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Le curiosità nei Sacri Palazzi ed anche al di fuori...

Ultimo Aggiornamento: 08/04/2013 08:28
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Le telecamere del Tg5 nell'orto del Papa

Le telecamere del Tg5 nell'orto del Papa curato dalle monache di clausura

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ROMA - Le telecamere del Tg5 sono riuscite, per la prima volta, a riprendere l'orto del Papa. Proprio così. Il telegiornale diretto da Clemente Mimun, nell'edizione delle 20, ha mandato in onda le immagini di uno dei luoghi più inaccessibili della Città del Vaticano, arrivando oltre le mura del monastero di clausura ''Mater Ecclesiae'', abitato da una piccola comunità di benedettine. Di scontato solo il fatto che la loro preghiera e il loro lavoro hanno sempre lo stesso destinatario privilegiato, il Pontefice.
Ai microfoni del Tg5 ha parlato madre Sofia Cichetti, la badessa del monastero. "Questo è un orto speciale, perchè è l'orto del Papa che coltiviamo con gioia ed energia e in modo ecologico, non usiamo fertilizzanti chimici, ma solo letame. Produciamo vari tipi di verdure e di frutta, per noi e due volte a settimana per la tavola del Papa''. L'orto è circondato dalle famosissime Mura Leonine, che mantengono un ottimo clima, così gli alberi di aranci e limoni fanno molti frutti. Non solo. Tra le specialità delle benedettine, la marmellata di arance. Prima di Benedetto XVI, era stato Giovanni Paolo II a godere dei frutti, materiali e spirituali, del monastero, che volle a tutti i costi 15 anni fa nel cuore del Vaticano.
"Lo ha voluto -ha spiegato madre Sofia- come presenza di profonda spiritualità e di preghiera quotidiana e incessante per lui, e per la Chiesa intera''. Giovanni Paolo II ne decise anche la regola: suore di clausura, di diverse nazionalità, che pregassero sempre e solo in latino e gregoriano e che si prendessero cura, in particolare, della talare bianca del Papa, oltre che del ricamo di mitre e di stole. "Il rapporto col Papa è molto profondo e fatto di una grande tenerezza da parte sua nei nostri confronti". Un'esperienza unica, soprattutto per una monaca di clausura. Per non scontentare nessuno, ha spiegato il Tg5, lo Statuto pevede anche l'alternarsi ogni cinque anni dei diversi Ordini femminili di clausura. E così il 7 ottobre alle bendettine subentreranno le visitandine. "Un po' di nostalgia -ha confessato madre Sofia Cichetti- ce l'ho, è stata un'esperienza ricca e bella, anche di incontro con il Santo Padre. Mi dispiace un po' andare via, ma nello stesso tempo sono anche contenta di tornare al mio monastero di origine''.
Nell'agosto scorso, l'Osservatore Romano aveva dedicato un ampio servizio alle benedettine, provenienti da vari continenti: una filippina, un'americana, due francesi e tre italiane.
''L'esperienza della cura dell'orto - aveva spiegato la badessa al quotidiano della Santa Sede diretto da Giovanni Maria Vian- è molto bella, perché ci mette in contatto con la natura e con l'autore della natura, che è Dio. Coltivare è una preghiera fatta con le mani, è anche un lodare la bellezza della natura e del Creatore. Vedere i semi che crescono a poco a poco, osservare le pianticelle che diventano grandi, scorgere prima i fiori e poi i frutti, seguire nelle sue varie fasi lo sviluppo della vita vegetale: tutto ciò ci aiuta anche nella preghiera e nella contemplazione. Zappare, vangare, innaffiare è senza dubbio faticoso, ma è un sacrificio che viene ripagato quando l'orto ci fornisce pomodori, peperoni, zucchine, cavoli, odori, menta''.
''Tutto - spiegò la badessa- viene coltivato in modo naturale, concimato con letame, e non con sostanze chimiche, che viene direttamente dalle Ville pontificie di Castel Gandolfo. Nell'orto non abbiamo molte piante da frutto, ma solo alberi di limoni e d'arance, dalle quali ricaviamo la marmellata con una ricetta tipica del nostro monastero. Questa confettura non è vendita, ma la doniamo al Papa, che la gradisce molto, e ai nostri benefattori. Abbiamo anche un giardino dove coltiviamo i fiori che mettiamo in chiesa per il servizio liturgico. Crescono soprattutto rose di due varietà: ''Beatrice d'Este'', di color carne, e ''Giovanni Paolo II'', bianche e profumate. In maggio ogni settimana le mandiamo al Papa. Sappiamo che le gradisce molto''.

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