Notizie dal B16F

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Paparatzifan
00venerdì 28 dicembre 2012 03:50
Dal blog di Lella...

PAPA: IN CINA NUOVA DIRIGENZA VALORIZZI APPORTO RELIGIONI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 dic.

Un appello e' stato rivolto dal Papa - nel messaggio di Natale in mondoviosione - anche ai responsabili della Cina.
"Il Re della Pace - ha detto - rivolga il suo sguardo ai nuovi dirigenti della Repubblica Popolare Cinese per l'alto compito che li attende. Auspico che esso valorizzi l'apporto delle religioni, nel rispetto di ciascuna, cosi' che queste possano contribuire alla costruzione di una societa' solidale, a beneficio di quel nobile Popolo e del mondo intero".
"Dove non si da' gloria a Dio - aveva ammonito Papa Ratzinger 12 ore prima nella messa di mezzanotte - dove Egli viene dimenticato o addirittura negato, non c'e' neppure pace".

© Copyright (AGI)

PAPA: INVOCA PACE IN NORD AFRICA, MALI', KENYA E NIGERIA


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 26 dic.

"Nei Paesi del Nord Africa, che attraversano una profonda transizione alla ricerca di un nuovo futuro, in particolare in Egitto, terra amata e benedetta dall'infanzia di Gesu', i cittadini costruiscano insieme societa' basate sulla giustizia, il rispetto della liberta' e della dignita' di ogni persona". Lo ha chiesto il Papa nel suo tradizionale Messaggio di Natale letto dalla Loggia delle Benedizioni davanti a 80 mila fedeli radunati in piazza San Pietro e circa un miliardo che nei 5 continenti seguivano il collegamento mondovisione.
Spostando lo sguardo piu' a sud, nell'Africa nera, Benedetto XVI ha poi aggiunto: "il Natale di Cristo favorisca il ritorno della pace nel Mali e della concordia in Nigeria, dove efferati attentati terroristici continuano a mietere vittime, in particolare tra i Cristiani. Il Redentore rechi aiuto e conforto ai profughi dell’Est della Repubblica Democratica del Congo e doni pace al Kenya, dove sanguinosi attentati hanno colpito la popolazione civile e i luoghi di culto".
Il Papa tedesco ha rivolto poi il suo auspicio di pace all'Asia. Gesu' Bambino, ha invocato Benedetto XVI, "guardi con benevolenza ai numerosi popoli che abitano quelle terre e, in modo speciale, quanti credono in Lui".
Ed anche i "numerosissimi fedeli" latinoamericani sono stati benedetti dal Pontefice, affinche' Gesu' Bambino sostenga in particolare gli emigrati e l’impegno dei governi allo sviluppo e alla lotta alla criminalita'. La presenza sulla terra "dell'uomo nato a Betlemme da Maria", ha ribadito alla fine, e' garanzia che esiste "una terra buona".

© Copyright (AGI)

PAPA: IN ITALIA IL NATALE FAVORISCA COLLABORAZIONE BENE COMUNE


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 26 dic.

"L'amore di Dio per gli uomini, che l'odierna festa natalizia ci fa contemplare, favorisca lo spirito di collaborazione per il bene comune, induca a riflettere sulla gerarchia di valori con cui attuare le scelte piu' importanti, ravvivi la volonta' di essere solidali e doni a tutti la speranza che viene da Dio".
E' stato questo l'augurio del Papa "agli abitanti di Roma e dell'Italia intera", quando, dopo la lettura del Messaggio dalla Loggia delle Benedizioni, Benedetto XVI ha ripetuto il suo "Buon Natale" in 65 lingue, tra le quali russo, mongolo, kazako, georgiano, turco, arabo, ebraico, aramaico, armeno, hindi, tamil, malayalam, bengalese, birmano, urdu, cinese, giapponese, coreano, vietnamita, singalese, tailandese, indonesiano, cambogiano e filippino.

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00sabato 29 dicembre 2012 00:24
Dal blog di Lella...

PAPA: SU TWITTER, DA BAMBINO PRESEPE MI DAVA GRANDE GIOIA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 dic.

"Il presepe che si faceva insieme nella nostra casa mi dava grande gioia". Benedetto XVI ha voluto confidarlo su Trwitter subito dopo la messa della Notte di Natale, aprendo cosi' un piccolo squarcio sulla sua giovinezza con 140 caratteri lanciati dall'account @Pontifex.
Anche se privo delle lettere maiuscole RT che la grammatica del social network imporrebbe quando si ripetono parole dei propri fallower, il tweet precedente di @Pontifex riportava una domanda che chiedeva "quale tradizione familiare natalizia della sua infanzia" ricordasse ancora. E il Papa ha risposto: "Il presepe che si faceva insieme nella nostra casa mi dava grande gioia. Aggiungevamo figure ogni anno e usavamo muschio per decorarlo".
Poche ore prima un grande applauso all'indirizzo di Benedetto XVI aveva suggellato l'inaugurazione del presepe in Piazza San Pietro, donato quest'anno dalla Basilicata. Momenti di musica si erano alternati a meditazioni, fino alla preghiera conclusiva guidata dal cardinale Angelo Comastri, arciprete Basilica di San Pietro, che ha parlato del Natale come mistero di puro e gratuito amore, lezione di umilta' di Dio per tutti noi. Quindi, come consuetudine, verso le 18 il Papa dalla finestra del suo studio privato ha acceso il "lume della pace" posto sul davanzale, la cui fiammella e' stata attinta da una lanterna gia' accesa con la fiamma della "Luce di Betlemme", proveniente dalla grotta della Nativita' e diffusa in tanti Paesi e localita' d'Europa.
Ambientato nel paesaggio dei Sassi di Matera, patrimonio dell’Unesco, il presepe presenta scene di vita quotidiana, animate da oltre 100 statuine di terracotta, alte fra i 28 e i 22 cm. A realizzare l'opera, e' stato il maestro Francesco Artese, famoso in tutto il mondo per i suoi presepi, uno dei quali e' esposto in permanenza nel museo di Betlemme. Alla Radio Vaticana che lo ha intervistato, il maestro ha spiegato che "il presepe di piazza San Pietro - che ha una dimensione di circa 160 metri quadri - e' la rappresentazione del Mistero in un ambiente tipicolucano: i Sassi di Matera. La nativita' e' una grotta, una chiesa rupestre, di cui a Matera ce ne sono 154". "Ho realizzato la Grotta - ha rivelato - in una chiesa rupestre, con gli affreschi in stile bizantino del 1300. Quindi i Sassi di Matera diventano la culla della Natività, del mistero che ha cambiato la storia dell’Uomo. Cristo che nasce in mezzo ai nostri contadini, in mezzo alla gente semplice, umile".
Un presepe impegnativo, dunque, anche per dimensioni e numero di personaggi e soprattutto anche per l’ambientazione, quindi per la costruzione delle case, del paesaggio. "Ho iniziato a giugno - ha confidato l'artista - la realizzazione del progetto. Poi, l’esecuzione dalla fine di luglio: ha richiesto diversi mesi di lavoro. Ci sono circa 100 personaggi. E' bello: a fare il presepe si cresce, e quindi si matura. Anche il presepe fa maturare le persone".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00sabato 29 dicembre 2012 21:09
Dal blog di Lella...

A colloquio con l'arcivescovo Guido Pozzo, elemosiniere di Sua Santità

I nuovi poveri bussano alla porta del Papa

di Nicola Gori

Con 7.000 richieste di aiuto economico e circa 900.000 euro elargiti nel 2011, l'Elemosineria Apostolica si conferma la «mano» del Pontefice per la carità ai poveri. Tanto più di fronte al perdurare della crisi economica, che rende ancor più urgente e preziosa la sua operosità. L'attività dell'Elemosineria si concentra principalmente nella diocesi di Roma, ma il suo respiro è universale, perché raggiunge anche altri Paesi, in particolare, quelli dell'Europa dell'est e del Medio Oriente. A ricevere aiuto sono non soltanto singoli fedeli ma anche associazioni e istituzioni caritative attive nei più vari ambiti. Ce ne parla, in questa intervista al nostro giornale, l'arcivescovo Guido Pozzo, dal 3 novembre scorso Elemosiniere di Sua Santità dopo essere stato per più di tre anni segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei.

L'uso di provvedere alle necessità dei più poveri con opere di carità risale all'antichità cristiana. In che modo l'Elemosineria Apostolica realizza oggi questa missione?

L'attività principale dell'Elemosineria Apostolica è appunto esercitare l'elemosina, o meglio, la carità a nome e per conto del Papa. L'incombenza primaria è quindi quella di compiere quotidianamente e con discrezione tale esercizio. Le domande disegnano un quadro abbastanza complesso e variegato delle povertà che purtroppo in questi ultimi tempi cominciano ad affliggere anche zone e categorie di persone che finora godevano di un certo benessere economico. Le indigenze e miserie raccontate riguardano però la persona nella sua totalità, e non solo sotto il profilo strettamente finanziario. Le richieste di aiuto devono essere accompagnate da una attestazione dei parroci e a loro, in quanto garanti, viene trasmesso l'aiuto economico da devolvere alle persone interessate. È importante infatti che il gesto generoso del Pontefice sia inserito e integrato nella solidarietà della Chiesa locale e della comunità cristiana parrocchiale. Le elargizioni sono di entità modesta, proprio perché si vuole estendere al maggior numero di persone il sostegno di aiuto.

A causa della crisi economica, sono sempre di più le persone che bussano alle istituzioni caritative. Chi sono in particolare quelle che si rivolgono a voi e da quali zone o Paesi provengono?

Le richieste provengono in maggioranza da ogni parte d'Italia -- in prevalenza dalla città di Roma, che è la diocesi del Papa -- nonché da altri Paesi e continenti, in particolare i Paesi dell'Europa dell'est, i territori di missione, il Medio Oriente. Le domande giungono sia da singole persone che da nuclei familiari. La sollecitudine e la vicinanza del Papa verso i bisognosi tramite l'Elemosineria ha raggiunto anche una cinquantina di associazioni e istituzioni caritative, che si occupano di alleviare le sofferenze e le indigenze di diverse categorie di persone in difficoltà, come rifugiati politici, carcerati, persone senza fissa dimora e studenti stranieri universitari, infermi ricoverati in ospedale, madri nubili, bambini orfani o abbandonati. Infine, non manca una particolare attenzione per le comunità claustrali femminili che si trovano prive di mezzi sufficienti di sostentamento.

Il tempo di Natale è un'occasione per riscoprire la solidarietà, ma soprattutto per celebrare la nascita del Salvatore che ha voluto farsi bambino e nascere in una condizione di totale povertà. Di fronte alla società di oggi che sembra avere altri punti di riferimento, come è possibile riscoprire e riproporre i valori fondamentali iscritti nel mistero della Natività?

La società consumistica e secolarizzata di oggi è una società in profonda crisi, non solo a motivo delle gravi difficoltà economiche, finanziarie e sociali, che mettono in crisi le possibilità stesse delle risorse delle famiglie per i consumi, ma anche a causa dell'ideologia che ne sta alla radice: l'illusione che l'idea del progresso economico e tecnico possa costituire il fattore determinante della felicità e del futuro della storia. Certamente non è sufficiente trovarsi nella crisi per riscoprire la verità del sacro e l'identità della vera religione. La Chiesa è però chiamata in questa situazione a far ritrovare la profondità e l'essenza della fede cristiana, contro ogni illusione di falso misticismo e di ingannevole spiritualismo, incline a mettere tutte le religioni più o meno allo stesso livello, e che potrebbero rappresentare oggi una via di fuga per tante persone che vivono una situazione di precarietà, non solo economica, ma anche morale e spirituale. Il tempo di Natale diventa allora un'occasione propizia perché, di fronte al suo travisamento consumistico, la comunità cristiana testimoni e manifesti l'insufficienza di una semplice disposizione d'animo, dei soli buoni sentimenti, e recuperi quel saldo e robusto nutrimento dello spirito che viene dalla Parola di Dio incarnata e dalla sapiente dottrina della Chiesa unita ad una testimonianza coraggiosa di carità e di amore fraterno specialmente verso i più bisognosi. Nel mistero del Natale veniamo a sapere che il Signore ha scelto di nascere in una condizione di povertà, non già perché la povertà sia una condizione ottimale, e tanto meno per una scelta di classe, ma perché così possiamo riconoscere che la vera ricchezza è l'amore di Dio, un amore gratuito che raggiunge qualunque situazione dell'uomo sulla terra. Se la coscienza dell'uomo viene ricondotta a confrontarsi con il nucleo profondo dell'esperienza cristiana dell'incontro con Cristo, e mediante Cristo con il mistero di Dio, allora saranno conseguenti anche la riscoperta e il gusto per i valori fondamentali rappresentati dalla celebrazione della domenica come giorno del Signore.

L'Elemosineria Apostolica è conosciuta al grande pubblico per il rilascio delle pergamene con la benedizione papale. Qual è il significato di questa tradizione?

È stato Leone XIII a dare all'Elemosiniere -- che fa parte della Famiglia Pontificia -- la facoltà di concedere la benedizione apostolica, mediante particolari rescritti e diplomi su carta pergamena in occasione di momenti particolarmente significativi e importanti per la vita di fede e sacramentale di singoli fedeli e di comunità e istituti ecclesiastici. Attualmente la diffusione delle pergamene ha luogo attraverso l'attività dell'apposito ufficio, che si avvale, oltre che del personale interno, anche della collaborazione di diciassette calligrafi esterni per la scrittura dei diplomi. Inoltre sono coinvolti anche una settantina di enti per la concessione del rescritto, regolati da una precisa convenzione e comprendenti negozi di articoli religiosi, librerie cattoliche, istituti religiosi, monasteri di clausura. Nel 2011 sono state chieste direttamente all'Elemosineria Apostolica circa 120.000 pergamene, mentre il numero dei diplomi presentati alla firma dell'Elemosiniere da parte degli enti convenzionati si è assestato lo scorso anno sulla cifra di 108.000. Con la somma ricavata dalle offerte ricevute e dal contributo richiesto agli enti convenzionati, si è potuto coprire totalmente l'importo delle elargizioni compiute durante l'intero anno 2011.

In questo Anno della fede, come può contribuire l'Elemosineria alla nuova evangelizzazione?

Benedetto XVI nel messaggio per la Quaresima del 2011 scrisse: «La pratica dell'elemosina è un richiamo al primato di Dio e all'attenzione verso l'altro, per riscoprire il nostro Padre buono e ricevere la sua misericordia». Anche attraverso la pratica dell'elemosina annunciamo agli uomini la verità di un Dio che è Padre misericordioso e che vuole la salvezza di tutti gli uomini, perché tutti possano raggiungere la verità e l'amore di Dio. Tramite il sostegno materiale, che ha il valore soprattutto di segno che rinvia alla necessità di un sostegno più profondo e che proviene dall'alto, l'Elemosineria intende anche rispondere a un bisogno più profondo, che emerge dalle richieste materiali, e cioè il bisogno di un nutrimento per lo spirito, che solo dalla grazia di Dio può essere soddisfatto e adempiuto pienamente.


(©L'Osservatore Romano 29 dicembre 2012)


Paparatzifan
00domenica 30 dicembre 2012 04:15
Dal blog di Lella...

PAPA: L'IMPEGNO ECUMENICO E' IRREVOCABILE DICE AI 50 MILA DI TAIZE'

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 29 dic.

"Vi assicuro dell'impegno irrevocabile della Chiesa Cattolica a proseguire la ricerca di vie di riconciliazione per giungere all'unita' visibile dei cristiani".
Con queste parole Benedetto XVI si e' rivolto agli oltre 50 mila partecipanti all'incontro promosso in piazza San Pietro dalla Comunita' di Taize', salutando "con affetto tutto particolare - ha detto - quanti tra voi sono ortodossi o protestanti".
"Siete venuti molto numerosi, da tutta l'Europa e anche da altri continenti - ha osservato il Papa parlando ai giovani che hanno trovato ospitalita' nelle parrocchie e presso le famiglie della Capitale - per pregare presso le tombe dei santi Apostoli Pietro e Paolo. In questa citta', infatti, entrambi hanno versato il loro sangue per Cristo. La fede che animava questi due grandi Apostoli di Gesu' e' anche quella che vi ha messi in cammino". "Durante l'anno che sta per iniziare, voi vi proponete - ha aggiunto riferendosi allo slogan "pellegrinaggio della fiducia" che da 35 anni caratterizza l'iniziativa di questi raduni di fine anno in citta' europee e che giunge per la 4 volta a Roma - di liberare le sorgenti della fiducia in Dio per viverne nel quotidiano. Mi rallegro che voi incontriate in tal modo l'intenzione dell'Anno della fede iniziato nel mese di ottobre".
Nella sua omelia, il Pontefice tedesco ha ricordato che "poco piu' di 70 anni fa, Fratel Roger Schultz ha dato vita alla comunità di Taize'". Questa - ha rilevato - continua a veder venire a sé migliaia di giovani di tutto il mondo, alla ricerca di un senso per la loro vita, i Fratelli li accolgono nella loro preghiera e offrono ad essi l'occasione di fare l'esperienza di una relazione personale con Dio. Per sostenere questi giovani nel loro cammino verso Cristo, Fratel Roger ebbe l'idea di cominciare un 'pellegrinaggio di fiducia sulla terra'". "Testimone instancabile del Vangelo della pace e della riconciliazione, animato dal fuoco di un ecumenismo della santita', Fratel Roger - sono state le parole di Papa Ratzinger - ha incoraggiato tutti coloro che passano per Taize' a diventare dei cercatori di comunione". Benedetto XVI ha anche ripetuto le parole da lui pronunicate all'indomani della morte del fondatore della Comunita' ecumenica, nell'agosto del 2005: "Dovremmo ascoltare dal di dentro il suo ecumenismo vissuto spiritualmente e lasciarci condurre dalla sua testimonianza verso un ecumenismo veramente interiorizzato e spiritualizzato". "Sulle sue orme - ha poi concluso - siate tutti portatori di questo messaggio di unita'".

© Copyright (AGI)

PAPA: LA SOFFERENZA DEGLI INNOCENTI CREA DUBBI ALLA FEDE


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 29 dic.

"A volte il male e la sofferenza degli innocenti creano il dubbio e il turbamento.
E il si' a Cristo puo' diventare difficile". Benedetto XVI lo ha ammesso questa sera parlando ai giovani di Taize' che gremivano piazza San Pietro per un incontro di preghiera caratterizzato da intensa spiritualita' e concentrazione, specie durante la prolungata adorazione eucaristica che ne e' stato il cuore. "Questo dubbio - li ha rassicurati - non fa di voi dei non credenti! Gesu' non ha respinto l'uomo del Vangelo che grido': 'Credo; aiuta la mia incredulita'!".
"Perche' in questo combattimento voi non perdiate la fiducia, Dio - ha speigato il Papa teologo ai 50 mila ragazzi presenti - non vi lascia soli e isolati. Egli da' a tutti noi la gioia e il conforto della comunione della Chiesa". Nella sua riflessione, il Pontefice tedesco ha rievocato le straordinarie figure di Giovanni Paolo II e di frere Roger, scomparsi entrambi nel 2005, e la loro grande amicizia e sintonia testimoniate dalle parole di Karol Wojtyla al raduno del 1987: "il Papa si sente profondamente impegnato con voi in questo pellegrinaggio di fiducia sulla terra. Anch'io sono chiamato ad essere un pellegrino di fiducia in nome di Cristo". "Cari giovani amici - ha poi aggiunto - Cristo non vi toglie dal mondo. Vi manda la' dove la luce manca, perche' la portiate ad altri. Si', siete tutti chiamati ad essere delle piccole luci per quanti vi circondano". "Durante il vostro soggiorno a Roma, grazie specialmente all'accoglienza generosa di tante parrocchie e comunita' religiose, voi - ha infine concluso Benedetto XVI - fate una nuova esperienza di Chiesa. Tornando a casa, nei vostri diversi Paesi, vi invito a scoprire che Dio vi fa corresponsabili della sua Chiesa, in tutta la varieta' delle vocazioni. Lo Spirito Santo plasma e fa vivere questo mistero di comunione che e' la Chiesa, al fine di trasmettere la buona novella del Vangelo al mondo di oggi".

© Copyright (AGI)

PAPA: I CANTI DI TAIZE' RIEMPIONO LE BASILICHE ROMANE


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 29 gen.

"I canti di Taize' riempiono in questi giorni le basiliche di Roma".
Benedetto XVI ha descritto con queste semplici parole il grande "pellegrinaggio della fiducia" promosso dalla comunita' ecumenica fondata da frere Roger Schultz, che ha portato a Roma oltre 40 mila giovani di tutta Europa che hanno gremito questa sera piazza San Pietro insieme ad almeno 10 mila partecipanti, i membri delle famiglie romane che ospitano i ragazzi di Taize' nelle loro case.
"Il canto - ha detto il Papa ai giovani - e' un sostegno e un'espressione incomparabile della preghiera. Cantando Cristo, voi vi aprite anche al mistero della sua speranza. Non abbiate paura di precedere l'aurora per lodare Dio. Non sarete delusi".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00lunedì 31 dicembre 2012 03:54
Dal blog di Lella...

Tra antiche scenografie e rappresentazioni allestite con materiali riciclati

Presepi in Vaticano

E c'è anche una Natività bavarese con Benedetto XVI e due gattini

di Nicola Gori

Case scavate nelle rocce, erte scale, campanili svettanti dietro l'abitato arroccato. È di grande impatto scenico il presepe allestito quest'anno in piazza San Pietro. Gesù nasce in mezzo a uno spaccato di vita ambientato tra i Sassi di Matera. Nella quotidianità dell'antica civiltà contadina lucana, incentrata su antichi mestieri e su forti legami familiari e religiosi, trova accoglienza la Sacra Famiglia.
Il presepe è esposto sotto una tensostruttura ricoperta da teli mesh microforati raffiguranti affreschi della cripta della più importante e celebre delle chiese rupestri della zona di Matera, risalente al periodo longobardo. Il complesso è opera del maestro Francesco Artese ed è stato offerto a Benedetto XVI dalla regione Basilicata in collaborazione con il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. È la prima rappresentazione della Natività che si incontra in un ideale tour alla scoperta di alcuni dei presepi che addobbano i palazzi e i cortili vaticani in questo Natale.
Dalla piazza si prosegue verso la basilica, dove è esposto il monumentale presepe allestito dai sampietrini nella navata laterale sinistra, all'altare di San Pio X della cappella della Presentazione. Le statue, scolpite in legno e dipinte con colori policromi, sono opera dello scultore tedesco Heinrich Zunterer, di Oberammergau, il quale ha eseguito inizialmente il gruppo della natività e ne ha fatto dono a Giovanni Paolo II, che l'ha offerto alla basilica. È dal 1985 che questo presepe viene esposto in San Pietro. Con il passare degli anni è stato arricchito con altre statuine, alcune delle quali dotate di un meccanismo per il movimento. Sono state donate da Sonia Bernardini, di Loreto, al cardinale Angelo Comastri, arciprete della basilica. Il presepe possiede appositi macchinari per la produzione di neve artificiale, donati alla basilica da Antonio Foligno.
Ci spostiamo nella pontificia parrocchia di Sant'Anna, dove la rappresentazione della Natività ha il vanto di voler celebrare l'Anno della fede. Sullo sfondo, infatti, dietro la grotta di Betlemme, si intravede l'arco di una grande porta. Da quell'arco, e solo da lì, si esce dalla grotta, per tornare nella propria routine quotidiana; quella è la Porta fidei, che siamo invitati a oltrepassare. Sulla destra è raffigurato il simbolo dell'Anno della fede.
Il significato di questa rappresentazione della Natività è immediato, come spiega il parroco, l'agostiniano Bruno Silvestrini: «Tutti coloro che accolgono il messaggio degli angeli, gli uomini di buona volontà, incontrano Cristo, lo adorano e vanno a raccontare a tutti che la loro vita è immensamente amata. L'autore del presepe evidenzia, in pratica, i verbi più importanti del Vangelo di Luca: andare, vedere, adorare e tornare. Il lavoro minuzioso, ritagliato nelle serate in compagnia dei figli, già dal mese di settembre, è centrato sulla nascita di Cristo a partire dal desiderio di chi attende Qualcuno e va alla ricerca del senso della vita».
Il presepe, realizzato da Mariano Piampiani, di Tolentino (Macerata), è composto da decine di statuine opera di Antonio Giordano, di Monreale. Si vede Gesù circondato da angeli in festa, si notano i pastori in adorazione giunti insieme alle mamme e ai bambini per vedere con stupore quanto avevano udito dai messaggeri celesti. Sulla sinistra, infatti, appare l'angelo che annunzia ai pastori la buona notizia, e appena sorge il giorno scompare. Tutto lo scenario sottintende a una verità: Dio si manifesta ai semplici e ai piccoli. È questo il senso del presepe.
Lasciando la parrocchia di Sant'Anna, ci si incammina verso il quartiere degli Svizzeri, dove nel tratto di strada che conduce al Portone di Bronzo è stato allestito un presepe sopra l'apertura di un pozzo. Si nota una guardia svizzera, fatta in stoffa e filato, che sorveglia la culla di Gesù. All'interno della cappella di San Martino, Luca Müller e Carlo Pfister hanno rappresentato la Natività utilizzando del materiale particolare: dei mattoni come basamento, un tavolo in legno, fieno e pigne provenienti dalle Ville Pontificie per creare la scena dove Gesù nasce.
Spostandosi verso la chiesa di San Pellegrino, nella via omonima, incontriamo i presepi allestiti dal Corpo della Gendarmeria Pontificia: uno nella caserma e uno nella chiesa. Quest'ultimo, opera di Emilio Presciuttini, è adagiato su tre tronchi ricavati dai cipressi abbattuti tempo fa nell'ex cimitero degli svizzeri. Il presepe è collocato davanti all'altare e sembra introdurre il visitatore al mistero della fede.
Poco più in là, nei locali del Servizio Fotografico dell'Osservatore Romano, è esposto un presepe in stile napoletano, donato al Papa dai netturbini di Roma. È opera di Giuseppe Ianni e poggia su un'artistica base realizzata da Dandolo Foglietta.
All'ingresso della Tipografia Vaticana troviamo un presepe che desta meraviglia per i suoi particolari. È allestito ogni anno per iniziativa del direttore tecnico Giuseppe Canesso, in collaborazione con Franco Orsini. L'ambientazione ricorda gli interni di alcune case della seconda metà del XIX secolo. Al centro, la stalla dove è nato Gesù, circondato da Maria, Giuseppe e dai tre re Magi. Basta avvicinarsi per vedere dei particolari molto suggestivi: Maria lentamente apre il panno che copre Gesù, Giuseppe e i re Magi si inchinano in adorazione davanti al Figlio di Dio. Più in là, un contadino è intento a mungere una mucca; un fabbro con il suo martello sta forgiando un pezzo di ferro sull'incudine; un pastore tosa una pecora, mentre una donna attinge acqua da un pozzo. Su un cespuglio alcuni uccellini cinguettano e si muovono animati da un circuito elettrico. Il tutto è stato allestito utilizzando materiale di scarto della Tipografia, a cominciare dalle scatole di lastre, dai supporti per la stampa, dai cartoni usati per le copertine dei libri.
Giungiamo al cortile di San Damaso, dove ha sede l'Associazione Santi Pietro e Paolo. In occasione dell'Anno della fede, il sodalizio ha voluto dare al suo presepe un taglio particolarmente significativo, legato alla figura di Benedetto XVI. Il presepe -- come ci spiega Eugenio Cecchini -- raffigura alcuni momenti importanti della vita di Joseph Ratzinger: la scena presenta in primo piano, a destra, la sua casa natale a Marktl am Inn, in Baviera, e, a sinistra, la cattedrale di Frisinga, dove è stato ordinato sacerdote. Al centro una grande scalinata, simbolo dell'ascesa dell'uomo verso Dio, conduce alla Natività, posta all'interno di una grotta, alle pendici dei monti bavaresi che si ergono sullo sfondo. Sulla destra svettano le forme gotiche della cattedrale di Ratisbona, che ricordano l'università dove Ratzinger ha insegnato dal 1969 al 1977, prima di essere nominato da Paolo VI arcivescovo di Monaco e Frisinga. Davanti alla cattedrale di Frisinga, una piccola statuetta, di fattura napoletana, riproduce proprio il Pontefice mentre guarda due gattini.
Anche nella storica sede del Circolo San Pietro, nel palazzo San Calisto, a Trastevere, è esposto un presepe. La struttura, donata da un socio e risalente ai primi anni del Novecento, è di cartapesta e si incentra sulla Sacra Famiglia. La Vergine Maria è seduta, con in mano degli indumenti da neonato, e accudisce Gesù Bambino. Intorno ci sono dei pastori di fattura molto pregiata e i re Magi, carichi di doni e di drappeggi.

(©L'Osservatore Romano 30 dicembre 2012)


Paparatzifan
00lunedì 31 dicembre 2012 04:02
Dal blog di Lella...

PAPA: ACCOGLIERE BIMBI COME DONO DI DIO, GENITORI NON PADRONI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 30 dic.

"Ogni bambino venga accolto come dono di Dio, sia sostenuto dall'amore del padre e della madre, per poter crescere come il Signore Gesu' in sapienza, eta' e grazia davanti a Dio e agli uomini".
E' questa l'accorata invocazione di Benedetto XVI all'indomani dello choccante episodio del neonato partorito e abbandonato nella toilette di un fast food della Capitale.
"L'amore, la fedelta' e la dedizione di Maria e Giuseppe - ha auspicato il Pontefice all'Angelus - siano di esempio per tutti gli sposi cristiani, che non sono gli amici o i padroni della vita dei loro figli, ma i custodi di questo dono incomparabile di Dio".
Nella riflessione proposta ai circa 40 mila fedeli raccolti in piazza San Pietro per l'ultimo appuntamento mariano del 2012, il Papa ha poi sottolineato un aspetto da lui piu' ampiamente affrontato nel volume "L'infanzia di Gesu'" che completa la sua trilogia "Gesu' di Nazaret" e guida in queste settimane le classifiche dei best seller in Italia e molti altri Paesi del mondo, quello delle condizioni umili della Santa Famiglia di Nazaret. "Luca, il cui intero Vangelo e' pervaso da una teologia dei poveri e della poverta', fa capire - ha detto - che la famiglia di Gesu' era annoverata tra i poveri di Israele; ci fa capire che proprio tra loro poteva maturare l'adempimento della promessa".

© Copyright (AGI)


PAPA: FINE D'ANNO NELLA LUCE DEL SIGNORE


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 30 dic.

"A tutti auguro una buona domenica e una fine d'anno nella luce e nella pace del Signore". Con queste parole il Papa si e' congedato dalla folla di piazza San Pietro al termine dell'ultimo Angelus del 2012.

© Copyright (AGI)



Paparatzifan
00lunedì 31 dicembre 2012 04:06
Dal blog di Lella...

PAPA: GENITORI EDUCHINO PRIMA DI TUTTO CON ESEMPIO ONESTA' E FEDE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 30 dic.

"I genitori si preoccupino seriamente della crescita e dell'educazione dei propri figli, perche' maturino come uomini responsabili e onesti cittadini, senza dimenticare mai che la fede e' un dono prezioso da alimentare nei propri figli anche con l'esempio personale".
Lo ha chiesto Benedetto XVI nel breve discorso prima dell'Angelus.
"La preoccupazione di Maria e Giuseppe per Gesu' - ha sottolineato il Papa - e' la stessa di ogni genitore che educa un figlio, lo introduce alla vita e alla comprensione della realta'". "Oggi pertanto - ha affermato ricordando l'odierna festivita' della Santa Famiglia - e' doverosa una speciale preghiera al Signore per tutte le famiglie del mondo".
Alle famiglie di oggi, Papa Ratzinger ha dunque suggerito di imitare lo stile educativo della Santa Famiglia di Nazaret. "Il silenzio di Giuseppe, uomo giusto e l’esempio di Maria, che custodiva ogni cosa nel suo cuore, ci facciano entrare - ha auspicato - nel mistero pieno di fede e di umanita' della Santa Famiglia. Auguro a tutte le famiglie cristiane - ha scandito il Papa teologo - di vivere alla presenza di Dio con lo stesso amore e con la stessa gioia della famiglia di Gesu', Maria e Giuseppe".
Il Pontefice si e' soffermato in particolare sull'episodio di Gesu' ritrovato dai genitori mentre insegna ai dottori del Tempio. "Il pellegrinaggio a Gerusalemme secondo quanto prescrive la Legge, anche se Gesu' non aveva ancora compiuto il tredicesimo anno di eta" rappresenta per il Papa teologo "un segno della profonda religiosita' della Santa Famiglia".
"Quando, pero', i suoi genitori ripartono per Nazaret, avviene - ha ricordato - qualcosa di inaspettato: Egli, senza dire nulla, rimane nella Città. Per tre giorni Maria e Giuseppe lo cercano e lo ritrovano nel Tempio, a colloquio con i maestri della Legge; e quando gli chiedono spiegazioni, Gesù risponde che non devono meravigliarsi, perche' quello e' il suo posto, quella e' la sua casa, presso il Padre, che e' Dio". Cosi' Gesu', ha concluso citando Origene, "professa di essere nel tempio di suo Padre, quel Padre che ha rivelato a noi e del quale ha detto di essere Figlio".

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PAPA: LA FAMIGLIA E' UNA ISTITUZIONE INSOSTITUIBILE


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 30 dic.

"Il figlio di Dio ha voluto nascere in una famiglia, dandole cosi' il suo nobile significato e il suo ruolo insostituibile per la persona e per la societa'".
Lo ha affermato Benedetto XVI salutando i pellegrini francesi presenti oggi in piazza San Pietro.
"La famiglia - ha ricordato il Papa - e' la culla naturale del bambino. Essa e' il primo e indispensabile terreno dove mettono radici e si costruiscono la persona e i legami umani". "Che la Vergine Maria e San Giuseppe aiutino i genitori a educare i loro figli e a trasmettergli la fede", ha invocato il Pontefice auspicando infine in polacco ai connazionali del beato Giovanni Paolo II, "che le vostre famiglie siano penetrate dalla presenza di Dio, ricolme di amore e fiducia e caratterizzate da reciproco rispetto e comprensione".
"La Santa Famiglia - ha poi concluso - vi aiuti a superare le difficolta' della vita".

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Paparatzifan
00martedì 1 gennaio 2013 00:41
Dal blog di Lella...

Papa/ Visita il presepe della Basilicata in piazza San Pietro

Il presidente regionale De Filippo: Gli ultimi sono stati primi

Città del Vaticano, 31 dic. (TMNews)

Dopo i vespri e il canto del 'Te Deum', il Papa è arrivato poco prima delle 19 in vettura panoramica davanti al presepe della Piazza San Pietro dove ha sostato in preghiera per alcuni minuti e dove ha potuto apprezzare anche la bellezza della scenografia natalizia sistemata accanto al gigantesco albero di natale.
"La benedizione impartita oggi dal Santo Padre Benedetto XVI al presepe lucano ambientato nei Sassi di Matera è qualcosa che coinvolge direttamente i credenti ma che va anche oltre il pur preminente messaggio spirituale", è il commento affidato ad una nota da Vito De Filippo, presidente della Regione Basilicata che ha fornito il presepe.
"E' motivo di orgoglio e forza per riflettere su un anno difficile che si chiude ed affrontare con il giusto slancio e la dovuta umiltà uno che richiederà un impegno almeno pari.
In questo momento difficile a livello globale - prosegue De Filippo - mi piace cogliere nello sguardo del Santo Padre rivolto al presepe un attenzione a quel carattere lucano pacato, schivo e sobrio che incarna uno spirito che ben si attaglia a questi tempi.
I lucani, spesso considerati ultimi, questa sera, secondo il precetto evangelico, si sono sentiti chiamati ad essere per una volta primi, avvertendo, a partire da me, quest privilegio come un impegno a migliorare ancora ed esaltare ulteriormente il proprio patrimonio di fede e di virtù civili nell'interesse della Basilicata e non solo".

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Paparatzifan
00martedì 1 gennaio 2013 21:21
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PAPA: CAPITALISMO SREGOLATO E TERRORISMO OSTACOLANO PACE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 1 gen.

Il mondo di oggi e' "purtroppo ancora segnato da focolai di tensione e di contrapposizione causati da crescenti diseguaglianze fra ricchi e poveri, dal prevalere di una mentalita' egoistica e individualistica espressa anche da un capitalismo finanziario sregolato, oltre che da diverse forme di terrorismo e di criminalita'". Benedetto XVI fotografa cosi' nell'omelia della messa di Capodanno gli ostacoli alla pace. Il Papa si dice pero' certo che "le molteplici opere di pace, di cui e' ricco il mondo, testimoniano l'innata vocazione dell'umanita' alla pace".
"In ogni persona - spiega - il desiderio di pace e' aspirazione essenziale e coincide, in certa maniera, con il desiderio di una vita umana piena, felice e ben realizzata". "L'uomo - assicura - e' fatto per la pace che e' dono di Dio". "Tutto cio' - rivela - mi ha suggerito di ispirarmi per questo Messaggio alla parole di Gesù Cristo: Beati gli operatori di pace, perche' saranno chiamati figli di Dio".
Per il Papa teologo, "questa beatitudine dice che la pace e' dono messianico e opera umana ad un tempo" ma anche "e' pace con Dio, nel vivere secondo la sua volonta'. E' pace interiore con se stessi, e pace esteriore con il prossimo e con tutto il creato".
"Si' - conclude Benedetto XVI - la pace e' il bene per eccellenza da invocare come dono di Dio".

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PAPA: DAVANTI A EVENTI TUMULTUOSI SERVE LA PACE INTERIORE


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 1 gen.

Per aiutare a costruire la pace serve averla in se stessi. E dunque "in mezzo agli eventi a volte tumultuosi
e confusi della storia, eventi di cui spesso non cogliamo il senso e che ci sconcertano", occorre saper mantenere "la pace interiore".
Ne e' convinto Benedetto XVI, che nella prima omelia del 2013, tradizionalmente dedicata al tema della pace, ricorda l'esperienza drammatica della Vergine, "non solo la nascita del Figlio, ma prima il viaggio faticoso da Nazaret a Betlemme, il non trovare posto nell'alloggio, la ricerca di un rifugio di fortuna nella notte; e poi il canto degli angeli, la visita inaspettata dei pastori".
"In tutto cio' - spiega il Papa teologo, tornato oggi nella Basilica di San Pietro per la terza volta in queste festivita' - Maria non si scompone, non si agita, non e' sconvolta da fatti piu' grandi di lei; semplicemente considera, in silenzio, quanto accade, lo custodisce nella sua memoria e nel suo cuore, riflettendovi con calma e serenita'".
"Gesu' - scandisce il Pontefice - non e' un uomo come qualunque altro, ma e' il Verbo di Dio, una delle Persone divine, il Figlio di Dio: percio' la Chiesa ha dato a Maria il titolo di Theotokos, cioe' Madre di Dio". "La Vergine Maria, che oggi veneriamo con il titolo di Madre di Dio - invoca infine - ci aiuti a contemplare il volto di Gesu', Principe della Pace. Ci sostenga e ci accompagni in questo nuovo anno; ottenga
per noi e per il mondo intero il dono della pace".

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PAPA: NULLA PUO' TOGLIERE AI CRISTIANI LA PACE CON DIO


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 1 gen.

"Le sofferenze, le prove e le oscurita' non corrodono, ma accrescono la nostra speranza, una speranza che non delude".
Con queste parole - nell'omelia pronunciata in San Pietro in occasione dell'odierna Giornata Mondiale della Pace - Benedetto XVI ricorda le gravi persecuzioni che i cristiani subiscono in diversi Paesi.
"Niente - proclama - puo' togliere ai credenti questa pace, nemmeno le difficolta' e le sofferenze della vita".
"Lo splendore del volto del Signore su di noi, che ci concede pace - afferma il Papa teologo - e' la manifestazione della sua paternita'; il Signore rivolge su di noi il suo volto, si mostra Padre e ci dona pace". "Sta qui - assicura -il principio di quella pace profonda, la 'pace con Dio', che e' legata indissolubilmente alla fede e alla grazia".
Nell'omelia della messa concelebrata all'altare della Confessione, Papa Ratzinger si sofferma poi sulle parole di Paolo ai Galati: "Che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo figlio, il quale grida: Abba'! Padre!". "Ecco, cari fratelli - sottolinea - il fondamento della nostra pace: la certezza di contemplare in Gesu' Cristo lo splendore del volto di Dio Padre, di essere figli nel Figlio, e avere cosi', nel cammino della vita, la stessa sicurezza che il bambino prova nelle braccia di un Padre buono e onnipotente".
"E' in questo nome che siamo qui riuniti", ricorda l'85enne Joseph Ratzinger salutando "di cuore tutti i presenti, ad iniziare dagli illustri Ambasciatori del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede". "Saluto con affetto - aggiunge - il cardinale Tarcisio Bertone, mio Segretario di Stato, e il cardinale Peter Turkson, con tutti i componenti del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; ad essi - conclude - sono particolarmente grato per il loro impegno nel diffondere il Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, che quest'anno ha come tema 'Beati gli operatori di pace'".

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Paparatzifan
00martedì 1 gennaio 2013 21:23
Dal blog di Lella...

Messaggio del Presidente Napolitano a Sua Santità Benedetto XVI in occasione della Giornata Mondiale della Pace

C o m u n i c a t o

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato a Sua Santità Benedetto XVI, il seguente messaggio:

"In occasione della Giornata Mondiale della Pace, vostra Santità ha voluto porre al centro della propria riflessione il ruolo degli "operatori di pace": donne e uomini che con la propria azione contribuiscono alla "ricerca del bene comune, allo sviluppo di tutti gli uomini e di tutto l'uomo".

Ancora una volta ho rinvenuto nel suo pensiero molti e profondi stimoli alla riflessione che mi hanno fortemente toccato, interpellandomi sia nelle mie funzioni istituzionali che in quanto cittadino.

Le sue parole evocano l'urgenza di una rinascita insieme etica, culturale e antropologica, che ci consenta di recuperare e porre alla base delle formazioni sociali e delle istituzioni un "noi comunitario", all'interno del quale si riconosca il fondamento e l'indivisibilità dei reciproci diritti e doveri.

Non posso non raccogliere in particolare il suo appello, Santità, al dovere, per tutti coloro che sono investiti di pubblici poteri, di farsi guidare dal bene comune e dall'interesse collettivo. In un contesto, domestico e internazionale, investito dalle gravi conseguenze della crisi economica e finanziaria, è imprescindibile un alto richiamo alle responsabilità e al ruolo delle istituzioni. Spetta ad esse fornire gli strumenti a sostegno della famiglia e per la promozione della solidarietà sociale. Spetta ad esse far sì che il diritto al lavoro, e a un lavoro dignitoso, venga pienamente tutelato, come preteso dalla Costituzione italiana che lo riconosce come elemento fondante della nostra forma di Stato.

Colgo con pari interesse il suo invito a "trarre, perfino dalla crisi, un'occasione di discernimento e di un nuovo modello economico" ponendo in essere, anche a livello internazionale, politiche ispirate a forme di sviluppo "integrale, solidale e sostenibile", necessariamente unite ad un'idea di economia rinnovata nei suoi presupposti etici e di pubblica responsabilità.

Volgendo lo sguardo alla dimensione internazionale della vocazione alla pace, dobbiamo purtroppo ancora confrontarci con gravi crisi e situazioni di enorme complessità.

Tanti sono i motivi di preoccupazione per le guerre e le crisi in atto, che sconvolgono la vita di milioni di innocenti civili causando numerose vittime e inaudite sofferenze soprattutto alle persone più deboli. In molti Paesi, soprattutto dell'Africa e dell'Asia, la condizione delle comunità cristiane, della loro libertà di culto e dei loro pieni diritti civili è oggetto di grande preoccupazione e di specifico impegno del Governo italiano. Su tutti questi temi è necessario un convinto impegno non solo della diplomazia ma anche, come Ella giustamente osserva, di tutti i potenziali operatori di pace.

In questo senso, mi ha infine fortemente toccato il tema della pedagogia della pace e del perdono. Tema già e non a caso evocato dal Suo messaggio dello scorso anno: ogni riflessione sul nostro futuro non può non porre al centro le giovani generazioni e di puntare sulla loro formazione ed educazione, perché si ispirino ad "una mentalità e una cultura della pace", basate su valori universali - dignità, responsabilità, solidarietà, rispetto, onestà.

Con quella speranza che nasce spontaneamente ogni volta che pensiamo ai nostri giovani e certo di farmi interprete dei sentimenti del popolo italiano, Le rivolgo, Santità, un fervido e sincero augurio per la prosecuzione della sua alta missione apostolica".

Roma, 1° gennaio 2013

Sito Ufficiale Quirinale


Paparatzifan
00martedì 1 gennaio 2013 21:24
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PAPA: GRANDE FOLLA IN PIAZZA SAN PIETRO, BENEDICE TAIZE' E SANT'EGIDIO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 1 gen.

Una grande folla si e' raccolta in piazza San Pietro per il primo Angelus del 2013.
I fedeli occupavano anche piazza Pio XII e parte di via Conciliazione, e per questo si puo' stimare che fossero circa 80 mila, grazie anche alla presenza dei giovani venuti a Roma per il "pellegrinaggio di pace" della Comunita' Ecumenica di Taize' e dei partecipanti alla Marcia per la pace promossa anche quest'anno dalla Comunita' di Sant'Egidio.
"Rinnovo il mio affettuoso saluto - li ha ringraziati il Papa - ai giovani venuti a Roma per l'Incontro europeo della Comunita' di Taize'. Esprimo la mia spirituale vicinanza alle iniziative ecclesiali in occasione dell'odierna Giornata Mondiale della Pace: penso, in particolare, alla Marcia nazionale che ha avuto luogo ieri sera a Lecce, come pure a quella di stamani qui a Roma, animata dalla Comunita' di Sant'Egidio. Saluto - ha continuato - gli aderenti al Movimento dell'Amore Familiare che stanotte hanno vegliato in preghiera in Piazza San Pietro ed anche a Milano e L’Aquila.
A tutti ripeto la parola di Gesu': 'Beati gli operatori di pace!'". "A tutti - ha concluso il Pontefice - auguro abbondanza di pace e di bene per ogni giorno del nuovo anno. Sara' un buon anno, se accoglieremo in noi e tra di noi l'amore che Cristo ci ha donato".

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PAPA: GLI OPERATORI DI PACE SONO TANTI MA NON FANNO RUMORE


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 1 gen.

"Gli operatori di pace sono tanti, ma non fanno rumore. Come il lievito nella pasta, fanno crescere l'umanita' secondo il disegno di Dio". Nell'Angelus di Capodanno il Papa ha voluto rendere omaggio oggi cosi' a "tutti coloro che, giorno per giorno, cercano di vincere il male con il bene, con la forza della verita', con le armi della preghiera e del perdono, con il lavoro onesto e ben fatto, con la ricerca scientifica al servizio della vita, con le opere di misericordia corporale e spirituale".
"Buon anno a tutti. In questo primo giorno del 2013 vorrei far giungere ad ogni uomo e ogni donna del mondo la benedizione di Dio", ha esordito Benedetto XVI prima di ripetere "l'antica formula contenuta nella Sacra Scrittura: 'Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace'".
"Come la luce e il calore del sole sono una benedizione per la terra, cosi' - ha spiegato alla folla che gremiva piazza San Pietro - la luce di Dio lo e' per l'umanita', quando Egli fa brillare su di essa il suo volto. E questo e' avvenuto con la nascita di Gesu' Cristo! Dio ha fatto risplendere per noi il suo volto: all'inizio in modo molto umile, nascosto, a Betlemme soltanto Maria e Giuseppe e alcuni pastori furono testimoni di questa
rivelazione; ma a poco a poco, come il sole che dall'alba giunge al mezzogiorno, la luce di
Cristo e' cresciuta e si e' diffusa ovunque". Infatti, "mediante la Chiesa animata dal suo Spirito", il Signore "ha esteso a tutte le genti il Vangelo della pace".
La missione di Gesu', ha affermato il Pontefice teologo, "e'abbattere il muro dell’inimicizia. E quando, sulle rive del lago di Galilea, Egli proclama le sue 'Beatitudini', tra queste vi e' anche 'beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio'". E da allora l'invocazione "pace agli uomini di buona volonta'" che era stato "il canto degli angeli a Natale" e' diventato "il canto dei cristiani sotto ogni cielo; un canto che dai cuori e dalle labbra passa nei gesti concreti, nelle azioni dell’amore che costruiscono dialogo, comprensione e riconciliazione".
Per questo, ha concluso Papa Ratzinger, "otto giorni dopo il Natale, quando la Chiesa, come la Vergine Madre Maria, mostra al mondo il neonato Gesu', Principe della Pace, celebriamo la Giornata Mondiale della Pace". "In questo primo Angelus del nuovo anno - ha poi invocato - chiediamo a Maria Santissima, Madre di Dio, che ci benedica, come la mamma benedice i suoi figli che devono partire per un viaggio". "Un nuovo
anno - e' come un viaggio: con la luce e la grazia di Dio, possa essere - ha auspicato infine l'85enne Joseph Ratzinger - un cammino di pace per ogni uomo e ogni famiglia, per ogni Paese e per il mondo intero".

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PAPA: AUGURI ALL'ITALIA E RINGRAZIA NAPOLITANO


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 1 gen.

"Con gratitudine formulo i migliori auspici al Presidente della Repubblica Italiana e all’intera Nazione, come pure alle altre Autorita' che mi hanno fatto pervenire messaggi augurali".
Lo ha detto il Papa al termine dell'Angelus.

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Paparatzifan
00martedì 1 gennaio 2013 21:25
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PAPA: LE SOLE NOTIZIE NON BASTANO PER CAPIRE LA REALTA'

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 1 gen.

"Non possiamo fermarci solo alle notizie se vogliamo capire il mondo e la vita".
Sono parole di Benedetto XVI, pronunciate in occasione del Te Deum, e suonano anche come un'indicazione per i giornalisti chiamati a informare in modo sempre piu' rapido, a volte frenetico.
E che spesso perdono di vista il quadro d'insieme nel quale si dovrebbero contestualizzare i singoli fatti e le parole riportate.
"Dobbiamo essere capaci di sostare nel silenzio, nella meditazione, nella riflessione calma e prolungata; dobbiamo saperci fermare per pensare", ha suggerito il Papa.
Secondo il Pontefice tedesco, per "trovare guarigione dalle inevitabili ferite del quotidiano" e "giungere a quella saprienza che permette di valutare le cose con occhi nuovi", occorre poi imparare "a guardare con verita' le proprie azioni, anche il male presente in noi e intorno a noi, per iniziare un cammino di conversione che renda piu' saggi e piu' buoni, piu' capaci di generare solidarieta' e comunione, di vincere il male con il bene". E il cristiano deve essere "un uomo di speranza, anche e soprattutto di fronte al buio che spesso c'e' nel mondo e che non dipende dal progetto di Dio ma dalle scelte sbagliate dell'uomo, perche' sa che la forza della fede puo' spostare le montagne".
Infatti la fede in Gesu', per Benedetto XVI "permette un costante rinnovamento nel bene e la capacita' di uscire dalle sabbie mobili del peccato e di ricominciare di nuovo".
Infatti, "nel Verbo fatto carne e' possibile, sempre nuovamente, trovare la vera identita' dell'uomo, che si scopre destinatario dell’infinito amore di Dio e chiamato alla comunione personale con Lui".
"Questa verita', che Gesu' Cristo e' venuto a rivelare, e' la certezza che ci spinge a guardare con fiducia all'anno che stiamo per iniziare", ha quindi affermato il Papa sottolineando che "la Chiesa, ha ricevuto dal suo Signore la missione di evangelizzare", e "sa bene che il Vangelo e' destinato a tutti gli uomini, in particolare alle nuove generazioni, per saziare quella sete di verita' che ognuno porta nel cuore e che spesso e' offuscata dalle tante cose che occupano la vita".
Un impegno apostolico che e', ha detto, "tanto piu' necessario quando la fede rischia di oscurarsi in contesti culturali che ne ostacolano il radicamento personale e la presenza sociale".
"L'Anno della Fede, che la Chiesa sta vivendo, vuole suscitare nel cuore di ciascun credente - ha quindi concluso il Papa teologo - una maggiore consapevolezza che l'incontro con Cristo e' la sorgente della vera vita e di una solida speranza".

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PAPA: ROMA E' CITTA' DA EVANGELIZZARE DI NUOVO


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 1 gen.

"Anche Roma e' una citta' dove la fede cristiana deve essere annunciata sempre di nuovo e testimoniata in maniera credibile".
Ne e' convinto Benedetto XVI che a questo tema ha dedicato un ampio capitolo dell'omelia pronunciata ieri sera in San Pietro per il "Te Deum" di fine anno, poi conclusa da un appello a sostenere quanti nella Capitale "vivono situazioni di poverta' e emarginazione, come pure la famiglie in difficolta', specialmente quando devono assistere persone malate e disabili".
Presenti il sindaco Gianni Alemanno e il cardinale vicario Agostino Vallini con i vescovi ausiliari, il Papa ha esortato i cattolici di Roma ad "accentuare la dimensione missionaria" in particolare con l'annuncio del Vangelo ai giovani, ed ha chiesto una speciale attenzione anche verso i genitori, "che sono per i loro figli i primi educatori della fede".
"La complessita' della vita in una grande citta' come Roma e una cultura che appare spesso indifferente nei confronti di Dio, impongono di non lasciare soli i padri e le madri in questo compito cosi' decisivo, anzi, di sostenerli e accompagnarli nella loro vita spirituale", ha spiegato.
Il Papa ha fatto cenno all'aumento nella Capitale di "credenti di altre religioni", alla "difficolta' delle comunita' parrocchiali ad avvicinare i giovani", ed al "diffondersi di stili di vita improntati all'individualismo e al
relativismo etico".
Ma ha sottolineato che "dall'altra parte" c'e' "la ricerca in tante persone di un senso per la propria esistenza e di una speranza che non deluda, non possono lasciarci indifferenti". "Ogni fedele di questa citta' - ha
Scandito - deve sentirsi debitore del Vangelo verso gli altri abitanti".
Benedetto XVI ha poi invitato la chiesa di Roma a approfondire la pastorale successiva al battesimo ed ha espresso apprezzamento per i "Dialoghi in cattedrale" (avviati dal cardinale Camillo Ruini e portati avanti da Vallini), che rappresentano una esperienza "opportuna per incontrare la citta' e dialogare con quanti, cercatori di Dio e della verita', si interrogano sulle grandi domande dell'esistenza umana".
Come e' tradizione, lasciando dopo il "Te Deum" la Basilica vaticana, il Pontefice si e' fermato a benedire il presepe di Piazza San Pietro. Nell'occasione, il maestro Francesco Ansero, che lo ha realizzato su incarico della Regione Basilicata, gli ha illustrato l'allestimento che ambienta la Nativita' tra i Sassi di Matera. Benedetto XVI ha poi salutato anche il presidente della Basilicata e i dirigenti e operai del Governato vaticano che hanno collaborato all'istallazione.

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Paparatzifan
00giovedì 3 gennaio 2013 02:21
Dal blog di Lella...

PAPA: UN BAMBINO PICCOLO E DEBOLE E UNA RAGAZZA SCONOSCIUTA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 2 gen.

Il tempo di Natale che stiamo vivendo ci spinge a interrogarci su come "quel piccolo e debole Bambino puo' avere portato una novita' cosi' radicale nel mondo da cambiare il corso della storia?".
Sono parole di Benedetto XVI alla prima Udienza Generale del 2013. "Dio ha scelto proprio un'umile donna, in uno sconosciuto villaggio, in una delle provincie piu' lontane del grande impero romano", ha aggiunto Joseph Ratzinger, per il quale contemplando la Grotta di Betlemme alla luce del Vangelo "emerge con chiarezza la risposta alla domanda 'da dove' viene Gesu'".
"La sua vera origine - ha spiegato il Papa teologo - e' il Padre; Egli proviene totalmente da Lui, ma in un modo diverso da qualsiasi profeta o inviato da Dio che l'hanno preceduto", come affermiamo nel Credo, quando diciamo "per opera dello Spirito Santo si e' incarnato nel seno della Vergine Maria". "Senza di lei - infatti - l'ingresso di Dio nella storia dell'umanita' non sarebbe giunto al suo fine e non avrebbe avuto luogo quello che e' centrale nella nostra Professione di fede: Dio e' un Dio con noi".
"Cosi' - ha scandito - Maria appartiene in modo irrinunciabile alla nostra fede nel Dio che agisce, che entra nella storia". E se "anche nel cammino e nella vita di fede possiamo avvertire la nostra poverta', la nostra inadeguatezza di fronte alla testimonianza da offrire al mondo", sempre, "anche in mezzo alle difficolta' piu' ardue da affrontare, dobbiamo avere fiducia in Dio, rinnovando la fede nella sua presenza e azione nella nostra storia, come in quella di Maria".
"Nulla - ha commentato il Pontefice - e' impossibile a Dio! Con Lui la nostra esistenza cammina sempre su un terreno sicuro ed e' aperta ad un futuro di ferma speranza".
Per il Papa, cio' che accade in Maria, attraverso l'azione dello Spirito divino, "e' una nuova creazione: Dio, che ha chiamato l'essere dal nulla, con l'Incarnazione da' vita ad un nuovo inizio dell'umanita'", ha affermato riassumendo una delle pagine piu' avvincenti del suo libro "L'infanzia di Gesu'" (ancora in testa alla classifica delle vendite in Italia e molti altri paesi): quella dedicata alla Verginita' di Maria. Secondo Jospeh Ratzinger-Benedetto XVI, concepimento e parto verginali insieme alla Risurrezione rappresentano il culmine della potenza di Dio. "Siamo di fronte - ha osservato oggi - al grande e sconvolgente mistero che celebriamo in questo tempo di Natale: il Figlio di Dio, per opera dello Spirito Santo, si e' incarnato nel seno della Vergine Maria". "Un annuncio - ha rilevato il Pontefice 85enne - che risuona sempre nuovo e che porta in se' speranza e gioia al nostro cuore, perché ci dona ogni volta la certezza che, anche se spesso ci sentiamo deboli, poveri, incapaci davanti alle difficolta' e al male del mondo, la potenza di Dio agisce sempre e opera meraviglie proprio nella debolezza. La sua grazia - ha concluso - e' la nostra forza".

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PAPA: BATTESIMO SI RICEVE PERCHE' DA SOLI NON SI DIVENTA FIGLI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 2 gen.

E' giusto battezzare i neonati o si dovrebbe aspettare che divenuti adulti essi chiedano consapevolmente di diventare cristiani?
"Il Battesimo - ha spiegato oggi il Papa all'Udienza Generale, rispondendo indirettamente a questa domanda di molti - si riceve", perche' "nessuno e' capace di rendersi figlio da se': e' un dono che viene conferito gratuitamente", proprio come la vita che riceviamo - senza chiederla - dai nostri genitori.
Questa riflessione e' stata proposta da Benedetto XVI all'Udienza Generale, la prima del 2013, che ha dedicato al mistero dell'Incarnazione. "Solo se ci apriamo all'azione di Dio, come Maria, solo se affidiamo la nostra vita al Signore come ad un amico di cui ci fidiamo totalmente, tutto cambia, la nostra vita - ha affermato ancora Papa Ratzinger - acquista un nuovo senso e un nuovo volto: quello di figli di un Padre che ci ama e mai ci abbandona". Gesu', ha ricordato, "e' il Figlio Unigenito del Padre, viene da Dio".

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PAPA: PER NUOVO ANNO AUGURI DI SERENITA' E DI BENE


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 2 gen.

"Un cordiale augurio di serenita' e di bene per il nuovo anno". Benedetto XVI ha concluso con queste parole l'Udienza Generale di oggi.
Il Papa, poco prima aveva salutato i ministranti della diocesi di Tempio-Ampurias, dicendo loro: "cari amici, il vostro servizio all’altare e' un compito importante, che vi permette di essere particolarmente vicini al Signore e di crescere in un’amicizia vera e profonda con Lui; comunicate anche ai vostri coetanei il dono di questa amicizia".
Salutando i giovani presenti al primo appuntamento del mercoledi' di questo 2013 appena iniziato, il Papa ha augurato loro, infine, "di saper considerare ogni giorno del nuovo anno come un dono di Dio, da accogliere con riconoscenza e da vivere con rettitudine", mentre ha invitato gli sposi novelli a porsi "alla scuola della Santa Famiglia di Nazareth, per imparare a realizzare un'autentica comunione di vita e d’amore".

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Paparatzifan
00giovedì 3 gennaio 2013 02:22
Dal blog di Lella...

Papa: nel 2012 oltre 2 milioni di fedeli a udienze e celebrazioni

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 2 gen

La Prefettura della Casa Pontificia ha reso noti numeri indicativi della partecipazione dei fedeli alle udienze e alle celebrazioni con il Papa nell'anno appena concluso. Tenendo soprattutto conto, dove possibile, dei biglietti richiesti risulta che complessivamente nel 2012, si legge dall'Osservatore Romano, sono stati 2.351.200 i fedeli che hanno partecipato agli incontri con il Pontefice.
In particolare 447.000 alle 43 udienze generali; 146.800 ad alcune udienze particolari; 501.000 alle diverse celebrazioni liturgiche presiedute da Benedetto XVI; e circa 1.256.000 agli Angelus in piazza San Pietro e a Castel Gandolfo. Complessivamente dal 2005 a oggi sono stati 20.544.970 i pellegrini che hanno partecipato agli incontri con il Papa in Vaticano e nella sua residenza estiva.

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Paparatzifan
00venerdì 4 gennaio 2013 03:07
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BANKITALIA NEGA A DEUTSCHE BANK L’AUTORIZZAZIONE. FUNZIONANO SOLO LE TESSERE DELLO IOR

Giallo-bancomat in Vaticano

GIACOMO GALEAZZI

CITTA’ DEL VATICANO

La Santa sede: «Uno stop tecnico» Ma c’è il sospetto dell’antiriciclaggio
Di certo c’è solo che da martedì in Vaticano si paga soltanto in contanti o col bancomat dello Ior, ma sulle cause di questo stop ai bancomat esterni e al circuito mondiale delle carte di credito è giallo.
La novità è stata annunciata ieri dal Governatorato e formalizzata della Ragioneria dello Stato. Uniche forme di pagamento ammesse, i contanti, gli assegni e il bancomat emessi dallo Ior. Lo stop a Deutsche Bank Italia, che da anni gestisce questo servizio per conto della Santa sede, è arrivato dalla Banca d’Italia. E fonti di palazzo Koch spiegano che il Vaticano può avere tutti i Pos necessari ma non con banche italiane, perché, ai sensi della normativa antiriciclaggio, sono soggetti extracomunitari non equivalenti a fini di vigilanza e, per l’appunto, di antiriciclaggio.
DB Italia che è un soggetto di diritto italiano e quindi vigilato da via Nazionale, aveva aperto Pos in Vaticano senza richiedere la necessaria autorizzazione. Solo nel 2012 ha presentato istanza che però è stata respinta. Di qui la disattivazione scattata con l’inizio dell’anno.
Il blocco dei pagamenti elettronici è certo una prassi molto grave che, spiegano gli esperti, viene messa in pratica in presenza di situazioni sospette, appunto come operazioni di riciclaggio. È questo un tema particolarmente sensibile in Vaticano, tanto la Santa Sede ha svolto negli ultimi tempi un lavoro articolato e complesso per entrare a pieno titolo nelle valutazioni di Moneyval, ricevendo un significativo riconoscimento a luglio («La Santa Sede ha percorso una lunga strada in un periodo di tempo assai breve», scrive il Consiglio d’Europa). E anche l’Ocse ora ha in corso una sua indagine per valutare la richiesta vaticana di adesione alla “white list” dei paesi finanziariamente trasparenti.
Quello che stupisce Oltretevere è che la vicenda riguarda denaro elettronico, e perciò assolutamente tracciabile, anche di spese minute. Sono infatti numerosi i servizi che il Vaticano offre colpiti da questa misura improvvisa, dai Musei Vaticani (che ogni anno genrano 80-90 milioni di euro di incassi) alla farmacia, dal supermercato ai magazzini per vestiti e tecnologia (dove l’ingresso è limitato ai possessori di determinate tessere). Per non parlare poi della numismatica e della filatelia.
Il blocco dei pagamenti elettronici è stato confermato dalla Sala stampa della Santa Sede, ma su quando i servizi potranno essere ripristinati Oltretevere ci si limita a spiegare che «sono in corso contatti con diversi provider» e che il ritorno alla normalità richiede «una lasso di tempo da definire».

© Copyright La Stampa, 3 gennaio 2013


Paparatzifan
00venerdì 4 gennaio 2013 15:24
Da "Vatican Insider"...

4/01/2013

Ritratto inedito di un pastore

Lo speciale Tg2 Dossier su Papa Ratzinger alla vigilia dell’Epifania

Andrea Tornielli
Città del Vaticano

S’intitola «Benedetto XVI, ritratto inedito», la puntata di Tg2 Dossier in onda sabato 5 gennaio alle ore 23.30 su Raidue. Lo speciale dedicato al Papa è curato dal vaticanista Lucio Brunelli. Attraverso interviste e contributi, ma soprattutto attraverso le immagini e le parole del Papa, Brunelli parla del pontificato ratzingeriano ricordando come in principio «fu solo il Papa teologo, ritenuto freddo e lontano dalla gente», il “pastore tedesco” inteso come inflessibile guardiano della fede, come ebbe a titolare a tutta pagina all’indomani dell’elezione il quotidiano «Il Manifesto».

Ma ora, dopo quasi otto anni di pontificato, quell’immagine di Benedetto XVI è cambiata fra i fedeli? E se sì, come? Il Dossier del Tg2 cerca di rispondere a queste domande con un’inchiesta che svela di Ratzinger e del suo papato gli aspetti meno conosciuti dal grande pubblico. La visita agli anziani, il dialogo con i carcerati, l’incontro con i rom vengono raccontati con video e testimonianze inedite. Trovano poi spazio le riflessioni sorprendenti di autorevoli commentatori, da Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose ai “marxisti ratzingeriani” Giuseppe Vacca e Mario Tronti. E ancora, il papa tedesco visto dai detenuti di Rebibbia e dagli ambulanti storici di piazza san Pietro...

Insomma, un ritratto inedito, senza pregiudizi e senza agiografia, ma coinvolgente e non scontato, che contribuisce a mostrare di Benedetto XVI un volto spesso non veicolato dai mass media. Una delle testimonianze più belle e toccanti del Dossier c’è quella di Federico Abiati, il detenuto sieropositivo che rivolse una delle domande al Pontefice durante la visita nel carcere di Rebibbia. Era la domanda nella quale diceva che dei carcerati si parla con «ferocia» fuori dal carcere. Ratzinger rispose: «è vero... ma a volte parlano con ferocia anche di me…».

Tra le curiosità raccontate nella puntata c’è anche il retroscena sul titolo del «Manifesto» sul «Pastore tedesco». La racconta al Tg2 Gabriele Polo, all’epoca direttore del quotidiano, spiegando che in redazione, il giorno in cui Ratzinger venne eletto, avevano preparato come bozza per la prima pagina il terribile titolo «Papa nero», per dire papa «di destra». Poi il caporedattore del quotidiano ricevette una telefonata da Ivan Bonfanti, giornalista da poco scomparso che allora lavorava a «Liberazione». Gli era venuto come titolo «Il pastore tedesco», ma il giornale di Rifondazione comunista aveva scartato l’idea. Il Manifesto non se la fece scappare. Anche se quel titolo voleva essere evocativo dell’inflessibilità di Ratzinger come guardiano dell’ortodossia, sette anni dopo l’accento sul «pastore» si è rivelato azzeccato.


Paparatzifan
00domenica 6 gennaio 2013 02:32
Da "Korazym.org"...

Nello stemma di Gaenswein la fedeltà al Papa

Scritto da Andrea Gagliarducci
Sabato 05 Gennaio 2013 12:43



Sarà un futuro nel segno di Benedetto XVI, quello di Georg Gaenswein? Sì, a giudicare dalla scelta dello stemma episcopale del segretario particolare di Sua Santità, che domani sarà ordinato vescovo. Lo stemma è diviso in due parti: sulla sinistra, la riproduzione esatta dello stemma di Benedetto XVI – la conchiglia di Sant’Agostino, l’orso di San Corbiniano e il moro incoronato dello stemma dei vescovi di Frisinga, che per Ratzinger era espressione dell’universalità della Chiesa; sulla destra il drago in campo azzurro con la stella. Il campo azzurro con la stella di Betlemme è un chiaro riferimento mariano. Il drago è usato in araldica per rappresentare la fedeltà, la vigilanza e il valore militare. Ma in araldica ecclesiastica ricorda il drago contro cui combatté San Giorgio. Il drago sputa fuoco verso la “casa “ del Papa, ma viene trafitto da una lancia che proviene dalla stella di Betlemme. Il motto è “Testimonium perhibere veritati”, “Rendere testimonianza alla verità”. Tutto, insomma, lascia intendere che Gaenswein voglia dare al suo ministero episcopale l’impronta di Benedetto XVI. L’immagine che viene fuori dallo stemma e dal motto è quella di un collaboratore fedele, leale e vigile. Non solo: si pone come difensore di un Papa continuamente messo sotto attacco in questi ultimi anni.

E lo fa utilizzando un privilegio araldico di cui godono i Prefetti della Casa Pontificia, ovvero di far "inquartare" (cioè, dividere lo scudo dello stemma in quarti) nel suo scudo lo stemma del Papa regnante. Non lo aveva fatto il suo diretto predecessore James Michael Harvey - ora cardinale e arciprete della Basilica di San Paolo Fuori Le Mura - e non lo aveva fatto nemmeno Stanislaw Dziwisz, lo storico segretario di Giovanni Paolo II (che però era Prefetto aggiunto). Lo aveva fatto, invece, Dino Monduzzi, che aveva preceduto Harvey come Prefetto della Casa Pontificia: lo stemma di Giovanni Paolo II era inquartato nel suo stemma episcopale.

Con la sua scelta araldica, Gaenswein si rappresenta in contrasto netto con molto di quello che è stato scritto e detto di lui durante il periodo dello scandalo di Vatileaks. Scandalo da cui don Giorgio (come si fa chiamare a Roma) è uscito più forte di prima, con la promozione ad arcivescovo e la nomina a Prefetto della Casa Pontificia. Gaenswein è ormai il solo filtro per l’accesso diretto a Benedetto XVI. E questo nonostante i vari attacchi che si sono succeduti contro di lui, specialmente in ambiente tedesco. È ancora ulteriormente significativo che il primo nome segnalato da Gaenswein per l’abbraccio della pace dopo l’ordinazione sia quello di mons. Robert Zoelltisch, presidente della Conferenza Episcopale Tedesca. Spesso, nell’ambiente tedesco più “fedele” a Roma, Zoellitsch è stato dipinto come un vescovo in balia di correnti progressiste. Ma è considerato comunque – nell’ambiente tedesco vaticano che circonda il pontefice – un vescovo fedele, il cui vero problema è di aver fatto un salto di carriera più grande di lui. Il fatto che sia stato chiamato da Gaenswein per l’abbraccio della pace sta a testimoniare anche una premura, da parte del neo-arcivescovo, di tenere buoni rapporti con il clero tedesco. Un clero cui Gaenswein non è mai stato simpatico. Non è forse un caso che è soprattutto dalla Germania che sono venuti gli attacchi più forti verso la figura del segretario del Papa, addirittura “promosso” vescovo dai media tedeschi almeno una dozzina di volte in sempre diverse diocesi della Germania, con l’intento di promuoverne l’allontanamento dall’Appartamento Pontificio.

Tra i vescovi scelti per l’abbraccio della pace, c’è anche Gehrard Ludwig Mueller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, vicinissimo al pensiero di Benedetto XVI, di cui sta curando l’opera omnia e di cui ha ereditato la casa in piazza della Città Leonina. Una presenza che segnala ancora di più la volontà di mantenere forte il legame con il Papa. E poi, Charles J. Brown, divenuto nunzio apostolico in Irlanda dopo una carriera non diplomatica in Congregazione per la Dottrina della Fede: una nomina che fu caldeggiata fortemente dallo stesso Gaenswein. Quale sarà il futuro di Gaenswein? La nomina episcopale apre per lui nuovi orizzonti. Il suo ruolo nella Fondazione Joseph Ratzinger si avvia a diventare fondamentale. Per un vescovo che nasce come difensore del Papa, quale cosa migliore che difenderne attivamente il pensiero e fare in modo che gli studi di Joseph Ratzinger siano perpetuati e interpretati nel giusto modo? Allora, si può ipotizzare per Gaenswein un futuro da presidente della Fondazione, impegnato con Mueller a pubblicare e ri-editare l’opera omnia del Pontefice. Un lavoro che, per quanto riguarda la traduzione italiana, Mueller sta facendo in collaborazione stretta e fruttuosa con la Libreria Editrice Vaticana. D’altronde, lo stesso motto scelto da Gaenswein richiama quello di Benedetto XVI, Cooperatores Veritatis, cooperatori della verità. Il suo, “Rendere testimonianza alla verità”, vuole in qualche modo stare a significare una vicinanza e fedeltà al Pontefice “cooperatore” della verità.

Non solo: l’espressione fu utilizzata da Pio XII nella sua prima enciclica Summus Pontificatus, in cui scrisse: “Di nulla ci sentiamo più debitori al nostro ufficio e anche al nostro tempo come di ‘rendere testimonianza alla verità’”. Quello di Gaenswein non è però un motto particolarmente originale. Ed è curioso notare come prima di lui lo abbia utilizzato John Charles McQuaid, vescovo di Dublino morto nel 1973, che era stato accusato di abusi sessuali (accusi che poi sono stati completamente smentiti). E oggi lo stesso motto lo ha scelto Piotr Jarecki, ausiliare di Varsavia, recentemente arrestato per guida in stato di ebbrezza. I precedenti non sono di buon auspicio per il segretario del Papa. Ma c’è da starne certi: con la sua meticolosità, precisione, fedeltà e amore per il Pontefice, Georg Gaenswein andrà oltre i cattivi auspici.


Caterina63
00domenica 6 gennaio 2013 12:15
LO STEMMA SCELTO DA MONS. GEORG E' OMAGGIO AL GRANDE PONTEFICE, DOTTORE DELLA CHIESA, PAPA BENEDETTO XVI   


     http://www.korazym.org/images/stories/santino%20georg.jpg



http://www.korazym.org/images/stories/0000000stemmagg.jpg


     



Paparatzifan
00lunedì 7 gennaio 2013 04:25
Dal blog di Lella...

PAPA: A QUALUNQUE COSTO VESCOVI CONTRADDICANO OPINIONI DOMINANTI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 6 gen.

Ai vescovi e' chiesto "il coraggio di contraddire gli orientamenti dominanti".
Lo ha ribadito oggi Benedetto XVI nell'omelia per la consacrazione episcopale di monsignor Georg Gaeanswein e altri tre nuovi presuli della Curia Romana. Un compito, ha spiegato, che e' oggi particolarmente pressante per un vescovi", che per svolgerlo "dev'essere valoroso". Ma, ha aggiunto il Pontefice, "tale valore o fortezza non consiste nel colpire con violenza, nell'aggressivita', ma nel lasciarsi colpire e nel tenere testa ai criteri delle opinioni dominanti".
A don Georg e ai tre altri nuovi vescovi (monsignor Angelo Vincenzo Zani, eletto arcivescovo titolare di Volturno e nominato segretario della Congregazione per l'Educazione Cattolica, monsignor Fortunatus Nwachukwu, eletto arcivescovo titolare di Acquaviva e nominato nunzio apostolico in Nicaragua, e monsignor Nicolas Henry Marie Denis Thevenin, eletto arcivescovo titolare di Eclano e nominato nunzio apostolico in Guatemala), il Papa ha indicato come modelli da imitare i tre Re Magi, i quali "erano anche e soprattutto uomini che avevano coraggio, il coraggio e l'umilta' della fede". "Ci voleva del coraggio - ha sottolineato - per accogliere il segno della stella come un ordine di partire, per uscire, verso l'ignoto, l'incerto, su vie sulle quali c'erano molteplici pericoli in agguato". "Possiamo immaginare - ha ipotizzato Benedetto XVI - che la decisione di questi uomini abbia suscitato derisione: la beffa dei realisti che potevano soltanto deridere le fantasticherie di questi uomini. Chi partiva su promesse cosi' incerte, rischiando tutto, poteva apparire soltanto ridicolo. Ma per questi uomini toccati interiormente da Dio, la via secondo le indicazioni divine era piu' importante dell'opinione della gente". Ma, ha assicurato, "la ricerca della verita' era per loro piu' importante della derisione del mondo, apparentemente intelligente".
"Il vescovo - ha poi scandito Papa Ratzinger - deve precedere, dev'essere colui che indica agli uomini la strada verso la fede, la speranza e l'amore". E per farlo "dev'essere soprattutto un uomo che prega: deve vivere in un permanente contatto interiore con Dio; la sua anima dev'essere largamente aperta verso Dio". "Le sue difficolta' e quelle degli altri, come anche le sue gioie e quelle degli altri - cioe' - le deve portare a Dio, e cosi', a modo suo, stabilire il contatto tra Dio e il mondo nella comunione con Cristo, affinche' la luce di Cristo splenda nel mondo. Torniamo ai Magi d'Oriente". "Il pellegrinaggio interiore della fede verso Dio si svolge soprattutto nella preghiera", ha osservato in proposito il Pontefice teologo ricordando che per Sant'Agostino "la preghiera, in ultima analisi, non sarebbe altro che l'attualizzazione e la radicalizzazione del nostro desiderio di Dio". "Al posto della parola 'desiderio' - ha quindi concluso -potremmo mettere anche la parola 'inquietudine' e dire che la preghiera vuole strapparci alla nostra falsa comodita', al nostro essere chiusi nelle realta' materiali, visibili e trasmetterci l'inquietudine verso Dio, rendendoci proprio cosi' anche aperti e inquieti gli uni per gli altri".

© Copyright (AGI)

PAPA: SANTI SONO COSTELLAZIONI DI DIO,ILLUMINANO NOTTI DEL MONDO


Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 6 gen.

"I santi sono le vere costellazioni di Dio, che illuminano le notti di questo mondo e ci guidano".
Lo ha affermato Benedetto XVI nel corso della celebrazione dell'Epifania presieduta questa mattina in San Pietro, nel corso della quale ha conferito la consacrazione episcopale a 4 nuovi presuli, ai quali ha detto: "diventerete astri che precedono gli uomini e indicano loro la via giusta della vita". Il paragone con le stelle e' stato suggerito al Papa dalla storia dei Re Magi "che avevano - ha ricordato nella sua omelia - una grande conoscenza degli astri e probabilmente disponevano anche di una formazione filosofica".
I Magi, ha aggiunto, "non volevano soltanto sapere tante cose. Volevano sapere soprattutto la cosa essenziale. Volevano sapere come si possa riuscire ad essere persona umana. E per questo volevano sapere se Dio esista, dove e come Egli sia. Se Egli si curi di noi e come noi possiamo incontrarlo. Volevano non soltanto sapere. Volevano riconoscere la verita' su di noi, e su Dio e il mondo". Per il Papa, "la fede non e' altro che l'essere interiormente toccati da Dio, una condizione che ci conduce sulla via della vita. La fede ci tira dentro uno stato in cui siamo presi dall'inquietudine di Dio e fa di noi dei pellegrini che interiormente sono in cammino verso il vero Re del mondo e verso la sua promessa di giustizia, di verita' e di amore".
"Cari amici - ha quindi concluso il Pontefice rivolto ai quattro nuovi arcivescovi - cio' riguarda anche noi. Cio' riguarda soprattutto voi ordinati vescovi della Chiesa di Gesu' Cristo. Se vivrete con Cristo, a Lui nuovamente legati nel Sacramento, allora anche voi diventerete sapienti. In quest'ora noi tutti qui preghiamo per voi, affinche' il Signore vi ricolmi con la luce della fede e dell'amore. Affinche' quell'inquietudine di Dio per l'uomo vi tocchi, perche' tutti sperimentino la sua vicinanza e ricevano in dono la sua gioia. Preghiamo per voi, affinche' il Signore vi doni sempre il coraggio e l'umilta' della fede. Preghiamo Maria che ha mostrato ai Magi il nuovo Re del mondo, affinche' ella, quale Madre amorevole, mostri Gesu' Cristo anche a voi e vi aiuti ad essere indicatori della strada che porta a Lui".

© Copyright (AGI)

PAPA: ANCHE MONTI A CONSACRAZIONE DON GEORG E ALTRI 3 VESCOVI


Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 6 gen.

Anche il premier Mario Monti e la moglie Elsa partecipano questa mattina alla solenne liturgia dell'Epifania presieduta dal Papa in San Pietro, nel corso della quale ricevono la consacrazione episcopale 4 dignitari della Curia Romana, tra i quali monsignor Georg Gaenswein, segretario particolare di Benedetto XVI, eletto arcivescovo titolare di Urbisaglia e nominato anche prefetto della Casa Pontificia.
Gli altri tre sono monsignor Angelo Vincenzo Zani, eletto arcivescovo titolare di Volturno e nominato segretario della Congregazione per l'Educazione Cattolica, monsignor Fortunatus Nwachukwu, eletto arcivescovo titolare di Acquaviva e nominato nunzio apostolico in Nicaragua, e monsignor Nicolas Henry Marie Denis Thevenin, eletto arcivescovo titolare di Eclano e nominato nunzio apostolico in Guatemala. Concelebrano con il Papa quali co-ordinanti dei nuovi presuli il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, e il cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica. Il rito di Ordinazione e' stato preceduto dalla proclamazione del Santo Vangelo e l'annunzio del giorno della Pasqua, che quest'anno si celebra il 31 marzo.
Nella celebrazione di oggi Benedetto XVI ha indossato il "fanone", cioe' l'insegna riservata al Pontefice: un semplice panno, che ne segnala l'autorita' sull'intera Chiesa. Tra le autorita' hanno assistito al rito anche l'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, il vicesegretario generale di Palazzo Chigi Federico Toniato, i ministri Andrea Riccardi e Lorenzo Ornaghi e gli esponenti dell'Udc Lorenzo Cesa e Rocco Buttiglione.

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Paparatzifan
00lunedì 7 gennaio 2013 04:28
Dal blog di Lella...

PAPA: AI FEDELI, SCUSATE IL RITARDO HO ORDINATO 4 VESCOVI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 6 gen.

"Scusate il ritardo, questa mattina ho ordinato 4 nuovi vescovi, e la celebrazione e' durata un po' di piu'". Con queste parole Benedetto XVI si e' rivolto ai circa 100mila fedeli che gremivano questa mattina piazza San Pietro e piazza Pio XII in occasione della festa dell'Epifania.
L'Angelus e' iniziato infatti con oltre 15 minuti di ritardo.
"Due dei nuovi vescovi - ha poi informato il Pontefice sempre rivolto ai fedeli - rimarranno al servizio della Santa Sede, e gli altri due partiranno per essere Rappresentanti Pontifici presso due Nazioni". "Preghiamo - ha chiesto - per ciascuno di loro, per il loro ministero, e perche' la luce di Cristo risplenda nel mondo intero". Nelle diverse lingue Ratzinger ha poi salutato i neo presuli: in tedesco monsignor Georg Gaenswein, suo segretario particolare, eletto arcivescovo titolare di Urbisaglia e nominato anche prefetto della Casa Pontificia, in italiano monsignor Angelo Vincenzo Zani, storico direttore dell'Ufficio scuola della Cei, eletto arcivescovo titolare di Volturno e nominato segretario della Congregazione per l'Educazione Cattolica, in inglese monsignor Fortunatus Nwachukwu, il prelato nigeriano gia' capo del protocollo della Segreteria di Stato, eletto arcivescovo titolare di Acquaviva e nominato nunzio apostolico in Nicaragua, e in francese monsignor Nicolas Henry Marie Denis Thevenin, eletto arcivescovo titolare di Eclano e nominato nunzio apostolico in Guatemala.

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PAPA: PER ORTODOSSI DOMANI E' NATALE, CI UNISCE LA VERGINE MARIA


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 6 gen.

"Domani le Chiese d'Oriente che seguono il calendario giuliano celebreranno il Natale del Signore". Benedetto XVI ha voluto ricordarlo salutando i circa 100mila fedeli che gremivano piazza San Pietro e piazza Pio XII per il tradizionale appuntamento dell'Angelus.
"Nella gioia della fede comune rivolgo a esse il mio piu' cordiale augurio di pace, con uno speciale ricordo nella preghiera", ha detto sottolineando che per noi oggi e' invece "l'Epifania del Signore, la sua manifestazione alle genti". E che le due feste celebrano entrambe anche la grande fede della Vergine Maria.
Secondo il Papa, "questa leggera differenza, che fa sovrapporre i due momenti, fa risaltare che quel Bambino, nato nell'umilta' della grotta di Betlemme, e' la luce del mondo, che orienta il cammino di tutti i popoli. E' un accostamento che fa riflettere anche dal punto di vista della fede: da una parte, a Natale, davanti a Gesu', vediamo la fede di Maria, di Giuseppe e dei pastori; oggi, nell'Epifania, la fede dei Magi, venuti dall'Oriente per adorare il re dei Giudei". "La Vergine Maria, insieme con il suo sposo - ha spiegato - rappresentano il ceppo di Israele, il resto preannunciato dai profeti, da cui doveva germogliare il Messia: un nucleo di Israele, il popolo che conosce e ha fede in quel Dio che si e' rivelato ai Patriarchi e nel cammino della storia". "Questa fede - ha osservato il Pontefice teologo - raggiunge il suo compimento in Maria, nella pienezza dei tempi; in lei, "beata perche' ha creduto", il Verbo si e' fatto carne, Dio e' apparso nel mondo". "La fede di Maria - ha quindi scandito Papa Ratzinger - diventa la primizia e il modello della fede della Chiesa, Popolo della Nuova Alleanza. Ma questo popolo e' fin dall'inizio universale, e questo lo vediamo oggi nelle figure dei Magi, che giungono a Betlemme seguendo la luce di una stella e le indicazioni delle Sacre Scritture". Cosi', "la fede di Maria puo' essere accostata a quella di Abramo: e' il nuovo inizio della stessa promessa, dello stesso immutabile disegno di Dio, che trova ora il suo pieno compimento in Gesu' Cristo. E la luce di Cristo e' cosi' limpida e forte che rende intelligibile sia il linguaggio del cosmo, sia quello delle Scritture, cosi' che tutti coloro che, come i Magi, sono aperti alla verita' possono riconoscerla e giungere a contemplare il Salvatore del mondo".

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Paparatzifan
00martedì 8 gennaio 2013 01:39
Dal blog di Lella...

Papa/ Nel 2013 incontra solo vescovi italiani in visita ad limina

Concluso il primo ciclo di incontri del pontificato Ratzinger

Città del Vaticano, 5 gen. (TMNews)

Benedetto XVI ha concluso lo scorso novembre, con l'udienza ai vescovi della Francia, il suo primo ciclo di incontri con i vescovi di tutto il mondo per le visite 'ad limina apostolorum'.
Nel 2013 incontrerà soltanto i presuli della Conferenza episcopale italiana.
"In questo 2013 - spiega all''Osservatore romano' l'arcivescovo Lorenzo Baldisseri, segretario della Congregazione per i Vescovi - saranno i vescovi italiani a recarsi in pellegrinaggio alle tombe degli apostoli e a incontrare il successore di Pietro.
E' una visita, la loro, molto significativa, perché il Papa è il vescovo di Roma quindi ha un legame molto stretto con i vescovi d'Italia: potremmo dire che il Papa è 'vescovo italiano'. Lo svolgimento dell'Anno della fede non permetterà la visita di altre Conferenze episcopali, considerata anche l'ampiezza della Conferenza episcopale italiana".
"Visita ad limina apostolorum significa 'visita alle soglie degli Apostoli', nel senso che i vescovi sono periodicamente invitati ad andare a Roma per videre Petrum, compiere un pellegrinaggio alle tombe degli apostoli Pietro e Paolo, fondatori della Chiesa di Roma ed esprimere e rafforzare l'unità e la collegialità della Chiesa", ricorda il presule.
"I canoni 399 e 400 del Codex iuris canonici in effetti prescrivono le visite a scadenza quinquennale, ma per eventi e circostanze particolari tale scadenza spesso non viene osservata".

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Paparatzifan
00martedì 8 gennaio 2013 02:30
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CRISI: PAPA, NON RASSEGNARSI ALLO SPREAD DEL BENESSERE SOCIALE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 7 gen.

"Se preoccupa l'indice differenziale tra i tassi finanziari, dovrebbero destare sgomento le crescenti differenze fra pochi, sempre piu' ricchi, e molti, irrimediabilmente piu' poveri".
Lo afferma Bendetto XVI nel discorso d'inizio anno al Corpo Diplomatico, nel quale chiede ai governanti di "non rassegnarsi allo 'spread del benessere sociale', mentre si combatte quello della finanza" e di "resistere alle tentazioni degli interessi particolari e a breve termine, per orientarsi piuttosto in direzione del bene comune".
Per il Papa, "l'Unione Europea ha bisogno di Rappresentanti lungimiranti e qualificati, per compiere le scelte difficili che sono necessarie per risanare la sua economia e porre basi solide per il suo sviluppo". "Da soli - rileva - alcuni Paesi andranno forse piu' veloci, ma, insieme, tutti andranno certamente piu' lontano". "Inoltre - conclude Benedetto XVI citando il proprio Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2013 - e' urgente formare i leaders, che, in futuro, guideranno le istituzioni pubbliche nazionali ed internazionali".

© Copyright (AGI)

ABORTO: PAPA, NON ALTERARE EQUILIBRIO TRA DIRITTI MADRE E FIGLI


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 7 gen.

"La Chiesa Cattolica non intende mancare di comprensione e di benevolenza, anche verso la madre. Si tratta, piuttosto, di vigilare affinche' la legge non giunga ad alterare ingiustamente l'equilibrio fra l'eguale diritto alla vita della madre e del figlio non nato".
Tiene a precisarlo Benedetto XVI che torna a ribadire nel discorso d'inizio anno al Corpo Diplomatico - pur con linguaggio assai pacato - che "l'aborto diretto, cioe' voluto come un fine o come un mezzo, e' gravemente contrario alla legge morale".
Secondo il Pontefice "per essere autentica, la difesa dei diritti deve, al contrario, considerare l'uomo nella sua integralita' personale e comunitaria".
"Purtroppo, soprattutto nell'Occidente, vi sono - denuncia il Papa tedesco - numerosi equivoci sul significato dei diritti umani e dei doveri ad essi correlati. Non di rado i diritti sono confusi con esacerbate manifestazioni di autonomia della persona, che diventa autoreferenziale, non piu' aperta all'incontro con Dio e con gli altri, ma ripiegata su se stessa nel tentativo di soddisfare i propri bisogni". "In questo campo - rileva Benedetto XVI - la recente decisione della Corte Interamericana dei Diritti Umani relativa alla fecondazione in vitro, che ridefinisce arbitrariamente il momento del concepimento e indebolisce la difesa della vita prenatale, e' ugualmente fonte di preoccupazione Allo stesso tempo, constato con tristezza che, in diversi Paesi, anche di tradizione cristiana, si e' lavorato per introdurre o ampliare legislazioni che depenalizzano o liberalizzano l'aborto".
Benedetto XVI confida infine agli ambasciatori di essersi "rallegrato" per il fatto che "una Risoluzione dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa, nel gennaio dello scorso anno, abbia chiesto la proibizione dell'eutanasia, intesa come uccisione volontaria, per atto o omissione, di un essere umano in condizioni di dipendenza". "Sempre di nuovo - continua il Papa teologo - la costruzione della pace passa per la tutela dell'uomo e dei suoi diritti fondamentali". "Tale impegno, seppure con modalita' e intensita' diverse, interpella - scandisce - tutti i Paesi e deve costantemente essere ispirato dalla dignita' trascendente della persona umana e dai principi iscritti nella sua natura". "Fra questi - conclude - figura in primo piano il rispetto della vita umana, in ogni sua fase".

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PAPA: RISPETTARE IL DIRITTO ALL'OBIEZIONE DI COSCIENZA


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 7 gen.

"Per salvaguardare effettivamente l'esercizio della liberta' religiosa e' essenziale rispettare il diritto all'obiezione di coscienza".
Lo ricorda Benedetto XVI ai 179 ambasciatori accreditati in Vaticano. Secondo il Papa, "questa frontiera della liberta' tocca dei principi di grande importanza, di carattere etico e religioso, radicati nella dignita' stessa della persona umana.
Essi sono come i muri portanti di ogni societa' che voglia essere veramente libera e democratica". "Pertanto - condanna Ratzinger - vietare l'obiezione di coscienza individuale ed istituzionale, in nome della liberta' e del pluralismo, paradossalmente aprirebbe invece le porte proprio all'intolleranza e al livellamento forzato". "Difendiamo il diritto all’obiezione di coscienza degli individui e delle istituzioni, promuovendo la liberta' e il rispetto per tutti", ha poi riassunto lo stesso Papa Ratzinger nei 140 caratteri di un tweet lanciato dall'accounto @Pontifex al termine dell'incontro con o diplomatici.

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Paparatzifan
00martedì 8 gennaio 2013 02:41
Dal blog di Lella...

PAPA: CAMBOGIA TERRA DI MARTIRI, SANGUE SCORREVA NELLE RISAIE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 7 gen.

Benedetto XVI ha rievocato "il periodo di disordini che ha precipitato la Cambogia nel buio" per "sottolineare come il coraggio, la fede e la perseveranza dei pastori e dei tanti vostri fratelli e sorelle cristiani, molti dei quali hanno trovato la morte", rappresenti per quel Paese "una nobile testimonianza alla verita' del Vangelo". "Siate certi delle preghiere dei vostri fratelli e sorelle, il cui sangue scorreva nelle risaie", ha affermato in un video messaggio destinato al Congresso "Il Vaticano II e la Chiesa", che si conclude oggi a Phnom Penh.
Organizzato in occasione dell'Anno della Fede, l'incontro ha offerto al Papa l'occasione di recarsi virtualmente, sottolinea Radio Vaticana, "in un posto e in un giorno che per la storia della Cambogia contemporanea, e soprattutto per la piccola Chiesa che vive nel Paese, significano moltissimo, e cioe' il luogo dove sorgera' la nuova cattedrale di Phnom Penh, al posto di quella distrutta nel 1975, durante il sanguinario regime dei Khmer Rossi di Pol Pot, del quale oggi si ricorda il 34.mo anniversario della caduta". "Significativa in questo senso, al termine della messa conclusiva di oggi, e' stata la distribuzione di centinaia di copie dei testi conciliari e del Catechismo tradotti in cambogiano. Un segno di vitalita' di una Chiesa che e' si solo l'1 per cento della popolazione - a fronte di un 96 per cento di seguaci del buddismo - ma nella quale Benedetto XVI coglie un "dinamismo" dimostrato - dice - dai "numerosi catecumeni" e dai "battesimi di adulti", "un segno felice - sottolinea ancora - della presenza attiva di Dio" nei credenti cambogiani: "Siate lievito nella pasta della vostra societa', testimoniando l'amore di Cristo per tutti, la costruzione di vincoli di fraternita' con i membri di altre tradizioni religiose e camminando lungo le vie della giustizia e della misericordia". Ai seminaristi e ai sacerdoti cambogiani Benedetto XVI chiede che l'offerta della loro vita e preghiera sia "fonte di speranza" e di nuove vocazioni. E insieme, auspica che lo zelo dei missionari, religiosi e laici consacrati, di provenienza straniera "porti molti di coloro" da loro serviti e amati "a incontrare Gesu' Cristo". E intense sono anche le parole rivolte ai giovani nella fede e a coloro che questo dono non l'hanno ancora: " Cari giovani amici, battezzati nel corso degli ultimi anni, non dimenticate che la Chiesa e' la vostra famiglia: essa conta su di voi per testimoniare la vita e l'amore che avete trovato in Gesu'. Prego per voi e vi invito a essere discepoli generosi di Cristo. E tutti voi che cercate Dio, perseverate e siate certi che Cristo vi ama e vi offre la sua pace".

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Paparatzifan
00martedì 8 gennaio 2013 02:43
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PAPA: VIOLENZA NON SI PUO' GIUSTIFICARE FALSIFICANDO LA FEDE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 7 gen.

Qualunque pretesa di giustificare la violenza con la fede rappresenta "una falsificazione della religione stessa, la quale, invece, mira a riconciliare l'uomo con Dio, a illuminare e purificare le coscienze e a rendere chiaro che ogni uomo e' immagine del Creatore".
Lo afferma Benedetto XVI nel discorso d'inizio anno al Corpo Diplomatico.
"Alle manifestazioni contemporanee dell'oblio di Dio si possono associare - denuncia - quelle dovute all'ignoranza del suo vero volto, che e' la causa di un pernicioso fanatismo di matrice religiosa, che anche nel 2012 ha mietuto vittime in alcuni Paesi qui rappresentati".
Per il Papa teologo, "la glorificazione di Dio e la pace sulla terra sono fra loro strettamente congiunte, appare evidente che la pace e', ad un tempo, dono di Dio e compito dell'uomo, perche' esige la sua risposta libera e consapevole". Parlando agli ambasciatori, il Pontefice si domanda infine "come si puo' evitare che la violenza, dichiarata o nascosta, diventi la regola ultima dei rapporti umani?". "In realta' - osserva - senza un'apertura trascendente, l'uomo cade facile preda del relativismo e gli riesce poi difficile agire secondo giustizia e impegnarsi per la pace".

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PAPA: L'EDUCAZIONE E' VIA PRIVILEGIATA PER COSTRUIRE LA PACE


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 7 gen.

Rivolgendosi ai 179 ambasciatori accreditati in Vaticano, il Papa ha voluto sottolineare oggi come "l'educazione sia un'altra via privilegiata per la costruzione della pace".
"Ce lo insegna - ha osservato - l'odierna crisi economica e finanziaria". Nel suo discorso d'inizio anno, Benedetto XVI ha ricordato che "la giustizia si realizza soltanto se ci sono persone giuste" e che "costruire la pace significa educare gli individui a combattere la corruzione, la criminalita', la produzione ed il traffico della droga, nonche' ad evitare divisioni e tensioni, che rischiano di sfibrare la societa', ostacolandone lo sviluppo e la pacifica convivenza".
"E' anzitutto alle Autorita' civili e politiche - ha rilevato inoltre il Papa - che incombe la grave responsabilita' di operare per la pace.
Esse per prime sono chiamate a risolvere i numerosi conflitti che continuano a insanguinare l'umanita', a cominciare da quella Regione privilegiata nel disegno di Dio, che e' il Medio Oriente". Il Papa ha poi stigmatizzato tutti gli attentati alla liberta' religiosa: "Talvolta - ha elencato - si tratta di marginalizzazioni della religione nella vita sociale; in altri casi di intolleranza, o persino di violenza nei confronti di persone, di simboli identitari e di istituzioni religiose.
Capita anche che ai credenti - e ai cristiani in modo particolare - sia impedito di contribuire al bene comune con le loro istituzioni educative ed assistenziali. Inoltre, in un mondo dai confini sempre piu' aperti, costruire la pace mediante il dialogo non e' una scelta, ma una necessita'". In questa prospettiva, Benedetto XVI ha espresso soddisfazione per la Dichiarazione congiunta tra il Presidente della Conferenza Episcopale Polacca e il Patriarca di Mosca, firmata nello scorso mese di agosto, definendola "un segno forte dato dai credenti per favorire i rapporti fra il Popolo russo e il Popolo polacco".
Passando in rassegna la situazione mondiale, Papa Ratzinger ha poi voluto "menzionare l'accordo di pace recentemente raggiunto nelle Filippine e, in modo particolare, sottolineare il ruolo del dialogo tra le religioni per una convivenza pacifica nella regione di Mindanao". "Anche in Nord Africa - ha aggiunto - e' prioritaria la collaborazione di tutte le componenti della societa' e a ciascuna deve essere garantita piena cittadinanza, la liberta' di professare pubblicamente la propria religione e la possibilita' di contribuire al bene comune". "A tutti gli Egiziani - ha confidato - assicuro la mia vicinanza e la mia preghiera, in questo periodo in cui si formano nuove istituzioni". Volgendo lo sguardo all'Africa sub-sahariana, il Papa ha incoraggiato "gli sforzi per costruire la pace, soprattutto dove rimangono aperte le ferite delle guerre e pesano gravi conseguenze umanitarie". "Penso in modo particolare - ha detto - alla Regione del Corno d'Africa, come pure all'Est della Repubblica Democratica del Congo, dove le violenze si sono riacutizzate, obbligando numerose persone ad abbandonare le proprie case, le proprie famiglie e i propri contesti di vita". E non ha voluto ignorare "le altre minacce che si affacciano all'orizzonte". "Anche il Mali - infatti - e' dilaniato dalla violenza ed e' segnato da una profonda crisi istituzionale e sociale, che deve suscitare un efficace interessamento da parte della comunita' internazionale". "Nella Repubblica Centrafricana - ha poi concluso - auspico che i colloqui annunciati per i prossimi giorni riportino la stabilita' e risparmino alla popolazione di rivivere gli orrori della guerra civile".

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PAPA: L'ITALIA RISCOPRA TENACIA E IMPEGNO CONDIVISO


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 7 gen.

"In questo momento della sua storia, uno spirito di tenacia e di impegno condiviso animi tutta la diletta Nazione italiana". E' questo l'auspicio di Benedetto XVI per il nostro Paese, nel discorso d'inizio anno al Corpo Diplomatico. "Penso - ha aggiunto - anche a coloro che hanno subito il forte terremoto, che ha devastato alcune Regioni dell'Italia settentrionale. Come sapete, ho voluto recarmi personalmente in questi luoghi, dove ho potuto constatare l'ardente desiderio con cui s'intende ricostruire cio' che e' andato distrutto".

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Paparatzifan
00martedì 8 gennaio 2013 03:03
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SIRIA: PAPA, DEPORRE LE ARMI O CONFLITTO VEDRA' SOLO SCONFITTI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 7 gen.

In Siria "le armi siano deposte e quanto prima prevalga un dialogo costruttivo per porre fine a un conflitto che, se perdura, non vedra' vincitori, ma solo sconfitti, lasciando dietro di se' soltanto una distesa di rovine".
Lo chiede il Papa nel discorso d'inizio anno al Corpo Diplomatico, nel quale confida tutta la sua angoscia per la tragedia della Siria "dilaniata da continui massacri e teatro d'immani sofferenze fra la popolazione civile". Rinnovando cosi' il suo appello alla pace, il Pontefice invoca i governi del mondo "affinche' siano forniti con urgenza gli aiuti indispensabili per far fronte alla grave situazione umanitaria".
Subito dopo l'incontro con i 179 ambasciatori accreditati in Vaticano, il Papa ha riassunto su Twitter il senso del suo appello per la Siria. "Vi chiedo - ha scritto ai suoi 2 milioni e 400mila followers - di unirvi a me nella preghiera per la Siria, affinche' il dialogo costruttivo prenda il posto dell'orrida violenza".

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M.O.: PAPA, PACIFICA CONVIVENZA POSSIBILE CON DUE STATI SOVRANI

Salvatore Izzo



(AGI) - CdV, 7 gen.

Benedetto XVI rinnova il suo "auspicio che, con il sostegno della comunita' internazionale, Israeliani e Palestinesi s'impegnino per una pacifica convivenza nell'ambito di due Stati sovrani, dove il rispetto della giustizia e delle legittime aspirazioni dei due Popoli sia tutelato e garantito". Assicurando la viva attenzione del Vaticano "alla Terra Santa", il Papa - nel discorso rivolto oggi agli ambasciatori accreditati in Vaticano - commenta il riconoscimento della Palestina quale Stato Osservatore non Membro delle Nazioni Unite come un passo verso la pace. "Gerusalemme - invoca - diventa cio' che il Tuo nome significa! Citta' della pace e non della divisione; profezia del Regno di Dio e non messaggio d'instabilita' e di contrapposizione".
Rivolgendo poi il pensiero "alla cara popolazione irachena", Papa Ratzinger si augura che essa "percorra la via della riconciliazione, per giungere alla desiderata stabilita'". Per il Libano, dove nello scorso mese di settembre ha incontrato "le sue diverse realta' costitutive", il Pontefice auspica poi che "la pluralita' delle tradizioni religiose sia una vera ricchezza per il Paese, come pure per tutta la Regione, e i cristiani offrano una testimonianza efficace per la costruzione di un futuro di pace con tutti gli uomini di buona volonta'".

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NIGERIA: PAPA,ODIO VUOLE TRASFORMARE CHIESE IN LUOGHI DI PAURA


Salvatore Izzo



(AGI) - CdV, 7 gen.

In Nigeria, "l'odio sembra voler trasformare dei templi di preghiera e di pace in altrettanti centri di paura e di divisione".
Lo denuncia Benedetto XVI nel discorso d'inizio anno al Corpo Diplomatico. "A intervalli regolari - rileva il Papa - la Nigeria e' teatro di attentati terroristici che mietono vittime, soprattutto tra i fedeli cristiani riuniti in preghiera". "Ho provato una grande tristezza - confida - nell'apprendere che, perfino nel giorno in cui noi celebriamo il Natale, dei cristiani sono stati uccisi barbaramente".

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Paparatzifan
00mercoledì 9 gennaio 2013 02:06
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PAPA: OSSERVATORE, APPREZZAMENTO CRESCENTE MA NON DAI MEDIA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 7 gen.

Gli interventi di Benedetto XVI rischiano talvolta di "non essere valorizzati nel panorama mediatico, sempre piu' affollato e distratto. E che a volte purtroppo li ignora nonostante l'interesse e l'apprezzamento crescenti per Benedetto XVI, un uomo di fede che davvero vuole parlare a tutti di cio' che piu' gli preme, e cioe' della questione di Dio".
Lo scrive l'Osservatore Romano a margine del discorso d'inizio anno di Benedetto XVI al Corpo Diplomatico, che per il suo tono pacato e' stato poco e' stato poco rilanciato dai siti internet.
"Il passaggio dell'anno civile, che s'incrocia con il tempo della Chiesa, costituisce per il Papa - sottolinea il direttore del giornale vaticano, professor Giovanni Maria Vian - un'occasione privilegiata per parlare ai cattolici e al mondo, ma in questi giorni. Interventi che inevitabilmente si concentrano, rischiando, anche per il periodo festivo, di passare inosservati".
Il Papa cerca "instancabilmente un colloquio con tutti": questo e' per Vian il "filo rosso" che lega l'allocuzione del 21 dicembre alla Curia romana, l'omelia di Natale, il discorso alla citta' e al mondo, quello per l'incontro di Taize', e le omelie per il Te Deum e per l'ordinazione episcopale di quattro suoi collaboratori (tra i quali il suo segretario particolare), e il discorso di oggi a chi rappresenta le moltissime Nazioni con le quali la Santa Sede ha rapporti diplomatici.
In quest'ultimo intervento, per il direttore dell'Osservatore, "molto importante e significativa e' stata l'insistenza iniziale di Benedetto XVI che questo sforzo di rapporti, sostenuto in prima persona dai rappresentanti pontifici, tra i quali il Pontefice ha voluto ricordare il nunzio in Costa d'Avorio, morto in un tragico incidente stradale, e di dialogo, motivato dal bene spirituale e materiale di ogni persona umana per promuoverne ovunque la dignita' trascendente, dimensione evocata per ben quattro volte nel discorso al corpo diplomatico".
"Non dunque - conclude il professor Vian - di ingerenza nelle diverse societa' si tratta, ma di una preoccupazione che vuole rivolgersi alle coscienze dei cittadini per il bene di ogni persona".

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Paparatzifan
00giovedì 10 gennaio 2013 01:40
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Papa/ Fede non sia solo emozione e sentimento, ma vita concreta

A udienza generale cita il catechismo di san Pio X

Città del Vaticano, 9 gen. (TMNews)

Dio "non si accontenta di parlare, ma si immerge nella nostra storia e assume su di sé la fatica e il peso della vita umana".
Lo ha sottolineato il Papa nella catecehsi dell'odierna udienza generale in Vaticano. "Il figlio di Dio - ha proseguito - si è fatto veramente uomo, è nato dalla vergine Maria, in un tempo e in un luogo determinati, a Betlemme durante il regno dell'imperatore Augusto, sotto il governatore Quirino; è cresciuto in una famiglia, ha avuto degli amici, ha formato un gruppo di discepoli, ha istruito gli Apostoli per continuare la sua missione, ha terminato il corso della sua vita terrena sulla croce.
Questo modo di agire di Dio - ha proseguito Benedetto XVI - è un forte stimolo ad interrogarci sul realismo della nostra fede, che non deve essere limitata alla sfera del sentimento, delle emozioni, ma deve entrare nel concreto della nostra esistenza, deve toccare cioè la nostra vita di ogni giorno e orientarla anche in modo pratico. Dio non si è fermato alle parole, ma ci ha indicato come vivere, condividendo la nostra stessa esperienza, fuorché nel peccato".
"Il catechismo di san Pio X, che alcuni di noi hanno studiato da ragazzi - ha detto il Papa - con la sua essenzialità, alla domanda: 'Per vivere secondo Dio, che cosa dobbiamo fare?', dà questa risposta: 'Per vivere secondo Dio dobbiamo credere le verità rivelate da Lui e osservare i suoi comandamenti con l'aiuto della sua grazia, che si ottiene mediante i sacramenti e l'orazione'.
La fede ha un aspetto fondamentale che interessa non solo la mente e il cuore, ma tutta la nostra vita".

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Paparatzifan
00giovedì 10 gennaio 2013 01:48
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PAPA: CHI NON RIESCE A DONARE IL CUORE MAGARI OFFRE DENARO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 9 gen.

A chi cerca di "sostituire il cuore e l'impegno di donazione di se' con il denaro, con cose materiali", il Vangelo ricorda che "Dio non ha fatto cosi'; non ha donato qualcosa, ma ha donato se stesso nel suo Figlio Unigenito".
Benedetto XVI ha voluto ribadirlo all'Udienza Generale di oggi, sottolineando che se non si riesce "a donare un po' di se stessi", di fatto si "dona sempre troppo poco".
Una esortazione a ripensare il "modello del nostro donare, perche' le nostre relazioni, specialmente quelle piu' importanti, siano guidate dalla gratuita' e dall'amore".

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PAPA: IL VANGELO TOCCA L'UOMO PROPRIO NELLA SUA CARNE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 9 gen.

L'espressione "il Verbo si fece carne", che riassume in cinque parole il mistero cristiano nel prologo del Vangelo di Giovanni, "indica l'uomo nella sua integralita', proprio sotto l'aspetto della sua caducita' e temporalita', della sua poverta' e contingenza".
Benedetto XVI ha voluto sottolinearlo nella catechesi all'Udienza Generale di oggi, per affermare che "la fede non interessa solo la mente e il cuore, ma tutta la vita".
"La salvezza portata dal Dio fattosi carne in Gesu' di Nazaret tocca l'uomo nella sua realta' concreta e in qualunque situazione si trovi", ha osservato il Papa teologo.
Con l'Incarnazione, cioe', ha spiegato, "avviene una nuova creazione, che dona la risposta completa alla domanda 'Chi e' l'uomo?'. Solo in Gesu' si manifesta compiutamente il progetto di Dio sull'essere umano: Egli e' l'uomo definitivo secondo Dio".
Infatti, "Dio, facendosi carne, ha voluto farsi dono per gli uomini, ha dato se stesso per noi: ha assunto la nostra umanita' per donarci la sua divinita'. E' questo - ha concluso il Pontefice - il grande dono".

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Paparatzifan
00sabato 12 gennaio 2013 00:19
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Papa/ Riceve Alemanno e Polverini, cambia formula dell'udienza

Città del Vaticano, 11 gen. (TMNews)

Cambia la formula della tradizionale udienza concessa a inizio anno dal Papa agli amministratori di Roma e del Lazio. Oggi Benedetto XVI ha ricevuto in due separate udienze il sindaco della capitale Gianni Alemanno e la presidente uscente della Regione Renata Polverini. Assente Nicola Zingaretti, ex Presidente della Provincia Roma candidato alla presidenza della Regione Lazio.
Se negli anni precedenti il Papa, nel mese di gennaio, concedeva udienze separate al sindaco di Roma al presidente della Provincia di Roma e al presidente della Regione Lazio, dal 2000, sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, queste tre udienze sono state accorpate in un solo incontro con i responsabili politici e amministratori delle tre istituzioni. Alle udienze prendevano parte i rispettivi consigli comunali, provinciali e regionali che quest'anno non sono stati invitati dal Papa ai Vespri e al 'Te Deum' del 31 dicembre nella basilica di San Pietro. Ad Alemanno e Polverini, quest'anno, il Papa non ha rivolto discorsi pubblici.

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Paparatzifan
00domenica 13 gennaio 2013 02:22
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VATICANO: PAPA RINGRAZIA GENDARMERIA A VIGILIA ANNO GIUDIZIARIO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 11 gen.

Alla vigilia dell'apertura dell'Anno Giudiziario - che domani offrira' al promotore di giustizia Nicola Piccardi la possibilita' di tirare pubblicamente le fila del caso Vatileaks di fatto concluso alla vigilia di Natale con la grazia concessa a Paolo Gabriele - Benedetto XVI ha voluto rendere onore al Corpo della Gendarmeria e al suo comandante, generale Domenico Giani, che ha condotto le indagini.
"Desidero esprimere con intensita' di sentimenti - ha detto nel corso di un'inedita udienza per gli auguri d'inizio anno concessa ai corpi della Gendarmeria e dei Vigili del Fuoco - la mia stima, il mio vivo incoraggiamento e soprattutto la mia profonda riconoscenza per il generoso lavoro che svolgete
con discrezione, competenza ed efficienza e non senza sacrificio".
"Quasi ogni giorno - ha confidato Papa Ratzinger - ho l'opportunita' di constatare di persona la vostra professionalita' nel collaborare a garantire la sorveglianza al Papa, come anche il necessario ordine e la sicurezza di quanti risiedono nello Stato o di coloro che prendono parte alle celebrazioni e agli incontri che si svolgono in Vaticano".
"Un'opera di vigilanza e di controllo, che - ha dato atto il Pontefice rivolgendosi a Giani e ai suoi uomini - voi svolgete con diligenza e sollecitudine, ed e' certamente considerevole e delicata: essa richiede a volte non poca pazienza, perseveranza e disponibilita' all'ascolto".
Come e' noto, nel corso del processo al maggiordomo infedele, sono stati sollevati rilievi all'azione dei gendarmi, sia per quanto riguarda le modalita' della perquisizione che porto' all'arresto di Paolo Gabriele, che per quanto riguarda le condizioni della sua carcerazione nelle prime settimane da lui trascorse nella cella di sicurezza della caserma della Gendarmeria (allora attrezzata per ospitare un fermato solo per poche ore). Tutto questa era parte della strategia difensiva ma ugualmente ha molto turbato gli animi dei gendarmi che si sono visti ingiustamente dileggiati.
E oggi - parlando anche a nome dei suoi uomini - il comandante Giani ha definito l'udienza concessa dal Papa "un'iniezione di fiducia tale da consentirci di proseguire con entusiasmo e con gioia rinnovati" un compito che esige "serenita'".
Siamo, ha assicurato, "certi del grado di preparazione raggiunto, determinati nel seguire la strada della collaborazione sul piano internazionale con le altre Forze di sicurezza, orgogliosi della fiducia dei Superiori, forti della protezione di San Michele, e soprattutto felici di sapere che il Papa ci segue con paterna benevolenza, apprezza i nostri sforzi pur se limitati dalla fragilita' umana e ci manifesta, anche con questo incontro, il Suo affetto".
Per il Papa, del resto, quello affidato alla Gendarmeria e' "un servizio quanto mai utile al tranquillo e sicuro svolgimento della vita quotidiana e delle manifestazioni religiose della Citta' del Vaticano".
"In ogni pellegrino o visitatore - ha raccomandato agli uomini di Giani - sappiate vedere il volto di un fratello che Dio pone sulla vostra strada; pertanto accoglietelo con gentilezza e aiutatelo, sentendolo parte della grande famiglia umana".

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