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Le curiosità nei Sacri Palazzi ed anche al di fuori...

Ultimo Aggiornamento: 08/04/2013 08:28
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A tavola con Ratzinger gourmet

Francesco Antonio Grana

Anche il Papa ha il suo piatto preferito. Ratzinger, infatti, adora gli spaghetti alla carbonara.
Per un quarto di secolo l'allora cardinale ha mangiato ogni giorno "Al Passetto di Borgo", un simpatico locale a due passi dalla sua vecchia abitazione romana in piazza della Città Leonina, 1. Se lo ricorda bene il proprietario del locale, Roberto Fulvimari, classe 1934, che aprì il ristorante a Borgo Pio nel 1962 e che oggi lo gestisce insieme al figlio Antonello.
Il Papa mangia poco, non è esigente ed è un autentico buongustaio.
"Al Passetto di Borgo" ordinava spesso gli spaghetti alla carbonara, ogni tanto prendeva le scaloppine con un contorno di funghi e qualche volta si lasciava tentare dall'ottimo tiramisù della casa.
Beveva sempre e solo acqua, mai vino. Da quando è stato eletto al soglio pontificio, il 19 aprile 2005, non è più tornato nel suo ristorante preferito. Qualcuno ha ipotizzato che l'illustre cliente avesse riassaggiato, qualche mese fa, intorno a mezzanotte, nel locale chiuso al pubblico, i suoi amatissimi spaghetti alla carbonara. Ma Roberto Fulvimari è categorico: "Da Papa non è più tornato. Perché dovrei nasconderlo?".
Ratzinger, golosissimo di dolci, oltre alla cucina romana predilige i piatti della tradizione napoletana.
Sulla sua tavola la domenica di Pasqua non manca mai la pastiera. Negli ultimi due anni gli è stata donata dal cardinale Agostino Vallini, suo Vicario generale per la Diocesi di Roma, memore dei pranzi che le suore della curia partenopea preparavano all'allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede quando era ospite dell'Arcivescovo di Napoli Michele Giordano. Testimoni oculari raccontano che l'allora cardinale si aiutava perfino con le mani per raccogliere le briciole di pastiera rimaste nel suo piatto.
Quando era nel capoluogo campano, Ratzinger a colazione mangiava un cornetto con la marmellata e anche una sfogliatella che le suore gli facevano trovare. A pranzo, invece, apprezzava moltissimo gli spaghetti con le vongole, le scaloppine o il pollo arrosto con un contorno di patate e l'immancabile mozzarella di bufala. Il tutto annaffiato da diversi bicchieri di "Fanta", che Benedetto XVI preferisce all'aranciata tradizionale.
Da Papa, Ratzinger è tornato a Napoli il 21 ottobre 2007, in una freddissima giornata autunnale con la cima del Vesuvio imbiancata di neve. Nel Seminario di Capodimonte si svolse il pranzo ufficiale con il seguito, i vescovi della Campania e i partecipanti al meeting interreligioso organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio. Come antipasto furono preparati dei fagottini di melenzane con crema di formaggio e aneto irrobustito dallo spiedino di mozzarelline aversane. Per primo stringoli con pomodorini del Vesuvio e profumi partenopei in cialda di parmigiano croccante e per secondo medaglione di vitello su rosa di patate gratinate. Per dolce una torta bavarese di ricotta e pera su croccante di noci e delizie napoletane, accompagnata da un distillato di limoni di Sorrento.
Eppure Benedetto XVI, pur amando moltissimo la cucina romana e quella napoletana, non rinuncia alle sue origini bavaresi. A Natale sulla tavola del Papa sono stati serviti i canederli, i weiss wurstel con senape dolce e i lebkuchen, i tipici biscotti speziati bavaresi.

© Copyright Il Denaro, 8 ottobre 2011


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Da "uccronline.it"...

Regno Unito: le T-Shirt del Papa fanno il boom. Aperto outlet in America

29 ottobre, 2010



Affari d’oro in Scozia dopo la recente visita di papa Benedetto XVI. Il pontefice che la vulgata definisce con “meno appeal” degli ultimi decenni, il freddo censore della dottrina cattolica, vende e fa vendere. Tanto che la società scozzese di abbigliamento «Catholics with Attitude» ha deciso di aprire un secondo outlet in Pittsburgh, Pennsylvania, per rifornire anche il mercato americano. Infatti, dopo la visita del Papa nel Regno Unito del settembre scorso, le vendite dei propri prodotti sono raddoppiate. La società -riporta ItaliaOggi- fa T-Shirts e felpe con cappuccio, e in occasione dell’arrivo del Papa si è inventata scritte un pò particolari, come: «Squadra Benedetto», «Vaticano All Stars», «Amo papa Benny», «Cor Ad Cor Loquitur» (motto della visita papale) ecc.. Ed è stato un «boom», che ancora oggi continua. Così la decisione di buttarsi anche sul mercato americano. Le vendite da gennaio a settembre di quest’anno sono raddoppiate, rispetto allo stesso periodo del 2009, ha detto il portavoce della compagnia: «Abbiamo già superato le cifre economiche dell’anno precedente di un bel po’. Le vendite sono andate al di là di ogni nostra aspettativa. Abbiamo davvero superato ogni più rosea previsione».


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Papa accendera' albero Natale piu' grande del mondo a Gubbio

Grazie a collegamento web con Vaticano

(ANSA) - GUBBIO (PERUGIA), 12 NOV

Sara' Benedetto XVI, il 7 dicembre prossimo ad accendere l'albero di natale piu' grande del mondo disegnato da centinaia di luci sul monte che sovrasta Gubbio. Il papa non sara' comunque di persona nella citta' umbra ma eseguira' l'operazione per via telematica dal Vaticano.
Sara' infatti collegato in video con Gubbio dall'appartamento pontificio.
Accendera' le luci dell'albero con un tablet pc sul quale sara' istallata una applicazione con la quale potra' azionare via rete web un pulsante virtuale per stabilire il contatto. L'accensione e' fissata intorno alle 18,30.

© Copyright (ANSA)
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Papa/ Lombardi su multa a 'papamobile': Grazie per affetto...

Portavoce vaticano scherza dopo polemica in Germania su cintura

Città del Vaticano, 30 nov. (TMNews)

Il portavoce vaticano sceglie l'arma dell'ironia per rispondere, senza fretta, ad una polemica scoppiata in questi giorni in Germania dopo il viaggio di settembre che il Papa ha compiuto nella sua patria.
"La notizia che il Papa è stato denunciato per non aver usato la cintura di sicurezza sul Papamobile durante il viaggio in Germania continua naturalmente a suscitare curiosità e soprattutto sorrisi divertiti, a cominciare dal Papa stesso", afferma padre Federico Lombardi. "Come tutti sappiamo il Papamobile non fa di solito lunghi percorsi a velocità sostenuta, né corre generalmente molti rischi di scontrarsi con mezzi che gli taglino la strada o compaiano all'improvviso sul suo itinerario.
Il Papa si volta continuamente a destra e a sinistra per salutare e benedire i fedeli. Non raramente si alza e riceve fra le mani piccoli bimbi da benedire, per la gioia dei loro genitori, dei presenti e degli spettatori della TV. Tutti gesti che suppongono una certa libertà e naturalezza di movimento... Siamo certamente grati per l'affettuosa preoccupazione per la sicurezza del Papa... oppure - conclude il gesuita - qualcuno dei suoi connazionali non brilla per elasticità nell'interpretazione del senso delle norme?".

© Copyright TMNews


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L'Albero di Natale in Piazza San Pietro

E’ arrivato oggi in Piazza San Pietro l’Albero di Natale: quest’anno è stato donato dall’Ucraina. Si tratta di un abete rosso di 60 anni, alto oltre 30 metri, di 5 tonnellate, proveniente dalle foreste della provincia occidentale della Transcarpazia.
L’albero sarà innalzato il prossimo 5 dicembre accanto al tradizionale presepe in allestimento in Piazza San Pietro.
Per vederlo illuminato bisognerà aspettare il pomeriggio del 16 dicembre, quando sarà inaugurato alla presenza dell’arcivescovo Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, dei vescovi cattolici dell’Ucraina di rito latino e bizantino e di rappresentanti della Chiesa ortodossa ucraina.
Quest'anno, dunque, l'appuntamento assume un carattere ecumenico. “Si tratta di un evento estremamente importante - ha detto l’arcivescovo maggiore di Kiev e Galizia, Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica dell’Ucraina - Per il Paese si tratta di un’ulteriore testimonianza delle sue radici europee e della sua appartenenza alla famiglia delle nazioni Europee”.

Ricordiamo che ogni anno il legno dell’albero utilizzato in Piazza San Pietro ha una valorizzazione sociale: viene, infatti, usualmente donato ad associazioni o comunità di recupero per la lavorazione a scopi di beneficenza.

© Copyright Radio Vaticana


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Talarico, l'uomo che mette al riparo il Papa

Francesco Antonio Grana

Sarà che le statistiche hanno ragione quando dicono che Napoli non è più la città del sole. Meteorologicamente parlando s'intende, vista l'abbondanza di pioggia che, di anno in anno, cade sul capoluogo campano.
O sarà piuttosto che l'artigianato partenopeo non è secondo a nessuno nel mondo. E allora non poteva che essere made in Naples l'ombrello, rigorosamente bianco, che l'artigiano Mario Talarico insieme al nipote omonimo ha donato a Benedetto XVI, un Papa perseguitato dalla pioggia, soprattutto durante le sue visite pastorali in Italia e nel mondo. Se lo ricordano bene i tanti campani accorsi da tutta la regione nel capoluogo per abbracciare Ratzinger quando, il 21 ottobre 2007, celebrò la Messa in una freddissima piazza del Plebiscito bagnata da una pioggia inclemente.
Quel giorno cadde perfino la neve sulla cima del Vesuvio: un vero e proprio miracolo di san Gennaro lo definì il Papa. L'ombrello che Mario Talarico ha costruito per Benedetto XVI ha un'apertura di un metro e mezzo, ma è leggerissimo grazie al manico di legno di Malacca su cui sono incastonati quarantotto Swarovski rossi. "Santità - le prime parole che l'artigiano ha rivolto a Ratzinger - nessuno aveva mai pensato di farle un ombrello". "Il Pontefice - racconta Talarico - è rimasto piacevolmente sorpreso e mi ha ringraziato". Un secondo dono al Papa lo ha fatto il nipote Mario, che con il suo estro lavora nella bottega dello zio. Un ombrello speciale: manico in avorio antico, pizzo in oro, ma soprattutto il volto e lo stemma di Benedetto XVI dipinti a mano dal giovane artigiano.
"Lo guarderò più tardi, perché qui non me lo fanno vedere", ha confessato Ratzinger. "Qualche istante prima di consegnarlo nelle mani del Papa - racconta Mario Talarico junior - un prelato mi ha intimato di non aprirlo per nessun motivo.
Gli ho replicato subito: ma voi siete vicini a Gesù o al malocchio?". Con grande orgoglio insieme allo zio mostra nella sua bottega in vico Due Porte a Toledo le sue creazioni e racconta i suoi sogni. "Vorrei fare una mostra di ombrelli ricamati e dipinti a mano. Vorrei portare l'artigianato all'artista, in modo da far comprendere ai clienti che i nostri lavori sono pezzi unici e rari. E soprattutto vorrei che fosse sostenuto il lavoro di noi giovani. C'è bisogno - confessa Mario junior - di un sovvenzionamento statale per incentivare il nostro impegno". Nei suoi occhi la stessa passione dello zio che mostra con orgoglio le numerosissime fotografie accanto ai grandi del mondo.
E confida: "Il cardinale Sepe, qualche giorno fa, mi ha detto che l'anno scorso con i miei ombrelli ha raccolto una bella cifra all'asta annuale di beneficenza che lui organizza all'Auditorium della Rai qualche giorno prima di Natale. E mi ha chiesto di donare i miei lavori anche quest'anno". L'età non frena l'entusiasmo di Mario Talarico e la sua voglia di continuare a creare oggetti meravigliosi. Sostenuto, oggi, dal nipote che confessa di dormire solo quattro ore a notte. "Lavoro fino alle tre, zio alle sette di mattina vuole già aprire e quindi mi rimane poco tempo per riposare. Ma non mi pesa, è un lavoro che faccio con tanta passione. La forza me la danno mia moglie e mio figlio. E spesso - confida Talarico junior - ripenso a un verso di una canzone di Gigi D'Alessio: "Quella voglia di arrivare era forte dentro me"".

© Copyright Il Denaro, 3 dicembre 2011


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Papa/ Domani fa accendere 'albero' di Natale a Gubbio via tablet

Sagoma di abete con 300 punti luce alta 750 metri

Città del Vaticano, 6 dic. (TMNews)

Sfiorando lo schermo di un 'tablet', domani pomeriggio dal suo appartamento, Benedetto XVI accende l'albero di Natale luminoso di Gubbio il più grande del mondo.
Per via telematica il Papa attiverà un contatto con il quadro generale elettrico, che illumina il grande abete disegnato a partire dalle mura medievali della città, per inerpicarsi sulle pendici del monte Ingino e giungere alla basilica del patrono, sant'Ubaldo, edificata sulla cima.
La sagoma verde dell'abete, coronato dalla stella cometa, ha un'altezza complessiva di 750 metri e una larghezza di 450; è disegnata da 300 punti luce e colorata all'interno da altre 400 lampade di grandi dimensioni.
I cavi utilizzati hanno una lunghezza totale di 8 chilometri e mezzo, mentre prese e spine elettriche sono ben 1.350, e veicolano 35 chilovatt di corrente.
Attraverso un collegamento video tra il Palazzo Apostolico e il seminario diocesano Beniamino Ubaldi di via Perugia - curato dal Centro Televisivo Vaticano - l'avvenimento sarà seguito dalla cittadinanza locale e verrà anche trasmesso da 'Rai1', all'interno del programma 'La vita in diretta'.

© Copyright TMNews


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Il Papa accende via tablet l'albero di Gubbio: c'è bisogno della luce d'amore

Città del Vaticano - (Adnkronos)

Al Pontefice basta sfiorare lo schermo per attivare il contatto con il quadro generale elettrico che illumina il grande abete colorato, disegnato sul versante del monte Ingino.

''Il primo augurio, allora, è che il nostro sguardo, quello della mente e del cuore, non si fermi solamente all'orizzonte di questo nostro mondo, alle cose materiali, ma sia un po' come questo albero, sappia tendere verso l'alto, sappia rivolgersi a Dio.
Lui mai ci dimentica, ma chiede che anche noi non ci dimentichiamo di Lui!''. E' quanto ha detto il Papa nel corso della cerimonia di accensione dell'albero di Natale di Gubbio, il più grande del mondo, compiuta dal Papa via computer attraverso un tablet. La luce del grande albero di Natale di Gubbio ci ricorda ''come anche noi abbiamo bisogno di una luce che illumini il cammino della nostra vita e ci dia speranza, specialmente in questo nostro tempo in cui sentiamo in modo particolare il peso delle difficoltà, dei problemi, delle sofferenze, e un velo di tenebra sembra avvolgerci''.
''Il Vangelo - ha aggiunto Benedetto XVI - ci dice che nella notte del santo Natale una luce avvolse i pastori annunciando loro una grande gioia: la nascita di Gesù, di Colui che viene a portare luce, anzi di Colui che è la luce vera che illumina ogni uomo''. ''Il grande albero - ha proseguito il Pontefice - domina la città di Gubbio e illumina con la sua luce il buio della notte''.
Al Pontefice basterà sfiorare lo schermo del tablet per attivare il contatto con il quadro generale elettrico e illuminare il grande abete colorato, disegnato sul versante del monte Ingino, che domina la città. Dal 1991 l’albero di Gubbio è entrato perfino nel Guinness dei Primati: la sagoma luminosa dell’abete natalizio è disegnata da trecento punti luce e colorata all’interno da altre quattrocento lampade di grandi dimensioni. La stella cometa è disegnata da duecentocinquanta luci e si sviluppa su una superficie di mille metri quadrati, il tutto per un’altezza complessiva della creazione luminosa di settecentocinquanta metri e una larghezza di quattrocentocinquanta.

© Copyright Adnkronos


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Da "Corriere.it"...

INTERNET E DESINENZE

Rischi hard in rete, la Santa Sede assicura
i diritti dell' indirizzo «vatican.xxx»


Il Vaticano vuole evitare incroci sui suffissi di primo livello
al quale possono accedere i siti a luci rosse. Corrono ai ripari
anche i grandi gruppi, da Coca Cola a Sony

MILANO - Un dominio sacrosanto: «Vatican.xxx» è ora di proprietà della Santa Sede. Che vuole così evitare che in futuro gli utenti del web trovino materiale a luci rosse digitando l'indirizzo del Vaticano col suffisso di primo livello al quale possono accedere i siti hard. E non è l’unico a pensarla così.

XXX PER TUTTI - Da una decina di giorni oltre 100 mila siti porno possono presentarsi online con il dominio «.xxx». Questo suffisso era stato approvato a gennaio dalla Internet Corporation for Assigned Names and Numbers, l'organizzazione non profit che gestisce gli indirizzi Internet. L'idea di inaugurare la desinenza dedicata ai siti hard era stata contestuale all'introduzione dei suffissi «.gov», «.edu» e «.org». Ora la Santa Sede si è assicurata i diritti dell’indirizzo internet «vatican.xxx», come riferisce il quotidiano cattolico francese La Croix. Le richieste di registrazione all'Icm sono arrivate anche da marchi e nomi di domini già esistenti con altra desinenza (.com, .net e così via): colossi quali Coca-Cola o Sony, ma anche il Louvre di Parigi e l’Agence France Presse, hanno infatti prenotato il dominio «.xxx». Il motivo? Il timore di veder finire il proprio nome associato a un portale per soli adulti. Recentemente si sono alzate diverse voci critiche all'introduzione dei nuovi suffissi. A protestare anche alcuni gruppi religiosi che sostengono che il nuovo dominio possa incentivare la proliferazione del porno sulla Rete.

VATICANO 2.0 - In questi anni Benedetto XVI. ha ripetutamente sollecitato la Chiesa ad «utilizzare tutti i mezzi tecnici per diffondere il messaggio evangelico e restare in contatto con i fedeli». Il Vaticano è relativamente aperto alle nuove tecnologie: in estate il Papa ha attivato news.va, il nuovo portale multimediale attraverso un iPad, mentre a inizio dicembre ha acceso per via telematica, con un tablet in San Pietro collegato al quadro elettrico in Umbria, l'albero di Natale di Gubbio.

Elmar Burchia
16 dicembre 2011 | 18:13


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Papa firma registro Albero di Natale piu' grande del mondo

(ANSA) - GUBBIO (PERUGIA), 7 GEN - Dopo avere acceso, dal suo appartamento in Vaticano, grazie ad un sofisticato sistema tecnologico, l'Albero di Natale piu' grande del mondo, papa Benedetto XVI ha apposto la sua firma nel registro che raccoglie i nomi di tutti coloro che ne hanno acceso le luci nel corso degli anni.
''Una ulteriore e, in parte, inaspettata soddisfazione'' per il comitato dei volontari che dal 1981 realizza la singolare creazione luminosa sul monte Ingino. L'Albero verra' spento il 10 gennaio. (ANSA)


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Papa/ Un coccodrillo a udienza generale per centenario zoo Roma

Esemplare cubano con dipendenti Bioparco stamane in Vaticano

Città del Vaticano, 11 gen. (TMNews)

A coronamento dell'anno del centenario del Giardino Zoologico diRomai dipendenti del Bioparco e le loro famiglie parteciperanno questa mattina all'udienza generale del Papa in Vaticano. "A rendere fortemente simbolico il momento - recita una nota del bioparco - sarà la presenza di un raro esemplare di coccodrillo cubano (Crocodylus rhombifer), in rappresentanza dei 1200 animali ospiti del Bioparco e a testimonianza dell'opera di salvaguardia e di educazione ambientale svolta dalla struttura".
Il coccodrillo cubano, che ha visto ridursi dell'80% la propria popolazione, sopravvive soltanto in un'area ristretta dell'isola ed è classificato come criticamente minacciato dall'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura. "Il giovane esemplare, dopo un periodo di affidamento al Bioparco e recupero delle condizioni ottimali, sarà restituito alla sua terra d'origine, in singolare coincidenza con il viaggio apostolico di Benedetto XVI" a Cuba a marzo prossimo.

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VATICANO: DOMANI ALLEVATORI E ANIMALI IN PIAZZA SAN PIETRO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 16 gen.

Domani, festa di Sant'Antonio Abate, piazza San Pietro si trasformera' in una "Stalla sotto il cielo" per celebrare "il patrono degli allevatori e degli animali".
Ne da' notizia l'Aia, Associazione italiana allevatori, che promuove in coincidenza con la ricorrenza liturgica la quinta edizione della "Giornata dell'allevatore".
n particolare saranno presenti, tra gli altri animali, bovini delle piu' diffuse razze italiane da latte e da carne, bufali, maiali, pecore e capre, equini, oche, galline e conigli. E ci saranno anche i cani delle unita' cinofile della polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri. L'esposizione del bestiame sara' aperta ai visitatori dalle ore 9 alle 15. Alle 11 sara' celebrata una messa per gli allevatori e le loro famiglie all'interno della Basilica Vaticana. E subito dopo avra' luogo la sfilata di cavalli e cavalieri alla quale partecipano anche le rappresentanze dei corpi militari che sfileranno lungo via della Conciliazione insieme ai gruppi di butteri laziali e agli istruttori delle associazioni impegnate nella riabilitazione equestre di persone con disabilita' fisiche e psichiche. Alle 12,30 sara' impartita dal cardinale Angelo Comastri, vicario del Santo Padre per la Basilica di San Pietro, la benedizione a tutti gli animali presenti e ai loro accompagnatori. Per l'occasione, come negli anni scorsi, sono attesi numerosi anche i cittadini romani con i loro cani e gatti, ai quali Aia, in collaborazione con Pfizer animal health, offrira' a partire dalle ore 10 un check-up veterinario gratuito negli ambulatori allestiti in Piazza Pio XII.

© Copyright (AGI)


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VATICANO: FORMAZIONI A CAVALLO DI PS, CC E GDF SFILANO A S.PIETRO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 17 gen.

Cavalli e cavalieri della Polizia di Stato, seguiti da formazioni ugualmente a cavallo dei Carabinieri, con le uniforme storiche, e della Guardia di Finanza, hanno sfilato questa mattina in via della Conciliazione, per partecipare alla benedizione degli animali presieduta in piazza Sasn Pietro dal cardinale Angelo Comastri, vicario del Papa per la Citta' del Vaticano.
Il rito si svolge in occasione della odierna festa di Sant'Antonio Abate, che, per iniziativa dell'Associazioe Italaiana Allevatori, coincide con la quinta edizione della "Giornata dell'allevatore". Nell'occasione piazza San Pietro e' stata trasformata in una "stalla a cielo aperto", con recinti che ospitano bovini delle piu' diffuse razze italiane da latte e da carne, bufali, maiali, pecore e capre, equini, oche, galline e conigli.
E, per la gioia delle scolaresche romane in visita, ci sono anche i cani delle unita' cinofile della Polizia di Stato, dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.
In mattinata e' stata celebrata una messa per gli allevatori e le loro famiglie all'interno della Basilica Vaticana.
In piazza San Pietro sono presenti anche cavalli e istruttori delle associazioni impegnate nella riabilitazione equestre di persone con disabilita' fisiche e psichiche. Numerosi anche i cittadini romani con i loro cani e gatti, ai quali l'Aia, in collaborazione con Pfizer animal health, ha offerto, a partire dalle ore 10, un check-up veterinario gratuito negli ambulatori allestiti nella limitrofa piazza Pio XII.

© Copyright (AGI)


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Da "Il Foglio"...

10 febbraio 2012 - ore 18:57

Benedetto XVI tifa Bayern Monaco. E il Bayern lo fa socio onorario del club

Che Benedetto XVI tifa Bayern Monaco, ve lo dico io. Quando vinse lo scudetto nel 1979-80 (Ratzinger era arcivescovo a Monaco) scrisse una lettera pastorale sul tifo calcistico paragonandolo all’amore per Dio “perché è gratuito e disinteressato”. Oggi questo amore è ricambiato dal Bayern con un’iniziativa da sottolineare: il presidente Uli Hoeness vorrebbe papa Benedetto XVI come socio onorario. “Se ci dà un segnale, andiamo da lui e gli portiamo la tessera onoraria”, ha spiegato il patron della squadra di calcio della Baviera, Land che ha dato i Natali anche allo stesso Ratzinger. Mentre il club calcistico ha raggiunto la cifra record di 174mila soci, l’ex campione del mondo ha ironizzato con un “adesso manca solo il Papa”, mettendo poi in chiaro che non si tratta di uno scherzo. Non sarebbe il primo Pontefice con una tessera calcistica della serie A tedesca: già il predecessore di Ratzinger, Giovanni Paolo II, ne aveva due (lo Schalke 04 di Gelsenkirchen e il Borussia
Dortmund).

© - FOGLIO QUOTIDIANO
di Rio Paladoro


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Da "Il Messaggero.it"

Silvana crea il profumo per il Papa: «Essenza di bosco e musica»

di Franca Giansoldati
Tutto è cominciato con una telefonata proveniente dal santuario di Santiago di Compostela. Era il 2010 e Benedetto XVI a novembre sarebbe andato a chiudere il Giubileo Compostelano. Nel piccolo ma pluripremiato laboratorio di Reggio Emilia, «Il Profvmo», in cui vengono create fragranze ispirate ai ritmi della natura attraverso un procedimento rigorosamente top secret, arrivò un incarico tanto singolare quanto inaspettato. Si chiedeva di ottenere un aroma ambientale capace di trasmettere ai pellegrini la sacralità del luogo.

Silvana Casoli, il «naso», come verrebbe chiamata in Francia, per nulla impressionata dalla sfida che si prospettava si mise all’opera e in poco tempo nacquero due acque di colonia, l’Acqua della Fede e l’Acqua della Speranza. «Mi sono calata nei panni di chi fa un pellegrinaggio. C’è chi va per confermare la propria fede ma anche chi intraprende il viaggio nella speranza di ritrovarla, dunque, ho pensato che dovevo far nascere qualcosa capace di evocare olfattivamente un’apertura ma anche un arrivo». L’elaborazione ottenuta, basata sui fiori di Bach, riscosse molto successo.

Una confezione con le due acque venne donata al pontefice dai prelati spagnoli. Passò un po’ di tempo e a Reggio Emilia giunsero richieste analoghe. Una dal santuario di Sant’Antonio di Padova e l’altra, assai più importante, dal Vaticano per una acqua da destinare a Benedetto XVI. A lui e solo a lui. Silvana Casoli si sentì quasi svenire, il compito era immane.

Questa maestra profumiera con robusti studi alle spalle in botanica, chimica e cosmetologia ma che per vezzo ama definirsi «alchimista», ebbe una specie blocco psicologico. Come comporre un profumo personalizzato per Sua Santità? L’impresa, effettivamente, non si presentava facile. Iniziò a concentrarsi su fragranze che potessero richiamare l’amore che Joseph Ratzinger nutre per la musica, per gli animali, per i boschi verdi della Baviera, per la semplicità, per il bisogno insopprimibile d’Assoluto.

La ricerca durò mesi e ci furono momenti in cui pensò anche di gettare la spugna, di rinunciare all’incarico, poi ebbe una intuizione: «Capii che una essenza del genere doveva avere nel cuore qualcosa di pulito, di leggero, richiamando l’idea della pace. Pensai ai profumi che il Papa avverte quando prega in giardino, davanti alla Grotta di Lourdes». Note di tiglio, di verbena, di erba. Di più Silvana Casoli, profumiera dei vip di mezzo mondo - tra cui Madonna, Sting, Re Juan Carlos, persino il presidente della Repubblica, Napolitano - non vuole aggiungere. «Amo parlare del mio lavoro ma stavolta è una questione di discrezione. Sono molto devota al Santo Padre». Di fatto quell’acqua di colonia non verrà mai riprodotta per nessun altro.

Silvana Casoli non vuole troppa pubblicità. «Parliamo invece dei segreti del mio lavoro». Il suo laboratorio-profumeria garantisce l’unicità dei prodotti poiché mantiene inalterati i procedimenti artigianali. Una produzione su grande scala non sarebbe possibile. Dietro ogni flacone si nascondono anni di ricerche, di viaggi in luoghi lontani per raccogliere materiali, estratti rari, composti base. La resina del legno di sandalo del Suriname, il sale dell’Himalaya ma anche il tulipano nero o le tuberose profumate dell’Est. Ogni essenza che esce dal laboratorio è unica nel suo genere. «Lavoro molto sulla memoria olfattiva».

Sicché prima di creare un profumo per qualcuno, Silvana vuole conoscere a fondo le sue abitudini fino a carpirne i segreti. Intuito e odorato: scompone gli aromi per poi assemblarli nuovamente. Silvana ha scoperto da bambina di avere un dono fuori dal comune. Il suo olfatto è così raffinato che le consente di percepire a grande distanza ogni tipo di odore, riuscendo a descrivere le persone a seconda degli effluvi che emanano, captando impercettibili particelle fluttuanti nell’aria. Un po’ quello che lo scrittore Peter Suskind ha descritto nelle prime pagine de Il Profumo. «Come la musica anche un odore può cambiare la vita, accarezzare lo spirito, giocando sulle note delle spezie, del bosco o della frutta. Sollecitare la felicità, esaltare la bellezza». Insomma, è una forma d’arte, esattamente come la pittura, la scultura o la fotografia.

Mercoledì 14 Marzo 2012


Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
13/04/2012 13:21
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Con la pelle Nabuk conciata ad Arzignano la Geox produce un mocassino numero 41 (pianta larga) per le passeggiate nei giardini Vaticani del pontefice

Antonio Di Lorenzo

Con la pelle conciata ad Arzignano produce i mocassini per il Papa. Rivela che Ratzinger porta un numero 41 a pianta larga, ma non precisa - per riservatezza aziendale - chi è il suo fornitore di pelle vicentino.
Poi precisa: «Le scarpe ufficiali del papa, quelle rosse, le produce un calzolaio di Vigevano e non Prada, come qualcuno ha detto e poi è rimbalzato su Internet. Ma quelle da passeggio nei Giardini Vaticani sono nostre».
Mister Geox, vale a dire Mario Moretti Polegato, ha regalato agli studenti di economia presenti ieri in aula magna all'università un bel po' di storia personale, condita da vari aneddoti, ma ha anche trasmesso loro motivazioni e una grande carica di passione. L'imperativo è: «Voi potete cambiare il mondo, dovete sgorlare questo Paese di vecchi, ma dovete crederci. E soprattutto dovete diventare imprenditori di voi stessi. Aggiungere sempre un qualcosa in più a quello che vi chiedono di fare». Avanti: «Il Nordest sarà il cuore della nuova economia per merito vostro, perché è più sensibile all'innovazione. Tre quarti dell'Italia, quella che timbra il cartellino e poi va a fare la spesa o al caffé, non è pronta». Di più: «Non è importante essere piccoli, medi o grandi, ma essere bravi. Cioé unici. State sicuri che un'impresa con questa caratteristica non avrà mai crisi. E voi un lavoro l'avrete sempre». L'incontro con Moretti Polegato è il secondo del ciclo organizzato dalla Fondazione studi universitari (presente ieri con il presidente Silvio Fortuna e il direttore Carlo Terrin), il “polo” di Studi sull'impresa, e l'Istituto “Rezzara”. Mister Geox, che è nato come enologo dato che la sua famiglia produce vini (tra tutti il Prosecco Villa Sandi) ha raccontato come è nata l'idea della “scarpa che respira”. «Era il 1995 ed ero nel Nevada a promuovere i vini di famiglia. Ho voluto fare una passeggiata nel deserto. Ma i piedi mi facevano male. Con un coltellino svizzero ho fatto due fori nelle scarpe da jogging. Mi sono pure tagliato. Però ho creato la ventilazione. Al ritorno nel Veneto, invece di buttare via le scarpe, ho esaminato il problema e ho cercato una soluzione. L'innovazione nasce sempre dall'esigenza di soddisfare un bisogno. Ma migliorare un prodotto non basta: servono due altre caratteristiche. L'innovazione va protetta con un brevetto e va sperimentata, affinata con la ricerca. Io ho usato il materiale delle tute aerospaziali: lascia passare il sudore, ma non l'acqua, perché la traspirazione della pelle è una molecola 700 volte più piccola di quella dell'acqua». Quell'azienda nata sedici anni fa con cinque ragazzi, come li chiama lui, oggi ha 30 mila dipendenti (indotto compreso) produce 20 milioni di paia di scarpe, 2 milioni di pezzi di abbigliamento, ha 1.300 negozi monomarca ed è presente in 103 Paesi del mondo. All'inizio neanche la volevano la pubblicità della “scarpa con lo sbuffo”. Oggi le scarpe Geox dorate le porta anche Elton John, mentre un'altra celebrity che calza le scarpe Geox è la figlia di Barack Obama. E quegli occhiali bianchi e neri, che sono la cifra stilistica di Mr. Geox? Moretti Polegato confessa: li ha disegnati lui e indossa solo quelli perché... gli hanno portato fortuna.

© Copyright Il Giornale di Vicenza, 13 aprile 2012


Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
14/04/2012 16:39
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[SM=g8468] [SM=g8468] piccola curiosità:



- mons. Georg! Dove portate la mia papalina?
ah! non è la mia papalina, ma il mio solito bicchiere con la medicina!!!
Buona, molto buona!!!

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[Modificato da Caterina63 14/04/2012 16:41]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Re:

Caterina63, 14/04/2012 16.39:

[SM=g8468] [SM=g8468] piccola curiosità:



- mons. Georg! Dove portate la mia papalina?
ah! non è la mia papalina, ma il mio solito bicchiere con la medicina!!!
Buona, molto buona!!!

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Sembra così ansioso, come un bambino, di prendere... il thè, credo, vero? Si vede che è molto buono! [SM=j7798] [SM=j7798] [SM=j7798] [SM=j7798] [SM=j7798] [SM=j7798] [SM=g7430]

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L’indiscreto

Ratzinger non voleva diventare Papa

Il giorno del suo 78esimo compleanno, il 16 aprile 2005, due giorni prima dell’inizio del conclave, il cardinale bavarese confidò a un confratello che non voleva essere eletto

Francesco Grana

Lunedì, 16 Aprile 2012

Vaticano, 16 aprile 2005. Sono da poco passate le 13 e nell’aula del sinodo è appena terminata la congregazione generale che i cardinali tengono ogni giorno durante il periodo della Sede Vacante. Mancano solo 48 ore all’inizio del conclave che eleggerà il successore di Giovanni Paolo II. Quel giorno è anche il 78esimo compleanno di Joseph Ratzinger.
Terminata la congregazione generale, il cardinale bavarese lascia l’edificio per raggiungere il palazzo dell’ex Sant’Uffizio dove ha sede la Congregazione per la Dottrina della Fede da lui guidata dal 1981. Lo aspetta una colazione con i suoi più stretti collaboratori che lo attendono per festeggiarlo. Ma sul suo breve cammino Ratzinger incontra un confratello e amico di lunga data. Ed è lui a rivolgergli una domanda importante: «Eminenza, ma lei mica ci farà qualche scherzo?».
A cosa si riferiva quel cardinale? «Nelle congregazioni generali - spiega il porporato - erano state sondate numerose candidature: i papabili erano tanti e tutti di altissimo profilo. Ma alla fine una solida maggioranza era nata spontaneamente attorno alla figura del cardinale Ratzinger. Lui, schivo e con il suo tratto delicato, faceva di tutto per non essere al centro dell’attenzione».
Ma cosa rispose il cardinale bavarese al confratello? «Ratzinger si fece scuro in volto e mi sembrò molto turbato e poi disse: Eminenza, non pensate a me. Vi prego, non pensate a me».
Il confratello tenne nel suo cuore questa risposta e non la comunicò agli altri cardinali che avevano già scelto di votare per Ratzinger. Due giorni dopo, nella Basilica di san Pietro, fu proprio il cardinale bavarese, in qualità di decano del Sacro Collegio, a presiedere la Messa "pro eligendo Romano Pontifice". È in quella occasione che Ratzinger tenne la famosa omelia sul relativismo. «Quanti venti di dottrina - affermò il porporato - abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero... La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde - gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo a un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno - sostenne Ratzinger - nascono nuove sette e si realizza quanto dice san Paolo sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore. Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare "qua e là da qualsiasi vento di dottrina, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo - concluse Ratzinger - una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie».
Per gli osservatori vaticani questo passaggio dell’omelia sarebbe stato determinante per la non elezione di Ratzinger alla cattedra di Pietro. Ma così non fu. L’indomani, il 19 aprile 2005, alla quarta votazione, il 78enne porporato bavarese fu eletto Papa. «Quando il cardinale Angelo Sodano, in qualità di vice decano del Sacro Collegio, si avvicinò a Ratzinger, subito dopo il quarto scrutinio e ovviamente prima che bruciassimo le schede, per chiedergli con la formula latina prevista se avesse accettato l’elezione ebbi molta paura», confida il porporato che appena tre giorni prima aveva chiesto al prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede se avesse accettato il suffragio dei porporati elettori. «Temevo - prosegue il cardinale - che avrebbe rifiutato. E invece rimasi sorpreso: non perché accettò, ma per la serenità con la quale si espresse, annunciandoci e subito dopo spiegandoci la scelta del nome Benedetto. Appena lo vidi uscire vestito di bianco dalla stanza della lacrime, che si trova sul lato sinistro guardando l’altare della Cappella Sistina, rimasi stupito: sembrava fosse stato Papa da sempre. Prima che ognuno di noi si avvicinasse a lui per baciargli la mano e così fargli atto di obbedienza, volle rivolgerci alcune parole e affidarsi alle nostre preghiere».
Successivamente, fu lo stesso Benedetto XVI a raccontare quei momenti: «Quando, lentamente, l’andamento delle votazioni mi ha fatto capire che, per così dire, la scure sarebbe caduta su di me la mia testa ha incominciato a girare. Ero convinto - prosegue il Papa - di aver svolto l’opera di tutta una vita e di poter sperare di finire i miei giorni in tranquillità. Con profonda convinzione ho detto al Signore: non farmi questo! Disponi di persone più giovani e migliori, che possono affrontare questo grande compito con tutt’altro slancio e tutt’altra forza. Allora sono rimasto molto toccato da una breve lettera scrittami da un confratello del collegio cardinalizio. Mi ha ricordato che in occasione della Messa per Giovanni Paolo II avevo incentrato l’omelia, partendo dal Vangelo, sulla parola che il Signore disse a Pietro presso il lago di Genesaret: seguimi! Avevo spiegato - ricorda ancora Benedetto XVI - come Karol Wojtyla aveva sempre ricevuto di nuovo questa chiamata dal Signore, e come sempre di nuovo aveva dovuto rinunciare a molto e dire semplicemente: sì, ti seguo, anche se mi conduci dove non avrei voluto. Il confratello mi ha scritto: Se il Signore ora dovesse dire a te "seguimi", allora ricorda ciò che hai predicato. Non rifiutarti! Sii obbediente come hai descritto il grande Papa, tornato alla casa del Padre. Questo mi ha colpito nel profondo. Le vie del Signore non sono comode, ma noi non siamo creati per la comodità, bensì per le cose grandi, per il bene. Così - conclude il Papa - alla fine non ho potuto fare altro che dire sì».


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PAPA: ALLA RADIO SI DIMENTICO' DI CITARE PAPATO E DOVETTE CORREGGERSI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 17 apr.

"Ah! Avevo dimenticato il ministero petrino, questo e' grave per uno che sta al servizio del Papa! Ovviamente, al sacramento dell'Ordine va aggiunto il ministero di Pietro, e poi tutto il resto".
Sono parole pronunciate nove anni fa dal cardinale Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, durante un'intervista a Radio Rai, per il programma "Oggi duemila".
Le riporta padre Vito Magno, storico collaboratore Radio Uno, nel libro "Anche loro" nel quale (per le edizioni del Messaggero di Sant'Antonio) ha raccolto alcune delle interviste da lui realizzate con personaggi celebri: da Massimo Cacciari che si interroga sulla alterita' del cristiano rispetto al mondo, a Ornella Vanoni, che considera la preghiera piu' efficace degli psicofarmaci, da Alda Merini che disse "io stessa sono Dio, in fondo, perche' sono parte di lui" a Raul Bova che racconta di aver avuto "in certi momenti la certezza tangibile dell'esistenza di Dio".
Per il prete giornalista, l'intervista con il celebre capo dell'ex Sant'Uffizio era ovviamente la piu' delicata della serie, e dunque fece un salto sulla sedia quando tra le cose essenziali della fede cristiana che nel futuro sarebbero rimaste immutate, il cardinale Ratzinger dimentico' di elencare proprio il Papato.
"Resteranno certamente - era stata la sua prima risposta - i grandi elementi datici dal Signore, cioe' le strutture sacramentali, i sette sacramenti, e quanto alla struttura della Chiesa il sacramento dell'Ordine con i suoi tre gradi, diaconato, presbiterato ed episcopato. Questa - disse il futuro Papa ai microfoni di Radio Rai - la struttura fondamentale che e' molto semplice e che permette diverse applicazioni.
Naturalmente l'applicazione del sacramento dell'Ordine comporta la necessaria e intima collaborazione con i laici perche' l'Ordine non esiste per se', ma come servizio nella costruzione della Chiesa nella quale tutti siamo responsabili, ciascuno a suo modo. Rimarra' anche sempre la vita consacrata come un segno di radicalita' della sequela di Cristo".
Su Papato e Santa Sede nemmeno un cenno, e allora padre Magno gli chiese di integrare la risposta ottenendo l'ammissione della dimenticanza. Ma nemmeno questo bastava a riequilibrare l'intervista e dunque ecco un'altra domanda su possibili future evoluzioni anche a Roma. Al che l'intervistato replico': "negli ultimi cento anni molti cambiamenti si sono avuti, tanti anche negli ultimi venti anni.
Il Santo Padre avra' sempre bisogno di collaboratori, ma la storia insegna come le forme di collaborazione possono cambiare".
L'intervista divenne poi piu' personale, quando al cardinale Ratzinger fu chiesto cosa piu' lo gratificava e cosa piu' dispiaceva del difficile mestiere di custode dell'ortodossia cattolica. "La grande consolazione - fu la risposta - e' che uscendo dal palazzo dove lavoro, dall'appartamento dove abito verso piazza San Pietro o anche in altre parti come in patria, incontro persone che si mostrano grate per il lavoro che svolgiamo; persone che sembra di conoscere, anche se mai incontrate prima. Mi consola realmente riscontrare gratitudine per il servizio che compiamo per la Chiesa, per la sua unita' e la pace.
Il dispiacere è invece provocato dal costatare anche molta diffidenza e opposizione. Certamente, essendo uomini, compiamo anche errori, perche' tutto cio' che e' umano e' imperfetto. Ma bisognerebbe evitare i pregiudizi che possono portare fino all'odio. Questo fa male".

© Copyright (AGI)


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