00 20/09/2010 00:46
Congedo di Benedetto XVI dalla Gran Bretagna


BIRMINGHAM, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo il discorso pronunciato da Benedetto XVI questa domenica pomeriggio all'aeroporto internazionale di Birmingham durante la cerimonia di congedo dalla Gran Bretagna al termine della sua visita pastorale.

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Signor Primo Ministro,

Grazie per le gentili parole di congedo rivoltemi a nome del Governo di Sua Maestà e degli abitanti del Regno Unito. Sono molto grato per tutto l’impegnativo lavoro di preparazione da parte sia dell’attuale che del precedente Governo, da parte degli impiegati civili, delle autorità locali e della polizia, come pure da parte dei molti volontari che con tanta pazienza son venuti in aiuto per preparare gli eventi di questi quattro giorni. Grazie per il calore della vostra accoglienza e per l’ospitalità che ho potuto gustare.

Nel tempo in cui sono stato con voi, ho potuto incontrare i rappresentanti delle molte comunità, culture, lingue e religioni che formano la società britannica. Proprio la diversità della Gran Bretagna moderna è una sfida per il suo Governo e per il popolo, ma rappresenta anche una grande opportunità per ulteriore dialogo interculturale e interreligioso per l’arricchimento dell’intera comunità.

Sono stato grato per l’opportunità, che mi è stata data in questi giorni, di incontrare Sua Maestà la Regina, come pure lei ed altri leader politici, ed aver avuto modo di discutere materie di comune interesse sia qui che altrove. Sono stato particolarmente onorato di essere invitato a rivolgermi ad entrambe le Camere del Parlamento nello storico ambiente di Westminster Hall. Spero davvero che queste occasioni possano contribuire a confermare e a rafforzare le eccellenti relazioni fra la Santa Sede e il Regno Unito, specialmente nella collaborazione per lo sviluppo internazionale, nella cura per l’ambiente naturale e nella edificazione di una società civile con un rinnovato senso di valori condivisi ed uno scopo comune.

È stato inoltre un piacere compiere una visita a Sua Grazia l’Arcivescovo di Canterbury ed ai vescovi della Chiesa d’Inghilterra, e successivamente pregare con loro e con fedeli cristiani nell’evocativo spazio di Westminster Abbey, un luogo che parla così eloquentemente delle nostre tradizioni religiose e culturali condivise. Poiché la Gran Bretagna è casa di moltissime tradizioni religiose, sono stato lieto di aver avuto l’opportunità di incontrare i loro rappresentanti e di condividere con loro qualche pensiero circa il contributo che le religioni possono offrire allo sviluppo di una società sana e pluralistica.

Naturalmente, la mia visita era rivolta in modo speciale ai cattolici del Regno Unito. Ricordo con intima gioia il tempo trascorso con i Vescovi, il clero, i religiosi ed i laici, come pure quello con gli insegnanti, gli studenti e gli anziani. E’ stato commovente in maniera speciale celebrare con loro, qui a Birmingham, la beatificazione di un grande figlio dell’Inghilterra, il Cardinale John Henry Newman. Con la sua vasta eredità di scritti accademici e spirituali, sono certo che egli abbia ancora molto da insegnarci sulla vita e la testimonianza cristiane tra le sfide del mondo contemporaneo, sfide che egli previde con eccezionale chiarezza.

Nel congedarmi da voi, permettetemi ancora una volta di formulare i migliori voti e le mie preghiere per la pace e la prosperità della Gran Bretagna. Grazie molte e Dio vi benedica tutti!

[© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana]





VISITA PRIVATA ALL’ORATORIO DI S. FILIPPO NERI A BIRMINGHAM

Lasciato il Cofton Park di Birmingham, poco dopo le ore 13 il Santo Padre Benedetto XVI raggiunge l’Oratorio di S. Filippo Neri, nel distretto di Edgbaston, luogo di residenza del Card. John Henry Newman dal 1854 fino alla sua morte, nel 1890.

Al Suo arrivo, il Papa è accolto dal Rettore dell’Oratorio, Mons. Richard Duffield, che è anche Postulatore della Causa di Beatificazione del Card. Newman. Nella Cappella dedicata al Beato, dove si trovano riuniti i componenti della Comunità dell’Oratorio, il Santo Padre si raccoglie per un breve momento di preghiera, quindi visita al primo piano la camera-museo del Card. Newman e la Cappella privata, dedicata a san Francesco di Sales.

Lasciato l’Oratorio, il Papa si reca in auto all’Oscott College di Birmingham dove pranza con i Vescovi di Inghilterra e Galles, di Scozia, e con i membri del Seguito Papale.








Discorso del Papa ai Vescovi di Scozia, Inghilterra e Galles


BIRMINGHAM, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo il discorso che Papa Benedetto XVI ha rivolto questa domenica pomeriggio ai Vescovi di Scozia, Inghilterra e Galles nella Cappella della Francis Martin House presso il Seminario di Oscott a Birmingham.

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Venerati Fratelli nell’Episcopato,

questo è stato un giorno di grande gioia per la comunità cattolica in queste isole. Il Beato John Henry Newman, come ora lo possiamo chiamare, è stato elevato all’onore degli altari quale esempio di fedeltà eroica al Vangelo ed un intercessore per la Chiesa in queste terre, che egli amò e servì così bene. Qui proprio in questa cappella nel 1852, diede voce alla nuova fiducia e vitalità della comunità cattolica in Inghilterra e Galles, dopo la restaurazione della gerarchia, e le sue parole possono essere applicate pure alla Scozia, venticinque anni dopo. La sua beatificazione odierna è un ricordo della continua azione dello Spirito Santo nell’elargire doni di santità su tutta la gente della Gran Bretagna, così che da est ad ovest e dal nord al sud, sia elevata una perfetta oblazione di lode e di ringraziamento alla gloria del nome di Dio.

Ringrazio il Cardinale O’Brien e l’Arcivescovo Nichols per le loro parole e, ciò facendo, mi viene alla mente quanto poco tempo è trascorso da quando mi è stato dato di accogliervi tutti a Roma per le visite Ad limina delle vostre rispettive Conferenze Episcopali. In quella occasione abbiamo parlato di alcune delle sfide che vi stanno innanzi nel vostro guidare la gente nella fede, particolarmente circa l’urgente necessità di proclamare il Vangelo di nuovo in un contesto altamente secolarizzato. Nel corso della mia visita mi è apparso chiaro come, fra i britannici, sia profonda la sete per la buona novella di Gesù Cristo. Siete stati scelti da Dio per offrire loro l’acqua viva del Vangelo, incoraggiandoli a porre le proprie speranze non nelle vane lusinghe di questo mondo, bensì nelle solide rassicurazioni del mondo futuro. Mentre annunciate la venuta del Regno, con le sue promesse di speranza per i poveri ed i bisognosi, i malati e gli anziani, i non ancora nati e gli abbandonati, fate di tutto per presentare nella sua interezza il messaggio vivificante del Vangelo, compresi quegli elementi che sfidano le diffuse convinzioni della cultura odierna. Come sapete, è stato di recente costituito un Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione dei Paesi di lunga tradizione cristiana, e desidero incoraggiarvi ad avvalervi dei suoi servigi per affrontare i compiti che vi stanno innanzi. Inoltre, molti dei nuovi movimenti ecclesiali hanno un carisma particolare per l’evangelizzazione e son certo che continuerete ad esplorare vie appropriate ed efficaci per coinvolgerli nella missione della Chiesa.

Dalla vostra visita a Roma, i cambiamenti politici nel Regno Unito hanno concentrato l’attenzione sulle conseguenze della crisi finanziaria, che ha causato tante privazioni ad innumerevoli persone e tante famiglie. Lo spettro della disoccupazione sta stendendo le proprie ombre sulla vita di molta gente, ed il costo a lungo termine di pratiche d’investimento dei tempi recenti, mal consigliate, sta diventando quantomai evidente. In tali circostanze, vi saranno ulteriori appelli alla caratteristica generosità dei cattolici britannici, e sono certo che voi sarete in prima linea per esortare alla solidarietà nei confronti dei bisognosi. La voce profetica dei cristiani ha un ruolo importante nel mettere in evidenza i bisogni dei poveri e degli svantaggiati, che possono così facilmente essere trascurati nella destinazione di risorse limitate. Nel documento magisteriale Choosing the Common Good, i Vescovi d’Inghilterra e del Galles hanno sottolineato l’importanza della pratica della virtù nella vita pubblica. Le circostanze odierne offrono una buona opportunità per rafforzare quel messaggio, e certamente per incoraggiare le persone ad aspirare ai valori morali più alti in ogni settore della loro vita, contro un retroterra di crescente cinismo addirittura circa la possibilità di una vita virtuosa.

Un altro argomento che ha ricevuto molta attenzione nei mesi trascorsi e che mina seriamente la credibilità morale dei responsabili della Chiesa è il vergognoso abuso di ragazzi e di giovani da parte di sacerdoti e di religiosi. In molte occasioni ho parlato delle profonde ferite che tale comportamento ha causato, anzitutto nelle vittime ma anche nel rapporto di fiducia che dovrebbe esistere fra sacerdoti e popolo, fra sacerdoti e i loro Vescovi, come pure fra le autorità della Chiesa e la gente. So bene che avete fatto passi molto seri per portare rimedio a questa situazione, per assicurare che i ragazzi siano protetti in maniera efficace da qualsiasi danno, e per affrontare in modo appropriato e trasparente le accuse quando esse sorgono. Avete pubblicamente fatto conoscere il vostro profondo dispiacere per quanto accaduto e per i modi spesso inadeguati con i quali, in passato, si è affrontata la questione. La vostra crescente comprensione dell’estensione degli abusi sui ragazzi nella società, dei suoi effetti devastanti, e della necessità di fornire adeguato sostegno alle vittime, dovrebbe servire da incentivo per condividere, con la società più ampia, la lezione da voi appresa. In realtà, quale via migliore potrebbe esserci se non quella di fare riparazione per tali peccati avvicinandovi, in umile spirito di compassione, ai ragazzi che soffrono anche altrove per gli abusi? Il nostro dovere di prenderci cura della gioventù esige proprio questo e niente di meno.

Mentre riflettiamo sulla fragilità umana che questi tragici eventi rivelano in maniera così dura, ci viene ricordato che, per essere guide cristiane efficaci, dobbiamo vivere nella più alta integrità, umiltà e santità. Come scrisse una volta il beato John Henry Newman: "Che Dio ci doni dei sacerdoti che sappiano sentire la propria debolezza di peccatori, e che il popolo li sappia compatire ed amare e pregare per la loro crescita in ogni buon dono di grazia" (Sermon, 22 marzo 1829). 191). Prego che fra le grazie di questa visita vi sia un rinnovato impegno da parte delle guide cristiane alla vocazione profetica che hanno ricevuto, e un nuovo apprezzamento da parte del popolo per il grande dono del ministero ordinato. Sgorgheranno così spontaneamente le preghiere per le vocazioni, e possiamo esser fiduciosi che il Signore risponderà inviando operai che raccolgano l’abbondante messe che ha preparato in tutto il Regno Unito (cfr Mt 9,37-38). A tale proposito sono lieto di avere l’opportunità di incontrare fra poco i seminaristi dell’Inghilterra, della Scozia e del Galles per rassicurarli delle mie preghiere, mentre si preparano a far la loro parte per raccogliere quella messe.

Infine vorrei parlarvi di due materie specifiche che riguardano in questo tempo il vostro ministero episcopale. Una è l’imminente pubblicazione della nuova traduzione del Messale Romano. In questa circostanza desidero ringraziare tutti voi per il contributo dato, con così minuziosa cura, all’esercizio collegiale nella revisione e nell’approvazione dei testi. Ciò ha fornito un immenso servizio ai cattolici di tutto il mondo anglofono. Vi incoraggio a cogliere l’occasione che questa nuova traduzione offre, per una approfondita catechesi sull’Eucaristia e per una rinnovata devozione nei modi in cui essa viene celebrata. "Quanto più viva è la fede eucaristica nel popolo di Dio, tanto più profonda è la sua partecipazione alla vita ecclesiale che Cristo ha affidato ai suoi discepoli" (Sacramentum caritatis, 6). L’altro punto lo sollevai in febbraio con i Vescovi dell’Inghilterra e del Galles, quando vi chiesi di essere generosi nel porre in atto la Costituzione apostolica Anglicanorum coetibus. Questo dovrebbe essere considerato un gesto profetico che può contribuire positivamente allo sviluppo delle relazioni fra anglicani e cattolici. Ci aiuta a volgere lo sguardo allo scopo ultimo di ogni attività ecumenica: la restaurazione della piena comunione ecclesiale nel contesto della quale il reciproco scambio di doni dai nostri rispettivi patrimoni spirituali, serve da arricchimento per noi tutti. Continuiamo a pregare e ad operare incessantemente per affrettare il lieto giorno in cui quel traguardo potrà essere raggiunto.

Con tali sentimenti vi ringrazio cordialmente per la vostra ospitalità durante questi ultimi quattro giorni. Nell’affidare voi e il popolo che servite all’intercessione di sant’Andrea, san Davide e san Giorgio, volentieri imparto la Benedizione Apostolica a voi, al clero, ai religiosi e ai laici dell’Inghilterra, della Scozia e del Galles.

[© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana]
















Il Papa: la diversità della Gran Bretagna, sfida e opportunità di crescita
Benedetto XVI si congeda dal Regno Unito




BIRMINGHAM, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- La diversità della Gran Bretagna moderna è una “sfida” ma anche una “grande opportunità”, ha affermato Benedetto XVI questa domenica pomeriggio congedandosi dal Regno Unito al termine della sua visita pastorale di quattro giorni.

Il Papa è stato salutato all'aeroporto internazionale di Birmingham dal Primo Ministro britannico, David Cameron, al quale ha espresso la propria riconoscenza “per tutto l’impegnativo lavoro di preparazione da parte sia dell’attuale che del precedente Governo, da parte degli impiegati civili, delle autorità locali e della polizia, come pure da parte dei molti volontari che con tanta pazienza son venuti in aiuto per preparare gli eventi di questi quattro giorni”.

“Grazie per il calore della vostra accoglienza e per l’ospitalità che ho potuto gustare”, ha esclamato.

Il Pontefice ha osservato che nei quattro giorni della sua visita ha potuto incontrare “i rappresentanti delle molte comunità, culture, lingue e religioni che formano la società britannica”.

“Proprio la diversità della Gran Bretagna moderna è una sfida per il suo Governo e per il popolo, ma rappresenta anche una grande opportunità per ulteriore dialogo interculturale e interreligioso per l’arricchimento dell’intera comunità”, ha constatato.

Ringraziando per l’opportunità di incontrare la Regina Elisabetta II, Cameron e altri politici e di aver potuto discutere “materie di comune interesse”, il Vescovo di Roma ha confessato di sentirsi “particolarmente onorato di essere invitato a rivolgermi ad entrambe le Camere del Parlamento nello storico ambiente di Westminster Hall”.

“Spero davvero che queste occasioni possano contribuire a confermare e a rafforzare le eccellenti relazioni fra la Santa Sede e il Regno Unito, specialmente nella collaborazione per lo sviluppo internazionale, nella cura per l’ambiente naturale e nella edificazione di una società civile con un rinnovato senso di valori condivisi ed uno scopo comune”, ha auspicato.

“È stato inoltre un piacere compiere una visita a Sua Grazia l’Arcivescovo di Canterbury ed ai Vescovi della Chiesa d’Inghilterra, e successivamente pregare con loro e con fedeli cristiani nell’evocativo spazio di Westminster Abbey, un luogo che parla così eloquentemente delle nostre tradizioni religiose e culturali condivise”.

“Poiché la Gran Bretagna è casa di moltissime tradizioni religiose, sono stato lieto di aver avuto l’opportunità di incontrare i loro rappresentanti e di condividere con loro qualche pensiero circa il contributo che le religioni possono offrire allo sviluppo di una società sana e pluralistica”, ha aggiunto.

Benedetto XVI ha sottolineato che, “naturalmente”, la sua visita era rivolta in modo speciale ai cattolici del Regno Unito.

“Ricordo con intima gioia il tempo trascorso con i Vescovi, il clero, i religiosi ed i laici, come pure quello con gli insegnanti, gli studenti e gli anziani – ha detto –. E’ stato commovente in maniera speciale celebrare con loro, qui a Birmingham, la beatificazione di un grande figlio dell’Inghilterra, il Cardinale John Henry Newman”.

“Con la sua vasta eredità di scritti accademici e spirituali, sono certo che egli abbia ancora molto da insegnarci sulla vita e la testimonianza cristiane tra le sfide del mondo contemporaneo, sfide che egli previde con eccezionale chiarezza”, ha concluso.

Nel suo discorso al Papa, il Primo Ministro Cameron ha affermato che i quattro giorni della visita papale sono stati “incredibilmente toccanti”.

“Lei ha parlato a una Nazione di sei milioni di cattolici ma è stato ascoltato da una Nazione di più di 60 milioni di cittadini e da molti altri milioni in tutto il mondo”, ha aggiunto, sottolineando che Benedetto XVI ha offerto “un messaggio non solo alla Chiesa cattolica, ma a ciascuno di noi, di qualsiasi fede o di nessuna”.

Cameron ha quindi ricordato il Cardinale Newman e la sua convinzione che nella società tutti condividano un “legame di unità comune”, e ha sottolineato che questo legame “è stato una parte incredibilmente importante” del messaggio del Papa ai britannici, che vogliono costruire su questa base “una nuova cultura della responsabilità sociale”.

“Le persone di fede sono grandi architetti di questa nuova cultura”, ha aggiunto.

“La fede fa parte del tessuto del nostro Paese”, ha continuato Cameron. “E' stato sempre così e così sarà sempre”.

“Lei ha veramente sfidato l'intero Paese a sedersi e pensare, e questo può essere solo un bene”, ha concluso rivolgendosi al Pontefice.

Quello in Gran Bretagna è stato il 17° viaggio internazionale del pontificato di Benedetto XVI.






Il Papa dona una nuova pagina alla Chiesa cattolica nel Regno Unito
La visita porta a un inedito riconoscimento dei cattolici da parte di istituzioni e società

di Edward Pentin


LONDRA, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- Dopo le prime due giornate della visita papale in Gran Bretagna centrate soprattutto su questioni Chiesa-Stato, gli ultimi due giorni sono diventati molto più personali e pastorali.

La dimensione istituzionale del viaggio ha avuto tappe poco commentate questo sabato mattina, quando nella casa dell'Arcivescovo di Westminster il Papa ha ricevuto in udienza privata il Primo Ministro britannico, David Cameron, il suo vice Nick Clegg e il leader dell'opposizione Harriet Harman.

Il Santo Padre ha porto le proprie condoglianze a Cameron per la morte recente del padre, ha parlato con ciascun politico per circa 20 minuti e ha consegnato come ricordo una medaglia del suo pontificato.

Cameron, anglicano, ha donato al Papa una copia della prima edizione del libro del nuovo beato John Henry Newman “Apologia Pro Vita Sua”, stampata nel 1864, e un ritaglio di giornale che descrive un servizio religioso presieduto dal Cardinale a Edgbaston, Birmingham.

Un momento significativo delle relazioni istituzionali che ha aperto la visita ha avuto luogo venerdì sera, quando si è svolta una cena di lavoro tra il Governo del Regno Unito e la delegazione papale nella Lancaster House di Londra. Il tema è stato la lotta comune contro la fame e il sottosviluppo.

Il resto delle attività del sabato, a partire dalle 10.00, ha dato il via a una maratona di celebrazioni liturgiche e incontri pastorali, iniziati con la Messa nella Cattedrale del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo a Westminster. La liturgia di questa Cattedrale di stile bizantino, consacrata nel 1910, è stata così impressionante che alcuni fedeli si sono commossi fino alle lacrime.

Il Santo Padre ha espresso il suo “profondo dolore” per gli abusi sessuali commessi dai sacerdoti, e li ha definiti “inqualificabili crimini” che hanno provocato “la vergogna e l’umiliazione” della Chiesa.

Il Pontefice ha inquadrato questi crimini nel contesto della sofferenza di Cristo: “Nella vita della Chiesa, nelle sue prove e tribolazioni, Cristo continua, secondo l’incisiva espressione di Pascal, ad essere in agonia fino alla fine del mondo”.

Padre Jonathan How, portavoce della Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles, ha spiegato a ZENIT che il Papa ha dato un senso trascendente, alla luce della sofferenza di Cristo, allo scandalo degli abusi commessi da sacerdoti.

“Se ci vergogniamo e siamo umiliati per gli abusi, non facciamo altro che condividere ciò che le vittime e Cristo hanno sperimentato”, ha detto.

Conferma nella fede

Venivano da tutte le parti della Gran Bretagna i pellegrini che hanno partecipato alla Messa di sabato e alla veglia di Hyde Park. Dan Williams, di Cardiff, ha detto a ZENIT che è un avvenimento che accade “solo una volta nella vita” e che spera che serva per “rafforzare la fede” nel Paese.

Billy Macauley, che ha seguito il Santo Padre da Glasgow, ha riconosciuto che la visita papale è stata una grande benedizione “e la Messa a Bellahouston Park è stata molto potente”.

“E' difficile immaginare che le parole possano avere tanto significato per la gente, per questo preghiamo che il Santo Padre, guidato dallo Spirito Santo, continui a confermare nella fede”, ha dichiarato.

Dopo la Messa, circa 2.500 giovani delle Diocesi di Inghilterra, Galles e Scozia si sono riuniti nella piazza di fronte alla Cattedrale per salutare il Vescovo di Roma.

“Chiedo ad ognuno di voi, prima di tutto, di guardare dentro al proprio cuore. Pensate a tutto l’amore, per ricevere il quale il vostro cuore è stato creato e a tutto l’amore che esso è chiamato a donare”, ha detto il Pontefice ai giovani.

Come si pensava, Benedetto XVI ha in seguito incontrato a Westminster cinque persone che hanno subito abusi da parte di chierici: tre delle vittime erano dello Yorkshire, una di Londra e una della Scozia.

Una fonte vicina alle vittime ha rivelato alla BBC che hanno trascorso tra i 30 e i 40 minuti con il Papa, “un buon periodo di tempo”, “più lungo di quello che ha concesso al Primo Ministro”.

Il centro di Londra trasformato

Quando il sole è tramontato alle 18.30 di questo sabato, si è svolto un momento che molti britannici e il Papa ricorderanno per sempre: il viaggio in papamobile per il cuore di Londra. Il Mall, il grande viale che conduce al Palazzo di Buckingham, sinonimo di impero, splendore e momenti cruciali per la storia del Paese, era decorato da enormi bandiere britanniche e vaticane.

Tutti hanno applaudito, anche se con la tipica aria riservata britannica, al passaggio della papamobile, circondata da un gruppo di guardie del corpo che camminavano in fretta. Tra la folla, molti hanno corso per seguire il ritmo del veicolo fino ad arrivare a un chilometro da Hyde Park, dove il Papa ha presieduto una veglia alla vigilia della beatificazione del Cardinale John Henry Newman.

Il Pontefice ha guidato decine di migliaia di fedeli in una bella cerimonia di veglia di preghiera e adorazione. Purtroppo, a causa delle disposizioni di sicurezza, hanno potuto entrare solo coloro che avevano il biglietto, mentre altre migliaia di persone sono rimaste all'esterno, costrette a seguire la cerimonia sui maxischermi collocati dall'altro lato della parete che era stata eretta per l'occasione.

Nel suo discorso, il Papa ha illustrato tutto ciò che i giovani cattolici possono imparare dal Cardinale Newman e si è riferito all'esempio dei martiri cattolici, aggiungendo che, anche se i cattolici di oggi non sono impiccati o squartati per la loro fede, spesso sono “ridicolizzati o fatti segno di parodia”.

Bisogna sopportare questo, ha aggiunto, convinti che la “luce gentile” della fede ci mostrerà la via.

Anche in questa occasione erano presenti persone di ogni età e cultura, e anche i più giovani si sono raccolti in profonda preghiera.

Per me personalmente, come cattolico britannico, vedere il vicario di Cristo che passa davanti a luoghi tanto familiari come il Palazzo di Buckingham e dà la benedizione a Hyde Park è stato un'esperienza quasi surreale, una cosa che non avrei mai pensato di poter testimoniare.

Forse più che nel discorso nella Westminster Hall di venerdì, in quei momenti ho avuto l'impressione che la Chiesa cattolica è davvero riuscita ad essere accettata in Gran Bretagna. In quei momenti è iniziato un nuovo capitolo per i cattolici britannici, lasciando indietro i problemi passati con la Chiesa cattolica, a cui questo Paese deve le sue più profonde radici culturali.







Benedetto XVI: la lezione di Newman? “Il cuore parla al cuore”
La “vita cristiana come chiamata alla santità”




BIRMINGHAM, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- Nel beatificare questo domenica il Cardinale John Henry Newman (1801-1890), Benedetto XVI ha indicato nel motto scelto per la sua visita nel Regno Unito - “Il cuore parla al cuore” - la lezione lasciata ai cristiani di oggi da questo teologo, che fu fondatore degli Oratori di San Filippo Neri, in Inghilterra.

Il motto ricalca le parole che il Cardinale Newman scelse per il suo stemma quando divenne porporato nel 1879 e sono di san Francesco di Sales, del quale era molto devoto.

Parlando ai settanta mila pellegrini riunitisi nel Cofton Park de Rednal, a Birmingham, il Papa ha osservato che questo insegnamento “ci permette di penetrare nella sua comprensione della vita cristiana come chiamata alla santità, sperimentata come l’intenso desiderio del cuore umano di entrare in intima comunione con il Cuore di Dio”


La preghiera eleva l'anima

“Egli – ha aggiunto – ci rammenta che la fedeltà alla preghiera ci trasforma gradualmente nell’immagine divina”. La preghiera scrisse in uno dei suoi sermoni, “ha ciò che può essere chiamato un effetto naturale nello spiritualizzare ed elevare l’anima”.


Con la preghiera, ha sottolineato, “un uomo non è più ciò che era prima; gradualmente… ha interiorizzato un nuovo sistema di idee ed è divenuto impregnato di freschi principi”.

La missione del cristiano

Newman seppe soprattutto incarnare una ricerca della verità dove fede e ragione si fondono insieme, ha affermato il Pontefice che ha indicato in questo aspetto l'eredità principale per i cristiani di tutto il mondo di questo teologo britannico che fu un pastore angicano prima di convertirsi al cattolicesimo.

"Voglio un laicato non arrogante – scriveva Newman –, non precipitoso nei discorsi, non polemico, ma uomini che conoscono la propria religione, che in essa vi entrino, che sappiano bene dove si ergono, che sanno cosa credono e cosa non credono, che conoscono il proprio credo così bene da dare conto di esso, che conoscono così bene la storia da poterlo difendere".

In un altro dei suoi famosi discorsi sulla vita sacerdotale disse invece: "Se gli angeli fossero stati i vostri sacerdoti, cari fratelli, non avrebbero potuto partecipare alle vostre sofferenze, né compatirvi, né aver compassione per voi, né provare tenerezza nei vostri confronti e trovare motivi per giustificarvi, come possiamo noi; non avrebbero potuto essere modelli e guide per voi, ed avervi condotto dal vostro uomo vecchio a vita nuova, come lo possono quanti vengono dal vostro stesso ambiente”.

Alla fine della Messa e prima della preghiera mariana dell'Angelus, il Pontefice ha approfondito il rapporto filiale che legava il neo beato alla Vergine Maria, ricordando che quando Newman venne a vivere a Birmingham, diede il nome di “Maryvale” alla sua prima casa, mentre l’Oratorio da lui fondato venne dedicato all’Immacolata Concezione.

“Chi può valutare la santità e la perfezione di lei – si chiedeva Newman –, che fu scelta per essere la Madre di Cristo? Quali avrebbero dovuto essere i suoi doni, lei che fu scelta per essere l’unica familiare terrena del Figlio di Dio, l’unica che egli fu obbligato per natura a riverire e alla quale rivolgersi; l’unica incaricata di guidarlo ed educarlo, di istruirlo giorno dopo giorno, mentre cresceva in sapienza e grandezza?”.










Incarnare “integrità, umiltà e santità”, chiede il Papa ai Vescovi britannici


BIRMINGHAM, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- “Integrità, umiltà e santità” sono le tre caratteristiche che Benedetto XVI ha chiesto ai Vescovi di Scozia, Inghilterra e Galles di incarnare nell'esercizio del ministero che è stato loro affidato.

Il Pontefice si è rivolto ai presuli nella Cappella della Francis Martin House presso il Seminario di Oscott a Birmingham questa domenica pomeriggio, dopo aver beatificato in mattinata il Cardinale John Henry Newman.

“Che Dio ci doni dei sacerdoti che sappiano sentire la propria debolezza di peccatori, e che il popolo li sappia compatire ed amare e pregare per la loro crescita in ogni buon dono di grazia”, scrisse il porporato beatificato.

Il Papa ha tratto spunto da questa riflessione di Newman per ricordare la necessità di un clero santo soprattutto dopo che negli ultimi mesi l'opinione pubblica e la Chiesa stessa hanno dibattuto un tema grave e delicato, il “vergognoso abuso di ragazzi e di giovani da parte di sacerdoti e di religiosi”.

Una realtà così drammatica, ha ammesso, “mina seriamente la credibilità morale dei responsabili della Chiesa”.

Il Pontefice ha sottolineato di aver parlato in molte occasioni “delle profonde ferite che tale comportamento ha causato, anzitutto nelle vittime ma anche nel rapporto di fiducia che dovrebbe esistere fra sacerdoti e popolo, fra sacerdoti e i loro Vescovi, come pure fra le autorità della Chiesa e la gente”.

“So bene che avete fatto passi molto seri per portare rimedio a questa situazione, per assicurare che i ragazzi siano protetti in maniera efficace da qualsiasi danno, e per affrontare in modo appropriato e trasparente le accuse quando esse sorgono”, ha detto ai Vescovi, ricordando che questi hanno espresso pubblicamente il loro “profondo dispiacere per quanto accaduto e per i modi spesso inadeguati con i quali, in passato, si è affrontata la questione”.

“La vostra crescente comprensione dell’estensione degli abusi sui ragazzi nella società, dei suoi effetti devastanti, e della necessità di fornire adeguato sostegno alle vittime, dovrebbe servire da incentivo per condividere, con la società più ampia, la lezione da voi appresa”.

“Quale via migliore potrebbe esserci se non quella di fare riparazione per tali peccati avvicinandovi, in umile spirito di compassione, ai ragazzi che soffrono anche altrove per gli abusi? - ha chiesto -. Il nostro dovere di prenderci cura della gioventù esige proprio questo e niente di meno”.

“Mentre riflettiamo sulla fragilità umana che questi tragici eventi rivelano in maniera così dura, ci viene ricordato che, per essere guide cristiane efficaci, dobbiamo vivere nella più alta integrità, umiltà e santità”, ha proseguito il Papa.

“Prego che fra le grazie di questa visita vi sia un rinnovato impegno da parte delle guide cristiane alla vocazione profetica che hanno ricevuto, e un nuovo apprezzamento da parte del popolo per il grande dono del ministero ordinato”, ha confessato.

“Sgorgheranno così spontaneamente le preghiere per le vocazioni, e possiamo esser fiduciosi che il Signore risponderà inviando operai che raccolgano l’abbondante messe che ha preparato in tutto il Regno Unito”.

A questo proposito, il Papa si è detto lieto di incontrare, dopo i Vescovi, i seminaristi di Inghilterra, Scozia e Galles, per rassicurarli delle sue preghiere, “mentre si preparano a far la loro parte per raccogliere quella messe”.







Il Papa ai Vescovi britannici: “Offrite l'acqua viva del Vangelo”
Discorso al Seminario di Oscott a Birmingham




BIRMINGHAM, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- Incontrando questa domenica pomeriggio nella Cappella della Francis Martin House presso il Seminario di Oscott a Birmingham i Vescovi di Scozia, Inghilterra e Galles, Benedetto XVI ha chiesto loro di non stancarsi mai di offrire alla società del loro Paese “l'acqua viva del Vangelo”.

In quello che ha definito “un giorno di grande gioia per la comunità cattolica in queste isole” per la beatificazione del Cardinale John Henry Newman, “esempio di fedeltà eroica al Vangelo” e “intercessore per la Chiesa” in Gran Bretagna, il Papa ha ricordato che nel 1852, proprio nella Cappella della Francis Martin House, il porporato “diede voce alla nuova fiducia e vitalità della comunità cattolica in Inghilterra e Galles, dopo la restaurazione della gerarchia”.

“Le sue parole possono essere applicate pure alla Scozia, venticinque anni dopo”, ha aggiunto.

Per il Papa, la beatificazione del Cardinale è “un ricordo della continua azione dello Spirito Santo nell’elargire doni di santità su tutta la gente della Gran Bretagna, così che da est ad ovest e dal nord al sud, sia elevata una perfetta oblazione di lode e di ringraziamento alla gloria del nome di Dio”.

Offrire Cristo

In questa visita nel Regno Unito, il Pontefice confessa che gli “è apparso chiaro come, fra i britannici, sia profonda la sete per la buona novella di Gesù Cristo”.

“Siete stati scelti da Dio per offrire loro l’acqua viva del Vangelo, incoraggiandoli a porre le proprie speranze non nelle vane lusinghe di questo mondo, bensì nelle solide rassicurazioni del mondo futuro”, ha detto ai Vescovi.

“Mentre annunciate la venuta del Regno, con le sue promesse di speranza per i poveri ed i bisognosi, i malati e gli anziani, i non ancora nati e gli abbandonati, fate di tutto per presentare nella sua interezza il messaggio vivificante del Vangelo, compresi quegli elementi che sfidano le diffuse convinzioni della cultura odierna”, ha esortato.

Allo stesso modo, ha incoraggiato i presuli a servirsi del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, di recente istituzione, e a “esplorare vie appropriate ed efficaci” per coinvolgere nella missione della Chiesa i nuovi movimenti ecclesiali, molti dei quali hanno “un carisma particolare per l'evangelizzazione”.

Vicinanza a chi soffre

Il Pontefice ha quindi affrontato alcune delle sfide più pressanti per la società britannica, come le conseguenze della crisi finanziaria, “che ha causato tante privazioni ad innumerevoli persone e tante famiglie”.

“Lo spettro della disoccupazione sta stendendo le proprie ombre sulla vita di molta gente, ed il costo a lungo termine di pratiche d’investimento dei tempi recenti, mal consigliate, sta diventando quantomai evidente”.

In queste circostanze, ha chiesto ai Vescovi di esortare i cattolici britannici, dalla “caratteristica generosità”, alla solidarietà nei confronti dei bisognosi.

“La voce profetica dei cristiani ha un ruolo importante nel mettere in evidenza i bisogni dei poveri e degli svantaggiati, che possono così facilmente essere trascurati nella destinazione di risorse limitate”.

Messale Romano

Un'altra questione affrontata dal Papa nel suo discorso ai Vescovi è stata l’imminente pubblicazione della nuova traduzione del Messale Romano.

“Desidero ringraziare tutti voi per il contributo dato, con così minuziosa cura, all’esercizio collegiale nella revisione e nell’approvazione dei testi”, ha affermato il Pontefice, sottolineando che “ciò ha fornito un immenso servizio ai cattolici di tutto il mondo anglofono”.

“Vi incoraggio a cogliere l’occasione che questa nuova traduzione offre, per una approfondita catechesi sull’Eucaristia e per una rinnovata devozione nei modi in cui essa viene celebrata”.

“Quanto più viva è la fede eucaristica nel popolo di Dio, tanto più profonda è la sua partecipazione alla vita ecclesiale che Cristo ha affidato ai suoi discepoli”, ha aggiunto citando l'Esortazione Apostolica Sacramentum caritatis.

Gesto profetico

Riferendosi infine alla Costituzione apostolica Anglicanorum coetibus, che permette a gruppi di anglicani di entrare in piena comunione con la Chiesa cattolica prevedendo l'istituzione di Ordinariati personali, Benedetto XVI ha indicato che “dovrebbe essere considerato un gesto profetico che può contribuire positivamente allo sviluppo delle relazioni fra anglicani e cattolici”.

“Ci aiuta a volgere lo sguardo allo scopo ultimo di ogni attività ecumenica: la restaurazione della piena comunione ecclesiale nel contesto della quale il reciproco scambio di doni dai nostri rispettivi patrimoni spirituali serve da arricchimento per noi tutti”.

“Continuiamo a pregare e ad operare incessantemente per affrettare il lieto giorno in cui quel traguardo potrà essere raggiunto”, ha concluso.









Il Papa ricorda gli inglesi che spesero la loro vita contro il nazismo
A settant’anni dalla Battaglia d'Inghilterra




BIRMINGHAM, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- Nella domenica in cui la Gran Bretagna celebra il settantesimo anniversario della Battaglia d'Inghilterra (1940), il Papa tedesco ha voluto rendere omaggio a tutti quei britannici che lottarono contro il nazismo a costo della loro vita.

“Per me, che ho vissuto e sofferto lungo i tenebrosi giorni del regime nazista in Germania – ha detto Benedetto XVI –, è profondamente commovente essere qui con voi in tale occasione, e ricordare quanti dei vostri concittadini hanno sacrificato la propria vita, resistendo coraggiosamente alle forze di quella ideologia maligna”.

Le sue parole sono state ascoltate dai circa settanta mila pellegrini riuniti per la Messa di beatificazione del Cardinale John Henry Newman (1801-1890), nel Cofton Park di Rednal, a Birmingham.

Il Pontefice ha salutato in particolare gli abitanti della vicina Coventry, “che ebbe a soffrire un così pesante bombardamento e una grave perdita di vite umane nel novembre del 1940”.

“Settant’anni dopo – ha aggiunto –, ricordiamo con vergogna ed orrore la spaventosa quantità di morte e distruzione che la guerra porta con sé al suo destarsi, e rinnoviamo il nostro proposito di agire per la pace e la riconciliazione in qualunque luogo in cui sorga la minaccia di conflitti.”

La Battaglia d'Inghilterra è legata alla campagna aerea che l'aviazione tedesca sferrò contro quella britannica nel 1940, nel corso della seconda guerra mondiale, al fine di ottenere la supremazia sui cieli della Manica e dell'Inghilterra meridionale indispensabile per l'invasione dell'isola.

Il bilancio dei terribili scontri fu di 300 mila morti, molti dei quali civili, mentre due milioni di case furono rase al suolo. Secondo le cifre ufficiali, l'aviazione britannica perse 900 aeroplani, mentre quella tedesca ne perse circa 1.700.








Padre Lombardi: il Papa e Newman, due ricercatori della verità


ROMA, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- Benedetto XVI e il Cardinale John Henry Newman sono accomunati dallo stesso tipo di esperienza della fede e dalla ricerca della verità. E' quanto ha detto ai microfoni della Radio Vaticana il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi.

Secondo il sacerdote gesuita la figura del neo beato sintetizza molti dei temi affrontati durante il viaggio dal Papa nel suo incarnare “la bellezza e la gioia della fede in Cristo come fondamento di un servizio positivo per la società in cui si vive, come fondamento di una testimonianza efficace di grande carità per la comunità in cui si vive”.

Allo stesso tempo, per Newman la fede cristiana è “un cammino di ricerca della verità sempre più profondo che giunge sempre più pienamente all’incontro con Cristo e quindi alla santità”.

“E’ una personalità – ha continuato il direttore della Sala Stampa vaticana – che ha una profonda sintonia con quella del Santo Padre per l’unione fra esperienza di cultura ed esperienza di fede, per la profonda spiritualità per il senso di ricerca della verità”.

“Quindi – ha aggiunto –, capiamo anche perché il Papa ha desiderato di fare lui stesso questa Beatificazione. Si è sentita una sintonia profonda di sensibilità, di impostazione dell’esperienza di fede”.

Nel ripercorrere poi alcuni dei momenti più toccanti della visita papale, il portavoce vaticano ha richiamato l’incontro con le vittime degli abusi, “che è stato significativo del modo in cui il Santo Padre affronta questa questione così delicata per la Chiesa oggi”.

In particolare, ha spiegato, in questo viaggio il Papa ha voluto affrontare tale questione in tre modi diversi: “con le parole dell’omelia, con l’incontro con le vittime e con l’incontro con le persone impegnate nella salvaguardia, nella tutela dei giovani e dei bambini”.

“Quest’ultimo aspetto – ha evidenziato – è un po’ una novità rispetto ad altri viaggi e dimostra la completezza degli approcci con cui la Chiesa deve affrontare questa situazione guardando anche in avanti e mettendo proprio tutte le premesse perché la testimonianza sia credibile e ci sia la garanzia di poter evitare per sempre il ripetersi di errori e di crimini”.









Festa della fede a Birmingham per la beatificazione di Newman
70.000 i fedeli presenti alla cerimonia

di Carmen Elena Villa



BIRMINGHAM, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- Questa domenica il Cofton Park di Rednal si è tramutato in un gigantesco luogo di preghiera, che ha riunito circa 70.000 fedeli provenienti dall'Inghilterra e da diverse diocesi di tutto il mondo desiderosi di essere presenti a un evento senza precedenti nella storia britannica: la beatificazione di uno dei suoi figli in una messa presieduta dal Papa Benedetto XVI.

Alle 10 del mattino il Papa ha fatto il suo ingresso in processione mentre il coro intonava la canzone Praise to the holiest in the heights, il cui testo è stato ispirato da alcuni scritti del Cardinale Newman e che è stata eseguita anche sabato notte in occasione della vigilia di preparazione alla sua beatificazione.

Accanto al Papa decine di Vescovi delle diversi diocesi del Regno Unito così come decine di sacerdoti.

Nel suo indirizzo di saluto al Pontefice l'Arcivescovo di Birghiman, mons. Bernard Longley, ha detto: "Negli ultimi giorni lei è stato fra noi come un pellegrino che condivide la propria ricerca della verità e della bontà di Dio. Come nostro Pastore Supremo lei ci ha condotti più vicini a Gesù Cristo per essere rinfrescati dalle 'sorgenti della Trinità'".

“Ora Santo Padre – ha proseguito – siamo uniti con lei in preghiera in questa città che è stata la casa d'elezione del venerabile John Henry Newman”.

“Le chiediamo, Santo padre, di farci avvicinare nuovamente alla presenza eucaristica del Signore”, ha continuato l'Arcivescovo “così che possiamo presto acclamare il Venerabile John Henry tra i beati”.

Al termine del suo breve discorso mons. Longley ha consegnato al Pontefice una edizione del libro Apologia pro vita sua, che l'autobiografía nonché una delle opere più importanti del neo beato.

Subito dopo un gruppo composto per la maggior parte da laici ha consegnato al Papa le reliquie del

Cardinale Newman. Tra questi erano presenti il postulatore della Causa, l'avvocato Andrea Ambrosi, così come John (Jack) Sullivan, il diacono che ha ricevuto il miracolo decisivo per la beatificazione.

Ha quindi avuto inizio il rito di beatificazione durante il quale è stata letta una breve biografia del Cardinale. Benedetto XVI ha pronunciato la formula di beatificazione, accolta con un applauso entusiasta da parte dei fedeli mentre veniva svelato l'arazzo con il volto di Newman. Gli assistenti hanno quindi cominciato ad abbassere in segno di rispetto le bandiere dei diversi paesi di provenienza compresa quella vaticana.

Allegria tra i fedeli

ZENIT ha potuto parlare con alcuni delle migliaia di partecipanti alla cerimonia tra cui Vicky Birmingham, una delle componenti del coro che ha cantato durante la celebrazione: “Ci siamo preparati per questo appuntamento a partire da maggio, facendo le prove con i cori in tutta la diocesi”.

I membri del coro, diretto da padre Peter Jones, musicista e compositore, provenivano da diverse parrocchie dell'Inghilterra, comprese l'oratorio di Birmingham e di Londra. Sono giunti qui alle 4:30 ed hanno potuto ammirare il sole sorgere mentre eseguivano le prove.

Nello spiegare ciò che rappresenta per lei il nuovo beato Vicky ha detto: “è qualcuno che ammiro perché ha abbandonato la pace dei chiostri di Oxford per una città frenetica e per mettere in pratica la sua fede".

Ha poi confessato che è stato meraviglioso “partecipare a una beatificazione presieduta dal Papa in persona, e alla prima beatificazione in Gran Bretagna. Finalmente il cattolicesimo inglese ha ricevuto il suo giusto riconoscimento”.

Elizabeth Flynn, un'altra fedele inglese presente alla cerimonia, ha espresso così la sua gioia al temine della preghiera dell'Angelus: "È bello stare con tanti inglesi. Regna un'atmosfera sana, tranquilla. Ho percepito lo stesso silenzio di una messa domenicale ma al contempo una grande gioia”.

Per Cecilia Wain, un'altra partecipante proveniente da Manchester, “questo evento porterà molta Grazia nel Paese”.

"Gesù ha detto che avrebbe rinnovato ogni cosa, ed io credo che la visita e la beatificazione costituiscano realmente l'inizio di qualche cosa di nuovo", ha concluso.












Le liturgie per la visita nel Regno Unito, veicolo di nuova evangelizzazione
Distribuito un milione di copie della rivista di liturgia e preghiera “Magnificat”

di Jesús Colina


BIRMINGHAM, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- Le celebrazioni liturgiche che Benedetto XVI ha presieduto durante la sua visita nel Regno Unito sono diventate grandi momenti di nuova evangelizzazione, secondo quanto hanno testimoniato i partecipanti e le stesse immagini televisive.

Per vivere in modo più profondo questi momenti di preghiera, è stato distribuito un milione di copie della rivista “Magnificat” - che presenta i testi degli atti pubblici di preghiera a cui il Papa ha partecipato – non solo ai pellegrini presenti, ma anche nelle parrocchie di Scozia, Inghilterra e Galles.

Romain Lizé, direttore aggiunto di “Magnificat”, che ha seguito il Papa nel suo viaggio nel Regno Unito, ha spiegato a ZENIT che l'iniziativa ha avuto luogo perché “era molto importante per le Conferenze Episcopali britanniche associare il maggior numero possibile di persone a questa visita storica, in particolare quanti non si potevano spostare”.

“Presente da alcuni anni in Gran Bretagna, era naturale per 'Magnificat' investire nella preparazione della visita del Papa a livello sia finanziario che spirituale – ha riconosciuto Lizé –. Questa visita è per la rivista l'opportunità di mettere a disposizione dei fedeli una versione completamente britannica, con il calendario liturgico e la traduzione biblica appropriati”.

“L'insediamento duraturo di 'Magnificat' in Gran Bretagna riflette anche la volontà di sostenere la comunità cattolica inglese e di esortare la 'seconda primavera' auspicata dal Cardinale John
Henry Newman, beatificato questa domenica”, ha aggiunto Lizé.

La celebrazione eucaristica della beatificazione del porporato è diventata per i 70.000 pellegrini presenti un momento unico per la loro vita come cattolici britannici, di cui la copia di “Magnificat” diventerà un ricordo permanente.

La rivista “Magnificat”, nata in Francia nel 1992, riunisce circa un milione di lettori che ogni giorno pregano insieme.

Ci sono 500.000 magnificaters (come vengono definiti) negli Stati Uniti e 200.000 in Francia. Il fenomeno si sta estendendo anche in America Latina, Spagna, Germania, Lituania, Irlanda e Gran Bretagna.

Questa rivista mensile è un compagno di vita spirituale. Ogni giorno presenta una preghiera mattutina e una vespertina, ispirate alla Liturgia delle Ore, i testi della Messa, meditazioni, vita dei santi e commenti a opere d'arte. Di recente è stata lanciata un'applicazione Iphone.


L'archivio di “Magnificat” con i testi di tutti gli atti di preghiera ai quali ha partecipato Benedetto XVI nella sua visita al Regno Unito può essere scaricato in formato PDF su: www.thepapalvisit.org.uk/content/download/9844/63860/file/UK-Magnif...

Per ulteriori informazioni, www.magnificat.com/