, perché questa notizia, che investe di gioia un po’ tutta la nostra diocesi, è stata comunicata proprio nel giorno dei nostri Santi Patroni. La gioia è immensa, certo, perché sappiamo che il Santo Padre viene per sostenerci, per confermarci, per ravvivare la nostra fede. Quindi, questo porterà senz’altro un contributo alla nostra crescita cristiana: sia a me come vescovo, sia ai miei sacerdoti collaboratori e sia a tutti i nostri fedeli.


D. – Qual è l’occasione di questa visita?


R. – Non c’è un’occasione particolare, c’è soltanto la buona disponibilità eccezionale del Santo Padre, che ha accolto un mio invito e che viene per celebrare, insieme con noi, i santi misteri eucaristici, proprio nel giorno di domenica.


D. – Cosa ci può dire della sua diocesi, di Frascati?


R. – Tutti conoscono Frascati per il vino, ma noi lo conosciamo e lo apprezziamo anche per la fede, che qui, già dal secondo secolo, era presente, e che è vissuta con impegno, seppure anche in mezzo a tante difficoltà.


D. – Il Papa viene in un momento di crisi, un’occasione per rilanciare la speranza anche per la vostra città...


R. – Senz’altro, il Papa è sempre colui che parla di fede, parla di speranza e ci sostiene e ci rafforza in questo nostro impegno quotidiano.


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Paparatzifan
00giovedì 10 maggio 2012 10:28
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La prima visita di Benedetto XVI in Toscana


DI ANDREA FAGIOLI


Pietro viene a trovare Donato. Il successore del capo degli apostoli incontra i cristiani la cui storia ha preso avvio dall’antico e venerato vescovo. Un’immagine, un filo conduttore che ha caratterizzato in diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro la preparazione alla prima Visita di Benedetto XVI in Toscana. A partire dal messaggio che l’arcivescovo Riccardo Fontana ha rivolto alle famiglie della Chiesa aretina, cortonese e biturgense: «Pietro viene in Toscana per incontrarci, per dare il suo contributo all’unità, per aiutarci in quella comunione che è vera aggregazione della Chiesa al suo interno e delle Chiese sorelle tra loro».


Ma come farà Pietro a trovare Donato? Attraverso una verifica: «A cinquant’anni dal Concilio Vaticano II la visita del Papa – spiega Fontana – è il momento opportuno per verificare, all’interno della nostra comunità ecclesiale, quanti frutti della Pentecoste conciliare siano entrati nella nostra esperienza diocesana».


Benedetto XVI incontrerà l’intera diocesi nel corso della Messa al Prato, luogo simbolo della città di Arezzo, all’ombra del campanile di San Donato, tra la Fortezza e la Cattedrale. Poi, dopo la recita del «Regina caeli», entrerà nella stessa Cattedrale per rendere omaggio al santo vescovo, alla sua urna (l’Arca di San Donato appunto), e alla Madonna del Conforto. Il Papa reciterà una preghiera composta per l’occasione. Sarà questo uno dei momenti più emozionanti per gli aretini che da oltre due secoli venerano quella piccolissima immagine miracolosa, lassù, in alto, nella cappella diventata Santuario mariano diocesano.


A pranzo, in Episcopio, è previsto l’incontro con tutti i vescovi della Toscana, mentre nel pomeriggio il Papa volerà alla Verna, al «sasso» francescano, per incontrare le varie comunità dei frati minori e le monache clarisse della Toscana. Sosterà in preghiera nella Cappella delle Stimmate, così come più tardi accadrà di fronte al Volto Santo nella concattedrale di Sansepolcro prima di incontrare la popolazione della Valtiberina in Piazza Torre di Berta. Un evento che la città fondata mille anni fa dai pellegrini Arcano ed Egidio attende da secoli, essendo saltata a suo tempo la prevista visita di Giovanni Paolo II. Benedetto XVI sarà qui anche per questo: per il millenario dell’«unica città della Toscana che nasce attorno ad un progetto teologico», Sansepolcro appunto, così come a Roma, al Celio, ha già celebrato i mille anni di Camaldoli con i monaci fondati da San Romualdo.


San Donato, San Francesco, San Romualdo, ovvero la migliore rappresentazione di una Chiesa diocesana che offre un’identità collettiva ad un vasto e articolato territorio.


Tre tappe (Arezzo, La Verna, Sansepolcro) per una giornata che passerà alla storia della Chiesa locale, pur avendo avuto più volte il dono, anche in tempi non lontani, di altre visite di papi. Benedetto XVI verrà a contatto con la realtà di una diocesi che ha puntato molto sulla formazione, sui giovani e sui mezzi di comunicazione sociale.


«Formare i formatori», oltre che il titolo di una lettera pastorale, è «un processo di conversione dall’effimero al necessario, dall’impiego del tempo disponibile al coinvolgimento della persona» per una pastorale motivata e operosa: «D’altronde – dice Fontana – non c’è servizio alla Chiesa che possa essere fatto con superficialità. C’è bisogno di impegno quotidiano, qualificato».


«Formare i formatori» per la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro vuol dire anche scommettere sul rilancio degli oratori, a livello parrocchiale, mentre a livello accademico svetta l’Istituto superiore di Scienze religiose «Beato Gregorio X» con la sua proposta formativa.


Alla diocesi aretina si deve anche la realizzazione di uno dei due poli unici dell’informazione diocesana in Toscana (l’altro è a Prato) con un’unica redazione che si occupa del settimanale diocesano, della tv (Tsd) e dell’Ufficio stampa, oltre che di vari siti internet.


L’incontro con il Papa sarà un evento per l’intera comunità civile, non solo per la Chiesa diocesana. Anche per questo Benedetto XVI ha chiesto come regalo una grande donazione a chi si trova in difficoltà economiche ad Arezzo e in provincia. «Come i cristiani della prima ora, anche noi – conclude Fontana – vogliamo deporre ai piedi degli apostoli i tesori che ci appartengono. Sono questi i doni da fare al Papa in visita alla nostra terra: il fascino di un’identità millenaria, il radicamento nella fede che si esprime nella missione di formare i formatori perché quanto ci è stato insegnato passi alla generazione nuova, la carità del pianto di Gesù su Gerusalemme perché la città dell’uomo si ravveda e torni a Dio con cuore libero e giocondo».


Il programma


08.00: Partenza in elicottero dall’Eliporto vaticano per Arezzo
09.00: Arrivo allo Stadio comunale “Città di Arezzo”
10.00: CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA nel Parco “Il Prato” ad Arezzo. Omelia del Santo Padre. REGINA CÆLI. Saluto del Santo Padre
12.30: Visita in privato alla Cattedrale di San Donato di Arezzo
13.15: Pranzo con i Vescovi della Toscana nell’Episcopio di Arezzo
16.30: Saluto degli Organizzatori della Visita Pastorale nell’Episcopio di Arezzo
17.00: Partenza in elicottero dallo Stadio comunale “Città di Arezzo” per La Verna
17.15: Arrivo nell’Eliporto in Località “La Beccia” in Comune di Chiusi della Verna


17.45: VISITA AL SANTUARIO DELLA VERNA, presenti le varie Comunità dei Frati Minori, le Monache Clarisse della Toscana e le Religiose residenti a Chiusi della Verna. Discorso del Santo Padre
18.45: Partenza in elicottero dall’Eliporto in Località “La Beccia” in Comune di Chiusi della Verna per Sansepolcro


19.00: Arrivo nell’Eliporto dell’Aviosuperficie di Sansepolcro
19.15: Visita in privato alla Concattedrale di Sansepolcro
19.30: INCONTRO CON LA CITTADINANZA in Piazza Torre di Berta a Sansepolcro. Discorso del Santo Padre
20.15: Partenza in elicottero dall’Eliporto dell’Aviosuperficie di Sansepolcro per il Vaticano
21.15: Arrivo all’Eliporto vaticano


Un fascicolo speciale per la diocesi


Anche il titolo del fascicolo speciale (32 pagine a colori) realizzato per i lettori della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro prende spunto dal filo conduttore del cammino di preparazione alla Visita del Papa: «Pietro viene a trovare Donato». All’interno, tra i tanti servizi e le schede storiche, l’intervista all’arcivescovo Riccardo Fontana, il nuovo presbiterio della Cattedrale di San Donato, le precedenti visite dei papi tra cui quella a Cortona di Giovanni Paolo II, il nuovo presbiterio della Cattedrale di San Donato ad Arezzo, la storia della Verna e del Volto Santo di Sansepolcro.


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Paparatzifan
00giovedì 10 maggio 2012 10:39
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PAPA: NEL 2014 VISITERA' ORVIETO PER 750ESIMO DEL CORPUS DOMINI


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 9 mag.


In occasione della ricorrenza dei 750 anni della istituzione della Solennita' del Corpus Domini, che cade nel 2014, Benedetto XVI visitera' Orvieto, a conclusione dei due anni del Giubileo Eucaristico Straordinario concesso dallo stesso Pontefice alla diocesi di Orvieto-Todi. La visita celebrera' ovviamente il Miracolo Eucaristico che ha reso famosa nel mondo la cittadina umbra.
L'arcivescovo Giovanni Marra, amministratore apostolico, ha gia' sottoposto all'attenzione del sindaco una prima bozza del programma.
Nell'anno 1263, un prete boemo, Pietro da Praga, era tormentato dal dubbio sulla presenza reale di Gesu' nell'Eucaristia. Di ritorno da un pellegrinaggio a Roma sosto' a Bolsena, da dove intendeva proseguire fino a Orvieto dove si trovava Papa Urbano IV, per metterlo a parte del suo tormento, ma accadde che mentre celebrava nella Chiesa di Santa Cristina, a Bolsena, l'Ostia si converti' in sangue vivissimo che macchio' il corporale posto sull'altare e il marmo del pavimento. I fedeli videro il fatto miracoloso e subito sparsero la voce che raggiunse il Papa a Orvieto. Urbano IV mando' il vescovo di quella citta' a prelevare il sacro Corporale e dopo aver accertato l'evento miracoloso l'11 agosto 1264 promulgo' (l'8 settembre 1264) la Bolla "Transiturus" che istituiva la festa del Corpus Domini. Si decise allora di edificare proprio a Orvieto (alla cui diocesi apparteneva Bolsena) una Cattedrale a custodia della preziosa reliquia.


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Paparatzifan
00venerdì 11 maggio 2012 17:19
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AREZZO

I doni della città al Papa

Tanti i doni preparati dalle città di Arezzo e Sansepolcro a Papa Benedetto XVI

AREZZO – Tanti i doni preparati dalle città di Arezzo e Sansepolcro a Papa Benedetto XVI. Dopo la maglia dell’Atletico Arezzo, griffata col suo nome, riceverà dalle mani del sindaco aretino Giuseppe Fanfani una spilla d’oro per il piviale con un grande rubino centrale a simbolizzare il sangue, ripreso dai miracoli di San Donato, disegnata da Enzo Scatragli e realizzata dalla UnoAerre. La Diocesi ha preparato una casula del ’500 ricamata in oro e la copia anastatica di un antico messale.

Sansepolcro ha destinato al Pontefice lo stemma del Comune realizzato da un artista locale, in argento sbalzato e smaltato a fuoco con i colori della città (il bianco e il nero), al centro la Resurrezione di Piero della Francesca. Gli sarà donata la riproduzione del manoscritto di Luca Pacioli De divina proporzione, realizzata da Aboca Museum su carta pergamena del quale esistono solo due copie originali al mondo. Insieme con una pubblicazione che raccoglie le foto dell’artista biturgense Riccardo Lorenzi, che ha ritratto i protagonisti della vita culturale, sociale, artistica, sportiva e del volontario di Sansepolcro. Infine Strada dei Sapori e Coldiretti daranno a Benedetto XVI un cesto con prodotti tipici ed eccellenze della gastronomia della Valtiberina.

Francesco Caremani
10 maggio 2012


Paparatzifan
00sabato 12 maggio 2012 21:17
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Arezzo attende con gioia il Papa. Il vescovo Fontana: momento di verifica della nostra fede


Sono momenti di grande attesa nella diocesi di Arezzo, Cortona e San Sepolcro per la visita, domani, di Benedetto XVI. Il Papa partirà in elicottero dal Vaticano alle ore 8 per giungere un’ora dopo ad Arezzo dove sarà accolto dal premier italiano, Mario Monti. All’interno del parco “Il Prato” celebrerà la Messa e reciterà il Regina Coeli. Nel pomeriggio l’incontro con i religiosi francescani nel Santuario de La Verna; quindi in serata bagno di folla a San Sepolcro dove il Santo Padre rivolgerà un discorso alla cittadinanza. Da Arezzo, il servizio del nostro inviato, Paolo Ondarza:


Un palco bianco allestito sul monumentale parco "Il Prato". Per le antiche strade medievali sventolano bandiere del Vaticano, gialle e bianche, e quelle policrome dei vari rioni storici della città. Arezzo è pronta ad abbracciare il Papa. Pietro viene a trovare Donato. Dopo Giovanni Paolo II nel 1993, Benedetto XVI visita la terra del vescovo aretino del IV secolo, Apostolo della Tuscia. Un’occasione di verifica per la diocesi di Arezzo-Cortona-San Sepolocro il cui territorio si estende per oltre 3mila quattrocento chilometri quadrati. L’arcivescovo Riccardo Fontana:


“Quello che noi abbiamo pensato è fare una verifica su noi stessi di quanto la Chiesa, che è pellegrina in Arezzo, Cortona e San Sepolcro, sappia ritrovarsi nella Chiesa universale, sappia ritrovarsi nel Concilio Vaticano II; vedere quanto noi stiamo vivendo l’esperienza ecclesiale è un dono particolarmente forte”.


Questa terra così ricca di fede, spiritualità e arte abituata a guardare al futuro con fiducia oggi non esita a nascondere qualche preoccupazione. L’arrivo del Papa e del premier italiano Monti che qui lo accoglierà, sono vissuti con grande attesa dalla popolazione. Ad Arezzo, città dell’oro, le oltre 1300 imprese sorte dalle ceneri del secondo dopoguerra oggi devono infatti fare i conti con la recessione. Un cittadino su 4 è in difficoltà economica. Anche per questo tutta l’organizzazione della visita, pur attenta al dettaglio, si è svolta nel segno della sobrietà. Un’offerta per i poveri sarà presentata al Santo Padre che domani pomeriggio, dopo il pranzo in episcopio con i vescovi della Toscana, volerà a La Verna, Santuario di grande spiritualità immerso in una monumentale foresta di faggi e abeti. Qui l’incontro con la famiglia francescana, frati e clarisse. Presso il “crudo sasso” come lo definì Dante, San Francesco ricevette “l’ultimo sigillo”, le stimmate, conformandosi definitivamente a Cristo. Ultima tappa di questa prima visita di Benedetto XVI in Toscana sarà San Sepolcro, borgo costruito mille anni fa sulle reliquie del Santo Sepolcro di Gerusalemme, qui trasportate dai santi pellegrini Egidio e Arcano. Giustizia e pace saranno il cuore dell’atteso discorso che il Papa rivolgerà alla cittadinanza nella medievale Piazza Torre di Berta.


E sempre il nostro inviato, Paolo Ondarza, ha raccolto alcune testimonianze di fedeli che ad Arezzo come a San Sepolcro attendono con trepidazione l’arrivo del Papa:


D. - Per lei che cosa vuol dire questa visita?


R. - Vuol dire tanto. Per la Chiesa e per i cristiani è un momento molto importante di preghiera e di raccoglimento, anche perché ce n’è bisogno.


R. - Quando ho saputo di questa visita, ho pensato ad una grande grazia. Prego per lui.


R. - Vuol dire grande speranza, che possa avere un significato importante per la città ed anche un risveglio, a livello religioso. L’attesa è sicuramente tanta.


D. - Lei con quale sentimento aspetta il Papa?


R. - Lo aspetto con tanto amore e tanta felicità. Sto facendo le pulizie per lui, e lo faccio con tanto onore. Lo aspetto a braccia aperte, non vedo l’ora.


R. - Sono ben felice che il Papa venga. Le persone girano tutto il mondo per andarlo a visitare e questa volta è lui che viene da noi. Mi sembra sia giusta e doverosa un’accoglienza cordiale da parte di tutta la cittadinanza. Non lo dico soltanto perché sono cattolica, ma perché si tratta di una personalità importante, è un punto di riferimento.


D. - Quanti anni hai?


R. - Dieci.


D. - Se potessi dire qualcosa al Papa, cosa gli diresti?


R. - Gli direi che gli voglio tanto bene. [SM=g1782469] [SM=g1782471] [SM=g7430]


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Paparatzifan
00sabato 12 maggio 2012 21:20
Da "Lanazione.it"...

Chianina e asparagi nel menù del Santo Padre: pranzo all'insegna dei prodotti locali

In campo la Coldiretti

La visita di Papa Ratzinger ad Arezzo vede la Coldiretti aretina impegnata nella realizzazione di tutto quel che riguarda l’aspetto dell’accoglienza legato al ristoro del Santo Padre

Arezzo, 12 maggio 2012 - Sulla tavola del Santo Padre ci saranno solo prodotti che provengono in gran parte dal territorio aretino o al massimo da altre zone della Toscana.

La visita di Papa Ratzinger ad Arezzo vede la Coldiretti aretina impegnata nella realizzazione di tutto quel che riguarda l’aspetto dell’accoglienza legato al ristoro del Santo Padre, del suo ampio seguito, degli accompagnatori e dei giornalisti vaticanisti.

Il Papa, dopo la Santa Messa pranzerà con circa 65 tra prelati e ufficiali vaticani addetti alla sua persona, per l’occasione la Coldiretti aretina, attraverso Campagna Amica e grazie all’impegno delle aziende agricole del territorio associate all'associazione che hanno offerto i prodotti, fornirà tutti gli ingredienti per il pranzo che si terrà, con diversi menù e cucinati dal noto chef aretino Paolo Tizzanini.
“Si tratta - spiega il presidente della Coldiretti aretina, Tulio Marcelli - di prodotti che provengono in gran parte dal territorio aretino o al massimo da altre zone della Toscana”. Un grosso impegno, quindi, spiega ancora Marcelli, ma “un evento che sposa, da una parte l’impegno di servizio della Coldiretti che, ricordiamo, è parte integrante del mondo associativo cattolico italiano, dall’altra la possibilità di far conoscere ad un gran numero di persone impegnate anche nel mondo dei media, la grande qualità dei prodotti aretini e toscani che saranno proposti, raccontati e spiegati in occasione del rinfresco".


Menù per il Papa e il suo seguito

Ristretto in tazza
Gran pezzo di Chianina alle erbe aromatiche
Asparagi all'olio
Gateau
Gelato alle fragole e fragole
Cantuccini e vinsanto
Assortimento di vini rossi e bianchi

Per i giornalisti vaticanisti e gli accompagnatori
Affettati: finocchiona, salumi e prosciutti
Insalata baccelli e pecorino
Pecorino con miele e marmellate
Panzanella di verdure
Mezze maniche con ragù di chianina
Pappa al pomodoro
Stufato di vitello
Coscio di suino grigio del Casentino con fagioli
Gelato alle fragole e fragole
Cantuccini e vinsanto
Assortimento di vini rossi e bianchi


Paparatzifan
00sabato 12 maggio 2012 21:22
Dal blog di Lella...

Domenica ad Arezzo, La Verna e Sansepolcro


La prima volta del Papa in Toscana


Mario Ponzi


Poco meno di dodici ore per la visita di Benedetto XVI in Toscana, dove, domenica 13 maggio, è atteso ad Arezzo, La Verna e Sansepolcro. Sarà, quella di domenica, la prima vista che, da Papa, egli compie in questa regione. Da cardinale Joseph Ratzinger infatti è stato più volte visitatore appassionato delle bellezze artistiche e paesaggistiche, specialmente dei luoghi intrisi di spiritualità francescana. Le claustrali di Rosano — che hanno avuto l’onore di annoverarlo spesso tra i loro ospiti — raccontarono le sue visite sul settimanale cattolico regionale «Toscana Oggi», all’indomani della elezione al soglio pontificio.
La prima visita risale al 1985, quando il cardinale Ratzinger si recò a Rosano in occasione della professione religiosa di una novizia nel monastero delle clarisse. Da allora vi è tornato spesso. Prediligeva farlo nella solennità del Corpus Domini. Celebrava la messa e portava in processione il Santissimo Sacramento. Nel 2001 scelse l’abbazia per celebrare, con il fratello Georg, il cinquantesimo dell’ordinazione sacerdotale. «Abitualmente nelle sue visite — raccontarono le claustrali — era accompagnato dal suo segretario di allora, monsignor Josef Clemens, e da Alfredo, il fidatissimo autista. Giungeva nel tardo pomeriggio del sabato e ripartiva la domenica pomeriggio. Verso sera amava fare una lunga passeggiata sul poggio o nei campi nei pressi del monastero».
Anche La Verna non sarà per lui una novità: da cardinale ha trascorso nel santuario due intere giornate nel settembre del 1988 passate a riflettere con i frati sulla spiritualità di Francesco e Bonaventura.
Ad Arezzo la prima sosta. L’antico insediamento medioevale si arrampica lungo la collina, là dove un tempo sorgeva la città etrusca. È un piccolo tesoro dall’anima antica che mette insieme storia, cultura, arte e filosofia del buon vivere. L’arrivo del Papa in elicottero è previsto alle 9. Dopo un breve tragitto in auto fino al parco del Prato, un vasto terreno capace di ospitare almeno trentamila persone, il Pontefice celebra la messa con tutti i vescovi della Regione. Al termine l’omaggio in Duomo a san Donato patrono della città. A fine mattinata, in episcopio, pranzo con i vescovi della Toscana.
Nel primo pomeriggio si recherà, in elicottero, a La Verna, dove ripeterà il gesto che ogni settimana si rinnova nel santuario, la processione alla cappella delle stimmate con la reliquia del sangue di san Francesco, un panno di lino che il santo era solito tenere sulla ferita al costato.
Ultimo atto della giornata a Sansepolcro, per unirsi ai festeggiamenti del millenario della fondazione della città, nata su iniziativa dei due santi pellegrini Arcano ed Egidio, reduci dalla Terra Santa, e resa famosa per aver dato i natali a Piero della Francesca. Nella concattedrale dedicata a san Giovanni evangelista sosterà in preghiera dinnanzi all’artistico crocifisso ligneo conosciuto e venerato come il Volto Santo. Subito dopo in Piazza della Torre di Berta incontrerà la cittadinanza. Infine partenza per far ritorno a Roma.


(©L'Osservatore Romano 13 maggio 2012)


Paparatzifan
00domenica 13 maggio 2012 18:29
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VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AD AREZZO, LA VERNA E SANSEPOLCRO (13 MAGGIO 2012) , 13.05.2012

CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA NEL PARCO "IL PRATO" AD AREZZO

Alle ore 8.00 di questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI parte in elicottero dall’eliporto vaticano per la Visita Pastorale ad Arezzo, La Verna e Sansepolcro.
All’arrivo ad Arezzo - previsto per le ore 9.00 - il Papa è accolto da S.E. Mons. Riccardo Fontana, Arcivescovo-Vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro; dal Senatore Mario Monti, Presidente del Consiglio dei Ministri, Rappresentante del Governo Italiano; da S.E. il Signor Francesco Maria Greco, Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede; da S.E. Mons. Adriano Bernardini, Nunzio Apostolico in Italia; dal Presidente della Regione Toscana, Dott. Enrico Rossi; dal Prefetto di Arezzo, Dott. Saverio Ordine; dal Sindaco di Arezzo, l’Avv. Giuseppe Fanfani e dal Presidente della Provincia di Arezzo, il Dott. Roberto Vasai.
Il Santo Padre raggiunge in auto il Parco del Prato, dietro il Duomo della città, dove lo attendono i fedeli per la Santa Messa. Qui riceve il saluto dell’Avv. Giuseppe Fanfani, Sindaco di Arezzo e di S.E. Mons. Riccardo Fontana, Arcivescovo-Vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro.
La Concelebrazione Eucaristica con i Vescovi della Toscana ha inizio alle ore 10. Dopo la proclamazione del Santo Vangelo, il Papa tiene la seguente omelia:



OMELIA DEL SANTO PADRE



Cari fratelli e sorelle!

E’ grande la mia gioia nel poter spezzare con voi il pane della Parola di Dio e dell’Eucaristia. Porgo il mio cordiale saluto a tutti voi e vi ringrazio per la calorosa accoglienza! Saluto il vostro Pastore, Mons. Riccardo Fontana, che ringrazio per le cortesi espressioni di benvenuto, gli altri Vescovi, i Sacerdoti, i Religiosi e le Religiose, i rappresentanti delle Associazioni e dei Movimenti ecclesiali.
Un deferente saluto al Sindaco, Avvocato Giuseppe Fanfani, grato per il suo indirizzo di saluto, al Senatore Mario Monti, Presidente del Consiglio dei Ministri, e alle altre Autorità civili e militari. Un ringraziamento speciale a coloro che hanno generosamente collaborato per questa mia Visita Pastorale.
Oggi mi accoglie un’antica Chiesa, esperta di relazioni e benemerita per l’impegno nei secoli di costruire la città dell’uomo a immagine della Città di Dio. In terra di Toscana, la comunità aretina si è infatti distinta molte volte nella storia per il senso di libertà e la capacità di dialogo tra componenti sociali diverse. Venendo per la prima volta fra di voi, il mio augurio è che la Città sappia sempre far fruttificare questa preziosa eredità.
Nei secoli passati la Chiesa che è in Arezzo è stata arricchita ed animata da molteplici espressioni della fede cristiana, tra cui la più alta è quella dei Santi. Penso, in particolare, a san Donato, il vostro Patrono, la cui testimonianza di vita, che affascinò la cristianità del Medioevo, è ancora attuale. Egli fu evangelizzatore intrepido, perché tutti si liberassero dagli usi pagani e ritrovassero nella Parola di Dio la forza per affermare la dignità di ogni persona e il vero senso della libertà. Attraverso la sua predicazione ricondusse all’unità con la preghiera e l’Eucaristia i popoli per i quali fu Vescovo. Il calice infranto e ricomposto da san Donato, di cui parla san Gregorio Magno (cfr Dialoghi I, 7, 3), è immagine dell’opera pacificatrice svolta dalla Chiesa dentro la società, per il bene comune. Così attesta di voi san Pier Damiani e con lui la grande tradizione Camaldolese che da mille anni, dal Casentino, offre la sua ricchezza spirituale a questa Chiesa diocesana e alla Chiesa universale.
Nella vostra Cattedrale è sepolto il beato Gregorio X, Papa, quasi a mostrare, nella diversità dei tempi e delle culture, la continuità del servizio che la Chiesa di Cristo intende rendere al mondo. Egli, sostenuto dalla luce che veniva dai nascenti Ordini Mendicanti, da teologi e Santi, tra cui san Tommaso d’Aquino e san Bonaventura da Bagnoregio, si misurò con i grandi problemi del suo tempo: la riforma della Chiesa; la ricomposizione dello scisma con l’Oriente cristiano, che tentò di realizzare con il Concilio di Lione; l’attenzione per la Terra Santa; la pace e le relazioni tra i popoli – egli fu il primo in Occidente ad avere uno scambio di ambasciatori con il Kublai Khan della Cina.
Cari amici! La prima Lettura ci ha presentato un momento importante in cui si manifesta proprio l’universalità del Messaggio cristiano e della Chiesa: san Pietro, nella casa di Cornelio, battezzò i primi pagani. Nell’Antico Testamento Dio aveva voluto che la benedizione del popolo ebreo non rimanesse esclusiva, ma fosse estesa a tutte le nazioni. Sin dalla chiamata di Abramo aveva detto: «In te si diranno benedette tutte le famiglie della terra» (Gen 12,3). E così Pietro, ispirato dall’alto, capisce che «Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga» (At 10,34-35). Il gesto compiuto da Pietro diventa immagine della Chiesa aperta all’umanità intera. Seguendo la grande tradizione della vostra Chiesa e delle vostre Comunità, siate autentici testimoni dell’amore di Dio verso tutti! Ma come possiamo noi, con la nostra debolezza, portare questo amore? San Giovanni, nella seconda Lettura, ci ha detto con forza che la liberazione dal peccato e dalle sue conseguenze non è nostra iniziativa, è di Dio. Non siamo stati noi ad amare Lui, ma è Lui che ha amato noi e ha preso su di sé il nostro peccato e lo ha lavato con il sangue di Cristo. Dio ci ha amato per primo e vuole che entriamo nella sua comunione di amore, per collaborare alla sua opera redentrice. Nel brano del Vangelo è risuonato l’invito del Signore: «Vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga» (Gv 15,16). E’ una parola rivolta in modo specifico agli Apostoli, ma, in senso lato, riguarda tutti i discepoli di Gesù. La Chiesa intera è inviata nel mondo per portare il Vangelo e la salvezza. Ma l’iniziativa è sempre di Dio, che chiama ai molteplici ministeri, perché ognuno svolga la propria parte per il bene comune. Chiamati al sacerdozio ministeriale, alla vita consacrata, alla vita coniugale, all’impegno nel mondo, a tutti è chiesto di rispondere con generosità al Signore, sostenuti dalla sua Parola che ci rasserena: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi» (ibidem).
Cari amici! Conosco l’impegno della vostra Chiesa nel promuovere la vita cristiana. Siate fermento nella società, siate cristiani presenti, intraprendenti e coerenti.
La Città di Arezzo riassume, nella sua storia plurimillenaria, espressioni significative di culture e di valori. Tra i tesori della vostra tradizione, c’è la fierezza di un’identità cristiana, testimoniata da tanti segni e da devozioni radicate, come quella per la Madonna del Conforto. Questa terra, dove nacquero grandi personalità del Rinascimento, da Petrarca a Vasari, ha avuto parte attiva nell’affermazione di quella concezione dell’uomo che ha inciso sulla storia d’Europa, facendo forza sui valori cristiani. In tempi anche recenti, appartiene al patrimonio ideale della città quanto alcuni tra i suoi figli migliori, nella ricerca universitaria e nelle sedi istituzionali, hanno saputo elaborare sul concetto stesso di civitas, declinando l’ideale cristiano dell’età comunale nelle categorie del nostro tempo. Nel contesto della Chiesa in Italia, impegnata in questo decennio sul tema dell’educazione, dobbiamo chiederci, soprattutto nella Regione che è patria del Rinascimento, quale visione dell’uomo siamo in grado di proporre alle nuove generazioni. La Parola di Dio che abbiamo ascoltato è un forte invito a vivere l’amore di Dio verso tutti, e la cultura di queste terre ha, tra i suoi valori distintivi, la solidarietà, l’attenzione ai più deboli, il rispetto della dignità di ciascuno. L’accoglienza, che anche in tempi recenti avete saputo dare a quanti sono venuti in cerca di libertà e di lavoro, è ben nota. Essere solidali con i poveri è riconoscere il progetto di Dio Creatore, che ha fatto di tutti una sola famiglia.
Certo, anche la vostra Provincia è fortemente provata dalla crisi economica. La complessità dei problemi rende difficile individuare le soluzioni più rapide ed efficaci per uscire dalla situazione presente, che colpisce specialmente le fasce più deboli e preoccupa non poco i giovani. L’attenzione agli altri, fin da secoli remoti, ha mosso la Chiesa a farsi concretamente solidale con chi è nel bisogno, condividendo risorse, promuovendo stili di vita più essenziali, contrastando la cultura dell’effimero, che ha illuso molti, determinando una profonda crisi spirituale. Questa Chiesa diocesana, arricchita dalla testimonianza luminosa del Poverello di Assisi, continui ad essere attenta e solidale verso chi si trova nel bisogno, ma sappia anche educare al superamento di logiche puramente materialistiche, che spesso segnano il nostro tempo, e finiscono per annebbiare proprio il senso della solidarietà e della carità. Testimoniare l’amore di Dio nell’attenzione agli ultimi si coniuga anche con la difesa della vita, dal suo primo sorgere al suo termine naturale. Nella vostra Regione l’assicurare a tutti dignità, salute e diritti fondamentali viene giustamente sentito come un bene irrinunciabile. La difesa della famiglia, attraverso leggi giuste e capaci di tutelare anche i più deboli, costituisca sempre un punto importante per mantenere un tessuto sociale solido e offrire prospettive di speranza per il futuro. Come nel Medioevo gli statuti delle vostre città furono strumento per assicurare a molti i diritti inalienabili, così anche oggi continui l’impegno per promuovere una Città dal volto sempre più umano. In questo, la Chiesa offre il suo contributo perché l’amore di Dio sia sempre accompagnato da quello del prossimo.
Cari fratelli e sorelle! Proseguite il servizio a Dio e all’uomo secondo l’insegnamento di Gesù, il luminoso esempio dei vostri Santi e la tradizione del vostro popolo. In questo compito vi accompagni e vi sostenga sempre la materna protezione della Madonna del Conforto, da voi tanto amata e venerata. Amen!

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Paparatzifan
00domenica 13 maggio 2012 18:30
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VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AD AREZZO, LA VERNA E SANSEPOLCRO (13 MAGGIO 2012) , 13.05.2012



LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DEL REGINA CÆLI NEL PARCO "IL PRATO" AD AREZZO

Al termine della Santa Messa celebrata nel Parco del Prato ad Arezzo, il Papa introduce la preghiera mariana del Regina Cæli con le parole che pubblichiamo di seguito:

PAROLE DEL SANTO PADRE


Cari fratelli e sorelle!


Al termine di questa celebrazione liturgica, l’ora della preghiera mariana ci invita a recarci tutti spiritualmente dinanzi all’effigie della Madonna del Conforto, custodita nella Cattedrale.
Quale Madre della Chiesa, Maria Santissima vuole sempre confortare i suoi figli nei momenti di maggiore difficoltà e sofferenza. E questa Città ha sperimentato molte volte il suo materno soccorso. Pertanto, anche oggi, noi affidiamo alla sua intercessione tutte le persone e le famiglie della vostra comunità che si trovano in situazioni di maggiore bisogno.
Al tempo stesso, mediante Maria, invochiamo da Dio il conforto morale, perché la comunità aretina, e l’Italia intera, reagiscano alla tentazione dello scoraggiamento e, forti anche della grande tradizione umanistica, riprendano con decisione la via del rinnovamento spirituale ed etico, che sola può condurre ad un autentico miglioramento della vita sociale e civile. Ciascuno, in questo, può e deve dare il suo contributo.
O Maria, Madonna del Conforto, prega per noi!


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Paparatzifan
00domenica 13 maggio 2012 19:19
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Il Papa ad Arezzo accolto da migliaia di persone: l'Italia riprenda la via del rinnovamento spirituale ed etico


Con il conforto morale l’Italia reagisca alla tentazione dello scoraggiamento e, forte della sua tradizione umanistica, riprenda anche, con decisione, la via del rinnovamento spirituale ed etico, che sola può condurre ad un autentico miglioramento della vita sociale e civile. Così il Papa questa mattina ad Arezzo dove, di fronte a circa trentamila persone, nel parco Il Prato, ha celebrato la Messa e recitato il Regina Coeli. Benedetto XVI, per la prima volta in Toscana, è stato accolto dal premier italiano Monti e dal calore della gente della diocesi di Arezzo Cortona Sansepolcro. Tra i doni consegnati al Santo Padre un’offerta per i poveri ed una croce pettorale realizzata dagli orafi aretini, anch’essi colpiti dalla grave crisi economica in atto. Dopo la visita privata in Cattedrale ed il pranzo in Episcopio nel pomeriggio, il Papa volerà in elicottero al Santuario francescano de La Verna per l’incontro con la comunità francescana, quindi in serata il discorso alla cittadinanza di Sansepolcro. Il servizio del nostro inviato Paolo Ondarza:


Il suono delle campane di tutte le Chiese della città, i cori e gli applausi della gente hanno salutato l’arrivo in elicottero del Papa ad Arezzo. Segno di una Chiesa viva, ricca di espressioni al suo interno, che ha voluto abbracciare il successore di Pietro affidandogli anche la tristezza e la preoccupazione per la crisi in atto, per i tanti giovani senza lavoro, come sottolineato nel suo saluto dall’arcivescovo Riccardo Fontana:


“L’anima si nutre di verità, ma il corpo ha bisogno del necessario: ha bisogno di lavoro. Una famiglia su quattro della nostra Provincia, Padre Santo, rischia di non arrivare alla fine del mese”.


Pensando a chi è nel bisogno e in un momento segnato da una profonda sfiducia verso le istituzioni, Benedetto XVI ha affidato all’intercessione di Maria, Madonna del Conforto, che sostenne gli aretini durante il terremoto del Settecento, la città e l’intero paese:


“Invochiamo da Dio il conforto morale, perché la comunità aretina, e l’Italia intera, reagiscano alla tentazione dello scoraggiamento e, forti anche della grande tradizione umanistica, riprendano con decisione la via del rinnovamento spirituale ed etico, che sola può condurre ad un autentico miglioramento della vita sociale e civile”.


“La complessità dei problemi” – ha aggiunto – “rende difficile individuare le soluzioni più efficaci per uscire dalla situazione presente”. Il successore di Pietro ha rinnovato l’impegno della Chiesa a rendersi solidale con chi è nel bisogno, condividendo risorse, promuovendo stili di vita più essenziali, contrastando quella cultura dell’effimero che ha illuso molti, determinando una profonda crisi spirituale.


Ognuno è chiamato a dare il proprio contributo, – ha esortato il Papa –, ognuno può svolgere la sua parte per il bene comune rispondendo alla chiamata di Dio: al sacerdozio, alla vita consacrata, alla vita coniugale, all’impegno nel mondo. Una missione che – ha spiegato il Santo Padre – trova sostegno nello spirito che nei secoli ha animato sia l’antica Chiesa aretina attenta a costruire la città dell’uomo ad immagine della Città di Dio che la comunità civile locale distintasi più volte per il senso di libertà e la capacità di dialogo tra componenti sociali diverse.


“Questa Chiesa diocesana, arricchita dalla testimonianza luminosa del Poverello di Assisi, continui ad essere attenta e solidale verso chi si trova nel bisogno, ma sappia anche educare al superamento di logiche puramente materialistiche, che spesso segnano il nostro tempo, e finiscono per annebbiare proprio il senso della solidarietà e della carità”.


Il Papa ha ricordato come, anche recentemente, queste terre abbiano dato prova di saper accogliere chi qui è venuto in cerca di libertà e lavoro. “Testimoniare l’Amore di Dio verso gli ultimi” – ha detto Benedetto XVI – “si coniuga anche con la difesa della vita dal suo sorgere al suo termine naturale, con la difesa della famiglia, attraverso leggi giuste e capaci di tutelare anche i più deboli”. “Come nel Medioevo, gli statuti di queste città furono strumento per assicurare a molti i diritti inalienabili” – ha concluso il Pontefice – “così anche oggi continui l’impegno per promuovere una città dal volto sempre più umano. In questo la Chiesa offre il suo contributo”.


Due fari continuano ad illuminare la società aretina. Benedetto XVI li ha indicati in Donato, Santo vescovo del IV secolo, patrono della città, apostolo della Tuscia, e nel Beato Gregorio X, sepolto nella cattedrale: il primo è ricordato per aver ricomposto il calice infranto, immagine dell’opera pacificatrice svolta dalla Chiesa per il bene comune. Il pontificato del secondo tese all’unità del popolo di Dio misurandosi con i problemi del suo tempo come la ricomposizione dello scisma con l’Oriente.


“Seguendo la grande tradizione della vostra Chiesa e delle vostre Comunità, siate autentici testimoni dell’amore di Dio verso tutti!”.


Per la prima volta in Toscana, patria del Rinascimento, Benedetto XVI ha quindi ricordato:


“Questa terra, dove nacquero grandi personalità del Rinascimento, da Petrarca a Vasari, ha avuto parte attiva nell’affermazione di quella concezione dell’uomo che ha inciso sulla storia d’Europa, facendo forza sui valori cristiani”.


Occorre, dunque, fare memoria del passato, per guardare con fiducia al futuro, seguendo Cristo e coinvolgendosi in prima persona nell’edificazione del bene comune. Parole accolte con gioia dai trentamila fedeli sul parco “Il Prato”. A nome di tutti il ringraziamento del sindaco Giuseppe Fanfani:


“Ecco che le Sue parole e il Suo insegnamento ci consentono di alzare la testa dalla quotidianità, di assumere una visione più ampia dei problemi e della vita”.


Ad Arezzo, ieri sera, i giovani hanno vissuto una veglia di preghiera in attesa dell'incontro con il Papa. Paolo Ondarza ha raccolto alcune voci:


R. - Per me, che sono di Sansepolcro, ha un significato molto importante: il nostro Paese festeggia mille anni. E poi erano anche 500 anni che un Papa non veniva qui, quindi sarà certamente una bella esperienza.


D. - Che cosa rappresenta, per te, il Papa?


R. - Credo che, soprattutto nel mondo e nella società odierni, debba rappresentare un punto di riferimento forte. Per me, più che altro, rappresenta forse la speranza cui possiamo ancora aggrapparci, perché possa darci veramente dei punti ai quali possiamo rifarci per andare avanti in questo mondo difficile, perché la società, spesso, ci porta fuori dalla retta via.


R. - L’incontro, per noi cattolici, rappresenta sicuramente la presenza di Gesù nella nostra comunità, che è poi quello che ci serve e che credo manchi molto in questa società. Credo che la problematica maggiore sia la generale perdita di valori. Qui rappresentiamo proprio i valori cristiani, ma ci sono anche molti altri valori che i ragazzi stanno perdendo: quelli della famiglia, dell’amicizia ed anche dell’affettività fra i sessi. Sono queste le cose che chiediamo in preghiera e che, in questi momenti, possono magari rafforzarsi.


D. - Che cosa rappresenta, per te, Benedetto XVI?


R. - Una guida da seguire. È il nostro ‘capo’, che ci offre i consigli. Noi dobbiamo seguire lui.


D. - Viviamo un momento di difficoltà economica, nel nostro Paese, ed anche di mancanza di punti di riferimento importanti. Perché tanti giovani, questa notte - che è la notte di vigilia per l’arrivo del Papa - hanno scelto di unirsi in veglia e di aspettarlo, chi è il Papa, per i giovani?


R. - Il Papa è sicuramente il nostro principale punto di riferimento. È il Pietro dei giorni nostri, e quindi se Gesù ha scelto lui noi non possiamo che seguirlo per cercare - come ci dice sempre il nostro vescovo - di ‘essere della compagnia di Cristo’.


D. - Se potessi dire qualcosa a Benedetto XVI, cosa gli diresti?


R. - Non lo so. Sarebbe veramente un’emozione enorme poterlo avere di fronte e poterci parlare. Certamente lo ringrazierei, gli direi che prego per lui e gli chiederei di pregare per me.


D. - Se potessi dirgli qualcosa, cosa diresti?


R. - Gli direi grazie per tutto quello che ha fatto e spero di tornare a Roma per poterlo salutare.


D. - Che cosa ti piacerebbe poter dire a Benedetto XVI?


R. - Gli vorrei dire di dar fiducia ai giovani. Non credo che i giovani siano distanti dalla Chiesa: I giovani credono nella Chiesa e vogliono portare, al suo interno, il loro entusiasmo. Chiedo quindi a Benedetto XVI di dare sempre più spazio ai giovani e di dar loro modo di poter esprimere le loro idee come anche i mezzi concreti con cui portarle avanti.


Alla veglia hanno partecipato anche alcuni dei diaconi che sono stati sul palco, questa mattina, con il Papa durante la Messa e le suore carmelitane che incontrano Benedetto XVI nella Basilica di San Donato, presso la cappella della Madonna del Conforto. Anche loro hanno espresso un pensiero al microfono di Paolo Ondarza:


R. - È, prima di tutto, un’emozione enorme, anche perché, come diceva Rodolfo, anche io, nel 1993, ero presente alla liturgia celebrata da Giovanni Paolo II. Essere nuovamente qui, perciò, rappresenta una continuità, è un vivere questo momento come un momento importante per la nostra Chiesa. C’è quindi una certa continuità tra una visita e l’altra, ed è un dono grande che Benedetto XVI fa a tutti noi. Lo vivo con quest’emozione e con questo riconoscimento, questo senso di ringraziamento a Dio ed al Papa per essere in mezzo a noi.


R. - Viene a confermarci nella fede ma anche a rinvigorirci ed a fortificarci. Il nostro intento è quello di rimanere uniti e pregare tutti insieme, proprio per la conversione di tante persone . La Chiesa, ma il mondo intero, ha veramente bisogno di tanti nuovi apostoli a servizio della Santa Chiesa di Dio.


D. - Sorella, alcune suore carmelitane saranno presenti nella cattedrale di Arezzo proprio nel momento in cui il Papa pregherà…


R. - Per noi si tratta di un privilegio, un momento di grande grazia: essere accanto al santo Padre, poter pregare con lui per tutta la Chiesa ed innanzitutto per la Chiesa di Arezzo ed invocare così la protezione ed il conforto della Madonna, che qui ad Arezzo è venerata soprattutto con il titolo della Madonna del Conforto.


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Paparatzifan
00domenica 13 maggio 2012 19:24
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Coldiretti offre menu a chilometri zero per il Papa ad Arezzo


Arezzo, 13 mag. (LaPresse)


Un menu a chilometri zero offerto direttamente dagli agricoltori che assicura un basso impatto ambientale, valorizza le produzioni locali e sostiene l'economia del territorio, è stato scelto per il Santo Padre Benedetto XVI in occasione della sua prima visita ad Arezzo in Toscana.
Lo rende noto la stessa Coldiretti che ha sostenuto l'iniziativa con la fondazione Campagna Amica, la rete delle aziende, delle botteghe e dei mercati degli agricoltori in tutta Italia. Ristretto in tazza, risotto alla zucchina fiorentina e menta, granpezzo di chianina alle erbe aromatiche, asparagi all'olio, gatto', gelato alle fragole e fragole al vino, tutti con ingredienti rigorosamente aretini e quindi Made in Toscana, sono - riferisce la Coldiretti - i piatti rappresentativi del territorio, offerti al Santo Padre alla presenza del Presidente del Consiglio Mario Monti.
La scelta di Benedetto XVI - ha sostenuto la Coldiretti - si pone in sintonia con il numero crescente di italiani che dimostrano una sensibilità ambientale anche nel momento di fare la spesa privilegiando prodotti locali e di stagione a chilometri zero che non devono percorrere lunghe distanze con mezzi inquinanti prima di giungere sulle tavole. In Italia - ha continuato la Coldiretti - piu' di due italiani su tre hanno fatto almeno una volta la spesa dal contadino nelle aziende agricole, nelle botteghe o nei mercati degli agricoltori di campagna amica con un aumento del 53 per cento in un anno.
"Il Santo Padre ha avuto un segno di attenzione nei confronti del lavoro nei campi dove gli agricoltori toscani sono impegnati per garantire la qualità e la sicurezza dell'alimentazione ma anche per salvaguardare un patrimonio di biodiversità ambientale che ha fatto della Toscana un paesaggio unico ed inimitabile", ha affermato Tulio Marcelli presidente della Coldiretti Toscana che ha partecipato all'iniziativa.
L'attenzione del Papa per la naturalità del cibo - ha concluso la Coldiretti - è confermata dalla cura riservata all'azienda agricola del Vaticano di Castel Gandolfo descritta dall'Osservatore Romano: "la fattoria è un pezzo storico della dimora estiva dei Pontefici... spaziare con l'occhio su questi venti ettari di terra, è come ritrovarsi immersi in una delle tele secentesche del pittore napoletano Andrea De Lione, maestro nel raffigurare anche scene bucoliche caratterizzate da colori brillanti e da un vivace dinamismo. Di colori sono ricchi i fiori delle serre nella zona riservata alla floricoltura, il roseto nei ruderi della villa imperiale, il parco che si confonde con l'orto e si estende sino al pergolato, coperto in questi giorni di pampini verdolini. I tralci s'inerpicano fino alle grandi terrazze ricavate da un'arida pietraia, e trasformate in un digradare ordinato di colture orticole.
E nel bel mezzo le mucche... quelle in produzione sono 25 e sono sistemate in una moderna vaccheria... un ambiente salubre e confortevole in modo da non farle stressare e dunque per non compromettere la qualità del prodotto... godono di notevoli spazi di libertà anche se si trovano in un ampio capannone aperto sui quattro lati".
E per completare questo meraviglioso quadro arricchito anche da preziosi uliveti e frutteti la Coldiretti a settembre del 2011 ha donato al Santo Padre un vero e proprio alveare composto di otto arnie con mezzo milione di api al lavoro per l'impollinazione e la produzione di ottimo miele per il Papa.


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Paparatzifan
00domenica 13 maggio 2012 19:26
Dal blog di Lella...

PAPA: TUTTE LE CAMPANE DI AREZZO SALUTANO IL SUO ARRIVO


Salvatore Izzo


(AGI) - Arezzo, 13 mag.


Le campane di tutte le chiese di Arezzo hanno salutato alle 9 di questa mattina - suonando a festa - l'arrivo del Papa allo Stadio Comunale.


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PAPA: AD ARRIVO QUATTRO PAGGETTI RAPPRESENTANO QUARTIERI AREZZO


Salvatore Izzo


(AGI) - Arezzo, 13 mag.


A nome dei loro coetanei hanno accolto il Papa allo Stadio Comunale di Arezzo quattro paggetti del Saracino vestiti con i colori dei Quartieri.


© Copyright (AGI)


PAPA: PREMIER MONTI LO HA ACCOLTO A AREZZO CON STRETTA DI MANO


Salvatore Izzo


(AGI) - Arezzo, 13 mag.


Il premier Mario Monti ha accolto Benedetto XVI nello Stadio Comunale di Arezzo, dove il Papa e' giunto alle 8,57 in elicottero dal Vaticano. Una stretta di mano e qualche parola cordiale, poi il Pontefice e' stato salutato dalle altre autorita' presenti: il cardinale di Firenze Giuseppe Betori, il vescovo di Arezzo Riccardo Fontana, il nunzio Adriano Bernardini, il sindaco Giuseppe Fanfani, il presidente della Provincia Roberto Vasai, l'ambasciatore presso Santa Sede, Francesco M. Greco, il presidente della Regione Enrico Rossi e il prefetto Saverio Ordine.
Il premier e' ad Arezzo da ieri sera. Alloggiato in Prefettura, e' stato a cena dal suo amico Enrico Bondi, il neo commissario alla spesa pubblica, che abita nel centro della citta' toscana. Rientrando a piedi si e' fermato a salutare alcuni passanti.


© Copyright (AGI)


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