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Le curiosità nei Sacri Palazzi ed anche al di fuori...

Ultimo Aggiornamento: 08/04/2013 08:28
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23/10/2010 13:59
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Grandi affari per Catholic with attitude, che raddoppia negli Usa

E papa Benny fa furore sulle t-shirt scozzesi

di Andrea Bevilacqua

Affari d'oro in Scozia dopo la recente visita di papa Benedetto XVI.
Il pontefice che la vulgata definisce con meno appeal degli ultimi decenni, l'anti-Wojtyla quanto a carisma e forza aggregativa, il Panzerkardinal che dovrebbe incutere paura e nessun fascino, il freddo censore della dottrina cattolica per anni prefetto dell'ex Sant'Uffizio, vende e fa vendere.
Vende e fa fare affari d'oro.
Tanto che la società scozzese di abbigliamento «Catholics with Attitude» www.catholicswithattitude.co.uk/ ha deciso di aprire un secondo outlet in America dopo che in seguito alla visita del Papa in Inghilterra e Scozia le vendite dei propri prodotti sono raddoppiate. La società fa T-Shirts e felpe con cappuccio. In occasione dell'arrivo del Papa si è inventata scritte del genere: «Squadra Benedetto», «Vaticano All Stars», «Amo papa Benny». Le ha fatte in vista dell'arrivo del Papa ed è stato «boom». Un boom che ancora continua e che ha spinto la società scozzese ad andare anche sul mercato americano. «Il papa vende», dicono. «C'è gente che indossa le nostre maglie con orgoglio. Si sentono parte di una comunità”.
Elliott Bohannon, portavoce della compagnia, ha dichiarato recentemente: «Credo che ci sia stato uno spostamento culturale. La gente ha scoperto che può indossare una t-shirt con sopra quello in cui crede». Le vendite da gennaio a settembre di quest'anno sono raddoppiate, rispetto allo stesso periodo del 2009, ha detto Bohannon. «e abbiamo già superato le cifre economiche dell'anno precedente di un bel po'. Le vendite sono andate al di là di ogni nostra aspettativa. Abbiamo davvero superato ogni più rosea previsione».
Le scritte più popolari sono state: «Squadra Benedetto», «Dio benedi-shirt ca il Papa», e «Cor Ad Cor Loquitur», il motto della visita papale. La compagnia, che ha base a Glasgow, si sta preparando ad aprire un secondo punto di distribuzione a Pittsburgh, Pennsylvania, per rifornire il mercato americano.
La crescente popolarità della società le è valsa un servizio della Cbs americana qualche giorno fa. Catholics with Attitude, fondata nel 2006, afferma che «tutte le decisioni che prendiamo e tutto quello che facciamo dovrebbe conformarsi alla nostra fede cristiana». Di recente felpe e T-shirts sono state consegnate a clienti negli Usa, in Francia, Germania, Cipro e Spagna.

© Copyright Italia Oggi, 23 ottobre 2010


[Modificato da Paparatzifan 23/10/2010 14:01]
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"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
20/11/2010 17:36
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Oggi alle mense della Caritas menu a base tartufo, dono del Papa

Risotto, pasta al forno, carne e tanto tartufo bianco. È il menù particolare e molto ricercato che i cuochi della Caritas hanno preparato oggi per gli ospiti delle mense, con il prezioso tartufo donato all'ente da Papa Benedetto XVI. Il Santo Padre ha voluto condividere con i poveri di Roma l'omaggio a lui fatto di un prezioso tartufo bianco di circa un chilo. "Un gesto di amore e di attenzione del nostro Vescovo verso i più disagiati per ribadire la sua vicinanza a quella parte della città che soffre", spiega il direttore della Caritas, monsignor Enrico Feroci. Il menu verrà servito, a partire dalle 11.30, nella Mensa Giovanni Paolo II a Colle Oppio, in Via delle Sette sale 30.

© Copyright Apcom


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02/12/2010 23:39
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Dall'Alto Adige a San Pietro l'albero di Natale

È giunto in Vaticano all'alba di questa mattina, giovedì 2 dicembre, dall'Alto Adige - precisamente da Luson, un comune in provincia di Bolzano, a tredici chilometri da Bressanone - l'albero di Natale che quest'anno abbellirà piazza San Pietro. Si tratta di un abete alto circa 34 metri, di 94 anni di età e dal peso di cinque tonnellate, scelto tra le centinaia del maso Lengerei, una tenuta di proprietà di Martin Ragginer che si trova a un'altitudine di 1.150 metri. Venerdì 3, alle 7, verrà innalzato al centro della piazza, accanto all'obelisco e al presepe in fase di allestimento. Tiraggio, messa in opera e in sicurezza, e interventi di innesto per riparare i danni del trasporto sono a cura di Marco Bargellini, direttore del servizio dell'edilizia interna della Direzione dei Servizi Tecnici del Governatorato. Successivamente il laboratorio elettrotecnico ed elettronico della stessa Direzione provvederà all'allestimento, decorandolo con circa 3.000 sfere di colore oro e argento unitamente a circa 1.500 led luminosi bianchi e gialli, dotati di maggiore efficienza in termini di consumo e manutenzione rispetto alla tradizionale illuminazione. L'impianto sarà completato dall'installazione di festoni per tutta l'altezza dell'albero. Alla sua cima verrà collocata una grande stella a luce pulsante. Nel pomeriggio di venerdì 17 dicembre, il cardinale Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, presiederà la cerimonia di inaugurazione. Il comune di Luson ha anche donato una cinquantina di abeti più piccoli destinati a decorare sale e ambienti della Città del Vaticano.

(©L'Osservatore Romano - 3 dicembre 2010)


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Prodotti da quindici detenuti del carcere di massima sicurezza di Padova

Panettoni regalati dal Papa per il Natale

Sono stati prodotti artigianalmente da 15 detenuti a Padova i 232 panettoni che verranno donati da Benedetto XVI ai collaboratori, benefattori e prelati della Curia Romana in occasione delle festività natalizie.
Si tratta di una specialità curata dai tre maestri pasticceri della cooperativa "I dolci di Giotto", i quali sovrintendono la lavorazione artigianale, che si svolge nel laboratorio "Due Palazzi" all'interno del carcere di massima sicurezza della città veneta. In questo modo, si cerca di reinserire nella società i detenuti della struttura circondariale insegnando loro un mestiere. In particolare, dodici panettoni da un chilo e mezzo, che il Papa donerà, sono confezionati all'interno di scatole riproducenti gli affreschi del Natale della cappella degli Scrovegni di Padova.
"Parte del ricavato della vendita - assicura Nicola Boscoletto, presidente del consorzio cooperative sociali Rebus - andrà a due realtà no profit: all'associazione Giuseppe e Margherita Coletta "Bussate e vi sarà aperto", intitolata al brigadiere dei carabinieri morto a Nassiryah, e alla fondazione banco alimentare, che distribuisce ai poveri l'eccedenza dell'industria alimentare". Qualità e scopi sociali sono il binomio sul quale si basa la filosofia del consorzio di cooperative che hanno dato vita anche al cesto della bontà: una confezione che privilegia l'utilizzo di prodotti e di materiale proveniente da varie associazioni di volontariato.
Le scatole sono state decorate dai disegnatori della lombarda "Associazione cometa" che si occupa di accoglienza e di progetti socioeducativi per i minori, il cioccolato è di "Piazza dei mestieri" di Torino che opera con adolescenti a rischio di emarginazione, i vini sono della "Comunità terapeutica Pinocchio" di Brescia, attiva nel recupero fisico, morale e sociale dei tossicodipendenti, le marmellate sono prodotte dalle trappiste di Vitorchiano.

(©L'Osservatore Romano - 19 dicembre 2010)


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20/12/2010 18:26
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Da "Il resto del Carlino"...

Brescello regalerà al Papa i film di don Camillo e Peppone

Il 26 gennaio il parroco don Giovanni e il sindaco Vezzani, insieme a una delegazione di fedeli, saranno all’udienza papale e porteranno in dono un cofanetto con i capolavori di Fernandel e Cervi molto graditi al Santo Padre

Reggio Emilia, 20 dicembre 2010.

A Papa Benedetto XVI piacciono così tanto i film di Peppone e don Camillo? Bene. Allora da Brescello partirà una delegazione che porterà in omaggio al Santo Padre un cofanetto con tutte le cassette dei film tratti dai racconti di Giovannino Guareschi e ambientati proprio nel paese reggiano sul Po. Lo ha annunciato il parroco, don Giovanni Davoli, al termine delle messe del fine settimana.

La partenza è fissata per le sei del mattino del 25 gennaio, con ritorno la sera successiva. Il 26 la delegazione brescellese sarà all’udienza papale del mercoledì, in aula Paolo VI. E al termine dell’incontro con i fedeli, il Papa dovrebbe avvicinarsi alla prima fila, dove saranno accomodati il parroco don Giovanni ed il sindaco Giuseppe Vezzani, per consegnare al Santo Padre il cofanetto, ma anche alcuni volumi sulla storia di Brescello e su Guareschi, oltre ad un poster che raffigura una celebre scena dei film, con don Camillo-Fernandel e Peppone-Gino Cervi impegnati a dipingere le statuine del presepio.

Le iscrizioni al viaggio si raccolgono a partire da oggi e fino al 27 dicembre, ogni sera alle 19,15 in sagrestia, al termine della messa vespertina. L’iniziativa è organizzata dall’Unità pastorale locale insieme alle parrocchie di Brescello e Lentigione.

L’interesse per questa trasferta a Roma e in Vaticano è già ad altissimo livello, tanto che è probabile che si riesca ad organizzare pure un secondo pullman per questo viaggio di due giorni. Per Brescello è una nuova occasione per mettersi in evidenza a livello turistico.

L’ammissione di Sua Santità di essere un estimatore dei film di Peppone e don Camillo hanno ulteriormente sviluppato la popolarità del piccolo paese della Bassa, in cui ogni anno sono parecchie migliaia i turisti che lo vanno a visitare da ogni parte del mondo, fermandosi ai musei, nella chiesa e nei luoghi teatro dei celebri film, facendosi fotografare sotto la celebre campana oppure accanto al carro armato che ancora si trova – recentemente rimesso a nuovo esteticamente – all’ingresso dello storico museo di Peppone e don Camillo. E il sogno, a Brescello, ora sarebbe quello di ricevere la visita del… Papa.

Dopo tutto, il paese sul Po non è nuovo a visite “eccellenti”, tanto che di recente il popolarissimo cantautore Zucchero Fornaciari ha scelto proprio Brescello per la presentazione in anteprima mondiale del suo ultimo lavoro musicale. E così giornalisti e operatori dell’informazione dall’Italia e dall’estero sono stati convocati in paese, potendo poi raccontare della loro visita al paese e ai musei a lettori e telespettatori di tutto il mondo.

di ANTONIO LECCI


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24/12/2010 02:39
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Benedetto XVI sarà il primo papa ad andare in radio

Il pontefice sarà ospitato per 3 minuti dalla trasmissione radio "Thought for the day" della famosa e anticlericale Radio4. «Durante la vigilia di Natale il Santo Padre parlerà al paese per 3 minuti in un programma seguitissimo da tutta la nazione», spiega in un'intervista a Tempi padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede

di Benedetta Frigerio

Non doveva essere il Papa della comunicazione, e invece Benedetto XVI sarà il primo pontefice a partecipare ad una trasmissione radio. Non solo, lo farà ospitato dalla nota trasmissione inglese Radio4, famosa anche per passati attacchi alla Chiesa cattolica. «Durante la vigilia di Natale il Santo Padre parlerà al paese per 3 minuti in un programma seguitissimo da tutta la nazione: “Thought for the day”, una rubrica dove intervengono personalità religiose di spicco», spiega a Tempi padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede.

A chiederlo al Papa è stato il direttore della Bbc Mark Thompson, noto liberal, ma colpito dall'udienza e dalle parole del Santo Padre durante il recente viaggio in Inghilterra. Il dibattito è ovviamente esploso, ma la visita ha provocato, e continua a farlo, intellettuali, personaggi di spicco e semplici cittadini britannici. «Il Pontefice ha accettato – conferma Lombardi – proprio perché durante il viaggio apostolico si è sentito accolto positivamente da molti. Ha avvertito che gli inglesi sono rimasti colpiti dal suo messaggio e non vuole che l'interesse cali né che la domanda suscitata nel popolo britannico si smorzi. Per questo parlerà loro in vista del Natale».

Non è l'unica novità mediatica di questo pontificato. «Anche il sito vaticano www.vatican.va subirà delle modifiche che lo rendano più accessibile», aggiunge Lombardi. Inoltre, ricorda il padre, «stiamo lavorando per avviare un nuovo portale che coordini tutta l'informazione vaticana spesso frammentata: qui convergeranno i contributi dell'Osservatore Romano, di Radio Vaticana e dell'ufficio stampa della Santa Sede». Infine, tutte le vacanze natalizie potranno essere allietate dalla compagnia di Benedetto XVI grazie al servizio dei siti internet di Radio vaticana (www.radiovaticana.org) e del pontificio consiglio delle comunicazioni (www.pccs.va).

Gli appuntamenti sono, in ordine, la Messa di mezzanotte del 24 dicembre a partire dalle 22, il messaggio di Natale del 25 dicembre alle ore 12 e la Messa del primo dell'anno. Le cronache saranno in italiano, francese, inglese, tedesco, spagnolo e portoghese (per la veglia del 24 anche in cinese). «Pure prima – spiega Lombardi – il Papa era seguito in diretta da diversi siti, ma erano difficilmente raggiungibili e l'utenza era bassa. Oggi, con un nuovo servizio internet a banda larga offriremo un servizio più facilmente accessibile».

Ma non doveva essere questo un Papa retrogrado, intellettuale e poco popolare? «Benedetto XVI non passa certo il tempo ad aggiornarsi sulla tecnologia avanzata, ma conosce bene i tempi in cui vive e siccome vuole arrivare, non tanto alle masse, ma al cuore della persona sa che deve usare certi strumenti e un tipo di comunicazione colloquiale e semplice, come dimostrato dall'ultimo libro-intervista, Luce del Mondo, appena pubblicato».

www.tempi.it/cultura/0010866-benedetto-xvi-sar-il-primo-papa-ad-anda...


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30/12/2010 22:21
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Risultati di un sondaggio Gallup

Roma, 29. Benedetto xvi è una delle persone più ammirate dai cittadini statunitensi. A rivelarlo è un sondaggio dell'istituto Gallup per l'anno 2010. Il Papa ha ottenuto il due per cento delle preferenze, collocandosi al sesto posto. In vetta alla classifica, il presidente Barack Obama, che ha ricevuto il 22 per cento dei voti. Al secondo e terzo, due ex presidenti: George W. Bush (5 per cento) e Bill Clinton (4 per cento). Il quarto posto è andato all'ex presidente sudafricano, Nelson Mandela, seguito dal fondatore di Microsoft, il miliardario Bill Gates. Riguardo ai personaggi femminili, la vetta della classifica del Gallup è occupata dal segretario di Stato, Hillary Clinton, che ha ottenuto il 17 per cento delle preferenze. Seconda classificata è l'ex governatrice dell'Alaska, Sarah Palin, con il 12 per cento dei voti. L'attuale first lady, Michelle Obama, si è piazzata invece al quarto posto, subito dopo Oprah Winfrey, la popolare conduttrice di talk-show televisivi. Quinta l'ex capo della diplomazia americana, Condoleezza Rice.

(©L'Osservatore Romano - 30 dicembre 2010)


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10/04/2011 16:06
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4 ANGELI PER RATZINGER


www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/397270/
[Modificato da +PetaloNero+ 10/04/2011 16:07]

25/05/2011 21:07
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Tra pappagalli e colibrì, un piccolo 'zoo' nei giardini vaticani di papa Ratzinger

Vaticano - (Adnkronos)

Negli spazi verdi, di tanto in tanto, fanno capolino anche un topo di campagna, l'arvicola terrestre, e due gatti neri. Beniamino Beccia: qui "hanno trovato ricovero sicuro delle autentiche meraviglie". Si tratta di "un patrimonio unico".
Un piccolo 'zoo' nei giardini vaticani del Papa.
Non è un modo di dire visto che negli spazi verdi che occupano i due terzi della superficie della Città del Vaticano vivono indisturbate le più svariate specie animali. Dai pappagalli ai colibrì fino alle raganelle, senza dimenticare tritoni e orbettini, nei giardini dove passeggia il Pontefice hanno trovato il loro habitat naturale parecchi animali domestici, ma anche tante specie in via di estinzione.
Negli spazi verdi, di tanto in tanto, fanno capolino anche un topo di campagna, l'arvicola terrestre, e due gatti neri. Qualcuno sostiene di avere intercettato pure una volpe. A raccontare all'Adnkronos le meraviglie animali dei giardini vaticani, l'ispettore ecologico Beniamino Beccia, volontario dell'Ordine di Malta presso il Braccio di Carlo Magno e grande appassionato di natura. "Nei giardini del Papa - racconta Beccia - hanno trovato ricovero sicuro delle autentiche meraviglie: dagli animali domestici alle specie ormai in via di estinzione nel Lazio".
I pappagalli, ad esempio, in Vaticano hanno trovato ricovero sicuro e, come spiega Beniamino Beccia, si sono costituiti in colonie. "Si tratta di pappagalli che sono riusciti a fuggire dalle gabbie e hanno trovato un ricovero dietro la stazione vaticana". Qui , appunto, i pennuti variopinti hanno costituito una vera e propria comunità. Non si contano poi le altre specie di uccelli, "un patrimonio unico", dice l'ispettore ecologico.
Nel terreno o nelle fontane, anfibi, rettili e mammiferi rari. Si parte dall'arvicola terrestre, un "topolino di campagna -ragguaglia Beniamino Beccia- che costruisce piccole tane in prossimità delle grandi fontane e degli stagni".
A chi ha la fortuna di passeggiare nei giardini del Papa, può capitare di scorgere il topolino mentre sgranocchia qualche radice. In prossimità degli stagni è possibile scorgere anche due specie di rane: la raganella, "che ha la caratteristica di avere dischi adesivi delle dita", spiega il volontario dell'Ordine di Malta, e la rana classica.
Ci sono anche tanti tritoni come pure l'orbettino "che sembra un piccolo serpente -spiega Beccia- ma in realtà è una lucertola senza zampe". E' lungo l'elenco degli animali che si aggirano nei giardini vaticani. "Qui vivono come in un vero e proprio Eden -dice l'ispettore ecologico- e sono mantenuti in maniera francescana".

© Copyright Adnkronos


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BENEDETTO XVI: SABATO UNA PARATA BAVARESE PER IL 60° DI SACERDOZIO

Quarantadue cavalli bavaresi bardati a festa trasporteranno sei grandi modelli di chiese bavaresi per Benedetto XVI: è l'omaggio al Papa in occasione del suo sessantesimo anniversario di sacerdozio da parte della Baviera, sua terra natale. Sfileranno (a partire dalle ore 18) nel pomeriggio di sabato 11 giugno attraverso le strade del Quartiere romano “Prati” per concludere poi con l'ingresso a Piazza San Pietro, accompagnati da oltre 200 musicisti appartenenti alle più famose bande tedesche e dai rappresentanti della Baviera nei loro tradizionali costumi.
Una parata per esprimere gioia, amicizia e riconoscenza, che sarà rinnovata all'Angelus domenica 12 giugno.
I modelli trasportati sono quelli delle chiese tedesche che hanno segnato la storia umana e cristiana di Joseph Ratzinger, dal battesimo alla sua ordinazione episcopale, quando ha retto la diocesi di Monaco-Frisinga per cinque anni, dal 1977 al 1982: sono il Duomo di Monaco, quello di Frisinga, le Chiese di Altötting, Birkenstein, Aschau, Georg von Traunstein e di Bad Tölz. Cavalli e cavalieri sono partiti domenica scorsa da Monaco di Baviera, dopo essere stati benedetti dal card. Reinhard Marx nella piazza del duomo. La manifestazione si svolge per la sesta volta a Roma con l’organizzazione tecnica della Courtial International ed il sostegno dell’Associazione Internazionale Amici della Musica Sacra.

© Copyright Sir


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60 pesciolini rossi incontrano Benedetto XVI

Piccoli passi con il Papa

Le attenzioni di Papa Benedetto XVI nei confronti di noi piccoli e delle nostre famiglie, sono nei nostri cuori dal 24 giugno, quando venne a benedire la Madonnina di Monte Mario a Roma.
Da quel giorno, abbiamo iniziato a seguire a piccoli passi il cammino del Papa.

In occasione del 60° anniversario presbiteriale di Benedetto XVI, i Piccoli Orionini, bambini e bambine in rete di amicizia nel mondo, hanno pensato di donare al Pontefice quale segno di grande gioia, 60 pesciolini rossi.

Pietro, il primo amico di Gesù, era un pescatore e fu sorpreso che, gettando le reti obbedendo a Gesù, le riempì di tanti pesci.
Al Papa, pescatore oggi, vogliamo regalare tanti pesci, 60 come gli anni da cui fa il pescatore sacerdote. Gli diciamo che i pesciolini siamo noi che ci lasciamo pescare da Lui per essere dono di Gesù.

“Era la solita giornata: acqua, mangime, nascondino dietro un ’alga. Giornata da pesciolino rosso, insomma. Quando la vasca prese ad affollarsi: 1 pesciolino, 2 pesciolini nuovi, 10, 30…ma quanti compagni! Ma come, ancora? 40, 50, addirittura 60. 60 pesciolini rossi. La giornata era molto meno noiosa adesso. Ma che succede ancora? L’acquario si muove? Dove andiamo?
Già, dove vanno 60 pesciolini rossi? Semplice, in giro per Roma. Ah, in giro per Roma. Ora, dico, secondo voi è normale che 60 pesciolini rossi se ne vadano in giro per Roma? Non, mi sembra proprio. Ma è una favola, direte. E no, non è una favola anche se questa storia sembra proprio una favola.

Perché questi pesciolini, pesciolini rossi, niente di esotico, andranno dritti dritti dal Papa, sì, proprio da Papa Benedetto XVI!!!! Sono il regalo per i suoi 60 anni di pontificato. Li consegneremo durante l’udienza generale di mercoledì 22, in Vaticano.
Perché i pesciolini? Vi dice nulla Luca, il vangelo di Luca?, quel versetto in cui Gesù dice a San Pietro, che allora era solo un pescatore di pesci (pochi), “diventerai pescatore di uomini” (tanti)?
Ecco da dove nasce l’idea dei 60 pesciolini. Voi che dite? andranno a sguazzare allegramente nelle fontane dei giardini vaticani.” Forse proprio in quella del papa?”. Ehi, pesciolino, calma, tutto può essere…”

Piccoli Orionini

www.piccoliorionini.donorione.org



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La scelta green del Vaticano: Benedetto XVI vuole una papamobile ibrida

La vettura sarà realizzata dalla Mercedes e potrebbe essere pronta a fine anno

La prossima papamobile potrebbe essere "verde". Il Vaticano ha annunciato infatti che Mercedes-Benz sta studiando un modello ibrido che consenta risparmio energetico per l'auto usata dal Papa. "Non sarà pronta per il viaggio del prossimo settembre in Germania, ma forse per la fine di quest'anno o per l'inizio dell'anno prossimo", ha detto il portavoce del Vaticano, padre Federico Lombardi.
Christian Anosowitsch, portavoce di Mercedes a Stoccarda non ha però confermato la notizia del possibile sviluppo del modello di papamobile, dicendo che l'azienda non è autorizzata a rivelare progetti futuri. "Al momento non c'è nessun ordine per costuire questo tipo di veicolo", ha spiegato infatti Anosowitsch.
La svolta green data da Benedetto XVI al suo pontificato è un fatto assodato: la papamobile ecologica è infatti solo l'ultima in ordine di tempo delle scelte ecosostenibili del Papa, anticipate dal messaggio ecologista dell'enciclica "Caritas in veritate" e dalla solarizzazione della copertura in cemento dell’Aula Paolo VI.
Pare che il Benedetto XVI volesse inizialmente convertire la papamobile alla mobilità sostenibile con un'auto full-electric, ma il progetto sarebbe stato bloccato per motivi di sicurezza, dato che una vettura elettrica non assicurerebbe un'accensione rapida, necessaria in casi di emergenza.
La scelta sarebbe quindi ricaduta su un modello ibrido: secondo il settimanale tedesco Wirtschaftswoche, la Mercedes realizzerà quindi una papamobile ibrida, integrando nel veicolo un motore a trazione elettrica e batterie ricaricabili agli ioni di litio che concederanno al mezzo un’autonomia di 30 km senza emissioni.

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Dal "Corriere della Sera"...

Benedetto XVI compie 60 anni di sacerdozio: una papalina artistica

Disegnata da Giulio Manfredi che firmò la prima collezione di gioielli Gucci è in oro e diamanti



La papalina per Benedetto XVI disegnata da Giulio Manfredi MILANO - Una papalina in oro e diamanti. Ma sobria e ripulita da ogni ostentazione, con piccole stelle, che molto rimandano a quelle giottesche sulla volta della Cappella degli Scrovegni a Padova. Sarà questo il regalo che il Papa riceverà per il sessantesimo anniversario del suo sacerdozio, il 4 luglio. Sono molti gli artisti invitati dal Vaticano a celebrare questo avvenimento, presentando una loro opera. Tra tanti noti pittori, scultori (e architetti), un solo orafo: Giulio Manfredi, che per Benedetto XVI ha realizzato questa papalina in oro.
SAVOIR FAIRE - Il cardinal Ravasi, che quest’omaggio al Santo Padre ha promosso, evidenzia così il legame antico tra ritualità religiosa e oggetto sacro, di alta oreficeria. I musei diocesani (ma non solo questi) traboccano di splendidi esemplari forgiati in botteghe medievali, rinascimentali, barocche, settecentesche. La storia della Chiesa è strettamente legata anche a un sapiente savoir faire di artigiani che hanno tessuto, ricamato, creato meravigliosi ostensori-gioielli. Giulio Manfredi, piacentino trapiantato a Milano, ha realizzato questa scultura gioiello (la papalina pesa 250 grammi), rileggendo uno dei Canti della Divina Commedia, il XXI del Paradiso, che ci porta «al settimo splendore», dove tutto è fulgore celestiale. Così il «picciolo» della papalina è in diamanti, non rigidamente saldato, ma semovente.

PEZZO DI CIELO - «In fondo la papalina è un “pezzo di cielo”, ecco quindi le stelle. Sugli Appennini dove sono nato, durante certe nottate, alzando gli occhi mi sembra di arrivare a toccarle», dice l’orafo (nel 1979 creò la prima collezione di gioielli Gucci) e che ha una consuetudine con la materia religiosa. La sua ultima mostra di gioielli (tuttora in corso alla Braidense di Milano e al Cenacolo Vinciano) è interamente dedicata a Leonardo e al suo capolavoro. Chissà però se Benedetto XVI indosserà mai questa papalina.

CAMERA DEI TESORI - Ci sono oggetti preziosissimi che non verranno mai portati, ma solo «esibiti». E che finiscono nella camera dei tesori. Questo è, per esempio, il caso dell’augusto San Gennaro che, nei secoli, ha ricevuto migliaia e migliaia di splendidi doni da re, regine e imperatori in visita alla sua Cappella nel Duomo di Napoli: collari tempestati di pietre preziose, calici, mitrie e casule ricamate in oro (esposti recentemente in mostra). E la giovane regina Maria José che vi andò a mani vuote non conoscendo la tradizione del «regalo», si tolse lì per lì un anello di brillanti per lasciarlo devotamente al santo.

Francesca Pini
30 giugno 2011 22:33


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"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
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Sulle tracce di papa Benedetto XVI

Da Angela Ambrogetti

In Cronache Vaticane
Creata il 2011-07-13 12:18
Autore:
Angela Ambrogetti

A vederlo in una mattina d’estate qualunque sembra un po’ un paese della Bassa padana. Il sole batte sugli ombrelloni aperti nella piazza principale, quella della chiesa. Anche se qui invece del caffè e del vino si beve birra. Traunstein appare così a chi ci arriva la prima volta. Ordinata e comune. Con la chiesa di Sant Rupert e Maximilian vicino alle ex saline, unica ricchezza del paese fino al 1800, e con la piazza dove c’è tutto il resto, parrocchia compresa. La chiesa di Sant’Oswald, quella, per intenderci, dove Joseph e Georg Ratzinger hanno celebrato la loro prima messa. Oggi è ancora il cuore della città e in più, su di un lato, c’è un cartello con un’insegna insolita in un paesotto della Baviera: Benediktweg, la strada di Benedetto. L’interno è elegantemente tedesco. Con gli altari barocchi tutti orientati come l’altare principale, con un’immagine di Maria con le candele davanti, con un organo magnifico, anzi due organi: uno vicino all’altare e uno su, in alto, sulla balconata.

A vederlo sembra magnifico e perfetto. Eppure un grande manifesto spiega che si raccolgono fondi per restaurarlo e a promuove l’iniziativa è niente meno che monsignor Georg Ratzinger. Ai primi di luglio ci sono state due feste in paese. Prima si è festeggiato Rupert Berger. Era uno dei tre ragazzi di Traunstein ordinato il 29 giugno del 1951. Lui la prima Messa l’ha celebrata il primo luglio e così quest’anno la festa a Sant Oswald è stata domenica 3. Nella cittadina è stato parroco per decenni. Un pilastro della comunità. Come ricorda il giornale locale, Traunsteiner Tagblatt, che ha appena compiuto 150 anni. Musica d'organo, coro, e alla fine gli spari a salve dei Landsknechten. Poi tutti nella Stadtplatz a mangiare e ascoltare musica fino a sera. "Ha sempre conservato il suo spirito critico", dicono di lui. E insieme al parroco attuale riceve i primi 5000 euro per il restauro dell’organo principale. Passano pochi giorni e di nuovo il paese è in festa. Questa volta però senza i protagonisti. Georg e Joseph Ratzinger non ci sono, ma Traunstein dedica una piazza a Benedetto XVI. Di nuovo tutti in piazza, la festa è di tutto il paese.

E c’è un altra tappa nel Benediktweg che vale la pena fare. Anzi, due. Con una passeggiata si arriva al Seminario di San Michele. Sembra strano che in una cittadina di quattordici mila abitanti ci sia un seminario per la diocesi, ma siamo in Baviera, nel paese dove nonostante la secolarizzazione le farmacie si chiamano ancora “ Di Maria” o “ Dello Spirito Santo”. Il seminario è un grande edificio bianco dove Joseph e Georg hanno studiato prima e dopo la guerra. E dove il cardinale Ratzinger tornava spesso. L’ultima volta era il 15 gennaio del 2005. Ma le vere radici della famiglia sono in quella casetta ai margini del bosco, con un recinto e qualche fiore davanti, oggi ridotta maluccio, anche se addossata a una casa nuova. Niente cartello della Benediktweg davanti, ma una iscrizione di marmo ricorda chi ci ha abitato. Di quella casa Joseph Ratzinger nella sua autobiografia racconta l’atmosfera resa bella dall’operoso giardinaggio della mamma e dall’industrioso restauro del papà. “Qui dopo tanto peregrinare avevamo finalmente trovato un posto dove ci sentivamo a casa nostra; qui la mia memoria torna spesso riconoscente.”

Si, avevano girato per diversi paesi seguendo il papà gendarme e nemico del nazismo. Da Marktl am Inn, a Tittmonig, ad Aschau am Inn. Tittmoning, una strada che è una piazza in stile salisburghese, un fontana con una cicogna che cattura una serpe: la lotta eterna tra passione e ragione. Chissà com’ è rimasta nel cuore di un bimbo di tre, quattro anni questa lotta che invece sembra composta nella teologia dello studioso. Oggi vicino alla casa abitata dai Ratzinger c’è un palazzo che si chiama Benedikt-Palais, è il più nuovo della città. Ma la strada di Benedetto non è completa senza una visita al santuario per eccellenza: Altötting.
E questa sarà la nostra prossima tappa.

URL di origine: www.tempi.it/sulle-tracce-di-papa-benedetto-xvi


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"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
30/07/2011 16:28
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E don Georg compie 55 anni
 
mons. Georg

 
Monsignor Georg Ganswein, il segretario personale di Benedetto XVI, compie  55 anni. (il 30 luglio)

Nei primi anni del pontificato di papa Ratzinger la figura di Monsignor Ganswein è rimasta piuttosto dietro le quinte, soprattutto rispetto all’attivismo del suo predecessore, quel don Stanislaw Dziwisz che, negli ultimi anni del ’regnò di Wojtyla aveva assunto un ruolo rilevante nei rapporti fra Giovanni Paolo II e il mondo esterno.

Georg, che aveva alle spalle rigorosi studi teologici, è balzato più che altro agli onori delle cronache  mondane, per qualche immagine che lo ritraeva mentre giocava a tennis in pantaloncini o partecipava a qualche ricevimento nei salotti  romani. Eppure, come ricorda una nota dell’Adn Kronos, la sua carriera all’interno della Curia romana andava avanti da tempo: dal 1995 era stato fra i collaboratori della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, per trasferirsi l’anno dopo all’ex Sant’Uffizio su indicazione di Ratzinger, insegnando nel frattempo diritto canonico alla Pontificia  università della Santa Croce, l’ateneo romano dell’Opus Dei.

Fin dall’inizio, come egli stesso spiegò in un’intervista concessa qualche anno fa alla Radio Vaticana per farsi conoscere, uno dei suoi compiti principali è stato quello di “proteggere” il Papa dall’enorme quantità di documenti, lettere, richieste che gli arrivano. In questo senso deve svolgere un lavoro di filtro, cercando di sottoporre a Benedetto XVI solo le questioni realmente importanti o che richiedono la sua diretta approvazione. È  un lavoro non solo di responsabilità ma che, evidentemente, dimostra  la piena fiducia di cui gode da parte del Pontefice.

Nel tempo la sua immagine è divenuta familiare in tutte le grandi celebrazioni presiedute dal Papa: quando discretamente, sistema una falda dell’abito sollevata dal vento, sostiene il  Pontefice se è affaticato e così via. Tuttavia il tema del rapporto  con i media, è stato decisivo nell’”apprendistato” di personalità  pubblica di Monsignor Ganswein.

Dopo il primo anno di pontificato, infatti, don Georg spiegava  quanto facesse fatica ad abituarsi alle luci della ribalta, alle  curiosità dei giornali dovute anche al suo aspetto fisico prestante, un’invadenza che gli provocava imbarazzo e qualche fastidio. Quindi  raccontava che ciò che gli mancava era fare un po’ di sport. Quanto  al resto, la sua era stata una vita normale, almeno fino all’elezione  di Ratzinger: il forte legame con la famiglia, l’interesse per qualche ragazza quando era giovane e poi gli studi teologici. Ma dopo oltre  sei anni di pontificato, spesso passando attraverso tempeste e  critiche, il segretario del Pontefice ha assunto un ruolo pubblico  più forte e anche il rapporto con la stampa è assai più dinamico.

Recentemente ci sono state almeno due sue uscite significative: l’ultima al fianco del ministro dell’Economia Giulio Tremonti  in un incontro organizzato, a giugno, all’Università cattolica di  Roma; e poi a Perugia, nel febbraio scorso, l’intervento pubblico forse più significativo svolto dal Segretario del Pontefice. Don  Georg, che in quell’occasione riceveva la laurea honoris causa

dall’università per stranieri di Perugia, tenne un lungo intervento  sui rapporti fra Stato e Santa Sede in Italia arrivando a proporre uno statuto speciale per Roma che comprendesse la sua natura di capitale  del cattolicesimo. Ma per la verità don Georg dovette già farsi  sentire nel novembre del 2006, quando protestò per la satira  giudicata irriverente del comico Maurizio Crozza che su La7 imitava il Pontefice, mentre Fiorello faceva il verso proprio a lui, il  segretario del Papa.

*****************************

AUGURI DA PARTE NOSTRA mons. Georg e grazie per le attenzioni con le quali protegge e aiuta il nostro amato Pontefice.... i nostri Auguri saranno un  impegno nel ricordarla nella Preghiera, specialmente nel santo Rosario....




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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Re:

Caterina63, 30/07/2011 16.28:

[SM=g7430]

E don Georg compie 55 anni AUGURI DA PARTE NOSTRA mons. Georg e grazie per le attenzioni con le quali protegge e aiuta il nostro amato Pontefice.... i nostri Auguri saranno un  impegno nel ricordarla nella Preghiera, specialmente nel santo Rosario....




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Auguri, don Georg!!!!!! [SM=g6398] [SM=g6398] [SM=g6398] [SM=g6398] [SM=g6398] [SM=g6398] [SM=g6398] [SM=g6398] [SM=g6398] [SM=g6398] [SM=g6398]

[Modificato da Paparatzifan 30/07/2011 17:53]
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31/08/2011 00:06
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Nelle Ville Pontificie di Castel Gandolfo
Tutti gli animali del Papa


di MARIO PONZI

Un bracco fa capolino tra le reti del recinto dove altezzose galline razzolano rasserenate da quella presenza. Poco più in alto, all'ombra di un rigoglioso uliveto, pascolano libere alcune maculate vacche frisone, con le mammelle gonfie di latte. Poco discosta s'intravvede la serie di piccole arnie del frequentatissimo apiario, dove matura un miele raffinato. Su, nel cielo, due falchetti addestrati hanno il loro bel da fare per proteggere i frutteti dall'assalto combinato di decine di fameliche cornacchie. Tra le frasche del boschetto di pini, larici e lecci, di tanto in tanto s'affaccia il muso appuntito di una volpe in agguato, in attesa di un attimo di distrazione del bracco di guardia. In questo periodo estivo, poi, c'è l'ormai familiare coppia di upupe che regolarmente sceglie gli alti lecci per trascorrervi l'estate. E si avverte uno straordinario profumo di fieno, confuso con quello delle rose, che pervade tutto il rosso villaggio che, nelle Ville pontificie di Castel Gandolfo, ospita gli animali del Papa.
La fattoria è un pezzo storico della dimora estiva dei Pontefici. Si trova nella parte estrema della residenza, proprio dietro il cancello che si apre sulla piazza di Albano. Spaziare con l'occhio su questi venti ettari di terra, è come ritrovarsi immersi in una delle tele secentesche del pittore napoletano Andrea De Lione, maestro nel raffigurare anche scene bucoliche caratterizzate da colori brillanti e da un vivace dinamismo. Di colori sono ricchi i fiori delle serre nella zona riservata alla floricoltura, il roseto nei ruderi della villa imperiale, il parco che si confonde con l'orto e si estende sino al pergolato, coperto in questi giorni di pampini verdolini. I tralci s'inerpicano fino alle grandi terrazze ricavate da un'arida pietraia, e trasformate in un digradare ordinato di colture orticole. E nel bel mezzo le mucche. "Una volta - ricorda Saverio Petrillo, il direttore delle Ville - abbiamo ospitato anche due cinghiali. Li aveva regalati don Zeno di Nomadelfia a Paolo VI. Di movimento ne crearono un bel po'. Più pacifiche erano le gazzelle di Pio XI. Erano state donate al Papa dal delegato apostolico in Egitto e il Pontefice si affezionò a quelle bestiole: le andava a trovare ogni volta che si fermava a Castello. Le sue erano visite quotidiane e non andava mai a mani vuote. Si racconta che spesso prendesse tra le sue braccia la più piccolina delle due. Purtroppo fece una brutta fine: un giorno, infatti, spaventata da un gruppo di giovani esploratori ungheresi in visita al Papa, saltò il recinto, si ritrovò sulla via Appia e venne travolta da un'auto. Con grande dispiacere di Pio XI".
Ogni pietra rossa del casale, ogni ramo o pianta avrebbero qualcosa di singolare da raccontare, per il susseguirsi di frequentatori illustri passati in questa parte delle Ville. Di certo la fattoria del Papa, anche se simile a tante altre, suscita comunque curiosità. Non esiste tuttavia un'aneddotica particolare e le cronache ne parlano solo a margine di eventi ben più significativi. Tutto quello che si sa è frutto dei racconti tramandati di generazione in generazione e un po' di storia si può leggere in questa stessa pagina. Ma la fattoria del Papa merita di per sé un'attenzione particolare. Perché, come era nelle intenzioni di Pio XI, può senz'altro essere considerata un modello nel suo genere. Intanto, per la sua caratteristica della quale vanno fieri i fattori. Nonostante sia sempre stata tenuta al passo con i tempi e dotata delle tecnologie più moderne e sofisticate, la fattoria ha infatti conservato intatto l'aspetto del rustico antico, mostrando come sia possibile che l'ordine, la pulizia e le esigenze razionali dell'agricoltura moderna, estremamente tecnologizzata, possano sempre conciliarsi con il sapore della tradizione e con il gusto del pittoresco. Così, nell'ala principale dell'antico casale si scopre una modernissima pastorizzatrice per il latte. "L'uso di materiali d'avanguardia - spiega il responsabile della fattoria Giuseppe Bellapadrona - ci consente di pastorizzare il latte a 75 gradi, in modo da non distruggere le proprietà organolettiche. Da qui esce un latte di alta qualità, con un contenuto di siero-proteine superiore a quello che normalmente si trova nel pastorizzato in commercio. Riusciamo a conservare praticamente intatte tutte le proprietà principali".
Le mucche in produzione, quelle cioè che danno il siero, sono 25 e sono sistemate in una moderna vaccheria, allestita nel 2008. Quasi per evitare che stonasse con il resto del complesso è stata allestita in una zona più defilata. "Ci siamo decisi a farlo - spiega Bellapadrona - per offrire alle mucche un ambiente salubre e confortevole in modo da non farle stressare e dunque per non compromettere la qualità del prodotto". E sarebbe un peccato perché sono bestie di ottimo lignaggio, tutte rigorosamente segnate e marcate nell'anagrafe del Libro della frisona italiana.
Con la nuova sistemazione godono di notevoli spazi di libertà anche se si trovano in un ampio capannone aperto sui quattro lati. Ognuna ha il proprio spazio per il riposo: "Sono loro stesse che si sistemano il giaciglio con la paglia". Così è per il posto alla mangiatoia, una feritoia "che si apre ad orari stabiliti". E il menù è ricco: "Si tratta - precisa il responsabile della fattoria - di un'alimentazione tipica della zona del parmigiano reggiano, tutto a secco, fieno e concentrato. Del tutto assenti le sostanze insilate del fieno o del mais perché nella zona del parmigiano lo sconsigliano per evitare fermentazioni anomale del formaggio". Un piatto unico, insomma, preparato con un miscelatore di ultima generazione, in modo che le "mucche assumano sia la parte proteica che la fibra in un insieme di massima digeribilità e adatto al fabbisogno di ognuna di loro. Questo perché ogni animale, a seconda del latte che produce, ha bisogno di un'integrazione alimentare". Nulla dunque è lasciato al caso. Tanto meno l'igiene: spazzole automatiche provvedono più volte al giorno alla pulitura del canale tra la zona giorno e quella notte, in modo da tenere l'ambiente sempre pulito. Lo stesso vale per il canale di scorrimento utilizzato per raggiungere il reparto mungitura che è completamente meccanizzata.
Proprio grazie ai miglioramenti e soprattutto all'attenzione posta nell'assicurare agli animali il benessere di un'esistenza tranquilla e pulita, "le nostre vacche - spiega Bellapadrona - riescono a produrre grandi quantità di latte, almeno cinquanta litri al giorno ciascuna.
Tuttavia dovendo rispettare la quota di produzione che ci è stata assegnata a suo tempo, circa seicento litri al giorno, dobbiamo cercare di limitare la produzione. Per attenerci alla regola riduciamo i capi in produzione. Del resto il nostro scopo, anche se riusciamo sempre ad autofinanziare ogni attività, non è commerciale. Latte, olio, uova e poche volte la carne sono in vendita esclusivamente nello spaccio annonario del Vaticano".
C'è stato un periodo tuttavia durante il quale il "latte del Vaticano" era particolarmente ambito. "Fu nei giorni - ricorda il responsabile - immediatamente successivi al disastro nucleare di Cernobyl, quando la nube di cesio sprigionata dal reattore distrutto giunse anche sull'Italia e inquinò gran parte delle campagne e dei raccolti. Noi già molto tempo prima, avevamo l'abitudine di conservare le nostre scorte di fieno non solo al coperto ma anche avvolte in teloni impermeabili.
E quando vennero tecnici per verificare il livello di radiazioni assorbite, il risultato fu stupefacente: non c'era traccia alcuna. In quel periodo ricordo che sconsigliavano l'assunzione di latte, soprattutto da parte dei neonati. Mettemmo così a disposizione il nostro. Furono le stesse autorità sanitarie a consigliare chi ne aveva più urgenza di rivolgersi a noi".
Non meno efficiente il pollaio. Un ampio recinto nel quale circa trecento galline ovaiole sono libere di razzolare a piacimento. "Danno - dice Bellapadrona - oltre duecento uova al giorno, che restano in vendita all'annona vaticana per pochissimo tempo: sono molto ambite e terminano in un baleno". Una sessantina sono i polli da carne, anch'essi rigorosamente ruspanti e "il ricambio è assicurato da diverse nidiate di pulcini che acquistiamo direttamente da pollai di fiducia e facciamo crescere secondo rigorosi criteri di igiene".
A completare questo quadro sono un vivaio, dal quale si ricavano i fiori e le piante necessarie per adornare i Palazzi pontifici, un frutteto soprattutto di albicocchi e peschi sufficiente alle esigenze interne e un uliveto secolare che dà frutti per una discreta quantità di olio, fra i duemila e i tremilacinquecento litri. Un nettare reso pregiato dalla spremitura a freddo, oltreché dalla particolarità dell'oliva, piccola ma molto saporita come quelle di alberi secolari. Solo poche bottiglie fanno una fugace comparsa tra gli scaffali dell'annona in Vaticano. E naturalmente tutti i prodotti arrivano sulla tavola del Papa.

(©L'Osservatore Romano 31 agosto 2011)


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PAPA: DOMENICA COLDIRETTI GLI REGALA UN ALVEARE

Salvatore Izzo

(AGI) - Castelgandolfo, 15 set. - Un vero e proprio alveare per la produzione del miele nella fattoria pontificia sara' donato domenica prossima a Benedetto XVI dalla Coldiretti nell'ambito della Giornata della Salvaguardia del Creato promossa dall'associazione e che sara' celebrata a Castelgandolfo anche con l'esposizione e vendita di alcune specialita' alimentari che rischiavano di essere perdute e che sono salvate da un'intelligente azione di recupero e conservazione.
Gli agricoltori provenienti dalle diverse regioni parteciperanno alla messa nella parrocchia Pontificia San Tommaso da Villanova antistante alla residenza del Papa.

© Copyright (AGI)


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ZI11091609 - 16/09/2011

Permalink: www.zenit.org/article-27972?l=italian

LA STASI DELLA GERMANIA EST CONSIDERAVA RATZINGER UN FIERO OPPOSITORE

Un rapporto rivela come la polizia segreta spiò il futuro Papa

di Edward Pentin*

ROMA, venerdì, 16 settembre 2011 (ZENIT.org).- Nel 1974, una Trabant – una vecchia automobile della Germania dell'Est – sobbalzava nelle campagne della Turingia, una provincia della Repubblica Democratica Tedesca (RDT) comunista. Sul sedile accanto al guidatore sedeva il professor Joseph Ratzinger, e al volante padre Joachim Wanke, allora assistente del seminario locale, l'unico nella RDT.
I due sacerdoti, scrive Rainer Erice, un giornalista della radio tedesca Mitteldeutsche Rundfunk Thüringen (MDR), stavano facendo un'escursione nelle storiche città di Jena e Weimar. Era un momento di relax durante la breve visita di padre Ratzinger nella Germania Est, il cui proposito era quello di pronunciare una serie di interventi di fronte agli studenti e ai teologi di Erfurt, capitale della Turingia.
Ciò che diede importanza a quella visita, tuttavia, è il fatto che segnò l'inizio della vigilanza alla quale la “Stasi”, la polizia segreta della Germania Est, sottopose padre Ratzinger.
Che il professor Ratzinger sia stato spiato dagli informatori della Stasi già si sapeva. Nel 2005 si seppe che gli agenti della Germania Est avevano tenuto degli archivi sul Papa eletto da poco.
Ora, però, nuovi archivi scoperti questa settimana dal MDR gettano un'ulteriore luce su come la polizia segreta considerava il futuro Pontefice e su chi si incaricava di informare su di lui.
I documenti rivelano che nel 1974 la Stasi era ben consapevole del fatto che padre Rtzinger aveva un futuro nella Chiesa, ma non aveva spie adatte a seguirlo. Tutto ciò che sapeva in quel momento (da un informatore non ufficiale chiamato Birke, impiegato del Vescovo di Meissen) era che il professor Ratzinger aveva pronunciato interventi sulla teologia moderna per studenti e accademici durante la sua visita.
Rinnovati sforzi
Man mano che il ruolo del professore cresceva all'interno della Chiesa, la polizia della Germania Est iniziò a interessarsi maggiormente alle sue attività e intensificò gli sforzi, secondo il rapporto di Erice. Nell'epoca in cui monsignor Joseph Ratzinger, Arcivescovo di Monaco, visitò Berlino, nel 1978, per incontrare il Cardinale Alfred Bengsch, presidente della Conferenza Episcopale, la sezione esteri della sicurezza della Germania Est aveva già assunto il compito di spiarlo, assegnandolo a molti informatori non ufficiali in entrambe le Germanie.
Il servizio segreto della RDT considerava il professor Ratzinger “conservatore, reazionario e autoritario”, scrive Erice, e sosteneva che Giovanni Paolo II aveva segnalato l'allora Cardinale
Ratzinger perché fosse l'organizzatore della “controrivoluzione in Polonia”. Altre note della Stasi rivelano che veniva ritenuto “uno dei più fieri oppositori del comunismo”, e che si credeva che sostenesse la dissuasione nucleare tra i blocchi militari dell'Est e dell'Ovest e considerasse il pacifismo “poco realista”.
Erice, tuttavia, aggiunge che malgrado le “centinaia di pagine” di informazioni su Joseph Ratzinger c'erano “poche informazioni significative”, e i rapporti individuali di spionaggio straniero furono quasi “totalmente distrutti”. I documenti scoperti sono relativi solo alle “informazioni di base sull'autore” e al “motivo per cui vennero raccolte quelle informazioni”.
Ad ogni modo, i documenti rivelano dettagli interessanti sugli agenti della Stasi incaricati di informare su Joseph Ratzinger. Erice scrive che “c'era almeno una dozzina di impiegati non ufficiali” a cui era stato affidato questo compito. In questo gruppo erano inclusi due professori universitari della Germania Est considerati dalla Stasi “di fiducia”: l'agente “Aurora”, un professore di ateismo scientifico a Jena e Warnemünde, e l'agente “Lorac”, che lavorava in incognito come professore di teologia a Lipsia. L'agente “Georg” era nel comitato esecutivo della Conferenza Episcopale di Berlino, ed era apparentemente molto informato sulle questioni interne relative alla Chiesa.
In Germania Ovest, la rete della Stasi includeva un monaco benedettino a Treviri noto con il nome di “Lichtblick” (raggio di speranza). Lichtblick spiò per la Stasi per decenni, e secondo Erice “fornì rapporti estesi e affidabili su quanto avveniva in Vaticano”. Un altro agente non ufficiale noto come “Antonius” era un giornalista dell'agenzia cattolica tedesca di notizie, KNA, e diede moltissime informazioni sul Papa, il Cardinale Ratzinger e il Vaticano.
Un altro giornalista venne contrattato a Monaco con il nome di “Chamois”, mentre una spia particolarmente importante fu un politico appartenente al partito Christian Social Union e vecchio confidente di Franz Josef Straus, che fu leader di questo partito. L'agente era conosciuto con i nomi di “Lion” e “Trustworthy”. Questa rete informativa valicava anche le frontiere della Germania. In Italia la Stasi impiegò l'agente “Bernd”, che forniva informazioni sulla politica estera della Santa Sede.
Timido ma incantatore
Con tutti questi informatori, Erice scrive che la Stasi era ben organizzata quando Joseph Ratzinger si recò a Dresda nel 1987 per incontrare un gruppo di cattolici. “La Stasi compì un grande sforzo nella vigilanza dell'incontro”, ha spiegato, cercando di far sì che la vigilanza passasse inosservata soprattutto al passaggio della frontiera. “Le forze di sicurezza ricevettero istruzioni per dargli un trattamento preferenziale ed educato quando avesse attraversato la frontiera”, dicono i rapporti, così come disagi quali il registro dei bagagli in genere applicati ai visitatori occidentali “dovevano essere omessi”.
Malgrado i suoi grandi sforzi, Erice dice che la Stasi commise alcuni errori fondamentali. Scrisse innanzitutto male la città natale del Papa, Merkl anziché Marktl, e anche se lo voleva ritrarre in modo negativo non riuscì a evitare qualche osservazione positiva. Oltre a lodare la sua grande intelligenza, sottolineò: “Anche se in una conversazione all'inizio può sembrare timido, ha un incanto che ti conquista”.
Benedetto XVI non è, ovviamente, il primo Pontefice che ha trascorso buona parte della sua vita vigilato da agenti segreti. Il Beato Giovanni Paolo II venne spiato dal KGB e dalla SB (la polizia segreta polacca). In base a un'indagine pubblicata da George Weigel nel suo recente libro “La fine e l'inizio”, queste agenzie iniziarono a interessarsi alle attività di Karol Wojtyła quando era Vescovo ausiliare di Cracovia nel 1958.
Weigel ricorda che tra il 1973 e il 1974 le autorità polacche considerarono l'ipotesi di arrestare Wojtyła con l'accusa di sedizione. La polizia segreta lo pedinava nei suoi viaggi in canoa e cercò di coinvolgere i suoi più stretti collaboratori. Nel mirino c'era non solo il Papa, ma anche il Vaticano.
“Ciò che mi ha più sorpreso è stata la grandezza dei suoi sforzi, che hanno richiesto milioni di ore di lavoro e miliardi di dollari”, ha detto Weigel in un'intervista al National Catholic Register lo scorso anno. “Non conoscevo nemmeno la quantità di volte in cui le agenzie di intelligence del blocco sovietico hanno cercato di manipolare il Concilio Vaticano II per i propri scopi e quanto il Vaticano sembrava essere inconsapevole di questo fatto (e ha continuato ad esserlo fino al 1978)”.
Le rivelazioni di questa settimana arrivano alcuni giorni prima della visita di Stato che Benedetto XVI compirà in Germania dal 22 al 25 settembre, che include una visita a Erfurt. In questa città sarà ricevuto dall'attuale Vescovo della Diocesi, la sua guida nella visita del 1974, Joachim Wanke.

* Edward Pentin è uno scrittore freelance che vive a Roma. Può essere contattato all'indirizzo epentin@zenit.org

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In occasione della celebrazione della Giornata della Salvaguardia del Creato a Castel Gandolfo

Mezzo milione di api nella 'fattoria' del Papa, il dono della Coldiretti a Ratzinger

Roma - (Adnkronos)

L'alveare è composto di otto arnie ognuna delle quali a regime produrrà circa 35 chili di miele all'anno per un totale di 280 chili.
Un vero e proprio alveare composto di otto arnie con mezzo milione di api al lavoro per l'impollinazione e la produzione di miele nella 'fattoria pontificia' è stato donato al Santo Padre in occasione della celebrazione della Giornata della Salvaguardia del Creato a Castel Gandolfo. L'iniziativa è degli agricoltori della Coldiretti guidati dal presidente nazionale Sergio Marini e della Fondazione Campagna Amica che ha organizzato un mercato dei produttori anche con prodotti della natura a rischio di estinzione salvati dagli agricoltori, dal fagiolo del purgatorio alla roveja fino al pomo d'oro che conserva il colore giallo originale di quello coltivato in Messico dai Maya, oltre naturalmente alle api.
Il Papa al termine dell'Angelus a Castel Gandolfo ha ricevuto Marini accompagnato da una delegazione dell'organizzazione. Il presidente della Coldiretti ha espresso profonda gratitudine per il riconoscimento del Santo Padre che ha ringraziato pubblicamente la Coldiretti per il dono ricevuto al termine dell'Angelus.
Un insetto profondamente simbolico, le api non sono importanti solo per la produzione di miele, ma sono delle vere sentinelle dell'equilibrio naturale globale tanto che la loro scomparsa avrebbe conseguenze disastrose per la salute e l'ambiente. L'alimentazione umana infatti, rileva la Coldiretti, dipende per oltre un terzo da coltivazioni impollinate attraverso il lavoro di insetti, al quale proprio le api concorrono per l'80%.
Ognuna delle otto arnie a regime produrrà circa 35 chili di miele all'anno per un totale di 280 chili grazie al progetto di miele italiano-filiera corta realizzato dall'Azienda Agricola del Vaticano in collaborazione con Coldiretti-Campagna Amica che offrirà la necessaria assistenza tecnica. L'azienda agricola del Vaticano di Castel Gandolfo dove è stato allestito l'alveare proveniente dalla cooperativa La Sonnina è un pezzo storico della dimora estiva dei Pontefici.
L'Osservatore Romano, rileva Coldiretti, descrive la fattoria del Papa come ''un modello nel suo genere. Intanto, per la sua caratteristica della quale vanno fieri i fattori. Nonostante sia sempre stata tenuta al passo con i tempi e dotata delle tecnologie più moderne e sofisticate, la fattoria ha infatti conservato intatto l'aspetto del rustico antico, mostrando come sia possibile che l'ordine, la pulizia e le esigenze razionali dell'agricoltura moderna, estremamente tecnologizzata, possano sempre conciliarsi con il sapore della tradizione e con il gusto del pittoresco''.
''Così, nell'ala principale dell'antico casale si scopre una modernissima pastorizzatrice'' per il latte ottenuto da 25 mucche in produzione che sono sistemate in una moderna stalla, allestita nel 2008. Non meno efficiente il pollaio. Un ampio recinto nel quale circa trecento galline ovaiole sono libere di razzolare a piacimento. Una sessantina sono i polli da carne, anch'essi rigorosamente ruspanti.
''A completare questo quadro sono un vivaio, dal quale si ricavano i fiori e le piante necessarie per adornare i Palazzi pontifici, un frutteto soprattutto di albicocchi e peschi sufficiente alle esigenze interne e un uliveto secolare che dà frutti per una discreta quantità di olio, fra i duemila e i tremilacinquecento litri. Un nettare reso pregiato dalla spremitura a freddo, oltreché dalla particolarità dell'oliva, piccola ma molto saporita come quelle di alberi secolari. Solo poche bottiglie fanno una fugace comparsa tra gli scaffali dell'annona in Vaticano. E naturalmente tutti i prodotti arrivano sulla tavola del Papa''.

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