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I lefebvriani

Ultimo Aggiornamento: 18/02/2013 22:40
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17/03/2009 17:51
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LA MISSIONE DI PIETRO

DA MILANO

PAOLO LAMBRUSCHI

Una lettera diventata una testimonianza. Che dimostra forza e non debolezza e che ribadisce che il Papa non è mai solo.

Debitori del Concilio Vaticano II che ha valorizzato il ruolo del laicato, le associazioni di ispirazione cristiana intervengono sulla lettera di papa Joseph Ratzinger ai vescovi cattolici del mondo – resa nota giovedì scorso – dedicata alla remissione della scomunica ai presuli consacrati illecitamente nel 1988 dall’arcivescovo Marcel Lefebvre.

Alberto Fantuzzo, presidente Agesci

«Senza entrare nel merito della remissione della scomunica ai lefebvriani, il Santo Padre per noi ha dato una grande testimonianza. Noi scout sosteniamo che, per educare, a volte, vale più un gesto di tanti discorsi. E lui, con questa lettera, si è dimostrato un grande educatore. Ha ribadito che la Chiesa vuole spiegare e dialogare. In secondo luogo, ha affrontato con questa lettera una difficoltà comunicativa tipica del nostro tempo, nel quale i mass media con le loro tante e legittime interpretazioni di un evento, creano flussi di informazioni contrastanti che rischiano di confondere. Il Papa porta chiarezza in un momento non facile, riconosce le difficoltà della Chiesa. Ma davanti a queste non si ritrae, anzi » .

Andrea Olivero, presidente Acli

«A noi sono piaciuti i contenuti della lettera e il fatto che sia stata scritta. Il testo rilancia infatti l’ecclesialità e il metodo mette in evidenza il valore della fraternità. Benedetto sa sorprenderci, prende carta e penna per spiegare ai vescovi del mondo, ai suoi confratelli e quindi a tutti noi, perché ha preso certe decisioni. Mi pare che il testo delinei un progetto ecclesiale preciso. E da questa lettera non emerge certo la solitudine tratteggiata da certe analisi, anzi. Il Papa ricorda a tutti la propria umanità, il peso enorme che deve portare chi siede sul soglio di Pietro. Ma dimostra di non essere mai solo, ha sempre accanto a sé i vescovi e la Chiesa che lo aiutano a confermarci nella fede in Cristo » .

Carlo Costalli, presidente Mcl

«Già lo scorso 21 gennaio il nostro movimento apprezzò l’iniziativa del Pontefice verso i lefebvriani perché in questi tempi così difficili egli si è dimostrato capace di un coraggioso gesto di pace e di riconciliazione tra cristiani. Ora più che mai viene spontaneo dimostrare al Pontefice tutta la solidarietà del Movimento cristiano lavoratori. In questi giorni ho avuto modo di sentire l’apprezzamento per il suo gesto soprattutto da parte della gente comune, colpita da un Papa che riesce a riconoscere eventuali errori commessi dalla Chiesa dimostrando grande umanità e umiltà. Dopo questa lettera cresceranno ulteriormente il rispetto e l’apprezzamento per Benedetto anche da parte di tanti laici non credenti » .

Sergio Marini, presidente Coldiretti

«Una lettera condivisa e un gesto toccante. Colpisce un Papa che sa riconoscere quando sono stati commessi degli errori. Certo non ha sbagliato il Santo Padre, eppure ha dichiarato che in fondo la Chiesa è fatta di uomini. Ha dimostrato con l’umiltà del suo gesto che la comunità ecclesiale sa parlare a tutta l’umanità e vuole accompagnarla. Il suo gesto non esprime certo debolezza, come qualcuno ha insinuato, ma tutta la forza del Papa e della Chiesa cattolica » .

Giovanni Paolo Ramonda, responsabile Comunità Papa Giovanni XXIII

«In questo momento siamo particolarmente vicini a Sua Santità. Abbiamo apprezzato la sua grande generosità e il suo coraggio.
Esprimiamo pertanto sentimenti di profondo rispetto, edificati dal suo esempio di umiltà e sofferenza per il bene della Chiesa. Preghiamo per lui con intensità e profondo affetto filiale affinché tutti possano cogliere il significato profondo del suo gesto e si adoperino per riportare unità e pace nella Casa del Signore » .

Forum Internazionale delle università

«I partecipanti al Forum internazionale delle Università, provenienti a Roma da tutto il mondo per il Giubileo Paolino, desiderano manifestare i sentimenti di filiale e convinta adesione alla indicazione del Magistero papale.
Tornando nelle Chiese e nelle università desideriamo impegnarci a testimoniare la fecondità storica del Vangelo, consapevoli che l’attuale situazione socio- culturale sollecita i credenti ad esercitare con coraggio e creatività quella singolare esperienza che è la carità intellettuale » .

© Copyright Avvenire, 15 marzo 2009


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