Benedetto XVI Forum Luogo d'incontro di tutti quelli che amano il Santo Padre.

Viaggio apostolico in Inghilterra ed Scozia

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    00 20/09/2010 08:59
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    Dal Papa in 100mila

    Contro il relativismo morale l’esempio del beato Newman

    Grande folla di fedeli per la veglia ad Hyde Park, contro le previsioni della vigilia. «La passione per la verità ha un prezzo, anche l’essere ridicolizzati»

    DAL NOSTRO INVIATO A LONDRA

    MIMMO MUOLO

    Una giornata nel segno del cardinale Newman, il gran de pensatore inglese, che oggi a Birmingham il Papa procla merà beato.
    Una giornata illumi nata dalla grandiosa veglia insie me ai 100mila di Hyde Park (anti cipatrice della solenne cerimonia di questa mattina) e scandita da impegni programmati e non, tra i quali il toccante fuori programma dell’incontro con le vittime degli a busi sessuali, seguito all’ennesima condanna di questi «inqualificabi li crimini».
    Insomma, una giorna ta che Benedetto XVI ha passato quasi interamente per le vie di Lon dra, da un capo all’altro della città, a contatto con la gente, dove in sieme con il Pontefice è sembrato tornare a camminare il porporato ormai a un passo dalla gloria degli altari.
    Papa Ratzinger, infatti, ha parlato di lui, del suo pensiero, del suo e sempio in tutti i momenti pubbli ci. Di buon mattino, nella catte drale di Westminster, dove ha pre sieduto la Messa alla presenza del la comunità cattolica.
    Poi parlan do ai giovani, alla comunità galle se, agli anziani incontrati nel po meriggio, e naturalmente nel di scorso della veglia (che Avvenire pubblica integralmente), che ha a vuto come straordinaria cornice il più famoso parco londinese, gre mito soprattutto di giovani e fami glie.
    Ovunque è risuonata soprattutto la grande lezione del cardinale. E alla fine dell’itinerario, nella notte rischiarata dalle fiaccole di Hyde Park il Pontefice ha riepilogato: «Ai nostri giorni, quando un relativi smo intellettuale e morale minac cia di fiaccare i fondamenti stessi della nostra società, Newman ci rammenta che quali uomini e don ne creati ad immagine e somi glianza di Dio, siamo stati creati per conoscere la verità, per trovare in essa la nostra definitiva libertà e l’adempimento delle più profonde aspirazioni umane».
    Foto ricordo più suggestiva, per questo viaggio in Gran Bretagna, non poteva esserci. Anzi un insie me di foto, a partire da quelle del percorso di avvicinamento al parco, con la papamobile che avanza a passo d’uomo tra due ali di folla e Ratzin ger, visibilmente conten to, che non si stanca di salutare e benedire quan ti sono assiepati dietro le transenne. E poi l’immenso tappeto umano che ricopre l’erba verde della grande spia nata, l’entusiasmo, le bandie re, il trionfale passaggio da vanti a Buckingham Palace, l’Alleluja di Haendel, che ne saluta l’arrivo nei pressi del palco. E infine il silenzio so ascolto dell’omelia del Pontefice, con i 100mila raccolti intorno al loro pastore, quasi a rende re visibile nella manie ra più plastica quella dimensione pubblica della fede tanto cara al nuovo beato e allo stesso Ratzinger.
    «Newman – ha infatti sottolineato il Vescovo di Roma – avrebbe de scritto il proprio lavo ro come una lotta con tro la tendenza cre scente a considerare la religione come un fatto privato e sog gettivo, una questio ne di opinione per sonale ». Così, però, non può essere e la presenza di tanta gente nel mo mento che segna il culmine della tappa londinese di Benedetto XVI, accende di fatto una luce che si sta glia non solo nel buio della sera incipiente, ma anche e soprattutto nel buio di una tendenza culturale che vorrebbe emargi nare il cristianesimo.
    È la «luce gentile» cui il grande pensatore in glese dedicò una celebre preghiera.
    E viene da pensare che se Newton fosse stato realmente pre sente, probabilmente ne avrebbe tratto spunto per un altro inno come quello che risuona a un certo punto dell’in contro e tocca le corde più profon de del cuore e della mente. Anche il Papa, sull’esempio del porpora to di cui è grande ammirato re, parla ai sentimenti e alle intelligenze. Ai giovani in mattinata ha ricordato: «Chiedo ad ognuno di voi, prima di tutto, di guardare dentro al proprio cuore». Qui pone l’accento sull’in telligenza della fede. «La passione per la verità, per l’onestà intellettuale e per la conversione ge nuina comportano un grande prezzo da pagare». Un prezzo che nella nostra epoca «non è tanto quello di esse re impiccati, affogati e squartati, ma spesso implica l’essere addita ti come irrilevanti, ridicolizzati, o fatti segno di parodia». E tuttavia, continua Benedetto XVI, «la Chie sa non si può esimere dal dovere di proclamare Cristo e il suo Van gelo quale verità salvifica, la sor gente della nostra felicità ultima come individui, e quale fonda mento di una società giusta e u mana ». Siamo al cuore del messaggio che il Papa lascia in eredità sia alla so cietà britannica, tentata di fare a meno di Dio, sia ai fedeli ai quali, soprattutto, chiede di non creare «separazione tra ciò che crediamo e il modo in cui viviamo la nostra esistenza». In sostanza, c’è bisogno di famiglie «che ricordino la bel lezza della vita familiare», di uo mini e donne, «che dedichino la lo ro vita al nobile compito dell’edu cazione », di religiosi e sacerdoti santi. In mattinata, durante la Mes sa, aveva espresso lo stesso con cetto con altre parole, chiedendo si «come parlare in maniera con­vincente della sapienza e del pote re liberante della parola di Dio ad un mondo che troppo spesso vede il Vangelo come un limite alla li bertà umana». La risposta a simili quesiti sta pro prio nell’insegnamento di New man, capace di farsi guidare pro prio da quella «luce gentile» che gli permise di «irradiare Cristo» nella sua epoca. Un’operazione che ora, conclude il Papa, spetta «a ognuno di noi». Perché le luci di Hyde Park continuino a risplendere ben oltre questa giornata all’insegna del nuovo beato.

    © Copyright Avvenire, 19 settembre 2010


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    PAPA: "LA GRAN BRETAGNA HA SETE DI DIO"

    Salvatore Izzo

    (AGI) - Birmingham, 19 set.

    Le grandi folle incontrate nella visita apostolica di questi giorni hanno fatto "apparire chiaro - a Benedetto XVI - come, fra i britannici, sia profonda la sete per la buona novella di Gesù Cristo". "Siete stati scelti da Dio - ha detto il Papa ai vescovi inglesi, gallesi e scozzesi riuniti a Birmingham - per offrire loro l’acqua viva del Vangelo, incoraggiandoli a porre le proprie speranze non nelle vane lusinghe di questo mondo, bensì nelle solide rassicurazioni del mondo futuro". Dunque, li ha esortati, "annunciate la venuta del Regno, con le sue promesse di speranza per i poveri ed i bisognosi, i malati e gli anziani, i non ancora nati e gli
    abbandonati, e fate di tutto per presentare nella sua interezza il messaggio vivificante del Vangelo, compresi quegli elementi che sfidano le diffuse convinzioni della cultura odierna". "Come sapete - ha ricordato ai presuli citando il nuovo dicastero affidato a fine luglio a mons. Rino Fisichella - è stato di recente costituito un Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione dei Paesi di lunga tradizione cristiana, e desidero incoraggiarvi ad avvalervi del suo aiuto per affrontare i compiti che vi stanno innanzi". "Inoltre - ha concluso il Papa - molti dei nuovi movimenti ecclesiali hanno un carisma particolare per l’evangelizzazione e son certo che continuerete ad esplorare vie appropriate ed efficaci per coinvolgerli nella missione della Chiesa".

    © Copyright (AGI)

    Papa: crisi economica rende ancora piu' necessaria l'onesta' dei politici

    Salvatore Izzo

    (AGI) - Birmingham, 19 set.

    In tempi di crisi economica, i politici sono chiamati con maggiore urgenza a dare una testimonianza di onesta' e serieta'. Il Papa lo ha detto ai vescovi della Gran Bretagna, riunti a Birmingham, parlando "delle conseguenze della crisi finanziaria, che ha causato tante privazioni ad innumerevoli persone e tante famiglie".
    "I vescovi d’Inghilterra e del Galles - ha sottolineato - hanno sottolineato l’importanza della pratica della virtù nella vita pubblica. Le circostanze odierne offrono una buona opportunità per rafforzare quel messaggio, e certamente per incoraggiare le persone ad aspirare ai valori morali più alti in ogni settore della loro vita, contro un retroterra di crescente cinismo addirittura circa la possibilità di una vita virtuosa".
    Per Benedetto XVI cio' e' particolarmente urgente oggi che "lo spettro della disoccupazione sta stendendo le proprie ombre sulla vita di molta gente, ed il costo a lungo termine di pratiche d’investimento dei tempi recenti, mal consigliate, sta diventando quantomai evidente". "In tali circostanze - ha poi aggiunto Ratzinger - vi saranno ulteriori appelli alla caratteristica generosità dei cattolici britannici, e sono certo che voi sarete in prima linea per esortare alla solidarietà nei confronti dei bisognosi. La voce profetica dei cristiani - infatti - ha un ruolo importante nel mettere in evidenza i bisogni dei poveri e degli svantaggiati, che possono così facilmente essere trascurati nella destinazione di risorse limitate".

    © Copyright (AGI)


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    “Le vittime di abusi hanno sofferto come dei martiri”

    GIACOMO GALEAZZI
    INVIATO A LONDRA

    Ha pianto al racconto delle violenze, ha confidato dolore e vergogna per le sofferenze di minori e famiglie, ha promesso che i colpevoli pagheranno e che la Chiesa non abbandonerà le vittime dei preti pedofili.
    Nel pomeriggio in nunziatura, all’incontro più atteso, il Papa si è commosso ascoltando storie drammatiche di abusi sessuali del clero e ha pregato insieme a cinque dei bambini violentati nelle parrocchie e negli istituti cattolici assicurando che la Chiesa, mentre attua misure efficaci per la protezione dei giovani, fa il possibile per verificare le accuse, collaborare con le autorità civili e consegnare alla giustizia i religiosi accusati. Con gli occhi carichi di lacrime, il Papa ha invocato Dio affinché tutte le vittime possano sperimentare guarigione e riconciliazione e riescano a superare la propria angoscia passata e presente con serenità e nuova speranza per il futuro.
    Ad aprire il giorno del «mea culpa» spianando la strada al «faccia a faccia», era stata l’omelia sulle «vittime che hanno sofferto come martiri». Dopo gli incontri con i politici - il premier David Cameron, il vice libdem Nick Clegg e la leader laburista Harriet Harman - il Papa si è recato alla cattedrale di Westminster, dove all’ombra della croce appesa alla navata centrale ha espresso «dolore e vergogna» per i «crimini inqualificabili» dei preti pedofili. Non poteva trovare parole più forti per maledire le colpe «della Chiesa e dei suoi ministri» verso l’infanzia. Il crocifisso ricorda che la vita della Chiesa «è fatta di prove e tribolazioni» tra le quali il Pontefice ha elencato quelle dei «nostri fratelli e sorelle nel mondo che ancora oggi soffrono discriminazione e persecuzioni per la loro fede cristiana» e «i martiri di ogni tempo». Qui, ha aggiunto il Papa, «penso anche alle immense sofferenze causate dall’abuso dei bambini, specialmente nella Chiesa e da parte dei suoi ministri». Inoltre «riconosco», ha scandito, «la vergogna e l’umiliazione che tutti abbiamo sofferto a causa di questi peccati e invito tutti a offrirle a Dio con la fiducia che questo castigo contribuirà alla guarigione delle vittime, alla purificazione della Chiesa ed al rinnovamento del suo secolare compito di formazione e cura dei giovani».
    Benedetto XVI è grato per «gli sforzi fatti per affrontare questo problema responsabilmente» e chiede «a tutti di mostrare sollecitudine per le vittime e solidarietà verso i sacerdoti». Tanto più adesso che il clero è devastato dagli scandali, i laici vengono esortati a portare avanti «la missione della Chiesa nella società». Parole analoghe, il Pontefice le aveva scritte nella Lettera indirizzata il 19 marzo scorso ai cattolici dell’Irlanda, parlando di «vergogna e rimorso che tutti proviamo». Anche in quell’occasione, Ratzinger aveva accostato come ha fatto ieri (pur senza mettere sullo stesso piano il sacrificio volontario dei martiri cristiani e le sofferenze subite dalle vittime innocenti della pedofilia, precisa il portavoce vaticano padre Federico Lombardi) le violenze inferte alla Chiesa dagli abusi sessuali compiuti da religiosi sui minori, le cui conseguenze «hanno oscurato la luce del Vangelo a un punto tale cui non erano giunti neppure secoli di persecuzione».
    Ma le polemiche non si placano. Secondo i sondaggi, lo scandalo ha danneggiato in modo «permanente» la Chiesa per l’87% dei cattolici britannici. Ma alla veglia di preghiera tenuta da Benedetto XVI, sempre ad Hyde Park, i fedeli accorsi per il Pontefice erano più del previsto, circa 100 mila. Intanto Scotland Yard, secondo quanto riferito dalla Bbc, ha ridimensionato il pericolo di attentati al Pontefice. I sei arrestati venerdì - ha riferito la polizia - «non sono una minaccia credibile».

    © Copyright La Stampa, 19 settembre 2010


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    00 20/09/2010 09:05
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    I media: Benedetto XVI, che sorpresa

    La stampa inglese cambia tono
    «La visita è stata un grande successo»


    È accaduto qualcosa d’imprevisto: gli inglesi hanno ascoltato il Papa con curiosità e autentico rispetto

    ANDREA MALAGUTI

    DAL CORRISPONDENTE A LONDRA

    «Qualcosa di inaspettato è successo in questo Paese durante la visita del Papa». Stupiti, sinceramente ammirati, capaci di denunciare i propri pregiudizi senza rinunciare a metterlo in discussione e senza assolverlo dai rilievi sollevati dagli attivisti di «Protest the Pope», al terzo giorno di presenza del Sommo Pontefice sull’Isola i commentatori inglesi non possono fare a meno di ammettere che il viaggio di Ratzinger è stato un successo, sia dal punto di vista politico che da quello del messaggio religioso e dell’affetto popolare. Il Daily Telegraph si inchina. «Lo avevamo sottovalutato». Poi non esita a spiegare il perché: «Cattolici, non cattolici e non credenti devono riconoscere che il più influente leader spirituale del mondo è riuscito a consegnare il proprio messaggio non solo alla Gran Bretagna ma a un uditorio internazionale. Il Papa, in uno dei Paesi più secolarizzati d’Europa, ha espresso con grande chiarezza qual è la sfida che abbiamo di fronte, sia che ne condividiamo il contenuto sia che la pensiamo diversamente. Nel discorso di Westminster Hall ha sostenuto che la democrazia pluralista britannica ha molto in comune con l’insegnamento sociale cattolico, entrambi concentrati sulla salvaguardia della dignità umana. Ci sono segnali preoccupanti, ha detto, non solo per quello che riguarda la libertà di coscienza e di religione, ma anche la libertà esprimerla di pubblicamente in una piazza. Qualcuno può essersi offeso per queste parole arrivate dal Vaticano proprio nel momento in cui è sotto accusa per gli abusi sessuali dei sacerdoti, ma siamo certi che la maggior parte di chi lo stava ascoltando ha pensato solo: ha ragione»
    Totalmente d’accordo Ruth Gledhill, commentatrice del Times, che ieri mattina, dopo avere ricordato le polemiche che hanno accompagnato il viaggio, scriveva: «Questa visita si è trasformata molto in fretta in un evidente successo. Per molti aspetti le cose non sarebbero potute andare meglio. E’stata rivelata una nuova, insospettabile vicinanza tra la Chiesa d’Inghilterra e la Chiesa Cattolica Romana. La crescente simpatia tra l’Arcivescovo di Canterbury e il Papa, che si incontreranno ancora a Roma in novembre, è significativa dello stato dei rapporti. Ha pregato e benedetto assieme a lui, riconoscendo l’importanza del suo ruolo». La Gledhill si sofferma anche sull’abilità con cui Benedetto - «la sua oratoria è stato uno dei regali e degli aspetti più piacevoli della visita» - ha voluto sottolineare il ruolo purificatore e decisivo della ragione all’interno della religione, gettando in questo modo un ponte con un Paese, l’Inghilterra, fiero del proprio processo di secolarizzazione e che non ha voglia di parlarne con imbarazzo. «Tutti dobbiamo prenderci il tempo di riflettere sulle parole di Benedetto, se non altro per non condividerle».
    Riconoscimenti anche dal Daily Mail, che ha promosso il Santo Padre in quella che ha definito la sua battaglia per salvare il Cristianesimo. «Chi lo ha demonizzato non poteva avere più torto. Il Papa ha parlato con chiarezza e con uno straordinario candore. Che differenza con il nostro Arcivescovo di Canterbury, sempre così pietrificato dall’idea di apparire irrilevante in questo mondo». Solo il Guardian punta il dito: «Sulla vicenda pedofili Benedetto dimostri qualcosa di più della contrizione».

    © Copyright La Stampa, 19 settembre 2010


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    00 20/09/2010 09:11
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    "EFFETTO BENEDETTO IN GB", LA SINCERITA' PAGA

    (AGI) - Londra, 19 set.

    (dell'inviato Salvatore Izzo)

    Il premier David Cameron ha parlato di "visita storica" e di "quattro giorni incredibilmente commoventi", il quotidiano laico Guardian ha utilizzato la parola "miracolo" per spiegare l'imprevedibile successo di Benedetto XVI in Gran Bretagna, e il primate scozzese Keith O'Brien ha evocato un "Benedict bounce", cioe' un "effetto Benedetto" capace di aprire "una nuova era del cattolicesimo del Regno Unito".
    Le grandi folle incontrate in questi quattro giorni (circa 600mila fedeli) e le parole che il Papa ha potuto ascoltare nei diversi incontri, hanno fatto emergere, come ha detto lui stesso nel discorso di questa sera ai vescovi riuniti a Birmingham, "quanto fra i britannici, sia profonda la sete per la buona novella di Gesu' Cristo". Al di la' dei numeri, "che pure ci sono", ha tenuto a sottolineare il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha impressionato infatti "l'ascolto, reale, forte ottenuto dal messaggio del Papa", che "e' stato recepito con rispetto e gioia dai fedeli": proprio questo e', per il portavoce, "l'incoraggiamento straordinario per la comunita' cattolica di questo Paese", rappresentato dal viaggio in Gran Bretagna e dal suo "successo spirituale".
    Il tempo dira' se la previsione di una "nuova primavera" del cattolicesimo inglese (dopo quella seguita ai due secoli di persecuzioni e martirio causati dallo scisma di Enrico VIII) si rivelera' esatta, mentre certamente sono state smentite quelle dei "profeti di sventura" criticati in questi giorni dall'Osservatore Romano, anche per aver sottovalutato i fatto reali accaduti in questi giorni per perdersi dietro a "notizie trascurabili" come la bufala degli spazzini terroristi fermati da Scotland Yard (in realta' avevano solo scherzato tra loro sull'invulnerabilita' della papamobile).
    Ed anche oggi, immancabilmente, il ragionamento del Papa in tema di abusi sessuali e' stato recepito solo in parte: si e' registrato il "profondo dispiacere" di Ratzinger per quanto accaduto e per i modi spesso inadeguati con i quali, in passato, si e' affrontata la questione", e il fatto che questo ha fatto "perdere credibilita'" alla Chiesa, ma non "la crescente consapevolezza della Chiesa riguardo all'estensione degli abusi sui ragazzi nella societa', dei suoi effetti devastanti, e della necessita' di fornire adeguato sostegno alle vittime", che per il Pontefice "dovrebbe servire da incentivo per condividere, con la societa' piu' ampia, la lezione appresa".
    Ma di certo la sincerita' del dolore espresso da Benedetto XVI in tutte le tre tappe della visita riguardo alla tragedia degli abusi ha colpito l'opinione pubblica britannica nonostante le mediazioni.
    Da parte sua, Joseph Ratzinger non usa strategie mediatiche ma si presenta per quello che e': con totale umilta' - ad esempio - ha reso omaggio come tedesco all'eroica lotta degli inglesi contro il nazismo ricordando il 70mo anniversario della "Battle of Britain". "Per me, che ho vissuto e sofferto lungo i tenebrosi giorni del regime nazista in Germania, e' profondamente commovente - ha detto ai fedeli prima dell'omelia pronunciata a Birmingham in occasione della beatificazione di John Henry Newman - essere qui con voi in tale occasione, e ricordare quanti dei vostri concittadini hanno sacrificato la propria vita, resistendo coraggiosamente alle forze di quella ideologia maligna. Il mio pensiero va in particolare alla vicina Coventry, che ebbe a soffrire un cosi' pesante bombardamento e una grave perdita di vite umane nel novembre del 1940". "Settant'anni dopo - ha detto ancora - ricordiamo con vergogna ed orrore la spaventosa quantita' di morte e distruzione che la guerra porta con se' al suo destarsi, e rinnoviamo il nostro proposito di agire per la pace e la riconciliazione in qualunque luogo in cui sorga la minaccia di conflitti".
    E' stato forte infine - e non poteva essere ignorato da Cameron come lo e' stato oggi da molti media - il richiamo del Pontefice ai politici, chiamati con maggiore urgenza a dare una testimonianza di onesta' e serieta'. Il Papa lo ha detto a Birmingham parlando "delle conseguenze della crisi finanziaria, che ha causato tante privazioni ad innumerevoli persone e tante famiglie". Citando "i vescovi d'Inghilterra e del Galles che hanno sottolineato l'importanza della pratica della virtu' nella vita pubblica", Benedetto XVI ha infatti aggiunto: "le circostanze odierne offrono una buona opportunita' per rafforzare quel messaggio, e certamente per incoraggiare le persone ad aspirare ai valori morali piu' alti in ogni settore della loro vita, contro un retroterra di crescente cinismo addirittura circa la possibilita' di una vita virtuosa".
    Per il Pontefice, dunque, l'onesta' e la serieta' dei politici e' irrinunciabile in un momento come questo, nel quale "lo spettro della disoccupazione sta stendendo le proprie ombre sulla vita di molta gente, ed il costo a lungo termine di pratiche d'investimento dei tempi recenti, mal consigliate, sta diventando quantomai evidente". "In tali circostanze - ha assicurato - vi saranno ulteriori appelli alla caratteristica generosita' dei cattolici britannici, e sono certo che voi sarete in prima linea per esortare alla solidarieta' nei confronti dei bisognosi. La voce profetica dei cristiani - ha rilevato - ha un ruolo importante nel mettere in evidenza i bisogni dei poveri e degli svantaggiati, che possono cosi' facilmente essere trascurati nella destinazione di risorse limitate".
    Parole che il premier inglese ha raccolto nel suo bel discorso di congedo evocando la necessita di una "nuova cultura di responsabilita' sociale" ispirata anche dalla fede che rimane alle radici di un paese "profondamente, ma tranquillamente compassionevole".
    Essa, ha spiegato, emerge nell'impegno del Regno Unito in Afghanistan, cosi' come "nei tanti messaggi che ho ricevuto quando e' nata mia figlia cosi' come - ha confidato riguardo alla morte del suo genitore - quando ho salutato un padre meraviglioso".
    Al Papa ha dato atto di aver "sfidato la Gran Bretagna a pensare" e a capire che "abbiamo tutti obblighi verso le nostre famiglie e le nostre comunita".
    Gran Bretagna e Santa Sede, ha concluso, si sono accordate per lavorare assieme "su importanti temi internazionali su cui abbiamo un obiettivo comune" e ha citato il cambiamento climatico, la lotta alle malattie e alla poverta' e la pace nel mondo.

    © Copyright (AGI)


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    Cameron: non siamo una società secolarizzata

    LONDRA

    David Cameron non è d'accordo sulla tesi che la società britannica rischia di cadere vittima di «aggressive forme di secolarizzazione» e lo ha detto al pontefice nel discorso che ha pronunciato al momento di accomiatarsi da Benedetto XVI all'Aeroporto Internazionale di Birmingham.
    «La fede fa parte del tessuto del nostro Paese», è il pensiero del primo ministro britannico che il Sunday Times ha ricostruito in base ad un articolo che Cameron ha scritto per la rivista cattolica The Tablet. Nel discorso di saluto prima dell'imbarco del Papa sull'aereo che lo riporterà a Roma dopo quattro giorni in Gran Bretagna, Cameron ha affermato che la fede non è vista come una minaccia in Gran Bretagna ma come «una parte vitale del nostro dialogo nazionale e di questo siamo orgogliosi».
    Il discorso di ieri viene definito dai collaboratori di Cameron come uno dei più importanti da quando è a Downing Street.
    Cameron ha scritto su Tablet che «ci sono stati molti commenti esagerati sul fatto che Papa Benedetto avrebbe visitato un paese largamente secolarizzato. Non sono d'accordo con questo e la prova sta nei sondaggi e nel numero dei britannici che vanno in Chiesa».
    Nel discorso di saluto al pontefice Cameron ha affermato che per molti suoi concittadini «la fede è uno stimolo all'azione. Dà forma alle opinioni e ai nostri comportamenti. Dà uno scopo. La fede ispira ad aiutare gli altri ed è un fatto da celebrare».
    Citando il successo della visita papale come prova che la fede è un dono da coltivare, non un problema da risolvere, il premier britannico assicura che «la gente non deve avere la stessa religione o essere d'accordo con la religione in tutto e per tutto per vedere il beneficio di chiedersi le domande che lei, Sua Santità, ci ha posto sulla nostra società».(b.s.)

    © Copyright Gazzetta del sud, 20 settembre 2010


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    Il Papa beatifica un ex anglicano convertito

    Si è conclusa ieri la visita del Pontefice in Gran Bretagna definita dai media un evento storico

    Fausto Gasparroni

    BIRMINGHAM

    Nel giorno in cui si congeda dal Regno Unito beatificando nella persona del cardinal John Henry Newman un ex anglicano convertito, tra i suoi maestri spirituali e precursore del Concilio, Benedetto XVI pronuncia ancora una condanna contro i «vergognosi abusi» dei preti pedofili e contro il nazismo, ma rinnova anche l'appello ai vescovi britannici ad accogliere gli anglicani che vogliano rientrare in comunione con Roma: un argomento, questo, che potrebbe far discutere nel Paese che ha ospitato il Papa in queste quattro intense giornate di visita.
    Durante la messa per la beatificazione di Newman (1801-1890) a Birmingham, davanti a circa 60 mila persone, oltre a esaltarne le «virtù eroiche» e la «santità» testimoniate in una vita di sacerdozio, insegnamento e predicazione, il Papa ha ricordato anche che ieri nel Regno Unito si commemoravano i 70 anni della "Battaglia d'Inghilterra" combattuta contro l'aggressione nazista: ha espresso «vergogna e orrore» per quella «ideologia maligna» e per la «spaventosa quantità di morte e distruzione che la guerra porta con sè». «Per me, che ho vissuto e sofferto lungo i tenebrosi giorni del regime nazista in Germania – ha detto il Papa tedesco –, è profondamente commovente essere qui con voi in tale occasione».
    Altri argomenti cruciali per la giornata li ha poi lasciati per l'incontro con i vescovi di Inghilterra, Galles e Scozia, davanti ai quali, all'indomani dell'incontro con cinque vittime di abusi a Londra, è tornato sullo scandalo della pedofilia, riconoscendo come esso «mini seriamente la credibilità morale dei responsabili della Chiesa» e come «in passato» sia stato affrontato «in modi spesso inadeguati». Le sue «profonde ferite» sono state inferte prima di tutto alle vittime, «ma anche nel rapporto di fiducia che dovrebbe esistere fra sacerdoti e popolo, fra sacerdoti e i loro vescovi, come pure fra le autorità della Chiesa e la gente». Secondo Ratzinger, comunque, partendo dai «passi molto seri» fatti finora dalla Chiesa in questo paese e dalla «crescente comprensione» dell'«estensione degli abusi» e dei suoi «effetti devastanti», l'azione dei vescovi dovrebbe estendersi all'aiuto a quanti subiscono abusi anche fuori dall'ambiente della Chiesa, anche come «momento di riparazione». «il nostro dovere di prenderci cura della gioventù – ha rimarcato – esige proprio questo e niente di meno».
    E proprio alla necessità di «guardare avanti», di offrire sostegno alle vittime e di creare ambienti puliti con la massima sicurezza per i giovani, «dove tali fatti non si ripetano più», è ciò che sta a cuore ora al Pontefice, secondo quanto ha detto ieri il portavoce vaticano padre Federico Lombardi commentando gli incontri di ieri l'altro, non solo con le vittime, ma per la prima volta anche con gli operatori addetti alla salvaguardia dei ragazzi nei luoghi ecclesiastici.
    Quello che potrebbe creare qualche attrito in Gran Bretagna è però il nuovo appello di Ratzinger rivolto ai vescovi a «essere generosi» nel porre in atto la Costituzione apostolica "Anglicanorum Coetibus" del novembre 2009, rivolta ai gruppi di fedeli, laici e sacerdoti anglicani che decidono di convertirsi al cattolicesimo. «Questo dovrebbe essere considerato un gesto profetico – ha detto il Papa – che può contribuire positivamente allo sviluppo delle relazioni fra anglicani e cattolici» e che «ci aiuta a volgere lo sguardo allo scopo ultimo di ogni attività ecumenica: la restaurazione della piena comunione ecclesiale». Parole che potrebbero essere interpretate come un ricondurre l'ecumenismo solo al rientro nella Chiesa di Roma. Non mancheranno reazioni. Intanto, in quest'ultimo giorno di una visita che si preannunciava estremamente difficile, il bilancio che viene fatto dal Vaticano è estremamente positivo. «Un grande successo – lo ha definito padre Lombardi –, non solo dal punto di vista dei numeri (l'altro ieri a Londra 200 mila persone hanno applaudito il Papa lungo le strade, 80 mila nella veglia a Hyde Park), ma per la forte attenzione al messaggio del Pontefice».
    Lo stesso Benedetto XVI, al momento della partenza, salutando il primo ministro David Cameron e tutta la nazione dall'aeroporto di Birmingham, ha ricordato con gratitudine l'opportunità offertagli di parlare «ad entrambe le Camere del Parlamento nello storico ambiente di Westminster Hall».
    Il premier David Cameron ha parlato di «visita storica» e di «quattro giorni incredibilmente commoventi», il quotidiano laico Guardian ha utilizzato la parola «miracolo» per spiegare l'imprevedibile successo di Benedetto XVI in Gran Bretagna, e il primate scozzese Keith O'Brien ha evocato un «Benedict bounce», cioè un «effetto Benedetto» capace di aprire «una nuova era del cattolicesimo del Regno Unito».

    © Copyright Gazzetta del sud, 20 settembre 2010


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    00 20/09/2010 09:20
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    Il viaggio in Gran Bretagna

    di Andrea Tornielli

    nostro inviato a Londra

    Dieci giorni fa, mentre i media profetizzavano sventure, prevedendo una trasferta irta di ostacoli e di trappole per il Papa in Gran Bretagna, il Giornale aveva azzardato un pronostico di senso opposto: la visita sarebbe stata un successo e la presenza di Benedetto XVI, prima con la sua umiltà e poi con le sue parole, avrebbe sciolto molte delle nubi – spesso «virtuali» – che si addensavano all’orizzonte.
    Proprio come era accaduto per altri viaggi considerati «difficili» nel cuore dell’Europa secolarizzata, come in Francia e nella Repubblica Ceca, o in Paesi come la Turchia, l’effetto Ratzinger si è puntualmente verificato.
    E anche se le proteste ci sono state – diecimila persone che hanno pacificamente sfilato per le vie di Londra, convocate dal tam tam sul Web – Benedetto XVI fin dal primo giorno in Scozia ha trovato migliaia di persone ad accoglierlo per le strade, ha celebrato una messa Glasgow con settantamila persone, una veglia a Hyde Park con centomila, e la messa di beatificazione del cardinale Newman con altre ottantamila.
    Il primo in visita di Stato nel Regno Unito ha ricevuto il massimo dell’attenzione da parte della famiglia reale, del governo di Sua Maestà e del Parlamento: accolto da un videomessaggio di benvenuto del premier David Cameron, salutato all’aeroporto dal principe Filippo – evento senza precedenti nel protocollo reale – il Pontefice ha potuto rivolgersi alla società civile dalla Westminster Hall, il luogo tradizionalmente più sacro delle istituzioni britanniche, al cospetto di tutti gli ex primi ministri e dei più alti rappresentanti del mondo politico e culturale. Mai come in questa occasione, il successore di Giovanni Paolo II, ha vissuto momenti senza precedenti: il primo Papa a parlare, in un clima di amicizia e cordialità, alla Lambeth Conference dei vescovi anglicani; il primo a partecipare a una liturgia ecumenica accompagnata da canti stupendi nella Westminster Abbey.
    Il tema del rapporto tra etica e politica è stato il cuore del messaggio alla società civile, insieme alla messa in guardia dalle conseguenze di un relativismo «aggressivo» che finisce per discriminare la religione. Ma rilevante è stato anche lo spazio che il Pontefice, con buona pace di quanti insistono nel ridimensionare questo aspetto magari prendendosela con i giornali che ne hanno riferito, ha voluto dedicare agli abusi sessuali commessi da ministri della Chiesa sui bambini e sui ragazzi.
    Ratzinger ne ha parlato sull’aereo che lo portava a Edimburgo, poi sabato nell’omelia della messa, quindi ha incontrato cinque vittime nella nunziatura, poi si è intrattenuto con alcuni rappresentanti del gruppo di protezione dei bambini istituito dalla Chiesa cattolica. E ieri, è tornato a parlare degli abusi nel discorso ai vescovi.
    Segno che il Papa, continuando a chiedere penitenza e purificazione, si rende conto di quale impatto abbiano avuto gli scandali non soltanto per pubblica opinione ma anche per fede di molti cattolici.
    Ci si dovrà infine chiedere come sia potuto accadere che l’arresto preventivo di sei algerini innocenti si sia potuto trasformare in un caso mediatico internazionale, che venerdì scorso ha rischiato di oscurare i messaggi della giornata chiave della visita. Tv e giornali hanno certo una notevole responsabilità, ma responsabilità maggiore l’ha avuta Scotland Yard, che dopo aver arrestato i sei malcapitati netturbini, ha confermato la notizia con un comunicato pubblico, rafforzando l’idea che fossero stati trovati elementi concreti contro di loro, al punto da far parlare di «attentato sventato» dopo settimane di polemiche per il costo della sicurezza del Pontefice. Non sono stati trovati elementi a loro carico, e la notte scorsa sono già stati rimessi in libertà. Dunque non c’era alcuna minaccia islamica contro il Papa, che torna a Roma affaticato per il notevole tour de force a cui si è sottoposto, ma contento della straordinaria accoglienza ricevuta.

    © Copyright Il Giornale, 20 settembre 2010


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    Il successo del Papa sta nella Presenza

    Posizione Distante dall'idea clericale di religione Ratzinger afferma la verità e la fede in Gesù Cristo

    Raffaele Iannuzzi

    Un successo. Il viaggio del Papa nel Regno Unito è stato un successo.
    Il patinato The Times titolava a tutta pagina, venerdì 17 settembre: The battle over faith. Pope calls on Britain to embrace Christian values. La battaglia sulla fede. Il Papa chiama la Gran Bretagna ad abbracciare i valori cristiani. Perfetto. Operazione riuscita.
    Anzi, opera di Dio riuscita attraverso questo Papa, sempre più carismatico e sempre più icona trasparente di Gesù Cristo. L'«opus Dei» - l'opera di Dio - è riuscita. Benedetto XVI ha stigmatizzato l'ideologia multiculturalista, deficitaria e incapace di produrre la coesione sociale necessaria alle società occidentali postmoderne. Un autore inglese, Matthew Fforde, ha preso di punta la società inglese come paradigma della destrutturazione nichilistica postmoderna, consegnando alla riflessione presente e futura un termine denso e chiaro: desocializzazione. Senza Cristo e i valori cristiani, la società si smembra e gli uomini diventano ciò che, per Hobbes, sono, nello stato di natura: «Homo homini lupus». Ma il multiculturalismo di Dio non ha bisogno di ideologie umane, ha già tutto quel che serve per affermarsi, quale via sicura alla felicità ed alla coesione sociale: Cristo. È impressionante la folla accalcatasi a Cofton Park per la Messa di beatificazione del Card. John Henry Newman. Un popolo. Non una massa, di quelle che hanno dovuto inserirsi nell'angolo visuale dello Stato leviatanico per esistere, no, un popolo vivo e creativo. Solo la fede genera un popolo. I fatti dimostrano che questo popolo, anche in Gran Bretagna, esiste e vive di fede ed opere. Uno striscione, a Cofton Park, campeggiava, tra i molti: «God bless you». «Dio ti benedica».
    Il messaggio del popolo della fede, stretto attorno al Vicario di Cristo. In ciò si invera la verità annunciata da Cristo: «La fede vince il mondo». Abbiamo visto uomini e donne, corona del Rosario stretta attorno alla mano, avvicinarsi devotamente al Papa per la comunione: la visione di un cambiamento in diretta. Un mondo disgregato in cerca di Dio, con una crisi gigantesca, collettiva e spirituale, alle spalle. Tutti stretti attorno al Papa. L'uomo che ha parlato ai cuori e alle società. Senza nascondere gli accenti dolorosi della crisi mondiale, senza negare il peso del peccato, che opprime sia la società che la Chiesa. Solo chi afferma la verità di un Altro può essere così libero di fronte al peccato della Chiesa. Chiedete la stessa cosa a Trichet per la BCE, a Soros - che si crede un benefattore dell'umanità e non ciò che è, un cinico speculatore - o alle élites che comandano il mondo, e palperete concretamente la differenza. Cosa rende così palpabile questo successo? Due dati, innanzitutto. Primo: non si tratta di un'Idea, ma di una Presenza. Il Papa è una Presenza, non un' Idea clericale di religione. Ciò spariglia le carte e mette in difficoltà intellettuali bruciati dentro come Amis, che, pur di negare l'evidenza, si convertono all'illuminismo continentale, sgradito alla cultura anglosassone, fondata sul contraltare della rivoluzione francese, l'illuminismo scozzese, pragmatico, non irreligioso. Ma Amis pensa per concetti, Benedetto XVI, pur così carico di teologia e filosofia, afferma una Presenza, la Presenza di un Altro: Cristo. Lo scandalo vero, ieri, oggi e domani. Secondo: gli uomini oggi cercano realtà infallibili, in ogni campo, dalla vita privata all'economia. Sono già stati fregati dal fallibilismo popperiano e dal «cortotermismo», oggi reclamano attenzione e gratuità. Traduco: verità e fede. Nella libertà. Questa è l'eredità del Papa per la Gran Bretagna. «Cor ad cor loquitur», come il Card. Newman. La Via da seguire per far crescere gli uomini e le società. La Via corrispondente alla «porta stretta» indicata da Gesù nel Vangelo, l'unica strada per recuperare se stessi, il centro della propria identità di uomini e occidentali, figli di una storia tracciata per la liberazione universale dell'uomo. Una chance. Da cogliere, qui e ora.

    © Copyright Il Tempo, 20 settembre 2010


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    Beatificazione

    Ratzinger come Newman: «Voglio un laicato non arrogante»

    di Redazione

    Benedetto XVI conclude a Birmingham la sua visita nel Regno Unito, beatificando il cardinale John Henry Newman, convertitosi dall’anglicanesimo al cattolicesimo nel 1845.
    E fa proprio, rilanciandolo oggi, l’appello che il nuovo beato aveva lanciato per «un laicato intelligente e ben istruito», considerandolo e una priorità per la Chiesa di oggi nelle società secolarizzate: «Voglio un laicato non arrogante – si legge nelle parole di Newman citate da Ratzinger nell’omelia della messa – non precipitoso nei discorsi, non polemico, ma uomini che conoscano la propria religione, che in essa vi entrino, che sappiano neme dove si ergono, che sanno cosa credono e cosa non credono, che conoscono il proprio credo così bene da dare conto di esso, che conoscono così bene la storia da poterlo difendere».
    È il modello di cristiano che piace a Benedetto XVI, capace di dialogare con chi non crede, capace di testimoniare la fede in contesti che diventano sempre meno permeabili al Vangelo. Ci sono settantamila persone ad ascoltare il Papa a Cofton Park, nei pressi della casa di vacanze dell’Oratorio dove venne sepolto il nuovo beato. Hanno atteso per ore, sotto una pioggia leggera e gelata, che ha smesso di cadere poco prima dell’arrivo della papamobile.
    Ci si sarebbe potuti aspettare che il Pontefice, estimatore di Newman, affrontasse il tema della coscienza e della sua libertà. Ma Benedetto XVI ha scelto di sottolineare la spiritualità del cardinale inglese e «la sua visione dell’educazione».
    Nell’omelia il Papa ha ricordato il 70° anniversario della Battaglia d’Inghilterra, che ieri si commemorava: «Per me, che ho vissuto e sofferto lungo i tenebrosi giorni del regime nazista in Germania, è profondamente commovente essere qui», ha spiegato, rendendo merito «ai vostri concittadini» che hanno perso la vita «resistendo coraggiosamente alle forze di quella ideologia maligna». E ricordando «con vergogna e orrore la spaventosa quantità di morte e distruzione che la guerra porta».
    Nel pomeriggio, incontrando i vescovi all’Oscot College, il Papa ha detto di essersi reso conto durante la visita «come, fra i britannici, sia profonda la sete per la buona novella di Gesù Cristo».
    Con i vescovi, Ratzinger è tornato a parlare degli abusi sessuali e dei loro «effetti devastanti», elogiando i «passi molto seri» compiuto dalla Chiesa per combattere il fenomeno. E ha concluso parlando della costituzione Anglicanorum coetibus, pubblicata lo scorso novembre per favorire il rientro nella comunione con Roma delle comunità anglicane tradizionali, insofferenti con le svolte liberal della loro Chiesa. Un documento definito «profetico» per il cammino ecumenico. Nel tardo pomeriggio, dopo essere stato salutato all’aeroporto di Birmingham da David Cameron, il Papa è rientrato a Roma.
    AnTor

    © Copyright Il Giornale, 20 settembre 2010


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    00 20/09/2010 21:19
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    “Con la sua umiltà Ratzinger conquista gli scettici inglesi”

    INVIATO A BIRMINGHAM

    Richard Owen, vaticanista del Times, consensi e partecipazione oltre ogni aspettativa: il Papa ha sorpreso gli inglesi?

    «Gli attacchi alla visita in Gran Bretagna erano basati sulla sua fama di "Panzer-Kardinal", di ultraconservatore. In più è anche tedesco e in Gran Bretagna è un ostacolo. A ribaltare gli stereotipi e a far cambiare idea all'opinione pubblica inglese è stata la comparsa sulla scena di un personaggio completamente diverso da quello atteso. Un uomo mite, umile, che parla in modo gentile. Riflessioni profonde, proposte a voce bassa. Alla gente poi il Papa ha saputo regalare magia».

    Magia?

    «Sì, l'esordio nel castello scozzese con la regina è stata una carta vincente della visita. Gli inglesi hanno avvertito il fascino della tradizione unito al prestigio dell'autorità. La magia del papato accanto a quella della corona. Passo dopo passo, la diffidenza della vigilia è divenuta calore».

    I tradizionalisti anglicani, però, hanno chiesto di tornare con Roma....

    «Dopo aver conosciuto Benedetto XVI gli inglesi si fidano e non temono più la "campagna acquisti" verso gli Anglicani. Con l'arcivescovo di Canterbury il Papa ha puntato su ciò che unisce invece che su quanto ancora li divide. Il Papa ha stretto la mano ad una donna prete, si è congratulato per la bellezza e la suggestione della liturgia anglicana. Il viaggio ha cambiato sia il Pontefice sia noi inglesi».

    Il Papa ha proposto un’alleanza tra le fedi...

    «Sì, con musulmani ed ebrei ha puntato sulla comune fede in Dio. È la prima volta che viene detto così chiaramente: la società multiculturale non indebolisce i valori religiosi ma è una straordinaria opportunità. È un passo fondamentale che rende storica questa visita cominciata sotto i peggiori auspici ed esplosa come uno dei maggiori successi del pontificato. Il "muro contro muro" è diventato, strada facendo, un abbraccio. È la "sorpresa spirituale", il dono di Papa Benedetto all’isola, conquistata dalla forza tranquilla della sua predicazione. Proprio come accadde da queste parti all’epoca dei primi evangelizzatori».

    © Copyright La Stampa, 20 settembre 2010


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    PAPA:BEATIFICATO NEWMAN, DA GIOVANE LO CONTRAPPOSE A HITLER

    Salvatore Izzo

    (AGI) - Birmingham, 19 set.

    Il card. John Henry Newman, beatificato questa mattina a Birmingham,e' stato una figura decisiva per la formazione di Joseph Ratzinger che apprese dai suoi scritti il "primato della coscienza" obnubilato all'epoca dalla dottrina hitleriana. Esattamente un anno fa il Papa aveva approvato un miracolo attribuito al cappellano dell'Universita' di Oxford che si converti' dall'anglicanesimo al cattolicesimo. Dopo essere stato uno studente modello, compiendo con singolare rapidita' l'intero cursus honorum accademico della piu' prestigiosa universita' britannica, Newman era divenuto pastore anglicano nel 1824 e poco dopo aveva fondato il "Movimento di Oxford", teso a purificare l'anglicanesimo da derive dogmatico-dottrinarie protestanti e promuovere il dialogo e la riconciliazione con Roma. Coraggioso viaggiatore per le vie della terra e della spiritualita' nel 1845, dopo un cammino interiore progressivo, franco e aperto alla Verita', giunse a Roma per l'ordinazione sacerdotale cattolica. Nel '79 Leone XIII gli concesse la berretta cardinalizia con un gesto del tutto inedito, sia perche' elevato al cardinalato da semplice sacerdote, sia perche' non residente a Roma (rimarra' nella sua Inghilterra sino alla morte, nel 1890). Nella Chiesa Cattolica, Newman fondo' gli Oratori di San Filippo Neri. La descrizione del cammino spirituale di Henry Newman e' racchiusa nei "Sermoni", composti nella fase di maturazione dall'anglicanesimo al cattolicesimo (1826-1843). Newman non ha paura del progresso e della scienza e non teme il dialogo con la filosofia, ma ama tutte le espressioni della grandezza umana. Non sempre, ammetteva Newman, i cattolici hanno operato in tal senso, ma i principi base di ogni indagine umana sono sempre gli stessi, validi e indispensabili per la speculazione filosofico-scientica quanto per quella teologica: serieta', sincerita', prudenza, modestia, pazienza. Newman, pero', non cadde nella trappola dell'indifferentismo. Ed e' netta per lui la distinzione nella sua dottrina tra la Rivelazione e la "religione naturale" di Hume. "La dottrina di Newman sulla coscienza divenne per noi il fondamento di quel personalismo teologico che ci attrasse tutti col suo fascino. La nostra immagine dell'uomo, cosi' come la nostra concezione della Chiesa, furono segnate da questo punto di partenza", aveva rivelato il card. Joseph Ratzinger commentando la figura del grande pensatore inglese nel 1990.
    Lo storico Marco Roncalli, nipote di Giovanni XXIII, ha sottolineato recentemente su Avvenire che "non e' poco cio' che lega Benedetto XVI al cardinale John Henry Newman, l'anglicano passato al cattolicesimo nel XIX secolo".
    "Per il giovane seminarista Joseph Ratzinger e i suoi compagni, tra i quali c'era Alfred Laepple che a Newman stava dedicando la tesi, frantumatosi il totalitarismo che alla coscienza aveva sostituito Hitler, la liberazione, aperte le pagine di Newman, fu - spiega Roncalli - anche sapere 'che il 'noi' della Chiesa non si fondava sull'eliminazione della coscienza, ma poteva svilupparsi solo a partire dalla coscienza', scrisse il futuro Papa che aggiungeva: 'Tuttavia proprio perche' Newman spiegava l'esistenza dell'uomo a partire dalla coscienza, ossia nella relazione tra Dio e l'anima, era anche chiaro che questo personalismo non rappresentava nessun cedimento all'individualismo, e che il legame alla coscienza non significava nessuna concessione all'arbitrarieta', anzi, che si trattava proprio del contrario'".
    Secondo Roncalli, la beatificazione del prossimo settembre "mette sotto i riflettori non solo il leader del Movimento di Oxford, il convertito ammesso alla Chiesa di Roma nel 1845, ordinato sacerdote e creato cardinale da Leone XIII nel 1879, l'uomo che affermava 'holiness, first', 'prima di tutto la santita'', ma specialmente 'l'uomo della coscienza', per usare la definizione dell'allora cardinal Ratzinger nel centenario della morte di Newman". Secondo il nipote e biografo di Giovanni XXIII, "se gia' Paolo VI aveva individuato nel grande teologo una guida per gli smarriti 'alla ricerca di un preciso orientamento e di una direzione attraverso le incertezze del mondo moderno', se gia' Giovanni Paolo II ne aveva elencato tratti quali la 'profonda onesta' intellettuale' e la 'fedelta' alla coscienza e alla grazia', Benedetto XVI con questo nuovo gesto eleva ancor piu' il tono. E invita nei fatti ad ascoltare, dentro l'esperienza del cardinale, l'eco di una voce che non puo' coincidere con i propri desideri, con quanto puo' rivelarsi piu' vantaggioso o recare consensi: la voce della coscienza". "Additare Newman significa - conclude Marco Roncalli - sgretolare lo schema ancora imperante della contrapposizione tra i concetti di autorita' e soggettivita': il primo generalmente pensato come negante quelle liberta' per lo piu' custodite nel secondo. Significa parlare di una via della coscienza tutt'altro che avvitata sulla soggettivita', ma piuttosto via dell'obbedienza al traguardo della verita' oggettiva, sia pure chiusa negli stessi dogmi esigenti una 'Grammatica dell'Assenso'.
    Equivale insomma a dire possibile quell'ascensione verso Dio che Kant ritiene impossibile verso il Trascendente, parlare di una coscienza che non puo' essere autodeterminazione affidata ai compromessi delle attese soggettive e dell'ordine sociale. E riconoscere come vera coscienza quella che germina laddove nel contatto fra l'intimita' dell'uomo e la verita' venuta da Dio, nucleo segreto dell'esperienza umana, al sottile confine fra santita' ed eresia, come avrebbe detto don Giuseppe De Luca, la soggettivita' si annulla".

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    00 20/09/2010 22:01
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    PAPA: GRANDE ENTUSIASMO E FOLLA ANCHE IN CENTRO BIRMINGHAM

    Salvatore Izzo

    (AGI) - Birmingham, 19 set.

    Una notevole folla ha salutato il passaggio di Benedetto XVI in "papamobile" nelle strade del centro di Birmingham. Conclusa la messa per i 70 mila fedeli radunati nel Cofton Park, il Pontefice ne ha incontrate altre migliaia raggiungendo l'Oratorio di San Filippo Neri. Lungo le tranesenne gruppi di studenti agitano bandierine bianco-gialle e intonano canti in onore del Papa. Colpito da tanto affetto, il Pontefice, ad un certo punto, ha fatto fermare la papamobile, per salutare i ragazzi.

    © Copyright (AGI)

    PAPA: BIRMINGHAM HA GRANDE LEGAME CON MARIA E CARD. NEWMAN

    Salvatore Izzo

    (AGI) - Birmingham, 19 set.

    Birmingham citta' mariana grazie al card. Jhon Henry Newman che "quando venne a vivere in questa citta' diede il nome di Maryvale alla sua prima casa, cosi' pure l'Oratorio da lui fondato e' dedicato all'Immacolata Concezione della Beata Vergine. E l'Universita' Cattolica dell'Irlanda venne da lui posta sotto la protezione di Maria, Sedes sapientiae". Lo ha ricordato Benedetto XVI nel breve discorso che ha concluso la celebrazione per la beatificazione del grande pensatore inglese."In moltissimi modi - ha sottolineato Ratzinger - egli visse il proprio ministero sacerdotale in spirito di devozione filiale alla Madre di Dio". Il Papa ha citato in particolare una domanda posta da Newman: "Chi puo' valutare la santita' e la perfezione di lei, che fu scelta per essere la Madre di Cristo?
    Quali avrebbero dovuto essere i suoi doni, lei che fu scelta per essere l'unica familiare terrena del Figlio di Dio, l'unica che egli fu obbligato per natura a riverire e alla quale rivolgersi; l'unica incaricata di guidarlo ed educarlo, di istruirlo giorno dopo giorno, mentre cresceva in sapienza e grandezza?". "E' sulla base di questi doni abbondanti di grazia che noi - ha concluso il Pontefice teologo, spiegando le parole di Newman - l'onoriamo, ed e' sulla base del suo intimo legame con il suo Figlio divino che noi in maniera naturale ricerchiamo la sua intercessione per le nostre necessita' e quelle del mondo intero".

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    PAPA: VENTO GLI PORTA VIA PAPALINA, LUI LA RIACCIUFFA

    Salvatore Izzo

    (AGI) - Birmingham, 19 set.

    Mentre il Papa scendeva dalla macchina per entraren nell'Oscott College, alla periferia di Birmingham, un colpo di vento gli ha portato via la papalina. Ma il Pontefice e' risucito a riacciuffarla e poi l'ha passata al segretario don Georg Gaenswin.

    © Copyright (AGI)

    PAPA:PRANZA CON VESCOVI GB A OSCOTT COLLEGE,LUOGO RINASCITA

    Salvatore Izzo

    (AGI) - Birmingham, 19 set.

    Benedetto XVI e' a pranzo, con i vescovi della Conferenza Episcopale dell'Inghilterra e del Galles e di quella della Scozia, nell'Oscott College di Birmingham, luogo simbolo della rinascita del cattolicesimo in Gran Bretagna dopo le persecuzioni del 16esimo e 17esimo secolo. Per duecento anni, infatti, i sacerdoti cattolici inglesi ricevettero la loro formazione clandestinamente o in seminari della Francia, della Spagna e Portogallo. Alcuni anche a Roma. Nel 1679, Andrew Bromwich, l'ultimo sacerdote cattolico condannato a morte, ma scampato alla pena capitale lascio' in eredita' la sua casa ai "sacerdoti che vorranno servire i cattolici bisognosi della parrocchia di Handsworth". Nel 1794 in quella proprieta' fui poi costruito l'attuale Oscott College, dove e' nata la cosidetta "Seconda Primavera" del cattolicesimo inglese perche' qui sono stati formate le nuove leve della Chiesa tornata in superfice dopo i lunghi e dolorosi anni trascorsi nella clandestinita' (e nelle prigioni di Sua Maesta' Britannica). Nel 1805 e' qui che fu ordinato il primo sacerdote cattolico ad aver compiuto gli studi teologici in Inghilterra dopo il 1560. Nel 1845 John Henry Newman vi ha ricevuto la cresima in previsione dell'ordinazione sacerdotale che ebbe luogo a Roma. Il college era aperto anche ai laici e qui si sono formati lo scrittore George Moore, il poeta Alfred Austin e il biologo George Mivart. Oggi ospita 28 seminaristi (di cui 12 diocesani e 7 appartenenti a ordini religiosi, mentre gli altri arrivano da Usa, Ghana, Vietnam, India e Italia). Dal 2005 l'Oscott offre anche un programma di formazione per diaconi permanenti, seguito attualmente da 31 persone.

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    La luce gentile

    Una Chiesa che cercasse di essere attrattiva agli occhi del mondo sarebbe sulla strada sbagliata, perché suo dovere è quello di lasciare trasparire la luce di Cristo. Che i cristiani d'oriente chiamano "gioiosa" (phòs hilaròn) nella preghiera della sera e John Henry Newman avvertì e descrisse come "gentile" (kindly light) implorando di esserne guidato.
    In questa chiave - di fatto preannunciata dal Papa ai giornalisti in volo verso la Scozia - l'itinerario britannico di Benedetto XVI è stato un successo pieno, come hanno riconosciuto e raccontato molti media soprattutto nel Regno Unito, ma non solo. Superando le analisi prevenute e pregiudiziali che annunciavano giorni difficili e poi le distorsioni informative, mirate anche a oscurare il significato del viaggio.
    Il rovesciamento delle previsioni, evidente nell'accoglienza e nell'attenzione di quanti hanno visto e ascoltato in questi giorni il Pontefice, va attribuito proprio a come Benedetto XVI si è presentato, anche in questa visita: con semplicità e apertura. Che si sono percepite con immediatezza nel suo volto e nelle sue parole, che si sono poste nella scia di quella tradizione di insegnamento gentile (gentle scholarship) nata nel medioevo e che arriva a Newman.
    Grazie ai media che con larghezza hanno rilanciato, in un grande Paese caratterizzato da una società ormai multietnica, gesti e momenti di un itinerario perfettamente organizzato, tantissime persone hanno potuto vedere Papa Benedetto rivolgersi agli anziani e intrattenersi con loro "soprattutto come un fratello", accarezzare con dolcezza i bimbi - come l'ultimo giorno, uscendo dalla nunziatura, un bambino cieco tra le braccia di sua madre, commossa sino alle lacrime e che non finiva di ringraziare - e adorare il Santissimo nel silenzio impressionante degli ottantamila giovani riuniti per la veglia poche ore prima della beatificazione del cardinale Newman.
    E proprio la tenerezza di Benedetto XVI nei confronti dei piccoli e dei deboli spiega le sue forti parole - rinnovate e ripetute - di fronte ai crimini degli abusi su minori da parte di membri del clero, il suo incontro con alcune vittime e quello con un gruppo impegnato nella protezione dei bambini.
    In questo l'episcopato britannico, che collabora con le autorità civili, è esemplare, in linea con una tradizione lunghissima di cura e di educazione dei giovani che storicamente è merito innegabile della Chiesa cattolica e delle sue molte istituzioni in ogni parte del mondo.
    Si è trattato insomma di un viaggio storico, segnato dalla visita ufficiale e cordiale a Elisabetta ii, sovrana universalmente stimata, dall'incontro solenne con le autorità civili a Westminster Hall, dove il Papa ha reso onore all'istituzione parlamentare britannica, e dai colloqui con alcuni leader politici e con il premier David Cameron, che nel discorso di congedo ha sottolineato il contributo positivo della religione al dibattito pubblico.
    A conclusione di una visita di Stato rivelatasi - anche per l'amicizia con l'arcivescovo Rowan Williams - molto importante per lo sviluppo dei rapporti con gli anglicani, con gli esponenti di altre confessioni cristiane e di altre religioni. E nella quale soprattutto Benedetto XVI ha lasciato trasparire la luce gentile che, come ha illuminato Newman, guida ogni persona umana.

    g. m. v.

    (©L'Osservatore Romano - 20-21 settembre 2010)


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    Quattro giorni commoventi

    Angela Ambrogetti

    Come previsto. Non solo il viaggio non è stato "difficile", ma addirittura è stato "commovente". Parola di primo ministro del Governo di Sua Maestà.
    I quattro giorni di Benedetto XVI nel Regno Unito hanno tanto stupito i detrattori che sono rimasti quasi senza parole.
    E nonostante molte goffaggini della stampa inglese e italiana (come quello di volere far definire al papa "martiri" le vittime della pedofilia). Il papa piace alla gente vera. Con buona pace dei così detti opinion leaders e dei media nascostamente anticlericali e politically correct.
    I discorsi e i gesti dei quattro giorni nelle Isole lo dimostrano. Con il lavoro congiunto con l' episcopato locale che ha organizzato e saputo custodire l'incontro con le vittime degli abusi e, soprattutto con il gruppo di protezione dei bambini organizzato dalla Chiesa cattolica.
    Non un "banale" mea culpa, ma una lettura teologica del peccato e della redenzione attraverso la sofferenza delle vittime, dei colpevoli e di tutti i credenti che provano "vergogna" e gli errori di chi non ha vigilato abbastanza. Ora tutti siamo più consapevoli. Non è una ammissione da poco. E la gente lo ha capito perfettamente. Di fatto papa Benedetto XVI alla fin fine ha più successo lontano dai condizionamenti della Curia e lontano da certa stampa italiana.
    E mentre a protestare contro la Chiesa e Benedetto XVI c'erano poco più di diecimila persone, a pregare con il papa e a salutarlo per le strade di Londra, sabato pomeriggio di persone ce ne erano almeno duecento mila. Ma questo non è stato riportato. Si è preferito parlare e straparlare del grande bluff del "complotto algerino", rivelatosi un banale scherzo.
    Meglio rileggere con calma i discorsi di Benedetto e anche quello della Regina Elisabetta e del premier Cameron che domenica sera non ha "corretto" il papa sulla secolarizzazione. Anzi, lo ha sostenuto nella idea che occorre rilanciare nel pubblico il senso religioso del popolo britannico. Immigrati compresi. In fondo la su "Big society" non è altro che la sussidiarietà della dottrina sociale cattolica.

    www.angelambrogetti.org/


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    00 21/09/2010 00:26
    Il Regno Unito in tripudio per la beatificazione del Cardinale Newman
    L'ultimo giorno della visita papale abbraccia realtà spirituali e secolari

    di Edward Pentin


    BIRMINGHAM, lunedì, 20 settembre 2010 (ZENIT.org).- Un arcobaleno è apparso su Cofton Park mentre Papa Benedetto XVI arrivava questa domenica mattina per la Messa di beatificazione del Cardinale John Henry Newman, il teologo inglese del XIX secolo che ha avuto un'influenza significativa sulla vita del Santo Padre.

    Moltissimi fedeli di tutto il Paese e stranieri avevano sfidato la pioggia e si erano riuniti fin dalle prime ore del mattino nel luogo vicino Birmingham in cui si sarebbe celebrata la beatificazione, non lontano da Rednal, dove riposano i resti del porporato.

    E' stata una Messa di beatificazione molto speciale: non solo è stata l'unica Messa di questo tipo celebrata da Benedetto XVI, ma è stata anche la prima beatificazione di un inglese da secoli.

    Il Santo Padre è arrivato in papamobile e, come giovedì a Glasgow, è stato condotto attraverso una folla di 70.000 pellegrini entusiasti. Da un lato dell'altare costruito per l'occasione spiccavano le parole “Il cuore parla al cuore”, il tema scelto dal Papa per la sua visita, tratto dai pensieri del Cardinale Newman.

    Hanno assistito alla cerimonia Vescovi di Inghilterra, Galles e Scozia e membri della Famiglia reale e del Governo. C'erano anche dei parenti del Cardinale Newman – discendenti di suo cugino – e il diacono Jack Sullivan, la cui guarigione inspiegabile da un problema alla schiena è stata attribuita lo scorso anno all'intercessione del Cardinale Newman. Il decreto ha portato alla beatificazione, ponendo fine a un caso su cui si indagava dal 1958.

    Nella sua omelia, il Santo Padre ha lodato la spiritualità e la santità del teologo inglese, sottolineando il suo pensiero circa l'educazione, “fermamente contrario ad ogni approccio riduttivo o utilitaristico”, e rimarcando il famoso appello del beato a un laicato intelligente e ben istruito.

    Allo stesso modo, ha riflettuto anche sulla sua vita sacerdotale, ricordando la “visione profondamente umana del ministero sacerdotale nella devota cura per la gente di Birmingham durante gli anni spesi nell’Oratorio da lui fondato, visitando i malati ed i poveri, confortando i derelitti, prendendosi cura di quanti erano in prigione”.

    “'Il cuore parla al cuore' ci permette di penetrare nella sua comprensione della vita cristiana come chiamata alla santità, sperimentata come l’intenso desiderio del cuore umano di entrare in intima comunione con il Cuore di Dio”, ha detto il Santo Padre. “Ci rammenta che la fedeltà alla preghiera ci trasforma gradualmente nell’immagine divina”.

    Il Papa ha iniziato la sua omelia ricordando che il Regno Unito questa domenica commemorava il 70° anniversario della “Battle of Britain”, durante la quale, contro ogni previsione, la Royal Air Force vinse una famosa battaglia aerea contro i nazisti.

    “Per me, che ho vissuto e sofferto lungo i tenebrosi giorni del regime nazista in Germania, è profondamente commovente essere qui con voi in tale occasione, e ricordare quanti dei vostri concittadini hanno sacrificato la propria vita, resistendo coraggiosamente alle forze di quella ideologia maligna”, ha detto Benedetto XVI.

    “Settant’anni dopo, ricordiamo con vergogna ed orrore la spaventosa quantità di morte e distruzione che la guerra porta con sé al suo destarsi, e rinnoviamo il nostro proposito di agire per la pace e la riconciliazione in qualunque luogo in cui sorga la minaccia di conflitti”.

    La nota giusta

    Per padre Richard Duffield, prevosto dell'Oratorio di Birmingham che ha anche letto la Dichiarazione di Beatificazione durante la Messa, la celebrazione è stata “splendida” ed è andata “estremamente bene”.

    Padre Duffield ha detto a ZENIT che la decisione del Santo Padre di concentrarsi sugli aspetti spirituali e pastorali del beato Newman “ha toccato proprio la nota giusta”.

    Dopo la Messa, il Santo Padre è stato condotto all'Oratorio di Birmingham, dove ha visto i luoghi in cui ha vissuto il Cardinale Newman e ha visitato la biblioteca in cui ha studiato. “Ha visto i libri e le carte di Newman e noi abbiamo dato al Santo Padre uno dei suoi rosari”, ha detto padre Duffield. “Ci ha detto che avrebbe voluto poter trascorrere più tempo nella biblioteca”.

    Irena Sani, pellegrina originaria dell'Albania e che ora vive a Londra, mi ha detto prima della beatificazione che si aspetta che produrrà “molti frutti”. Newman è un “grande esempio” di anglicano “che conosce la Chiesa cattolica e può aiutare altri anglicani a tornare alla Chiesa”, ha detto.

    “Non è una coincidenza che si sia convertito perché ha riconosciuto la Verità quando l'ha vista, e la gente che conosce la Verità non può fare altro che essere accolta nella Chiesa”. La beatificazione, ha detto, è importante non solo per il Regno Unito, ma per tutto il mondo.

    Il Papa ha poi pranzato con i Vescovi di Inghilterra, Galles e Scozia al St. Mary's College di Oscott, prima di incontrare i seminaristi. Nel suo discorso ai Vescovi, nella stanza in cui il Cardinale Nicholas Wiseman incontrò i Vescovi inglesi nel 1852 per discutere la restaurazione della gerarchia, il Papa ha pronunciato schiette parole di guida.

    Ha esortato la Chiesa in Gran Bretagna a “presentare nella sua interezza il messaggio vivificante del Vangelo, compresi quegli elementi che sfidano le diffuse convinzioni della cultura odierna”, e ha incoraggiato i Vescovi ad avvalersi del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, che il Papa ha istituito di recente.

    Allo stesso modo, ha esortato i cattolici britannici a mostrare solidarietà con le vittime della crisi economica, e ha fatto appello ai Vescovi affinché incoraggino la gente ad “aspirare ai valori morali più alti”.

    Ha anche lodato il modo in cui la Chiesa nel Paese ha affrontato i casi di abuso sessuale da parte di chierici, incoraggiando a condividere ciò che è stato appreso. Ha inoltre ricordato che i leader cristiani devono vivere in “integrità, umiltà e santità”.

    Parlando di due questioni relative al ministero episcopale, ha chiesto ai Vescovi di “cogliere l'occasione” di usare la nuova traduzione inglese del Messale Romano per avvalersi di una catechesi approfondita sull'Eucaristia, e ha affermato che la “Anglicanorum Coetibus”, la Costituzione Apostolica che permette agli anglicani di essere accolti in gruppo nella Chiesa, è uno strumento per la comunione.

    Quest'ultima iniziativa, non sempre pienamente sostenuta dalla gerarchia di Inghilterra e Galles, dovrebbe essere considerata “un gesto profetico che può contribuire positivamente allo sviluppo delle relazioni fra anglicani e cattolici”, ha detto.

    “Ci aiuta a volgere lo sguardo allo scopo ultimo di ogni attività ecumenica: la restaurazione della piena comunione ecclesiale nel contesto della quale il reciproco scambio di doni dai nostri rispettivi patrimoni spirituali, serve da arricchimento per noi tutti”.

    Dopo aver salutato un folto gruppo di seminaristi e aver percorso un breve tratto verso l'aeroporto, il Papa si è congedato, dopo un discorso del Primo Ministro David Cameron.

    Grande onore

    Nel suo discorso di congedo al Papa, Cameron ha detto che è stato un “grande onore” averlo in visita, e che il messaggio che il Santo Padre ha portato non era “solo per la Chiesa, ma per ciascuno di noi, di qualsiasi fede o di nessuna”. Ha anche lodato l'opera del Cardinale Newman e la sua visione di “un'educazione più ampia”.

    Cameron ha detto che il messaggio del Papa è andato “al cuore della nuova cultura e responsabilità sociale” che il nuovo Governo desidera costruire in Gran Bretagna, e ha assicurato al Pontefice che la fede “è sempre stata e sarà sempre” parte del tessuto della società britannica. Le parole del Santo Padre hanno “sfidato l'intero Paese a sedersi e a pensare”, e a lavorare per il bene comune, ha detto.

    “Pensi al nostro Paese come a uno che non solo conserva la fede, ma è anche profondamente compassionevole”, ha aggiunto Cameron, concludendo col dire che auspica “una cooperazione sempre più stretta” con la Santa Sede.

    Nel suo discorso, Benedetto XVI ha espresso la propria gratitudine per l'organizzazione della visita e per l'opportunità di incontrare la regina Elisabetta II e di poter discutere questioni di interesse comune. Ha detto di essersi sentito “particolarmente onorato” di essere stato invitato a rivolgersi a entrambe le Camere del Parlamento nella Westminster Hall, e di sperare che la sua visita confermi e rafforzi le “eccellenti relazioni” tra la Santa Sede e il Regno Unito su questioni comuni.

    La diversità della Gran Bretagna di oggi è una sfida, ha detto, ma offre anche una “grande opportunità” per un ulteriore dialogo interculturale e interreligioso. Il Pontefice ha concluso dicendo che è stato “commovente in maniera speciale” celebrare la beatificazione “di un grande figlio dell'Inghilterra, il Cardinale John Henry Newman”.

    “Con la sua vasta eredità di scritti accademici e spirituali, sono certo che egli abbia ancora molto da insegnarci sulla vita e la testimonianza cristiane tra le sfide del mondo contemporaneo, sfide che egli previde con eccezionale chiarezza”, ha confessato.

    “Nel congedarmi da voi, permettetemi ancora una volta di formulare i migliori voti e le mie preghiere per la pace e la prosperità della Gran Bretagna – ha concluso –. Grazie molte e Dio vi benedica tutti!”.

    [Traduzione dall'inglese di Roberta Sciamplicotti]

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    Per i media inglesi un successo la visita del Papa

    21-09-2010

    LONDRA. Non il feroce ‘Rottweiler' della vigilia ma un "uomo gentile, timido e fragile che si illuminava ogni volta che la scorta lo lasciava avvicinare alla gente", come ha scritto ieri sull'Independent Catherine Pepinster, direttore del giornale cattolico The Tablet: reduci dalla diretta non stop che ha portato nei salotti del Regno Unito la quattro giorni papale in Gran Bretagna, i media britannici tirano le somme e il risultato è largamente positivo soprattutto sul fronte dell'immagine.

    "Anche gli scettici sono rimasti impressionati", ha scritto Will Pavia, inviato del Times tra laici e non cattolici di Birmingham accorsi incuriositi a Cofton Park, ma fuori dal recinto dei fedeli, per seguire la beatificazione del cardinale John Henry Newman.

    Per il giornale di Rupert Murdoch si è trattato di "un vero successo" che ha superato le aspettative sia per quanto riguarda l'appeal popolare del Papa "che per il suo messaggio, che ha coinciso con la politica del governo Cameron".

    Il senso che c'é stato uno spartiacque tra il prima e dopo visita è condiviso da molti: "È stato un evento storico e di straordinario successo e potrebbe aver cambiato l'atteggiamento della Gran Bretagna nei confronti della religione", ha commentato sul Daily Telegraph Peter Stanford, ex direttore del Catholic Herald.

    Altri giudizi sono a luci e ombre: condividendo l' "l'euforia" dell'entourage vaticano di ritorno a Roma sullo Shepherd One, la stessa Pepinster su Tablet riflette che "l'euforia non è qualcosa che resta. Ci sarà un effetto più duraturo sulla Chiesa in questo paese?".

    Perplesso anche il Guardian: "Le cerimonie in tv sono entrate nei salotti britannici ma solo come anacronistica curiosità". E poi: "Il riavvicinamento richiesto oggi non è tra Protestanti e Cattolici ma tra i religiosi e il resto. Benedetto è partito senza aver intaccato questo fossato".

    La visita del Papa è stata segnata anche da tanta paura: ma adesso che il presunto ‘complotto' si è rivelato una bolla di sapone, la più famosa polizia del mondo teme di venir presa a bersaglio da azioni legali dei sei netturbini clamorosamente arrestati venerdì scorso perché sospettati di essere pericolosi terroristi islamici. "Il timore adesso è che possano far causa per detenzione illegale", ha detto una fonte di Scotland Yard. Perché un'azione legale del genere abbia successo i sei - tutti nordafricani, cinque algerini e un sudanese, ma i loro nomi non sono mai stati resi pubblici - dovrebbero dimostrare che le azioni dell'anti-terrorismo sono state sproporzionate e male informate e che gli indizi a disposizione non raggiungevano la soglia del ragionevole sospetto per consentire gli arresti.

    © Copyright America Oggi


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    «Il Papa visto in tv nella sua umiltà»

    Carlo Marroni

    CITTA' DEL VATICANO

    «Una delle chiavi del successo del viaggio? Il Papa è stato visto in tv continuamente in diretta per quattro giorni da un intero popolo, oltre che da molti accorsi di persona, ed è stato capito per quello che veramente è».

    Il gesuita padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede e direttore di Radio Vaticana, è stata una delle "ombre" di Benedetto XVI nel viaggio in Gran Bretagna concluso domenica sera, che contrariamente alle previsioni della vigilia - specie dei media inglesi - è ormai considerato un successo sia di partecipazione (600mila persone complessivamente) che di accoglienza politica e religiosa.

    Un fattore-Ratzinger del tutto inatteso?

    Non è inatteso, già in passato è accaduto in altri viaggi, dalla Turchia agli Usa, viaggi che erano stati preceduti da previsioni analoghe a queste. In ogni caso il Papa non vuole essere una star, non corrisponde alla sua personalità, al suo ministero e al suo desiderio. È, però, certamente contento di essere conosciuto e visto per quello che lui è veramente.
    In effetti nel mondo è percepito da molti come il severo teologo tedesco.
    Il Papa non è soltanto un grande maestro, un uomo di cultura come tutti sanno, ma è anche un uomo umile, gentile, sensibile, che desidera avvicinarsi agli altri con una profonda umanità. Durante il viaggio è stato capito da moltissimi, superando quelli che potevano essere dei pregiudizi nei suoi confronti o una mancanza di conoscenza.
    E questo grazie anche alla tv: la Bbc e Sky hanno trasmesso ogni attimo del viaggio.
    Spesso la critichiamo, a ragione, per tante cose che la televisione fa, ma in realtà può anche fare dei servizi meravigliosi, facendo vedere quante persone c'erano ma anche in modo ravvicinato il volto e la persona del Santo Padre con i suoi atteggiamenti.

    Non è stata la prima volta?

    Nel viaggio in Turchia proprio le riprese, in particolare nella Moschea Blu, sono state risolutive per far capire il suo atteggiamento amichevole e rispettoso per il mondo musulmano. Negli Stati Uniti, le immagini televisive del Papa nella Quinta Strada, il suo sorriso, il suo affetto per le persone, la sua amabilità, hanno suscitato l'entusiasmo e - diciamo - l'amicizia e la cordialità del popolo americano.

    Così è stato anche nel Regno Unito?

    Le immagini che riprendevano hanno aiutato la gente a capire e a cambiare spesso l'opinione che aveva preventivamente sul Papa e, quindi, possiamo dire ad amarlo e ad essere più pronti ad ascoltare correttamente il suo messaggio.
    Il corteo di protesta, oltre 10mila persone, è stato uno dei più grandi mai visti.
    Non c'è nulla di cui stupirsi, visto che si trattava di una manifestazione annunciata e preparata da tempo. Il Papa guarda con rispetto anche chi dissente, e quindi riconosce certamente la libertà di farlo che peraltro è nella tradizione britannica.

    Eppoi la pedofilia.

    Era un tema atteso ed è stato affrontato, con una novità: oltre alle vittime ha incontrato chi opera nella chiesa per la salvaguardia dei giovani, che è un modo per guardare avanti, al di là di quanto accaduto in questi anni terribili. È stata anche una indicazione di metodo. Si parte dall'ascolto e dalla comprensione delle vittime, quindi dai delitti, si fa giustizia, e si crea un ambiente rinnovato in cui tali fatti non si ripetano più».

    Il messaggio più forte è stato quello sul rapporto tra religione e politica, pronunciato nella Westminister Hall?

    L'immagine di questa immensa audience in ascolto attento davanti alla parola del Papa in un luogo storico e dove nessun Papa aveva mai parlato, mi sembra che esprima bene uno dei punti chiave di questo viaggio.
    Un messaggio in cui si ribadisce il ruolo pubblico della religione: il Papa peraltro ha usato un'immagine forte quando ha detto che c'è anche chi addirittura 'vuole abolire il Natale'.

    In modo lucido ha messo a fuoco i rischi di questa tendenza, anche con riferimenti semplici e concreti, come quello del Natale

    La battaglia contro il relativismo, sfida molto 'occidentale', visto anche che a questo scopo è stato creato un nuovo dicastero vaticano, ha trovato un terreno comune con gli anglicani.
    Sta qui la radice vera che ci accomuna, un dialogo ecumenico molto fecondo anche con altri, penso per esempio ai luterani in Germania.

    Una visita segnata anche dall'arresto di cinque presunti terroristi, rivelatasi sin da subito molto allarmistica.

    Non giudico l'operato delle forze di polizia, che fanno bene il loro lavoro. Ma è stato anche sin da subito chiaro che nulla si cambiava nel programma.

    © Copyright Il Sole 24 Ore, 21 settembre 2010


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    La forza di gesti e parole incalzanti

    Li ha spinti a pensare e loro hanno risposto

    Salvatore Mazza

    Si potrebbe dire che è la sorpresa del giorno dopo.
    Anzi, meglio, la «solita» sorpresa.
    Con qualche ingrediente in più, questa volta. Perché se ai viaggi papali previsti (e raccontati) come «difficili», «complessi» e circondati da un’«atmosfera ostile» siamo abituati, forse nessuno come questo appena concluso nel Regno Unito era stato presentato come una pura e semplice mission impossible. Un’avventura senza speranza nel cuore del secolarismo più avanzato, dell’indifferenza religiosa più acuta, del relativismo etico più manifesto.
    Il riconoscimento – e in che misura! – del successo della visita oltremanica di Benedetto XVI risuona, anche per questo, tanto più forte. E non c’è dubbio che, parlando di successo vero e pieno, si parla di qualcosa che va oltre la mondanità degli ascolti, e ben oltre lo stupore immediato.
    Papa Ratzinger ha colpito con i suoi gesti semplici e le sue parole profonde, incalzanti. All’occorrenza anche dure. A celebrare in Newman, profondamente inglese e anglicano tanto quanto lucidamente cattolico, la modernità teologica aperta al confronto col mondo.
    A pressare, proprio in nome di quella modernità, la più antica democrazia del pianeta e a spingerla a interrogarsi se si possa davvero costruire una società migliore mettendo la fede da un parte. A pregare, assieme ai fratelli anglicani, per un’unità che deve diventare testimonianza comune, quotidiana, a ogni livello. A esprimere indignazione e vergogna per gli abusi sui minori commessi da alcuni figli della Chiesa, e a chiedere e assicurare giustizia. A ringraziare, da tedesco, per il contributo decisivo dato dal Regno Unito per fermare la «follia nazista».
    La gente ha visto. Ha ascoltato. Ha capito. Certamente, molto ha contribuito, in questo successo, il proscenio offertogli dall’ospite, a cominciare da quella Westminster Hall in cui il Papa ha pronunciato uno dei discorsi più alti del suo già straordinario pontificato.
    Un interesse, quello verso Oltretevere da parte del mondo britannico, che ha molte ragioni, a cominciare dalla crescita del numero dei cattolici nel Paese – un milione in più in neppure trent’anni, per lo più immigrati – la condivisione con la Santa Sede di tanti obiettivi di sviluppo e, soprattutto, il riconoscimento di un’influenza a livello planetario certamente non proporzionale ai 44 ettari della Città del Vaticano.
    Un’attenzione pragmatica, se si vuole, nel più stretto stile d’Oltremanica.
    Ma pragmatico non vuol dire utilitaristico. Nel commosso saluto della speaker della Camera a Westminster Hall, nell’abbraccio del Primate della Chiesa d’Inghilterra, o a Birmingham nell’inatteso e commosso saluto finale – «ha dato a tutti noi qualcosa su cui riflettere» – del primo ministro David Cameron, s’è vista la misura di quale breccia Benedetto XVI abbia aperto. Di come abbia sorpreso, e di come questo sia stato un segno intenso e felice. Perché in realtà sorpresa non è stata, ma conferma e risposta a un’attesa manifesta e serena, perfettamente leggibile – da chi avesse voluto – già alla vigilia del viaggio.
    E, in questo, va dato atto che quella parte della stampa inglese che aveva giocato sull’immagine di mission impossible, alla fine ha avuto l’onestà, e il coraggio, di dare all’ospite tutta l’attenzione dovuta e meritata. Senza nascondere alcunché, e anzi riconoscendo i propri errori di valutazione.
    Sia di fronte alle decine di migliaia di persone che, anche a Londra, lì sì in modo del tutto inaspettato, si sono riversate sulle strade per vedere il Papa, sia, soprattutto, al cospetto di un pensiero che Benedetto XVI ha presentato nitido, con una semplicità e una forza impossibili da ignorare. Papa Ratzinger col suo stile mite e forte costringe a pensare, ponendo domande che toccano chi sa ascoltare e che nessuno dovrebbe più ignorare.

    © Copyright Avvenire, 21 settembre 2010


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    Il Papa tocca il cuore della Gran Bretagna

    Il premier britannico Cameron: quattro giorni incredibilmente commoventi

    DAL NOSTRO INVIATO A BIRMINGHAM

    MIMMO MUOLO

    Adesso la Gran Bretagna conosce il vero Benedetto XVI.
    Non quello sfigurato da certi media e contestato da piccole frange estremiste. Ma il Papa capace di parlare al cuore e alla mente delle persone, per mettere tutti in guardia «dalle vane lusinghe di questo mondo». Lo ha riconosciuto a nome di un Paese a dir poco piacevolmente sorpreso dall’incontro ravvicinato con il Pontefice, il premier britannico, David Cameron. E le sue parole al momento del congedo – «sono stati quattro giorni incredibilmente commoventi » – costituiscono forse il suggello più prezioso della visita, che anche nell’ultima tappa (quella di Birmingham, domenica) ha vissuto momenti particolarmente intensi.
    Papa Ratzinger, giunto in mattinata nella città che vide l’opera del cardinale John Henry Newman dopo la sua conversione al cattolicesimo, ne ha praticamente ripercorso le orme, a partire dal Cofton Park, che si trova a poca distanza dalla sua tomba, e dove ha celebrato la Messa della beatificazione.
    Per molti versi quella di domenica è stata una giornata riassuntiva dell’intero viaggio. Sia per i temi affrontati dal Papa nei suoi quattro discorsi pubblici, sia per le persone incontrate. Con il cardinale Newman a fargli in un certo senso da guida, Benedetto XVI – che nella Messa e all’Angelus (come riferiamo più ampiamente a parte) ha delineato un ritratto spirituale del nuovo beato e ricordato i 70 anni della Battle of Britain – si è innanzitutto consegnato all’abbraccio della folla. Oltre 70mila nel Cofton Park, molte migliaia anche lungo le strade segnate dal passaggio della papamobile. Al punto che, con un affettuoso fuori programma, davanti all’oratorio di San Filippo Neri – dove Newman visse dal 1852 fino alla morte, nel 1890 – il Pontefice si è avvicinato alle transenne, salutando i più vicini.
    Anche sul piano dei contenuti la giornata conclusiva è apparsa un riassunto della visita. Nel discorso rivolto ai vescovi di Inghilterra, Scozia e Galles è tornata in primo piano, ad esempio, la piaga del «vergognoso abuso di ragazzi e di giovani da parte di sacerdoti e di religiosi », che ha minato «la fiducia» della gente verso la Chiesa. Benedetto XVI ha ricordato i «passi molto seri» compiuti dai presuli britannici «per portare rimedio a questa situazione, per assicurare che i ragazzi siano protetti in maniera efficace da qualsiasi danno, e per affrontare in modo appropriato e trasparente le accuse quando esse sorgono». Quindi ha proseguito con la proposta di «condividere con la società più ampia la lezione così appresa». «Quale via migliore potrebbe esserci – ha spiegato – se non quella di fare riparazione per tali peccati avvicinandovi, in umile spirito di compassione, ai ragazzi che soffrono anche altrove per gli abusi?». In definitiva «per essere guide cristiane efficaci – ha detto –, dobbiamo vivere nella più alta integrità, umiltà e santità». Anche perché, ha rimarcato in un altro passo del discorso, «mi è apparso chiaro come fra i britannici sia profonda la sete per la buona novella di Gesù Cristo».
    I vescovi, dunque, sono stati scelti «per offrire loro l’acqua viva del Vangelo, incoraggiandoli a porre le proprie speranze non nelle vane lusinghe di questo mondo, bensì nelle solida rassicurazioni del mondo futuro». Di qui le due raccomandazioni del Papa. La prima: «Fate di tutto per presentare nella sua interezza il messaggio vivificante del Vangelo, compresi quegli elementi che sfidano le diffuse convinzioni della cultura odierna» (e a tal fine Benedetto XVI ha invitato a servirsi del nuovo Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione dei Paesi di lunga tradizione cristiana e a coinvolgere nella missione della Chiesa i movimenti ecclesiali). La seconda: «Esortare alla solidarietà nei confronti dei bisognosi», specie di fronte allo «spettro della disoccupazione ».
    L’incontro con i vescovi si è svolto nella Cappella del Francis Martin House, all’Oscott College, dove nel 1852 Newman tenne il famoso discorso «La seconda primavera» per la ricostituzione della gerarchia cattolica. Una location di buon auspicio anche per il futuro. Perché, se è vero che «la fede – come ha detto David Cameron nella cerimonia di congedo all’aeroporto di Birmingham – è parte del tessuto del nostro Paese», è anche vero, come ha riconosciuto lo stesso premier, che il Papa «ha sfidato la Gran Bretagna a pensare». E questo, in effetti, era proprio quello che il Pontefice voleva.

    © Copyright Avvenire, 21 settembre 2010


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