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15/04/2013

Domani Ratzinger compie 86 anni

Messaggi di auguri da tutto il mondo: in quasi otto anni di pontificato Benedetto XVI ha scritto tre encicliche, ha difeso la verità e i deboli

REDAZIONE
ROMA

Compie 86 anni domani Joseph Ratzinger. Da tutto il mondo gli stanno arrivando messaggi di auguri, molti dei quali ricordano il suo impegno in difesa dei deboli, come lo sono i poveri, i bambini non nati e le vittime della pedofilia. In quasi otto anni di Pontificato, Benedetto XVI, infatti, non solo ha compiuto 24 viaggi all'estero e una trentina in Italia, percorrendo oltre 160 mila chilometri (impresa eroica per un uomo anziano), ma soprattutto ha voluto sempre e soltanto annunciare il Vangelo. E la verità. Come ha fatto nelle sue tre Encicliche: «Deus Caritas est, Spe Salvi e Caritas in Veritate», e nei suoi tre libri su Gesù di Nazaret. Non ha avuto paura di puntare il dito contro la «dittatura del relativismo» e di proporre una fede ragionevole. In dialogo con tutti, anche con i non credenti.

Preoccupato di difendere i deboli, senza timore di togliere il velo dalla piaga della pedofilia e degli abusi commessi da ecclesiastici. Un amore per la giustizia ereditato dal padre, un commissario della Gendarmeria proveniente dalla Bassa Baviera. La madre era una ragazza bavarese che prima di sposarsi aveva lavorato come cuoca in diversi alberghi. Con loro, e insieme al fratello Georg e alla sorella Maria, il piccolo Joseph - nato il 16 aprile del 1927 - cresce andando a scuola e imparando a conoscere la Bibbia. La sua giovinezza è segnata dal dramma della seconda guerra mondiale, che vive in prima linea dato che negli ultimi mesi del conflitto viene arruolato nei servizi ausiliari antiaerei.

«Durante la dittatura nazionalsocialista e nella guerra noi siamo stati, per così dire, `rinchiusi´ dal potere dominante», ha raccontato Papa Ratzinger nel messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù 2011. «Volevamo uscire all'aperto per entrare nell'ampiezza delle possibilità dell'essere uomo», si legge in quel testo molto personale, indirizzato al milione di ragazzi che parteciparono all'ultimo grande incontro con i giovani del mondo, di un Papa, Benedetto XVI, che ha iniziato il suo Ministero Petrino con la Gmg di Colonia e lascia il Pontificato in questi giorni anche perché in luglio, alla Gmg di Rio de Janeiro ritiene che i ragazzi abbiano diritto ad avere il Papa e a lui avevano proibito di andare per ragioni di età e di salute.

«Pensando ai miei anni di allora - ha osservato Joseph Ratzinger - ricordo che semplicemente non volevamo perderci nella normalità della vita borghese. Volevamo ciò che è grande, nuovo. Volevamo trovare la vita stessa nella sua vastità e bellezza». «In qualche modo - ha confidato sulla propria giovinezza, resa più amara dal rapimento e l'uccisione di un cuginetto down durante la campagna per l'eutanasia promossa dai nazisti e dal prepensionamento del papà che si era rifiutato di mandare i due figli, Georg e Joseph, alle esercitazioni della Gioventù hitleriana - ho avuto ben presto la consapevolezza che il Signore mi voleva sacerdote. Ma poi, dopo la Guerra, quando in seminario e all'università ero in cammino verso questa meta, ho dovuto riconquistare questa certezza. Ho dovuto chiedermi: è questa veramente la mia strada? È veramente questa la volontà del Signore per me? Sarò capace di rimanere fedele a Lui e di essere totalmente disponibile per Lui, al Suo servizio? Una tale decisione deve anche essere sofferta. Non può essere diversamente. Ma poi è sorta la certezza: è bene così! Sì, il Signore mi vuole, pertanto mi darà anche la forza. Nell'ascoltarLo, nell'andare insieme con Lui divento veramente me stesso. Non conta la realizzazione dei miei propri desideri, ma la Sua volontà».

Così si è radicata la scelta di Joseph Ratzinger di essere prete. Dal 1946 al 1951 - anno in cui, il 29 giugno, viene ordinato sacerdote ed inizia la sua attività di insegnamento - si dedica agli studi di filosofia e teologia nell'Università di Monaco e nella scuola superiore di Filosofia e Teologia di Frisinga. Nel 1953, con la dissertazione «Popolo e casa di Dio nella Dottrina della Chiesa di Sant'Agostino», consegue il dottorato e quattro anni dopo ottiene l'abilitazione all'insegnamento. Appassionato di musica, ma soprattutto brillante professore, diviene consulente teologico dell'arcivescovo di Colonia, Joseph Frings, e partecipa al Concilio Vaticano II in qualità di esperto.

Nel 1977 Paolo VI lo nomina arcivescovo di Monaco e lo crea cardinale nel Concistoro del 27 giugno 1977. Chiamato a Roma da Giovanni Paolo II, Ratzinger diventa Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Ma dal 1986 al 1992 è anche presidente della Commissione per la Preparazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, che dopo sei anni di lavoro presenta a Papa Wojtyla il nuovo Catechismo. È autore di numerose pubblicazioni, tra cui spiccano «Introduzione al Cristianesimo» del 1968, «Dogma e predicazione» del 1973, «Rapporto sulla fede», libro-intervista del 1985, e «Il sale della terra» del 1996.

Nel 2002 i cardinali lo designano come Decano del Collegio Cardinalizio e in tale ruolo, alla morte di Giovanni Paolo II, presiede la messa «pro eligendo pontifice», alla vigilia del Conclave che, dopo soli due giorni, lo eleggerà Papa.


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