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VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI NEL REGNO UNITO IN OCCASIONE DELLA BEATIFICAZIONE DEL CARDINALE JOHN HENRY NEWMAN (16-19 SETTEMBRE 2010) (XIV)


SANTA MESSA CON BEATIFICAZIONE DEL CARDINALE JOHN HENRY NEWMAN, NEL COFTON PARK DI BIRMINGHAM



Alle ore 8 di questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI si congeda dalla Nunziatura Apostolica di Londra e si trasferisce in auto a Wimbledon Park da dove si imbarca sull’elicottero alla volta di Birmingham.

Al Suo arrivo, previsto per le ore 9.30, il Papa è accolto da S.E. Mons. Bernard Longley, Arcivescovo di Birmingham, e dal Sindaco della Città, Len Gregory. Quindi si reca nel Cofton Park di Birmingham dove, alle ore 10, presiede la Santa Messa di Beatificazione del Servo di Dio John Henry Newman (1801-1890), Cardinale e Fondatore degli Oratori di San Filippo Neri in Inghilterra.

Nel corso della celebrazione, introdotta dall’indirizzo di saluto dell’Arcivescovo di Birmingham, S.E. Mons. Bernard Longley, dopo il Rito di Beatificazione e la proclamazione del Santo Vangelo, il Papa pronuncia l’omelia che riportiamo di seguito:

OMELIA DEL SANTO PADRE



Cari Fratelli e Sorelle in Cristo,

la giornata odierna che ci ha portati qui insieme a Birmingham è di grande auspicio. In primo luogo, è il giorno del Signore, domenica, il giorno in cui nostro Signore Gesù Cristo risuscitò dai morti e cambiò per sempre il corso della storia umana, offrendo vita e speranza nuove a quanti vivevano nelle tenebre e nell’ombra della morte. Questa è la ragione per cui i cristiani in tutto il mondo si riuniscono insieme in questo giorno per dar lode e ringraziare Dio per le grandi meraviglie da lui operate per noi. Questa domenica particolare, inoltre, segna un momento significativo nella vita della nazione britannica, poiché è il giorno prescelto per commemorare il 70mo anniversario della "Battle of Britain". Per me, che ho vissuto e sofferto lungo i tenebrosi giorni del regime nazista in Germania, è profondamente commovente essere qui con voi in tale occasione, e ricordare quanti dei vostri concittadini hanno sacrificato la propria vita, resistendo coraggiosamente alle forze di quella ideologia maligna. Il mio pensiero va in particolare alla vicina Coventry, che ebbe a soffrire un così pesante bombardamento e una grave perdita di vite umane nel novembre del 1940. Settant’anni dopo, ricordiamo con vergogna ed orrore la spaventosa quantità di morte e distruzione che la guerra porta con sé al suo destarsi, e rinnoviamo il nostro proposito di agire per la pace e la riconciliazione in qualunque luogo in cui sorga la minaccia di conflitti. Ma vi è un ulteriore, più gioiosa ragione del perché questo è un giorno fausto per la Gran Bretagna, per le Midlands e per Birmingham. E’ il giorno che vede il Cardinale John Henry Newman formalmente elevato agli altari e dichiarato Beato.

Ringrazio l’Arcivescovo Bernard Longley per il cortese benvenuto rivoltomi questa mattina, all’inizio della Messa. Rendo omaggio a tutti coloro che hanno lavorato così intensamente per molti anni per promuovere la causa del Cardinale Newman, inclusi i Padri dell’Oratorio di Birmingham e i membri della Famiglia spirituale Das Werk. E saluto tutti coloro che sono qui venuti dall’intera Gran Bretagna, dall’Irlanda e da altrove; vi ringrazio per la vostra presenza a questa celebrazione, durante la quale rendiamo gloria e lode a Dio per le virtù eroiche di questo sant’uomo inglese.

L’Inghilterra ha una grande tradizione di Santi martiri, la cui coraggiosa testimonianza ha sostenuto ed ispirato la comunità cattolica locale per secoli. E tuttavia è giusto e conveniente che riconosciamo oggi la santità di un confessore, un figlio di questa Nazione che, pur non essendo chiamato a versare il proprio sangue per il Signore, gli ha tuttavia dato testimonianza eloquente nel corso di una vita lunga dedicata al ministero sacerdotale, specialmente alla predicazione, all’insegnamento e agli scritti. E’ degno di prendere il proprio posto in una lunga scia di Santi e Maestri di queste isole, san Beda, sant’Hilda, san Aelredo, il beato Duns Scoto solo per nominarne alcuni. Nel beato John Henry quella gentile tradizione di insegnamento, di profonda saggezza umana e di intenso amore per il Signore ha dato ricchi frutti quale segno della continua presenza dello Spirito Santo nel profondo del cuore del Popolo di Dio, facendo emergere abbondanti doni di santità.

Il motto del Cardinale Newman, Cor ad cor loquitur, "il cuore parla al cuore", ci permette di penetrare nella sua comprensione della vita cristiana come chiamata alla santità, sperimentata come l’intenso desiderio del cuore umano di entrare in intima comunione con il Cuore di Dio. Egli ci rammenta che la fedeltà alla preghiera ci trasforma gradualmente nell’immagine divina. Come scrisse in uno dei suoi forbiti sermoni: "l’abitudine alla preghiera, che è pratica di rivolgersi a Dio e al mondo invisibile in ogni stagione, in ogni luogo, in ogni emergenza, la preghiera, dico, ha ciò che può essere chiamato un effetto naturale nello spiritualizzare ed elevare l’anima. Un uomo non è più ciò che era prima; gradualmente… ha interiorizzato un nuovo sistema di idee ed è divenuto impregnato di freschi principi" (Parochial and plain sermons, IV, 230-231). Il Vangelo odierno ci dice che nessuno può essere servo di due padroni (cfr Lc 16,13), e l’insegnamento del Beato John Henry sulla preghiera spiega come il fedele cristiano si sia posto in maniera definitiva al servizio dell’unico vero Maestro, il quale soltanto ha il diritto alla nostra devozione incondizionata (cfr Mt 23,10). Newman ci aiuta a comprendere cosa significhi questo nella nostra vita quotidiana: ci dice che il nostro divino Maestro ha assegnato un compito specifico a ciascuno di noi, un "servizio ben definito", affidato unicamente ad ogni singolo: "io ho la mia missione – scrisse – sono un anello in una catena, un vincolo di connessione fra persone. Egli non mi ha creato per niente. Farò il bene, compirò la sua opera; sarò un angelo di pace, un predicatore di verità proprio nel mio posto… se lo faccio obbedirò ai suoi comandamenti e lo servirò nella mia vocazione" (Meditations and devotions, 301-2).

Lo specifico servizio al quale il Beato John Henry Newman fu chiamato comportò l’applicazione del suo sottile intelletto e della sua prolifica penna a molti dei più urgenti "problemi del giorno". Le sue intuizioni sulla relazione fra fede e ragione, sullo spazio vitale della religione rivelata nella società civilizzata, e sulla necessità di un approccio all’educazione ampiamente fondato e a lungo raggio, non furono soltanto di importanza profonda per l’Inghilterra vittoriana, ma continuano ancor oggi ad ispirare e ad illuminare molti in tutto il mondo. Desidero rendere onore alla sua visione dell’educazione, che ha fatto così tanto per plasmare l’"ethos" che è la forza sottostante alle scuole ed agli istituti universitari cattolici di oggi. Fermamente contrario ad ogni approccio riduttivo o utilitaristico, egli cercò di raggiungere un ambiente educativo nel quale la formazione intellettuale, la disciplina morale e l’impegno religioso procedessero assieme. Il progetto di fondare un’università cattolica in Irlanda gli diede l’opportunità di sviluppare le proprie idee su tale argomento e la raccolta di discorsi da lui pubblicati come The Idea of a University contiene un ideale dal quale possono imparare quanti sono impegnati nella formazione accademica. Ed in verità, quale meta migliore potrebbero proporsi gli insegnanti di religione se non quel famoso appello del Beato John Henry per un laicato intelligente e ben istruito: "Voglio un laicato non arrogante, non precipitoso nei discorsi, non polemico, ma uomini che conoscono la propria religione, che in essa vi entrino, che sappiano bene dove si ergono, che sanno cosa credono e cosa non credono, che conoscono il proprio credo così bene da dare conto di esso, che conoscono così bene la storia da poterlo difendere" (The Present Position of Catholics in England, IX, 390). Oggi quando l’autore di queste parole viene innalzato sugli altari, prego che, mediante la sua intercessione ed il suo esempio, quanti sono impegnati nel compito dell’insegnamento e della catechesi siano ispirati ad un più grande sforzo dalla sua visione, che così chiaramente pone davanti a noi.

Mentre il testamento intellettuale di John Henry Newman è stato quello che comprensibilmente ha ricevuto le maggiori attenzioni nella vasta pubblicistica sulla sua vita e la sua opera, preferisco in questa occasione, concludere con una breve riflessione sulla sua vita di sacerdote e di pastore d’anime. Il calore e l’umanità che sottostanno al suo apprezzamento del ministero pastorale vengono magnificamente espressi da un altro dei suoi famosi discorsi: "Se gli angeli fossero stati i vostri sacerdoti, cari fratelli, non avrebbero potuto partecipare alle vostre sofferenze, né compatirvi, né aver compassione per voi, né provare tenerezza nei vostri confronti e trovare motivi per giustificarvi, come possiamo noi; non avrebbero potuto essere modelli e guide per voi, ed avervi condotto dal vostro uomo vecchio a vita nuova, come lo possono quanti vengono dal vostro stesso ambiente ("Men, not Angels: the Priests of the Gospel", Discourses to mixed congregations, 3). Egli visse quella visione profondamente umana del ministero sacerdotale nella devota cura per la gente di Birmingham durante gli anni spesi nell’Oratorio da lui fondato, visitando i malati ed i poveri, confortando i derelitti, prendendosi cura di quanti erano in prigione. Non meraviglia che alla sua morte molte migliaia di persone si posero in fila per le strade del luogo mentre il suo corpo veniva portato alla sepoltura a mezzo miglio da qui. Cento vent’anni dopo, grandi folle si sono nuovamente qui riunite per rallegrarsi del solenne riconoscimento della Chiesa per l’eccezionale santità di questo amatissimo padre di anime. Quale modo migliore per esprimere la gioia di questo momento se non quella di rivolgerci al nostro Padre celeste in cordiale ringraziamento, pregando con le parole poste dal Beato John Henry Newman sulle labbra dei cori degli angeli in cielo:

Lode a Colui che è Santissimo nell’alto dei cieli
E lode sia nelle profondità;
Bellissimo in tutte le sue parole,
ma ben di più in tutte le sue vie!
(The dream of Gerontius).






Benedetto XVI: Maria intercede per le nostre necessità
Alla preghiera dell'Angelus recitata nel Cofton Park di Rednal a Birmingham




BIRMINGHAM, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito le parole pronunciate questa domenica da Benedetto XVI ad introduzione della preghiera mariana dell'Angelus recitata nel Cofton Park di Rednal a Birmingham.

* * *

Fratelli e sorelle in Gesù Cristo,

Sono lieto di inviare i miei saluti alla gente di Siviglia, dove, proprio ieri, è stata beatificata Madre María de la Purísima de la Cruz. Che la beata María sia di ispirazione per le giovani donne a seguire il suo esempio di amore totale a Dio e al prossimo.

Quando il Beato John Henry Newman venne a vivere a Birmingham, diede il nome di “Maryvale” alla sua prima casa. L’Oratorio da lui fondato è dedicato all’Immacolata Concezione della Beata Vergine. E l’Università Cattolica dell’Irlanda venne da lui posta sotto la protezione di Maria, Sedes sapientiae. In moltissimi modi egli visse il proprio ministero sacerdotale in spirito di devozione filiale alla Madre di Dio. Meditando sul ruolo di Maria nel dispiegarsi del piano di Dio per la nostra salvezza, giunse ad esclamare: “Chi può valutare la santità e la perfezione di lei, che fu scelta per essere la Madre di Cristo? Quali avrebbero dovuto essere i suoi doni, lei che fu scelta per essere l’unica familiare terrena del Figlio di Dio, l’unica che egli fu obbligato per natura a riverire e alla quale rivolgersi; l’unica incaricata di guidarlo ed educarlo, di istruirlo giorno dopo giorno, mentre cresceva in sapienza e grandezza?” (Parochial and plain sermons, II, 131-2). E’ sulla base di questi doni abbondanti di grazia che noi l’onoriamo, ed è sulla base del suo intimo legame con il suo Figlio divino che noi in maniera naturale ricerchiamo la sua intercessione per le nostre necessità e quelle del mondo intero. Nelle parole dell’Angelus, ci rivolgiamo ora alla nostra santissima Madre ed affidiamo a lei le intenzioni che sono nei nostri cuori.


[© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana]












Trecento pellegrini in missione con il Papa dalla Scozia fino in Inghilterra
Di Gran Bretagna, Italia, Olanda, Portogallo e Spagna

di Jesús Colina



LONDRA, domenica, 19 settembre 2010 (ZENIT.org).- Un gruppo di circa 300 pellegrini del Cammino Neocatecumenale di Gran Bretagna, Italia, Olanda, Portogallo e Spagna, composto da giovani e famiglie con i loro bambini e accompagnato da cinque sacerdoti, segue Bendetto XVI nella sua visita apostolica in varie città del Regno Unito.

ZENIT ha raccolto questa esperienza dai catechisti del Cammino Neocatecumenale in Gran Bretagna che hanno guidato questo pellegrinaggio: Lorenzo e Maurizia Lees, una coppia con dieci figli, e don Maurizio Pallù, presbitero della Diocesi di Roma.

“Il nostro desiderio era di vivere un po’ quello che è scritto nel Vangelo quando il Signore manda avanti i suoi discepoli in quei villaggi dove lui sta per recarsi, perche preparino le persone ad accoglierlo”, ha spiegato Lorenzo Lees, residente a Londra.

“Anche noi siamo certi che la venuta del Papa è per la Gran Bretagna un vero evento in cui Gesù viene a visitarla”, ha aggiunto.

I pellegrini sono stati ospitati nelle parrocchie di Saint Thomas the Apostle and St Philip, dove i parroci hanno offerto loro il salone parrocchiale, che è servito come refettorio e si è poi trasformato in dormitorio. Molte famiglie hanno anche offerto ospitalità nelle proprie case.

Nel viaggio in pullman verso la Scozia, i pellegrini si sono fermati a Saint Helen, vicino Liverpool, per celebrare la Messa e pregare sulla tomba del Beato Domenico Barberi.

“Questo Sacerdote Passionista, grande Apostolo dell'Inghilterra del secolo XIX, ci ha ispirato durante il percorso. Ricevette John Henry Newman nella Chiesa Cattolica nel 1845. Predicò 100 missioni in 5 anni, consumandosi perché Gesù Cristo fosse conosciuto ed amato”, ha spiegato don Maurizio.

“La sua presenza è stata sicuramente molto importante per gli operai delle Midlands al tempo della rivoluzione industriale, ma anche per molti anglicani che, attirati dalla sua santità, chiedevano di essere ricevuti nella Chiesa Cattolica”.

“Naturalmente John Henry Newman, che il Papa beatificherà a Birmingham domenica, è stato il punto di riferimento più forte di questo nostro pellegrinaggio – ha riconosciuto il sacerdote –. Il suo coraggio nell'annunziare la verità e la sua visione profetica ci hanno dato forza per andare nelle strade a portare il lieto annunzio di Gesù Cristo Risorto”.

“Durante le otto ore di viaggio in pullman abbiamo pregato le Lodi e abbiamo proseguito leggendo alcuni brani dei sermoni di John Henry Newman – ha proseguito Lorenzo Lees –. Dopo la breve lettura di singoli passaggi chiedevamo ai giovani di intervenire ed esprimere il loro pensiero o di formulare domande. E’ venuto fuori un dialogo molto bello dove si è vista l’attualità e la profondità delle intuizioni profetiche del Cardinale Newman, e come i giovani sono attratti da ciò che è vero e bello”.

“Uno dei temi che ci ha più colpito è stato quello in cui Newman parla di chi sono i veri cristiani e di che cosa è la santità. Non si tratta di avere molto entusiasmo o sentimenti; la santità consiste soprattutto in azioni fatte in segreto per amore del Signore. I santi sono disprezzati dal mondo ma attirano a sé e a Dio molte persone”, spiega.

Tra i pensieri del Cardinale Newman che hanno impressionato i giovani, c'era per esempio quello che dice che “più un uomo è santo, meno è compreso dagli uomini del mondo. Tutti coloro che hanno una scintilla di fede vivente lo comprenderanno, e più è santo più ne verranno attirati; ma quanti servono il mondo saranno ciechi nei suoi confronti, o lo disprezzeranno o avverseranno quanto più è santo”.

La mattina del 15 settembre, i pellegrini si sono riuniti nella chiesa benedettina di Saint Columba, dove hanno pregato le Lodi e ricevuto il sacramento della riconciliazione con confessioni private in una celebrazione presieduta dal parroco, Fr. Euan, con altri 10 presbiteri.

“L’ascolto della parola di Dio e ricevere il perdono dei peccati nel sacramento ci ha aiutato ad andare incontro agli altri”, ha dichiarato Lees.

“Abbiamo trascorso il pomeriggio nel centro di Glasgow, nelle strade e nelle piazze di St Enochs e di George Square, portando bandiere vaticane e striscioni di benvenuto al Papa. Lì abbiamo danzato in cerchio, cantato salmi e cantici spirituali con chitarre, tamburi, cembali e trombe. Nello stesso tempo alcuni di noi avvicinavano le persone che incuriosite si erano fermate”.

“Abbiamo parlato di argomenti esistenziali che di solito non si affrontano – ha aggiunto don Maurizio –: la vita, la morte, la sofferenza e la paura. In un mondo che si è liberato di tutti i tabù sessuali ma che ha smarrito la presenza di Dio, ci si contenta di sopravvivere invece che vivere. L'annunzio diretto del Vangelo ci ha permesso di entrare rapidamente in sintonia con tante persone”.

“Non è mancato chi si è professato ateo o ha espresso sentimenti di amarezza o di ostilità nei confronti della Chiesa Cattolica, per quello che la Chiesa dice riguardo alla morale sessuale e alla difesa della vita; alcuni hanno parlato degli scandali di pedofilia. Il solo fatto di poter parlare delle proprie delusioni e sofferenze ha aiutato alcuni a rasserenarsi e ad ascoltare l’annuncio del Vangelo”, aggiunge il sacerdote.

Per Lorenzo Lees, “l’esperienza della comunione tra noi e con le persone a cui ci siamo rivolti, annunciando la pace di Cristo Risorto e il perdono dei peccati, è stata il fatto sicuramente più rilevante”.

“Abbiamo potuto cantare e ballare in queste piazze per mostrare la gioia di Cristo Risorto ad un mondo che ha smarrito la speranza e la gioia, gioia che è grande nelle cose piccole della vita di ogni giorno, perché il Signore la riempie del suo amore”.

I pellegrini hanno accolto il 16 settembre in Scozia il Santo Padre partecipando all'Eucaristia nel pomeriggio al Bellahouston Park, nello stesso luogo in cui l’aveva celebrata nel 1982 Giovanni Paolo II.

“È stato un momento molto intenso. Ci ha colpito in particolare l’ esortazione rivolta ai giovani”, ha spiegato Lees.

Il Santo Padre li ha avvertiti che “vi sono molte tentazioni che dovete affrontare ogni giorno – droga, denaro, sesso, pornografia, alcool – che secondo il mondo vi daranno felicità, mentre in realtà si tratta di cose distruttive, che creano divisione. C’è una sola cosa che permane: l’amore personale di Gesù Cristo per ciascuno di voi”.

Dopo la Messa, i pellegrini sono saliti sui pullman per viaggiare tutta la notte e seguire il Santo Padre nella sua missione a Londra.

“Negli atti degli Apostoli l’ombra di Pietro curava i malati ai lati della strada. Siamo sicuri che il passaggio del successore di Pietro in questa nazione potrà guarirci dalle nostre infermità ed aiutarci a seguire Cristo nella sua missione”, ha concluso Lees.