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I lefebvriani

Ultimo Aggiornamento: 18/02/2013 22:40
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16/09/2011 20:41
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16/09/2011

Benedetto XVI vuole una Chiesa integralista?

Dal blog del vaticanista de Le Figaro

JEAN-MARIE GUÉNOIS

ROMA

Dietro la battaglia dei teologi esperti mobilizzati nelle negoziazioni tra Roma e i lefebvristi, si svolge un'evoluzione di primo piano nella Chiesa cattolica. Non si sa ancora come Mons. Fellay, ricevuto mercoledì a Roma, reagirà a proposta che gli è stata fatta- il est resté d'une extrême prudence ieri sera e non ha fatto trapelare alcun entusiasmo nelle sue parole - ma qualunque sia la sua risposta, la Santa Sede ha superato una tappa decisiva.

Sono due i punti principali della questione. Formalmente, la Chiesa cattolica sembra ritrovare l'essenza di ciò che vive da diversi secoli con le dodici Chiese cattoliche di rito orientale. Vale a dire, la possibilità e il rispetto di una differenza liturgica e di un'autonomia di funzionamento e, in parte, di dottrina. Si potrebbe parlare di una coesistenza di "particolarismi" con e a fianco della Chiesa romana latina.
Ne è stata data un'immagine significativa con la creazione di una struttura ad hoc per accogliere gli Anglicani che desiderano diventare cattolici. Un altro esempio potrebbe sorgere con la creazione di una prelatura personale internazionale per la Fraternità San Pio X nonostante questa si consideri, e certamente non lo nasconde, una depositaria della vera Chiesa cattolica.

IL PAPA NON "RIDEFINISCE", APPROFONDISCE

L'altra faccia della questione affonda in profondità perché tocca le vere radici dell'identità cattolica. Benedetto XVI, dall'inizio del suo pontificato non ha altro programma se non quello di spingere i cristiani che si dicono cattolici a essere non più cattolici ma veramente cattolici.
È in corso, quindi, molto più di una ridefinizione. Il termine è troppo esteriore. E la proposta fatta ieri a Mons. Fellay va esattamente questo senso. Riguarda, certo, il caso particolare della Fraternità San Pio X ma la logica che ne sta a capo conferma una costante di azione e di decisioni e non più solo di intenzioni.
Può essere definita una sorta di "essenzialismo" che unisce profondità, tensione pastorale, intellettuale e... mistica sotto l'ala di Benedetto XVI. Questo ultimo aspetto è essenziale per un papa ma poiché queste cose dell'anima non si "vedono" e non si "dicono", invisibili e silenziose, sfuggono alle analisi esterne pur essendone il motore centrale.

VATICANO II PROVOCA REAZIONI IRRAZIONALI
Altro elemento, la scarica emotiva, positiva o negativa, secondo il campo, che provoca la semplice evocazione del Concilio Vaticano II cambia le carte in tavola. Ciò che non si vede, ma si percepisce, è che dietro alle parole, Benedetto voglia condurla secondo il gusto della fede cristiana, così come è interpretata dalla Chiesa cattolica.

E questo dona al Papa un'ampia libertà di pensiero e di azione nonché una larghezza di vedute che gli ha permesso di aprire le porte ai lefebvristi che lo criticano pesantemente per la beatificazione di Giovanni Paolo II o per la sua partecipazione, tra un mese, a un incontro interreligioso ad Assisi.

Una tale benevolenza ha già scatenato vari tumulti a sinistra e al centro poiché distingue, riguardo all'insegnamento del Concilio Vaticano II, considerato fino a quel momento un blocco unico e definitivamente superato, dei settori in cui è possibile una "legittima discussione". Ma anche se la risposta di Mons. Fellay fosse negativa, questa tappa è ormai esplicitamente superata da Roma, benché il Concilio Vaticano II sia stato reputato intoccabile.

UN MALINTESO
Questo ricorda, oltretutto, un aspetto dimenticato della teologia cattolica spesso percepito come un monolito: dispone di un nucleo centrale sul quale si enumerano dei satelliti, solidamente legati tra loro al centro ma strutturalmente periferici. Anche i più grandi teologi lo ammettono.

Per concludere, resto colpito nell'osservare il malessere e la vivacità delle prime reazioni percepite qua e là. Dimostrano che molti cattolici si considerano oggi innanzitutto dei cristiani. Si guardano bene da un'identità cattolica troppo marcata poiché questa li isolerebbe dal dialogo con la società, in particolare con le altre religioni, e da quella tolleranza che sostengono essere un'attitudine prioritaria.

Tuttavia il malinteso risiederebbe precisamente nel pensare che Benedetto XVI che tende la mano ai lefebvristi, voglia andare in direzione di una Chiesa cattolica integra, intransigente e, perché no, integralista! Quantunque cerchi di riconciliare i cristiani cattolici, la sua sinistra, e i cattolici cristiani, la sua destra, con ciò che è realmente... la Chiesa cattolica!

Le Figaro


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