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Viaggio apostolico in Inghilterra ed Scozia

Ultimo Aggiornamento: 26/09/2010 00:27
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17/09/2010 12:42
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Arriva il Papa e la protesta svanisce nel nulla

di Andrea Tornielli

nostro inviato a Glasgow

La processione si snoda lentissima attraverso il mare di folla che agita bandiere vaticane e scozzesi, mentre il coro accompagnato dalle immancabili cornamuse intona «Amazing Grace», uno dei più famosi inni cristiani protestanti in lingua inglese.
C’è un vento freddo che spazza via le nubi e riporta il sole a Bellahouston Park dove nel pomeriggio Benedetto XVI celebra la sua prima messa papale in terra britannica. Settantamila fedeli sono accorsi per ascoltarlo, mentre molti altri hanno preferito salutarlo, qualche ora prima, durante il passaggio in papamobile per le strade di Edimburgo.
Da ieri i protagonisti della visita papale sono loro, non i gruppi di protesta, vocianti e corteggiati dai media, ma non così consistenti come si vuole far credere: nell’area riservata a loro accanto al castello di Edimburgo – dov’erano previsti una settantina di posti – c’erano soltanto una decina di ragazzi che hanno agitato in aria dei preservativi al passaggio del corteo papale.
Ratzinger del resto non appariva affatto spaventato dalle previsioni a tinte fosche della vigilia, e sull’aereo, ai giornalisti, aveva detto che analoghe catastrofiche previsioni erano state fatte anche prima del viaggio in Francia, il Paese «fortemente anticlericale», e nella Repubblica Ceca, il Paese «meno religioso d’Europa». In realtà, ha spiegato Benedetto XVI, in entrambi i Paesi «ho visto e ricevuto una calorosa accoglienza da parte della comunità cattolica, una forte attenzione da parte di agnostici che sono in ricerca e vogliono conoscere e trovare i valori che portano avanti l’umanità, e infine ho ricevuto la tolleranza da parte di quelli che sono anticattolici». Dicendo di aspettarsi accoglienza positiva, attenzione o almeno tolleranza.
Appena sbarcato dall’aereo, accolto dal principe Filippo, Ratzinger ha subito raggiunto il palazzo di Holyrood, residenza della famiglia reale in Scozia. Elisabetta, con un completo color azzurrino e immancabile cappellino in tinta, è stata una perfetta e cordiale padrona di casa. Dopo il colloquio privato, nel parco antistante, i discorsi di benvenuto. «Santità – dice la regina che già accolse nel 1982 Giovanni Paolo II e che si è più volte recata in Vaticano – la sua presenza qui oggi ci ricorda la comune eredità cristiana e il contributo che i cristiani danno alla pace nel mondo e allo sviluppo economico e sociale dei Paesi meno prosperi». E ha aggiunto: «Siamo tutti consapevoli dello speciale contributo della Chiesa cattolica romana», in particolare per «il suo servizio ai più poveri e bisognosi» e per «l’educazione fornita dalla sua estesa rete di scuole». Nella sua risposta il Papa cita le radici cristiane della Gran Bretagna e il suo contributo al bene dell’umanità. Ricorda l’opposizione inglese alla «tirannia nazista» che voleva di sradicare Dio dalla società e negava «a molti la nostra comune umanità, specialmente agli ebrei, che venivano considerati non degni di vivere». Riflettendo sull’«estremismo ateo del ventesimo secolo» Ratzinger ricorda che «l’esclusione di Dio, della religione e della virtù dalla vita pubblica conduce in ultima analisi a una visione monca dell’uomo», e invita rispettare quei valori tradizionali che «forme più aggressive di secolarismo non stimano più, né tollerano più».
Nel pomeriggio, durante l’omelia, stretto dall’abbraccio dei fedeli nel parco di Glasgow, il Papa torna a parlare della «dittatura del relativismo», ribadendo che «l’evangelizzazione della cultura è tanto più importante» nella nostra epoca perché vi sono alcuni «che cercano di escludere il credo religioso dalla sfera pubblica». C’è bisogno di «voci chiare» che «propongano il nostro diritto a vivere non in una giungla di libertà auto-distruttive ed arbitrarie, ma in una società che lavora per il vero benessere dei suoi cittadini». Oggi, a Londra, il Papa incontrerà gli alunni e i docenti delle scuole cattoliche, e spiegherà loro che devono trasformarsi in fabbriche di santi. Mentre al Parlamento inglese approfondirà ancora il tema del ruolo pubblico della religione e la necessità di permettere ai cattolici di poter vivere secondo le loro convinzioni anche nella vita pubblica.

© Copyright Il Giornale, 17 settembre 2010


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