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I lefebvriani

Ultimo Aggiornamento: 18/02/2013 22:40
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25/09/2009 21:17
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VENERDÌ 25 SETTEMBRE 2009

CASTRILLON: QUELLA DI ARBORELIUS E' UNA "CALUNNIA"

di Francesco Colafemmina

Come volevasi dimostrare il Cardinal Castrillon si rivela un vero Cardinale, ossia un uomo che (a differenza di altri omuncoli) veste color porpora per ricordare il sangue che egli è disposto a versare per la Chiesa di Cristo. Oltretutto il Cardinale non è uno sprovveduto e nonostante l'età (80 anni) è uomo esperto di software e computer (magari non così tanto da mandare emails ai giornalisti...).
Castrillon afferma al Suddeutsche Zeitung in una lunga intervista la sua posizione. Quella di Anders Arborelius la bolla - come riporta anche la Wiener Zeitung il cui originale trovate a questo link - come una "calunnia". E aggiunge: "Mi dispiace ma questa dichiarazione è molto dubbia, perché è sbagliato (...) noi archiviamo tutti i documenti che abbiamo ricevuto in forma digitale. Il Vescovo Arborelius dovrebbe dire, come, chi e quando ha comunicato questa informativa, e se ciò è accaduto per via scritta o orale".
Come già detto sarà opportuno cercare i responsabili nell'ufficio preposto alle relazioni con i Nunzi Apostolici: Prima Sezione per gli Affari Generali della Segreteria di Stato! In quale cassetto di quell'ufficio si è smarrito il report sull'affaire Williamson inviato da Arborelius?
Aggiunge poi Castrillon sulle sue relazioni con Benedetto XVI: "Abbiamo sempre lavorato gomito a gomito. Il papa è un teologo eccellente, un campione della fede, un amico che ha sempre fiducia in me". Leggere anche questa intervista pubblicata da Pontifex.

L'intervista a Castrillon non è disponibile integralmente sul sito on line della rivista. Grazie ad un amico lettore siamo riusciti a fornire la traduzione della maggiorparte dell'intervista che in sostanza chiarisce la posizione che la Chiesa di Cristo deve avere in merito alla questione.

In un'intervista al Süddeutsche Zeitung il Cardinal Castrillon Hoyos prende posizione:

SZ: Lei ha affermato di non essere a conoscenza dell'intervista di Williamson. Cosa avrebbe fatto il Papa se lo avesse saputo?

Hoyos: Non vorrei accampare ipotesi riguardo a quello che il Papa avrebbe potuto fare. Mi riferisco solo a ciò che egli sapeva, al momento in cui la revoca della scomunica è stata resa pubblica. In quel momento nessuno di noi conosceva minimamente le affermazioni di Williamson. Nessuno di noi! E nessuno aveva il dovere di conoscerle!

SZ: lei non ne sapeva nulla neanche nel 2009?

Castrillón: Sapevo soltanto che la SVT lo aveva intervistato in occasione dell'ordinazione di un diacono. Ed ho appreso solo il 5 febbraio ciò che egli vi aveva affermato. La Nunziatura mi ha gato l'informazione in una busta sigillata.

Sz: Adesso il Vescovo di Stoccolma A,nders Arborelius, afferma di aver informato la Nunziatura di Stoccolma sin dal Novembre 2008.

Castrillón: Deploro molto questa affermazione inaffidabile (in tedesco: inseriös) poichè è falsa. E' una calunnia (ted.: Verleumdung) diffondere questo tipo di informazioni. Noi salviamo tutti i documenti in formato digitale. Il Vescovo Arborelius avrebbe dovuto dire come, a chi e quando egli ha fornito l'informativa e se l'ha passata in forma scritta o orale.

(Ecco il testo originale: SZ: Jetzt behauptet der Stockholmer Bischof Anders Arborelius, er habe shon im November 2008 die Stockholmer Nuntiatur über Williamsons Holocaust-Leugnung informiert.
Hoyos: Ich bedauere diese unseriöse Äußerung sehr, denn sie ist falsh. Diese Information zu verbreiten, ist eine Verleumdung. Wir speichern alle Dokumente, die wir bekommen, in digitaler Form. Bischof Arborelius sollte also sagen, wie, wem, und wann er das mitgeteilt hat, und ob das schriftlich oder mündlich geschah.)

SZ: Il Magazin Der Spiegel ha riportato l'intervista di Williamson nel 2008. Nessuno l'ha letta in Vaticano?

Castrillón: E' possibile che il dipartimento Tedesco della Segreteria di Stato conoscesse questo report. Ma io no.

SZ: Padre Fellay, il Generale della FSSPX, potrebbe aver già saputo il contenuto dell'intervista a Williamson, se dobbiamo credere alla lettera che egli inviò alla SVT il 21 Gennaio, per prevenirne la trasmissione.

Castrillón: Non ne so nulla.

SZ: Williamson, dice di averlo conosciuto durante un pranzo?

Castrillón: In quel tempo ero appena divenuto Presidente di Ecclesia Dei. E lì ho osservato in piena estate un gruppo di persone in abito talare, perciò ho chiesto al mio segretario chi fossero. Lui mi ha detto che erano Lefebvriani. Così li ho invitati a pranzo.

SZ: Che inpressione le hanno fatto?

Castrillón: L'impressione che sono brava gente, ma talvolta un po' troppo fissata sull'idea che tutto il male del mondo ha la sua fonte nella riforma del Concilio. Così cercai di rilassare l'atmosfera e scherzai dicendo che se avessi voluto scegliere una lingua per la Messa avrei preferito l'Aramaico, la lingua di Cristo, dal momento che non sapevo chi avesse avuto la cattiva idea di cambiare la lingua del Signore con quella dei Suoi persecutori. Loro la trovarono una pessima battuta. Dopo questo incontro è arrivato il dialogo con Giovanni Paolo II e poi un altro dialogo ad Agosto del 2005 con Papa Benedetto.

SZ: Ci può fare una descrizione di Richard Williamson?

Castrillón: E' un uomo onesto, in qualche modo eccentrico. Non sciocco, ma ossessivo e testardo.

SZ: Un uomo onesto?

Castrillón: Lui dice quello che pensa. Williamson mi sembra non uno di quelli che vogliono ingannarti. Piuttosto è una persona disinibita che mantiene posizioni estremiste: ma con una semplice ed onesta convinzione.

SZ: Lei condivide le posizioni della FSSPX?

Hoyos: La FSSPX pensa che loro stiano difendendo la verità sulla tradizione sacra e che non possono essere scomunicati per questo. Ciò può essere compreso, sebbene non condivida tali opinioni. Quanto a questo è indiscutibile che loro abbiano spezzato una legge fondamentale della Chiesa.

SZ: Lei si è mai domandato se le vostre decisioni potevano avere delle conseguenze politiche?

Hoyos: La scomunica di quattro vescovi non è un atto politico. E' un atto di misericordia. E' quindi un problema pastorale e teologico, non una interferenza della Chiesa nella sfera politica. Perciò non mi preoccupo. Il mio lavoro non è quello di giudicare un mio fratello vescovo. Questo è il compito della Congregazione per i Vescovi e della Congregazione per la Dottrina della Fede.

SZ: Ma la Chiesa cattolica ha una sua opinione su antisemitismo ed olocausto.

Hoyos: Il rigetto da parte della Chiesa di ogni violenza ingiusta subita dal Popolo Ebraico è piuttosto chiara. Tale tippo di genocidio razziale è un crimine immorale contro l'umanità.

SZ: Perchè allora non ha bloccato la revoca della scomunica ad un negatore dell'Olocausto?

Hoyos: Williamson è stato scomunicato per la sua ordinazione episcopale illegittima non per le sue teorie, giudizi o affermazioni sull'Olocausto. Guardare i problemi in un altro senso è un tipico errore tedesco!

SZ: Il Cardinal Re si è sentito ingannato da lei.

Castrillón: Per quanto ne so, non ha mai detto ciò. Ma so bene che ha detto qualche incauta parola su di me alla stampa. Perciò gli ho scritto una lettera nella quale gli ho detto che se qualcuno avesse saputo anticipatamente dell'intervista sull'Olocausto di Williamson, sarebbe dovuto essere soltanto lui.
Lui ha lavorato per molti anni in Segreteria di Stato. Oggi è a capo della Congregazione per i Vescovi. E' suo compito monitorare i Vescovi.

SZ: Questo scandalo ha mutato le sue relazioni con il Papa?

Castrillón: Si, in meglio! Noi abbiamo lavorato gomito a gomito, non solo perchè lui è il Vicario di Cristo, ma anche perchè è un teologo di prima classe, un difensore della Fede, e ha sempre fiducia in me. Ciò non è mutato.

SZ: Si è sentito urtato dai media?

Castrillón: Ho avuto una notevole esperienza con i media ed ora ho ci ho fatto il callo. Non ho mai chiesto rettifiche, perchè è inutile. La verità troverà da sola la sua strada. E l'unica verità è quella che le ho appena detto.

PUBBLICATO DA FRANCESCO COLAFEMMINA A 0.47


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