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AUSTRIA

Il "caso Wagner"

La Chiesa e la nomina del vescovo ausiliare di Linz

I vescovi austriaci "sono completamente dalla parte del Papa", sebbene alcuni giornali abbiano titolato: "I vescovi criticano il Vaticano". Cosa è successo nella Repubblica delle Alpi? Ecco come riassume la vicenda a SIR Europa Erich Leitenberger, direttore dell'agenzia cattolica austriaca Kathpress.

Turbolenza non nuova.

In un'atmosfera già surriscaldata dalla discussione sui lefebvriani, il 31 gennaio è stato nominato un nuovo vescovo ausiliare per Linz: Gerhard Maria Wagner. Appartiene al gruppo ultraconservatore "Linzer Priesterkreises" (Circolo dei sacerdoti di Linz) e negli ultimi 20 anni è sempre stato considerato un candidato vescovo. Le sue posizioni, ripetute in innumerevoli interviste su "Katrina", sullo tsunami come "punizione divina", sull'omosessualità e su "Harry Potter", ma anche l'annuncio di voler percorrere una "rotta di collisione", hanno causato grande scalpore nei media. La nomina ha suscitato un'ondata di proteste giunte fino agli ambienti più interni della Chiesa: numerosissime lettere, telefonate, e-mail sono giunte nelle segreterie dei vescovi, e diversi fedeli annunciavano di voler lasciare definitivamente la Chiesa. La situazione si è inasprita, ricordando a molti le "turbolenze" che hanno scosso la Chiesa cattolica austriaca dal 1986. Il 13 febbraio, il card. Christoph Schönborn, Presidente della Conferenza episcopale austriaca ha preso l'iniziativa di invitare i vescovi delle diocesi ad una consultazione straordinaria tenutasi il 16 febbraio a Vienna. Nella serata del 15 febbraio, ecco il colpo di scena: la diocesi di Linz ha comunicato che Gerhard Maria Wagner aveva chiesto al Papa di ritirare la nomina. Contemporaneamente si comunicava che la Santa Sede aveva accolto la richiesta.

La lettera pastorale.

Il 16 febbraio i vescovi si sono riuniti e hanno discusso per sei ore la situazione della Chiesa in Austria. Come risultato è stata diffusa una "Lettera pastorale dei vescovi diocesani dell'Austria", che affronta tutti gli aspetti della crisi: la nomina di Wagner, così come la revoca della scomunica dei vescovi lefebvriani e la negazione della Shoah da parte di uno di tali vescovi, la questione fondamentale delle nomine dei vescovi e la situazione nella diocesi di Linz in cui esiste un'ampia fascia "di centro", ma anche tensioni tra posizioni fortemente "progressiste" e "conservatrici". Nella conferenza stampa che è seguita alla riunione, il card. Schönborn ha chiamato le cose con il loro nome. Nel caso della nomina di Gerhard Maria Wagner si è verificata una "procedura abbreviata", ha detto. "Ciò significa che non ha avuto luogo la ricerca approfondita che si verifica normalmente". Qualcosa di molto simile era accaduto anche 22 anni fa, quando Kurt Krenn venne nominato vescovo ausiliario di Vienna, il che suscitò consistenti "turbolenze". Un anno dopo, nel 1988, l'autorevole rivista dei gesuiti "Civiltà Cattolica" pubblicò un articolo sulla situazione della Chiesa in Europa centrale, osservando in una nota a pié di pagina: "La situazione in Austria è da ricondurre al fatto che per le ultime nomine episcopali (Groer, Krenn) non è stata applicata la procedura romana". Nel 2009, con Gerhard Maria Wagner, questo errore è stato commesso ancora.

Per, non contro, la Chiesa locale.

Da tutto ciò si comprende quel che hanno scritto i vescovi nella lettera pastorale: "è fuori discussione il fatto che spetti al Papa nominare liberamente i vescovi. I vescovi non vogliono tornare indietro ai tempi in cui - fino al 1918 - l'imperatore nominava in vescovi in Austria. Anche un''elezione popolare' dei vescovi non servirebbe ad evitare conflitti e posizioni differenti. Noi vescovi siamo convinti che la procedura prevista dal diritto canonico per la scelta e per la verifica dei candidati sia valida, sempre che questa procedura venga davvero osservata. Perché prima di poter prendere la decisione definitiva, il Santo Padre deve disporre di elementi attendibili e verificati in modo completo su cui basarsi. Nei prossimi anni, in Austria dovrà essere eletta una serie di vescovi. I fedeli si attendono con ragione, che la procedura della ricerca dei candidati, la verifica delle proposte e l'ultima decisione vengano eseguite in modo accurato e con senso pastorale. In tal modo è possibile garantire che i vescovi vengano nominati 'per' una Chiesa locale, anziché 'contro' di essa".

"Mantenere l'unità nella diocesi, evitare le divisioni".

Intervistato da Kathpress il 16 febbraio al termine della seduta straordinaria della Conferenza episcopale, il vescovo di Linz, mons. Ludwig Schwarz, ha accolto "con grande rispetto" la decisione di Wagner di rimettere la sua nomina nelle mani del Papa. Una decisione, ha aggiunto, che "ha spianato la strada a lavorare nuovamente e con forza per l'unità della diocesi. è importante impedire con tutte le forze una divisione della diocesi".

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