Google+
 

Notizie dal B16F

Ultimo Aggiornamento: 19/10/2015 04:06
Autore
Stampa | Notifica email    
28/02/2013 22:06
OFFLINE
Post: 24.532
Post: 13.776
Registrato il: 17/06/2005
Registrato il: 18/01/2009
Administratore Unico
Utente Gold
Il comandante delle Guardie Svizzere: il Papa un esempio per ognuno di noi

Dalle 21 di questa sera, come annunciato, la Guardia Svizzera pontificia cesserà dal suo servizio di protezione della persona del Papa. Ma un incarico che finisce per motivi statutari non cancella certamente gli anni di vicinanza durante i quali, dai vertici alla base del Corpo militare vaticano, tutti hanno imparato a stimare Benedetto XVI, per la sua testimonianza di fede e per il tratto gentile dei modi. Ne parla il comandante della Guardie Svizzere, Daniel Rudolf Anrig, intervistato dal Mario Galgano della redazione tedesca della Radio Vaticana:

D. – Nel corso del Pontificato di Benedetto XVI, lei è stato a fianco del Pontefice per poco più di quattro anni: quale è stata la sua esperienza?

R. – Benedikt XVI. ist sicher für uns Katholiken…

Per noi cattolici, ma credo per tutti i cristiani, Benedetto XVI è un esempio da seguire nella ricerca della verità. Le sue omelie, i suoi discorsi, sono stati sempre caratterizzati dalla sua sensibilità e dalla sequela della Parola di Dio.

D. – La Guardia Svizzera è composta essenzialmente da giovani: come descrivere questo rapporto, tra il Papa e i giovani della Guardia Svizzera?

R. – Die päpstliche Schweizergarde hat das Privileg…

La Guardia Svizzera pontificia ha il privilegio di reclutare in Svizzera persone aperte innanzitutto al servizio militare, ma poi anche al messaggio della Chiesa. Si è sempre percepita la cordialità del Santo Padre quando incontrava le Guardie svizzere, sia durante il loro servizio ma anche al momento del loro congedo.

D. – Come ha vissuto nelle ultime settimane e negli ultimi giorni il Pontefice? Ha percepito qualche cambiamento nella persona di Benedetto XVI?

R. – Benedikt XVI. ist ganz klar ein Mann der Bescheidenheit…

Indubbiamente, Benedetto XVI è un uomo umile, un uomo esemplare per noi tutti. Abbiamo sentito come la simpatia che il popolo, i pellegrini gli hanno dimostrato lo abbiano molto commosso. Standogli vicino, l’abbiamo potuto percepire chiaramente.

D. – Cosa gli augura per il futuro?

R. – Ich denke, ich spreche im Namen aller Gardisten…

Credo di poter parlare a nome di tutte le Guardie Svizzere: che lo accompagnano con la preghiera e che il Signore lo benedica per il tempo che seguire la rinuncia alla Sede apostolica.

© Copyright Radio Vaticana
[Modificato da Paparatzifan 02/03/2013 15:57]
Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
01/03/2013 06:25
OFFLINE
Post: 24.533
Post: 13.777
Registrato il: 17/06/2005
Registrato il: 18/01/2009
Administratore Unico
Utente Gold
"Sono un semplice pellegrino che inizia l'ultima tappa del suo pellegrinaggio sulla terra"

"Grazie, cari amici, sono felice di essere con voi, circondato dalla bellezza del Creato e dalla vostra simpatia che mi fa molto bene. Grazie per la vostra amicizia, il vostro affetto!". Queste le prime parole rivolte da Benedetto XVI ai fedeli riuniti davanti il Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. "Voi sapete che questo mio giorno è diverso da quelli precedenti: sarò Sommo Pontefice della Chiesa cattolica, fino alle otto di sera, poi non più". "Sono semplicemente un pellegrino - ha proseguito - che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio su questa terra. Ma vorrei ancora con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene della Chiesa e dell’umanità. E mi sento molto appoggiato dalla vostra simpatia. Andiamo avanti con il Signore per il bene della Chiesa e del mondo. Grazie!". Quindi, il Santo Padre ha impartito la sua benedizione apostolica ai presenti.

Il Papa era giunto alle 17.23 a Castel Gandolfo, all'eliporto delle Ville pontificie, accolto dal suono delle campane della diocesi laziale di Albano: Benedetto XVI aveva lasciato il Vaticano in elicottero alle 17.07, sempre al suono delle campane e volteggiando sopra Piazza San Pietro per salutare i tanti i fedeli qui radunati per rivolgergli l'ultimo commosso saluto di Roma e gridando il loro grazie al Papa. Grande la commozione tra la gente. L'elicottero ha sorvolato il Colosseo e San Giovanni in Laterano: bellissime le immagini trasmesse dal Centro Televisivo Vaticano.

Poco prima delle 17.00, nel cortile di San Damaso, Benedetto XVI era stato salutato dai superiori della Segreteria di Stato, guidati dal cardinale Bertone, dai cardinali Vallini e Comastri e dal picchetto della Guardia Svizzera. Passando davanti alla Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani, si è poi recato in auto all'Eliporto dove è stato accolto dal cardinale decano Angelo Sodano e dal cardinale Lajolo. Di qui la partenza in elicottero.

A Castel Gandolfo, il Papa è stato accolto dal cardinale Bertello, mons. Sciacca, dal vescovo di Albano mons. Semeraro, dal direttore delle Ville pontificie Petrillo, dal sindaco e dal parroco di Castel Gandolfo. Anche qui tanti i fedeli che hanno voluto accoglierlo per testimoniare affetto e gratitudine. Benedetto XVI resterà nella residenza di Castel Gandolfo circa due mesi, per poi rientrare in Vaticano come Papa emerito e risiedere nel Monastero "Mater Ecclesiae", una volta restaurato, già residenza delle Suore Visitandine di clausura. Alle 20.00 termina il suo pontificato e ha inizio la sede vacante.

A Castel Gandolfo, continuano a rimanere nella piazza principale i tanti fedeli che hanno salutato Benedetto XVI. Ce ne parla la nostra inviata Gabriella Ceraso:

Sono 400 anni che i Papi vengono a Castel Gandolfo, ma ciò che questa tranquilla cittadina vive oggi non ha precedenti. E i volti dei tanti che riempiono la piazza lo esprimono chiaramente: sono parrocchie intere, famiglie, religiosi, rappresentanti di Movimenti e Associazioni, ragazzi arrivati anche in pellegrinaggio. Sentiamo le loro voci:

R. – Sono venuta perché volevo stare più vicina al Papa.

D. – Cosa dire al Papa?

R. – Grazie per la sua fede, per il suo insegnamento.

R. – Siamo di tutti i Paesi: Perù, Argentina, Costa d’Avori, Filippine, Brasile … e vogliamo manifestare a Benedetto XVI la nostra vicinanza nella preghiera e dirgli che continueremo ad attingere al suo magistero. Li ci ha illuminati, in questi otto anni: lo abbiamo sentito come un padre. Come un catechista che ci ha preso per mano e in questi anni ci ha guidati.

R. – Gli vogliamo dire che gli vogliamo tanto bene, e gli chiediamo che preghi per noi.

R. – Siamo qui per dare sostegno al Papa.

R. – Soprattutto, ci sentiamo privilegiati di poter vivere questo momento storico, con lo stesso atteggiamento che ha avuto lui: quello di ritrovare il rapporto con Dio, cioè l’essenzialità.

R. – Ci insegna a mettere al primo posto Dio ma anche l’umiltà verso gli altri.

D. – Questo periodo che si aprirà da oggi in poi è un periodo di attesa. C’è del vuoto, in voi, o c’è la speranza?

R. – La speranza c’è perché noi crediamo in Dio.

R. – Non possiamo temere nulla. Sono felice di essere qua.

“La tua umiltà ti ha reso grande. Conta sulla nostra preghiera”, si legge sugli striscioni. “Grazie” è la parola più ricorrente.

© Copyright Radio Vaticana
[Modificato da Paparatzifan 02/03/2013 15:57]
Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
01/03/2013 06:32
OFFLINE
Post: 24.534
Post: 13.778
Registrato il: 17/06/2005
Registrato il: 18/01/2009
Administratore Unico
Utente Gold
In modo nuovo

Una straordinaria e commovente udienza generale e l’incontro con i cardinali sono stati gli ultimi grandi momenti pubblici del pontificato di Benedetto XVI. Un pontificato che, per la prima volta nella storia, si conclude quietamente, senza il dramma della morte del vescovo di Roma, senza i rivolgimenti che hanno portato alle rinunce papali del passato, così lontane nel tempo e così diverse da non potere essere considerate reali precedenti. Ora, in un «modo nuovo» il Romano Pontefice resta accanto al Signore in croce, mai abbandonato nel corso di una vita lunga e straordinariamente fruttuosa. Che si apre, da oggi più di prima, allo spazio riservato alla preghiera e alla meditazione.
Sì, Benedetto resta nella Chiesa, vicino al successore di Pietro che sarà scelto dai cardinali. Un gruppo di uomini, certo, ma che in modo misterioso è vivificato dal soffio dello Spirito ed è motivato da un senso di responsabilità unico, che il collegio ha dimostrato di sapere onorare, come la storia dimostra, soprattutto dalla fine del Settecento. Per questo Joseph Ratzinger è in qualche modo tornato alla sua elezione, incontrando nell’ultimo giorno del pontificato quel collegio — mai così numeroso prima di allora — che il 19 aprile 2005 l’ha votato in poche ore, anche se lui non aveva in alcun modo cercato il papato. «La Chiesa non muore mai» scriveva nel medioevo il teologo Egidio Romano, teorizzando che «durante la vacanza della sede la potestà papale rimane» nei cardinali riuniti per eleggere il Pontefice.
Del conclave di otto anni fa Benedetto XVI ha parlato anche in una piazza San Pietro stracolma e illuminata da un sole tardoinvernale: «Signore, perché mi chiedi questo e che cosa mi chiedi» era la domanda che si agitava in quel momento nel suo cuore e che trovò una prima risposta sulle labbra del Papa stesso, quando disse durante la messa inaugurale del pontificato che il suo programma era quello di ascoltare ogni giorno, insieme alla Chiesa, la volontà del Signore. E per otto anni Cristo ha guidato il Pontefice, come ha ripetuto, aggiungendo di non essersi mai sentito solo «nel portare la gioia e il peso» di un ruolo unico al mondo. E questo perché «il Papa appartiene a tutti e tantissime persone si sentono molto vicine a lui».
Vicinanza che, anche visibilmente, Benedetto XVI ha sperimentato dall’11 febbraio, quando ha annunciato la sua rinuncia in piena libertà e pubblicamente, ma che ogni giorno ha avvertito negli otto anni di un pontificato che la storia riconoscerà nella sua grandezza. Una grandezza non ricercata ma che si è imposta, e non soltanto in una dimensione spirituale. A Peter Seewald il Pontefice, eletto a un’età molto avanzata, ha detto che nei secoli a grandi Papi si sono alternati piccoli Papi, specificando con semplicità e senza alcuna affettazione di sentirsi un piccolo Papa, strumento nelle mani di Dio. Ma proprio per questo non solo i cattolici, né soltanto i cristiani, né unicamente i credenti, ma in gran numero donne e uomini di tutto il mondo hanno capito sempre di più di avere di fronte un Papa tra i più grandi, un grande uomo del nostro tempo.
E proprio la rinuncia, atto grave e nuovo che alcuni non capiscono, ha mostrato a tutti il coraggio mite ma fermissimo e la serenità gioiosa di quest’uomo: mai una volta, infatti, Benedetto XVI è indietreggiato davanti ai lupi e mai si è fatto sopraffare dal turbamento di fronte a sporcizia e scandali, che ha invece contrastato con determinazione. Sostenuto da tanti collaboratori, come ha più volte ripetuto, ma soprattutto dalla preghiera che per lui saliva nella Chiesa, come per l’apostolo Pietro. E forse la serenità gioiosa — che viene dalla fiducia in Dio e traspare così visibilmente dal suo volto — è il lascito più duraturo di questo Papa, che conclude nella pace e in modo nuovo un pontificato indimenticabile.

g.m.v.

(©L'Osservatore Romano 1° marzo 2013)
[Modificato da Paparatzifan 02/03/2013 15:58]
Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
01/03/2013 06:37
OFFLINE
Post: 24.535
Post: 13.779
Registrato il: 17/06/2005
Registrato il: 18/01/2009
Administratore Unico
Utente Gold
PAPA: NON SONO PIU' IL PONTEFICE, OBBEDIRO' AL SUCCESSORE

Salvatore Izzo

(AGI) - Castel Gandolfo, 28 feb.

"Voi sapete che oggi la mia presenza non e' come le altre volte. Non sono piu', anzi lo sono solo fino alle 8 della sera, il Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica. Sono ora semplicemente un pellegrino che inizia la sua ultima tappa in questa Terra, vorrei ancora lavorare con tutte le mie forze, con il mio cuore e la mia preghiera, per il bene della Chiesa e del Mondo, andiamo avanti insieme, la vostra simpatia mi fa molto bene, vi sono grato per la vostra amicizia". Con queste parole il Papa si e' rivolto alla folla che lo attendeva nella piazza di Castelgandolfo ed ha accolto con commozione il saluto dell'85enne teologo che dopo essere stato custode dell'ortodossia cattolica e poi tenerissimo Papa ha scelto di rititrarsi in una sorta di "clausura", e che stasera per l'ultima volta si e' affacciato dal Palazzo Barberini.
Molto commosso era lo stesso Joseph Ratzinger, che un paio di volte si e' corretto mentre parlava, e piangeva senza nasconderlo monsignor Georg Gaenswein, lo storico segretario, da oggi solo prefetto della casa Pontificia, arrivato con lui in elicottero dal Vaticano. Ma e' stato in mattinata, prima della partenza definitiva dal Palazzo Apostolico, che Benedetto XVI ha compiuto un gesto che il portavoce Federico Lombardi ha definito "del tutto originale e di grande significato". "Al nuovo Papa prometto fin d'ora la mia incondizionate riverenza e obbedienza", ha detto rivolgendo il suo ultimo discorso ai cardinali riuniti nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico. "Desidero dirvi - ha assicurato ai porporati - che continuero' ad esservi vicino con la preghiera, specialmente nei prossimi giorni, affinche' siate pienamente docili all'azione dello Spirito Santo nell'elezione del nuovo Papa. Che il Signore - ha invocato - vi mostri quello che e' voluto da Lui".
"Rimaniamo uniti cari fratelli, in questo mistero! Nella preghiera, specialmente nell'Eucaristia quotidiana e cosi' serviamo la Chiesa e l'intera umanita'. Questa e' la nostra gioia che nessuno ci puo' togliere", ha poi esortato Ratzinger dopo aver brevemente ricordato di aver vissuto in questi otto anni "momenti bellissimi di luce radiosa nel cammino della Chiesa, assieme a momenti in cui qualche nube si e' addensata nel cielo. Abbiamo cercato di servire Cristo e la sua Chiesa con amore profondo e totale, che e' l'anima del nostro ministero. Abbiamo donato speranza, quella che ci viene da Cristo e che solo puo' illuminare il cammino. Insieme possiamo ringraziare il Signore che ci ha fatto crescere nella comunione; insieme pregarLo di aiutarvi a crescere ancora in questa unita' profonda, cosicche' il Collegio dei cardinali sia come un'orchestra, dove le diversita', espressione della Chiesa universale, concorrano sempre alla superiore e concorde armonia".
"Vorrei lasciarvi un pensiero semplice, che mi sta molto a cuore un pensiero sulla Chiesa, sul suo mistero, che costituisce per tutti noi, possiamo dire, la ragione e la passione della vita", ha quindi concluso affermando che "la Chiesa fiorisce nelle anime", secondo una espressione di Romano Guardini, scritta "nel suo ultimo libro con una dedica personale anche per me". "Benedetto XVI lascia, con un gesto di straordinario significato storico e umano, il soglio pontificio, ma non Roma. Non si allontana dall'Italia. E noi continueremo a sentirlo vicino, e ad essergli vicini con animo bene augurante", ha commentao il Capo dello Stato Giorgio
Napolitano, in un intervento scritto dall'Osservatore Romano. Alle 20, con l'inizio della Sede Vacante la Chiesa resta affidata ai cardinali riuniti in Congregazione Generale, con il decano Angelo Sodano e il camerlengo (cioe' il custode) Tarcisio Bertone. Quest'ultimo ha apposto i sigilli all'Appartamento Pontificio mentre a Castelgandolfo la Guardia Svizzera terminava il suo servizio. I cardinali presenti a Roma sono ad ora 144 (60 vi abitano abitualmente, ma tra questi molti sono ultraottantenni) e non sono ancora partite le lettere di convocazione per la prima Congregazione Generale, che dovrebbe tenersi lunedi'
mattina alle 9,30.

© Copyright (AGI)
[Modificato da Paparatzifan 02/03/2013 15:58]
Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
01/03/2013 06:43
OFFLINE
Post: 24.536
Post: 13.780
Registrato il: 17/06/2005
Registrato il: 18/01/2009
Administratore Unico
Utente Gold
Joseph Ratzinger non e' piu' Papa

Benedetto XVI non è più Papa. Alle 20.00 di giovedi' sera ha avuto termine il suo Pontificato, secondo la storica rinuncia comunicata meno di tre settimane fa, ed è iniziata la "sede vacante". E nel giorno che segna un'epoca, e fa da spartiacque nella storia della Chiesa, Ratzinger rende atto di sottomissione al suo successore, promettendogli "incondizionata riverenza e obbedienza", e si definisce ormai "semplicemente un pellegrino che inizia l'ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra". Le ultime ore da Pontefice, in una giornata che resterà negli annali, hanno visto Benedetto XVI sereno e sorridente, con un atteggiamento quasi da normale quotidianità, mentre intorno a lui si susseguivano manifestazioni di affetto e commozione. Nella Sala Clementina ai 144 cardinali presenti a Roma, dopo il saluto del cardinale decano Angelo Sodano, ha comunque detto parole venute dal cuore, sì, ma che allo stesso tempo indicano la strada per il dopo-Ratzinger. "Continuerò ad esservi vicino con la preghiera, specialmente nei prossimi giorni, affinché siate pienamente docili all'azione dello Spirito Santo nell'elezione del nuovo Papa. Che il Signore vi mostri quello che è voluto da Lui", ha detto. "E tra voi, tra il Collegio dei cardinali - ha proseguito -, c'é anche il futuro Papa, al quale già oggi prometto la mia incondizionata riverenza ed obbedienza". Un'affermazione, questa, che sancisce, dinanzi al Sacro Collegio, come il nuovo Pontefice non dovrà sentirsi limitato né condizionato dalla presenza in vita di un "Papa emerito", come lo stesso Ratzinger ha chiesto di essere chiamato.

"La vostra vicinanza, il vostro consiglio, mi sono stati di grande aiuto nel mio ministero", ha detto ancora il Papa dimissionario. "In questi otto anni abbiamo vissuto con fede momenti bellissimi di luce radiosa nel cammino della Chiesa assieme a momenti in cui qualche nube si è addensata nel cielo - ha aggiunto -. Abbiamo cercato di servire Cristo e la sua Chiesa con amore profondo e totale che è l'anima del nostro ministero. Abbiamo donato speranza, quella che ci viene da Cristo e che solo può illuminare il cammino". E con ricordo anche dell'abbraccio della folla di ieri in Piazza San Pietro ha voluto sottolineare come la Chiesa non sia "un'istituzione escogitata e costruita a tavolino, ma una realtà vivente". Essa, ha spiegato, "vive lungo il corso del tempo in divenire, come ogni essere vivente, trasformandosi, eppure nella sua natura rimane sempre la stessa". Ad uno ad uno Ratzinger ha stretto la mano a tutti i cardinali presenti, con cui ha scambiato parole di saluto. Momenti di grande commozione ci sono poi stati al'atto del congedo dal Vaticano, mentre il Papa, accompagnato da un mons. Gaenswein in lacrime, ha salutato i cardinali vicari Vallini e Comastri, il segretario di Stato Bertone, quindi gli altri presuli e il personale Vaticano prima di salire sull'elicottero che lo ha portato a Castel Gandolfo. E' dalla loggia del Palazzo sui Colli Albani, dove risiederà per due mesi prima di trasferirsi nell'ex monastero di clausura nei Giardini Vaticani, che Benedetto XVI ha pronunciato le sue ultime parole pubbliche da Papa. "Cari amici, sono felice di essere con voi, circondato dalla bellezza del Creato e dalla vostra simpatia che mi fa molto bene. Grazie per la vostra amicizia, il vostro affetto", ha detto ai fedeli che lo applaudivano dalla piazza. "Voi sapete che questo giorno mio è diverso da quelli precedenti: sono Sommo Pontefice della Chiesa cattolica fino alle otto di sera, poi non più. Sono semplicemente un pellegrino che inizia l'ultima tappa del suo pellegrinaggio su questa terra", ha detto ancora, per poi aggiungere: "ma vorrei ancora con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene della Chiesa e dell'umanità".

Non è mancato, nella giornata di fine pontificato, l'ultimo messaggio via Twitter: "Grazie per il vostro amore e il vostro sostegno. Possiate sperimentare sempre la gioia di mettere Cristo al centro della vostra vita", ha scritto Ratzinger ai tre milioni di fedeli-follower sparsi nel mondo. Il resto sono attestati di omaggio al Papa uscente da ogni angolo del pianeta. "Io e il presidente Obama vogliamo augurare ogni bene a Benedetto XVI e ringraziarlo per la sua leadership e tutto quello che ha fatto", ha detto il segretario di Stato Usa John Kerry a Palazzo Chigi incontrando il premier Mario Monti. Alle otto di sera, a conclusione dell'era-Ratzinger, tra le grida "Viva il Papa" è stato chiuso il portone di Castel Gandolfo e la guardia svizzera è smontata dal servizio, sostituita dalla Gendarmeria vaticana. Il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, in veste di Camerlengo, ha invece sigillato l'appartamento nel quale il Papa ha vissuto per quasi otto anni. E' stato apposto un sigillo fatto con un nastro adesivo robusto e con sopra il timbro della "sede vacante". Sigillato anche l'ascensore che conduce all'appartamento papale. E' l'inizio della "sede vacante". Domattina partiranno le lettere del cardinale decano Angelo Sodano per chiamare i porporati, lunedì 4 marzo, alle Congregazioni generali pre-Conclave. Già in programma domani consultazioni informali dei cardinali nell'Aula del Sinodo. Sempre più probabile che il Conclave per eleggere il nuovo Papa si apra, nella segretezza della Sistina, l'11 marzo.

© Copyright Ansa
[Modificato da Paparatzifan 02/03/2013 15:58]
Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
01/03/2013 11:16
OFFLINE
Post: 24.537
Post: 13.781
Registrato il: 17/06/2005
Registrato il: 18/01/2009
Administratore Unico
Utente Gold
Benedetto lascia le chiavi della Chiesa non la missione papale né la sua croce

Luigi Accattoli

Tra lo sgomento dei fedeli e la sorpresa del mondo, Benedetto XVI esce dalla storia ma resta nella sfera del Papato e realizza nei fatti una vera riforma della figura papale indicando ai successori una nuova possibilità di impersonarla oltre ogni debolezza, nascosti al mondo e vigili nell'intercessione, a silenziosa garanzia di una continuità che è sempre l'assillo principale di ogni «vescovo di Roma».
Nei diciassette giorni che ci separano dall'atto della rinuncia compiuto l'11 febbraio abbiamo assistito al dipanarsi di un paradosso: quello di un Papa che lascia e con ciò modifica l'immagine papale più di quanto non abbiano fatto tutti i suoi predecessori dell'epoca moderna sommati insieme.
Non ha soltanto stabilito il precedente della rinuncia per età e salute, già di suo così incisivo da costituire il primo motivo per cui gli altri pontefici restavano al loro posto anche quand'erano infermi, ma ha creato — con le disposizioni sul proprio futuro — la figura fino a oggi inedita del «Papa emerito», che non porta più le Chiavi del governo della Chiesa ma resta «nel recinto di San Pietro» e accompagna «nel servizio della preghiera» il ministero del successore.
Con la discrezione e l'antiretorica che gli sono tipiche, il Papa teologo in queste singolari giornate di sospensione della vicenda bimillenaria del Pontificato Romano ha guidato la sua Chiesa all'accettazione di una totale novità: quella del passaggio dalla rinuncia al Papato come evento occasionale — già praticata nel
Medioevo — alla rinuncia come ordinaria previsione offerta a ogni Papa del futuro e da ognuno praticabile, secondo modalità che in questi giorni sono state via via indicate fino a configurare una forma compiuta di uscita dal governo papale che sia a un tempo permanenza, con diversa funzione, nella missione papale. Ora che il fatto è compiuto, con la Guardia Svizzera che è «smontata» alle 20di ieri sera davanti alla Villa di Castel Gandolfo, unico segno al mondo della cessazione del potere delle Chiavi affidato all'uomo Joseph Ratzinger, appaiono chiari i tre elementi della particolare via alla «rinuncia» percorsa da Papa Benedetto e destinata a porsi come normativa per ogni successore che si trovi nella necessità di seguirne l'esempio: egli vestirà di bianco, restando simbolicamente fedele all'immagine papale di cui è stato portatore; manterrà il nome di Benedetto XVI con l'appellativo di «Sua Santità» e avrà la qualifica formale di «Papa emerito», che vuol dire sì «emerito» ma comunque Papa; continuerà a vivere in Vaticano, perché anche nell'unità di luogo con il successore sia segnalata la continuità di una missione che — ha detto l'altro ieri — è «per sempre». La novità di questa via alla rinuncia rispetto ai casi del Medioevo è lampante. Quando Celestino V il 13 dicembre 1294 abdicò davanti ai cardinali, depose la veste papale e riprese il grigio abito da eremita e il nome Pietro da Morrone. Quando fu Gregorio XII ad abdicare, nel 1415, riprese l'abito e il titolo di cardinale. Benedetto, invece, per sua decisione, non smette l'abito bianco e non torna cardinale. Il perché di queste novità è da cercare nella straordinaria importanza — simbolica e pratica — che ha oggi la figura del Papa, maggiore di quanta ne avesse nel Medioevo.
Il rafforzamento del primato di giurisdizione seguito al Concilio di Trento e la proclamazione dell'infallibilità venuta dal Vaticano I fanno oggi più impegnativo il «ministero petrino», ma lo condiziona anche — e di più — il rafforzamento simbolico e devozionale venuto alla figura papale dal nuovo rapporto con le moltitudini favorito dai media e dai viaggi. Troppo a lungo era stato affermato che «il Papa non può dimettersi» perché oggi si potesse avere un'«abdicazione» paragonabile a quelle del Medioevo. «Non c'è posto nella Chiesa per un Papa emerito», aveva affermato il Papa polacco aggiungendo parole quasi bibliche sull'impossibilità di scendere dalla Croce. Ed ecco il Papa tedesco che crea dal nulla la figura del Papa emerito e si ritira in un monastero vaticano, come a dare convincente assicurazione che in tal modo non abbandona né la missione papale, né la Croce che la caratterizza.

© Copyright Corriere della sera, 1° marzo 2013
[Modificato da Paparatzifan 02/03/2013 15:59]
Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
01/03/2013 11:22
OFFLINE
Post: 24.538
Post: 13.782
Registrato il: 17/06/2005
Registrato il: 18/01/2009
Administratore Unico
Utente Gold
Il Papa lascia ma è passato incolume tra mille agguati

di Alessandra Nucci

È da quando fu eletto, nell'aprile 2005, che i commentatori prevedono per Joseph Ratzinger un rigetto da parte delle masse che accorrevano al richiamo di Karol Woytjla. Invece, a consuntivo, si constata che l'uomo deriso come «pastore tedesco», «rottweiler», intellettuale troppo distante per piacere alle folle, sulla gente comune ha sempre avuto l'effetto opposto: con i suoi modi quieti e non pretenziosi ha toccato le corde dei semplici e degli umili. Dall'inizio del suo Pontificato, il papa tedesco ha camminato, impassibile e incolume, in mezzo a imboscate di ogni genere, piantate sul suo cammino da un'élite laicista che ha imperversato sui media, gonfiando possibili problematiche, stuzzicando presunte rivalità, rinvangando scandali di tempi lontani e incoraggiando cause legali, per danni che metterebbero in ginocchio i miliardari.
Nei primi anni del Pontificato, dall'incontro laicale della Chiesa in Italia, a Verona, che i media avevano anticipato come foriero di grandi divisioni dentro alla Chiesa, alle polemiche per il discorso di Regensburg, che è scaturito in dialoghi con l'islam ai massimi livelli, Papa Ratzinger aveva costantemente trasformato i guai in vittorie. Una delle prime è stata quella sul suo stesso fisico: affetto da pressione alta, i viaggi in aereo gli erano stato caldamente sconsigliati. Ciononostante ha compiuto 24 viaggi pastorali all'estero, senza contare gli spostamenti in Italia.
I viaggi in America, Australia, Francia, Regno Unito, Germania, erano stati tutti preceduti da mesi di gravi sfide e perfino da provocazioni, con gli attivisti dell'ateismo che arrivano perfino a reclamarne l'arresto. Eppure ogni tappa, ogni controversia, si era sempre conclusa con l'acclamazione della gente, delle autorità e, miracolo davvero, dei media. Memorabile il commiato della ribelle Inghilterra per bocca di David Cameron: «Siete venuto a parlare a 6 milioni di cattolici, ma siete stato ascoltato da una nazione di 60 milioni».
Perfino lo scandalo della pedofilia nel clero ha avuto un risultato contrario alle attese quando si è saputo che non era stato altri che il Cardinal Ratzinger, da Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, a insistere che si facesse rigorosamente pulizia all'epoca in cui gli abusi erano venuti alla luce. Paradossalmente, questo fatto, probabilmente, non si sarebbe nemmeno saputo se una parte della stampa non avesse insistito a voler dare la colpa al Pontefice in persona.
Dallo sgambetto della Sapienza, ateneo fondato da un Papa, ma pronto a dare il microfono a brigatisti pentiti e non al pontefice romano, al boomerang dell'intervista di Lucia Annunziata al gesuita Thomas J. Reese, trasformata da potenziale attacco a Ratzinger in un efficacissimo spot per la Chiesa cattolica, il Papato ha continuato a reggere.
Delle battaglie che hanno veramente segnato l'anziano Pontefice, quelle interne condotte frontalmente per fare pulizia e ripristinare il rigore nella Chiesa, sulla stampa, prima del Vatileaks, gennaio 2012, erano giunti soltanto degli echi , e questo nonostante che i protagonisti, laici e non, facessero di tutto per farsi notare. Ma dalle tombe violate di due vescovi, ad opera della polizia di Bruxelles, al maggiordomo dedito a trafugare lettere dalla stessa camera da letto del papa, a questo pontificato non si è fatto mancare nulla. Vi ha fatto riferimento non di rado Ratzinger stesso, in termini drammatici, come quando a Fatima usò l'aggettivo “terrificante” per descrivere le sofferenze della Chiesa che vengono proprio “dal peccato esistente nella Chiesa”.
In questi giorni epocali di fine pontificato sui giornali si legge di dimissioni e esautoramenti di cardinali: sono gli ultimi segni della battaglia silenziosa condotta dal papa tedesco, che, nelle parole di un nunzio apostolico, in questi anni ha rimosso in media «due o tre vescovi» al mese, per motivi di incompetenza o disciplina. Battaglia da cui, si capisce dalle ultime decisioni, si ritira umilmente, ma tutt'altro che domo.

© Copyright Italia Oggi, 1° marzo 2013
[Modificato da Paparatzifan 02/03/2013 16:51]
Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
01/03/2013 11:28
OFFLINE
Post: 24.539
Post: 13.783
Registrato il: 17/06/2005
Registrato il: 18/01/2009
Administratore Unico
Utente Gold
Un amico bavarese: "Benedetto XVI, un credente senza limiti né condizioni"

Mi ha sempre colpito la sua fede, limpida come quella di un bambino nonostante la sua intelligenza teologica. Mons. Thomas Frauenlob, officiale della Congregazione per l’Educazione Cattolica, è un amico bavarese di Benedetto XVI di vecchia data. Al microfono di Fabio Colagrande, parla dei tratti della personalità del Papa e dell'eredità spirituale che lascia alla Chiesa:

R. – Sicuramente, si deve constatare una vera semplicità e umiltà del comportamento e delle pretese. Il ritmo fra lavoro, tempo libero, anche per la vita comunitaria, una passeggiata e la preghiera mi hanno fatto grande impressione. La sua fede è la fede di un vero credente, dovrei dire addirittura di un uomo che crede come un bambino, nel senso positivo della parola. Questa combinazione della fede, molto semplice e profonda, e la sua intellettualità, filosofica e teologica, si completano.

D. – Quali parole della sua catechesi, all’ultima udienza generale, l’hanno colpita di più?

R. – La sua fiducia nella guida e protezione del Signore per la sua Chiesa. Siamo come comunità ecclesiale davanti a una sfida enorme, ma abbiamo nello stesso tempo questa sicurezza della presenza del Signore, come gli apostoli nella barca: il Signore è presente anche quando dorme. Un altro aspetto che mi piace molto è che Benedetto XVI continuerà nel suo ministero petrino, lui ha detto per sempre, però ora sarà nascosto. Il suo servizio per la Chiesa consiste nella preghiera per la Chiesa e per tutto il mondo.

D. – Qual è, secondo lei, l’eredità più importante che ha lasciato alla Chiesa cattolica, con il suo magistero, Benedetto XVI?

R. – Ci sono diversi aspetti, ma il suo esempio di un credente senza limiti e condizioni, di una vita umile e sempre orientata a servire gli altri, di un teologo che analizza precisamente la realtà e interpreta i risultati, secondo la prospettiva di Dio. Il suo magistero così profondo, intelligente e luminoso, è un frutto preziosissimo e un’eredità sia per la Chiesa, per il mondo che per ognuno di noi.

© Copyright Radio Vaticana
[Modificato da Paparatzifan 02/03/2013 16:51]
Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
01/03/2013 11:33
OFFLINE
Post: 24.540
Post: 13.784
Registrato il: 17/06/2005
Registrato il: 18/01/2009
Administratore Unico
Utente Gold
I gesti e le parole

di Giovanna Chirri

CITTA' DEL VATICANO

L'11 febbraio la rinuncia al pontificato, una azione rivoluzionaria per la Chiesa. Oggi l'originale atto di ''riverenza e obbedienza'' al prossimo papa ancora da eleggere. Benedetto XVI, che dal primo giorno e' stato certamente un papa piu' delle parole che dei gesti, e come tale e' stato interpretato e seguito, lascia la scena con gesti che colpiscono, e perfettamente in linea con il suo stile e con le priorita' della sua vita.
Rivolgo un pensiero ''al nuovo Papa al quale gia' oggi prometto la mia incondizionata riverenza e obbedienza'', ha detto prendendo congedo dai cardinali nella Sala Clementina, e prima di stringere pazientemente la mano ai 144 presenti a Roma.
Nessuno lo obbligava a questa pubblica sottomissione a un successore che ancora non si sa chi sia. Ma certo in questo modo ha confermato le proprie intenzioni di non interferire in alcun modo con il nuovo pontefice, e come un qualsiasi membro della Chiesa ha riconosciuto l'autorita' del nuovo papa.
Questa liberta', che fa parte del modo di essere del papa ormai emerito, a volte di stride in tempi in cui l'essere conta meno dell'apparire. Oltre a gesti significativi, di questi giorni si ricorderanno anche alcune parole che Joseph Ratzinger ha voluto proporre ai cardinali, riuniti con lui per l'ultima volta. In particolare ''un pensiero semplice che mi sta molto a cuore, un pensiero sulla chiesa e sul suo mistero''. Un pensiero che, ha sottolineato, e' stato formulato da Romano Guardini nell'anno in cui i padri durante il Vaticano II approvavano la Lumen Gentium, cioe' la costituzione sulla Chiesa. ''Parole che mi sono particolarmente care'', ha confidato, e conservo il libro con la ''dedica personale di Guardini'': ''la chiesa - ecco il pensiero - non e' una istituzione escogitata'' da qualcuno o ''costruita a tavolino, ma e' una una relata' vivente'' che vive, anche ''trasformandosi, eppure nella sua natura rimane sempre la stessa e la sua natura e' Cristo''.
Questa, ha affermato Benedetto XVI a proposito della sua ultima udienza generale, e' stata anche la nostra esperienza di ieri in piazza: ''vedere che che la chiesa e' un corpo vivo'', ''e' nel mondo ma non e' del mondo''. Ancora pensando a Guardini, ha aggiunto Benedetto XVI, ricordiamo che ''la chiesa si risveglia nelle anime, la chiesa vive, cresce'' ed e' ''opera dello Spirito santo''.
Una sintesi della ecclesiologia del papa emerito, da cui forse il successore potra' trarre vantaggio.
Il pensiero semplice riporta alla mente le tante parole ''semplici'' che in quasi otto anni di pontificato Benedetto XVI ha proposto durante i suoi viaggi, negli incontri accademici, nelle udienze generali. Il ricordo va al primo viaggio a Bari, il 29 maggio 2005, quando noi cronisti ci dicemmo che la ''cifra'' del pontificato concedeva poco a cerimoniale e spettacolarizzazioni, indicava un ''regno'' da interpretare piu' che da guardare in tv, piu' di parole che di gesti. L'ultimo atto del pontificato e' una smentita?

© Copyright Ansa
[Modificato da Paparatzifan 02/03/2013 16:52]
Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
01/03/2013 12:15
OFFLINE
Post: 24.541
Post: 13.785
Registrato il: 17/06/2005
Registrato il: 18/01/2009
Administratore Unico
Utente Gold
Papa: card. Vallini, mi ha detto: dica a tutti che amo Roma

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 1 mar

'''Dica a tutti che io amo Roma' mi ha detto Benedetto XVI vis a vis, salutandomi per l'ultima volta da Papa. In fondo Sua Santita' e' a Roma dall'81 e quindi si sente un po' romano''.
Questo e' uno dei ricordi personali del card. Agostino Vallini, vicario per il Papa della Diocersi di Roma, dell'ultima giornata di pontificato di Joseph Ratzinger, raccontato a 'Prima di Tutto', su Rai radio 1. Una dichiarazione d'amore per la sua citta' d'adozione coronata dal panoramico viaggio in elicottero che Benedetto XVI ha fatto verso Castel Gandolfo. ''Questa giornata e' stata la conclusione di un itinerario spirituale iniziato l'11 febbraio con l'annuncio delle dimissioni - ha detto ancora il cardinal Vallini - in tutti questi giorni tutti coloro che hanno espresso il proprio pensiero sulla fine del pontificato mi sono parsi disponibili a capire qualcosa che va oltre il sensibile, anche persone non credenti, che hanno ammirato la liberta' di spirito e il coraggio del Papa''.

© Copyright ASCA
[Modificato da Paparatzifan 02/03/2013 16:52]
Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
01/03/2013 15:07
OFFLINE
Post: 24.542
Post: 13.786
Registrato il: 17/06/2005
Registrato il: 18/01/2009
Administratore Unico
Utente Gold
Benedetto XVI" (R.V.)

Mons. Semeraro: "Grande serenità di spirito in Benedetto XVI"

Una giornata unica dunque, quella di ieri, per Castel Gandolfo e per tutta la Chiesa, che “ci insegna anche a leggere in modo nuovo l’attuale tempo di Quaresima”. Cosi il vescovo di Albano, mons. Marcello Semeraro, che racconta al microfono di Gabriella Ceraso le emozioni provate nel suo ultimo incontro, ieri, con Benedetto XVI:

R. – Il Papa stesso ha detto che è un incontro diverso. Ne ha parlato, però, con estrema semplicità. Questo mi ha confermato nell’impressione, che ho avuto anche questa sera, accogliendolo, di una grande serenità di spirito. E grande serenità di spirito dice, allora, profondità di decisione e anche alta spiritualità. E’ ovvio, infatti, che così come la chiamata e l’accettazione dell’elezione fatta ha comportato in lui grandi cambiamenti di vita, anche questa scelta comporterà per lui una riformulazione dei suoi stili di vita. L’altra cosa che mi ha molto commosso è il fatto che egli abbia usato l’immagine del pellegrinaggio. Il magistero del Concilio è passato anche nel linguaggio liturgico: noi, nella Messa, parliamo di un “popolo pellegrino sulla terra”. Mi è parso che, dicendo questa frase, il Papa abbia voluto ancora una volta esprimerci la sua vicinanza, cioè: “Io cammino insieme con voi: non sto in finestra a guardare che cosa fate, ma cammino insieme con voi”.

D. – Che luce dà alla Quaresima che stiamo vivendo questa esperienza del Papa e, ovviamente, le sue parole di questi giorni?

R. – La Quaresima ha un valore fondamentale, di camminare con gioia incontro alla Pasqua. E il fatto che cada nel tempo della Quaresima, anche questo evento ci dice che insieme con il Papa noi continueremo a camminare incontro al Signore risorto.

© Copyright Radio Vaticana
[Modificato da Paparatzifan 02/03/2013 16:52]
Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
01/03/2013 15:22
OFFLINE
Post: 24.543
Post: 13.787
Registrato il: 17/06/2005
Registrato il: 18/01/2009
Administratore Unico
Utente Gold
Papa: p. Lombardi, passata notte serena. Ha con se' tanti libri

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 1 mar

''Notte serena'' per Benedetto XVI che sta vivendo in maniera ''molto distesa'' il suo periodo a Castel Gandolfo dopo aver lasciato il pontificato.
Stamane il suo segretario, mons. Georg Gaenswein ha avuto una conversazione telefonica con il portavoce Vaticano, padre Federico Lombardi. ''Il papa sta vivendo questi momenti - ha riferito - in un clima di serenita' e di pace. La serata di ieri e' trascorsa con la cena e la visione di alcuni telegiornali che ha apprezzato per la partecipazione e la buona presentazione fatta della giornata di ieri dai vari organi di stampa''.
Il papa emerito ha, quindi fatto una passeggiata serale all'interno del Palazzo apostolico nel Salone degli Svizzeri che ha una bella vista sul lago. Poi si e' ritirato per la preghiera ed il riposo''.
Stamane, invece, ha riferito padre Lombardi, ha celebrato messa alle 7 del mattino, poi ha fatto colazione. La mattinata e' passata tra la recita delle lodi e alcune letture. Tra queste, i tanti messaggi giunti da tutto il mondo''.
Il pomeriggio, invece, proseguira' dopo il pranzo, con una passeggiata nei giardini interni alla Villa Pontificia.
Il papa emerito ha portato con se' tanti libri di teologia, spiritualita' e storia. Uno di essi, ha riferito padre Lombardi, e' un volume di teologia di Hans Urs von Balthasar: ''Estetica teologica'' che Joseph Ratzinger apprezza particolarmente.

© Copyright ASCA
[Modificato da Paparatzifan 02/03/2013 16:53]
Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
01/03/2013 15:33
OFFLINE
Post: 24.544
Post: 13.788
Registrato il: 17/06/2005
Registrato il: 18/01/2009
Administratore Unico
Utente Gold
La prima giornata da "non Papa" di Ratzinger

Notte tranquilla a Castel Gandolfo per Benedetto XVI dopo l'addio al soglio pontificio

Dopo il termine, ieri alle 20, del suo pontificato, oggi la giornata per il Papa emerito è iniziata alle 7 con la messa, alla quale sono seguiti la recita del breviario, le lodi, l'ufficio delle letture, la colazione. "La giornata di oggi - ha riferito il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi - passerà tra preghiera e riflessione". Quindi Ratzinger "vedrà i messaggi che ha ricevuto".
La prima notte da Papa emerito è stata tranquilla per Ratzinger. "Ho fatto una bella telefonata con don Georg, era molto disteso, mi ha detto di aver dormito benissimo sia lui, sia il Santo Padre", ha riferito padre Lombardi. Benedetto XVI ha portato con sé a Castel Gandolfo "diversi libri di teologia, spiritualità, storia, tra i quali 'L'estetica teologica' di von Balthasar, e alcune registrazioni musicali".
Padre Lombardi ha poi parlato delle condizioni di salute di Benedetto XVI: "E' una persona anziana ma in buona salute". "Negli ultimi tempi lo abbiamo visto un po' più anziano, affaticato, chino, ogni tanto con il bastone ma più per una sua sicurezza che per appoggiarsi", ha aggiunto Lombardi.
La curiosità - L'account @Pontifex, sospeso con l'inizio della sede vacante, ha superato i 3 milioni di follower proprio alla vigilia della sua chiusura. Poco prima delle 20.00 di ieri, fa sapere la Radio vaticana, nelle nove lingue dell'account, Benedetto XVI ha superato la cifra record di 3 milioni di follower. La volata finale è stata tirata da tre lingue, inglese, spagnolo e italiano.

© Copyright Tgcom
[Modificato da Paparatzifan 02/03/2013 16:54]
Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
01/03/2013 18:08
OFFLINE
Post: 24.545
Post: 13.789
Registrato il: 17/06/2005
Registrato il: 18/01/2009
Administratore Unico
Utente Gold

27/02/2013

BXVI: la zampata dell'orso

Decine e decine di vescovi rimossi durante il suo regno. Credo che questo sia il riconoscimento più sobrio e giusto da dare a papa Ratzinger, alla vigilia del suo “nascondimento” al mondo, e all’ingresso a una vita marcata dalla preghiera: che di unghie e di denti ne ha saputo mostrare come forse nessuno dei suoi predecessori, per pulire la Chiesa.
marco tosatti

Quando Benedetto XVI fu eletto, nel Conclave del 2005, scelse di mettere nel suo stemma l’orso di San Corbiniano. Narrano che l’orso divorò il mulo del santo, che gli impose di prendere su di sé il fardello del mulo, e di seguirlo. Benedetto XVI ha preso su di sé il fardello della Chiesa di Giovanni Paolo II (e dei predecessori). “Un orso dal sorriso di velluto, un po’ timido; ma che saprà ricordarsi, se ce n’è bisogno, che gli orsi hanno anche unghie e denti”, scrivevo. E credo che questo sia il riconoscimento più sobrio e giusto da dare a papa Ratzinger, alla vigilia del suo “nascondimento” al mondo, e all’ingresso a una vita marcata dalla preghiera: che di unghie e di denti ne ha saputo mostrare come forse nessuno dei suoi predecessori, per pulire la Chiesa. L’ultimo episodio è di qualche giorno fa: ha convinto un arcivescovo e cardinale a ritirarsi dal suo ruolo, e a non venire in Conclave, per ragioni di morale. Secondo il mio conto, il caso di Keith O’Brien sarebbe quasi l’ottantesimo del genere durante il regno di Benedetto. Ma la cifra potrebbe essere più alta, nell’opinione del nunzio in Kyrgisistan e Tajikistan, mons, Miguel Maury Buendia. “Ha compiuto una pulizia dell’episcopato – ha dichiarato a EWTN News -. Ha rimosso due o tre vescovi al mese in tutto il mondo perché la loro diocesi era un pasticcio, o la loro disciplina un disastro. I nunzi del posto andavano dal vescovo e gli dicevano: ‘Il Santo Padre le chiede per il bene della Chiesa di dare le dimissioni. Quasi tutti i vescovi, quando il nunzio arrivava, riconoscevano il disastro e accettavano di rinunciare. Ci sono stati due o tre casi in cui hanno detto no, e così il Papa semplicemente li ha rimossi. E questo è un messaggio anche ai vescovi: fate lo stesso nella vostra diocesi”. E qualche zampata – forse troppo poche, secondo qualcuno – è arrivata anche in Curia, come testimonia il caso Viganò, attuale nunzio negli Stati Uniti, che Benedetto XVI non ha voluto fare cardinale. Non a caso Benedetto XVI ha speso quasi ogni giorno ore e ore studiando le “ponenze”, cioè i dossier che da tutto il mondo giungono per la creazione dei nuovi vescovi, per essere sicuro di mettere la persona giusta a capo delle diocesi. E spesso ne ha rimandate indietro, chiedendo altri candidati. Insomma, ha fatto tutto quello che poteva per lasciare al successore una Chiesa più forte e più pulita di quella che aveva ricevuto. Un’opera che è la prima eredità di chi raccoglierà il suo fardello da Papa.

Da La Stampa
[Modificato da Paparatzifan 02/03/2013 16:54]
Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
01/03/2013 20:04
OFFLINE
Post: 24.546
Post: 13.790
Registrato il: 17/06/2005
Registrato il: 18/01/2009
Administratore Unico
Utente Gold
Ctv, sequenze memorabili di fine Pontificato. Mons. Viganò: a parlare era il viso del Papa

A trasferire direttamente dalla cronaca alla storia e alla memoria la giornata di ieri hanno certamente contribuito le splendide immagini con le quali il Centro Televisivo Vaticano ha documentato il congedo di Benedetto XVI dal Vaticano, fino al suo arrivo a Castel Gandolfo e all’inizio della Sede vacante. Una serie di sequenze indimenticabili, realizzate con l'obiettivo principale di “far parlare” il volto del Papa, come spiega il direttore del Ctv, mons. Dario Viganò, intervistato da Alessandro De Carolis:

R. – Abbiamo seguito il criterio che nasce un po’ anche dalla responsabilità di consegnare al mondo intero un tratto di storia della Chiesa. Il criterio è stato quello di costruire un racconto che tenesse in evidenza il fatto straordinario di una scelta che è diventata immediatamente un evento. Questo però senza mai cercare la spettacolarizzazione o l’eccessiva patinatura. Abbiamo cercato di costruire un racconto che fosse capace di restituire alcune immagini anche di vicinanza del Papa, come la scelta di prendere il Papa nel momento in cui stava uscendo dall’appartamento, così come accompagnarlo dentro casa a Castel Gandolfo: quasi una sorta di congedo da parte dello spettatore a Città del Vaticano e anche un accompagnamento nell’ordinario nel quotidiano del Papa a Castel Gandolfo. Dall’altra parte, abbiamo cercato di mettere in atto una regia che fosse una sorta di documentario. La scelta è stata un po’ documentaristica: il motivo per cui abbiamo piazzato le telecamere nel torrione San Giovanni, nei Giardini vaticani, abbiamo scelto di seguire il viaggio del Papa con un elicottero, è proprio quello di documentare un tratto di storia.

D. – Quante forze sono state impegnate nella diretta di ieri e come avete curato tecnicamente la regia?

R. - Ieri avevamo 19 telecamere, quattro regie mobili e poi la super-regia nella Città del Vaticano. Ieri, erano impegnate quasi 40 persone. Abbiamo potuto contare su un team che ha alcune caratteristiche particolari, certamente sono grandi professionisti, ma accanto a questo c’è un legame e un affetto profondo per la figura del Papa e una passione di lavorare per tutta la Chiesa.

D. - La regia era interamente curata dal Centro televisivo vaticano?

R. - Sì, tutte le immagini che sono state viste, a parte le personalizzazioni, sono sempre del Centro televisivo vaticano, che certo lavora in stretta collaborazione con la Radio Vaticana per l’audio. Questo garantisce che ci sia un rispetto degli ambienti vaticani, una uniformità e qualità delle immagini e soprattutto che non si ceda a questi sguardi, a volte veramente molto ricercati e anche un po’ curiosi, che tutto sommato non rendono neppure ragione della questione che c’è in gioco.

D. - Eppure, anche al semplice spettatore è sembrato di assistere ad una produzione di tipo cinematografico…

R. – Noi abbiamo puntato molto su una regia che facesse "parlare" i volti e la figura del Papa. Questo ha segnato molto, perché vuol dire avvicinare le persone a un uomo che, paradossalmente, proprio dal momento in cui ha detto che lasciava il ministero è entrato in maniera indelebile nel cuore di tutti, anche dei non credenti. Da qui, la scelta di stare molto sul corpo, sul viso, sulle mani, sullo sguardo… C’è un po’ di cinema nel senso che c’è il desiderio di restituire la verità di un uomo: il cinema forse non la restituisce, però racconta molto.

D. - Tante le immagini memorabili. Qual è la "sua" immagine, quella che porterà con sé di questo 28 febbraio 2013?

R. – Con un po’ di commozione – seguivo dal pullman-regia – quando l’elicottero del Papa ha sganciato la terra dell’eliporto alla città del Vaticano. Quel momento è un momento di non ritorno. Un’immagine non tra le più belle, dal punto di vista visivo, ma per me è quella più suggestiva, che mi ha segnato profondamente. E’ la prima volta che inizia una Sede Vacante in cui suonano le campane ed è accompagnata dalla gioia di sapere che c’è un uomo che, come egli stesso dice, per sempre servirà la Chiesa, ora come Mosè sul monte ritirato a pregare per la Chiesa di Gesù.

D. - Il suo esordio alla guida del Centro Televisivo Vaticano ha praticamente coinciso con questa fase eccezionale della vita della Chiesa. Che cosa significa dirigere l’ordinario di un servizio nella straordinarietà della transizione tra due Pontificati?

R. – Credo che quello che stiamo facendo è un servizio per le televisioni. Sentiamo che c’è una grande responsabilità nel fatto che sia solo il Centro Televisivo Vaticano – così come per voi della Radio Vaticana – che accede alla Santa Sede e al Papa e quindi ha la possibilità di dare un servizio di informazione alle televisioni, perché in questo modo noi stiamo dando la possibilità di una vicinanza a tutto il mondo. Noi, per esempio, addirittura inviamo una cassetta a una televisione in Tanzania gestita da due suore, una piccola televisione, con il plico diplomatico: questo per dire che tutti devono avere la possibilità di sentirsi uniti alla Sede di Pietro, poterne ascoltare la Parola e, al presente, anche cercare di capire che cosa succede concretamente in questi giorni di Sede vacante. Stiamo cercando di registrare le immagini in HD dei luoghi del Conclave, dei percorsi che faranno i cardinali, della Sistina, sempre attenti più al senso ecclesiale, piuttosto che la curiosità di un documentario sull’arte o su altre cose.

© Copyright Radio Vaticana
[Modificato da Paparatzifan 02/03/2013 16:54]
Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
01/03/2013 20:13
OFFLINE
Post: 24.547
Post: 13.791
Registrato il: 17/06/2005
Registrato il: 18/01/2009
Administratore Unico
Utente Gold
PAPA: LOMBARDI, DA EMERITO SI SENTE SERENO, PASSEGGIA E LEGGE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 1 mar.

Benedetto XVI ha trascorso serenamente le sue prime ore da "Papa Emerito".
Lo ha riferito ai giornalisti il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, che ha potuto parlare al telefono con monsignor Georg Gaenswein, lo storico segretario di Ratzinger, che lo ha accompagnato ieri alla residenza estiva di Castelgandolfo.
"Il Papa - ha detto Lombardi, ancora non abituato all'aggettivo Emerito entrato in vigore ieri - ha visto i telegiornali ed e' rimasto colpito positivamente dalla sensibilita' mostrata nei servizi che lo riguardavano, poi ha passeggiato come ogni sera, ma nei saloni del Palazzo e non uscendo nei giardini". "Monsignor Gaenswein - ha aggiunto Lombardi - mi ha confermato che anche in ultimi questi giorni in Vaticano il Papa alla sera suonava un po' il pianoforte e ascoltava musica, e ieri ha portato con se' a Castelgandolfo alcune registrazioni oltre a libri, tra cui uno di Von Baltashar".
Benedetto XVI e' una persona anziana ma in buona salute, usa il bastone solo per sentirsi piu' sicuro, ma non ci si appoggia, ne' ha bisogno di altri ausili per sostenersi", ha aggiunto poi padre Lombardi in risposta a domande dei giornalisti. Il Papa Emerito vive certamente con grande semplicita' la sua nuova condizione, non ha voluto, ad esempio, cerimonie di benvenuto con il personale delle Ville Pontificie, "salutera' ciascuno quando lo inconterra' nelle sue passeggiate", ha spiegato Lombardi precisando che inoltre Ratzinger, tolto l'Anello del Pescatore, consegnato al camerlengo perche' lo annulli ha scelto di indossare uno di quelli che aveva da cardinale non chiedendone uno nuovo. Sulla questione del "nome" da attribuire a un Pontefice che rinuncia, risolta definitivamente "dall'interessato", che ha scelto di chiamarsi "Papa Emerito" o "Pontefice Emerito" e non "Vescovo Emerito di Roma", e di mantenere l'appellativo "Sua Santita'" scartando l'ipotesi "Sua Beatitudine", che e' titolo riservato ai patriarchi orientali, padre Lombardi ha precisato che l'articolo della Civilta' Cattolica nel quale si da' conto del dibattito tra gli esperti propendendo per soluzioni diverse, e' stato scritto e approvato dalla Segreteria di Stato prima che Benedetto XVI decidesse in merito, e dunque e' superato.

© Copyright (AGI)


PAPA: VALLINI, MI HA CHIESTO RICORDARE A TUTTI SUO AMORE PER ROMA

Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 1 mar.

"Dica a tutti che io amo Roma mi ha detto Benedetto XVI vis a vis, salutandomi per l'ultima volta da Papa. In fondo Sua Santita' e' a Roma dall'81 e quindi si sente un po' romano". Il cardinal Agostino Vallini, vicario per il Papa della Diocesi di Roma ha raccontato al programma "Prima di Tutto", su Rai Radio Uno, l'ultima giornata da Papa di Joseph Ratzinger. "E' stata la conclusione di un itinerario spirituale iniziato l'11 febbraio con l'annuncio delle dimissioni", ha detto ancora il cardinal Vallini sottolineando l'impressione diffusa "qualcosa che va oltre il sensibile, anche persone non credenti, che hanno ammirato la liberta' di spirito e il coraggio del Papa".
"Credo che la Chiesa abbia bisogno di un Papa con forze piu' giovani, piu' vigorose", ha confidato Vallini, che partecipera' al Conclave. Alla domanda se sentiremo ancora parlare, almeno attraverso i suoi scritti, Benedetto XVI, il vicario ha risposto: "le modalita' della nuova vita scelta da Sua Santita' nessuno le conosce, ma io credo che non potremo privarci del suo grande magistero, che sara' sempre piu' un punto di riferimento".

© Copyright (AGI)
[Modificato da Paparatzifan 02/03/2013 16:55]
Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
01/03/2013 20:32
OFFLINE
Post: 24.548
Post: 13.792
Registrato il: 17/06/2005
Registrato il: 18/01/2009
Administratore Unico
Utente Gold
Civiltà Cattolica propende per il titolo di «vescovo emerito di Roma». I canonisti discutono la scelta di Ratzinger

Andrea Tornielli
Città del Vaticano

«Papa emerito» o «Romano Pontefice emerito»: questi sono i titoli che Benedetto XVI ha scelto per se stessog dopo la fine del suo pontificato e l'inizio della sede vacante. Lo ha riferito nei giorni scorsi il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, riportando la decisione del Pontefice comunicata dal suo segretario particolare, il vescovo Georg Gänswein. Mentre la «Civiltà Cattolica», in un articolo scritto dal canonista Gianfranco Ghirlanda, afferma invece che il titolo più adeguato sarebbe quello di «vescovo emerito di Roma». Altri canonisti preferivano invece la definizione di «già Papa», da aggiungere al nome Joseph Ratzinger, lasciando il nome papale di Benedetto XVI legato agli atti pontificali dei suoi quasi otto anni di regno.
Il numero di «Civiltà Cattolica» è stato chiuso in tipografia prima che Lombardi comunicasse la scelta di Ratzinger. Quello che è certo è che, al momento, non ci si rende ancora ben conto di ciò che potrebbe comportare l'inedita compresenza di un Papa e di un «Papa emerito». Benedetto XVI davanti ai cardinali ha sgomberato il campo ad ogni obiezione, anticipando la sua incondizionata reverenza e obbedienza al successore, chiunque esso sia. Rimane però un fatto: il Papa dimissionario non è più Papa e anche se continua a donare la sua intera vita alla Chiesa, nella preghiera d'intercessione, «nascosto al mondo».
«Colui che cessa dal ministero pontificio non a causa di morte, pur evidentemente rimanendo vescovo, non è più papa - ha significativamente scritto padre Ghirlanda - in quanto perde tutta la potestà primaziale, perché essa non gli era venuta dalla consacrazione episcopale, ma direttamente da Cristo tramite l’accettazione della legittima elezione». L'attribuzione del titolo di Papa, seppure emerito, appare dunque problematico secondo questa logica. La formula «già Papa» o «già Romano Pontefice» è ben diversa, perché segnala immediatamente che si cita una potestà definitivamente cessata e appartenente al passato. Mentre un «Papa emerito» potrebbe rischiare di risultare un secondo Papa.
L'impressione che se ne ricava è che su questo tema si abbia avuto poco tempo per riflettere in modo approfondito, non soltanto dal punto di vista canonistico, ma anche teologico. Non si tratta di mettere in discussione la rinuncia in sé, peraltro prevista nel Codice di Diritto canonico, quanto piuttosto di meditare con attenzione il quadro di riferimento in cui inserire la figura dell'ex Papa.

Da Vatican Insider
[Modificato da Paparatzifan 02/03/2013 16:55]
Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
01/03/2013 20:48
OFFLINE
Post: 24.549
Post: 13.793
Registrato il: 17/06/2005
Registrato il: 18/01/2009
Administratore Unico
Utente Gold
L'addio raccontato dai media di tutto il mondo

Ecco come i media internazionali hanno raccontato lo “storico ed emozionante” passo indietro

redazione
roma

«L'umile coraggio» di Benedetto XVI in una giornata storica per la Chiesa. L' «emozionante» addio di Ratzinger ai fedeli rimbalza sulle prime pagine della stampa mondiale che dalla Gran Bretagna agli Usa, ripercorre passo dopo passo gli ultimi momenti del pontefice in Vaticano. Un Vaticano che - si sottolinea - ora dovra' affrontare la successione all'ombra di scandali e intrighi.

In Gran Bretagna «Il Vaticano si sveglia senza il Papa» è il titolo del DAILY TELEGRAPH mentre il GUARDIAN titola in prima «Il Papa porta un messaggio di addio» e in un editoriale evidenzia la «speranza» che il successore affronti e superi tre «scoraggianti» sfide: «un Vaticano ostruzionista, una cronica carenza di sacerdoti, una congregazione mondiale di fedeli che si restringe». In un altro articolo invece il foglio britannico torna sul tema abusi e scrive che «la Chiesa cattolica rischia di affrontare una spirale di reclami per risarcimento danni per aver tentato di evitare ogni responsabilità» in abusi commessi da sacerdoti in passato''. «Il papato di Benedetto termina con un semplice addio» titola infine THE IRISH TIMES che cita poi le parole dell'arcivescovo Diarmuid Martin: «un giorno triste per la Chiesa».

In Germania «Con le dimissioni di Benedetto comincia il periodo senza Papa», titola DIE WELT mentre la FRANKFURTER ALLGEMEINE ZEITUNG in articolo dal titolo Il sigillo spezzato si sofferma sui vari aspetti del Conclave. Conclave che per la SUDDEUTSCHE ZEITUNG è "un segreto strumento di potere", rimasto "immutato" da oltre sette secoli in un momento in cui, invece, la Chiesa "dovrebbe favorire una maggiore apertura".

Il successore di Benedetto dovrà possedere il gusto "dell'apertura e del dire la verita'' titola il francese LE NOUVEL OBSERVATEUR in un'analisi mentre sempre Oltralpe LE POINT titola «Comincia il processo della successione in Vaticano». LE FIGARO sceglie le parole del pontefice e titola «Io non sarò più Papa ma pellegrino» mentre LES ECHOS rimarca «Calcio di inizio alla successione di Benedetto XVI», definendo l'italiano Scola, il filippino Tangle e il canadese Ouellet come favoriti e rimarcando «l'inedita situazione» italiana, «con un Papa che si è dimesso, un capo di governo in sospeso e un capo di Stato in procinto di lasciare».

In Spagna EL MUNDO si sofferma sulla «tabella di marcia» per eleggere il successore mentre EL PAiS in un editoriale dal titolo «Una primavera vaticana?» sottolinea come la Chiesa necessiti di un pontefice «aperto alla modernità, che difenda la libertà e un gruppo di cardinali coraggiosi deve affrontare i settori più inflessibili della gerarchia ed esigere un papa con questo profilo».

Oltreoceano l'addio di Ratzinger rimbalza ampiamente sulla stampa statunitense. Il NEW YORK TIMES titola «Lascia Papa Benedetto XVI ma la discordia resta» e sottolinea come Ratzinger abbia lasciato «una gerarchia vaticana mentre affronta scandali e intrighi che gettano un'ombra sui cardinali ai quali è affidata l'elezioni del successore». In un altro articolo il foglio newyorchese racconta le ultime parole del cardinale Timothy Dolan al pontefice e titola «Sbalordito e ammutolito, Dolan offre il suo addio a Benedetto XVI». «Il Papa dice addio ai fedeli in una storica, emozionante partenza», titola il WALL STREET JOURNAL mentre il WASHINGTON POST in un'analisi titola «L'umile coraggio di Benedetto XVI». La CNN, infine, si sofferma sul dopo-Ratzinger e titola «I cardinali guardano al futuro dopo la partenza di Benedetto XVI».

Da Vatican Insider
[Modificato da Paparatzifan 02/03/2013 16:56]
Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
01/03/2013 21:03
OFFLINE
Post: 24.550
Post: 13.794
Registrato il: 17/06/2005
Registrato il: 18/01/2009
Administratore Unico
Utente Gold

1/03/2013

L’addio ai fedeli: “Grazie del vostro amore, buonanotte”


"Grazie e buonanotte"
La giornata lunga e commossa di Benedetto XVI, dagli impegni ufficiali al commiato con poche parole dal balcone di Castel Gandolfo

andrea tornielli
città del vaticano

Ore 17.40 di una stupenda giornata di sole, primo timido preannuncio di primavera: a Castel Gandolfo il Papa volge lo sguardo per l’ultima volta alla folla dei pellegrini che lo invocano e lo applaudono. E dopo aver detto loro «Grazie a tutti, buona notte!», con passo incerto rientra nel palazzo, mentre la brezza che sale dal lago di Albano fa sbandierare il pesante drappo rosso con le insegne pontificie, che si avvolge su se stesso nascondendo lo stemma. Quasi un simbolo di quell’essere «nascosto al mondo», la nuova condizione di Joseph Ratzinger, Papa dal 19 aprile 2005 al 28 febbraio 2013. Ultime immagini di un Pontefice dimissionario, dalle 20.00 di ieri sera «emerito» e finalmente sollevato dal peso delle responsabilità di pastore della Chiesa. Non era mai accaduto in duemila anni che un successore di Pietro rinunciasse per vecchiaia. Non era mai accaduto che gli ultimi atti del suo pontificato fossero programmati con largo anticipo e venissero seguiti istante dopo istante dalle telecamere, trasmessi in mondovisione.


Ore 1105, Sala Clementina

Con qualche minuto di ritardo, Benedetto XVI ha raggiunto i cardinali che lo attendevano per l’ultimo saluto. Sono 144, molti dei quali elettori, chiamati a scegliere il successore. Ratzinger veste la mozzetta rossa di velluto ornata di ermellino e si siede sul trono. Ha il volto stanco, segnato. Appare fragile come non mai. Il cardinale Angelo Sodano, decano del collegio, ringrazia il Papa per l’esempio di questi otto anni di pontificato e parafrasando il Vangelo dei discepoli di Emmaus gli dice: «Sappia che ardeva anche il nostro cuore quando camminavamo con lei in questi ultimi otto anni». Non era previsto discorso del Papa, soltanto un saluto personale a ciascuno dei porporati. Invece Benedetto vuole lasciare un ultimo messaggio, vuole spiegare ancora una volta che cosa sia e che cosa non sia la Chiesa, vuole invitare alla concordia, vuole assicurare che da «Papa emerito» obbedirà incondizionatamente all’unico Pontefice, quello che con ogni probabilità lo sta ascoltando in quel momento, seduto in mezzo agli altri. «La Chiesa non è un’istituzione escogitata e costruita a tavolino…, ma una realtà vivente… Essa vive lungo il corso del tempo, in divenire, come ogni essere vivente, trasformandosi… Eppure nella sua natura rimane sempre la stessa, e il suo cuore è Cristo». E ancora: «La Chiesa vive, cresce e si risveglia nelle anime». Non esiste per se stessa, non deve essere ripiegata su se stessa, sui giochi di potere, divisa da cordate, ammalata di carrierismo. C’è ancora l’accenno a «qualche nube che si è addensata nel cielo» lungo gli otto anni di pontificato. C’è l’invito al collegio cardinalizio, affinché sia «come un’orchestra, dove le diversità – espressione della Chiesa universale – concorrano sempre alla superiore e concorde armonia».

Poi inizia il lungo baciamano dei cardinali. L’ultima grande fatica fisica di Ratzinger Papa. Per più di un’ora, interrompendosi soltanto due volte per sorseggiare dell’acqua che gli porge l’aiutante di camera Sandro Mariotti, resta in piedi. Saluta uno ad uno i porporati. C’è chi si inginocchia commosso, chi gli stringe la mano, chi gli sussurra qualche parola all’orecchio, come il «papabile» filippino Luis Antonio Tagle, provocando il sorriso del Papa.

Il cardinale austriaco Cristoph Schönborn regala al Pontefice un paio di libri, l’americano Sean O’Malley gli stringe la mano con forza e a lungo, l’argentino Jorge Mario Bergoglio e l’italiano Angelo Scola si trattengono qualche istante in più. Quando è il turno del «papabile» brasiliano Odilo Pedro Scherer il Papa ascolta in silenzio le sue parole. Al presidente della Cei Angelo Bagnasco batte affettuosamente il braccio. Tra i più emozionati, il «papabile» canadese Marc Ouellet: saluta brevemente e velocemente, sotto lo sguardo attendo di don Georg Gänswein, il segretario-arcivescovo che continua a guardare l’orologio preoccupato per il prolungarsi dei saluti.


Ore 13,00, palazzo apostolico

Benedetto XVI consuma il suo ultimo pasto nell’appartamento papale. A tavola con lui i due segretari e le quattro «memores Domini», le laiche consacrate di Comunione e Liberazione che lo seguiranno a Castel Gandolfo e quindi, fra un paio di mesi, nel monastero in Vaticano. C’è commozione, ma anche serenità. L’abitazione del Pontefice è ormai in disarmo. Sono stati scelti i documenti e le carte personali, non legate all’ufficio papale, che Ratzinger porterà con sé. Tutto il resto è destinato all’archivio segreto, nella sezione dedicata al pontificato di Benedetto XVI ormai concluso. Altri scatoloni e altre carte devono essere passate davanti agli occhi e tornare alla memoria della famiglia pontificia: quelle dello scandalo vatileaks, quelle sequestrate in casa del maggiordomo Paolo Gabriele, quelle trafugate e fotocopiate dall’aiutante di camera. Il tempo per il risposo pomeridiano è breve. L’ora della partenza arriva presto.

Ore 16,56, cortile di San Damaso

Con il bastone nero nella mano, a piccoli passi, il Papa esce dal palazzo apostolico per l’ultima volta. Lo attendono i superiori della Segreteria di Stato. Ci sono le guardie svizzere in alta uniforme, schierate al gran completo. Eravamo abituati a vedere queste partenze dal Quirinale, alla fine del settennato dei presidenti della Repubblica. Mai si erano viste di un Papa, che si accommiata dalla sua curia. C’è una piccola folla di cittadini vaticani, tenuti a distanza, che applaude e grida «Viva il Papa». Ratzinger saluta da lontano, sorride, poi s’infila nella berlina nera con le bandierine dello Stato pontificio. Don Georg siede al suo fianco sul sedile posteriore. L’autista che lo accompagna all’eliporto è in lacrime. Lì lo attendono il cardinale Sodano, e il cardinale Giovanni Lajolo, presidente emerito del Governatorato. Il Papa sale nell’elicottero dell’aeronautica militare italiana.


Ore 17,08, eliporto del Vaticano

Don Georg sistema la cintura di sicurezza al Papa, un istante dopo il decollo. Con Ratzinger, in volo, ci sono anche il secondo segretario, il maltese Alfred Xuereb; il medico personale Patrizio Polisca, il reggente della Casa Pontificia, monsignor Leonardo Sapienza. Il tragitto sui cieli di Roma è breve, immortalato istante dopo istante. Vengono alla memoria le immagini di un altro ultimo viaggio, quello che Giovanni Paolo II fece uscendo dal Gemelli, sotto l’occhio impietoso della telecamera che riprese ogni momento. Ma quello era un Pontefice malato, ormai al termine della sua vita, non il primo Papa dimissionario dopo sei secoli. L’elicottero si staglia dietro al Cupolone, sorvola il Tevere, passa sopra al Colosseo, il luogo della Via Crucis di ogni Venerdì Santo, un simbolo anche per il pontificato ratzingeriano perché proprio da quel luogo, nelle meditazioni della Via Crucis del marzo 2005, l’allora Prefetto della dottrina della fede parlò di quella «sporcizia nella Chiesa» contro la quale avrebbe molto combattuto senza riuscire sempre a debellarla.

Ore 17,24, Castel Gandolfo

L’elicottero tocca terra. Il Papa è salutato dal presidente del Governatorato Bertello e dal segretario, il vescovo Sciacca. Ci sono anche il vescovo di Albano, Marcello Semeraro, il sindaco e il parroco. Poi l’ultimo affaccio, l’ultimo saluto alla folla che lo applaude. «Grazie a voi! Cari amici, sono felice di essere con voi, circondato dalla bellezza del creato e dalla vostra simpatia che mi fa molto bene. Grazie per la vostra amicizia, il vostro affetto. Voi sapete che questo mio giorno è diverso da quelli precedenti; non sono più Sommo Pontefice della Chiesa cattolica: fino alle otto di sera lo sarò ancora, poi non più. Sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra. Ma vorrei ancora, con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene della Chiesa e dell’umanità. E mi sento molto appoggiato dalla vostra simpatia». Al momento della benedizione, l’emozione tradisce il Papa,t che sbaglia la formula. Poi quel «grazie, buonanotte!». E l’ex Papa, anziano «pellegrino», volge le spalle al mondo per essere inghiottito dal silenzio.


Ore 20,00

Il Portone della villa di Castel Gandolfo si chiude. La bandiera papale bianca e gialla viene ammainata. Le guardie svizzere lasciano il palazzo. Da quelt momento, all’interno, non c’è più il Papa, ma soltanto Joseph Ratzinger «nascosto al mondo», il vecchio teologo bavarese che si è tolto dalle spalle il giogo del pontificato.

Da Vatican Insider
[Modificato da Paparatzifan 02/03/2013 13:18]
Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
01/03/2013 21:09
OFFLINE
Post: 24.551
Post: 13.795
Registrato il: 17/06/2005
Registrato il: 18/01/2009
Administratore Unico
Utente Gold

PAPA: OUELLET IL PIU' EMOZIONATO, TAGLE E SCHOENBORN I PIU' CALDI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 28 feb.

Al termine del breve discorso di commiato del Papa, i cardinali presenti oggi nella Sala Clementina piu' di 140, sono sfilati uno ad uno davanti a Benedetto XVI-Joseph Ratzinger. Non ha tradito particolari predilezioni, l'anziano Pontefice dimissionario, mentre rispondeva alle frasi di saluto e gratitudine che i porporati gli bisbigliavano.
Solo con il cardinale Stanislao Dziwisz e' stato lui a parlare per primo, forse per sollevare lo storico segretario di Giovanni Paolo II dall'imbarazzo di qualche frase "dal sen fuggita", e poi prontamente smentita, sullo "scendere dalla Croce" di un Papa che rinuncia. A strappare piu' di un sorriso a Papa Benedetto e' stato invece il filippino Luis Antonio Tagle, quello che piangeva al Concistoro del 24 novembre scorso, nel ricevere la berretta, e che il Papa dovette consolare. Oggi - si sara' detto il cardinale Tagle, che i media danno tra i possibili papabili - le parti si sono invertite, debbo tirarlo su' io, e cosi' ha sussurrato a lungo all'orecchio del Pontefice dimissionario, strappandogli poi una bella risata. A farlo sorridere con un'espressione di gratitudine e' riuscito anche il cardinale austriaco Christopher Schoenborn, il suo allievo nella teologia e sostenitore nelal lotta alla pedofilia, che gli ha donato - unico ad avere questa attenzione - un piccolo volumetto, che evidentemente Ratzinger ha molto apprezzato.
Sorridente pero' il Papa lo e' stato con tutti, rispondendo con garbo e attenzione a ciascuno. Scola ad esempio e' stato a colloquio qualche istante di piu' degli altri. Al presidente della Cei, Angelo Bagnasco, che lo salutava, il Pontefice dimissionario ha risposto battendogli affettuosamente un braccio. I capi dicastero Sandri e Piacenza (considerati forse a torto rispettivamente gli eredi di Sodano e Bertone) sono stati trattenuti un po' meno, anche se nei pochi secondi hanno parlato in fretta, come se dovessero dire qualcosa d'importante al Papa. Quasi attoniti due papabili piu' accreditati d'Oltreoceano, il brasiliano Odilo Scherer e lo statunitense Sean O'Malley, campione con Schoenborn della lotta alla pedofilia e molto amato in America Latina per il grande lavoro fatto negli Usa in aiuto dei latinos. Il piu' emozionato di tutti pero' era certamente Marc Ouellet, il religioso sulpiziano canadese chiamato due anni fa a guidare la Congregazione dei vescovi. Molto ratzingeriano anche nei modi, ha salutato con garbo e senza dir nulla e' andato via quasi subito.

© Copyright (AGI)
[Modificato da Paparatzifan 02/03/2013 13:18]
Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 12:44. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com