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Ultimo Aggiornamento: 19/10/2015 04:06
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13/02/2009 16:03
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Seconda giornata del Convegno sull’80.mo anniversario dello Stato vaticano


Seconda giornata di Convegno per l’80.mo anniversario di fondazione dello Stato della Città del Vaticano, promosso dal Governatorato. Dopo la prima sessione tenutasi ieri nel Palazzo del Laterano, l’evento si è oggi trasferito in Vaticano, nell’Aula nuova del Sinodo. Domani mattina, l’udienza dei partecipanti con Benedetto XVI. Il servizio di Alessandro Gisotti:

“Un piccolo territorio per una grande missione”: questo il tema e il filo conduttore degli interventi al Convegno per l’80.mo dei Patti Lateranensi. La seconda sessione, che ha registrato gli interventi di numerosi storici, è stata presieduta dal senatore e filosofo Marcello Pera che, intervistato da Luca Collodi, si sofferma sul modello concordatario nelle relazioni tra Stato e Chiesa:


R. – Stato e Chiesa in Europa si riconoscono mediante un Concordato, in cui ciascuno si impegna con certi obblighi verso l’altra parte. Il modello europeo non è prevalente nel mondo, cioè, per esempio, gli Stati Uniti d’America non hanno un modello concordatario. Quello che è importante, a mio avviso, però, è sottolineare un punto e cioè che quale che sia il modello delle relazioni tra le due istituzioni – Chiesa e Stato – occorre sottolineare che i fondamenti della democrazia e del liberalismo su cui tutti gli Stati europei e quello americano si fondano, sono fondamenti che attingono notevolmente alla tradizione del messaggio cristiano, e che quindi quel messaggio non può non avere un ruolo nella società civile.


D. – Il pensiero torna alle radici cristiane...


R. – Esattamente. Naturalmente, significa che sottolineare le radici cristiane dell’Europa o comunque di uno Stato liberale e democratico, non significa che questo Stato liberale e democratico, imponga come religione di Stato una certa religione, cioè il cristianesimo o il cattolicesimo. Le due cose sono distinte. Sottolineare le radici cristiane dello Stato liberale e democratico significa riconoscere che ci sono dei principi e dei valori che sono fondamentali, che sono considerati non negoziabili, che sono i fondamenti di quello Stato e che sono i principi e i valori che sono propri della tradizione cristiana.


Il ruolo di fondatore e costruttore dello Stato vaticano di Pio XI è stato analizzato dalla prof.ssa Emma Fattorini de “La Sapienza”, mentre il prof. Philippe Chenaux si è soffermato su Pio XII e gli anni difficili della Seconda Guerra Mondiale. Il docente della Lateranense ha ricordato le parole con le quali, ricevendo il Corpo diplomatico nel 1949, Papa Pacelli sottolineò l’importanza dello Stato Vaticano:


“Non è forse significativa la fiducia di tanti capi di Stato che vi inviano, in qualità di ambasciatori, in questo Stato della Città del Vaticano, la cui importanza non può essere illustrata dalle statistiche né misurata con la sua estensione territoriale, né valutata in base alla forza del suo esercito … Il suo territorio, sul quale voi siete riuniti, che cos’è se non un punto impercettibile sul globo e sulle carte del mondo? Nell’ordine spirituale, essa è tuttavia un simbolo di alto valore, poiché è la garanzia dell’indipendenza assoluta della Santa Sede per il compimento della sua missione nel mondo”.


E questa libertà per compiere la missione evangelica viene anche sottolineata dal prof. Andrea Riccardi, al microfono di Roberta Gisotti:


“Io credo che sia un’antica pretesa di libertà che, con Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI ha trovato un nuovo impulso. Uno spazio di libertà nel cuore di Roma per vivere una missione nel mondo. Non è una storia di temporalismo, è una storia di libertà. Non è una teocrazia, è qualche cosa di più di un’immunità: è un angolo del mondo non occupato da nessuna sovranità”.


La sessione mattutina del convegno si è conclusa con l’intervento del nostro direttore generale padre Federico Lombardi che ha svolto una riflessione sul ruolo della Radio Vaticana a servizio dello Stato vaticano e della Chiesa universale. Padre Lombardi ha ricordato che scopo essenziale della nostra emittente è “quello di annunciare con libertà, fedeltà ed efficacia il messaggio cristiano” collegando Roma con i diversi Paesi del mondo. La Radio dunque come baluardo di libertà, durante gli anni del conflitto mondiale come durante l’oppressione dei Paesi dell’Europa dell’Est da parte dei regimi comunisti. Quindi, ha rivolto lo sguardo all’attualità:


"La missione che ci è data ci sembra chiarissima: utilizzando gli strumenti in rapido sviluppo, della tecnologia moderna delle comunicazioni, servire la parola del Signore, servire la parola del Santo Padre nel mondo di oggi. La Radio Vaticana non è più una radio nel senso ristretto, classico, che magari si ha in mente. Siamo invece una realtà tecnologicamente avanzata, per una comunicazione multiculturale della Chiesa oggi".


“Se Pio XI aveva voluto l’aiuto di Marconi per costruire la nuova Stazione Radio del Vaticano con le tecnologie più avanzate del tempo – ha concluso padre Lombardi - anche noi dobbiamo continuare a mantenerci – nello stesso spirito e con le stesse finalità - all’altezza delle tecnologie più avanzate di oggi”.






Aperta la Mostra sugli 80 anni della Città del Vaticano


Sarà aperta fino al 10 maggio la Mostra sugli ottanta anni dello Stato della Città del Vaticano. Inaugurata mercoledì scorso è stata allestita nel Braccio di Carlo Magno accanto alla Basilica di San Pietro. L'ingresso è libero. Il servizio di Benedetta Capelli:


Le carte geografiche a limitare il territorio e le opere volute da Papa Pio XI, realizzate da migliaia di maestranze per valorizzare lo Stato della Città del Vaticano. Si gioca su questi due fronti la mostra che inizia e si conclude con due importanti opere: un plastico tridimensionale in legno di betulla che offre una visione d’insieme della Città del Vaticano oggi e Civitas Vaticana, pianta prospettica incisa ad acquaforte e bulino su rame. La mostra è di eccezionale valore storico, presenta documenti rari, fotografie, oggetti curiosi e soprattutto ricrea l’ambiente nel quale furono firmati i Patti Lateranensi. Per la prima volta, il pubblico può ammirare l’originale del Trattato e gli allegati sui luoghi extra-territoriali stabiliti negli accordi. Cinque le sezioni – il Vaticano prima del 1929; Papa Pio XI; i Patti Lateranensi; la costruzione dello Stato, gli altri Pontificati - che compongono l’allestimento ma per la curatrice Barbara Jatta una è più esplicativa di tutte le altre:


“Sicuramente la quarta - che è quella della costruzione dello Stato - dove, all’indomani dell’11 febbraio del ’29, si costruisce effettivamente lo Stato della Città del Vaticano. Quindi, noi abbiamo voluto dividere settore per settore, dicastero per dicastero, e ad ognuna dedicarle uno spazio”.


Una mostra giocata intorno all’importante figura di Pio XI, “il grande Papa dei seminari” lo definì Giovanni Paolo II, l’anima dello Stato della Città del Vaticano. Un allestimento che vuole farlo conoscere meglio ma non solo come sottolinea mons. Renato Boccardo, segretario generale del Governatorato:

“L’idea che ci ha guidato è stata quella di far vedere quello che abitualmente non si vede; quando si parla di Vaticano si pensa spontaneamente a Piazza San Pietro, alla Basilica, al Papa, che sono parte integrante – e quella più visibile – del Vaticano, ma c’è – dietro – tutto un piccolo mondo che vive, che lavora, che realizza e crea tutto ciò che è necessario perché la Santa Sede – questa era l’idea di Pio XI, il fondatore – è un piccolo Stato che però permette, alla Santa Sede, di avere la libertà, l’autonomia e l’indipendenza necessarie per l’esercizio della sua missione. Ora, lo Stato della Città del Vaticano esiste per permettere alla Santa Sede di compiere la missione, che è quella propria”.


Sulla stessa linea il cardinale Giovanno Lajolo, presidente del Governatorato della Città del Vaticano:

“Occorre far conoscere di più questa realtà, piccola ma così ricca dal punto di vista umano, per tutto ciò che è stato profuso di scienza, d’intelligenza, di arte; perché sovente si pensa che nel Vaticano sia tutto misterioso. No! Tutto è molto chiaro, è molto semplice, però è molto impegnativo; qui si può avere un’idea delle 'interiora' del Vaticano, qui appare cosa è questa realtà”.


Dal piviale del peso di soli 3 chilogrammi alla tiara di Pio XI, dalle copie dell’Osservatore Romano fino al telefono di Papa Achille Ratti, la mostra ospita anche uno spazio dedicato alla Radio Vaticana. Si può ammirare il microfono dal quale il Santo Padre inaugurò le trasmissioni dell’emittente il 12 febbraio 1931. Un’altra particolarità è evidenziata dallo stesso mons. Renato Boccardo:

“Abbiamo potuto ritrovare la radio originale, degli anni ’30, e i tecnici della Radio Vaticana l’hanno custodita talmente bene che funziona perfettamente, per cui – durante la visita della mostra – si possono sentire, in diretta, i programmi della Radio Vaticana, da uno strumento che oggi definiremmo più un 'armadio' che non una radio, ma che dice come – negli anni ’30 – l’intelligenza e l’inventiva delle persone appassionate – come poteva essere Guglielmo Marconi da una parte ed il Papa Pio XI, con la sua ferma volontà dall’altra – hanno realizzato cose che permettono oggi, alla Radio Vaticana, di continuare ad essere la voce del Papa, rimanendo fedele a quell’intuizione originaria”.


Infine un pezzo importante e che non passa inosservato: la Citroen-Lictoria all’interno della quale c’è il trono papale. Ancora la curatrice Barbara Jatta:

“Abbiamo pensato di metterla perché è una macchina molto bella, fu applicata nel ’29 – quindi aveva un particolare legame con la data – e molto poco utilizzata, quindi in condizioni buonissime; è stata restaurata di recente, quindi - essendo la macchina più bella del Papa - abbiamo pensato di mostrarla, perché è un Papa tecnologico Pio XI: è quello che ha voluto i Patti Lateranensi, che ha voluto la radio, quindi l’idea della tecnologia applicata a questo grandissimo Pontefice”.
Dunque, un modo per conoscere da vicino la Città del Vaticano, le sue mura ma anche chi ancora oggi la anima.


www.radiovaticana.org



Il Cardinal Bertone racconta la storia del più piccolo Stato al mondo


di Carmen Elena Villa

CITTA' DEL VATICANO, venerdì, 13 febbraio 2009 (ZENIT.org).- Lo Stato vaticano è "piccolo ma grande. Il più grande del mondo da qualunque punto di vista", ha affermato il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Benedetto XVI, durante l'introduzione del congresso "Un piccolo territorio per una grande missione", inaugurato questo giovedì nel Palazzo Lateranense di Roma.

L'evento, organizzato dal Governatorato della Santa Sede, avrà luogo fino a questo sabato e si inserisce nella commemorazione degli 80 anni della nascita dello Stato vaticano, che avvenne con la firma dei Patti Lateranensi, l'11 febbraio 1929, tra Benito Mussolini - in rappresentanza dello Stato italiano - e il Cardinale Pietro Gasbarri, Segretario di Stato di Papa Pio XI.

L'anniversario dello Stato vaticano, ha osservato il Cardinal Bertone,"è momento propizio per ricordare l'alta finalità della sua esistenza ed azione, per valutare come a tale finalità si sia corrisposto lungo questi otto decenni trascorsi e per cercare di intuire le modalità future che potrà assumere la missione propria di questo Stato".

L'opera di Pio XI

Ripercorrendo la storia dello Stato, il Cardinale ha ricordato in particolare l'opera di Pio XI, spiegando che "questo grande Pontefice è il vero ideatore e fondatore dello Stato della Città del Vaticano".

Con la firma dei Patti Lateranensi terminò la cosiddetta "questione romana", iniziata nel 1870, quando per via del movimento di unificazione italiana il Paese invase e si impossessò delle proprietà della Santa Sede.

I Patti riconobbero l'indipendenza e la sovranità della Santa Sede e crearono lo Stato della Città del Vaticano, definendo anche i rapporti civili e religiosi tra il Governo e la Chiesa in Italia. La Nazione italiana si impegnò a compensare la Santa Sede per le perdite subite con l'annessione dello Stato Pontificio all'Italia.

Il Cardinal Bertone si è riferito a Pio XI sostenendo che lo Stato vaticano è "opera della sua tenacia, realismo, cultura e lungimiranza, dimostrate del resto anche in tanti altri momenti e di fronte a molti gravi problemi che segnarono la Chiesa e la società durante il suo pontificato".

Ottant'anni dopo

Il Segretario di Stato ha ripercorso i principali fatti storici che la Santa Sede ha dovuto affrontare dalla sua nascita come Stato indipendente.

Appena dieci anni dopo la sua fondazione, ha ricordato, scoppiò la Seconda Guerra Mondiale, durante la quale la Santa Sede svolse "un'intensa azione di promozione della pace e di carità, ma con limitazioni notevoli".

"Pensiamo al fatto che i diplomatici accreditati presso la Santa Sede dai Paesi in guerra con l'Italia dovettero abbandonare Roma o che la stessa azione ecclesiale, diplomatica e caritativa della Santa Sede era condizionata dal controllo dello Stato italiano", ha segnalato.

Il porporato ha anche sottolineato le opere di carità svolte da Papa Pio XII in tutta l'Europa durante la guerra, "soccorrendo materialmente le popolazioni colpite e permettendo contatti fra coloro che la guerra aveva separato".

Roma venne occupata militarmente dal settembre 1943 al giugno 1944. "Lo Stato della Città del Vaticano si trovò circondato da un potere politico-militare, il Reich tedesco, con il quale la Santa Sede aveva non pochi conflitti aperti", ha rimarcato.

Il Segretario di Stato ha anche ricordato i luoghi che ospitarono molte vittime del conflitto: il Pontificio Seminario Maggiore al Laterano, la Basilica di San Paolo fuori le Mura o le Ville Pontificie di Castel Gandofo, così come monasteri, conventi, istituti e parrocchie di Roma.

Il Cardinale ha quindi richiamato i grandi eventi che si sono svolti nello Stato vaticano nei suoi 80 anni di storia: il Concilio Vaticano II, i Sinodi dei Vescovi, le celebrazioni degli anni giubilari, soprattutto il Grande Giubileo del 2000, ma anche i funerali di Giovanni Paolo II e l'elezione di Benedetto XVI, "che hanno richiamato a Roma le massime Autorità politiche del mondo e folle impressionanti".

Il congresso "Un piccolo territorio per una grande missione" terminerà nell'Aula Clementina, dove Benedetto XVI concederà un'udienza ai partecipanti.


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