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Paparatzifan
00venerdì 22 febbraio 2013 12:26
Da "Vatican Insider"...

22/02/2013

Vatileaks, dai commissari la verità ai conclavisti

I tre porporati della commissione d’inchiesta riferiranno durante le congregazioni generali i contenuti dell’indagine vincolata dal segreto

GIACOMO GALEAZZI
CITTA' DEL VATICANO

I conclavisti saranno informati sullo scandalo Vatileaks. All'inizio della prossima settimana, prima di partire giovedì pomeriggio per Castel Gandolfo, Benedetto XVI incontrerà i tre porporati ultraottantenni della commissione d'inchiesta (Julian Herranz,Jozef Tomko, Salvatore De Giorgi) e, secondo quanto si apprende in Curia, li autorizzerà a riferire ai cardinali riuniti dal 1° marzo nelle congregazioni generali i contenuti della loro indagine vincolata da segreto pontificio.

In questo modo gli elettori potranno ascoltare direttamente dai tre commissari papali di "Vatileaks" la disamina reale ed ufficiale sul furto di documenti riservati nell'appartamento di Joseph Ratzinger e sulla situazione in cui si è inserita l'azione del "corvo" Paolo Gabriele. Il dossier Vatileaks fotografa scontri di potere e guerre interne alle gerarchie ecclesiastiche, ma, precisano Oltretevere, non denuncia scandali nè ricatti a sfondo sessuale. Prima che si aprano per loro le porte della Cappella Sistina i conclavisti potranno perciò avere la versione autentica dopo mesi di illazioni, veleni e sospetti.

Quei contenuti della relazione Vatlieaks aveva forse in mente Benedetto XVI l'11 ottobre quando si affacciò alla finestra del suo studio privato per ricordare lo straordinario discorso di Giovanni XXIII «alla Luna», quello della carezza inviata ai bambini e a sorpresa gelò l'entusiasmo dei 40mila ragazzi dell'Azione Cattolica che stavano ancora scandendo il suo nome. «Cinquant'anni fa in questo giorno - disse il Pontefice- anche io sono stato qui in piazza, con lo sguardo verso questa finestra, dove si è affacciato il buon Papa, il Beato Papa Giovanni e ha parlato a noi con parole indimenticabili, parole piene di poesia, di bontà, parole del cuore. Eravamo felici e pieni di entusiasmo. Anche oggi siamo felici, portiamo gioia nel nostro cuore, ma direi una gioia forse più sobria, una gioia umile». E aggiunse:«In questi cinquant'anni abbiamo imparato ed esperito che il peccato originale esiste e si traduce, sempre di nuovo, in peccati personali, che possono anche divenire strutture del peccato. Abbiamo visto che nel campo del Signore c'è sempre anche la zizzania, abbiamo visto che nella rete di Pietro si trovano anche pesci cattivi. Abbiamo visto che la fragilità umana è presente anche nella Chiesa, che la nave della Chiesa sta navigando anche con vento contrario, con tempeste che minacciano la nave e qualche volta abbiamo pensato: il Signore dorme e ci ha dimenticato».

Alla vigilia del ritiro spirituale di Quaresima che vede riuniti fino a sabato il Papa e la Curia romana, in un articolo in prima pagina ("Il tempo del silenzio"), l'Osservatore Romano ha ripreso le dichiarazioni di Benedetto XVI che il giornalista tedesco Peter Seewald ha riferito al settimanale "Focus". "La determinazione del Pontefice non è stata in alcun modo influenzata dalla vicenda del furto di documenti riservati dal suo appartamento", sottolinea il quotidiano della Santa Sede. "Sulla decisione di Benedetto XVI si moltiplicano i commenti e le notizie", scrive il giornale della Santa Sede. "Nell'autunno del 2011 il giornalista e scrittore tedesco Peter Seewald, autore di tre libri dove sono pubblicate due interviste al cardinale Ratzinger e una a Benedetto XVI, ha iniziato a raccogliere elementi per una biografia del Pontefice che dovrebbe completare non prima del 2014. Per questo nella seconda metà del 2012 ha tra l'altro incontrato più volte monsignor Georg Ratzinger, alcuni degli antichi allievi del Papa e, in estate e in dicembre, lo stesso Benedetto XVI.

Di questi incontri Seewald ha parlato con il settimanale tedesco "Focus". Alla domanda che cosa ci si potesse ancora attendere dal suo pontificato, il Papa avrebbe risposto di essere ormai molto avanti negli anni e di ritenere in ogni modo che quanto ha fatto sia sufficiente. Da queste parole emerge dunque quel diminuire delle forze e del vigore con il quale Benedetto XVI ha poi spiegato l'11 febbraio la decisione di rinunciare al pontificato.

La determinazione del Pontefice - prosegue l'Osservatore romano - non è stata in alcun modo influenzata dalla vicenda del furto di documenti riservati dal suo appartamento. Secondo quanto riferisce il giornalista e scrittore tedesco, l'episodio infatti non ha sconvolto il Papa, né gli ha fatto sentire il carico del suo ministero, anche se per Benedetto XVI si tratta di un atto incomprensibile. Nella risoluzione del caso per il Pontefice è comunque importante che in Vaticano vi sia stata l'indipendenza della giustizia e che non si sia verificato l'intervento di un monarca".


Paparatzifan
00venerdì 22 febbraio 2013 18:26
Dal blog di Lella...

PAPA: ALLONTANA SOTTOSEGRETARIO ESTERI, SARA' NUNZIO BOGOTA'

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 22 feb.

Benedetto XVI ha promosso arcivescovo e trasferito a Bogota', quale nunzio apostolico, l'attuale sottosegretario per i rapporti con gli Stati, monsignor Ettore Ballestrero.
Nato a Genova 46 anni fa, monsignor Balestrero era considerato una sorta di "astro nascente" della diplomazia vaticana e il suo trasferimento in Colombia, a pochi giorni dalla fine del Pontificato, rappresenta un fatto piuttosto rilevante.
Considerato vicino a Comunione e Liberazione, il nuovo arcivescovo titolare di Vittoriana (questa la sede titolare decisa per lui dal Papa) e' originario di Genova, ma e' stato incardinato a Roma. E' stato nei mesi scorsi responsabile dei rapporti della Santa Sede con Moneyval, che hanno portato a un parziale riconoscimento della trasparenza dello Ior e delle finaze vaticane. Era sottosegretario dal 2009.
Il predecessore di Balestrero nell'incarico di sottosegretario, l'italiano monsignor Piero Parolin, era stato nominato da Benedetto XVI nunzio a Bogota' nel 2009, dopo una permanenza di sette anni nel suo incarico in Segreteria di Stato.

© Copyright (AGI)

PAPA: MONSIGNOR CAMILLERI NUOVO SOTTOSEGRETARIO ESTERI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 22 feb.

Benedetto XVI ha nominato il sacerdote maltese Antoine Camilleri, nuovo sottosegretario per i rapporti con gli Stati, al posto di monsignor Ettore Ballestrero, promosso arcivescovo e trasferito a Bogota' come nunzio apostolico. Camilleri, 47 anni, era consigliere di nunziatura presso la medesima sezione della Segreteria di Stato.
Oltre all'avvicendamento tra Camilleri e Balestrero, che ha un rilevante interesse per il momento che attraversa la Santa Sede, oggi il Papa ha nominato anche i nuovi nunzi apostolici in Salvador (Leon Kalenga Badikebele, trasferito dal Ghana) e in Liberia (il prelato polacco Miroslav Adamczyk) e due nunzi in attesa di destinazione (lo statunitense Michael W. Banach e il camerunese Brian Udaigwe).

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00venerdì 22 febbraio 2013 18:36
Dal blog di Lella...

VATICANO: IN RELAZIONE SAGGI DIVISIONI CURIA NON SINGOLI PECCATI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 22 feb.

"Penso alle colpe contro l'unita' della Chiesa e alle divisioni del corpo ecclesiale". Parlando del "volto deturpato" della Chiesa, e' stato Benedetto XVI a sintetizzare il contenuto della Relazione dei tre cardinali sul "Caso Vatileaks".
Il documento e' ancora coperto da "segreto pontificio", ma - si fa notare - questo non viene violato "facendo riferimento alle parole del Papa".
La relazione del resto "riguardava la fuga di documenti e le contrapposizioni nella Curia", non altre questioni come il "Caso Balducci" o il comportamento personale di alcuni dignitari: i tre cardinali non hanno indagato su queste cose, mentre "il tema delle divisioni e' un passaggio" affrontato nel testo consegnato al Pontefice il 26 luglio e poi oggetto di confronto con il Papa anche in occasione della successiva udienza del 17 dicembre.
E' possibile che Benedetto XVI riceva nuovamente nei prossimi giorni i tre saggi da lui incaricati di indagare su Vatileaks (i cardinali ultraottantenni Julian Herranz, Jozef Tomko e Salvatore De Giorgi) e teoricamente potrebbe anche togliere il "segreto pontificio", ma appare piu' probabile che suggerisca ai tre porporati (che sono di sua piena fiducia e non parteciperanno al Conclave) di illustrare ai confratelli, nelle Congregazioni Generali che si riuniranno dal 1 marzo, il lavoro svolto, ma in termini generali, cioe' senza fare nomi e circostanze precise.
Il documento certamente sara' pero' trasmesso integralmente al nuovo Papa. Restera' infatti custodito nell'Appartamento Pontificio del Palazzo Apostolico e non seguira' Joseph Ratzinger nel suo soggiorno a Castelgandolfo e nel successivo rientro in Vaticano dove abitera' nel piccolo e modestissimo Monastero di clausura "Mater Ecclesiae".
Quanto a episodi di malcostume e scandali sessuali che coinvolgono diginitari vaticani, il fatto che non siano nel Rapporto non significa che non abbiano peso in una valutazione complessiva sulla situazione della Chiesa, che i porporati elettori dovranno fare. Ma si tratta di analisi e approfondimenti che nulla hanno a che vedere con il lavoro della Commissione Cardinalizia.
Ben prima delle dimissioni del Papa e dunque delle inchieste giornalistiche di questi giorni, qualche mese fa, ad esempio, sono stati due sacerdoti, Darius Ozko e Ariel Stefano Levi di Gualdo, a denunciare, in distinte pubblicazioni, il problema della cosidetta "lobby gay" che si sarebbe ramificata in ambienti ecclesiastici. Secondo don Ariel - che ne scrive nel secondo capitolo del volume "E Satana si fece trino", pubblicato da Bonanno - il problema della "omosessualizzazione psicologica" della Chiesa e' ancora piu' pericoloso dei casi di pedofilia. Se difatti il problema della pedofilia ha toccato numeri esigui di preti, l'omosessualita', almeno come tendenza, sarebbe piuttosto diffusa. Per la cronaca, questa valutazione trova conferma nell'Istruzione della Congregazione dell'Educazione Cattolica pubblicata nell'ottobre 2008, che stabilisce "gli orientamenti per l'utilizzo delle competenze psicologiche nell'ammissione e nella formazione dei candidati al sacerdozio".
"Spetta alla Chiesa - ricorda il documento coraggiosamente approvato da Papa Ratzinger - scegliere le persone che ritiene adatte al ministero pastorale ed e' suo diritto e dovere verificare la presenza delle qualita' richieste in coloro che essa ammette al ministero sacro".
"Il ministero sacerdotale, inteso e vissuto come conformazione a Cristo richiede - chiarisce l'Istruzione - doti e virtu' morali e teologali, sostenute da equilibrio umano e psichico, particolarmente affettivo, cosi' da permettere al soggetto di essere adeguatamente predisposto ad una donazione di se' veramente libera nella relazione con i fedeli in una vita celibataria". Una scelta resa abbastanza ardua, come e' facile comprendere, dalla cultura dominante che considera la castita' una scelta innaturale e l'omosessualita' una possibile opzione al pari dell'eterosessualita'. I candidati al sacerdozio non arrivano da un altro pianeta: essi stessi subiscono il condizionamento di una tale visione, propagandato dai media. "Infatti - si legge nel testo pubblicato il 30 ottobre 2008 - coloro che oggi chiedono di entrare in seminario riflettono, in modo piu' o meno accentuato, il disagio di un'emergente mentalita' caratterizzata dal consumismo, da instabilita' nelle relazioni familiari e sociali, da relativismo morale, da visioni errate della sessualita', da precarieta' delle scelte, da una sistematica opera di negazione dei valori, sopratutto dei mass media".
Del resto, conclude il documento anticipando di fatto quello che in questi giorni si legge sui giornali, "gli errori di discernimento nelle vocazioni non sono rari e troppe inettitudini psichiche, piu' o meno patologiche, si rendono manifeste soltanto dopo l'ordinazione sacerdotale".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00venerdì 22 febbraio 2013 20:49
Da "Avvenire.it"...

22 febbraio 2013

LA SCELTA DEL PAPA

L’abbraccio dell’Italia nel segno della preghiera

​Un unico, grande, abbraccio orante. L’Italia tutta, da Nord a Sud, si stringe attorno a Benedetto XVI. Per dirgli grazie, per stargli vicino, per non fargli mancare l’appoggio che lui stesso ha chiesto alla Chiesa.

Lo stupore di fronte all’annuncio della rinuncia al pontificato si è trasformato sin da subito in preghiera. E così nelle diocesi e nelle parrocchie della Penisola si sono moltiplicati gli inviti dei vescovi a pregare per il Papa e le iniziative per esprimergli vicinanza e affetto. Oggi, festa della "Cattedra di San Pietro" che ricorda la missione specifica del vescovo di Roma, è una giornata speciale: molte comunità infatti hanno scelto questa data per ritrovarsi con i propri pastori, con lo sguardo fisso in Cristo e la mente a Roma. Sarà così per i fedeli di Trento che si raduneranno in Cattedrale per una Messa celebrata dall’arcivescovo Luigi Bressan, per quelli di Salerno-Campagna-Acerno convocati dall’arcivescovo Luigi Moretti e per quelli di Nocera Inferiore-Sarno chiamati a raccolta dal vescovo Giuseppe Giudice.

Anche monsignor Lino Pizzi, vescovo di Forlì-Bertinoro presiederà in Cattedrale una messa di ringraziamento al termine di una catechesi sul significato del ministero petrino. «Momenti di preghiera e di intercessione, con sentimenti di vivo ringraziamento al Signore, pastore supremo della Chiesa, per il Santo Padre Benedetto XVI» saranno vissuti nella diocesi di Palestrina. E se in tutte le chiese di Roma, domenica scorsa, è stata recitata una speciale intenzione per Ratzinger, il vescovo di Padova, Antonio Mattiazzo, ha chiesto di celebrare «la Santa Messa "per il Papa" come si trova nel Messale, e, a partire dal 1° marzo, la santa Messa "per l’elezione del Papa"», mentre il vescovo di Livorno, Simone Giusti, ha invitato le comunità a pregare «perché il Signore possa sempre accompagnare il Pontefice nel cammino di operaio nella sua vigna e per il Conclave».

Domenica 24 febbraio sarà il cardinale Angelo Bagnasco a presiedere la celebrazione eucaristica nella Cattedrale di Genova «per ringraziare Gesù che ce lo ha dato per otto anni, per abbracciarlo, per dirgli che gli vogliamo bene». Hanno deciso invece di arrivare fisicamente a Roma per partecipare all’ultimo Angelus di Benedetto XVI i giovani della diocesi di Verona che hanno organizzato un «viaggio lampo» nella Città eterna per «esprimere la nostra gratitudine prima di tutto con la preghiera e rendere viva e visibile la nostra riconoscenza». Trasferta estemporanea, promossa dall’Ufficio diocesano pellegrinaggi, anche per i fedeli di Novara che viaggeranno nella notte tra domani e domenica per essere in piazza San Pietro.

Il calore della Chiesa italiana si farà sentire poi il 27 febbraio, quando Benedetto XVI terrà la sua ultima udienza generale in piazza San Pietro. Il cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, ha invitato «a partecipare numerosi a questo significativo momento di vita della Chiesa e della nostra diocesi per manifestare ancora una volta il nostro affetto e la nostra devozione al Santo Padre e per pregare con lui e per lui». Per esprimere un «grazie sincero per il generoso servizio alla Chiesa», monsignor Giuseppe Merisi presiederà una celebrazione nella Cattedrale di Lodi, mentre la comunità dell’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve si ritroverà insieme a monsignor Gualtiero Bassetti nella cattedrale di San Lorenzo. Si pregherà inoltre la sera del 28 febbraio, giorno in cui - alle ore 20 - terminerà il pontificato di Benedetto XVI.

L’arcivescovo di Udine, Andrea Bruno Mazzocato, ha inviato i fedeli a partecipare alla messa solenne in Cattedrale. Appuntamento in Cattedrale anche per i fedeli di Chieti-Vasto per la Messa con l’arcivescovo Bruno Forte. L’abate di Montecassino, dom Pietro Vittorelli, ha promosso una Veglia di preghiera nella Chiesa Madre così come il vescovo di Avellino, Francesco Marino. A dare voce idealmente al saluto dei fedeli saranno le campane. Suoneranno a Roma quando Ratzinger partirà dall’eliporto vaticano e suoneranno a Castelgandolfo al suo arrivo. Ad accoglierlo sarà la comunità della diocesi di Albano che, dopo una veglia, raggiungerà a piedi la cittadina dei Castelli romani. Per un ultimo saluto, prima della preghiera e del silenzio.


Paparatzifan
00venerdì 22 febbraio 2013 20:55
Da "Avvenire.it"...

14 febbraio 2013

TESTIMONIANZE

Dalla clausura: «Ci è più vicino»

Da tutta Italia le claustrali esprimono un’intensa vicinanza a papa Benedetto XVI con la forza della preghiera e il pensiero grato e affettuoso. «Il Pontefice ha fatto un grandissimo atto di umiltà e di coraggio, dopo aver valutato nella sua coscienza, alla luce di Dio, quale via seguire – dice madre Rosaria del Preziosissimo Sangue, superiora del monastero delle Passioniste di Genova Quarto –. Forse ora non tutti comprendono il Papa.

Il Signore, nei suoi disegni d’amore e misericordia, unisce alla sua passione Benedetto XVI. Anche se non gli viene chiesto di affrontare la stessa prova, la stessa malattia del suo grande amico, Giovanni Paolo II, il suo dono e il suo patire per il bene della Chiesa sono ugualmente fecondi. Ritirandosi, egli ci darà quanto è più prezioso: la preghiera e l’offerta della sua vita. La grandezza del suo magistero resta per sempre. Ogni volta ero colpita dall’umiltà e dalla verità delle sue parole. Nulla più dell’umiltà e della verità dà fastidio al demonio. Il coraggio sereno, la fede forte come roccia sono l’esempio che Benedetto XVI lascia all’umanità.

Lo porteremo sempre nel cuore con amore e riconoscenza». «La decisione del Papa è un atto di intelligenza spirituale, un gesto che rivela la lucidità, la sapienza e il coraggio di un vero servitore della Chiesa – commenta madre Monica dello Spirito Santo, superiora delle Clarisse di Camposampiero (Padova) –. Pensiamo al Papa con ammirazione: la sua scelta ci ha molto edificate; dà una luce particolare al ricchissimo magistero del Pontefice; è come una firma che valorizza tutto. Il nostro affetto per Benedetto XVI si esprime nel silenzio orante, profondo, colmo di gratitudine». Parole di gratitudine giungono pure da madre Maria Assunta del Servo di Jahvé, priora delle Carmelitane Scalze di Nuoro: «Vogliamo molto bene a Benedetto XVI: alla notizia della sua rinuncia non siamo riuscite a trattenere le lacrime, commosse dal suo gesto così umile e coraggioso. Questa decisione rivela la profondità della sua spiritualità, il suo nobile senso di responsabilità.

È anche un atto di coerenza con quanto aveva detto, quando affermò che si sarebbe dimesso se gli fossero venute meno le forze. Così ci testimonia che c’è unità nella sua vita, piena sintonia fra ciò che dice e ciò che fa. E questo non è da tutti». Madre Assunta poi sottolinea la grandezza di questo pontificato: «Riceviamo l’eredità preziosissima di un uomo grande, speciale, buono. Ha saputo donarci un’alta dottrina con parole semplicissime. Non ha mai cercato se stesso, la propria gloria, l’ammirazione degli altri: è stato un vero servo di Dio. Ha voluto essere un catechista efficace per tutti. Ci ha spiegato il Vangelo e l’ha testimoniato con la sua vita». Profonda emozione nei conventi delle Benedettine. «È stata una notizia sconcertante – afferma madre Maria Cecilia Borrelli, abbadessa del monastero di Fermo –. Ci ha fatto avvertire immediatamente la perdita di un grande Papa, che con il garbo e l’accattivante sorriso ci mostrava il volto tenero di Dio; di un grande teologo, di una mente brillante, di una spiritualità concreta; di un pastore fra la sua gente, in attento ascolto anche dei bambini con semplicità di catechista.

Un punto di riferimento sicuro per la sua dottrina, in dialogo con tutte le filosofie, come si evince dai suoi discorsi». Madre Cecilia cita alcune frasi di Benedetto XVI che l’hanno particolarmente colpita e che lei custodisce nel cuore. Poi sottolinea con riconoscenza la stima del Papa per l’Ordine Benedettino, a partire anche dalla scelta del suo nome. Grata ricorda: «Benedetto XVI spesso parla dei monasteri come luoghi in cui si celebra la gloria di Dio, e si cerca di vivere il comandamento nuovo dell’amore e del servizio reciproco. Questo legame non si estinguerà mai, ci unirà anche per la sua scelta di una vita di preghiera. Grazie, Santo Padre: le siamo vicine con l’affetto e la preghiera!».

Donatella Coalova


Paparatzifan
00sabato 23 febbraio 2013 14:34
Dal blog di Lella...

VATICANO: AVVICENDAMENTI IN CURIA MENTRE SI AVVICINA CONCLAVE

(AGI) - CdV, 22 feb.

(di Salvatore Izzo)

Con una decisione assolutamente inattesa, a 5 giorni dalla fine del Pontificato, Benedetto XVI ha sostituito il sottosegretario per i rapporti con gli Stati, monsignor Ettore Balestrero, genovese ed esperto di finanze vaticane (ha seguito per conto di Bertone tutta la vicenda dello Ior, compresa l'ispezione di Moneyval) con un sacerdote maltese, Antoine Camilleri, fino ad ora semplice consigliere di nunziatura presso la medesima sezione della Segreteria di Stato dopo essere stato alla rappresentanza pontificia all'Avana quando era retta dall'attuale uomo forte della Curia Romana, il sostituto Giovanni Angelo Becciu. Le due nomine rappresentano per entrambi gli interessati delle promozioni, ma certo suscita qualche perplessita' il fatto che arrivino alla vigilia della fine annunciata del Pontificato, tanto piu' che il nome di Balestrero e' in questi giorni sui giornali nell'ambito di inchieste e ricostruzioni su Vatileaks. Padre Lombardi ha tuttavia ricordato che la decisione del Pontefice e' stata comunicata in anticipo al governo della Colombia e dunque non puo' essere stata presa questa mattina leggendo i quotidiani.
Del resto, gli articoli che evocano il contenuto della Relazione dei tre cardinali sul "Caso Vatileaks" si scontrano con un dato incontrovertibile: il documento e' ancora coperto da "segreto pontificio" e nessuno oltre al Papa e agli estensori lo ha letto.
Parlando del "volto deturpato" della Chiesa, si fa notare in proposito, e' stato proprio Benedetto XVI a sintetizzare il Rapporto nella celebrazione del Mercoledi' delle Ceneri, quando pero' ha precisato: "penso alle colpe contro l'unita' della Chiesa e alle divisioni del corpo ecclesiale". In questo senso, il segreto non viene violato "facendo riferimento alle parole del Papa". La relazione del resto "riguardava la fuga di documenti e le contrapposizioni nella Curia", non altre questioni come il "Caso Balducci" o il comportamento personale di alcuni dignitari: i tre cardinali non hanno indagato su queste cose, mentre "il tema delle divisioni e' un passaggio" affrontato nel testo consegnato al Pontefice il 26 luglio e poi oggetto di confronto con il Papa anche in occasione della successiva udienza del 17 dicembre.
E' possibile che Benedetto XVI riceva nuovamente nei prossimi giorni i tre saggi da lui incaricati di indagare su Vatileaks (i cardinali ultraottantenni Julian Herranz, Jozef Tomko e Salvatore De Giorgi) e teoricamente potrebbe anche togliere il "segreto pontificio". In realta' appare piu' probabile che il Pontefice dimissionario suggerisca ai tre porporati di illustrare ai confratelli, nelle Congregazioni Generali che si riuniranno dal 1 marzo, il lavoro svolto, ma in termini generici, cioe' senza fare nomi e circostanze precise.
Il documento certamente sara' pero' trasmesso integralmente al nuovo Papa. Restera' infatti custodito nell'Appartamento Pontificio del Palazzo Apostolico e non seguira' Joseph Ratzinger nel suo soggiorno a Castelgandolfo e nel successivo rientro in Vaticano dove abitera' nel piccolo e modestissimo Monastero di clausura "Mater Ecclesiae".
Quanto a episodi di malcostume e scandali sessuali che coinvolgono diginitari vaticani, il fatto che non siano nel Rapporto non significa che non abbiano peso in una valutazione complessiva sulla situazione della Chiesa, che i porporati elettori dovranno fare. Ma si tratta di analisi e approfondimenti che nulla hanno a che vedere con il lavoro della Commissione Cardinalizia. Ben prima delle dimissioni del Papa e dunque delle inchieste giornalistiche di questi giorni, qualche mese fa, ad esempio, sono stati due sacerdoti, Darius Ozko e Ariel Stefano Levi di Gualdo, a denunciare, in distinte pubblicazioni, il problema della cosidetta "lobby gay" che si sarebbe ramificata in ambienti ecclesiastici. Secondo don Ariel - che ne scrive nel secondo capitolo del volume "E Satana si fece trino", pubblicato da Bonanno - il problema della "omosessualizzazione psicologica" della Chiesa e' ancora piu' pericoloso dei casi di pedofilia. Se difatti il problema della pedofilia ha toccato numeri esigui di preti, l'omosessualita', almeno come tendenza, sarebbe piuttosto diffusa.
In questo clima non proprio sereno, ci si prepara al Conclave, sulla cui data di convocazione nulla e' stato ancora precisato, in quanto l'atteso Motu Proprio del Papa dovrebbe comunque confermare che la decideranno i cardinali durante la Sede Vacante. Nemmeno e' chiaro ancora se a presiedere la messa "Pro Eligendo Pontifici", che precedera' il Conclave, sara' il decano Angelo Sodano (che non entrera' in Sistina perche 85enne) il camerlengo Tarcisio Bertone o il cardinale vescovo anziano Giovanni Battista Re. Nel 2005 era stato Joseph Ratzinger e la sua omelia che denunciava i rischi del relativismo (e che seguiva di due settimane la meditazione al Colosseo sulla "sporcizia" nella Chiesa) convinse la maggior parte degli indecisi sul fatto che l'uomo giusto era proprio lui, il maggior teologo vivente e inflessibile custode dell'ortodossia e della morale cattolica, difensore delle vittime dei pedofili e incorruttibile terminale delle inchieste sugli abusi (l'unico che non aveva mai accettato le buste di denaro offerte dallo stupratore Marcial Maciel ai porporati). Quanto sta accadendo ora, invece, indebolisce le quotazioni dei cardinali di Curia e rafforza l'ipotesi di un prossimo Papa che arrivi da Oltreoceano per portare a termine l'opera di pulizia avviata eroicamente da Benedetto XVI ma che il venir meno in lui delle forze fisiche e "d'animo" avrebbe forse frenato.

© Copyright (AGI)

PAPA: RELAZIONI DIPLOMATICHE TRA VATICANO E SUD SUDAN

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 23 feb.

Con uno degli ultimi atti del suo Pontificato, Benedetto XVI ha approvato le relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e la Repubblica del Sud Sudan che - si legge in una nota - "desiderose di promuovere rapporti di mutua amicizia, hanno deciso di comune accordo di stabilire tra di loro relazioni diplomatiche, a livello di Nunziatura Apostolica da parte vaticana e di Ambasciata da parte sud-sudanese".
Salgono cosi' a 180 gli Stati che intrattengono relazioni diplomatiche piene con la Santa Sede. Il Sudan del Sud e' uno Stato dell'Africa centro-orientale, con capitale Giuba, indipendente dal 9 luglio 2011. Contrapposto al Nord arabo e musulmano, ha vissuto una guerra durata oltre 40 anni, terminata con gli Accordi di pace del 2005. Grande due volte l'Italia, ha una popolazione di circa 8 milioni di persone, per il 60 per cento cristiani, mentre il restante 40 per cento pratica religioni tradizionali.
Ai microfoni della Radio Vaticana il nunzio apostolico a Khartoum, monsignor Leo Boccardi, ha sottolineato questa mattina che "la Chiesa cattolica nella nuova Repubblica del Sud Sudan ha accolto con enorme soddisfazione la notizia dell'allacciamento delle relazioni diplomatiche con la Santa Sede" La Chiesa nel Sud Sudan che conta circa 5 milioni di cattolici, raccolti in sette diocesi, esprime - ha assicurato - profonda riconoscenza al Santo Padre per questo importante atto del suo Pontificato e ancora di piu' desidera manifestargli la sua filiale devozione prima del 28 febbraio". "Ha pensato anche a noi il Papa, al Sudan e al Sud Sudan, prima di lasciare il suo ministero petrino, e questo ci riempie di gioia e di commozione", ha poi concluso il nunzio sottolineando che "le relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e Giuba esprimono in primo luogo la sollecitudine di Papa Benedetto per tutte le Chiese. In secondo luogo, questo atto viene visto, come un sostegno che la Santa Sede, insieme a numerosi altri Paesi, intende offrire e certamente non fara' mai mancare alla nuova Repubblica del Sud Sudan, nata il 9 luglio del 2011, e che necessita oggi piu' che mai sia a livello bilaterale, che a livello multilaterale, dell'appoggio concreto e convinto di tutta la comunita' internazionale".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00sabato 23 febbraio 2013 14:42
Da "L'Osservatore Romano"...

Intervista al Maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie

Modificati i riti per l'inizio del pontificato

di Gianluca Biccini

Lo scorso lunedì 18 febbraio, nell'udienza concessa al Maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie, monsignor Guido Marini, Benedetto XVI ha approvato, "con la sua Autorità Apostolica", alcune modifiche all'Ordo rituum pro ministerii Petrini initio Romae episcopi e ne ha disposto la pubblicazione. Abbiamo chiesto a Monsignor Marini di illustrarci queste modifiche e il loro significato.

Cosa accadrà in concreto?

Sia nella celebrazione per l'inizio del ministero del Vescovo di Roma, sia nella celebrazione per l'insediamento sulla cattedra di Roma in San Giovanni in Laterano, i riti tipici saranno collocati prima e al di fuori della Santa Messa e non più all'interno di essa. Per quanto riguarda, poi, la celebrazione di inizio del ministero del Vescovo di Roma, l'atto dell'"obbedienza" sarà compiuto da tutti i cardinali presenti alla concelebrazione.

Tra i primi atti del nuovo Vescovo di Roma sono previste le visite alle due basiliche papali di San Paolo fuori le Mura e di Santa Maria Maggiore. È stato disposto qualche cambiamento?

A differenza di come era indicato nell'Ordo, il nuovo Pontefice potrà compierle quando riterrà più opportuno, anche a distanza di tempo dalla elezione, e nella forma che giudicherà più adatta.

(©L'Osservatore Romano 23 febbraio 2013)


Paparatzifan
00sabato 23 febbraio 2013 14:47
Dal blog di Lella...

Padre Lombardi: calunnie e disinformazione sulla Chiesa non intaccano la fede dei credenti

Domani alle 12.00, Benedetto XVI presiederà il suo ultimo Angelus alla presenza dei tanti fedeli presenti in Piazza San Pietro. Grande l'affetto che il Papa sta ricevendo in questo tempo, per un gesto riconosciuto come umile e coraggioso. Ma sui media appare un'altra realtà, fatta di scandali e lotte di potere. Ascoltiamo in proposito l'editoriale del nostro direttore, padre Federico Lombardi:

Il cammino della Chiesa in queste ultime settimane del Pontificato di Papa Benedetto, fino all’elezione del nuovo Papa attraverso la “Sede vacante” e il Conclave, è molto impegnativo, data la novità della situazione. Non abbiamo – e ce ne rallegriamo – da portare il dolore per la morte di un Papa amato, ma non ci è risparmiata un’altra prova: quella del moltiplicarsi delle pressioni e delle considerazioni estranee allo spirito con cui la Chiesa vorrebbe vivere questo tempo di attesa e di preparazione.

Non manca infatti chi cerca di approfittare del momento di sorpresa e di disorientamento degli spiriti deboli per seminare confusione e gettare discredito sulla Chiesa e sul suo governo, ricorrendo a strumenti antichi – come la maldicenza, la disinformazione, talvolta la stessa calunnia – o esercitando pressioni inaccettabili per condizionare l’esercizio del dovere di voto da parte dell’uno o dell’altro membro del Collegio dei cardinali, ritenuto sgradito per una ragione o per l’altra.

Nella massima parte dei casi chi si pone come giudice, tranciando pesanti giudizi morali, non ha in verità alcuna autorità per farlo. Chi ha in mente anzitutto denaro, sesso e potere, ed è abituato a leggere con questi metri le diverse realtà, non è capace di vedere altro neppure nella Chiesa, perché il suo sguardo non sa mirare verso l’alto o scendere in profondità a cogliere le dimensioni e le motivazioni spirituali dell’esistenza. Ne risulta una descrizione profondamente ingiusta della Chiesa e di tanti suoi uomini.

Ma tutto ciò non cambierà l’atteggiamento dei credenti, non intaccherà la fede e la speranza con cui guardano al Signore che ha promesso di accompagnare la sua Chiesa. Noi vogliamo, secondo quanto indica la tradizione e la legge della Chiesa, che questo sia un tempo di riflessione sincera sulle attese spirituali del mondo e sulla fedeltà della Chiesa al Vangelo, di preghiera per l’assistenza dello Spirito, di vicinanza al Collegio dei cardinali che si accinge all’impegnativo servizio di discernimento e di scelta che gli è chiesto e per cui principalmente esiste.

In questo ci accompagna anzitutto l’esempio e la rettitudine spirituale di Papa Benedetto, che ha voluto dedicare alla preghiera dell’inizio della Quaresima questo ultimo tratto del suo Pontificato. Un cammino penitenziale di conversione verso la gioia della Pasqua. Così lo stiamo vivendo e lo vivremo: conversione e speranza.

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Paparatzifan
00sabato 23 febbraio 2013 15:36
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Il cardinale Ravasi: il "nascondimento" di Benedetto XVI è un ministero

Un saluto affettuoso segnato da parole di ringraziamento è quello che il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, ha rivolto al Papa a conclusione degli Esercizi spirituali. Forte l’invito a vivere nel silenzio la Parola di Dio. Il servizio di Benedetta Capelli:

Giunge al termine di una settimana di “camminate” – come ha detto il Papa – “nell’universo della fede e dei Salmi”, il sentito ringraziamento del cardinale Gianfranco Ravasi. Parole che sono il megafono di quelle che la Curia Romana porta nel cuore:

“Alcuni mi hanno detto certamente di dire il vostro affetto – ed è evidente – di dire la vostra condivisione; qualcuno mi ha detto di domandare perdono per quanto non siamo stati capaci di fare per sostenerlo nel suo ministero. Io penso che, però, semplicemente, la parola sia quella semplice del ringraziamento, che abbiamo detto prima: ringraziarlo per il suo magistero e ministero. Di queste due parole – io direi – ora ne rimarrà esplicitamente almeno una soltanto. Magistero, comprende l’avverbio ‘magis’, più, che è appunto l’essere sopra e guidare; ministero invece l’avverbio 'minus', il servizio, infatti ‘minus’ è farsi meno. Ed ora appunto sarà questo il suo ministero, nascondendosi idealmente. Anche quello però è un ministero, pur essendo ‘minus’”.

E il cardinale è voluto riandare all’immagine con la quale aveva aperto le sue meditazioni: Mosè sul Sinai. Accanto a lui il profeta Elia, figura che idealmente il porporato associa a Benedetto XVI:

“Questo profeta, che ha provato molte amarezze, tanto che ha avuto in sé il desiderio, persino, di lasciarsi andare sotto il terebinto, è salito su per incontrare ancora il suo Signore e il suo Signore non è nel vento impetuoso e gagliardo, da spaccare i monti; la grande teofania, pur vera, non è neppure nel terremoto che sconvolge la terra e non è neppure nella folgore. Era tutta l’esperienza che ha fatto Benedetto XVI, che facciamo quando siamo nel mondo, nella storia, le grandi epifanie di Dio. E poi alla fine lassù Dio gli si rivela. Ecco, io penso che idealmente sarà questa l’epifania di Dio, la teofania che Benedetto XVI sperimenterà. Noi, idealmente, la raccoglieremo giù in basso”.

Nelle ultime meditazioni, il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, ha analizzato il Libro di Neemia indicando “sette stelle”. La prima è la lettura della Parola che deve risuonare nella comunità; la spiegazione con la capacità di andare oltre la superficialità delle parole; la comprensione che è “conoscenza saporosa” come diceva Maritain. A questi tre elementi se ne aggiungono altri quattro, che sono l’ascolto e in ebraico ascoltare è anche obbedire; la conversione e quindi le lacrime dei fedeli; l’impegno che genera l’ascolto della Parola e infine la festa che è la liturgia. Ma c’è un aspetto che il cardinale Ravasi, sollecitato dai suoi confratelli, ha voluto evidenziare: il silenzio di Maria:

“Nel momento drammatico e tragico, quando perde completamente il Figlio, il momento nel quale certo diventerà Madre in un’altra forma, tace, ma quel silenzio è il silenzio della prova e della fede. Guardando Maria che tace e che parla in verità, con tutta se stessa, parla per l’ultima volta e parla a tutti noi, invitandoci al silenzio”.

Ieri nella meditazione pomeridiana, il porporato aveva affrontato il tema dell’amore fraterno, esortando anche la comunità religiosa a ritrovare l’unità e la carità:

“Benedetto XVI ci ha ricordato tante volte questo tema che tocca noi in maniera particolare. Queste parole - ‘divisione’, ‘dissidi’, ‘carrierismi’, ‘gelosie’ - sono parte dell’esperienza, del peso e della fatica dello stare insieme. Quante volte si sente persino - dobbiamo confessarlo - questo veleno di gelosia ed invidia che comincia ad introdursi nei confronti di un’altra persona. E anche quest’ultima, se sensibile, avverte di essere oggetto di tali sentimenti”.

E in conclusione ha ricordato che il Signore è misericordioso e pietoso. “Il perdono di Dio – ha concluso - non ha confini”.

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Paparatzifan
00sabato 23 febbraio 2013 15:55
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SANTA SEDE: NOTA DELLA SEGRETERIA DI STATO

Pubblichiamo il testo integrale diffuso questa mattina dalla Segreteria di Stato della Santa Sede.

La libertà del Collegio Cardinalizio, al quale spetta di provvedere, a norma del diritto, all‘elezione del Romano Pontefice, è sempre stata strenuamente difesa dalla Santa Sede, quale garanzia di una scelta che fosse basata su valutazioni rivolte unicamente al bene della Chiesa. Nel corso dei secoli i Cardinali hanno dovuto far fronte a molteplici forme di pressione, esercitate sui singoli elettori e sullo stesso Collegio, che avevano come fine quello di condizionarne le decisioni, piegandole a logiche di tipo politico o mondano. Se in passato sono state le cosiddette potenze, cioè gli Stati, a cercare di far valere il proprio condizionamento nell‘elezione del Papa, oggi si tenta di mettere in gioco il peso dell‘opinione pubblica, spesso sulla base di valutazioni che non colgono l‘aspetto tipicamente spirituale del momento che la Chiesa sta vivendo. È deplorevole che, con l‘approssimarsi del tempo in cui avrà inizio il Conclave e i Cardinali elettori saranno tenuti, in coscienza e davanti a Dio, ad esprimere in piena libertà la propria scelta, si moltiplichi la diffusione di notizie spesso non verificate, o non verificabili, o addirittura false, anche con grave danno di persone e istituzioni. Mai come in questi momenti, i cattolici si concentrano su ciò che è essenziale: pregano per Papa Benedetto, pregano affinché lo Spirito Santo illumini il Collegio dei Cardinali, pregano per il futuro Pontefice, fiduciosi che le sorti della barca di Pietro sono nelle mani di Dio.

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Paparatzifan
00sabato 23 febbraio 2013 16:05
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Commosso incontro tra il Pontefice e il presidente della Repubblica


«Pregherò per l'Italia». Con queste parole il Papa si è rivolto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nell'incontro, di circa venti minuti, che si è tenuto in Vaticano. Un incontro segnato da forte commozione. Sia il Papa, sia il Presidente, sia sua moglie Clio sono apparsi molto commossi in quest'ultimo incontro, ormai alla vigilia della «rinuncia» di Benedetto XVI, che lascerà il soglio pontificio giovedì 28 febbraio. «Signor Presidente, ha trovato il tempo di venire a salutarmi», ha detto il Papa. «No, è lei mi ha dato opportunità di rivederla», ha risposto Napolitano. Nel corso della visita il capo dello Stato ha accennato alla sua recente visita negli Stati Uniti e alla prossima visita in Germania. E ha regalato al Papa un'edizione rara dei «Promessi Sposi». Benedetto XVI ha invece donato una stampa. Salutando il Capo dello Stato e sua moglie, il Papa ha assicurato le sue preghiere per l'Italia.

INCONTRO CORDIALE - Quello tra il Papa e i coniugi Napolitano è stato oggi un incontro «particolarmente intenso e cordiale, data la grande stima reciproca e la ormai lunga familiarità dei due illustri interlocutori». Lo ha detto il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, che ha rivelato ai giornalisti di aver visto commossi trutti tre gli interlocutori, dopo la mezz'ora di colloquio privato. «Il presidente Napolitano - ha spiegato il portavoce - ha manifestato al Papa non solo la gratitudine del popolo italiano per la sua vicinanza in tanti momenti cruciali e per il suo altissimo magistero religioso e morale, ma anche l'affetto con cui esso continuerà ad accompagnarlo nei prossimi anni». Da parte sua, il Papa «ha ancora una volta espresso al Presidente e alla Signora la gratitudine per la loro amicizia e i migliori auspici per il bene dell'Italia».

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Paparatzifan
00sabato 23 febbraio 2013 16:10
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Mons. Tighe: l'account Twitter del Papa sospeso fino all'elezione del successore

L’account Twitter @pontifex “resterà sospeso per tutto il periodo di Sede Vacante”. Ad affermarlo in una nota è mons. Paul Tighe, segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. La sospensione dell’account sarà dunque effettiva “dalla fine del Pontificato di Benedetto XVI, il 28 febbraio 2013 alle 20” e “fino all’elezione del nuovo Pontefice”. “Quest’ultimo – precisa mons. Tighe – ne farà l’uso che ritiene opportuno”. (Radio Vaticana)


Paparatzifan
00sabato 23 febbraio 2013 19:06
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PAPA: RAVASI, TANTE VOLTE CI HA CHIESTO DI RINUNCIARE A CARRIERISMO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 23 feb.

"Benedetto XVI ci ha ricordato tante volte questo tema che tocca noi in maniera particolare. Queste parole, 'divisione', 'dissidi', 'carrierismi', 'gelosie', sono parte dell'esperienza, del peso e della fatica dello stare insieme". Giunto quasi a conclusione degli Esercizi Spirituali che per una settimana intera, l'ultima del Pontificato, ha tenuto impegnati il Papa e la Curia Romana, il cardinale Gianfranco Ravasi, che li ha guidati, centra la sua riflessione sulla drammatica situazione denunciata da Papa Ratzinger nell'omelia del Mercoledi' delle Ceneri, quando ha parlato di "volto deturpato" della Chiesa pensando alla "divisioni" nella Curia che il Rapporto dei tre cardinali ha portato alla luce (e confidando poco dopo ad alcuni cardinali, in privato, il suo rammarico per non aver riformato la Curia sulla scia della riforma di Paolo VI).
"Quante volte si sente persino, dobbiamo confessarlo - dice Ravasi ai cardinali e vescovi della Curia Romana - questo veleno di gelosia ed invidia che comincia ad introdursi nei confronti di un'altra persona. E anche quest'ultima, se sensibile, avverte di essere oggetto di tali sentimenti".
Ad offrire al capo del dicastero per la cultura lo spunto per queste riflessioni e' il salmo 133, "inno alla gioia comunitaria", che recita: "Ecco quanto e' buono e soave che i fratelli vivano insieme".
"Sant'Agostino - ricorda Ravasi - commenta questo salmo e lo fa il motto ideale delle comunità religiose. Quindi idealmente dovrebbe essere anche un motto per la nostra comunita', la comunita' che lavora nella Santa Sede".
"Un'esortazione - commenta a sua volta la Radio Vaticana - a ritrovare l'unita' e la carita', superando quelle realta' proprie delle creaturalita' che sono divisioni, dissidi, carrierismi, gelosie".
Secondo Ravasi, passato a commentare l'inno alla carita' di San Paolo, "solo l'amore di Dio, rugiada di freschezza, puo' irrigare queste aridita'.
La carita' - infatti - genera tante altre virtu', tuttavia la logica del mondo non e' donazione, ma possesso: e' quella del denaro: senza denaro l'uomo si sente uno zero".
Il porporato declina l'amore fraterno attraverso la simbologia biblica. Dalla spirale cieca di violenza e odio esemplificata dalla sete di vendetta di Lamek, discendente di Caino disposto a vendicarsi 77 volte del torto subito, all'estremo opposto del perdono cristiano. Gesu' invita Pietro a perdonare fino a 70 volte 7 il fratello che pecca contro di lui. Dalla legge del taglione, "giustizia distributiva dell'occhio per occhio, dente per dente" al comandamento di Cristo "Ama il prossimo tuo come te stesso" che conduce al superamento della pura e semplice giustizia.
"Il Signore - ha quindi concluso Ravasi lanciando un vero e proprio monito - e' misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di amore e di fedelta'. Conserva il suo amore per mille generazioni, perdonando la colpa, la trasgressione e il peccato, ma non lascia senza punizione, castigando la colpa dei padri nei figli e nei figli dei figli, fino alla terza e quarta generazione. Il perdono di Dio non ha confini".

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Paparatzifan
00sabato 23 febbraio 2013 19:07
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PAPA: IL MALE VUOLE SEMPRE SPORCARE CIO' CHE E' BELLO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 23 feb.

"Il Maligno vuole sempre sporcare la creazione per contraddire Dio e per rendere irriconoscibile la sua verita' e la sua bellezza". Lo ha detto il Papa nella breve riflessione con la quale ha concluso gli Esercizi Spirituali predicati dal cardinale Gianfranco Ravasi.
Per Benedetto XVI, "il 'molto bello' del sesto giorno - espresso dal Creatore - e' permanentemente contraddetto dal male di questo mondo, dalla sofferenza, dalla corruzione".
"In un mondo cosi' marcato anche dal male, il 'Logos', la bellezza eterna e l''ars' eterna, deve apparire come 'caput cruentatum', cioe' 'capo insanguinato'", ha rilevato il Pontefice sottolineando che "il Figlio incarnato, il 'Logos' incarnato e' coronato con una corona di spine e tuttavia e' proprio cosi': in questa figura sofferente del Figlio di Dio cominciamo a vedere la bellezza piu' profonda del nostro Creatore e Redentore possiamo, nel silenzio della 'notte oscura', ascoltare la Parola". E credere - ha detto il Papa - "non e' altro che, nell'oscurita' del mondo, toccare la mano di Dio e cosi', nel silenzio ascoltare la Parola, vedere l'amore". Nel suo breve saluto, Benedetto XVI ha quindi ringraziato ancora il cardinale Ravasi, invitando a camminare "ulteriormente in questo misterioso universo della fede, per esser sempre piu' capaci di pregare, di annunciare, di esser testimoni della verita', che e' bella, che e' amore".

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PAPA: LA VERITA' E' BELLA, BELLEZZA E' IL SIGILLO DELLA VERITA'

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 23 feb.

"La verita' e' bella e la verita' e la bellezza vanno insieme: la bellezza e' il sigillo della verita'". Benedetto XVI lo ha affermato nel breve discorso conclusivo degli Esercizi Spirituali, che hanno avuto per tema quest'anno "l'arte di credere, l'arte di pregare". "Mi e' venuto in mente il fatto - ha proseguito il Papa, secondo quanto riferisce la Radio Vaticana - che teologi medievali hanno tradotto la parola 'Logos' non solo con 'Verbum', ma anche con 'ars': 'verbum' e 'ars' sono intercambiabili. Solo con queste due parole insieme appare, per i teologi medievali, tutto il significato della parola 'Logos'. Il 'Logos' non e' solo una ragione matematica; il 'Logos' ha un cuore: il 'Logos' e' anche amore".
Al termine degli Esercizi, il Papa ha anche ringraziato tutti i partecipanti, che sono i cardinali evescovi della Curia Romana. "Grazie a voi - ha detto - per questa comunita' orante in ascolto, che mi ha accompagnato in questa settimana. Grazie, soprattutto, a lei eminenza per queste 'camminate' cosi' belle nell'universo della fede, nell'universo dei Salmi. Siamo rimasti affascinati dalla ricchezza, dalla profondita', dalla bellezza di questo universo della fede e rimaniamo grati perche' la Parola di Dio ci ha parlato in nuovo modo, con nuova forza".

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PAPA: RINGRAZIA CURIA PER AIUTO DATO CON COMPETENZA E AFFETTO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 23 feb.

Al termine degli Esercizi Spirituali, Bendetto XVI ha voluto ringraziare oggi cardinali e vescovi della Curia Romana "per questi otto anni in cui avete portato con me, con grande competenza, affetto, amore, fede, il peso del ministero petrino". "Rimane in me questa gratitudine - ha detto - e anche se adesso finisce l'esteriore visibile comunione, come "rimane la vicinanza spirituale, rimane una profonda comunione nella preghiera. In questa certezza - ha concluso - andiamo avanti, sicuri della vittoria di Dio, sicuri della verita' della bellezza e dell'amore".
"Anche se mi ritiro adesso in preghiera, sono sempre vicino a tutti voi e sono sicuro che anche tutti voi sarete vicini a me, anche se per il mondo rimarro' nascosto": con queste parole, ugualmente trasmesse dalla Radio Vaticana, Benedetto XVI si era congedato invece giovedi' 14 febbraio dai preti di Roma che ha ricevuto come ogni anno a inizio Quaresima. Nella stessa Aula Nervi, il giorno prima, alla penultima Udienza Generale del suo Pontificato, aveva detto agli 8 mila fedeli che lo ascoltavano commossi: "cari fratelli e sorelle, come sapete ho deciso di rinunciare al ministero che il Signore mi ha affidato il 19 aprile 2005. Ho fatto questo in piena liberta' per il bene della Chiesa, dopo aver pregato a lungo ed aver esaminato davanti a Dio la mia coscienza, ben consapevole della gravita' di tale atto, ma altrettanto consapevole di non essere piu' in grado di svolgere il ministero petrino con quella forza che esso richiede. Mi sostiene e mi illumina la certezza che la Chiesa e' di Cristo, il Quale non le fara' mai mancare la sua guida e la sua cura. Ringrazio tutti per l'amore e per la preghiera con cui mi avete accompagnato. Grazie! Ho sentito quasi fisicamente in questi giorni, per me non facili, la forza della preghiera, che l'amore della Chiesa, la vostra preghiera, mi porta. Continuate a pregare per me, per la Chiesa, per il futuro Papa. Il Signore ci guidera'". Subito dopo il Papa ha tenuto la sua catechesi sulla Quaresima, riflettendo sulle tentazioni di Gesu' nel deserto, tra cui quella del potere che oggi puo' riproporsi con l'essere attaccati alle posizioni di potere. Mentre, celebrando nel pomeriggio in San Pietro i riti del Mercoledi' delle Ceneri, Papa Ratzinger ha rilevato con amarezza come "il volto della Chiesa venga a volte deturpato" e si e' soffermato molto sul tema dell'unita', mettendo in guardia dal rischio delle divisioni. Accanto a una forte denuncia e' stato il richiamo al senso di responsabilita' di ciascuno a caratterizzare l'ultima omelia di Benedetto XVI in una celebrazione pubblica. "Anche ai nostri giorni - erano state le sue parole - molti sono pronti a 'stracciarsi le vesti' di fronte a scandali e ingiustizie, naturalmente commessi da altri, ma pochi sembrano disponibili ad agire sul proprio 'cuore', sulla propria coscienza e sulle proprie intenzioni, lasciando che il Signore trasformi, rinnovi e converta". Il Papa aveva concluso la sua penultima Udienza Generale condannando poi ancora una volta, l'ennesima, "l'ipocrisia religiosa, il comportamento che vuole apparire, gli atteggiamenti che cercano l'applauso e l'approvazione".
"Il vero discepolo - era stato il suo monito - non serve se stesso o il pubblico, ma il suo Signore, nella semplicita' e nella generosita'".

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Paparatzifan
00sabato 23 febbraio 2013 19:28
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PAPA: BAGNASCO, IL POPOLO ITALIANO GLI E' RICONOSCENTE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 23 feb.

"L'emozione con cui viviamo la decisione umile e ferma di Benedetto XVI si associa a un profondo senso di riconoscenza per il suo ministero a servizio della Chiesa e del mondo".
Lo scrive il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, nell'editoriale che sara' pubblicato domani su Avvenire che uscira' con un'edizione speciale di 28 pagine dedicate al Pontificato che si conclude giovedi' prossimo.
"Vorremmo che il Santo Padre - aggiunge il presidente della Cei - sentisse ora, piu' forte che mai, l'abbraccio dei Vescovi italiani. Insieme alle loro comunita', si stringono a lui con affettuosa gratitudine per l'esempio, e per la parola segnata dall'autorita' di Pietro e dalla dolcezza di Benedetto". Anche il direttore del quotidiano, Marco Tarquinio, nella sua presentazione dell'inserto, esprime gratitudine a Benedetto XVI. "Un costruttore lucido e paziente - scrive - capace della perizia e della gioia, dell'onesta' e dell'assoluta pulizia necessaria per tenere aperto, nel tempo e nella citta' dell'uomo, il cantiere infinito della 'casa' di Dio e del 'cortile' di civilta', offerto a tutti, che le sta sempre accanto".

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PAPA: AVVENIRE DA' VOCE ALL'AFFETTO DEI CATTOLICI ITALIANI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 23 feb.

"L'Italia tutta, da nord a sud, si stringe attorno a Benedetto XVI. Per dirgli grazie, per stargli vicino, per non fargli mancare l'appoggio che lui stesso ha chiesto alla Chiesa". Lo scrive il quotidiano cattolico Avvenire che esce domani con uno speciale di 28 pagine a colori in occasione dell'Angelus di Benedetto XVI a pochi giorni dal congedo definitivo del Pontifice. "Grazie Benedetto", titola il quotidiano della Cei in prima pagina. E l'inserto speciale, che sara; anche diffuso in piazza San Pietro tra chi prendera' parte alla preghiera mariana insieme al Papa, ospita approfondimenti e riflessioni sui temi-chiave del pontificato di Ratzinger firmati - tra gli altri - da Joseph Weiler, Pierangelo Sequeri, Enzo Bianchi, Stefano Zamagni, Francesco Botturi, Elio Guerriero, Carlo Cardia, Davide Rondoni, Salvatore Mannuzzu, Pupi Avati, Antonia Arslan e Paolo Portoghesi, con un breve intervento di Francesco Totti.
Di rilievo anche le interviste del cardinale Walter Kasper, del patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, dell'ex primate anglicano Rowan Williams, del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e a Jeffrey Lena, il giurista americano che ha rappresentato come avvocato la Santa Sede della "tolleranza zero anti-pedofilia" e le diocesi Usa in numerose cause. "Grazie Benedetto", in edicola e nelle parrocchie domani con Avvenire, e' una tra le numerose espressioni di affetto che stanno giungendo in questi giorni dai cattolici italiani a un uomo che e' stato un nuovo "costruttore di cattedrali", come lo definisce il direttore del quotidiano Marco Tarquinio nella sua presentazione dell'inserto. Intanto, nelle diocesi e nelle parrocchie della Penisola, informa il quotidiano Cei, "si sono moltiplicati gli inviti dei vescovi a pregare per il Papa e le iniziative per esprimergli vicinanza e affetto". I fedeli di Trento si raduneranno in Cattedrale per una messa celebrata dall'arcivescovo Luigi Bressan, per quelli di Salerno convocati dall'arcivescovo Luigi Moretti e per quelli di Nocera-Inferiore Sarno chiamati a raccolta dal vescovo Giuseppe Giudice.
Anche monsignor Lino Pizzi, vescovo di Forli'-Bertinoro presiedera' in Cattedrale una messa di ringraziamento al termine di una catechesi sul significato del ministero petrino. "Momenti di preghiera e di intercessione, con sentimenti di vivo ringraziamento al Signore, Pastore supremo della Chiesa, per il Santo Padre Benedetto XVI" saranno vissuti nella diocesi di Palestrina. E se in tutte le chiese di Roma, domenica scorsa, e' stata recitata una speciale intenzione per Ratzinger, il vescovo di Padova, Antonio Mattiazzo, ha chiesto di celebrare domani "la santa Messa 'per il Papa' come si trova nel Messale, e, a partire dal primo marzo, la santa Messa 'per l'elezione del Papa'", mentre il vescovo di Livorno, Simone Giusti, ha invitato le comunita' a pregare "perche' il Signore possa sempre accompagnare il Pontefice nel cammino di operaio nella sua vigna e per il Conclave". Domani, poi, sara' il cardinale Angelo Bagnasco a presiedere la celebrazione eucaristica nella Cattedrale di Genova "per ringraziare Gesu' che ce lo ha dato per otto anni, per abbracciarlo, per dirgli che gli vogliamo bene". Hanno deciso invece di arrivare fisicamente a Roma per partecipare all'ultimo Angelus di Benedetto XVI i giovani della diocesi di Verona che hanno organizzato un "viaggio lampo" nella Citta' eterna per "esprimere la nostra gratitudine prima di tutto con la preghiera e rendere viva e visibile la nostra riconoscenza".
Trasferta estemporanea, promossa dall'Ufficio diocesano pellegrinaggi, anche per i fedeli di Novara che viaggeranno nella notte tra domani e domenica per essere in piazza San Pietro.Il calore della Chiesa italiana si fara' sentire poi il 27 febbraio, quando Benedetto XVI terra' la sua ultima udienza generale in piazza San Pietro. Il cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, ha invitato "a partecipare numerosi a questo significativo momento di vita della Chiesa e della nostra diocesi per manifestare ancora una volta il nostro affetto e la nostra devozione al Santo Padre e per pregare con lui e per lui". Per esprimere un "grazie sincero per il generoso servizio alla Chiesa", monsignor Giuseppe Merisi presiedera' una celebrazione nella Cattedrale di Lodi, mentre la comunita' dell'arcidiocesi di Perugia-Citta' della Pieve si ritrovera' insieme a monsignor Gualtiero Bassetti nella Cattedrale di San Lorenzo. Si preghera' inoltre la sera del 28 febbraio, giorno in cui - alle ore 20 - terminera' il Pontificato di Benedetto XVI. L'arcivescovo di Udine, Andrea Bruno Mazzocato, ha inviato i fedeli a partecipare alla messa solenne in Cattedrale. Appuntamento in Cattedrale anche per i fedeli di Chieti-Vasto per la messa con l'arcivescovo Bruno Forte. L'abate di Montecassino, dom Pietro Vittorelli, ha promosso una Veglia di preghiera nella Chiesa Madre cosi' come il vescovo di Avellino, Francesco Marino. A dare voce idealmente al saluto dei fedeli saranno le campane. Suoneranno a Roma quando Ratzinger partira' dall'eliporto vaticano e suoneranno a Castelgandolfo al suo arrivo. Ad accoglierlo sara' la comunita' della diocesi di Albano che, dopo una veglia, raggiungera' a piedi la cittadina dei Caselli romani. Per un ultimo saluto, prima della preghiera e del silenzio.

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Paparatzifan
00sabato 23 febbraio 2013 21:15
Dal blog di Lella...

PAPA: MIGLIORI AUSPICI PER IL BENE DELL'ITALIA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 23 feb.

Un intenso incontro di commiato tra il Papa e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si e' concluso con l'auspicio di Benedetto XVI per il nostro Paese che attraversa un passaggio difficile. Il Papa ha parlato come criterio da seguire del "bene dell'Italia". Il Pontefice dimissionario ha collocato il suo augurio al nostro Paese "in questi giorni e in questo tempo di scelte impegnative".

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PAPA: COMMOZIONE NEL COLLOQUIO CON GIORGIO E CLIO NAPOLITANO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 23 feb.

Quello tra il Papa e i coniugi Napolitano e' stato oggi un incontro "particolarmente intenso e cordiale, data la grande stima reciproca e la ormai lunga familiarita' dei due illustri interlocutori". Lo ha detto il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, che ha rivelato ai giornalisti di aver visto commossi trutti tre gli interlocutori, dopo la mezz'ora di colloquio privato. "Il presidente Napolitano - ha spiegato il portavoce - ha manifestato al Papa non solo la gratitudine del popolo italiano per la sua vicinanza in tanti momenti cruciali e per il suo altissimo magistero religioso e morale, ma anche l'affetto con cui esso continuera' ad accompagnarlo nei prossimi anni". Da parte sua, il Papa "ha ancora una volta espresso al Presidente e alla Signora la gratitudine per la loro amicizia e i migliori auspici per il bene dell'Italia".
Al termine del colloquio, ha riferito padre Lombardi, Napolitano ha donato a Benedetto XVI una prima edizione definitiva dei 'Promessi Sposi' e a sua volta il Pontefice ha omaggiato il capo dello Stato con una stampa della Basilica in costruzione. Il presidente della Repubblica, ha anche informato il Papa del suo prossimo viaggio in Germania, la patria di Joseph Ratzinger.

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Paparatzifan
00sabato 23 febbraio 2013 21:23
Da "Sir"...

venerdì 22 febbraio 2013

'Il ‘mio’ Benedetto XVI

Racconto di un’esperienza', concorso fotografico proposto dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali: le tre foto più votare saranno premiate e verranno pubblicate come banner all’interno del sito internet 'News.va'

“Il ‘mio’ Benedetto XVI. Racconto di un’esperienza” è il tema del concorso fotografico proposto dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. L’iniziativa, spiegano i promotori, “è aperta a tutti e intende essere un momento per condividere ogni piccola personale esperienza per formare un solo puzzle in cui ognuno possa ritrovarsi”. Dall’elezione ai viaggi, le GMG di Colonia, Sydney e Madrid, ma anche le udienze e le celebrazioni: sono ammesse al concorso le “esperienze piene di emozioni, gioie e fatiche, di momenti di crescita, scambio e confronto per la Chiesa nella persona del Papa, di ricordi personali e collettivi”. Le opere, a colori o in bianco e nero e in numero massimo di tre per ogni partecipante, devono essere proposte entro e non oltre il 15 marzo in formato digitale via e-mail a photocontestva@gmail.com. Le foto saranno inserite in un album del contatto Facebook di News.va e saranno votate dagli utenti del social network. Le tre più votare saranno premiate e verranno pubblicate come banner all’interno del sito internet News.va.


Paparatzifan
00domenica 24 febbraio 2013 15:37
Dal blog di Lella...

PAPA: 'PIENONE' A PIAZZA SAN PIETRO, AFFOLLATE LE VIE LIMITROFE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 24 feb.

C'e' la folla delle grandi occasioni per l'ultimo Angelus di Papa Benedetto. Piazza San Pietro e' piena e la gente gremisce anche Piazza Pio XII e l'ultimo tratto di via della Conciliazione.

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PAPA: LOMBARDI, PRESENTI OLTRE 100 MILA FEDELI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 24 feb.

Sono oltre 100 mila i fedeli presenti oggi all'ultimo Angelus di Benedetto XVI. La stima prudente e' del portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi.
Si puo' notare, tuttavia, grazie alle riprese dall'alto, che la folla occupava anche Borgo Santo Spirito e Borgo Sant'Angelo, oltre a piazza San Pietro, piazza Pio XII e la meta' circa di via della Conciliazione.

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PAPA: L'ULTIMO TWEET, "VI CHIEDO PREGHIERE PER ME E LA CHIESA"

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 24 feb.

Chiusa alle spalle per l'ultima volta la finestra dalla quale per 8 anni ha guidato ogni domenica l'Angelus, ritirato il drappo con lo stemma dell'orso di San Corbiniano, Benedetto XVI ha infine lanciato oggi anche il suo ultimo tweet: "In questo momento particolare - ha scritto il Pontefice - vi chiedo pregare per me e per la Chiesa confidando come sempre nella Provvidenza di Dio".

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Paparatzifan
00domenica 24 febbraio 2013 15:57
Da "Vatican Insider"...

24/02/2013

L'ultimo Angelus «normale» del Papa dimissionario

Benedetto XVI ha dedicato soltanto poche battute alla sua rinuncia. Ancora una volta nessuna spettacolarizzazione

ANDREA TORNIELLI
CITTÀ DEL VATICANO

Nell'ultimo Angelus dalla finestra del suo studio che si affaccia su Piazza San Pietro, ancora, una volta, c'è tutto Ratzinger. Al di là della folla, più numerosa del solito, Benedetto XVI non ha incentrato questo ultimo incontro domenicale con i fedeli su di sé, sulla sua clamorosa scelta di lasciare il pontificato la sera del 28 febbraio. Se si esclude il pensiero finale, infatti, il Papa ha tenuto l'usuale catechesi sulle Letture della messa del giorno.

Soltanto alla fine, mettendo i relazione la «salita al monte» Tabor con il suo gesto, Ratzinger ha detto che «il Signore mi chiama a dedicarmi di più alla preghiera e alla meditazione», spiegando anche che la sua rinuncia «non significa abbandonare la Chiesa, anzi». Il Papa ha aggiunto: «Se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servire la Chiesa con la stessa dedizione... ma in modo più adatto alla mia età e alle mie forze».

Nessuna drammatizzazione, nessuna spettacolarizzazione, nessun protagonismo. È l'ultimo Angelus ma senza particolari segni di eccezionalità. Un modo, forse, per riportare alla «normalità» anche la decisione della rinuncia prevista dalle leggi canoniche. Per due volte in quattro righe Benedetto XVI ha ripetuto che è Dio ad avergli «chiesto» di compiere questo passo, a «chiamarlo» a questa nuova forma di servizio. Ribadendo così l'essenza della sua decisione, presa in coscienza e - come ha ripetuto nella settimana dell'11 febbraio - «liberamente». Cioè senza costrizioni o sull'onda di pressioni.


Paparatzifan
00domenica 24 febbraio 2013 21:47
Dal blog di Lella...

PAPA: INTERROTTO PIU' VOLTE DA APPLAUSI AGGIUNGE RINGRAZIAMENTI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 24 feb.

Benedetto XVI ha ripetuto il suoi saluti nelle diverse lingue, aggiungendo qualche parola di ringraziamento a braccio, rivolto alla folla che applaudiva fino a interromperlo piu' volte.

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PAPA: LA FOLLA, "NON CI LASCIARE"




Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 24 feb.

La grande folla di piazza San Pietro ha gridato slogan dopo il congedo di Papa Ratzinger, mentre veniva tirato via il drappo con lo stemma dell'orso di San Corbiniano che mai piu' sara' esposto dal Palazzo Apostolico.


"Viva il Papa", ma anche "Benedetto XVI di nuovo Papa", come recitavano anche striscioni e cartelli.



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PAPA: I DISCEPOLI SEMPRE PRESENTI NELLA VITA DI GESU'


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 24 feb.

La Trasfigurazione di Gesu', avvenuta mentre pregava, "e' un'esperienza profonda di rapporto con il Padre durante una sorta di ritiro spirituale che Gesu' vive su un alto monte in compagnia di Pietro, Giacomo e Giovanni, i tre discepoli sempre presenti nei momenti della manifestazione divina del Maestro". Lo ha sottolineato il Papa nella sua riflessione proposta all'ultimo Angelus del suo Pontificato. "Il Signore, che poco prima aveva preannunciato la sua morte e risurrezione, offre ai discepoli - ha spiegato - un anticipo della sua gloria. E anche nella Trasfigurazione, come nel battesimo, risuona la voce del Padre celeste: 'Questi e' il figlio mio, l'eletto; ascoltatelo!'".
Per Benedetto XVI, "la presenza poi di Mose' ed Elia, che rappresentano la Legge e i Profeti dell'antica Alleanza, e' quanto mai significativa: tutta la storia dell'Alleanza e' orientata a Lui, il Cristo, che compie un nuovo 'esodo', non verso la terra promessa come al tempo di Mose', ma verso il Cielo". Mentre "l'intervento di Pietro che dice: 'Maestro, e' bello per noi essere qui' rappresenta il tentativo impossibile di fermare tale esperienza mistica". In proposito Papa Ratzinger ha citato ancora sant'Agostino: "sul monte Pietro aveva Cristo come cibo dell'anima. Perche' avrebbe dovuto scendere per tornare alle fatiche e ai dolori, mentre lassu' era pieno di sentimenti di santo amore verso Dio e che gli ispiravano percio' una santa condotta?". "Meditando questo brano del Vangelo, possiamo trarne - ha concluso - un insegnamento molto importante".

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Paparatzifan
00domenica 24 febbraio 2013 21:52
Dal blog di Lella...

Il commiato del Papa
'Non abbandono chiesa'


"Grazie per il vostro affetto - ha detto Benedetto XVI nell'ultimo Angelus - il Signore mi chiama a 'salire sul monte'

CITTA' DEL VATICANO

Un lungo applauso ha salutato Papa Benedetto XVI quando si è affacciato alla finestra. Pochi secondi prima la folla scandiva il suo nome, accompagnato da applausi, come si usa negli stadi.
La folla arriva fino a piazza Pio XII, in via della Conciliazione alcune persone si affrettano correndo per non perdere la preghiera del Pontefice e ascoltare da più vicino le sue parole. Sulla strada, ovunque, ci sono decine di vigili, addetti della Protezione civile, operatori della Croce Rossa e della società di servizi Ama. Tra la gente, soprattutto famiglie ma anche tante giovani coppie.
"Cari fratelli e sorelle, grazie per il vostro affetto, oggi abbiamo un vangelo molto bello, quello della Trasfigurazione".
Così il Papa, appena affacciato dalla finestra del suo studio su piazza San Pietro per l'ultimo Angelus da Papa. La piazza è gremita e gremite sono piazza Pio XII e le vie adiacenti". Il Papa ha quindi cominiciato a leggere il testo dell'Angelus.
"La preghiera non è un isolarsi dal mondo e dalle sue contraddizioni" ma "l'orazione riconduce al cammino, all'azione" ha detto il Papa aggiungendo che senza la preghiera "tutto l'impegno dell'apostolato si riduce ad attivismo".
"Quando Pietro salì sul monte Tabor a pregare e voleva restarci, pregando fu ricondotto "al cammino, all'azione" ha ricordato Benedetto XVI che ha spiegato: "In questo momento della mia vita il Signore mi chiama a 'salire sul monte', a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede proprio questo è perchè possa continuare a servirla con la stessa dedizione e e lo stesso amore con cui l'ho fatto finora, ma in un modo più adatto alle mie forze".
Papa Benedetto XVI è stato interrotto durante l'Angelus almeno due volte dagli applausi dai fedeli in piazza. Particolarmente forte è l'acclamazione quando fa riferimento alla sua scelta. Il pontefice ha sorriso e risposto: "Grazie grazie".
"Ringraziamo il Signore per questo sole che ci dona'' ha detto Papa Benedetto XVI: dopo la pioggia di ieri questa mattina il tempo a Roma era ancora incerto.
"Vi ringrazio per l'affetto e per la condivisione - ha concluso Benedetto XVI - specialmente nella preghiera, di questo momento particolare per la mia persona e per la Chiesa".

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Paparatzifan
00domenica 24 febbraio 2013 21:55
Dal blog di Lella...

PAPA: GRAZIE PER IL VOSTRO AFFETTO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 24 feb.

"Cari fratelli e sorelle, grazie per il vostro affetto". Affacciandosi alla finestra, Benedetto XVI ha salutato cosi' la grande folla presente al suo ultimo Angelus.

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PAPA: SONO CHIAMATO A VITA DI PREGHIERA, NON ABBANDONO CHIESA


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 24 feb.

La scelta di rinunciare al Pontificato e' la risposta a un comando di Dio, e dimettersi da Papa non significa abbandonare la Chiesa. Benedetto XVI ha voluto spiegarlo oggi alla grande folla accorsa in piazza San Pietro per il suo ultimo Angelus.
"Il Signore - ha detto - mi chiama a 'salire sul monte', a dedicarmi ancora di piu' alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede questo e' proprio perche' io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui l'ho fatto fino ad ora, ma in un modo piu' adatto alla mia eta' e alle mie forze".
Nella breve riflessione che ha preceduto l'Angelus, il Pontefice ha preso spunto dall'episodio evangelico della Trasfigurazione, "una pagina - ha sottolineato il Pontefice dimissionario - molto bella".
"Questa Parola di Dio - ha aggiunto - la sento in modo particolare rivolta a me in questo momento della mia vita". E ci ricorda, "il primato della preghiera, senza la quale tutto l'impegno dell'apostolato e dellacarita' si riduce ad attivismo".
"Nella Quaresima - ha ricordato citando il suo recente Messaggio - impariamo a dare il giusto tempo alla preghiera, personale e comunitaria, che da' respiro alla nostra vita spirituale. Inoltre, la preghiera non e' un isolarsi dal mondo e dalle sue contraddizioni, come sul Tabor avrebbe voluto fare Pietro, ma l'orazione riconduce al cammino, all'azione. "L'esistenza cristiana, ho scritto nel Messaggio per questa Quaresima, consiste in un continuo salire il monte dell'incontro con Dio, per poi - ha aggiunto - ridiscendere portando l'amore e la forza che ne derivano, in modo da servire i nostri fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dio".

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Paparatzifan
00lunedì 25 febbraio 2013 14:47
Da "Vinonuovo.it"...

Aldo Maria Valli: «Le mie scuse sulla pedana mobile»

di Aldo Maria Valli | 24 febbraio 2013

Dopo il mio intervento intitolato L'enciclica non scritta di Papa Benedetto, due gentili lettrici rievocano un altro mio articolo scritto per Vino Nuovo tempo fa, dedicato all'uso della pedana mobile da parte di papa Ratzinger. "Valli dovrebbe chiedere scusa" dicono le due lettrici affermando che con quell'articolo offesi il pontefice e arrecai dolore a tanti frequentatori del blog.

Ebbene, è proprio ciò che faccio qui: chiedo scusa pubblicamente. Chiedo scusa per quell'articolo e dico apertamente che se ho offeso e addolorato qualcuno significa che ho sbagliato e sono profondamente dispiaciuto. Tuttavia, nello stesso tempo, vorrei ricordare che con quello scritto io cercavo di fare un ragionamento che riguardava il rapporto tra il Vaticano e l'informazione. Il ragionamento era il seguente: nel momento in cui il papa usa la pedana mobile e la sala stampa si affetta a precisare che il papa sta bene, c'è qualcosa di stridente, qualcosa che non funziona. Se il papa usa la pedana mobile vuol dire che non sta tanto bene, ma allora perché non dirlo in modo semplice e chiaro? Se invece, come dice la sala stampa, usa la pedana pur stando bene, un cattolico non ha forse il diritto di interrogarsi sul significato di quell'uso? Ma non voglio farla lunga. Se allora non sono riuscito a spiegarmi è solo colpa mia, e quindi chiedo doppiamente scusa. Quanto a ciò che scrive la lettrice Maria sulla necessità del silenzio e sul fatto che "negli anni Settanta" qualcuno, anche tra i cattolici, diceva esattamente il contrario, si potrebbe aprire un interessante dibattito. Per me sarebbe istruttivo, anche perché a quell'epoca andavo ancora a scuola. Un'ultima annotazione: Maria critica quelli che "sbeffeggiavano Benedetto chiamandolo il panzerkardinal". Spero che, almeno in questo caso, non mi inserisca nella lista dei colpevoli. Io Benedetto XVI non l'ho mai chiamato così. Non sempre sono stato d'accordo con lui, ma credo di non aver mai usato la scorciatoia rappresentata da certi appellativi.

Un caro saluto a tutti i frequentatori di Vino Nuovo.

Aldo Maria Valli


L'articolo di Valli è stato sommerso di critiche, includendo un mio intervento dello stesso tenore. Forse, è un po' tardi per scusarsi!
[SM=g7953]

Paparatzifan
00lunedì 25 febbraio 2013 14:54
Dal blog di Lella...

ANALISI Il soglio e la poltrona

di Giovanna Chirri

In un mondo in cui tanti si accapigliano per il potere e quasi nessuno molla una poltrona, un mite e grande intellettuale tedesco lascia, con laicissimo understatement e cristiana fortezza, l'incarico di "capo" di oltre un miliardo di persone. Benedetto XVI, dalla finestra su piazza San Pietro, - della quale aveva preso possesso il primo maggio 2005, festa di san Giuseppe Lavoratore, - rispiega i motivi del gesto, ringrazia per l'affetto, sorride quando la folle lo interrompe almeno un paio di volte, non perde una battuta, non concede nulla allo spettacolo, ringrazia ancora gli oltre centomila che affollano la piazza e via della Conciliazione, sorride e se ne va.
Che se ne sia andato perché ha sentito venirgli meno le forze lo ha detto dal primo annuncio pubblico ai cardinali, il 13 febbraio, rinuncia canonica al Soglio pontificio. Oggi è domenica, commenta le letture del giorno, e per chi ama la Bibbia, l'ultimo angelus ratzingeriano è tutto da leggere. Tra Trasfigurazione e Tabor, con un pizzico di sant'Agostino: Gesù che avrebbe potuto continuare a cibarsi di Dio, invece torna alla sua missione. Mica come Pietro che non voleva più scendere dal monte Tabor, perché voleva restare al cospetto di Dio. Ma anche quel Pietro, rimarca Benedetto XVI, pregando fu ricondotto "al cammino e all'azione".
Più o meno, ma questo il Papa non lo dice, come quell'anziano cardinale bavarese che nel 2005 voleva tornare ai suoi studi e alla Germania, e finì a fare il Papa.
"In questo momento della mia vita", spiega poi papa Ratzinger, "il Signore mi chiama a 'salire sul monte', a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa - rimarca - abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede proprio questo è perché possa continuare a servirla con la stessa dedizione e e lo stesso amore con cui l'ho fatto finora, ma in un modo più adatto alle mie forze". Un discorso umanamente comprensibilissimo, dietro cui spuntano risvolti di grande rilievo per la Chiesa e anche per la perseguita unità delle chiese cristiane. Con le "dimissioni" di Joseph Ratzinger è avvenuto qualcosa di rivoluzionario perché, ha osservato il suo collega dei tempi della docenza a Ratisbona, Wolfgang Beinert, viene meno sia a livello di teologia che di dogmatica, il "matrimonio discutibile e quasi mitico tra il ministero e chi lo svolge".
La Chiesa cui pensa Ratzinger è una comunità da servire, essere papa non è un fatto protocollare, perché il Concilio ha affermato nella costituzione "Lumen Gentium" che la Chiesa è "segno e strumento dell'intera unione di Dio e della unità del genere umano". Il successore di Benedetto XVI - e i cattolici insieme a tutti gli altri cristiani - potranno far tesoro, nel difficile camino verso l'unità di questo lascito. I teologi potranno usarlo nel pensare al "ministero petrino" in rapporto alle altre chiese cristiane.
Ma tutto questo potrà avvenire perché, come ha osservato il metropolita Hilarion del Patriarcato ortodosso di Mosca, "ancora una volta Benedetto XVI" ha agito "per il bene della Chiesa" e "si è mostrato coerente con la propria linea di integrità morale e di rifiuto del compromesso".

© Copyright Ansa


Paparatzifan
00lunedì 25 febbraio 2013 15:12
Da "Donbosco.it"...

CASTELGANDOLFO – BENEDETTO XVI: il parroco del Papa


Scritto da Francesco Tota

Come ormai è noto, il 28 Febbraio il Papa lascerà il soglio pontificio e, nel pomeriggio, raggiungerà Castel Gandolfo in attesa che siano terminati i lavori presso il Monastero delle suore di Clausura dentro le Mura Vaticane.
Abbiamo l’opportunità di incontrare don Pietro Diletti, che guida la comunità salesiana della parrocchia pontificia di San Tommaso da Villanova, proprio a Castel Gandolfo. Don Pietro è “il Parroco del Papa”, come affettuosamente molti lo chiamano.

Quante volte hai incontrato il Papa come “tuo parrocchiano”?

Solo due Estati ho passato finora a Castel Gandolfo e ho incontrato ben dodici volte il Papa, tra brevi e lunghi incontri come quelli del 15 agosto a tavola per la colazione, circa tre quarti d’ora. Ogni volta che mi incontrava diceva: “Ecco il mio caro parroco” ed io rispondevo: “ Ecco il mio caro parrocchiano” e una volta aggiunsi: “ Che non frequenta molto”.

C’era qualcosa che ti faceva presagire la decisione che ha preso?

Il 15 agosto del 2012 ho avuto sentore che qualcosa stesse succedendo. Alla fine della colazione ci siamo alzati in piedi per pregare ed io stavo per salutarlo. Mi prende la mano e la stringe forte e guardandomi sillaba: “Preghi tanto per me”. Ho avuto un brivido perché era una richiesta diversa dalle altre volte.

Che cosa ti ha colpito principalmente della sua persona, soprattutto nei momenti informali che avete avuto?

Questa vicinanza al Papa mi ha fatto capire sempre di più la sua grandezza e la sua mitezza, la sua immensa cultura e la sua umiltà. Io l’ho ringraziato per la sua fede incrollabile! Mi ha colpito anche l’attenzione che ha per ogni persona che parla con lui: c’è solo quella e le dedica tutta la sua attenzione facendola trovare a proprio agio.

Al di là delle sue dimissioni, quale aspetto del Suo pontificato ritieni rimarrà nella storia?

Il suo è stato un alto Magistero. E’ stato uno dei più grandi teologi del Concilio. Le sue Encicliche, le sue lettere, i discorsi, le “Lezioni Magistrali” saranno le colonne portanti del futuro della Chiesa. Più passerà il tempo e più si comprenderà la grandezza di questo Papa.

Qualora lo dovessi incontrare dopo il 28 febbraio a Castel Gandolfo, da sacerdote, che sensazione credi proveresti?

Non sono ancora preparato e non so come potremo vederci. Io quando lo vedrò gli proporrò una S. Messa insieme ai fedeli nella mia parrocchia. Intanto lo accoglieremo numerosissimi il giorno 28 alle ore 17,15 quando arriverà a Castel Gandolfo per dimostrargli la nostra stima, il nostro amore, la nostra solidarietà.

Concludiamo, se c’è, con un aneddoto che puoi raccontarci…

Sì, un bell’ aneddoto ce l’ho. Stavamo a colazione il 15 agosto del 2011. Mi fa tante domande a cui cerco di rispondere. A dir poco mi fa parlare per circa mezz’ora, interrompendomi solo per altre domande. Alla fine è venuto fuori il discorso su don Bosco ed io ho detto: “Santità, io come don Bosco nella mia prima Messa ho chiesto al Signore il dono della parola”. Ed Egli, guardandomi con un sorriso, risponde: “ Sì, il Signore glielo ha concesso!”.

(Francesco Tota 16.02.2013)


Paparatzifan
00lunedì 25 febbraio 2013 15:23
Dal blog di Lella...

“Anche i peccatori possono votare il Papa”

Il vescovo che ha indagato sui preti pedofili: “Sbagliato puntare l’indice”

GIACOMO GALEAZZI

CITTÀ DEL VATICANO

E’ loro diritto e dovere partecipare al conclave. Dio saprà mettere sulla loro bocca parole che sgorgano da un cuore umiliato e trafitto». L’altamente significativo «disco verde» all’ingresso nella Cappella Sistina dei porporati «impresentabili» arriva dall’autorità ecclesiastica che più di ogni altra ha lavorato con Joseph Ratzinger alla «tolleranza zero» contro gli abusi del clero. «La sapienza non viene data solo ai santi ma anche ai peccatori», spiega il vescovo maltese Charles Scicluna, negli ultimi dieci anni pubblico ministero del tribunale della Dottrina della fede.

E’ giusto che anche i quattro cardinali travolti dagli scandali-abusi eleggano il Papa?

«Siamo tutti peccatori, Dio saprà volgere al bene anche la loro presenza in conclave. Dobbiamo guardarci dal puntare l’indice accusatore. Del resto anche il primo collegio degli apostoli non era tutto da canonizzare, abbiamo tesori in vasi d’argilla. E la fragilità umana diventa spettacolo per il mondo. Non si possono dare patenti. Chi è degno? Nella liturgia proclamiamo continuamente la nostra indegnità. Ogni giorno incontriamo nella Chiesa una santità alla quale vorremmo partecipare. È stata finalmente spezzata la cortina di silenzio che spesso copriva i casi di abusi. Per porre rimedio alla caduta morale del clero, il principio-guida è che solo la verità rende liberi gli uomini».

Perché questi porporati hanno taciuto di fronte ai preti pedofili?

«Per paura dello scandalo. Non hanno capito che la prospettiva andava ribaltata. Il vero scandalo è non denunciare gli abusi. La percezione è cambiata: il silenzio è diventato scandalo. E il merito è di Ratzinger. Quindi facciamoli entrare in conclave. Come recita il salmo 51. quello del Miserere:«Pietà di me, Dio, cancella il mio peccato,riconosco la mia colpa». Il diritto di partecipare rientra nel rispetto della loro coscienza, mentre il dovere di esserci è assunzione di responsabilità. Chi è senza peccato scagli la prima pietra».

Qual è il modello?

«La purificazione posta da Benedetto XVI al centro del suo pontificato. Si riallaccia a Gaetano da Thiene che spese la vita per moralizzare l’età dei Borgia e Alfonso Maria De’ Liguori che irradiava santità sul conclave. Purtroppo allora come oggi i punti dolenti sono il sesto e il settimo comandamento: non peccare contro la purezza e non rubare. Occorre ripartire dagli insegnamenti del Vangelo, lì c’è la risposta per rinnovare la vita religiosa. Abbiamo appena celebrato il 50° anniversario del Concilio: la base per il clero deve essere quello che ha detto papa Ratzinger ai sacerdoti romani. Nel campo della lotta agli abusi sessuali commessi da esponenti del clero lascia al successore un’eredità incancellabile che segnerà il futuro della Chiesa».

Ratzinger sarà un fattore in conclave?

«Chiunque sarà eletto la sua azione non potrà che essere un continuazione della “purificazione”. Benedetto XVI non è una cometa che passa e muore. Lo ha detto lui stesso al suo biografo Peter Seewald. E’ la fine e l’inizio di un’epoca. Ratzinger è un esempio di libertà fino alla scelta della rinuncia. Il successore sarà capace di dare tutto se stesso, di essere non solo una figura alla quale guardiamo come ad un esempio ma anche una guida che sa prendere il timone e orientare la Chiesa. Sugli abusi del clero d’ora in poi nessuno potrà dire di non sapere. La determinazione di Benedetto XVI contro la pedofilia nel clero non rimarrà solo come un memoria, un ricordo, una testimonianza. Ormai è parte fondamentale della risposta della Chiesa agli abusi. Sarà programma di governo per chiunque sarà eletto nella Sistina».

Cosa è cambiato?

«Ora ci sono tutti gli strumenti per intervenire e agire contro la pedofilia nel clero. Benedetto XVI ha dotato i vescovi di quanto occorre per impedire che si ripeta quanto accaduto in passato. Gli va riconosciuto il coraggio delle decisioni. La solitudine anche nelle dimissioni. È monaco per vocazione feconda. La sua parola è sempre limpida, teologicamente fondata, di straordinaria ispirazione per tutti. Nell’impegno contro gli abusi non si può più tornare: è legge universale della Chiesa, prassi irremovibile. Non lo scalfirà certo la presenza in conclave di alcuni elettori discussi».

© Copyright La Stampa, 25 febbraio 2013


Paparatzifan
00lunedì 25 febbraio 2013 15:32
Dal blog di Lella...

En el corazón de la Iglesia

José Luis Restán

Una incalculable multitud se ha congregado en la Plaza de San Pedro y en las vías aledañas para dar el penúltimo abrazo a su Papa. Un Papa tranquilo y confiado que incluso ha buscado abreviar su habitual comentario sobre el evangelio del domingo, quizás para evitar recrearse en una posible exaltación.
Tras comentar la subida de Jesús al monte de la Transfiguración, acompañado de Pedro, Santiago y Juan, Benedicto XVI ha dicho que siente la palabra de este Evangelio especialmente dirigida a su persona en este momento: "el Señor me llama a subir al monte para dedicarme todavía más a la oración y a la meditación". Lágrimas y aplausos se han mezclado en San Pedro en un momento de especial emoción, que el Papa ha acortado suavemente con su sonrisa de niño, y un gracias tal vez algo más intenso de lo habitual. "El Señor me llama". Quizás sea la clave que nadie osa manejar estos días, y es sin embargo la única que sirve.
"Esto no significa abandonar la Iglesia", añadió Benedicto, esta vez con fuerza y con un gesto expresivo de su dedo índice, como saliendo al paso de tantas estupideces y perfidias de estas horas. Fue el momento más clamoroso, cuando su pueblo le abrazó con más fuerza, cortando hasta tres veces su intento de proseguir. "Si Dios me pide esto es para que pueda seguir sirviéndola con la misma dedicación y el mismo amor con el que he intentado hacerlo hasta ahora, pero de un modo más adecuado a mi edad y a mis fuerzas". Con esta sencillez que desarma quiso hablar uno de los grandes teólogos de la historia, el hombre que por obediencia se calzó a los 78 años las sandalias del pescador y que ahora, por obediencia y por amor, emprende la subida a este monte desde donde se bombea la savia al tejido de todo el cuerpo de la Iglesia.
Ese cuerpo que ha amado en cada uno de sus miembros, por el que se ha consumido, al que ha embellecido, curado y cuidado sin ahorrar tiempo, inteligencia, fama y salud. Un cuerpo del que en todo momento se ha sabido humilde obrero, y del que ha recibido cada instante el alimento, el calor y la paga que le ha reservado su Señor.
En estos días entiendo algunas cosas y otras me resultan opacas. Entiendo por encima de todo a Benedicto XVI, su palabra y sus gestos transparentes. Entiendo a tantos hombres y mujeres de buena voluntad que se sienten conmovidos y descolocados. Comprendo muy bien a los enemigos de la Iglesia, que con toda lógica engrasan su artillería en este momento. Pero no puedo entender a los católicos que siembran dudas absurdas, a los que para exaltar a Pedro denigran a la Iglesia por la que se ha entregado ni a los que afirmando sus propios prejuicios y esquemas se vuelven ciegos para comprender la grandeza de este instante.
Al terminar sus Ejercicios acompañado por la Curia, el Papa ha dicho unas palabras que necesitamos tener presentes los próximos días: que en este mundo nacido de la bondad y la inteligencia creadora de Dios, el maligno busca continuamente ensuciar la creación para contradecir a Dios y hacer irreconocible su verdad y su belleza. Por eso en esta condición histórica el Hijo encarnado debe aparecer como "caput cruentatum"; Él y quienes lo representen en cada momento deben estar coronados de espinas. Y lo más tremendo es que esa batalla no se libra sólo en el exterior sino también dentro del recinto de la Santa Iglesia.
Como dijo al despedirse de sus colaboradores: "gracias por todo, y sigamos caminando en este misterioso universo de la fe para que seamos cada vez más capaces de orar, de anunciar, de ser testigos de la Verdad que es bella, que es Amor". Él no abandona, se introduce totalmente en el corazón de la Iglesia.

www.paginasdigital.es/v_portal/informacion/informacionver.asp?cod=3472&te=15&idage=66...


Paparatzifan
00lunedì 25 febbraio 2013 15:36
Dal blog di Lella...

PAPA: VI RINGRAZIO PER L'AFFETTO E LA CONDIVISIONE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 24 feb.

"Vi ringrazio per l'affetto e la condivisione, specialmente nella preghiera, di questo momento particolare per la mia persona e per la Chiesa". Con queste parole Benedetto XVI si e' congedato dalla grande folla che ha partecipato al suo ultimo Angelus domenicale.
"So - li ha salutati il Papa - che sono presenti molte diocesi, rappresentanti movimenti, numerosi rappresentanti di associazioni, istituzioni, come pure tanti giovani, anziani e famiglie". "A tutti - ha concluso - auguro una buona domenica e una buona settimana. Nella preghiera siamo sempre vicini. Ringraziamo il Signore per un po' di sole che oggi ci dona".

© Copyright (AGI)

ATTRAVERSO LA SOFFERENZA E LA CROCE ARRIVERA' RISURREZIONE


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 24 feb.

"Attraverso la sofferenza e la croce possiamo raggiungere la risurrezione". Benedetto XVI ha riassunto cosi' il messaggio del Vangelo di oggi, che, ha spiegato, "ci conduce sul monte Tabor, dove Cristo ha svelato davanti i discepoli lo splendore della sua divinita' e diede la certezza" riguardo al destino futuro dell'uomo. "Dobbiamo saper scorgere la Sua presenza, la Sua gloria e la Sua divinita' nella vita della Chiesa, nella contemplazione e negli eventi di ogni giorno", ha esortato il Pontefice in polacco, dicendo ai connazionali di Papa Wojtyla il suo grazie per la loro presenza, testimonianza ulteriore, ha concluso, "del ricordo e della manifestazione di benevolenza che da voi ricevo in questi giorni e in modo particolare per le preghiere".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00lunedì 25 febbraio 2013 15:51
Da "Globalist.it"...

Non solo il Papa, molti monsignori dovrebbero dimettersi

Mentre il Pontefice parla di Chiesa deturpata, in macerie e di sporcizia, in Curia invece di fare autocritica se la prendono con i giornalisti.

lunedì 25 febbraio 2013 12:26

di Filippo Anastasi

Orson Welles ne sarebbe fiero. Il quarto potere, che dopo il suo film del 1941 è sinonimo di un giornalista che ha capacità di influenzare opinioni e scelte dell'elettorato, è addirittura potere divino, con capacità di influenzare lo Spirito Santo. Sì perché a noi vaticanisti di qualche esperienza ci avevano sempre fatto credere che fosse lo Spirito Santo a scendere nell'anima dei conclavisti e guidare la loro mano nell'urna sacra della Cappella Sistina. Invece, senza nessun dogma del pontefice , senza nessun "motu proprio", apprendiamo da una nota della Segreteria di Stato che i giornalisti influenzano con notizie inesatte i cardinali che stanno per entrare in conclave ed eleggere il successore di Pietro.

Come al solito la colpa è dei media. Se la Chiesa è deturpata (parole del Papa ) la colpa è dei media. Se la Chiesa "è ridotta in macerie" , se c'è "tanta sporcizia nella Chiesa "se. se. la colpa è di chi scrive o parla. Il vangelo più o meno diceva " non guardare la pagliuzza negli occhi degli altri ,ma la trave nel tuo".

Invece ai monsignori , dal 28 febbraio senza più incarichi di curia, l'esame di coscienza chiesto da un Papa che non è riuscito a farli né dimettere, né ragionare pare proprio non vada giù. Qualcuno è responsabile di questo scatafascio: sono i media che infangano.

Intanto le macerie, più che altro morali, balzano agli occhi del mondo intero. E tra qualche ora dovrebbero essere per iscritto davanti agli occhi dei conclavisti. E' attesa la divulgazione ai cardinali della "relationem" redatta dai tre saggi e anziani inquisitori porporati Herranz,Tomko e De Giorgi. Nelle pagine raccolte e scritte dai tre con il cuore dolorante è dipinta una drammatica situazione della Chiesa, ma soprattutto della curia. Qualcuno dovrebbe seguire Papa Ratzinger nel suo romitaggio volontario. Si racconta di scenari apocalittici che il catechismo codificherebbe nelle violazioni del sesto comandamento ( atti impuri ) del settimo ( ruberie ) e dell' ottavo ( menzogne ). Che queste cose siano arrivate alla stanza di Benedetto XVI è indubbio altrimenti non avrebbe lasciato il Soglio, altrimenti non avrebbe detto le ultime cose, non avrebbe cambiato nomine all'ultima ora.

Tutte notizie sapute e risapute è la fonte è sempre la stessa, più che certa: il Papa che si è dimesso. Adesso però si viene a sapere che sono i giornalisti a volere influenzare il conclave. Continuo a credere che quando non si sa che dire la colpa è del quarto potere . Grazie della considerazione, ma tutte quelle anime buone che entreranno nella Cappella Sistina faranno i conti con la loro fede, la loro coscienza e "vivaddio" con lo Spirito Santo.


Paparatzifan
00lunedì 25 febbraio 2013 15:56
Dal blog di Lella...

25/02/2013

Si è dimesso il cardinale O'Brien

La scelta del cardinale scozzese accettata dal Papa, scende il numero dei candidati al Conclave

GIACOMO GALEAZZI
CITTÀ DEL VATICANO

Si ritira il conclavista accusato di aver abusato di quattro preti. Il primate della Chiesa cattolica britannica, il cardinale scozzese Keith O'Brien, si è dimesso da arcivescovo, dopo le accuse di "comportamento inappropriato" mosse contro di lui da tre sacerdoti e da un ex sacerdote. O'Brien non parteciperà al conclave.
La proposta di dimissioni da parte del card. Keith O'Brien dalla guida della diocesi di Edimburgo «è precedente» alle questioni emerse in questi giorni e «la decisione del Papa di accettarle è maturata per diventare definitiva quest'oggi in vista dell'inizio della sede vacante». ha detto a margire dell'incontro con i giornalisti padre Federico Lombardi.

Il cardinale Keith O'Brien ha annunciato inoltre che non parteciperà al Conclave. «Chiedo la benedizione di Dio sui miei fratelli cardinali» che presto saranno a Roma per eleggere il nuovo Papa, «io non mi aggiungerò a loro di persona per questo Conclave. Non voglio che l'attenzione dei media a Roma sia concentrata su di me», si legge nella dichiarazione diffusa da O'Brien dopo che il Papa ha accettato le sue dimissioni da arcivescovo di St. Andrews e Edimburgo.
Il Papa avrebbe accettato le dimissioni dell'arcivescovo di Edimburgo in base al primo comma del canone 401, cioè per ragioni di età. Avendo il porporato raggiunto quasi i 75 anni, che compirà il 17 marzo, Benedetto XVI avrebbe dunque, secondo Radio Vaticana, utilizzato questa circostanza per accettarne le dimissioni senza entrare formalmente nel merito delle accuse rivolte al porporato.

O’Brien è uno strenuo conservatore soprattutto in materia di omosessualità, che ha condannato come immorale e contro i matrimoni gay definiti «dannosi per il benessere fisico, mentale e spirituale».Avere interessato il Pontefice della situazione era già il segno di quanto fosse delicata la situazione.

Il porporato aveva già annunciato la sua partenza per Roma per partecipare al Conclave. Ieri aveva preferito non celebrare la messa della domenica, come invece era previsto, nella cattedrale di St. Mary a Edimburgo. «Non possiamo non essere addolorati per gli avvenimenti delle ultime 24 ore», ha commentato il vescovo Stephen Robson che ieri ha celebrato la funzione religiosa al suo posto. Un ulteriore problema per il Vaticano in uno dei momenti più delicati della sua storia recente. Il cardinale scozzese Keith O'Brien, il più alto porporato britannico e tra quelli che avevano diritto di voto nell'elezione del prossimo papa, era finito nel mirino delle polemiche. Il dossier, si era appreso ieri, era già sul tavolo del Papa.

«Il Pontefice è informato sul problema e la questione è ora nelle sue mani», aveva detto padre Lombardi. Se provate le accuse, rivelate in prima pagina sul domenicale Observer, sono pesantissime. Vanno a ritroso di oltre trent'anni e sono state fatte pervenire al nunzio apostolico in Gran Bretagna, l'arcivescovo Antonio Mennini. Un episodio risale al 1980.

All'epoca, la persona che oggi punta il dito contro il comportamento di O'Brien, aveva 18 anni ed era un seminarista al St.Andrew's College (a Drygrange, in Scozia) dove l'attuale cardinale era il suo "direttore spirituale". A quanto si apprende, ha parlato di un «approccio inappropriato» dopo le preghiere della sera. L'allora seminarista sarebbe stato in quel momento troppo spaventato per riportare l'accaduto, ma da allora la sua personalità sarebbe cambiata, e anche i suoi insegnanti avrebbero notato che appariva spesso depresso.

L'uomo avrebbe riferito al nunzio che abbandonò il sacerdozio nel momento in cui O'Brien fu nominato cardinale (da Giovanni Paolo II nel 2003). Si è poi sposato.

«Sapevo che avrebbe sempre esercitato un certo potere su di me. Si pensava che io avessi lasciato il sacerdozio per sposarmi. Non fu così. Lo feci per preservare la mia integrita».Quello che viene poi indicato dal giornale come "prete B" riferisce di un episodio, sempre negli anni '80: un «comportamento", da parte del cardinale nei suoi confronti, «non cercato» e avvenuto a tarda serata, dopo una «sessione di bevute».

C'è poi "Prete C", che accusa O'Brien di aver usato il momento della preghiera serale come una scusa per «contatti inappropriati». Il cardinale avrebbe poi mantenuto i contatti con "Prete C" per un certo periodo e anche questo dettaglio sarebbe stato fatto pervenire all'ufficio del Nunzio - almeno in un'altra occasione O'Brien, descritto da "prete C" come «molto carismatico», avrebbe fatto in modo di trovarsi in una situazione definita come intima.«Bisogna comprendere qual è il rapporto tra un vescovo e un prete. Gli si deve obbedienza - spiega l'ex sacerdote - è più di un capo, di un amministratore delegato di un'azienda. Esercita su di te un potere immenso».

Le accuse sarebbero state riportate prima dell'annuncio delle dimissioni da parte di Benedetto XVI. Negli ultimi giorno O'Brien aveva suscitato un certo clamore per un'ntervista in cui affermava che a suo avviso i preti dovrebbero potersi sposare, se lo desiderano.

Un'apertura inedita e sorprendente anche perché il porporato è considerato un ferreo tradizionalista. Uno strenuo conservatore soprattutto in materia di omosessualità, che aveva condannato come immorale, e contro i matrimoni gay che aveva definito «dannosi per il benessere fisico, mentale e spirituale».


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