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Benedetto XVI Forum Luogo d'incontro di tutti quelli che amano il Santo Padre.

Viaggio apostolico in Inghilterra ed Scozia

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    00 19/09/2010 07:53
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    Gb, Papa incontra vittime pedofili
    "Dolore e vergogna per sofferenze"


    A Londra Benedetto XVI ha incontrato un gruppo di vittime di abusi sessuali da parte del clero. L'incontro non è avvenuto nella Cappella della residenza arcivescovile perché alcune delle vittime hanno subito abusi proprio in chiesa. Il Papa "si è commosso" e "ha espresso profondo dolore e vergogna", assicurando l'impegno della Chiesa per la verifica delle accuse, la protezione dei giovani e la collaborazione "con le autorità civili"
    ''Ha pregato con loro - si legge in una nota - e ha assicurato che la Chiesa Cattolica, mentre continua a mettere in atto misure efficaci per la protezione dei giovani, sta facendo tutto il possibile per verificare le accuse, per collaborare con le autorità civili e per consegnare alla giustizia il clero e i religiosi accusati di questi gravi crimini''.
    'Come in altre occasioni - riferisce ancora la sala stampa vaticana -, ha pregato affinché tutte le vittime di abusi possano sperimentare guarigione e riconciliazione e riescano a superare la propria angoscia passata e presente con serenita' e nuova speranza per il futuro''. Dopo questo incontro, il Papa ha parlato anche a un gruppo di professionisti e di volontari ''che si dedicano alla protezione dei bambini e dei giovani in ambiente ecclesiastico''.

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    00 19/09/2010 08:00
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    Papa incontra vittime pedofili e si commuove: Dolore e vergogna

    Collaboriamo con autorità per assicurare colpevoli a giustizia

    Londra, 18 set. (Apcom)

    Il Papa "si è commosso" nell'incontro con un gruppo di vittime della pedofilia a Londra, "ha espresso profondo dolore e vergogna" ed ha assicurato l'impegno della Chiesa per la verifica delle accuse, la protezione dei giovani e la collaborazione "con le autorità civili e per consegnare alla giustizia il clero e i religiosi accusati di questi gravi crimini": lo rende noto la sala stampa della Santa Sede. "Sabato 18 settembre 2010, presso la Nunziatura apostolica di Londra, il Santo Padre ha incontrato un gruppo di persone vittime di abusi sessuali da parte di membri del clero", si legge nella nota. "Il Santo Padre si è commosso ascoltando le storie delle vittime e ha espresso profondo dolore e vergogna per le sofferenze loro e delle loro famiglie. Ha pregato con loro e ha assicurato che la Chiesa Cattolica, mentre continua a mettere in atto misure efficaci per la protezione dei giovani, sta facendo tutto il possibile per verificare le accuse, per collaborare con le autorità civili e per consegnare alla giustizia il clero e i religiosi accusati di questi gravi crimini. Come in altre occasioni, ha pregato affinché tutte le vittime di abusi possano sperimentare guarigione e riconciliazione e riescano a superare la propria angoscia passata e presente con serenità e nuova speranza per il futuro".

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    00 19/09/2010 09:14
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    Gli angeli sulla Nazione

    Davvero senza precedenti si sta rivelando la visita di Benedetto XVI nel Regno Unito. Un viaggio positivo e importante che - dopo l'incontro con Elisabetta ii, quelli con i cattolici scozzesi e poi con i rappresentanti di diverse religioni - ha permesso al Papa di rivolgersi nel cuore di Londra a tre interlocutori: gli anglicani, le autorità civili e la Chiesa cattolica di tutto il Paese. Visita il cui carattere storico è colto dai media soprattutto britannici, mentre altrove l'attenzione non è stata all'altezza di questi giorni, preferendo correre dietro e dare corpo a notizie trascurabili.
    Se si volesse trovare un'immagine simbolica riassuntiva dei momenti londinesi bisogna andare alla conclusione del discorso a Westminster Hall, che sicuramente resterà tra i maggiori del pontificato. Qui Papa Benedetto, alzando lo sguardo alla volta dell'aula e alle figure alate intagliate nel legno, ha ricordato la presenza degli angeli sul più antico Parlamento del mondo. Forse ricordando il tema, caro al giudaismo e al cristianesimo dell'antichità, degli angeli che vegliano sulle nazioni.
    Davanti a un'assemblea affollatissima, attenta e cordiale il Pontefice - dicendosi consapevole del privilegio di parlare a tutto il popolo britannico grazie a un invito che non ha precedenti - ha reso onore all'istituzione parlamentare del Paese e alla sua lunga tradizione, così influenti in larga parte del mondo. Moderazione, equilibrio e stabilità hanno costruito nel tempo una democrazia pluralista le cui strutture portanti al servizio della dignità di ogni persona umana hanno molto in comune con la dottrina sociale cattolica.
    Nel discorso alle autorità civili - proprio nel luogo dove venne pronunciata la sentenza contro Tommaso Moro, servitore del re ma prima di Dio - Benedetto XVI ha affrontato la sfida rappresentata per la democrazia dai suoi fondamenti etici. E citando gli esempi della crisi finanziaria globale e dell'abolizione del commercio degli schiavi, risultato di cui la Nazione britannica può essere giustamente orgogliosa, il Papa ha ribadito come la base di ogni discorso civile debba essere ricercata appunto in solidi principi morali, che sono accessibili alla ragione.
    Di nuovo, dunque, nella proposta del Pontefice è tornata la necessità di trovare un'armonia tra religione e ragione, che non vanno assolutizzate ma hanno bisogno l'una dell'altra. Da qui la preoccupazione per l'emarginazione progressiva della tradizione cristiana, e l'insistenza sui temi dello sviluppo e della protezione dell'ambiente, terreno comune della fruttuosa collaborazione tra Regno Unito e Santa Sede.
    Quasi simbolicamente la visita al Parlamento è stata racchiusa da due momenti molto significativi per lo sviluppo dei rapporti e dell'amicizia tra cattolici e anglicani, cinquant'anni dopo la storica udienza di Giovanni XXIII all'arcivescovo Geoffrey Fisher: l'incontro a Lambeth Palace e i solenni vespri ecumenici celebrati nell'abbazia di Westminster, con la venerazione comune resa dal Papa e dall'arcivescovo Rowan Williams, a Edoardo il Confessore. Nello splendore della liturgia e di una vitale tradizione musicale che ha caratterizzato anche la celebrazione eucaristica nella cattedrale di Westminster.
    Ai cattolici Benedetto XVI è tornato a parlare delle sofferenze causate dai crimini degli abusi sui bambini da parte di membri del clero, auspicando sostegno alle vittime e dicendosi fiducioso nella purificazione e nel rinnovamento della Chiesa. Perché su di essa, come su tutta l'umanità, veglia Dio. Come seppero esprimere gli artisti nel raffigurare gli angeli additati dal Papa.

    g. m. v.

    (©L'Osservatore Romano - 19 settembre 2010)


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    Papa in Gb/ Pedofilia deplorevole, ora Chiesa più consapevole

    Incontra gruppo di protezione dei minori a Londra

    Londra, 18 set. (Apcom)

    E' "deplorevole" che, "in così marcato contrasto con la lunga tradizione della Chiesa di cura per i ragazzi, questi abbiano sofferto abusi e maltrattamenti ad opera di alcuni preti e religiosi": lo afferma il Papa incontrando un gruppo cattolico di protezione di bambini a margine di una visita ad una casa di riposo per anziani nel quartiere londinese di Vauxhall.
    "Siamo tutti diventati molto più consapevoli della necessità di proteggere i ragazzi - ha proseguito Benedetto XVI - e voi costituite una parte importante della vasta risposta della Chiesa al problema".
    "Sebbene non vi siano mai motivi per compiacersi - ha sottolineato il Papa - occorre dare atto a ciò che è stato fatto: gli sforzi della Chiesa, in questo Paese e altrove, specialmente negli ultimi dieci anni per garantire la sicurezza dei fanciulli e dei giovani e per mostrare loro ogni rispetto durante la loro crescita verso la maturità, devono essere riconosciuti".

    "Prego - ha detto il Papa al gruppo britannico impegnato nella protezione dei bambini - che il vostro generoso servizio aiuti a rafforzare un'atmosfera di fiducia e di rinnovato impegno per il benessere dei ragazzi, che sono un così prezioso dono di Dio. Che Dio renda fecondo il vostro lavoro ed estenda la sua benedizione su tutti voi".

    La Chiesa, ha ricordato il Papa, "ha una lunga tradizione di cura dei ragazzi, dai primi anni di vita fino all'età adulta, seguendo l'esempio di affetto di Cristo che benediceva i fanciulli a lui portati e che insegnava ai suoi discepoli che a chi è come loro appartiene il Regno dei Cieli. Il vostro lavoro, portato avanti sulla scorta delle raccomandazioni elaborate in una prima fase dal Nolan Report e in seguito dalla Commissione Cumberlege - ha proseguito Ratzinger in riferimento al lavoro svolto dalle due commissioni che, nel 2001 e nel 2005-'06, elaborarono nuove norme anti-pedofilia - ha offerto un contributo vitale alla promozione di ambienti sicuri per la gioventù. Esso aiuta ad assicurare che le misure preventive messe in campo sono efficaci, che esse sono mantenute con attenzione, e che qualsiasi accusa di abuso è trattata con rapidità e giustizia. A nome dei molti ragazzi che voi servite e dei loro genitori, vorrei ringraziarvi per il buon lavoro che avete fatto e continuate a fare in questo settore".

    © Copyright Apcom


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    Papa in lacrime con le vittime dei preti pedofili

    Incontro con le vittime di abusi e appello-pro life."La vita è un dono unico, ad ogni stadio, dal concepimento fino alla morte naturale, e spetta solo a Dio darla e toglierla". Con queste parole, dette a Londra agli anziani ospiti della casa di riposo St Peter's Residence, Benedetto XVI ha pronunciato questo pomeriggio un nuovo richiamo per la difesa della vita in ogni sua fase.

    GIACOMO GALEAZZI

    Il Santo Padre si è commosso ascoltando le storie delle vittime e ha espresso profondo dolore e vergogna per le sofferenze loro e delle vittime", si legge in un comunicato emesso dalla sala stampa della Santa Sede dopo l'incontro di Benedetto XVI, a Londra, con alcune vittime di abusi di preti pedofili.
    Ha pianto al racconto delle violenze, ha confidato dolore e vergogna per le sofferenze di minori e famiglie, ha promesso che i colpevoli pagheranno e che la Chiesa non abbandonerà le vittime dei preti pedofili. Nel pomeriggio in nunziatura, all'incontro più atteso, il Papa si è commosso ascoltando storie drammatiche di abusi sessuali del clero e ha pregato insieme a cinque dei bambini violentati nelle parrocchie e negli istituti cattolici assicurando che la Chiesa, mentre attua misure efficaci per la protezione dei giovani, sta facendo tutto il possibile per verificare le accuse, collaborare con le autorità civili e consegnare alla giustizia il clero e i religiosi accusati di questi gravi crimini. Con gli occhi carichi di lacrime, il Papa ha invocato Dio affinché tutte le vittime di abusi possano sperimentare guarigione e riconciliazione e riescano a superare la propria angoscia passata e presente con serenità e nuova speranza per il futuro. Poi, congedato il piccolo gruppo di vittime (poche persone "per poter avere un contatto personale", spiega uno stretto collaboratore), ha convocato professionisti e di volontari che si dedicano alla protezione dei bambini e dei giovani in ambiente ecclesiastico. Ad aprire il giorno del "mea culpa" spianando la strada al "faccia a faccia", era stata l'omelia sulle "vittime che hanno sofferto come martiri".

    www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=242&ID_articolo=2680&ID_sezione=&...


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    00 19/09/2010 15:22
    VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI NEL REGNO UNITO IN OCCASIONE DELLA BEATIFICAZIONE DEL CARDINALE JOHN HENRY NEWMAN (16-19 SETTEMBRE 2010) (XIV)


    SANTA MESSA CON BEATIFICAZIONE DEL CARDINALE JOHN HENRY NEWMAN, NEL COFTON PARK DI BIRMINGHAM



    Alle ore 8 di questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI si congeda dalla Nunziatura Apostolica di Londra e si trasferisce in auto a Wimbledon Park da dove si imbarca sull’elicottero alla volta di Birmingham.

    Al Suo arrivo, previsto per le ore 9.30, il Papa è accolto da S.E. Mons. Bernard Longley, Arcivescovo di Birmingham, e dal Sindaco della Città, Len Gregory. Quindi si reca nel Cofton Park di Birmingham dove, alle ore 10, presiede la Santa Messa di Beatificazione del Servo di Dio John Henry Newman (1801-1890), Cardinale e Fondatore degli Oratori di San Filippo Neri in Inghilterra.

    Nel corso della celebrazione, introdotta dall’indirizzo di saluto dell’Arcivescovo di Birmingham, S.E. Mons. Bernard Longley, dopo il Rito di Beatificazione e la proclamazione del Santo Vangelo, il Papa pronuncia l’omelia che riportiamo di seguito:

    OMELIA DEL SANTO PADRE



    Cari Fratelli e Sorelle in Cristo,

    la giornata odierna che ci ha portati qui insieme a Birmingham è di grande auspicio. In primo luogo, è il giorno del Signore, domenica, il giorno in cui nostro Signore Gesù Cristo risuscitò dai morti e cambiò per sempre il corso della storia umana, offrendo vita e speranza nuove a quanti vivevano nelle tenebre e nell’ombra della morte. Questa è la ragione per cui i cristiani in tutto il mondo si riuniscono insieme in questo giorno per dar lode e ringraziare Dio per le grandi meraviglie da lui operate per noi. Questa domenica particolare, inoltre, segna un momento significativo nella vita della nazione britannica, poiché è il giorno prescelto per commemorare il 70mo anniversario della "Battle of Britain". Per me, che ho vissuto e sofferto lungo i tenebrosi giorni del regime nazista in Germania, è profondamente commovente essere qui con voi in tale occasione, e ricordare quanti dei vostri concittadini hanno sacrificato la propria vita, resistendo coraggiosamente alle forze di quella ideologia maligna. Il mio pensiero va in particolare alla vicina Coventry, che ebbe a soffrire un così pesante bombardamento e una grave perdita di vite umane nel novembre del 1940. Settant’anni dopo, ricordiamo con vergogna ed orrore la spaventosa quantità di morte e distruzione che la guerra porta con sé al suo destarsi, e rinnoviamo il nostro proposito di agire per la pace e la riconciliazione in qualunque luogo in cui sorga la minaccia di conflitti. Ma vi è un ulteriore, più gioiosa ragione del perché questo è un giorno fausto per la Gran Bretagna, per le Midlands e per Birmingham. E’ il giorno che vede il Cardinale John Henry Newman formalmente elevato agli altari e dichiarato Beato.

    Ringrazio l’Arcivescovo Bernard Longley per il cortese benvenuto rivoltomi questa mattina, all’inizio della Messa. Rendo omaggio a tutti coloro che hanno lavorato così intensamente per molti anni per promuovere la causa del Cardinale Newman, inclusi i Padri dell’Oratorio di Birmingham e i membri della Famiglia spirituale Das Werk. E saluto tutti coloro che sono qui venuti dall’intera Gran Bretagna, dall’Irlanda e da altrove; vi ringrazio per la vostra presenza a questa celebrazione, durante la quale rendiamo gloria e lode a Dio per le virtù eroiche di questo sant’uomo inglese.

    L’Inghilterra ha una grande tradizione di Santi martiri, la cui coraggiosa testimonianza ha sostenuto ed ispirato la comunità cattolica locale per secoli. E tuttavia è giusto e conveniente che riconosciamo oggi la santità di un confessore, un figlio di questa Nazione che, pur non essendo chiamato a versare il proprio sangue per il Signore, gli ha tuttavia dato testimonianza eloquente nel corso di una vita lunga dedicata al ministero sacerdotale, specialmente alla predicazione, all’insegnamento e agli scritti. E’ degno di prendere il proprio posto in una lunga scia di Santi e Maestri di queste isole, san Beda, sant’Hilda, san Aelredo, il beato Duns Scoto solo per nominarne alcuni. Nel beato John Henry quella gentile tradizione di insegnamento, di profonda saggezza umana e di intenso amore per il Signore ha dato ricchi frutti quale segno della continua presenza dello Spirito Santo nel profondo del cuore del Popolo di Dio, facendo emergere abbondanti doni di santità.

    Il motto del Cardinale Newman, Cor ad cor loquitur, "il cuore parla al cuore", ci permette di penetrare nella sua comprensione della vita cristiana come chiamata alla santità, sperimentata come l’intenso desiderio del cuore umano di entrare in intima comunione con il Cuore di Dio. Egli ci rammenta che la fedeltà alla preghiera ci trasforma gradualmente nell’immagine divina. Come scrisse in uno dei suoi forbiti sermoni: "l’abitudine alla preghiera, che è pratica di rivolgersi a Dio e al mondo invisibile in ogni stagione, in ogni luogo, in ogni emergenza, la preghiera, dico, ha ciò che può essere chiamato un effetto naturale nello spiritualizzare ed elevare l’anima. Un uomo non è più ciò che era prima; gradualmente… ha interiorizzato un nuovo sistema di idee ed è divenuto impregnato di freschi principi" (Parochial and plain sermons, IV, 230-231). Il Vangelo odierno ci dice che nessuno può essere servo di due padroni (cfr Lc 16,13), e l’insegnamento del Beato John Henry sulla preghiera spiega come il fedele cristiano si sia posto in maniera definitiva al servizio dell’unico vero Maestro, il quale soltanto ha il diritto alla nostra devozione incondizionata (cfr Mt 23,10). Newman ci aiuta a comprendere cosa significhi questo nella nostra vita quotidiana: ci dice che il nostro divino Maestro ha assegnato un compito specifico a ciascuno di noi, un "servizio ben definito", affidato unicamente ad ogni singolo: "io ho la mia missione – scrisse – sono un anello in una catena, un vincolo di connessione fra persone. Egli non mi ha creato per niente. Farò il bene, compirò la sua opera; sarò un angelo di pace, un predicatore di verità proprio nel mio posto… se lo faccio obbedirò ai suoi comandamenti e lo servirò nella mia vocazione" (Meditations and devotions, 301-2).

    Lo specifico servizio al quale il Beato John Henry Newman fu chiamato comportò l’applicazione del suo sottile intelletto e della sua prolifica penna a molti dei più urgenti "problemi del giorno". Le sue intuizioni sulla relazione fra fede e ragione, sullo spazio vitale della religione rivelata nella società civilizzata, e sulla necessità di un approccio all’educazione ampiamente fondato e a lungo raggio, non furono soltanto di importanza profonda per l’Inghilterra vittoriana, ma continuano ancor oggi ad ispirare e ad illuminare molti in tutto il mondo. Desidero rendere onore alla sua visione dell’educazione, che ha fatto così tanto per plasmare l’"ethos" che è la forza sottostante alle scuole ed agli istituti universitari cattolici di oggi. Fermamente contrario ad ogni approccio riduttivo o utilitaristico, egli cercò di raggiungere un ambiente educativo nel quale la formazione intellettuale, la disciplina morale e l’impegno religioso procedessero assieme. Il progetto di fondare un’università cattolica in Irlanda gli diede l’opportunità di sviluppare le proprie idee su tale argomento e la raccolta di discorsi da lui pubblicati come The Idea of a University contiene un ideale dal quale possono imparare quanti sono impegnati nella formazione accademica. Ed in verità, quale meta migliore potrebbero proporsi gli insegnanti di religione se non quel famoso appello del Beato John Henry per un laicato intelligente e ben istruito: "Voglio un laicato non arrogante, non precipitoso nei discorsi, non polemico, ma uomini che conoscono la propria religione, che in essa vi entrino, che sappiano bene dove si ergono, che sanno cosa credono e cosa non credono, che conoscono il proprio credo così bene da dare conto di esso, che conoscono così bene la storia da poterlo difendere" (The Present Position of Catholics in England, IX, 390). Oggi quando l’autore di queste parole viene innalzato sugli altari, prego che, mediante la sua intercessione ed il suo esempio, quanti sono impegnati nel compito dell’insegnamento e della catechesi siano ispirati ad un più grande sforzo dalla sua visione, che così chiaramente pone davanti a noi.

    Mentre il testamento intellettuale di John Henry Newman è stato quello che comprensibilmente ha ricevuto le maggiori attenzioni nella vasta pubblicistica sulla sua vita e la sua opera, preferisco in questa occasione, concludere con una breve riflessione sulla sua vita di sacerdote e di pastore d’anime. Il calore e l’umanità che sottostanno al suo apprezzamento del ministero pastorale vengono magnificamente espressi da un altro dei suoi famosi discorsi: "Se gli angeli fossero stati i vostri sacerdoti, cari fratelli, non avrebbero potuto partecipare alle vostre sofferenze, né compatirvi, né aver compassione per voi, né provare tenerezza nei vostri confronti e trovare motivi per giustificarvi, come possiamo noi; non avrebbero potuto essere modelli e guide per voi, ed avervi condotto dal vostro uomo vecchio a vita nuova, come lo possono quanti vengono dal vostro stesso ambiente ("Men, not Angels: the Priests of the Gospel", Discourses to mixed congregations, 3). Egli visse quella visione profondamente umana del ministero sacerdotale nella devota cura per la gente di Birmingham durante gli anni spesi nell’Oratorio da lui fondato, visitando i malati ed i poveri, confortando i derelitti, prendendosi cura di quanti erano in prigione. Non meraviglia che alla sua morte molte migliaia di persone si posero in fila per le strade del luogo mentre il suo corpo veniva portato alla sepoltura a mezzo miglio da qui. Cento vent’anni dopo, grandi folle si sono nuovamente qui riunite per rallegrarsi del solenne riconoscimento della Chiesa per l’eccezionale santità di questo amatissimo padre di anime. Quale modo migliore per esprimere la gioia di questo momento se non quella di rivolgerci al nostro Padre celeste in cordiale ringraziamento, pregando con le parole poste dal Beato John Henry Newman sulle labbra dei cori degli angeli in cielo:

    Lode a Colui che è Santissimo nell’alto dei cieli
    E lode sia nelle profondità;
    Bellissimo in tutte le sue parole,
    ma ben di più in tutte le sue vie!
    (The dream of Gerontius).






    Benedetto XVI: Maria intercede per le nostre necessità
    Alla preghiera dell'Angelus recitata nel Cofton Park di Rednal a Birmingham




    BIRMINGHAM, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito le parole pronunciate questa domenica da Benedetto XVI ad introduzione della preghiera mariana dell'Angelus recitata nel Cofton Park di Rednal a Birmingham.

    * * *

    Fratelli e sorelle in Gesù Cristo,

    Sono lieto di inviare i miei saluti alla gente di Siviglia, dove, proprio ieri, è stata beatificata Madre María de la Purísima de la Cruz. Che la beata María sia di ispirazione per le giovani donne a seguire il suo esempio di amore totale a Dio e al prossimo.

    Quando il Beato John Henry Newman venne a vivere a Birmingham, diede il nome di “Maryvale” alla sua prima casa. L’Oratorio da lui fondato è dedicato all’Immacolata Concezione della Beata Vergine. E l’Università Cattolica dell’Irlanda venne da lui posta sotto la protezione di Maria, Sedes sapientiae. In moltissimi modi egli visse il proprio ministero sacerdotale in spirito di devozione filiale alla Madre di Dio. Meditando sul ruolo di Maria nel dispiegarsi del piano di Dio per la nostra salvezza, giunse ad esclamare: “Chi può valutare la santità e la perfezione di lei, che fu scelta per essere la Madre di Cristo? Quali avrebbero dovuto essere i suoi doni, lei che fu scelta per essere l’unica familiare terrena del Figlio di Dio, l’unica che egli fu obbligato per natura a riverire e alla quale rivolgersi; l’unica incaricata di guidarlo ed educarlo, di istruirlo giorno dopo giorno, mentre cresceva in sapienza e grandezza?” (Parochial and plain sermons, II, 131-2). E’ sulla base di questi doni abbondanti di grazia che noi l’onoriamo, ed è sulla base del suo intimo legame con il suo Figlio divino che noi in maniera naturale ricerchiamo la sua intercessione per le nostre necessità e quelle del mondo intero. Nelle parole dell’Angelus, ci rivolgiamo ora alla nostra santissima Madre ed affidiamo a lei le intenzioni che sono nei nostri cuori.


    [© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana]












    Trecento pellegrini in missione con il Papa dalla Scozia fino in Inghilterra
    Di Gran Bretagna, Italia, Olanda, Portogallo e Spagna

    di Jesús Colina



    LONDRA, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- Un gruppo di circa 300 pellegrini del Cammino Neocatecumenale di Gran Bretagna, Italia, Olanda, Portogallo e Spagna, composto da giovani e famiglie con i loro bambini e accompagnato da cinque sacerdoti, segue Bendetto XVI nella sua visita apostolica in varie città del Regno Unito.

    ZENIT ha raccolto questa esperienza dai catechisti del Cammino Neocatecumenale in Gran Bretagna che hanno guidato questo pellegrinaggio: Lorenzo e Maurizia Lees, una coppia con dieci figli, e don Maurizio Pallù, presbitero della Diocesi di Roma.

    “Il nostro desiderio era di vivere un po’ quello che è scritto nel Vangelo quando il Signore manda avanti i suoi discepoli in quei villaggi dove lui sta per recarsi, perche preparino le persone ad accoglierlo”, ha spiegato Lorenzo Lees, residente a Londra.

    “Anche noi siamo certi che la venuta del Papa è per la Gran Bretagna un vero evento in cui Gesù viene a visitarla”, ha aggiunto.

    I pellegrini sono stati ospitati nelle parrocchie di Saint Thomas the Apostle and St Philip, dove i parroci hanno offerto loro il salone parrocchiale, che è servito come refettorio e si è poi trasformato in dormitorio. Molte famiglie hanno anche offerto ospitalità nelle proprie case.

    Nel viaggio in pullman verso la Scozia, i pellegrini si sono fermati a Saint Helen, vicino Liverpool, per celebrare la Messa e pregare sulla tomba del Beato Domenico Barberi.

    “Questo Sacerdote Passionista, grande Apostolo dell'Inghilterra del secolo XIX, ci ha ispirato durante il percorso. Ricevette John Henry Newman nella Chiesa Cattolica nel 1845. Predicò 100 missioni in 5 anni, consumandosi perché Gesù Cristo fosse conosciuto ed amato”, ha spiegato don Maurizio.

    “La sua presenza è stata sicuramente molto importante per gli operai delle Midlands al tempo della rivoluzione industriale, ma anche per molti anglicani che, attirati dalla sua santità, chiedevano di essere ricevuti nella Chiesa Cattolica”.

    “Naturalmente John Henry Newman, che il Papa beatificherà a Birmingham domenica, è stato il punto di riferimento più forte di questo nostro pellegrinaggio – ha riconosciuto il sacerdote –. Il suo coraggio nell'annunziare la verità e la sua visione profetica ci hanno dato forza per andare nelle strade a portare il lieto annunzio di Gesù Cristo Risorto”.

    “Durante le otto ore di viaggio in pullman abbiamo pregato le Lodi e abbiamo proseguito leggendo alcuni brani dei sermoni di John Henry Newman – ha proseguito Lorenzo Lees –. Dopo la breve lettura di singoli passaggi chiedevamo ai giovani di intervenire ed esprimere il loro pensiero o di formulare domande. E’ venuto fuori un dialogo molto bello dove si è vista l’attualità e la profondità delle intuizioni profetiche del Cardinale Newman, e come i giovani sono attratti da ciò che è vero e bello”.

    “Uno dei temi che ci ha più colpito è stato quello in cui Newman parla di chi sono i veri cristiani e di che cosa è la santità. Non si tratta di avere molto entusiasmo o sentimenti; la santità consiste soprattutto in azioni fatte in segreto per amore del Signore. I santi sono disprezzati dal mondo ma attirano a sé e a Dio molte persone”, spiega.

    Tra i pensieri del Cardinale Newman che hanno impressionato i giovani, c'era per esempio quello che dice che “più un uomo è santo, meno è compreso dagli uomini del mondo. Tutti coloro che hanno una scintilla di fede vivente lo comprenderanno, e più è santo più ne verranno attirati; ma quanti servono il mondo saranno ciechi nei suoi confronti, o lo disprezzeranno o avverseranno quanto più è santo”.

    La mattina del 15 settembre, i pellegrini si sono riuniti nella chiesa benedettina di Saint Columba, dove hanno pregato le Lodi e ricevuto il sacramento della riconciliazione con confessioni private in una celebrazione presieduta dal parroco, Fr. Euan, con altri 10 presbiteri.

    “L’ascolto della parola di Dio e ricevere il perdono dei peccati nel sacramento ci ha aiutato ad andare incontro agli altri”, ha dichiarato Lees.

    “Abbiamo trascorso il pomeriggio nel centro di Glasgow, nelle strade e nelle piazze di St Enochs e di George Square, portando bandiere vaticane e striscioni di benvenuto al Papa. Lì abbiamo danzato in cerchio, cantato salmi e cantici spirituali con chitarre, tamburi, cembali e trombe. Nello stesso tempo alcuni di noi avvicinavano le persone che incuriosite si erano fermate”.

    “Abbiamo parlato di argomenti esistenziali che di solito non si affrontano – ha aggiunto don Maurizio –: la vita, la morte, la sofferenza e la paura. In un mondo che si è liberato di tutti i tabù sessuali ma che ha smarrito la presenza di Dio, ci si contenta di sopravvivere invece che vivere. L'annunzio diretto del Vangelo ci ha permesso di entrare rapidamente in sintonia con tante persone”.

    “Non è mancato chi si è professato ateo o ha espresso sentimenti di amarezza o di ostilità nei confronti della Chiesa Cattolica, per quello che la Chiesa dice riguardo alla morale sessuale e alla difesa della vita; alcuni hanno parlato degli scandali di pedofilia. Il solo fatto di poter parlare delle proprie delusioni e sofferenze ha aiutato alcuni a rasserenarsi e ad ascoltare l’annuncio del Vangelo”, aggiunge il sacerdote.

    Per Lorenzo Lees, “l’esperienza della comunione tra noi e con le persone a cui ci siamo rivolti, annunciando la pace di Cristo Risorto e il perdono dei peccati, è stata il fatto sicuramente più rilevante”.

    “Abbiamo potuto cantare e ballare in queste piazze per mostrare la gioia di Cristo Risorto ad un mondo che ha smarrito la speranza e la gioia, gioia che è grande nelle cose piccole della vita di ogni giorno, perché il Signore la riempie del suo amore”.

    I pellegrini hanno accolto il 16 settembre in Scozia il Santo Padre partecipando all'Eucaristia nel pomeriggio al Bellahouston Park, nello stesso luogo in cui l’aveva celebrata nel 1982 Giovanni Paolo II.

    “È stato un momento molto intenso. Ci ha colpito in particolare l’ esortazione rivolta ai giovani”, ha spiegato Lees.

    Il Santo Padre li ha avvertiti che “vi sono molte tentazioni che dovete affrontare ogni giorno – droga, denaro, sesso, pornografia, alcool – che secondo il mondo vi daranno felicità, mentre in realtà si tratta di cose distruttive, che creano divisione. C’è una sola cosa che permane: l’amore personale di Gesù Cristo per ciascuno di voi”.

    Dopo la Messa, i pellegrini sono saliti sui pullman per viaggiare tutta la notte e seguire il Santo Padre nella sua missione a Londra.

    “Negli atti degli Apostoli l’ombra di Pietro curava i malati ai lati della strada. Siamo sicuri che il passaggio del successore di Pietro in questa nazione potrà guarirci dalle nostre infermità ed aiutarci a seguire Cristo nella sua missione”, ha concluso Lees.

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    00 20/09/2010 00:46
    Congedo di Benedetto XVI dalla Gran Bretagna


    BIRMINGHAM, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo il discorso pronunciato da Benedetto XVI questa domenica pomeriggio all'aeroporto internazionale di Birmingham durante la cerimonia di congedo dalla Gran Bretagna al termine della sua visita pastorale.

    * * *

    Signor Primo Ministro,

    Grazie per le gentili parole di congedo rivoltemi a nome del Governo di Sua Maestà e degli abitanti del Regno Unito. Sono molto grato per tutto l’impegnativo lavoro di preparazione da parte sia dell’attuale che del precedente Governo, da parte degli impiegati civili, delle autorità locali e della polizia, come pure da parte dei molti volontari che con tanta pazienza son venuti in aiuto per preparare gli eventi di questi quattro giorni. Grazie per il calore della vostra accoglienza e per l’ospitalità che ho potuto gustare.

    Nel tempo in cui sono stato con voi, ho potuto incontrare i rappresentanti delle molte comunità, culture, lingue e religioni che formano la società britannica. Proprio la diversità della Gran Bretagna moderna è una sfida per il suo Governo e per il popolo, ma rappresenta anche una grande opportunità per ulteriore dialogo interculturale e interreligioso per l’arricchimento dell’intera comunità.

    Sono stato grato per l’opportunità, che mi è stata data in questi giorni, di incontrare Sua Maestà la Regina, come pure lei ed altri leader politici, ed aver avuto modo di discutere materie di comune interesse sia qui che altrove. Sono stato particolarmente onorato di essere invitato a rivolgermi ad entrambe le Camere del Parlamento nello storico ambiente di Westminster Hall. Spero davvero che queste occasioni possano contribuire a confermare e a rafforzare le eccellenti relazioni fra la Santa Sede e il Regno Unito, specialmente nella collaborazione per lo sviluppo internazionale, nella cura per l’ambiente naturale e nella edificazione di una società civile con un rinnovato senso di valori condivisi ed uno scopo comune.

    È stato inoltre un piacere compiere una visita a Sua Grazia l’Arcivescovo di Canterbury ed ai vescovi della Chiesa d’Inghilterra, e successivamente pregare con loro e con fedeli cristiani nell’evocativo spazio di Westminster Abbey, un luogo che parla così eloquentemente delle nostre tradizioni religiose e culturali condivise. Poiché la Gran Bretagna è casa di moltissime tradizioni religiose, sono stato lieto di aver avuto l’opportunità di incontrare i loro rappresentanti e di condividere con loro qualche pensiero circa il contributo che le religioni possono offrire allo sviluppo di una società sana e pluralistica.

    Naturalmente, la mia visita era rivolta in modo speciale ai cattolici del Regno Unito. Ricordo con intima gioia il tempo trascorso con i Vescovi, il clero, i religiosi ed i laici, come pure quello con gli insegnanti, gli studenti e gli anziani. E’ stato commovente in maniera speciale celebrare con loro, qui a Birmingham, la beatificazione di un grande figlio dell’Inghilterra, il Cardinale John Henry Newman. Con la sua vasta eredità di scritti accademici e spirituali, sono certo che egli abbia ancora molto da insegnarci sulla vita e la testimonianza cristiane tra le sfide del mondo contemporaneo, sfide che egli previde con eccezionale chiarezza.

    Nel congedarmi da voi, permettetemi ancora una volta di formulare i migliori voti e le mie preghiere per la pace e la prosperità della Gran Bretagna. Grazie molte e Dio vi benedica tutti!

    [© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana]





    VISITA PRIVATA ALL’ORATORIO DI S. FILIPPO NERI A BIRMINGHAM

    Lasciato il Cofton Park di Birmingham, poco dopo le ore 13 il Santo Padre Benedetto XVI raggiunge l’Oratorio di S. Filippo Neri, nel distretto di Edgbaston, luogo di residenza del Card. John Henry Newman dal 1854 fino alla sua morte, nel 1890.

    Al Suo arrivo, il Papa è accolto dal Rettore dell’Oratorio, Mons. Richard Duffield, che è anche Postulatore della Causa di Beatificazione del Card. Newman. Nella Cappella dedicata al Beato, dove si trovano riuniti i componenti della Comunità dell’Oratorio, il Santo Padre si raccoglie per un breve momento di preghiera, quindi visita al primo piano la camera-museo del Card. Newman e la Cappella privata, dedicata a san Francesco di Sales.

    Lasciato l’Oratorio, il Papa si reca in auto all’Oscott College di Birmingham dove pranza con i Vescovi di Inghilterra e Galles, di Scozia, e con i membri del Seguito Papale.








    Discorso del Papa ai Vescovi di Scozia, Inghilterra e Galles


    BIRMINGHAM, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo il discorso che Papa Benedetto XVI ha rivolto questa domenica pomeriggio ai Vescovi di Scozia, Inghilterra e Galles nella Cappella della Francis Martin House presso il Seminario di Oscott a Birmingham.

    * * *

    Venerati Fratelli nell’Episcopato,

    questo è stato un giorno di grande gioia per la comunità cattolica in queste isole. Il Beato John Henry Newman, come ora lo possiamo chiamare, è stato elevato all’onore degli altari quale esempio di fedeltà eroica al Vangelo ed un intercessore per la Chiesa in queste terre, che egli amò e servì così bene. Qui proprio in questa cappella nel 1852, diede voce alla nuova fiducia e vitalità della comunità cattolica in Inghilterra e Galles, dopo la restaurazione della gerarchia, e le sue parole possono essere applicate pure alla Scozia, venticinque anni dopo. La sua beatificazione odierna è un ricordo della continua azione dello Spirito Santo nell’elargire doni di santità su tutta la gente della Gran Bretagna, così che da est ad ovest e dal nord al sud, sia elevata una perfetta oblazione di lode e di ringraziamento alla gloria del nome di Dio.

    Ringrazio il Cardinale O’Brien e l’Arcivescovo Nichols per le loro parole e, ciò facendo, mi viene alla mente quanto poco tempo è trascorso da quando mi è stato dato di accogliervi tutti a Roma per le visite Ad limina delle vostre rispettive Conferenze Episcopali. In quella occasione abbiamo parlato di alcune delle sfide che vi stanno innanzi nel vostro guidare la gente nella fede, particolarmente circa l’urgente necessità di proclamare il Vangelo di nuovo in un contesto altamente secolarizzato. Nel corso della mia visita mi è apparso chiaro come, fra i britannici, sia profonda la sete per la buona novella di Gesù Cristo. Siete stati scelti da Dio per offrire loro l’acqua viva del Vangelo, incoraggiandoli a porre le proprie speranze non nelle vane lusinghe di questo mondo, bensì nelle solide rassicurazioni del mondo futuro. Mentre annunciate la venuta del Regno, con le sue promesse di speranza per i poveri ed i bisognosi, i malati e gli anziani, i non ancora nati e gli abbandonati, fate di tutto per presentare nella sua interezza il messaggio vivificante del Vangelo, compresi quegli elementi che sfidano le diffuse convinzioni della cultura odierna. Come sapete, è stato di recente costituito un Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione dei Paesi di lunga tradizione cristiana, e desidero incoraggiarvi ad avvalervi dei suoi servigi per affrontare i compiti che vi stanno innanzi. Inoltre, molti dei nuovi movimenti ecclesiali hanno un carisma particolare per l’evangelizzazione e son certo che continuerete ad esplorare vie appropriate ed efficaci per coinvolgerli nella missione della Chiesa.

    Dalla vostra visita a Roma, i cambiamenti politici nel Regno Unito hanno concentrato l’attenzione sulle conseguenze della crisi finanziaria, che ha causato tante privazioni ad innumerevoli persone e tante famiglie. Lo spettro della disoccupazione sta stendendo le proprie ombre sulla vita di molta gente, ed il costo a lungo termine di pratiche d’investimento dei tempi recenti, mal consigliate, sta diventando quantomai evidente. In tali circostanze, vi saranno ulteriori appelli alla caratteristica generosità dei cattolici britannici, e sono certo che voi sarete in prima linea per esortare alla solidarietà nei confronti dei bisognosi. La voce profetica dei cristiani ha un ruolo importante nel mettere in evidenza i bisogni dei poveri e degli svantaggiati, che possono così facilmente essere trascurati nella destinazione di risorse limitate. Nel documento magisteriale Choosing the Common Good, i Vescovi d’Inghilterra e del Galles hanno sottolineato l’importanza della pratica della virtù nella vita pubblica. Le circostanze odierne offrono una buona opportunità per rafforzare quel messaggio, e certamente per incoraggiare le persone ad aspirare ai valori morali più alti in ogni settore della loro vita, contro un retroterra di crescente cinismo addirittura circa la possibilità di una vita virtuosa.

    Un altro argomento che ha ricevuto molta attenzione nei mesi trascorsi e che mina seriamente la credibilità morale dei responsabili della Chiesa è il vergognoso abuso di ragazzi e di giovani da parte di sacerdoti e di religiosi. In molte occasioni ho parlato delle profonde ferite che tale comportamento ha causato, anzitutto nelle vittime ma anche nel rapporto di fiducia che dovrebbe esistere fra sacerdoti e popolo, fra sacerdoti e i loro Vescovi, come pure fra le autorità della Chiesa e la gente. So bene che avete fatto passi molto seri per portare rimedio a questa situazione, per assicurare che i ragazzi siano protetti in maniera efficace da qualsiasi danno, e per affrontare in modo appropriato e trasparente le accuse quando esse sorgono. Avete pubblicamente fatto conoscere il vostro profondo dispiacere per quanto accaduto e per i modi spesso inadeguati con i quali, in passato, si è affrontata la questione. La vostra crescente comprensione dell’estensione degli abusi sui ragazzi nella società, dei suoi effetti devastanti, e della necessità di fornire adeguato sostegno alle vittime, dovrebbe servire da incentivo per condividere, con la società più ampia, la lezione da voi appresa. In realtà, quale via migliore potrebbe esserci se non quella di fare riparazione per tali peccati avvicinandovi, in umile spirito di compassione, ai ragazzi che soffrono anche altrove per gli abusi? Il nostro dovere di prenderci cura della gioventù esige proprio questo e niente di meno.

    Mentre riflettiamo sulla fragilità umana che questi tragici eventi rivelano in maniera così dura, ci viene ricordato che, per essere guide cristiane efficaci, dobbiamo vivere nella più alta integrità, umiltà e santità. Come scrisse una volta il beato John Henry Newman: "Che Dio ci doni dei sacerdoti che sappiano sentire la propria debolezza di peccatori, e che il popolo li sappia compatire ed amare e pregare per la loro crescita in ogni buon dono di grazia" (Sermon, 22 marzo 1829). 191). Prego che fra le grazie di questa visita vi sia un rinnovato impegno da parte delle guide cristiane alla vocazione profetica che hanno ricevuto, e un nuovo apprezzamento da parte del popolo per il grande dono del ministero ordinato. Sgorgheranno così spontaneamente le preghiere per le vocazioni, e possiamo esser fiduciosi che il Signore risponderà inviando operai che raccolgano l’abbondante messe che ha preparato in tutto il Regno Unito (cfr Mt 9,37-38). A tale proposito sono lieto di avere l’opportunità di incontrare fra poco i seminaristi dell’Inghilterra, della Scozia e del Galles per rassicurarli delle mie preghiere, mentre si preparano a far la loro parte per raccogliere quella messe.

    Infine vorrei parlarvi di due materie specifiche che riguardano in questo tempo il vostro ministero episcopale. Una è l’imminente pubblicazione della nuova traduzione del Messale Romano. In questa circostanza desidero ringraziare tutti voi per il contributo dato, con così minuziosa cura, all’esercizio collegiale nella revisione e nell’approvazione dei testi. Ciò ha fornito un immenso servizio ai cattolici di tutto il mondo anglofono. Vi incoraggio a cogliere l’occasione che questa nuova traduzione offre, per una approfondita catechesi sull’Eucaristia e per una rinnovata devozione nei modi in cui essa viene celebrata. "Quanto più viva è la fede eucaristica nel popolo di Dio, tanto più profonda è la sua partecipazione alla vita ecclesiale che Cristo ha affidato ai suoi discepoli" (Sacramentum caritatis, 6). L’altro punto lo sollevai in febbraio con i Vescovi dell’Inghilterra e del Galles, quando vi chiesi di essere generosi nel porre in atto la Costituzione apostolica Anglicanorum coetibus. Questo dovrebbe essere considerato un gesto profetico che può contribuire positivamente allo sviluppo delle relazioni fra anglicani e cattolici. Ci aiuta a volgere lo sguardo allo scopo ultimo di ogni attività ecumenica: la restaurazione della piena comunione ecclesiale nel contesto della quale il reciproco scambio di doni dai nostri rispettivi patrimoni spirituali, serve da arricchimento per noi tutti. Continuiamo a pregare e ad operare incessantemente per affrettare il lieto giorno in cui quel traguardo potrà essere raggiunto.

    Con tali sentimenti vi ringrazio cordialmente per la vostra ospitalità durante questi ultimi quattro giorni. Nell’affidare voi e il popolo che servite all’intercessione di sant’Andrea, san Davide e san Giorgio, volentieri imparto la Benedizione Apostolica a voi, al clero, ai religiosi e ai laici dell’Inghilterra, della Scozia e del Galles.

    [© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana]
















    Il Papa: la diversità della Gran Bretagna, sfida e opportunità di crescita
    Benedetto XVI si congeda dal Regno Unito




    BIRMINGHAM, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- La diversità della Gran Bretagna moderna è una “sfida” ma anche una “grande opportunità”, ha affermato Benedetto XVI questa domenica pomeriggio congedandosi dal Regno Unito al termine della sua visita pastorale di quattro giorni.

    Il Papa è stato salutato all'aeroporto internazionale di Birmingham dal Primo Ministro britannico, David Cameron, al quale ha espresso la propria riconoscenza “per tutto l’impegnativo lavoro di preparazione da parte sia dell’attuale che del precedente Governo, da parte degli impiegati civili, delle autorità locali e della polizia, come pure da parte dei molti volontari che con tanta pazienza son venuti in aiuto per preparare gli eventi di questi quattro giorni”.

    “Grazie per il calore della vostra accoglienza e per l’ospitalità che ho potuto gustare”, ha esclamato.

    Il Pontefice ha osservato che nei quattro giorni della sua visita ha potuto incontrare “i rappresentanti delle molte comunità, culture, lingue e religioni che formano la società britannica”.

    “Proprio la diversità della Gran Bretagna moderna è una sfida per il suo Governo e per il popolo, ma rappresenta anche una grande opportunità per ulteriore dialogo interculturale e interreligioso per l’arricchimento dell’intera comunità”, ha constatato.

    Ringraziando per l’opportunità di incontrare la Regina Elisabetta II, Cameron e altri politici e di aver potuto discutere “materie di comune interesse”, il Vescovo di Roma ha confessato di sentirsi “particolarmente onorato di essere invitato a rivolgermi ad entrambe le Camere del Parlamento nello storico ambiente di Westminster Hall”.

    “Spero davvero che queste occasioni possano contribuire a confermare e a rafforzare le eccellenti relazioni fra la Santa Sede e il Regno Unito, specialmente nella collaborazione per lo sviluppo internazionale, nella cura per l’ambiente naturale e nella edificazione di una società civile con un rinnovato senso di valori condivisi ed uno scopo comune”, ha auspicato.

    “È stato inoltre un piacere compiere una visita a Sua Grazia l’Arcivescovo di Canterbury ed ai Vescovi della Chiesa d’Inghilterra, e successivamente pregare con loro e con fedeli cristiani nell’evocativo spazio di Westminster Abbey, un luogo che parla così eloquentemente delle nostre tradizioni religiose e culturali condivise”.

    “Poiché la Gran Bretagna è casa di moltissime tradizioni religiose, sono stato lieto di aver avuto l’opportunità di incontrare i loro rappresentanti e di condividere con loro qualche pensiero circa il contributo che le religioni possono offrire allo sviluppo di una società sana e pluralistica”, ha aggiunto.

    Benedetto XVI ha sottolineato che, “naturalmente”, la sua visita era rivolta in modo speciale ai cattolici del Regno Unito.

    “Ricordo con intima gioia il tempo trascorso con i Vescovi, il clero, i religiosi ed i laici, come pure quello con gli insegnanti, gli studenti e gli anziani – ha detto –. E’ stato commovente in maniera speciale celebrare con loro, qui a Birmingham, la beatificazione di un grande figlio dell’Inghilterra, il Cardinale John Henry Newman”.

    “Con la sua vasta eredità di scritti accademici e spirituali, sono certo che egli abbia ancora molto da insegnarci sulla vita e la testimonianza cristiane tra le sfide del mondo contemporaneo, sfide che egli previde con eccezionale chiarezza”, ha concluso.

    Nel suo discorso al Papa, il Primo Ministro Cameron ha affermato che i quattro giorni della visita papale sono stati “incredibilmente toccanti”.

    “Lei ha parlato a una Nazione di sei milioni di cattolici ma è stato ascoltato da una Nazione di più di 60 milioni di cittadini e da molti altri milioni in tutto il mondo”, ha aggiunto, sottolineando che Benedetto XVI ha offerto “un messaggio non solo alla Chiesa cattolica, ma a ciascuno di noi, di qualsiasi fede o di nessuna”.

    Cameron ha quindi ricordato il Cardinale Newman e la sua convinzione che nella società tutti condividano un “legame di unità comune”, e ha sottolineato che questo legame “è stato una parte incredibilmente importante” del messaggio del Papa ai britannici, che vogliono costruire su questa base “una nuova cultura della responsabilità sociale”.

    “Le persone di fede sono grandi architetti di questa nuova cultura”, ha aggiunto.

    “La fede fa parte del tessuto del nostro Paese”, ha continuato Cameron. “E' stato sempre così e così sarà sempre”.

    “Lei ha veramente sfidato l'intero Paese a sedersi e pensare, e questo può essere solo un bene”, ha concluso rivolgendosi al Pontefice.

    Quello in Gran Bretagna è stato il 17° viaggio internazionale del pontificato di Benedetto XVI.






    Il Papa dona una nuova pagina alla Chiesa cattolica nel Regno Unito
    La visita porta a un inedito riconoscimento dei cattolici da parte di istituzioni e società

    di Edward Pentin


    LONDRA, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- Dopo le prime due giornate della visita papale in Gran Bretagna centrate soprattutto su questioni Chiesa-Stato, gli ultimi due giorni sono diventati molto più personali e pastorali.

    La dimensione istituzionale del viaggio ha avuto tappe poco commentate questo sabato mattina, quando nella casa dell'Arcivescovo di Westminster il Papa ha ricevuto in udienza privata il Primo Ministro britannico, David Cameron, il suo vice Nick Clegg e il leader dell'opposizione Harriet Harman.

    Il Santo Padre ha porto le proprie condoglianze a Cameron per la morte recente del padre, ha parlato con ciascun politico per circa 20 minuti e ha consegnato come ricordo una medaglia del suo pontificato.

    Cameron, anglicano, ha donato al Papa una copia della prima edizione del libro del nuovo beato John Henry Newman “Apologia Pro Vita Sua”, stampata nel 1864, e un ritaglio di giornale che descrive un servizio religioso presieduto dal Cardinale a Edgbaston, Birmingham.

    Un momento significativo delle relazioni istituzionali che ha aperto la visita ha avuto luogo venerdì sera, quando si è svolta una cena di lavoro tra il Governo del Regno Unito e la delegazione papale nella Lancaster House di Londra. Il tema è stato la lotta comune contro la fame e il sottosviluppo.

    Il resto delle attività del sabato, a partire dalle 10.00, ha dato il via a una maratona di celebrazioni liturgiche e incontri pastorali, iniziati con la Messa nella Cattedrale del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo a Westminster. La liturgia di questa Cattedrale di stile bizantino, consacrata nel 1910, è stata così impressionante che alcuni fedeli si sono commossi fino alle lacrime.

    Il Santo Padre ha espresso il suo “profondo dolore” per gli abusi sessuali commessi dai sacerdoti, e li ha definiti “inqualificabili crimini” che hanno provocato “la vergogna e l’umiliazione” della Chiesa.

    Il Pontefice ha inquadrato questi crimini nel contesto della sofferenza di Cristo: “Nella vita della Chiesa, nelle sue prove e tribolazioni, Cristo continua, secondo l’incisiva espressione di Pascal, ad essere in agonia fino alla fine del mondo”.

    Padre Jonathan How, portavoce della Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles, ha spiegato a ZENIT che il Papa ha dato un senso trascendente, alla luce della sofferenza di Cristo, allo scandalo degli abusi commessi da sacerdoti.

    “Se ci vergogniamo e siamo umiliati per gli abusi, non facciamo altro che condividere ciò che le vittime e Cristo hanno sperimentato”, ha detto.

    Conferma nella fede

    Venivano da tutte le parti della Gran Bretagna i pellegrini che hanno partecipato alla Messa di sabato e alla veglia di Hyde Park. Dan Williams, di Cardiff, ha detto a ZENIT che è un avvenimento che accade “solo una volta nella vita” e che spera che serva per “rafforzare la fede” nel Paese.

    Billy Macauley, che ha seguito il Santo Padre da Glasgow, ha riconosciuto che la visita papale è stata una grande benedizione “e la Messa a Bellahouston Park è stata molto potente”.

    “E' difficile immaginare che le parole possano avere tanto significato per la gente, per questo preghiamo che il Santo Padre, guidato dallo Spirito Santo, continui a confermare nella fede”, ha dichiarato.

    Dopo la Messa, circa 2.500 giovani delle Diocesi di Inghilterra, Galles e Scozia si sono riuniti nella piazza di fronte alla Cattedrale per salutare il Vescovo di Roma.

    “Chiedo ad ognuno di voi, prima di tutto, di guardare dentro al proprio cuore. Pensate a tutto l’amore, per ricevere il quale il vostro cuore è stato creato e a tutto l’amore che esso è chiamato a donare”, ha detto il Pontefice ai giovani.

    Come si pensava, Benedetto XVI ha in seguito incontrato a Westminster cinque persone che hanno subito abusi da parte di chierici: tre delle vittime erano dello Yorkshire, una di Londra e una della Scozia.

    Una fonte vicina alle vittime ha rivelato alla BBC che hanno trascorso tra i 30 e i 40 minuti con il Papa, “un buon periodo di tempo”, “più lungo di quello che ha concesso al Primo Ministro”.

    Il centro di Londra trasformato

    Quando il sole è tramontato alle 18.30 di questo sabato, si è svolto un momento che molti britannici e il Papa ricorderanno per sempre: il viaggio in papamobile per il cuore di Londra. Il Mall, il grande viale che conduce al Palazzo di Buckingham, sinonimo di impero, splendore e momenti cruciali per la storia del Paese, era decorato da enormi bandiere britanniche e vaticane.

    Tutti hanno applaudito, anche se con la tipica aria riservata britannica, al passaggio della papamobile, circondata da un gruppo di guardie del corpo che camminavano in fretta. Tra la folla, molti hanno corso per seguire il ritmo del veicolo fino ad arrivare a un chilometro da Hyde Park, dove il Papa ha presieduto una veglia alla vigilia della beatificazione del Cardinale John Henry Newman.

    Il Pontefice ha guidato decine di migliaia di fedeli in una bella cerimonia di veglia di preghiera e adorazione. Purtroppo, a causa delle disposizioni di sicurezza, hanno potuto entrare solo coloro che avevano il biglietto, mentre altre migliaia di persone sono rimaste all'esterno, costrette a seguire la cerimonia sui maxischermi collocati dall'altro lato della parete che era stata eretta per l'occasione.

    Nel suo discorso, il Papa ha illustrato tutto ciò che i giovani cattolici possono imparare dal Cardinale Newman e si è riferito all'esempio dei martiri cattolici, aggiungendo che, anche se i cattolici di oggi non sono impiccati o squartati per la loro fede, spesso sono “ridicolizzati o fatti segno di parodia”.

    Bisogna sopportare questo, ha aggiunto, convinti che la “luce gentile” della fede ci mostrerà la via.

    Anche in questa occasione erano presenti persone di ogni età e cultura, e anche i più giovani si sono raccolti in profonda preghiera.

    Per me personalmente, come cattolico britannico, vedere il vicario di Cristo che passa davanti a luoghi tanto familiari come il Palazzo di Buckingham e dà la benedizione a Hyde Park è stato un'esperienza quasi surreale, una cosa che non avrei mai pensato di poter testimoniare.

    Forse più che nel discorso nella Westminster Hall di venerdì, in quei momenti ho avuto l'impressione che la Chiesa cattolica è davvero riuscita ad essere accettata in Gran Bretagna. In quei momenti è iniziato un nuovo capitolo per i cattolici britannici, lasciando indietro i problemi passati con la Chiesa cattolica, a cui questo Paese deve le sue più profonde radici culturali.







    Benedetto XVI: la lezione di Newman? “Il cuore parla al cuore”
    La “vita cristiana come chiamata alla santità”




    BIRMINGHAM, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- Nel beatificare questo domenica il Cardinale John Henry Newman (1801-1890), Benedetto XVI ha indicato nel motto scelto per la sua visita nel Regno Unito - “Il cuore parla al cuore” - la lezione lasciata ai cristiani di oggi da questo teologo, che fu fondatore degli Oratori di San Filippo Neri, in Inghilterra.

    Il motto ricalca le parole che il Cardinale Newman scelse per il suo stemma quando divenne porporato nel 1879 e sono di san Francesco di Sales, del quale era molto devoto.

    Parlando ai settanta mila pellegrini riunitisi nel Cofton Park de Rednal, a Birmingham, il Papa ha osservato che questo insegnamento “ci permette di penetrare nella sua comprensione della vita cristiana come chiamata alla santità, sperimentata come l’intenso desiderio del cuore umano di entrare in intima comunione con il Cuore di Dio”


    La preghiera eleva l'anima

    “Egli – ha aggiunto – ci rammenta che la fedeltà alla preghiera ci trasforma gradualmente nell’immagine divina”. La preghiera scrisse in uno dei suoi sermoni, “ha ciò che può essere chiamato un effetto naturale nello spiritualizzare ed elevare l’anima”.


    Con la preghiera, ha sottolineato, “un uomo non è più ciò che era prima; gradualmente… ha interiorizzato un nuovo sistema di idee ed è divenuto impregnato di freschi principi”.

    La missione del cristiano

    Newman seppe soprattutto incarnare una ricerca della verità dove fede e ragione si fondono insieme, ha affermato il Pontefice che ha indicato in questo aspetto l'eredità principale per i cristiani di tutto il mondo di questo teologo britannico che fu un pastore angicano prima di convertirsi al cattolicesimo.

    "Voglio un laicato non arrogante – scriveva Newman –, non precipitoso nei discorsi, non polemico, ma uomini che conoscono la propria religione, che in essa vi entrino, che sappiano bene dove si ergono, che sanno cosa credono e cosa non credono, che conoscono il proprio credo così bene da dare conto di esso, che conoscono così bene la storia da poterlo difendere".

    In un altro dei suoi famosi discorsi sulla vita sacerdotale disse invece: "Se gli angeli fossero stati i vostri sacerdoti, cari fratelli, non avrebbero potuto partecipare alle vostre sofferenze, né compatirvi, né aver compassione per voi, né provare tenerezza nei vostri confronti e trovare motivi per giustificarvi, come possiamo noi; non avrebbero potuto essere modelli e guide per voi, ed avervi condotto dal vostro uomo vecchio a vita nuova, come lo possono quanti vengono dal vostro stesso ambiente”.

    Alla fine della Messa e prima della preghiera mariana dell'Angelus, il Pontefice ha approfondito il rapporto filiale che legava il neo beato alla Vergine Maria, ricordando che quando Newman venne a vivere a Birmingham, diede il nome di “Maryvale” alla sua prima casa, mentre l’Oratorio da lui fondato venne dedicato all’Immacolata Concezione.

    “Chi può valutare la santità e la perfezione di lei – si chiedeva Newman –, che fu scelta per essere la Madre di Cristo? Quali avrebbero dovuto essere i suoi doni, lei che fu scelta per essere l’unica familiare terrena del Figlio di Dio, l’unica che egli fu obbligato per natura a riverire e alla quale rivolgersi; l’unica incaricata di guidarlo ed educarlo, di istruirlo giorno dopo giorno, mentre cresceva in sapienza e grandezza?”.










    Incarnare “integrità, umiltà e santità”, chiede il Papa ai Vescovi britannici


    BIRMINGHAM, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- “Integrità, umiltà e santità” sono le tre caratteristiche che Benedetto XVI ha chiesto ai Vescovi di Scozia, Inghilterra e Galles di incarnare nell'esercizio del ministero che è stato loro affidato.

    Il Pontefice si è rivolto ai presuli nella Cappella della Francis Martin House presso il Seminario di Oscott a Birmingham questa domenica pomeriggio, dopo aver beatificato in mattinata il Cardinale John Henry Newman.

    “Che Dio ci doni dei sacerdoti che sappiano sentire la propria debolezza di peccatori, e che il popolo li sappia compatire ed amare e pregare per la loro crescita in ogni buon dono di grazia”, scrisse il porporato beatificato.

    Il Papa ha tratto spunto da questa riflessione di Newman per ricordare la necessità di un clero santo soprattutto dopo che negli ultimi mesi l'opinione pubblica e la Chiesa stessa hanno dibattuto un tema grave e delicato, il “vergognoso abuso di ragazzi e di giovani da parte di sacerdoti e di religiosi”.

    Una realtà così drammatica, ha ammesso, “mina seriamente la credibilità morale dei responsabili della Chiesa”.

    Il Pontefice ha sottolineato di aver parlato in molte occasioni “delle profonde ferite che tale comportamento ha causato, anzitutto nelle vittime ma anche nel rapporto di fiducia che dovrebbe esistere fra sacerdoti e popolo, fra sacerdoti e i loro Vescovi, come pure fra le autorità della Chiesa e la gente”.

    “So bene che avete fatto passi molto seri per portare rimedio a questa situazione, per assicurare che i ragazzi siano protetti in maniera efficace da qualsiasi danno, e per affrontare in modo appropriato e trasparente le accuse quando esse sorgono”, ha detto ai Vescovi, ricordando che questi hanno espresso pubblicamente il loro “profondo dispiacere per quanto accaduto e per i modi spesso inadeguati con i quali, in passato, si è affrontata la questione”.

    “La vostra crescente comprensione dell’estensione degli abusi sui ragazzi nella società, dei suoi effetti devastanti, e della necessità di fornire adeguato sostegno alle vittime, dovrebbe servire da incentivo per condividere, con la società più ampia, la lezione da voi appresa”.

    “Quale via migliore potrebbe esserci se non quella di fare riparazione per tali peccati avvicinandovi, in umile spirito di compassione, ai ragazzi che soffrono anche altrove per gli abusi? - ha chiesto -. Il nostro dovere di prenderci cura della gioventù esige proprio questo e niente di meno”.

    “Mentre riflettiamo sulla fragilità umana che questi tragici eventi rivelano in maniera così dura, ci viene ricordato che, per essere guide cristiane efficaci, dobbiamo vivere nella più alta integrità, umiltà e santità”, ha proseguito il Papa.

    “Prego che fra le grazie di questa visita vi sia un rinnovato impegno da parte delle guide cristiane alla vocazione profetica che hanno ricevuto, e un nuovo apprezzamento da parte del popolo per il grande dono del ministero ordinato”, ha confessato.

    “Sgorgheranno così spontaneamente le preghiere per le vocazioni, e possiamo esser fiduciosi che il Signore risponderà inviando operai che raccolgano l’abbondante messe che ha preparato in tutto il Regno Unito”.

    A questo proposito, il Papa si è detto lieto di incontrare, dopo i Vescovi, i seminaristi di Inghilterra, Scozia e Galles, per rassicurarli delle sue preghiere, “mentre si preparano a far la loro parte per raccogliere quella messe”.







    Il Papa ai Vescovi britannici: “Offrite l'acqua viva del Vangelo”
    Discorso al Seminario di Oscott a Birmingham




    BIRMINGHAM, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- Incontrando questa domenica pomeriggio nella Cappella della Francis Martin House presso il Seminario di Oscott a Birmingham i Vescovi di Scozia, Inghilterra e Galles, Benedetto XVI ha chiesto loro di non stancarsi mai di offrire alla società del loro Paese “l'acqua viva del Vangelo”.

    In quello che ha definito “un giorno di grande gioia per la comunità cattolica in queste isole” per la beatificazione del Cardinale John Henry Newman, “esempio di fedeltà eroica al Vangelo” e “intercessore per la Chiesa” in Gran Bretagna, il Papa ha ricordato che nel 1852, proprio nella Cappella della Francis Martin House, il porporato “diede voce alla nuova fiducia e vitalità della comunità cattolica in Inghilterra e Galles, dopo la restaurazione della gerarchia”.

    “Le sue parole possono essere applicate pure alla Scozia, venticinque anni dopo”, ha aggiunto.

    Per il Papa, la beatificazione del Cardinale è “un ricordo della continua azione dello Spirito Santo nell’elargire doni di santità su tutta la gente della Gran Bretagna, così che da est ad ovest e dal nord al sud, sia elevata una perfetta oblazione di lode e di ringraziamento alla gloria del nome di Dio”.

    Offrire Cristo

    In questa visita nel Regno Unito, il Pontefice confessa che gli “è apparso chiaro come, fra i britannici, sia profonda la sete per la buona novella di Gesù Cristo”.

    “Siete stati scelti da Dio per offrire loro l’acqua viva del Vangelo, incoraggiandoli a porre le proprie speranze non nelle vane lusinghe di questo mondo, bensì nelle solide rassicurazioni del mondo futuro”, ha detto ai Vescovi.

    “Mentre annunciate la venuta del Regno, con le sue promesse di speranza per i poveri ed i bisognosi, i malati e gli anziani, i non ancora nati e gli abbandonati, fate di tutto per presentare nella sua interezza il messaggio vivificante del Vangelo, compresi quegli elementi che sfidano le diffuse convinzioni della cultura odierna”, ha esortato.

    Allo stesso modo, ha incoraggiato i presuli a servirsi del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, di recente istituzione, e a “esplorare vie appropriate ed efficaci” per coinvolgere nella missione della Chiesa i nuovi movimenti ecclesiali, molti dei quali hanno “un carisma particolare per l'evangelizzazione”.

    Vicinanza a chi soffre

    Il Pontefice ha quindi affrontato alcune delle sfide più pressanti per la società britannica, come le conseguenze della crisi finanziaria, “che ha causato tante privazioni ad innumerevoli persone e tante famiglie”.

    “Lo spettro della disoccupazione sta stendendo le proprie ombre sulla vita di molta gente, ed il costo a lungo termine di pratiche d’investimento dei tempi recenti, mal consigliate, sta diventando quantomai evidente”.

    In queste circostanze, ha chiesto ai Vescovi di esortare i cattolici britannici, dalla “caratteristica generosità”, alla solidarietà nei confronti dei bisognosi.

    “La voce profetica dei cristiani ha un ruolo importante nel mettere in evidenza i bisogni dei poveri e degli svantaggiati, che possono così facilmente essere trascurati nella destinazione di risorse limitate”.

    Messale Romano

    Un'altra questione affrontata dal Papa nel suo discorso ai Vescovi è stata l’imminente pubblicazione della nuova traduzione del Messale Romano.

    “Desidero ringraziare tutti voi per il contributo dato, con così minuziosa cura, all’esercizio collegiale nella revisione e nell’approvazione dei testi”, ha affermato il Pontefice, sottolineando che “ciò ha fornito un immenso servizio ai cattolici di tutto il mondo anglofono”.

    “Vi incoraggio a cogliere l’occasione che questa nuova traduzione offre, per una approfondita catechesi sull’Eucaristia e per una rinnovata devozione nei modi in cui essa viene celebrata”.

    “Quanto più viva è la fede eucaristica nel popolo di Dio, tanto più profonda è la sua partecipazione alla vita ecclesiale che Cristo ha affidato ai suoi discepoli”, ha aggiunto citando l'Esortazione Apostolica Sacramentum caritatis.

    Gesto profetico

    Riferendosi infine alla Costituzione apostolica Anglicanorum coetibus, che permette a gruppi di anglicani di entrare in piena comunione con la Chiesa cattolica prevedendo l'istituzione di Ordinariati personali, Benedetto XVI ha indicato che “dovrebbe essere considerato un gesto profetico che può contribuire positivamente allo sviluppo delle relazioni fra anglicani e cattolici”.

    “Ci aiuta a volgere lo sguardo allo scopo ultimo di ogni attività ecumenica: la restaurazione della piena comunione ecclesiale nel contesto della quale il reciproco scambio di doni dai nostri rispettivi patrimoni spirituali serve da arricchimento per noi tutti”.

    “Continuiamo a pregare e ad operare incessantemente per affrettare il lieto giorno in cui quel traguardo potrà essere raggiunto”, ha concluso.









    Il Papa ricorda gli inglesi che spesero la loro vita contro il nazismo
    A settant’anni dalla Battaglia d'Inghilterra




    BIRMINGHAM, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- Nella domenica in cui la Gran Bretagna celebra il settantesimo anniversario della Battaglia d'Inghilterra (1940), il Papa tedesco ha voluto rendere omaggio a tutti quei britannici che lottarono contro il nazismo a costo della loro vita.

    “Per me, che ho vissuto e sofferto lungo i tenebrosi giorni del regime nazista in Germania – ha detto Benedetto XVI –, è profondamente commovente essere qui con voi in tale occasione, e ricordare quanti dei vostri concittadini hanno sacrificato la propria vita, resistendo coraggiosamente alle forze di quella ideologia maligna”.

    Le sue parole sono state ascoltate dai circa settanta mila pellegrini riuniti per la Messa di beatificazione del Cardinale John Henry Newman (1801-1890), nel Cofton Park di Rednal, a Birmingham.

    Il Pontefice ha salutato in particolare gli abitanti della vicina Coventry, “che ebbe a soffrire un così pesante bombardamento e una grave perdita di vite umane nel novembre del 1940”.

    “Settant’anni dopo – ha aggiunto –, ricordiamo con vergogna ed orrore la spaventosa quantità di morte e distruzione che la guerra porta con sé al suo destarsi, e rinnoviamo il nostro proposito di agire per la pace e la riconciliazione in qualunque luogo in cui sorga la minaccia di conflitti.”

    La Battaglia d'Inghilterra è legata alla campagna aerea che l'aviazione tedesca sferrò contro quella britannica nel 1940, nel corso della seconda guerra mondiale, al fine di ottenere la supremazia sui cieli della Manica e dell'Inghilterra meridionale indispensabile per l'invasione dell'isola.

    Il bilancio dei terribili scontri fu di 300 mila morti, molti dei quali civili, mentre due milioni di case furono rase al suolo. Secondo le cifre ufficiali, l'aviazione britannica perse 900 aeroplani, mentre quella tedesca ne perse circa 1.700.








    Padre Lombardi: il Papa e Newman, due ricercatori della verità


    ROMA, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- Benedetto XVI e il Cardinale John Henry Newman sono accomunati dallo stesso tipo di esperienza della fede e dalla ricerca della verità. E' quanto ha detto ai microfoni della Radio Vaticana il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi.

    Secondo il sacerdote gesuita la figura del neo beato sintetizza molti dei temi affrontati durante il viaggio dal Papa nel suo incarnare “la bellezza e la gioia della fede in Cristo come fondamento di un servizio positivo per la società in cui si vive, come fondamento di una testimonianza efficace di grande carità per la comunità in cui si vive”.

    Allo stesso tempo, per Newman la fede cristiana è “un cammino di ricerca della verità sempre più profondo che giunge sempre più pienamente all’incontro con Cristo e quindi alla santità”.

    “E’ una personalità – ha continuato il direttore della Sala Stampa vaticana – che ha una profonda sintonia con quella del Santo Padre per l’unione fra esperienza di cultura ed esperienza di fede, per la profonda spiritualità per il senso di ricerca della verità”.

    “Quindi – ha aggiunto –, capiamo anche perché il Papa ha desiderato di fare lui stesso questa Beatificazione. Si è sentita una sintonia profonda di sensibilità, di impostazione dell’esperienza di fede”.

    Nel ripercorrere poi alcuni dei momenti più toccanti della visita papale, il portavoce vaticano ha richiamato l’incontro con le vittime degli abusi, “che è stato significativo del modo in cui il Santo Padre affronta questa questione così delicata per la Chiesa oggi”.

    In particolare, ha spiegato, in questo viaggio il Papa ha voluto affrontare tale questione in tre modi diversi: “con le parole dell’omelia, con l’incontro con le vittime e con l’incontro con le persone impegnate nella salvaguardia, nella tutela dei giovani e dei bambini”.

    “Quest’ultimo aspetto – ha evidenziato – è un po’ una novità rispetto ad altri viaggi e dimostra la completezza degli approcci con cui la Chiesa deve affrontare questa situazione guardando anche in avanti e mettendo proprio tutte le premesse perché la testimonianza sia credibile e ci sia la garanzia di poter evitare per sempre il ripetersi di errori e di crimini”.









    Festa della fede a Birmingham per la beatificazione di Newman
    70.000 i fedeli presenti alla cerimonia

    di Carmen Elena Villa



    BIRMINGHAM, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- Questa domenica il Cofton Park di Rednal si è tramutato in un gigantesco luogo di preghiera, che ha riunito circa 70.000 fedeli provenienti dall'Inghilterra e da diverse diocesi di tutto il mondo desiderosi di essere presenti a un evento senza precedenti nella storia britannica: la beatificazione di uno dei suoi figli in una messa presieduta dal Papa Benedetto XVI.

    Alle 10 del mattino il Papa ha fatto il suo ingresso in processione mentre il coro intonava la canzone Praise to the holiest in the heights, il cui testo è stato ispirato da alcuni scritti del Cardinale Newman e che è stata eseguita anche sabato notte in occasione della vigilia di preparazione alla sua beatificazione.

    Accanto al Papa decine di Vescovi delle diversi diocesi del Regno Unito così come decine di sacerdoti.

    Nel suo indirizzo di saluto al Pontefice l'Arcivescovo di Birghiman, mons. Bernard Longley, ha detto: "Negli ultimi giorni lei è stato fra noi come un pellegrino che condivide la propria ricerca della verità e della bontà di Dio. Come nostro Pastore Supremo lei ci ha condotti più vicini a Gesù Cristo per essere rinfrescati dalle 'sorgenti della Trinità'".

    “Ora Santo Padre – ha proseguito – siamo uniti con lei in preghiera in questa città che è stata la casa d'elezione del venerabile John Henry Newman”.

    “Le chiediamo, Santo padre, di farci avvicinare nuovamente alla presenza eucaristica del Signore”, ha continuato l'Arcivescovo “così che possiamo presto acclamare il Venerabile John Henry tra i beati”.

    Al termine del suo breve discorso mons. Longley ha consegnato al Pontefice una edizione del libro Apologia pro vita sua, che l'autobiografía nonché una delle opere più importanti del neo beato.

    Subito dopo un gruppo composto per la maggior parte da laici ha consegnato al Papa le reliquie del

    Cardinale Newman. Tra questi erano presenti il postulatore della Causa, l'avvocato Andrea Ambrosi, così come John (Jack) Sullivan, il diacono che ha ricevuto il miracolo decisivo per la beatificazione.

    Ha quindi avuto inizio il rito di beatificazione durante il quale è stata letta una breve biografia del Cardinale. Benedetto XVI ha pronunciato la formula di beatificazione, accolta con un applauso entusiasta da parte dei fedeli mentre veniva svelato l'arazzo con il volto di Newman. Gli assistenti hanno quindi cominciato ad abbassere in segno di rispetto le bandiere dei diversi paesi di provenienza compresa quella vaticana.

    Allegria tra i fedeli

    ZENIT ha potuto parlare con alcuni delle migliaia di partecipanti alla cerimonia tra cui Vicky Birmingham, una delle componenti del coro che ha cantato durante la celebrazione: “Ci siamo preparati per questo appuntamento a partire da maggio, facendo le prove con i cori in tutta la diocesi”.

    I membri del coro, diretto da padre Peter Jones, musicista e compositore, provenivano da diverse parrocchie dell'Inghilterra, comprese l'oratorio di Birmingham e di Londra. Sono giunti qui alle 4:30 ed hanno potuto ammirare il sole sorgere mentre eseguivano le prove.

    Nello spiegare ciò che rappresenta per lei il nuovo beato Vicky ha detto: “è qualcuno che ammiro perché ha abbandonato la pace dei chiostri di Oxford per una città frenetica e per mettere in pratica la sua fede".

    Ha poi confessato che è stato meraviglioso “partecipare a una beatificazione presieduta dal Papa in persona, e alla prima beatificazione in Gran Bretagna. Finalmente il cattolicesimo inglese ha ricevuto il suo giusto riconoscimento”.

    Elizabeth Flynn, un'altra fedele inglese presente alla cerimonia, ha espresso così la sua gioia al temine della preghiera dell'Angelus: "È bello stare con tanti inglesi. Regna un'atmosfera sana, tranquilla. Ho percepito lo stesso silenzio di una messa domenicale ma al contempo una grande gioia”.

    Per Cecilia Wain, un'altra partecipante proveniente da Manchester, “questo evento porterà molta Grazia nel Paese”.

    "Gesù ha detto che avrebbe rinnovato ogni cosa, ed io credo che la visita e la beatificazione costituiscano realmente l'inizio di qualche cosa di nuovo", ha concluso.












    Le liturgie per la visita nel Regno Unito, veicolo di nuova evangelizzazione
    Distribuito un milione di copie della rivista di liturgia e preghiera “Magnificat”

    di Jesús Colina


    BIRMINGHAM, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- Le celebrazioni liturgiche che Benedetto XVI ha presieduto durante la sua visita nel Regno Unito sono diventate grandi momenti di nuova evangelizzazione, secondo quanto hanno testimoniato i partecipanti e le stesse immagini televisive.

    Per vivere in modo più profondo questi momenti di preghiera, è stato distribuito un milione di copie della rivista “Magnificat” - che presenta i testi degli atti pubblici di preghiera a cui il Papa ha partecipato – non solo ai pellegrini presenti, ma anche nelle parrocchie di Scozia, Inghilterra e Galles.

    Romain Lizé, direttore aggiunto di “Magnificat”, che ha seguito il Papa nel suo viaggio nel Regno Unito, ha spiegato a ZENIT che l'iniziativa ha avuto luogo perché “era molto importante per le Conferenze Episcopali britanniche associare il maggior numero possibile di persone a questa visita storica, in particolare quanti non si potevano spostare”.

    “Presente da alcuni anni in Gran Bretagna, era naturale per 'Magnificat' investire nella preparazione della visita del Papa a livello sia finanziario che spirituale – ha riconosciuto Lizé –. Questa visita è per la rivista l'opportunità di mettere a disposizione dei fedeli una versione completamente britannica, con il calendario liturgico e la traduzione biblica appropriati”.

    “L'insediamento duraturo di 'Magnificat' in Gran Bretagna riflette anche la volontà di sostenere la comunità cattolica inglese e di esortare la 'seconda primavera' auspicata dal Cardinale John
    Henry Newman, beatificato questa domenica”, ha aggiunto Lizé.

    La celebrazione eucaristica della beatificazione del porporato è diventata per i 70.000 pellegrini presenti un momento unico per la loro vita come cattolici britannici, di cui la copia di “Magnificat” diventerà un ricordo permanente.

    La rivista “Magnificat”, nata in Francia nel 1992, riunisce circa un milione di lettori che ogni giorno pregano insieme.

    Ci sono 500.000 magnificaters (come vengono definiti) negli Stati Uniti e 200.000 in Francia. Il fenomeno si sta estendendo anche in America Latina, Spagna, Germania, Lituania, Irlanda e Gran Bretagna.

    Questa rivista mensile è un compagno di vita spirituale. Ogni giorno presenta una preghiera mattutina e una vespertina, ispirate alla Liturgia delle Ore, i testi della Messa, meditazioni, vita dei santi e commenti a opere d'arte. Di recente è stata lanciata un'applicazione Iphone.


    L'archivio di “Magnificat” con i testi di tutti gli atti di preghiera ai quali ha partecipato Benedetto XVI nella sua visita al Regno Unito può essere scaricato in formato PDF su: www.thepapalvisit.org.uk/content/download/9844/63860/file/UK-Magnif...

    Per ulteriori informazioni, www.magnificat.com/

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    Papa: Gb, liberi i presunti attentatori

    (ANSA) - LONDRA, 19 SET - I 6 uomini arrestati venerdi' a Londra, sospettati di voler preparare un attentato per uccidere il papa in Gb, sono stati rilasciati. Lo ha reso noto oggi Scotland Yard. I sei uomini 'sono stati rilasciati tra sabato e domenica senza alcuna imputazione a loro carico', si legge in un comunicato della polizia londinese. Di eta' compresa tra i 26 e i 50 anni, i sei sono netturbini dipendenti della Veolia Environment Service, un servizio privato di nettezza urbana.
    (Ansa)


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    Il Papa con i giovani al St. Peter's: apprezzo il vostro sforzo generoso

    Fuori programma l'incontro con chi protegge l'infanzia

    «Siamo tutti diventati molto più consapevoli della necessità di proteggere i ragazzi, e voi costituite una parte importante della risposta della Chiesa al problema».
    Benedetto XVI conclude così il suo breve discorso rivolto a un gruppo di protezione dei bambini, che ha incontrato nella residenza St Peter's, dopo l'incontro con gli anziani. Un incontro non inserito nel programma ufficiale, annunciato appena qualche ora prima che sarebbe avvenuto, ma al quale il Pontefice teneva particolarmente. È un segnale: la risposta della Chiesa è viva, forte e presente. E il Papa la sostiene. «La Chiesa - dice Benedetto XVI - ha una lunga tradizione di cura dei ragazzi, dai primi anni di vita fino all'età adulta, seguendo l'esempio di affetto di Cristo che benediceva i fanciulli a lui portati e che insegnava ai suoi discepoli che a chi è come loro appartiene il Regno dei Cieli». È un concetto, ribadito anche nella mattina nella Cattedrale di Westminster: è l'intera Chiesa ad essere stata colpita dallo scandalo, perché un sacerdote che abusa di un minore tradisce prima di tutto il suo ministero. Da qui, la strategia del Papa: rinnovata formazione dei sacerdoti, e «guarigione» delle vittime. I gruppi di protezione hanno un ruolo importante. Il Papa ricorda il lavoro fatto in Inghilterra prima con il Nola Report e poi dalla commissione Cumberledge. Un lavoro, dice, che «ha offerto un contributo vitale alla promozione di ambienti sicuri per la gioventù», perché «aiuta ad assicurare che le misure preventive messe in campo sono efficaci, che esse sono mantenute con attenzione, e che qualsiasi accusa di abuso è trattata con rapidità e giustizia». Per questo, ringrazia il gruppo «per il buon lavoro che fate e continuate a fare in questo settore». Il Papa afferma poi con forza: «È deplorevole che, in così marcato contrasto con la lunga tradizione della Chiesa di cura per i ragazzi, questi abbiano sofferto abusi e maltrattamenti ad opera di alcuni preti e religiosi». E infine, fa un mea culpa, nemmeno troppo sfumato, e molto significativo, sostenendo che «siamo tutti più consapevoli della necessità di proteggere i ragazzi» . Segna una svolta, anzi la svolta che lui stesso, come Papa e prima come prefetto dell'ex Sant'Uffizio, ha contribuito a dare. Benedetto XVI plaude al lavoro dei gruppi di protezione, e li segnala come esempio. «Sebbene - sostiene - non vi siano mai motivi per compiacersi, occorre dare atto a ciò che è stato fatto: gli sforzi della Chiesa, in questo Paese e altrove, specialmente negli ultimi dieci anni per garantire la sicurezza dei fanciulli e dei giovani e per mostrare loro ogni rispetto durante la loro crescita verso la maturità, devono essere riconosciuti. Prego che il vostro generoso servizio aiuti a rafforzare un'atmosfera di fiducia e di rinnovato impegno per il benessere dei ragazzi». And. Gag.

    © Copyright Il Tempo, 19 settembre 2010


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    Nel paese della troppa tolleranza

    Il Papa in Inghilterra non porta avanti grandi discorsi ma grandi progetti

    di Stefano Fontana

    Finora tutto è stato piuttosto normale. Normale il fuoco di fila della stampa nel periodo precedente la visita del Papa, normali i siti “Pope – Nope” e le manifestazioni contro la visita che sarebbe costata troppo e inutilmente allo Stato inglese.
    Normale anche che durante la visita stessa gli applausi abbiano sperato i fischi, con i media che concedono al Papa più spazio di quanto solitamente non facciano con Downing Street. I timori per la sicurezza del Papa, che molti avevano manifestato, si sono finora dimostrati infondati, a parte i sei nordafricani arrestati perché sospettati di aver tramato qualcosa di non ben chiarito. Normale, quindi, questa visita in Inghilterra: normale la cordiale accoglienza della Regina Elisabetta, i rispettosi incontri con il primate Anglicano, l’attenzione dimostrata alla Westmister Hall da Blair, Gordon Brown e dalla signora Tatcher. Normale anche l’iperattenzione dei media per la questione pedofilia, costantemente sulle prime pagine dei giornali, tema principale e spesso esclusivo del loro interesse per questo viaggio. Normali anche i discorsi del Papa?
    C’era chi attendeva con ansia questo viaggio, per vedere cosa avrebbe detto il Papa a questa Inghilterra, caso emblematico di società indifferente ormai al fatto religioso e perfino ostile al cristianesimo. E’ una società iper-secolarizzata che non riconosce più alla religione un ruolo pubblico, un paese però dove decine di Corti islamiche adoperano il diritto coranico. L’Inghilterra è anche il paese dove maggiormente si sono smantellate le leggi a protezione della vita dell’embrione e del feto e a protezione della famiglia. Cosa avrebbe detto il Papa, ci si chiedeva, a questa società post-religiosa e post-cristiana?
    L’attesa riguardava anche il rapporto con gli anglicani dopo l’operazione di ritorno a Roma di varie comunità appartenenti alla comunione anglicana e la programmata beatificazione del Cardinale Newman.
    Insomma, una certa attesa, una viva curiosità, una aspettativa di novità c’erano ed anche abbastanza diffuse. Il viaggio era stato preannunciato da tempo e la grancassa mediatica era iniziata alla grande. Ed invece, a tre quarti del viaggio, sembra prevalere la normalità. Normalità anche nei discorsi del Papa, a parte, se vogliamo, l’esplicito riferimento a Tommaso Moro proprio nella Sala di Westminster dove venne condannato per essersi contrapposto a Carlo VIII, il re che – altro aspetto al pepe – diede vita allo scisma anglicano.
    L’elogio della coscienza di Thomas More fatta valere contro il re ha coinciso di fatto con l’elogio della coscienza che si era opposta a colui che si sarebbe separato da Roma. Ma a parte questo tema caldo e potenzialmente polemico, per il resto Benedetto XVI ha detto quello che doveva dire, né più né meno, con chiarezza ed onestà, senza gridare e senza cercate di toccare nervi scoperti.
    Alla regina Elisabetta ha ricordato che la Gran Bretagna ha avuto dei sovrani santi come Edoardo il Confessore e Margherita di Scozia, assieme a tante altre figure importanti per aver lottato contro la schiavitù come William Wilberforce e David Livingstone, o a favore dei poveri e dei malati come Florence Nightingale. Il cristianesimo, insomma, ha plasmato la lingua e la cultura di queste terre e ha dato la forza – così ha detto il papa – a quanti si opposero al nazismo. La conclusione è ancora una volta molto ratzingeriana: «l’esclusione di Dio, della religione e della virtù dalla vita pubblica conduce in ultima analisi ad una visione monca dell’uomo e della società, e pertanto a una visione riduttiva della persona e del suo destino».
    Anche il discorso alla Westminster Hall, pur nella sua grandezza, si è attenuto a dire quanto bisognava dire. La storia dell’Inghilterra, patria dello Stato di diritto, della democrazia e del pluralismo ha incrociato profonde istanze cristiane, come la dignità della persona e l’uguaglianza tra gli uomini. Il problema di Tommaso Moro, però, rimane vivo ancora oggi: fino a dove può estendersi il potere politico? La tesi del Papa – una tesi non nuova, certamente, ma normale nel suo pontificato – è che la ragione e la fede dovrebbero collaborare per far comprendere alla politica i suoi limiti, sicché comprenda che il fondamento della politica è fuori della politica stessa, in un ordine di valori oggettivo e trascendente: «il mondo della ragione ed il mondo della fede – il mondo della secolarità razionale e il mondo del credo religioso – hanno bisogno l’uno dell’altro e non dovrebbero avere timore di entrare in un profondo e continuo dialogo, per il bene della nostra civiltà». E’ qui che il Papa coglie in contraddizione la società inglese: la società del pluralismo e della tolleranza oggi vieta la celebrazione del Natale e la manifestazione dei simboli religiosi, si fa quindi intollerante.
    Un viaggio normale, dei discorsi normali fatti in un clima di normalità. Nessuna Regensburg in questo viaggio in Inghilterra, nessun colpo di scena, nessuna “resa dei conti”. L’impressione è che non si sia voluto andare oltre quanto era normale fare, per non suscitare inutili contrapposizioni, per non compromettere delicati percorsi in atto ed anche per la consapevolezza che la rievangelizzazione dell’Occidente, e per prima dell’Inghilterra, è cosa lunga e complessa, da portare avanti giorno per giorno, da seminare e far sedimentare. Più che i discorsi infiammanti sono utili la pastorale ordinaria, l’evangelizzazione, l’annuncio. Tutte cose che si fanno in sordina e non sotto i riflettori dei media.

    © Copyright L'Occidentale, 19 settembre 2010


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    Folla in festa per il Papa alla veglia di Hyde Park ma 10mila lo contestano

    di Andrea Tornielli

    nostro inviato a Londra

    Nel grande crocifisso che domina la navata della cattedrale cattolica di Westminster, con il corpo «schiacciato dalla sofferenza», Benedetto XVI vede la sofferenza dei bambini vittime di abusi sessuali.
    Ieri mattina a Londra Ratzinger è tornato a parlare di pedofilia e nel pomeriggio ha incontrato nella sede della nunziatura cinque vittime di abusi, intrattenendosi con loro per mezz’ora.
    «Si è commosso ascoltando le storie delle vittime – ha riferito padre Federico Lombardi – e ha espresso profondo dolore e vergogna per le sofferenze loro e delle loro famiglie».
    Il Papa ha pregato con le vittime, che venivano da Londra, dallo Yorkshire e dalla Scozia, e ha assicurato che «la Chiesa Cattolica continua a mettere in atto misure efficaci per la protezione dei giovani» e sta facendo «tutto il possibile per verificare le accuse, per collaborare con le autorità civili e per consegnare alla giustizia il clero e i religiosi accusati di questi gravi crimini».
    Nella cattedrale, poche ore prima, guardando il crocifisso, Benedetto XVI aveva detto di pensare alle «immense sofferenze causate dall’abuso dei bambini, specialmente nella Chiesa e da parte dei suoi ministri». Ha esprsso «profondo dolore alle vittime innocenti di questi inqualificabili crimini»; ha riconosciuto «la vergogna e l’umiliazione che tutti abbiamo sofferto», e ha chiesto a tutti di mostrare «sollecitudine per le vittime».
    Nel pomeriggio, dopo l’incontro in nunziatura, a margine di un altro appuntamento in una residenza per anziani, il Pontefice si è intrattenuto con un gruppo di responsabili della protezione dei ragazzi negli ambienti ecclesiali, e ha sottolineato come ora «qualsiasi accusa di abuso è trattata con rapidità e giustizia».
    Nel pomeriggio una grande manifestazione di protesta, organizzata dagli «Anti Pope» è partita da Hyde Park corner e si è snodata per la città. Vi hanno partecipato circa diecimila persone, fino ad oggi il corteo di protesta antipapale numericamente più numeroso, al quale hanno partecipato anche degli italiani: «Vaticano, cancro dell’Italia.
    Giù le mani dalla democrazia italiana», si leggeva in un manifesto portato da Monica e Luca, una coppia di giovani che vivono qui da qualche anno.
    In serata, il Papa è arrivato a Hyde Park, per la veglia dedicata al cardinale Newman, accolto da centomila fedeli, molti dei quali giovani.
    C’erano ali di folla lungo la strada a salutarlo.
    Benedetto XVI ha ricordato che «alla fine della vita, Newman avrebbe descritto il proprio lavoro come una lotta contro la tendenza crescente a considerare la religione come un fatto puramente privato e soggettivo, una questione di opinione personale», e oggi il nuovo beato ci ricorda che «relativismo intellettuale e morale minaccia di fiaccare i fondamenti della nostra società». Ratzinger ha ricordato che poco lontano da lì molti cattolici furono martirizzati: «Nella nostra epoca, il prezzo da pagare per la fedeltà al Vangelo non è tanto quello di essere impiccati, affogati e squartati – ha aggiunto – ma spesso implica l’essere additati come irrilevanti, ridicolizzati o fatti segno di parodia»
    Infine, col passare delle ore si dimostra sempre più inconsistente l’allarme terrorismo dopo gli arresti dei sei islamici avvenuti venerdì. La polizia ha ammesso che in questi casi preferisce non rischiare e che gli arresti sono avvenuti sulla base di «conversazioni» tra i sospettati. E dunque è probabile che già domani i sei vengano rilasciati.

    © Copyright Il Giornale, 19 settembre 2010


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    00 20/09/2010 08:27
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    La Chiesa di Roma vuole aprire le porte ai fratelli anglicani

    di Redazione

    Ci sono due parole che fino al pomeriggio di oggi non sono ancora risuonate nella visita di Benedetto XVI in Gran Bretagna. Due parole latine, che formano il nome di un documento pubblicato nel novembre 2009: Anglicanorum coetibus, la costituzione apostolica che sancisce la possibilità di istituire degli speciali ordinariati per le comunità anglicane intenzionate a rientrare nella Chiesa cattolica. Un processo di avvicinamento in corso specialmente dopo le scelte liberal della comunione anglicana, ad esempio l’ordinazione delle donne prete e ora delle donne vescovo.
    Venerdì non se n’è parlato durante lo storico incontro tra il Papa, l’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams e i vescovi anglicani nella sede della Lambeth Conference, anche perché Benedetto XVI, nel suo discorso, ha detto di non voler parlare delle difficoltà che esistono nelle relazioni cattolico-anglicane, e tutto l’incontro è stato, invece, improntato da un clima di evidente cordialità. Sia il Papa che il primate anglicano hanno insistito sull’importanza del ruolo pubblico della religione, trovandosi dunque pienamente alleati nel ribadire la necessità dei valori etici quali fondamenti della democrazia, e hanno parlato della reciproca collaborazione tra le due Chiese.
    Ratzinger, nel suo discorso di venerdì pomeriggio alla Lambeth Conference, ha però insistito sul fatto che il cammino ecumenico non può mai avvenire «a scapito della verità cristiana». Una parola importante su questa linea è attesa per oggi.
    Secondo le indiscrezioni raccolte dal Giornale, Benedetto XVI dovrebbe affrontare questo pomeriggio il tema delle relazioni con gli anglicani in rapporto alla nuova costituzione apostolica, durante l’incontro con i vescovi cattolici britannici previsto a Birmingham, ultima tappa del viaggio prima del rientro a Roma.
    Il Papa in un passaggio del suo discorso, presenterà Anglicanorum coetibus come un «gesto profetico», un documento che può contribuire in modo positivo allo sviluppo del rapporto tra cattolici e anglicani. E spiegherà anche qual è il fine ultimo di qualsiasi attività ecumenica, il ristabilimento della piena comunione ecclesiale, obiettivo che non si può raggiungere fermandosi al minimo comune denominatore, a scapito della verità. La costituzione apostolica, nell’idea di Papa Benedetto, rappresenta quindi un modello per l’ecumenismo: la Chiesa di Roma apre le proprie porte e valorizzando tutto ciò che può essere valorizzato nelle diverse tradizioni.
    Fino a questo momento, non si sono ancora verificati significativi passaggi di vescovi e comunità anglicane nella Chiesa cattolica con l’istituzione dei nuovi ordinariati.
    Nel marzo scorso, ad Orlando, in Florida, la Chiesa anglicana d’America, appartenente alla Tac (Tradidional Anglican Church, la comunità più tradizionalista) ha votato a favore del rientro nella comunione con Roma e nei prossimi mesi il processo potrebbe avere inizio. Nel discorso al Lambeth Palace, davanti ai vescovi anglicani, venerdì Benedetto XVI ha indicato nella figura del cardinale John Henry Newman un esempio e un modello: convertitosi al cattolicesimo «fu mosso dal seguire la propria coscienza, anche con un pesante costo personale», ma continuò a coltivare l’amicizia con i suoi «precedenti colleghi», sondando «le questioni sulle quali divergevano, mosso da una ricerca profonda dell’unità nella fede».

    © Copyright Il Giornale, 19 settembre 2010


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    PAPA: RIENTRATO IN NUNZIATURA SI AFFACCIA DI NUOVO

    Salvatore Izzo

    (AGI) - Londra, 18 set.

    Rientrato alla nunziatura apostolica dopo la veglia di preghiera con 100 mila persone ad Hyde Park, Benedetto XVI ha voluto affacciarsi da una finestra dell'edificio che da' sull'esterno, per salutare i gruppi di fedeli che erano li' davanti ad applaudirlo.
    La presenza di altra folla in una zona di Londra lontana dal centro, mentre lo spiazzo di Hyde Park era ancora grenmito - dopo la partenza del Pontefice doveva esibirsi il complesso irlandese dei The Priest, che e' in cima alle hit parade - testimonia l'inimmaginabile affetto che la capitale della Gran Bretagna sta testimoniando al Papa.
    E la decisione di affacciarsi ancora, come aveva fatto anche giovedi' e venerdi' sera, descrive bene la generosita' di un Papa che a 83 anni riesce a spendersi ancora fino in fondo.

    (AGI)

    PAPA: ULTIMA TAPPA IN GB, LASCIA LONDRA PER BIRMINGHAM

    (AGI) - Londra, 19 set.

    Alle ore 8 di questa mattina (in Italia erano le 9) Benedetto XVI ha lasciato la Nunziatura Apostolica di Londra per raggiungere in auto Wimbledon Park, da dove si e' imbarcato su un elicottero alla volta di Birmingham.
    Alle 10 locali, nel Cofton Park di Birmingham presiedera' la messa di Beatificazione del Servo di Dio John Henry Newman cardinale e fondatore degli Oratori di San Filippo Neri in Inghilterra.

    © Copyright (AGI)


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    00 20/09/2010 08:31
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    "Accanto ai martiri le vittime dei pedofili"

    Benedetto XVI si commuove durante l'omelia a Westminster. L'incontro e la preghiera con cinque vittime di abusi sessuali. In centomila alla veglia di canonizzazione del cardinal Newman

    Andrea Gagliarducci

    Sono cinque le vittime di pedofilia che Benedetto XVI incontra poco dopo la messa tenuta nella Cattedrale di Westminster. Messa durante la quale aveva lanciato una dura accusa contro quanti tra i sacerdoti hanno perpetrato gli abusi sui minori, esprimendo «dolore alle vittime innocenti di questo inqualificabile crimine». Attenzione per le vittime che il Papa ribadisce in serata, in un incontro fuori programma con un gruppo di protezione dei bambini. Il sabato proietta verso la domenica, verso la canonizzazione di John Henry Newman, cardinale cattolico convertitosi dall'anglicanesimo, che è il fulcro del viaggio di Benedetto XVI. Contrariamente alle aspettative, la folla è impressionante. È gremita anche la cattedrale di Westminster. È da lì che Benedetto XVI comincia la sua giornata, con una omelia che parte dal sacrificio della croce e da lì prende spunto per parlare del sacrificio e dalla sofferenza dei martiri, ricordando quelli della persecuzione anglicana, da Enrico VII a Carlo Stuart. Infine, si sofferma sul sacrificio presente e «spesso nascosto nelle sofferenze di tutti quei singoli cristiani che quotidianamente uniscono i loro sacrifici e quelli del Signore per la santificazione della Chiesa e per la redenzione del mondo». È a questo punto che il pensiero del Papa va alle vittime degli abusi da parte dei sacerdoti. Esprime «dolore» alle vittime per «l'inqualificabile crimine», spera che «il potere della grazia di Cristo» porti «uno spirito di guarigione anche nelle loro vite», nonostante la «vergogna e l'umiliazione che tutti abbiamo sofferto a causa di questi peccati».
    Al termine della Messa, cinque vittime di abusi inglesi (dove il fenomeno è in realtà stato contenuto da un lavoro iniziato con il Nola Report e portato avanti dalla commissione Cumberledge) vengono introdotte nella Nunziatura Apostolica di Londra. Passano con il Papa una quarantina di minuti. Non si incontrano nella cappella, perché alcuni di loro, dopo gli abusi, non se la sono sentita di entrare in un luogo sacro, avendo subito gli abusi proprio in chiesa. Il Papa - riferisce una nota della Santa Sede - «ha pregato con loro ed ha assicurato che la Chiesa Cattolica, mentre continua a mettere in atto misure per la protezione dei giovani, sta facendo tutto il possibile per verificare le accuse, per collaborare con le autorità civili e per consegnare alla giustizia il clero e i religiosi accusati di questi gravi crimini».
    Altre vittime sono per strada, a manifestare contro il Papa, insieme ad attivisti per i diritti umani. Gli organizzatori stimano in 12 mila la partecipazione al corteo partito da Hyde Park e arrivato fino a Downing Street. Ma sono circa 80 mila le persone che affollano Hyde Park due ore prima che il Papa arrivi a presenziare alla veglia che prepara alla beatificazione di Newman: in serata saranno centomila. Prima di andare alla veglia, il Papa ha un altro appuntamento: la visita alla residenza St. Peter, che ospita anziani. A loro, il Papa confessa di sentire il peso dell'età e fa un appello contro l'eutanasia («solo Dio può decidere quando dare e togliere la vita»), prendendo ad esempio gli ultimi anni di vita di Giovanni Paolo II.
    Infine, arriva ad Hyde Park, facendosi largo tra due ali di folla. Il Papa è sorridente. Ad Hyde Park, molti sono giovani. Il Papa ricorda loro come la vita di Newman insegni che «l'onestà intellettuale» e una «genuina conversione» comportano «un prezzo da pagare», ma li invita a seguire la chiamata di Cristo, che ha bisogno di chi dedichi la propria vita all'educazione e di chi sappia consacrare la sua vita a Dio, ed «ha bisogno di sacerdoti, buoni e santi sacerdoti, uomini disposti a perdere la propria vita per il proprio gregge».

    © Copyright Il Tempo, 19 settembre 2010


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    00 20/09/2010 08:42
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    Papa: Nazismo è ideologia maligna, vergogna per la guerra

    A Birmingham ricorda bombardamento tedesco su Regno Unito

    Londra, 19 set. (Apcom)

    Tributo del Papa tedesco alle vittime inglesi dei bombardamenti della Luftwaffe, nella seconda guerra mondiale, durante una messa all'aperto nel Cofton Park di Birmingham. "Oggi - ha sottolineato Benedetto XVI all'inizio di un omelia dedicata per il resto al cardinale John Henry Neman - è il giorno prescelto per commemorare il 70mo anniversario della 'Battle of Britain'. Per me, che ho vissuto e sofferto lungo i tenebrosi giorni del regime nazista in Germania, è profondamente commovente essere qui con voi in tale occasione, e ricordare quanti dei vostri concittadini hanno sacrificato la propria vita, resistendo coraggiosamente alle forze di quella ideologia maligna". "Il mio pensiero - ha proseguito Ratzinger - va in particolare alla vicina Coventry, che ebbe a soffrire un così pesante bombardamento e una grave perdita di vite umane nel novembre del 1940. Settant'anni dopo, ricordiamo con vergogna ed orrore la spaventosa quantità di morte e distruzione che la guerra porta con sé al suo destarsi, e - ha detto il Papa - rinnoviamo il nostro proposito di agire per la pace e la riconciliazione in qualunque luogo in cui sorga la minaccia di conflitti". Ska

    © Copyright Apcom


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    00 20/09/2010 08:47
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    PAPA: ATTESE SUPERATE PURE A BIRMINGHAM,70MILA LO ACCOLGONO

    Salvatore Izzo

    (AGI) - Birmingham, 19 set.

    Bagno di folla per Benedetto XVI anche nell'ultima tappa del viaggio apostolico in Gran Bretagna. Al Cofton Park di Birmingham lo hanno accolto circa 70 mila fedeli, mentre le previsioni erano di 50 mila. Il Papa e' arrivato in elicottero da Wimbledon e sta ceelbrando la messa per la beatificazione del card. John Henry Newman.

    © Copyright (AGI)

    PAPA: PROCLAMA BEATO JOHN HENRY NEWMAN

    Salvatore Izzo

    (AGI) - Birmingham, 19 set.

    Con la lettura solenne della formula liturgica, Benedetto XVI ha proclamato beato il card. John Henry Newman, gia' cappellano anglicano dell'Universita' di Oxford. Dopo la sua sofferta conversione al cattolicesimo, Leone XIII lo aveva creato cardinale. Nell'omelia, il Papa ha ricordato la coerenza di Newman, che volle farsi cattolico per essere fino in fondo anglicano, citando una sua frase: "io ho la mia missione - scrisse il nuovo beato - sono un anello in una catena, un vincolo di connessione fra persone. Egli non mi ha creato per niente.
    Faro' il bene, compiro' la sua opera; saro' un angelo di pace, un predicatore di verita' proprio nel mio posto se lo faccio obbediro' ai suoi comandamenti e lo serviro' nella mia vocazione".
    "Lo specifico servizio al quale Newman fu chiamato - ha ricordato Ratzinger - comporto' l'applicazione del suo sottile intelletto e della sua prolifica penna a molti dei piu' urgenti 'problemi del giorno'. Le sue intuizioni sulla relazione fra fede e ragione, sullo spazio vitale della religione rivelata nella societa' civilizzata, e sulla necessita' di un approccio all'educazione ampiamente fondato e a lungo raggio, non furono soltanto di importanza profonda per l'Inghilterra vittoriana, ma continuano ancor oggi ad ispirare e ad illuminare molti in tutto il mondo".
    Benedetto XVI ha voluto poi esplicitamente "rendere onore alla sua visione dell'educazione, che ha fatto cosi' tanto per plasmare l''ethos' che e' la forza sottostante alle scuole ed agli istituti universitari cattolici di oggi". Newman, ha sottolineato Rtazinger, fu dunque "fermamente contrario ad ogni approccio riduttivo o utilitaristico, egli cerco' di raggiungere un ambiente educativo nel quale la formazione intellettuale, la disciplina morale e l'impegno religioso procedessero assieme". "Il progetto di fondare un'universita' cattolica in Irlanda - ha ricordato il Pontefice - gli diede l'opportunita' di sviluppare le proprie idee su tale argomento e la raccolta di discorsi da lui pubblicati come 'The Idea of a University' contiene un ideale dal quale possono imparare quanti sono impegnati nella formazione accademica".

    © Copyright (AGI)

    PAPA: SERVONO CATTOLICI PIU' PREPARATI E MENO ARROGANTI

    Salvatore Izzo

    (AGI) - Birmingham, 19 set.

    Benedetto XVI ha fatto suo questa mattina, nella celebrazione di Birmingham per la beatificazione di John Henry Newman, il famoso appello dell'ex cappellano anglicano dell'Universita' di Oxford convertitosi al cattolicesimo: "Voglio un laicato non arrogante, non precipitoso nei discorsi,non polemico, ma uomini che conoscono la propria religione, che in essa vi entrino, che sappiano bene dove si ergono, che sanno cosa credono e cosa non credono, che conoscono il proprio credo cosi' bene da
    dare conto di esso, che conoscono cosi' bene la storia da poterlo difendere".
    "Oggi quando l'autore di queste parole viene innalzato sugli altari, prego - ha detto il Papa - che, mediante la sua intercessione ed il suo esempio, quanti sono impegnati nel compito dell'insegnamento e della catechesi siano ispirati ad un piu' grande sforzo dalla sua visione, che cosi' chiaramente pone davanti a noi. Mentre il testamento intellettuale di John Henry Newman e' stato quello che comprensibilmente ha ricevuto le maggiori attenzioni nella vasta pubblicistica sulla sua vita e la sua opera".

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    PAPA: I PRETI NON SONO ANGELI MA UOMINI COME TUTTI

    Salvatore Izzo

    (AGI) - Birmingham, 19 set.

    "Se gli angeli fossero stati i vostri sacerdoti, cari fratelli, non avrebbero potuto partecipare alle vostre sofferenze, ne' compatirvi, ne' aver compassione per voi, ne' provare tenerezza nei vostri confronti e trovare motivi per giustificarvi, come possiamo noi; non avrebbero potuto essere modelli e guide per voi come lo possono quanti vengono dal vostro stesso ambiente". Queste parole di John Henry Newman sono state citate da Benedetto XVI nell'omelia della grande messa celebrata questa mattina a Birmingham per la beatificazione dell'ex cappellano anglicano dell'Universita' di Oxford, che dopo la sua sofferta conversione fu creato cardinale da Leone XIII. "Egli - ha spiegato il Papa - visse quella visione profondamente umana del ministero sacerdotale nella devota cura per la gente di Birmingham durante gli anni spesi nell'Oratorio da lui fondato, visitando i malati ed i poveri, confortando i derelitti, prendendosi cura di quanti erano in prigione". Preferisco in questa occasione, concludere con una breve riflessione sulla sua vita di sacerdote e di pastore d'anime.

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    PAPA: COME TEDESCO RENDE OMAGGIO LOTTA INGLESI A NAZISMO

    Salvatore Izzo

    (AGI) - Birmingham, 19 set.

    Come tedesco Papa Ratzinger ha reso omaggio oggi all'eroica lotta degli inglesi contro il nazismo ricordando il 70moanniversario della "Battle of Britain". "Per me, che ho vissuto e sofferto lungo i tenebrosi giorni del regime nazista in Germania, e' profondamente commovente - ha detto ai fedeli prima dell'omelia pronunciata a Birmingham in occasione della beatificazione di John Henry Newman - essere qui con voi in tale occasione, e ricordare quanti dei vostri concittadini hanno sacrificato la propria vita, resistendo coraggiosamente alle forze di quella ideologia maligna.
    Il mio pensiero va in particolare alla vicina Coventry, che ebbe a soffrire un cosi' pesante bombardamento e una grave perdita di vite umane nel novembre del 1940".
    "Settant'anni dopo - ha detto ancora - ricordiamo con vergogna ed orrore la spaventosa quantita' di morte e distruzione che la guerra porta con se' al suo destarsi, e rinnoviamo il nostro proposito di agire per la pace e la
    riconciliazione in qualunque luogo in cui sorga la minaccia di conflitti.
    La lotta eroica degli inglesi contro il nazismo era stata ricordata dal Pontefice anche a Edimburgo, nel discorso alla Regina Elisabetta II, indicando la compattezza della nazione britannica come un modello per la resistenza oggi necessaria contro il tentativo di rimpicciolire l'uomo privandolo della dignita' che gli deriva dall'essere figlio di Dio.
    "La Gran Bretagna e i suoi capi - ha riconosciuto giovedi' scorso il Papa tedesco - si opposero ad una tirannia nazista che aveva in animo di sradicare Dio dalla societa' e negava a molti la nostra comune umanita', specialmente gli ebrei, che venivano considerati non degni di vivere". Lo stesso atteggiamento il regime hitleriano lo assunse, ha ricordato Ratzinger, "verso pastori cristiani e verso religiosi che proclamarono la verita' nell'amore; si opposero ai nazisti e pagarono con la propria vita la loro opposizione". Per il Papa, tale coraggiosa capacita' di resistenza al male dovrebbe aiutare oggi la societa' britannica a non cedere al "Mentre riflettiamo sui moniti dell'estremismo ateo del ventesimo secolo, non possiamo mai dimenticare - ha spiegato - come l'esclusione di Dio, della religione e della virtu' dalla vita pubblica conduce in ultima analisi ad una visione monca dell'uomo e della societa', e pertanto a una visione riduttiva della persona e del suo destino".
    "Il governo e il popolo - ha osservato in proposito il Pontefice all'inizio del suo viaggio parlando alla sovrana e alle autorita' della Scozia - sono coloro che forgiano le idee che hanno tutt'oggi un impatto ben al di la' delle Isole britanniche. Cio' impone loro un dovere particolare di agire con saggezza per il bene comune".
    Allo stesso modo, secondo Benedetto XVI, "poiche' le loro opinioni raggiungono un cosi' vasto uditorio, i media britannici hanno una responsabilita' piu' grave di altri ed una opportunita' piu' ampia per promuovere la pace delle nazioni, lo sviluppo integrale dei popoli e la diffusione di autentici diritti umani".
    "Possano tutti i britannici - ha quindi auspicato Ratzinger - continuare a vivere dei valori dell'onesta', del rispetto e dell'equilibrio che hanno guadagnato loro la stima e l'ammirazione di molti", mentre "il Regno Unito si sforza di essere una societa' moderna e multiculturale. In questo compito stimolante, possa mantenere sempre il rispetto per quei valori tradizionali e per quelle espressioni culturali che forme piu' aggressive di secolarismo non stimano piu', ne' tollerano piu'".
    "Non si lasci oscurare il fondamento cristiano che sta alla base delle sue liberta'; e possa - e' stata la conclusione del Papa - quel patrimonio, che ha sempre servito bene la nazione, plasmare costantemente l'esempio del Suo governo e del Suo popolo nei confronti dei due miliardi di membri del Commonwealth, come pure della grande famiglia di nazioni anglofone in tutto il mondo".

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    00 20/09/2010 08:52
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    Ratzinger: il dolore del castigo per purificare la Chiesa

    A Londra l’incontro straziante con 5 vittime della pedofilia

    FRANCA GIANSOLDATI

    dal nostro inviato

    In una elegante palazzina in stile vittoriano, con grandi vetrate e siepi verdi ben curate, il cuore del Papa si è accostato al cuore straziato delle vittime dei preti pedofili. In uno dei salottini della nunziatura le lacrime solcavano il volto di quelle cinque persone, uomini e donne, che raccontavano a bassa voce spezzoni della loro esperienza terrificante.
    A distanza di anni la loro notte è popolata da incubi. Come unica condizione per incontrare il pontefice hanno chiesto che il colloquio non avvenisse nella cappella interna alla nunziatura.
    Poiché per alcuni di loro entrare in chiesa significa ancora oggi rivivere le violenze drammatiche subite nel buio di un confessionale. Il Papa ascoltava col viso impietrito. Solo poche ora prima, nella solennità di Westminster, aveva confessato vergogna e umiliazione per i crimini commessi da tanti ministri di Dio, aggiungendo il suo «profondo dolore» per le vittime.
    Lo slogan scelto dai vescovi inglesi per il viaggio in Inghilterra - «il cuore parla al cuore» - sembrava presagire qualcosa di simile. Benedetto XVI è un uomo col cuore spezzato. Nel luogo più simbolico della storia inglese è risuonata una omelia storica incentrata sul tema del sacrificio della Croce.
    Il Papa ha invitato vescovi, fedeli e sacerdoti ad offrire al Signore le sofferenze «che tutti abbiamo sofferto a causa di questi peccati» per fare in modo che «questo castigo», il castigo dello scandalo degli abusi, possa contribuire «alla guarigione delle vittime, alla purificazione della Chiesa e al rinnovamento del suo secolare compito di formazione dei giovani». In un passaggio si è poi concentrato sui mali patiti dai martiri di ogni tempo, fino a coloro che ogni giorno offrono le proprie sofferenze per la santificazione della Chiesa e la redenzione del mondo, i malati, gli anziani, gli handicappati.
    «Qui penso anche alle immense sofferenze causate dall’abuso dei bambini da parte dei ministri della Chiesa».
    Un concetto che molti mass media hanno sintetizzato equiparando le vittime della pedofilia ai martiri cristiani. Cosa che ha reso necessario un intervento da parte del portavoce padre Lombardi. Il martirio e la sofferenza sono temi «del tutto pertinenti in una riflessione sul mistero della Croce ma profondamente distinti». La messa di Westminster era dedicata al sangue di Cristo, ha detto, e «anche se tutte le forme di sofferenza profonda parlano di questo», non è possibile fare alcun parallelo. «I martiri muoiono per la fede seguendo Cristo. E per loro è una strada scelta liberamente».
    All’incontro con le vittime, è seguito un secondo colloquio, stavolta in una residenza per anziani, con un gruppo di volontari che offrono supporto alle vittime. Da circa dieci anni in ogni parrocchia inglese sono state istituite delle task force di esperti per contrastare il fenomeno.
    La conferenza episcopale britannica grazie ad una indagine interna e indipendente affidata - alla fine degli anni Novanta - al giudice Nolan, ha adottato una serie di drastiche misure compresa l’adozione di confessionali trasparenti. «Siamo tutti diventati più consapevoli della necessità di proteggere i ragazzi». E’ stata una giornata intensa quella di ieri per l’83enne Papa Ratzinger che, sveglia all’alba fino a sera tarda, non ha avuto un attimo di tregua tra celebrazioni, colloqui, incontri, spostamenti, tenendo fede a tutti gli impegni in tabella compreso un colloquio con Cameron, col vicepremier Clegg e, per par condicio, con la leader del partito laburista Harrie Harman.
    Infine il bagno di folla finale ad Hyde Park, dove grazie ad un decreto gli è stato permesso di tenere una veglia di preghiera per la beatificazione del cardinale Newman, il più famoso convertito dall’anglicanesimo, un intellettuale oxfordiano le cui idee teologiche sulla libertà di coscienza hanno avuto una grande influenza su di lui. Ciò spiega perché per Newman ha fatto una eccezione, lo beatificherà lui, oggi, a Birmingham. Finora può dirsi soddisfatto, stando alla sintesi dell’ambasciatore inglese, Campbell: «Bilancio positivo. E’ il trionfo sopra il cinismo».

    © Copyright Il Messaggero, 19 settembre 2010


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    Trasparenza e grazia: la forza di Benedetto

    Lucio Brunelli

    Miracolo a Londra.
    Il sole splende sul Big Ben smentendo le previsioni del tempo che davano, come al solito, nuvole e pioggia. Il bel tempo ha accompagnato sin qui anche la visita del Papa in Gran Bretagna, visita che il meteo del media system annunciava burrascosa, travolta dalle contestazioni, e invece si è svolta finora in un'atmos! fera largamente serena e cordiale. Benedetto XVI non appare né spaventato, né scandalizzato dalle proteste che pure ci sono state. «Libertà d'espressione» tipica di ogni democrazia, ha commentato saggiamente padre Lombardi riferendo i sentimenti del suo «superiore». Ratzinger è forse il primo Papa della storia che vive con coscienza lucida e serena la fine dell'era della cristianità. I cristiani sono tornati a essere una minoranza, come nei primi secoli dopo Cristo, in una società paganeggiante. Non si demoralizza per questo. Ne prende atto, anzi, come una sfida suggestiva. Non guarda né al potere, né ai numeri della Chiesa, si preoccupa che essa sia trasparente della bellezza di Cristo. Come i primi cristiani, appunto. Il resto verrà.
    Quanto al molto presunto complotto per uccidere il Papa si tratta dell'ennesima pagina di informazione malata. La polizia, per carità, ha fatto il suo dovere. Avendo intercettato qualche conversazione sospetta ha fermato, in via cautelare! , gli spazzini algerini. Ma giornali e tv hanno fatto male il loro mestiere: andando molto oltre le dichiarazioni di Scotland Yard hanno sparato per certo un «plot» islamista per assassinare Benedetto XVI. In realtà la polizia non aveva trovato né armi, né esplosivi. Ed è molto difficile che i sospetti terroristi avessero potuto fare del male al Papa con scope e secchi d'acqua.
    Informazione malata. Sono state forzate anche le sofferte parole pronunciate ieri da Benedetto XVI nella cattedrale di Westminster sullo scandalo dei preti pedofili. Il Papa non ha mai detto – come gli è stato invece attribuito – che le vittime degli abusi sono i «nuovi martiri» della Chiesa.
    Ratzinger è un teologo (e un Papa) serio e non usa parole improprie allo scopo di fare effetto: nel vocabolario cattolico, martire è il cristiano che viene ucciso in odio alla fede. Ratzinger ha detto invece, citando Pascal, che tutte le sofferenze dei singoli membri della Chiesa sono una partecipazione al mistero dell'agonia di Cristo che continua «fino alla fine del mondo». Tra queste «immense sofferenze» ha menzionato anche quelle causate dagli abusi dei bambini da preti «perversi». Sono parole che il Papa aveva pronunciato in forme simili già negli Stati Uniti e in numerose altre occasioni, l'ultima volta appena giovedì scorso sull'aereo che lo portava a Edimburgo. Come in altre situazioni anche a Londra ha voluto incontrare, al riparo delle telecamere, alcune vittime degli abusi.
    Potrebbe apparire umiliante, per un Papa, essere costretto a ripetere così spesso le stesse cose; rispondere continuamente a un'accusa (la copertura dei preti perversi) che in realtà non lo riguarda personalmente (perché ormai è evidente che egli ha fatto molto più del suo predecessore per contrastare questa piaga). Ma proprio in questo Benedetto XVI si rivela un grande Papa.
    Antepone il bene della Chiesa alla cura della sua immagine. Cerca di vivere ogni cosa, persino ogni strumentale pregiudizio, come un'occasione per «purificare» la Chiesa. In questo, non in un fatto solo caratteriale, sta la s! ua seren ità. Non ha nulla da difendere, tutto si aspetta solo dalla «amazing grace», lo stupore della grazia. È qui il segreto della sua forza tranquilla.

    © Copyright Eco di Bergamo, 19 settembre 2010


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    Paparatzifan
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    00 20/09/2010 08:57
    Dal blog di Lella...

    PAPA: 600 MILA FEDELI AI DIVERSI INCONTRI IN GRAN BRETAGNA

    Salvatore Izzo

    (AGI) - Birmingham, 19 set.

    Sono stati quasi 600 mila (su circa 6 milioni di cattolici presenti nel Paese) i fedeli che hanno partecipato ai diversi incontri con il Papa in Gran Bretagna. La tappa di Londra, ovviamente, ha fatto la parte del leone venerdi' e sabato, con 280 mila fedeli - come ha confermato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi - tra Hyde Park, Westminster e la folla che si e' assiepata alle transenne lungo il percorso della "papamobile".
    Secondo la chiesa locale, 125 mila erano invece i fedeli che lo hanno acclamato giovedi' a Edimburgo. Infine 100 mila sono stati i fedeli presenti alla messa di Glasgow e circa 70 mila erano alla beatificazione di Newman oggi a Birmingham. Una notevole folla ha poi salutato il Papa anche nel centro della citta', dove ha visitato l'Oratorio di San Filippo Neri.
    Ma al di la' dei numeri, "che pure ci sono", il portavoce vaticano, padre Federico
    Lombardi, ha tenuto a sottolineare "l'ascolto, reale, forte ottenuto dal messaggio del Papa" che "e' stato recepito con rispetto e gioia dai fedeli".
    Conversando con i giornalisti, Lombardi ha rilevato "l'incoraggiamento straordinario per la comunita' cattolica di questo Paese", rappresentato dal viaggio in Gran Bretagna e dal suo "successo spirituale".

    © Copyright (AGI)


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