Le curiosità nei Sacri Palazzi ed anche al di fuori...

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Paparatzifan
00giovedì 17 dicembre 2009 16:07
Dal blog di Lella...

Natale messicano in Vaticano

Il presepe e gli addobbi dell'Aula Paolo VI vengono dal Messico

di Mercedes de la Torre

CITTA' DEL VATICANO, giovedì, 17 dicembre 2009 (ZENIT.org).

Durante l'Udienza generale di questo mercoledì, nell'Aula Paolo VI del Vaticano, sono stati presentati al Papa il presepe e l'albero messicani che rimarranno fino agli inizi di febbraio nel luogo in cui il Pontefice incontra i pellegrini.
Non è la prima volta che l'Aula viene ornata con decorazioni messicane: due anni fa lo Stato di Jalisco donò un presepe e gli addobbi dell'albero, nel contesto delle celebrazioni per il XV anniversario del ristabilimento delle relazioni tra Messico e Santa Sede.
Il secondo Paese al mondo per numero di cattolici presenta in questa occasione anche una mostra fotografica senza precedenti a Roma: si tratta di murales di paesaggi dello Stato di Messico (che ha per capitale Toluca de Lerdo), esposte a turisti, pellegrini e curiosi in Via della Conciliazione.
Si tratta di venti immagini alte un metro che mostrano scene di ispirazione religiosa dei municipi di Texcoco, Sinacantepec, Toluca, Valle de Bravo, Teotihuacan, Malinalco, Acolman e Tepozotlán, tutti nello Stato di Messico.
All'inaugurazione dell'esposizione erano presenti rappresentanti del Governatorato del Vaticano, una delegazione dei 13 Vescovi dello Stato di Messico, guidata dall'Arcivescovo di Tlanepantla e presidente della Conferenza Episcopale Messicana, monsignor Carlos Aguiar Retes, il governatore dello Stato di Messico, Enrique Peña Nieto, e gli ambasciatori messicani presso la Santa Sede e l'Italia.

Roma scopre il Natale messicano

In alcune dichiarazioni a ZENIT, monsignor Aguiar Retes ha spiegato che con questa iniziativa il Messico vuole condividere lo spirito natalizio con i romani e con le decine di migliaia di pellegrini che si recheranno in questi giorni nella Città Eterna.
“Ho visto che il Santo Padre era molto contento mentre guardava il presepe”, ha rivelato.
“Il Natale è una festa familiare, una festa che riunisce le persone, in cui ci si scambiano doni, si condivide il cibo e si ricorda che il regalo più importante che il Signore ci ha fatto è stato suo Figlio. E' quindi un momento di evangelizzazione molto rilevante”, ha osservato.
Il presule ha constatato che il Messico, nelle sue tradizioni natalizie, “ha assimilato le tradizioni di altri Paesi, come il presepio italiano”, ma dall'altro lato sta contribuendo con la sua arte e le sue tradizioni a far sì che il resto dell'umanità viva questi giorni con nuove espressioni di gioia.
“Credo che il Messico abbia molto da offrire e le posadas e le 'pentolacce', così caratteristiche, a poco a poco si integrano in altri ambiti, sia negli Stati Uniti, con gli immigrati, che in altri Paesi dell'America Latina”.
Le “posadas”, ha indicato il presule, “sono novendiali in cui si chiede un tetto, ricordando il momento in cui Maria e Giuseppe erano preoccupati per la nascita del loro Figlio senza avere alcuna sicurezza del fatto che avvenisse in modo degno”.
“Credo che il popolo capti molto bene tutti questi elementi, che comprenda fin dove arriva l'amore di Dio e che evangelizzi nella pratica in modo molto profondo con le 'pastorelas' e la rottura delle pentolacce”, ha aggiunto.

Il Messico più vicino a Roma

Da parte sua il Governatore dello Stato di Messico, Enrique Peña Nieto, ha spiegato a ZENIT che con questo dono al Papa si mostra che in questo Stato “c'è una grande ricchezza culturale, storica e di costume sulle celebrazioni natalizie, che si spiega senz'altro con l'influenza dell'evangelizzazione nel nostro Paese”.
“Credo che sia anche un legame che si stabilisce con la sede di Pietro”, ha aggiunto.

© Copyright Zenit


Paparatzifan
00lunedì 21 dicembre 2009 23:40
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LUNEDÌ 21 DICEMBRE 2009

La Città del Vaticano batterà più monete

CITTA' DEL VATICANO, giovedì, 17 dicembre 2009 (ZENIT.org).- E’ stata sottoscritta questo giovedì a Bruxelles la Convenzione monetaria tra lo Stato della Città del Vaticano e l’Unione Europea (UE).
A nome della Santa Sede, ha firmato mons. André Dupuy, Nunzio apostolico presso l’UE, mentre Joaquín Almunia, membro della Commissione europea, ha firmato per conto dell’Unione Europea.
Le disposizioni della nuova Convenzione monetaria, che sostituisce quella del 29 dicembre 2000 - con la quale si introduceva nello Stato della Città del Vaticano l’euro come moneta ufficiale - entreranno in vigore a partire dal primo gennaio 2010.La Convenzione stabilisce a 2.300.000 euro fissi, più una quota supplementare variabile, il valore nominale della massa monetaria che può essere battuta dal Vaticano (prima il valore nominale era di 1.074.000 euro).
Inoltre, d’ora in poi, almeno il 51% della moneta vaticana dovrà essere destinata alla circolazione. In passato, infatti, poteva succedere che gran parte degli euro vaticani venissero destinati al collezionismo.
Infine, con la firma della Convenzione, il Vaticano recepisce tutte le normative comunitarie contro il riciclaggio di denaro, la frode e la falsificazione delle banconote.
La Convenzione prevede infine l’istituzione di un Comitato misto che si riunirà annualmente per verificare l’applicazione della stessa Convenzione monetaria.


Paparatzifan
00giovedì 24 dicembre 2009 21:14
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PAPA: UN BORGO ROMANO LO SCENARIO PRESEPE IN APPARTAMENTO BENEDETTO XVI

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 24 dic

E' ambientato in un borgo romano del Cinquecento il presepe allestito anche quest'anno dalla Floreria nell'appartamento di Benedetto XVI. A rivelarlo e' L'Osservatore romano che aggiunge che le statuette del presepe, in gesso e in terracotta, sono collocate nello scenario di un mercato cittadino, accanto al quale si apre alla vista degli uomini la scena della Nativita'.

© Copyright Asca


Paparatzifan
00giovedì 21 gennaio 2010 09:48
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TERREMOTO: GLI ALPINI DELL'AQUILA DONANO LORO CAPPELLO AL PAPA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 20 gen.

Benedetto XVI ha vissuto un momento particolarmente toccante alla fine dell'Udienza Generale di oggi. Alcuni ufficiali e militari del nono reggimento Alpini dell'Aquila gli hanno donato il loro tradizionale cappello con la piuma bianca.

© Copyright (AGI)


+PetaloNero+
00venerdì 22 gennaio 2010 16:10
Paparatzifan
00giovedì 28 gennaio 2010 21:25
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Chiesa/ Sindone, una gara tra designer per la cattedra papale

Eco-compatibile la sedia dove Papa il 2 maggio celebrerà la messa

Per la prima volta la cattedra papale dove siederà Benedetto XVI in occasione dell'Ostensione della Sindone, durante la messa del 2 maggio in piazza san Carlo, è stata oggetto di un bando di gara per designer. Ha vinto il progetto di un giovane architetto udinese, Ivan Vergendo, che ha disegnato una sedia "essenziale, semplice, ispirata alla trasfigurazione".
L'immagine del sacro volto è rappresentata nella parte alta dello schienale interno. La cattedra sarà ora costruita in due esemplari dagli artigiani friulani dell'Asdi sedia. Una all'azienda Sedia e l'altra dopo l'ostensione sarà regalata alla Arcidiocesi di Torino, che fa parte del Comitato Sindone insieme agli enti locali. "Il progetto è stato scelto per simbologia, creatività, comfort e capacità di adattamento al contesto" ha spiegato la Giuria. Non è l'unica idea "moderna" di questa Ostensione. Per la prima volta la cattedra sarà realizzata con materiale eco-compatibili, legno e velluto rosso, "per distinguersi dl resto del mondo", hanno spiegato gli organizzatori. Anche per i quasi quattromila volontari accreditati si è pensato al look con particolare attenzione. Indosseranno gilet viola e kee way dello stesso colore, messi a disposizione dalla Basic net, uno degli sponsor. Per la visita si sono già accreditate 817mila e 850 persone, il 93 percento italiani, am se ne attendono più di un milione. Sono attesi anche 2500 giornalisti da tutto il mondo, un migliaio si sono già iscritti. La visita è gratuita.

© Copyright Apcom

Ecco il trono del Papa

Il friulano Ivan Vergendo è il designer che ha progettato la seduta per la visita di Benedetto XVI a Torino

E’ del giovane architetto friulano Ivan Vergendo il progetto vincitore del trono papale che Benedetto XVI utilizzerà a Torino, in occasione dell’Ostensione della Sindone, durante la Messa di domenica 2 maggio in piazza San Carlo. Alla selezione, indetta dall’Asdi Sedia di Manzano, hanno partecipato 27 progetti, tutti presentati da architetti e designer friulani. La commissione giudicatrice, composta da un rappresentante dell’Asdi Sedia, due membri del Comitato per l’Ostensione della Sindone e un rappresentante dell’Arcidiocesi di Torino, si è riunita a Torino il 27 gennaio per selezionare il progetto vincitore.
La cattedra per il Papa sarà realizzata dagli artigiani del Distretto della Sedia interamente in legno, foderata di velluto rosso; sulle sponde dei braccioli saranno scolpite a bassorilievo - tramite un processo di intaglio con pantografo elettronico - due immagini sacre tratte dalla storia dell’arte (deposizione e resurrezione), mentre sull’alto schienale verrà impressa l’immagine della Sindone. Il trono papale sarà costruito in due esemplari: uno rimarrà, dopo la visita di Benedetto XVI, all’Arcidiocesi di Torino, l’altro resterà a disposizione dell’Asdi Sedia.
“Con rammarico abbiamo escluso gli altri progetti - ha commentato durante la conferenza stampa di presentazione del vincitore, tenutasi giovedì 28 gennaio a Torino, il presidente del Comitato Ostensione Sindone Fiorenzo Alfieri, anche Assessore alla cultura del Comune di Torino -, ma quello di Vergendo ci è piaciuto per la sua freschezza e per il mix di contemporaneità e citazione dell’antico; il volto sindonico stampato sul velluto è evocativo, il disegno verticale della seduta è pulito ed essenziale. Il fatto poi che il progettista sia un designer giovane dà un valore aggiunto a questa apprezzata iniziativa dell’Asdi Sedia, che ha dimostrato una gran voglia di fare mettendo a disposizione la creatività dei designer friulani”. Il progetto vincitore è stato scelto, si legge inoltre nella motivazione, perché “riesce a sintetizzare tutti gli elementi richiesti per la progettazione della cattedra papale: simbologia, creatività, comfort, capacità di adattamento al contesto. Un progetto che è la dimostrazione della qualità e dell’eccellenza artigianale e professionale del Distretto della Sedia”.
Soddisfatto il presidente dell’Asdi Giusto Maurig, invitato a Torino assieme al direttore Carlo Piemonte a presenziare alla cerimonia di presentazione alla stampa locale e nazionale: “l’idea della selezione per il trono papale ha attirato curiosità sull’Asdi Sedia. Abbiamo così potuto mostrare l’eccellenza e la qualità dei prodotti del nostro Distretto”. Il rapporto dell’Asdi con Torino non si ferma però all’ostensione della Sacra Sindone, prosegue infatti la sinergia con i dirigenti Fiat, i cui primi importanti sviluppi verranno presentati a Manzano il prossimo mese. Oltre al vincitore, hanno ricevuto una menzione speciale i disegni presentati da Filipaz Giangrande Architecture per il design e lo stile, Simone Masotti per la ricercata simbologia, Margherita Zuliani per il messaggio e la ricerca iconografica dimostrata.

© Copyright Il Friuli, 28 gennaio 2010


Paparatzifan
00domenica 31 gennaio 2010 13:50
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PAPA: CON I RAGAZZI DELL'AC LIBERA COLOMBE MA UNA NON VOLA VIA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 31 gen.

Come ogni anno alla fine di gennaio, Benedetto XVI ha fatto salire oggi alla terza loggia del Palazzo Apostolico alcuni ragazzi dell'Azione Cattolica per liberare con loro le tradizionali colombe della pace, al termine dell'Angelus.
Una delle ragazze e' stata cosi' accanto al Pontefice per tutto il tempo nel quale e' stato affacciato oggi, e cio' anche mentre Ratzinger pronunciava il suo discorso. Poi e' venuto il turno della giovane e il Papa le ha ceduto il microfono con grande rispetto. Infine, pero', al momento di liberare le colombe e' accaduto un fatto singolare: uno dei volatili si e' infatti fermato sul davanzale dello studio privato del Papa e non voleva volare via. Nella stessa circostanza lo stesso era accaduto anche a una colomba liberata da Giovanni Paolo II, che in quel caso era addirittura rientrata all'interno della stanza sfiorando la spalla del Papa polacco gia' infermo.

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00domenica 31 gennaio 2010 13:52
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Fuori programma per Papa: colomba pace non vola e rientra in casa

Ad ascoltare Benedetto XVI anche lavoratori dell'Alcoa

Al termine dell'Angelus, fuori programma simpatico per papa Benedetto XVI e per i due ragazzi dell'Azione Cattolica romana che lo hanno accompagnato per tutto il tempo.
Al momento di liberare le tradizionali colombe della pace, queste non hanno subito preso il volo. Una si è fermata sul davanzale della finestra, mentre un'altra, complice probabilmente il freddo romano, ha preferito var vela verso i caldi appartamenti vaticani.
Non pochi gli sforzi per convincere il volatile a prendere la via del cielo, sotto gli occhi divertiti del Pontefice. Dal microfono di piazza san Pietro si è inoltre sentito anche un "e te pareva" detto da voce femminile con chiaro accento romano. Probabilmente si è trattato della ragazza di azione cattolica che è rimasta per tutto il tempo alla sinistra del Santo Padre e che, vista in Tv, aveva un'espressione divertita e felice.
Ad ascoltare il messaggio di Benedetto XVI c'erano in piazza San Pietro, anche alcuni lavoratori dell'Alcoa, che hanno chiesto al pontefice una parola d'incoraggiamento.
Il Papa lo ha fatto, facendo presente che "La crisi economica sta causando la perdita di numerosi posti di lavoro, e questa situazione richiede grande senso di responsabilità da parte di tutti: imprenditori, lavoratori, governanti. Penso - ha detto Bendetto XVI - ad alcune realtà difficili in Italia, come, ad esempio, Termini Imerese e Portovesme; mi associo pertanto all'appello della Conferenza Episcopale Italiana, che ha incoraggiato a fare tutto il possibile per tutelare e far crescere l'occupazione, assicurando un lavoro dignitoso e adeguato al sostentamento delle famiglie".

© Copyright Apcom


Paparatzifan
00lunedì 1 febbraio 2010 18:45
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E Benedetto XVI visita in segreto la mostra “Il potere e la grazia”

CITTA’ DEL VATICANO

Papa Ratzinger ha aspettato l’ultimo giorno di apertura per visitare in gran segreto la grande mostra allestita a Palazzo Venezia, Il Potere e la Grazia, che racconta del legame inscindibile tra le radici cristiane e l’Europa. Lo desiderava tanto ma, si sa, per un pontefice non è proprio semplice fare cose normali senza causare trambusto, disagi al traffico, tra i necessari dispositivi di sicurezza, il protocollo e le annesse cerimonie.
Sicchè quasi in incognito, ieri pomeriggio, d’accordo con le autorità italiane, gli è stata ritagliata quasi un’ora di visita.
E’ entrato dal retro, lo scalone era sgombro, la fila dei visitatori fuori è stata fatta attendere non più di una decina di minuti, e poi tutto è ripreso normale. Un pontefice che si mescola alla gente per ammirare ottanta opere esposte, tra cui il San Giovanni Battista di Leonardo, col dito alzato e il volto enigmatico sorridente. Si dice che qualche volta ai suoi predecessori è capitato di uscire quasi in incognito per incontrare vecchi amici, Papa Ratzinger, invece, è andato a rendere omaggio all’arte: van Eyck, Memling, Mantegna, Del Sarto, van Dyck, Tiziano, Veronese, El Greco, Guercino, Caravaggio, Murillo, Tiepolo. Un vero e proprio viaggio nel tempo, nella cultura e nella storia sociale e politica dell’Occidente.
F. GIA.

© Copyright Il Messaggero, 1° febbraio 2010


Paparatzifan
00mercoledì 3 febbraio 2010 23:12
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PAPA: ACROBATI E GIOCOLIERI SI ESIBISCONO PER LUI A UDIENZA

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 3 feb

Papa Benedetto XVI ha osservato con occhio divertito gli artisti del Circo Americano della famiglia Togni che si sono esibiti questa mattina durante l'udienza generale nell'aula Paolo VI in Vaticano. Giocolieri e acrobati hanno eseguito alcuni dei loro numeri a pochi metri dal pontefice al ritmo di musica disco sparata a tutto volume. Al termine dell'esibizione, il papa ha ringraziato i circa 60 artisti e dirigenti del circo presenti all'udienza.

© Copyright Asca

BENEDETTO XVI: SALUTA E APPLAUDE GLI ARTISTI DEL “CIRCO AMERICANO”

Finale “a sorpresa” dell’udienza generale di oggi. Durante i saluti ai fedeli di lingua italiana, il Papa ha assistito – applaudendo sorridente –ad una lunga, articolata e colorata coreografia dei giocolieri del “Circo Americano”, della Famiglia Togni, che Benedetto XVI ha poi incoraggiato (insieme ai rappresentanti dell’Unione sportiva “Anagni calcio”) “ad operare con generoso impegno per contribuire a costruire un futuro migliore per tutti”.
Tra i circa 5 mila fedeli presenti oggi in Aula Paolo VI, il Santo Padre ha salutato inoltre i vescovi partecipanti all’incontro internazionale promosso dalla Comunità di sant’Egidio, auspicando che “questi giorni di riflessione e di preghiera siano fruttuosi per il ministero che ciascuno è chiamato a svolgere nella propria diocesi”. Indirizzando infine l’abituale triplice saluto ai giovani, ai malati e agli sposi novelli, Benedetto XVI ha ricordato che “ricorre oggi la memoria liturgica del martire S. Biagio e nei prossimi giorni ricorderemo altri martiri: sant’Agata, S. Paolo Miki e compagni giapponesi”.
“Il coraggio di questi eroici testimoni di Cristo – l’auspicio del Papa – aiuti voi, cari giovani,ad aprire il cuore all’eroismo della santità; sostenga voi, cari malati, ad offrire il dono prezioso della preghiera e della sofferenza per la Chiesa; e dia a voi,cari sposi novelli, la forza di improntare le vostre famiglie ai valori cristiani”.

© Copyright Sir

CIRCO TOGNI DAL PAPA: MIGRANTES, “LA CONVIVENZA È POSSIBILE”

Il circo è un “piccolo universo viaggiante in cui convivono e collaborano realtà profondamente diverse per provenienza, cultura e religione, per questo la gente del circo vorrebbe essere testimone tra gli uomini, pur con tutti i suoi limiti, che la convivenza pacifica è possibile”.
E’ quanto ha affermato don Luciano Cantini, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale per i fieranti e circensi della Fondazione Migrantes, che oggi ha accompagnato all’udienza da Benedetto XVI, il circo Americano della Famiglia Togni, al termine della sua tournée a Roma.
Poco prima della benedizione finale alcuni artisti del circo si sono esibiti in numeri di acrobatica davanti a Benedetto XVI che li ha salutati. Anche mons. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio consiglio dei Migranti ed Itineranti, ha fatto visita al Circo Americano ed ha assistito ad uno spettacolo.

© Copyright Sir


Paparatzifan
00giovedì 4 febbraio 2010 17:08
Dal blog di Lella...

Voli papali in low cost?

postato da Angela Ambrogetti

Sarebbe davvero una novità.
La compagnia aerea EasyJet ha invitato il Papa a salire a bordo e a servirsi "a titolo gratuito" della compagnia low cost per il viaggio che compira' a settembre prossimo nel Regno Unito.
In effetti più che di una vera offerta sembra sia una provocazione. Positiva però, almeno per una volta. La compagnia aerea EasyJet si inserisce cosi' nella polemica che sta nascendo in Gran Bretagna per i costi che il governo dovra' sostenere - insieme al Vaticano - per la visita apostolica (in tutto si parla di oltre 20 milioni di sterline, 23 milioni di euro). Polemica classica per così dire che si riepte da anni ogni volta che il Papa si reca, invitato, in un paese dove la maggioranza della popolazione non è cattolica o dove la politica locale è anticlericale.
In Gran Bretagna 8.500 cittadini hanno sottoscritto una petizione online al primo ministro, chiedendo che il Vaticano si accolli interamente l'onere del viaggio e il governo non usi i soldi dei contribuenti.
"E' diritto del Papa visitare i suoi seguaci in Gran Bretagna - si legge nel breve testo della petizione -, ma il denaro pubblico potrebbe essere speso meglio per le scuole in difficolta', gli ospedali e i servizi sociali che stanno affrontando tagli". Pronta la risposta di Easy jet che ha colto al volo l' occasione. La compagnia propone a Benedetto XVI una "nuova esperienza di un viaggio low cost". Il Papa potra' scegliere "qualsiasi rotta" tra Roma e gli aeroporti britannici, potra' "fare il check-in online", approfittare della possibilita' di "un ampio bagaglio a mano", "rilassarsi e godere l'eccellente servizio di bordo". Inoltre la compagnia aerea garantisce al Papa l'imbarco prima degli altri passeggeri, per potersi sistemare a suo agio". EasyJet ha riferito anche di aver contattato la sala stampa della Santa Sede e di essere in attesa di risposta.
Da sempre il papa vola con l' Alitalia o le compagnie di bandiera dei paesi ospiti. Nella Repubblica Ceca la presidenza ha offerto una parte del viaggio al Papa con il seguito e i giornalisti.
L'offerta potrà essere estesa anche ai vaticanisti che accompagnano il papa? Certo sarebbe una bella opportunità per molte piccole testate cattoliche non obbligate "a terra" per gli alti costi del volo papale.

www.angelambrogetti.org/


+PetaloNero+
00venerdì 12 febbraio 2010 00:12
Da Petrus


‘Fede & Sport’, torna la ‘Clericus Cup’: in campo sacerdoti e seminaristi per aggiudicarsi il Torneo più religioso del mondo. Uno sguardo particolare rivolto ai Mondiali del Sudafrica

CITTA’ DEL VATICANO - Torna la ‘Clericus Cup’, il torneo di calcio per seminaristi e sacerdoti. La quarta edizione sara' presentata giovedi' 18 febbraio alle 11.00 in Vaticano, nell'Aula ‘Paolo VI’. Il torneo, e' promosso dal Centro sportivo italiano (Csi) e sponsorizzato dall'operatore energetico A2A. Anche quest'anno si affronteranno 16 squadre, suddivise in due gironi. Il calcio d'inizio e' fissato per sabato 20 febbraio nel campo dell'Oratorio San Pietro. Come sempre, le rappresentative sono internazionali, con giocatori provenienti da tutti i Continenti. Regolamento e svolgimento del campionato sono pressoche' invariati rispetto all'edizione scorsa. Nuove iniziative dovrebbero invece essere annunciate in vista dei Mondiali di calcio che si svolgeranno in Sudafrica.
Paparatzifan
00venerdì 12 febbraio 2010 13:02
Dal blog di Lella...

Maltempo: Neve su piazza S. Pietro, la piu' fotografata dai turisti e il Papa si affaccia a guardare lo spettacolo

Citta' del Vaticano, 12 feb. - (Adnkronos) - A quanto si apprende anche il Santo Padre al risveglio si sarebbe affacciato ad una delle finestre del Palazzo per contemplare il bellissimo e suggestivo spettacolo della neve che sta cadendo copiosamente questa mattina su Piazza San Pietro. Tantissimi sono anche i turisti, confluiti sotto il colonnato, muniti di cellulari e macchine fotografiche per immortalare il cupolone imbiancato.


+PetaloNero+
00lunedì 15 febbraio 2010 23:51
Classical Brit Award, "nomination"
per Papa Benedetto XVI
Premi britannici per musica classica



LONDRA Papa Benedetto XVI parteciperà ai Classical Brit Awards, premi britannici per musica classica, e se la dovrà vedere con rivali come Rhydian Roberts, ex finalista di X Factor GB.

La voce del Pontefice compare infatti sul cd Alma Mater - Music from the Vatican. I candidati al premio album dell’anno verranno votati dal pubblico, sul sito della manifestazione. Tra loro ci sono il Fron Male Voice Choir, Only Men Aloud, Faryl Smith, Camilla Kerslake, The Priests, Blake, Howrd Goodall e The Coldstream Guards. Tutti sono titolari di uno dei 10 album di classica più venduti degli ultimi 12 mesi.

Le votazioni iniziano oggi, e si concludono il 23 aprile. Il vincitore verrà annunciato alla serata dei Classica Brit Awards alla Royal Albert Hall di Londra, il 13 maggio.

+PetaloNero+
00martedì 16 febbraio 2010 15:44
“Clericus Cup”, antipasto vaticano ai Mondiali di calcio in Sudafrica
Presentazione del 4° campionato di calcio per sacerdoti e seminaristi di tutto il mondo



ROMA, martedì, 16 febbraio 2010 (ZENIT.org).- Nell'anno dei Mondiali di calcio in Sudafrica, la Chiesa non fa mancare il suo esempio e la sua testimonianza per uno sport pulito, al servizio della vita.

Giovedì 18 febbraio, alle ore 11, nell'Atrio dell'Aula Paolo VI, verrà presentata la quarta edizione della Clericus Cup, il campionato di calcio per sacerdoti e seminaristi iscritti ai collegi pontifici romani, organizzato dal Centro sportivo italiano (Csi).

A presentare la Clericus Cup 2010 saranno Massimo Achini, presidente nazionale del Csi, monsignor Claudio Paganini, consulente ecclesiastico nazionale del Csi e presidente della Clericus Cup. Interverranno l'onorevole Rocco Crimi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo Sport e monsignor Josef Clemens, segretario del Pontificio Consiglio per i Laici. E' atteso anche Giancarlo Abete, presidente della Federazione italiana giuoco calcio.

Il fischio d'inizio della Clericus Cup 2010 è previsto per sabato 20 febbraio alle ore 9 sui campi in erba sintetica del Pontificio Oratorio di San Pietro (via di Santa Maria Mediatrice, 24). Sedici le squadre iscritte al torneo che tenteranno di strappare lo scudetto dalle maglie del Redemptoris Mater, campione nel 2007 e nel 2009.
Paparatzifan
00giovedì 18 febbraio 2010 13:17
Dal blog di Lella...

Gb, la Bbc vuole il Papa a “Thought for the day”

Marinella Bandini

Roma, 17 feb (Velino)

La Bbc è in trattative per la partecipazione del Papa alla trasmissione radiofonica “Thought for the day”. La notizia - riportata dalla stampa inglese - è stata confermata dal direttore dell’emittente radiofonica, Mark Damazer. Il quale ha detto che il direttore generale Mark Thompson, un cattolico praticante, trovandosi a Roma all’inizio di febbraio, ha avviato i primi contatti per un’ospitata di Benedetto XVI in coincidenza con la sua visita a Londra a settembre prossimo. Il programma propone ogni giorno una riflessione di tre minuti, con commentatori di diverse fedi religiose che presentano pensieri e riflessioni. Tra gli ospiti fissi, il vescovo di Southwark e il rabbino Lionel Blue. Anche il primate anglicano Rowan Williams è intervenuto pù di una volta, ma la presenza del Papa sarebbe una prima assoluta. La trasmissione va in onda ogni mattina alle 7.45, ma non in diretta: questo permetterebbe al Papa di registrare una riflessione prima del viaggio e in altro luogo, senza doversi recare negli studi radiofonici.

© Copyright Il Velino


+PetaloNero+
00giovedì 18 febbraio 2010 16:01
Al via la Clericus Cup, campionato di calcio per sacerdoti e seminaristi


E’ stata presentata questa mattina, nell’atrio dell’Aula Paolo VI in Vaticano, la quarta edizione della “Clericus Cup”, il campionato di calcio per sacerdoti e seminaristi di tutto il mondo promosso dal Centro Sportivo Italiano. 16 squadre si confronteranno, a partire da sabato 20 febbraio, sui campi in erba sintetica del Pontificio Oratorio di San Pietro. Il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone ha inviato per l’evento un messaggio di saluto esprimendo il suo apprezzamento per una “iniziativa volta a promuovere la reciproca conoscenza e la condivisione fraterna tra persone provenienti da ogni parte del mondo”. Ha partecipato alla presentazione anche mons. Josef Clemens, segretario del Pontificio Consiglio per i Laici. Luca Collodi gli ha chiesto di commentare questo ormai tradizionale appuntamento sportivo:

R. – Quest’anno lo trovo particolarmente bello perché abbiamo l’Anno Sacerdotale e così lo sport si collega con il sacerdozio, con la preparazione al sacerdozio – perché la maggioranza sono ancora seminaristi -, cioè un campo di esercizio fisico ma anche di fraternità. Questo mi piace e per questo appoggiamo con tutte le nostre forze quest’iniziativa.


D. – Lo sport, in questo caso il calcio in particolare, come può aiutare la preparazione di un giovane al sacerdozio?


R. – Già il calcio è uno sport di squadra. Oggi i sacerdoti devono lavorare insieme, devono rispettare le doti e i talenti degli altri per arrivare ad uno scopo comune.


D. – Un campionato che richiama anche i valori internazionali, nell’anno in cui in Sud Africa ci sarà il campionato del mondo di calcio. Che aspettative ha da questo campionato del mondo di calcio in Africa, un territorio che sta molto a cuore alla Chiesa?


R. – Certo. Abbiamo avuto il Sinodo per l’Africa e spero che il mondo guardi all’Africa non solo sotto l’aspetto sportivo ma guardi anche alle grandissime necessità di questo continente. Un continente che qualche volta sembra una terra dimenticata.


L’anno scorso ha vinto per la seconda volta la Clericus Cup la squadra del Seminario diocesano Redemptoris Mater, che accoglie le vocazioni del Cammino neocatecumenale. Luca Collodi ha intervistato il suo capitano, il seminarista Davide Tisato - che proviene dalle giovanili del Chievo e l'anno scorso ha segnato il gol decisivo in finale - chiedendogli se è coniugabile l’impegno sportivo con la preparazione al sacerdozio:

R. – Come dice spesso il nostro rettore, non solo è coniugabile ma è doveroso mettere insieme lo sport e la nostra formazione intellettuale, lo studio ed anche la nostra formazione spirituale, perché noi siamo un tutt’uno. L’uomo non lo possiamo scindere nei diversi aspetti ma forma un tutt’uno con lo spirito, l’anima e il corpo. Lo diceva anche San Paolo, che era molto attento anche a queste dinamiche: egli usava alcune metafore della corsa, del combattere la “buona battaglia per raggiungere una corona non corruttibile”, facendo un'analogia con lo sportivo che cerca "una corona incorruttibile”.


D. – Una squadra di seminaristi che gioca a pallone rispetto ad una squadra di amatori del calcio, che fanno un campionato dilettanti: che differenze ci sono?


R- Soprattutto il tempo che abbiamo, perché abbiamo tempi limitati sia per allenarci sia per trovare poi gli spazi per giocare. Diciamo che le differenze riguardano sicuramente il fatto che abbiamo la fede che ci unisce, il chiederci sempre perdono, perché non è che poi non si verificano scontri e contrasti... (Montaggi a cura di Maria Brigini)




Da Petrus

Calcio & Fede, il Ct Giovanni Trapattoni scrive agli organizzatori e ai partecipanti della ‘Clericus Cup’: “Mi piacerebbe allenare la Nazionale vaticana”

CITTA’ DEL VATICANO - Giovanni Trapattoni non ha alcuna intenzione di lasciare il mondo del calcio, anche quando sara' in pensione. "Allenare la Nazionale Vaticana? Si', me lo hanno chiesto. Adesso saro' per qualche giorno ancora in Irlanda ma quando andro' in pensione, si' che mi piacerebbe". Queste le sue parole nella lettera di testimonianza che il Ct della Nazionale Irlandese, indimenticabile tecnico della Juventus ‘bonipertiana’, ha inviato agli organizzatori della ‘Clericus Cup’, il torneo che vede impegnati sacerdoti e seminaristi di tutto il mondo con il pallone. "La Clericus Cup e' una bella iniziativa. Fa bene per rilanciare lo sport in oratorio fucina di campioni ai miei tempi. L'acquasanta in panchina? Non so se ne usano ma sulle cose sacre non si scherza. Oltre agli italiani faro' il tifo per gli irlandesi, sono nato il giorno di San Patrizio, ho trovato una nazione assai credente, spero si comportino bene all'ombra di San Pietro".
Paparatzifan
00venerdì 19 febbraio 2010 13:49
Dal blog di Lella...

Silenzio sui gatti del Papa

Direttive draconiane per gli organi d'informazione della Santa Sede: non si parla della passione di Benedetto XVI per i felini. Il pontefice, nel suo appartamento privato, di gatti ne ha più di uno. Ma non si deve sapere, per non diventare motivo di propaganda animalista

La parola d'ordine è stata chiara: non si parla dei gatti del Papa.
Gli organi d'informazione della Santa Sede, dall''Osservatore Romano' alla Radio Vaticana (ma anche su 'Avvenire' una notizia così non esce) hanno ricevuto direttive draconiane.
A quanto pare, le alte gerarchie vaticane non vogliono che la forte passione per i felini del Santo Padre diventi motivo di una propaganda animalista sotto le insegne di San Pietro.
Che il Santo Padre ami i gatti, d'altra parte, è noto. Quello che viene tenuto sotto riserbo è che il Papa, nel suo appartamento privato, di gatti ne ha più di uno, c'è chi parla addirittura di cinque, ma l'importante è che non si sappia, anche se non si capisce il perché.
Quando fu eletto al soglio di Pietro, molti ricordarono che, da cardinale, Ratzinger soleva attraversare le vie limitrofe alla Santa Sede, e da un contenitore di avanzi si fermava a dar da mangiare ai gatti di strada ai quali a volte si rivolgeva in dialetto bavarese.
Un giorno, una muta di gatti lo seguì fin sotto porta Angelica, costringendo le Guardie Svizzere a bloccare l'invasione felina in Vaticano. Così come è negli annali la storia di Chico, gattone soriano di proprietà di Ratzinger su cui è stato scritto anche un libro. Insomma, il Papa è un vero gattaro, come si dice a Roma. Ma non si deve far sapere. Così come - questa pare sia la direttiva - si dovrà sempre smentire che sulle ginocchia del Papa dorma serenamente, nei momenti di relax, qualche fortunato felino.
S.N.

© Copyright L'Espresso, 19 febbraio 2010


No, no, ragazzi!!! Non si deve distruggere l'immagine del Papa freddo, del panzerkardinal!!!!
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Paparatzifan
00giovedì 11 marzo 2010 20:38
Da "Il Messaggero di Sant'Antonio"...

Via della Conciliazione di Alessandra Borghese

Papa Ratzinger e la Freccia Rossa


L’entourage di Benedetto XVI fa sapere che il Papa è molto interessato e curioso riguardo al nuovo treno Freccia Rossa che in tre ore soltanto collega Roma e Milano. Probabilmente nel 2012, per il grande Incontro mondiale delle famiglie, il Papa raggiungerà Milano in treno.

Pio IX fu il primo Papa a viaggiare in treno da Napoli a Portici nell’anno 1849. Le cronache raccontano del suo entusiasmo verso quel mezzo di trasporto. Giovanni XXIII fu invece il primo Pontefice a usare la stazione ferroviaria costruita dentro le mura vaticane e collegata, attraverso la stazione di San Pietro, alla rete nazionale a seguito dell’impegno fissato dal Trattato del Laterano. Il «Papa buono» da lì raggiunse Assisi e Loreto in un memorabile pellegrinaggio. Bellissime le immagini della gente accorsa nelle stazioni e assiepata lungo le rotaie per decine di chilometri. Persone composte, sguardi incuriositi per il passaggio del treno papale – le donne quasi tutte con un foulard o il velo in testa, gli uomini in giacca e cravatta o camicia bianca –. Con quel viaggio, in un certo senso, papa Roncalli aprì fisicamente la Chiesa al mondo, ponendo le premesse per i suoi successori. Anche Giovanni Paolo II, benché viaggiasse soprattutto in aereo, percorse un numero notevole di chilometri in treno. Nel gennaio 2002 si recò in treno ad Assisi per la famosa preghiera per la Pace nel Mondo insieme ad altri rappresentanti religiosi.

Ma prese il treno anche in Argentina, in Portogallo, da Zurigo a Friburgo, in Belgio e nei Paesi Bassi. Nel 1986 sempre Karol Wojtyla di ritorno dall’India, a causa dell’eccezionale nevicata che bloccò gli aeroporti romani, salì sul treno a Napoli per rientrare in Vaticano. Dal 24 gennaio 2002 i cancelli della stazione vaticana sono rimasti chiusi. Chissà se papa Benedetto li farà riaprire presto...

+PetaloNero+
00sabato 24 aprile 2010 00:43
Disponibili le agende di Benedetto XVI e Giovanni Paolo II per il 2011
Con fotografie de "L'Osservatore Romano"



CITTA' DEL VATICANO, venerdì, 23 aprile 2010 (ZENIT.org).- Il 2011 in compagnia di Benedetto XVI e di Giovanni Paolo II: è la proposta del Servizio fotografico de "L'Osservatore Romano", che pubblica due agende per il prossimo anno corredate dalle immagini dei due Pontefici.

La prima contiene le foto di Benedetto XVI ritratto nei momenti più significativi del suo servizio petrino, l'altra quelle di Giovanni Paolo II, tratte dal fondo omonimo dell'archivio, che conserva oltre sei milioni di scatti del suo pontificato.

Le due agende, ha riferito il direttore del Servizio fotografico, don Giuseppe Colombara, hanno la particolarità di essere bilingui: tutte le diciture e le didascalie sono infatti in italiano e in inglese.

Vengono messe in vendita a 18 euro, presentate in un elegante cofanetto in cartone bianco recante lo stemma dello Stato della Città del Vaticano e cellofanate singolarmente.

Viene offerta anche la possibilità - con un minimo di tiratura di sole 50 copie - di personalizzare le agende inserendo nella parte iniziale quattro pagine con foto, scritte e loghi.

Chi fosse interessato può chiedere informazioni all'indirizzo di posta elettronica calendar@ossrom.va.
Paparatzifan
00martedì 27 aprile 2010 21:08
Dal blog di Lella...

Nelle stanze private del Pontefice

Da Michelangelo alla cucina hi-tech

CLAUDIO RENDINA

PER localizzarla basta guardare l' edificio che si estende lateralmente alla piazza San Pietro, che è il Palazzo Apostolico Vaticano, da dove è solito affacciarsi il papa ogni domenica, esattamente dalla penultima finestra d' angolo dell' ultimo piano. E' soprannominato Palazzo Sistino da Sisto V che nel 1588 lo fece innalzare da Domencio Fontana, anche se fu completato sotto Clemente VIII (1592-1605), quando oltretutto i papi si erano già insediati al Quirinale. Finché non è ridiventato forzatamente la casa del papa con Pio IX (1846-78) dal 20 settembre 1870, quando Roma divenne città del regno d' Italia. E' la parte terminale del complesso edilizio che prosegue con l' Archivio Segreto Vaticano e la Biblioteca Apostolica Vaticana, la Cappella Sistina e la Cappella Niccolina, dalle quali si sviluppa il complesso dei Musei Vaticani. L' entrata ai Palazzo Apostolico Vaticano è dal cosiddetto Portone di Bronzo, a custodia del quale è una Guardia Svizzera con alabarda. Da qui si protende la scenografica Scala Regia, capolavoro di Gian Lorenzo Bernini, che immette nella Sala Regia, un tempo aula di ricevimento di sovrani. La sala è ricca di un apparato iconografico appositamente programmato a scopo persuasivo nei confronti degli ospiti: ogni affresco, nel raffigurare una vittoria del papa, era finalizzato a ricordare ai monarchi in visita la preminenza del romano pontefice sulla sovranità temporale. Così la Sottomissione del Barbarossa ad Alessadro III di Francesco Salviati, la Restituzione delle province ad Agapito di Orazio Samacchini, l' Offerta di Pietro d' Aragona ad Eugenio III di Livio Agresti e la Donazione di Ravenna del Sermoneta, nonché le vittorie contro i Turchi come la Presa di Tunisi di Taddeo e Federico Zuccari e la Battaglia di Lepanto di Giorgio Vasari. Da questa sala si accede, da sinistra a destra, alla Sala Ducale, creata da Gian Lorenzo Bernini con l' unione di due ambienti mediante la scenografica invenzione di una tenda marmorea sorretta da due putti; qui avevano udienza i principi e i sovrani minori. Di seguito si passa alla Sala delle Benedizioni, in corrispondenza del sottostante atrio della basilica, da dove il papa impartisce la benedizione Urbi et Orbi; la Loggia. Di seguito è la Cappella Paolina, recentemente restaurata, chiusa al pubblico, perchè luogo di preghiera riservato al papa. Costruita da Antonio da Sangallo il Giovane nel 1540 per Paolo III, accoglie gli ultimi drammatici affreschi di Michelangelo, la Conversione di San Paolo e la Crocifissione di San Pietro. Sulla sinistra è il corridoio che porta all' appartamento pontificio. Ma l' entrata più opportuna e accessibile alla casa del papa, sempre grazie ad un permesso speciale, e dalla quale perlopiù entrano anche oggi capi di stato e ministri, è nel retrostante cortile di San Damaso, a pochi metri dal Portone di Bronzo, salendo la scala di Pio IX. La casa di Benedetto XVI è al terzo piano, là dove sono state le dimore dei papi che lo hanno preceduto da Pio X, che nel 1903 fece a cambio con la dimora del Segretario di Stato, al quale furono assegnati i locali del primo piano. L' appartamento da allora è sempre rimasto qui, pur subendo ogni volta quei parziali cambiamenti interni nell' arredamento, come riflesso delle abitudini personali del nuovo pontefice; in particolare Paolo VI fece costruire un giardino pensile sul largo tetto a terrazza. L' appartamento si sviluppa su dieci stanze, alle quali si affiancano altri undici ambienti riservati a quattro professe della Memores Domini, un' associazione religiosa di Comunione e Liberazione. Benedetto XVI ha mantenuto la disposizione delle stanze esistente con Giovanni Paolo II, pur adottando tinte chiare alle pareti dallo studio, dal quale il papa si affaccia ogni domenica, alla camera da letto verso sinistra, sull' angolo del palazzo, che prosegue con il bagno e l' infermeria adattata a gabinetto chirurgico e dentistico.
Qui è disposta una cyclette, che il papa usa quotidianamente per mezz' ora, come prescrittogli dal professor Renato Buzzonetti, che era il medico personale del papa fino a giugno del 2009. Ecco quindi la sala da pranzo e la cucina, rinnovata questa con fuochi, pensili, forni, utensili elettrici a scomparsa e luci a incasso nel controsoffitto, il tutto offerto da una ditta tedesca. Il cibo di Benedetto XVI era di ispirazione tedesca, basata sulla cucina bavarese con wurstel e insaccati, ma i medici gli hanno imposto una dieta. Ovviamente non incontreremo il papa a tavola, ma possiamo immaginarcelo con i suoi segretari particolari, che sono monsignor Georg Gaenswein e il maltese Alfred Xuereb, alle prese con un pranzo o una cena a base di pasta al curry o con salmone e zucchine, risotto allo zafferano, involtini di pollo e straccetti con rucola. Il tutto accompagnato da una succo d' arancia, anche se il bel monsignor Gaenswein si concede del vino, di cui è grande intenditore. Sulla destra dello studio l' appartamento si sviluppa nella stanza-ufficio dei due segretari particolari e di seguito finisce nella Sala di Ricevimento. A fronte di questa suite c' è la cappella privata, nella quale il papa dice messa ogni mattina alle sette, e che confina con gli ambienti delle quattro professe della Memores Domini: Manuela, Cristina, Carmela e Loredana. Manuela si occupa delle stanze dei segretari, Cristina è addetta alla cappella e Carmela segue la stanza e il guardaroba del papa, a Loredana è affidata la cucina, grazie alla quale "sovrintende" alla salute di Benedetto XVI. Ma c' è anche un piano superiore: nei cosiddetti "soffittoni" sono stati ricavati 12 appartamentini per i due segretari, che sovrintendono alle udienze, alle celebrazioni liturgiche e ai documenti pontifici. E in fondo questi ambienti costituiscono un appartamento a sé rispetto alla casa del papa, sono principalmente i locali in cui vive Gaenswein. Questo monsignore è il personaggio predominante tra i due segretari, perché l' altro segretario, il maltese Alfred Xuereb, è stato nominato "Prelato d' anticamera" solo nel 2006 e con la qualifica di "Segretario personale in seconda"; oltretutto Ganswein ha la qualifica di "Prelato d' onore di Sua Santità" con tanto di bel portamento. «Sul metro e ottanta, fisico sportivo e decisamente un bell' uomo - lo stigmatizza il giornale cattolico Avvenire il 20 aprile 2006, così che gli sono arrivate le definizioni come il "Sonny Boy in sottana", il nuovo padre Ralph di Uccelli di rovo e il George Clooney del Vaticano. Ha 54 anni, ma non li dimostra. Meno misteriose sono le stanze dell' appartamento di rappresentanza al secondo piano, spesso riprese dalle telecamere per le udienze pontificie a personalità politiche e celebrità. Quella fuga di tredici stanze in un crescendo di preziositàè rimasta identica fino a Giovanni XXIII, con ogni sala finalizzata a una funzione ben precisa in rapporto alla permanenza in servizio di dignitari laici o militari, con i nomi appropriati alla Guardia Svizzera, ai Sediari, ai Bussolanti, alle Guardie Nobili, ai Camerieri di Spada e Cappa, all' Esente di Guardia. Quando Paolo VI nel 1970 abolì tutte le cariche onorifiche del Vaticano, scomparvero molti di quei nomi tradizionali dati alle sale, e furono tolti arredi vecchio stampo come il colossale lampadario della Sala Clementina, eliminando anche i "foconi", che eranoi bracieri utilizzati da secoli per riscaldare l' ambiente. Sono così venute le nuove denominazioni delle sale riferite a Sant' Ambrogio, agli Scultori, ai Pittori, agli Evangelisti, al Redentore, alla Madonna, a Santa Caterina e ai Santi Pietro e Paolo. Sono rimaste la Biblioteca, con gli splendidi affreschi di paesaggi, e la Sala del Trono, non più fastoso come un tempo, ma costituito oggi da un semplice seggio in marmo con le statue degli apostoli Pietro e Paolo. A fronte della casa del papa non si può dimenticare la figura del Decano di Sala dell' Anticamera Pontificia, impersonato da un laico Gentiluomo di Sua Santità, cheè il responsabile del buon governo dell' Appartamento pontificio: è infatti preposto alla vigilanza e alla cura delle sale, alla regolamentazione degli accessi e allo svolgimento delle funzioni a carattere diplomatico. Non sarà difficile distinguerlo con quel suo abbigliamento signorile nel classico di colore nero e sparato bianco, sul quale è di dovere il "collare" proprio dei Sediari, realizzato peraltro in a differenza degli altri sediari che lo hanno in E' lui il vero custode laico dei segreti della casa del papa.

© Copyright Repubblica, 25 aprile 2010


+PetaloNero+
00venerdì 30 aprile 2010 00:50
Da Petrus

Prossima la pubblicazione di un libro del successore di Pietro sulla musica e il canto con la prefazione del Maestro Riccardo Muti

CITTA’ DEL VATICANO - E' firmata da Riccardo Muti la prefazione di un libro che raccoglie scritti e discorsi di Joseph Ratzinger - precedenti e posteriori alla sua elezione al soglio pontificio - dedicati all'arte e in particolare alla musica e al canto (Lodate Dio con arte) e che uscira' prossimamente. Il direttore d'orchestra - nel testo anticipato dall'Osservatore Romano - concorda con Benedetto XVI sul ''basso livello della musica da consumo, in particolare della musica e dei canti eseguiti nelle chiese in questi ultimi decenni soprattutto da noi in Italia". Muti aggiunge anche che "e’ un grande dono per l'umanita’ e per la Chiesa all'inizio del terzo millennio avere un Papa che rivendica spazio e rispetto nella Chiesa e nella societa’ civile per quest'alta espressione umana".

Paparatzifan
00sabato 1 maggio 2010 11:16
Dal blog di Lella...

Ghiberti: Io e il mio amico Papa

PAOLO GRISERI

NON capita a tutti di avere un Papa per amico. Monsignor Giuseppe Ghiberti, presidente della Commissione diocesana per la Sindone, ha conosciuto Joseph Ratzinger a Monaco di Baviera, «negli anni immediatamente successivi al trasferimento del futuro Papa a Roma». Ghiberti ricorda con piacere gli incontri estivi, «quando Ratzinger tornava nella sua città e io andavo a trascorrere qualche giorno di vacanza nella parrocchia che mi aveva ospitato per due anni durante gli studi universitari in Germania».
È un' amicizia della quale, com' è comprensibile, Ghiberti parla con ritrosia. Una frequentazione nata in Germania e consolidatasi a Roma, durante le riunioni della Commissione biblica vaticana che proprio il cardinale tedesco ha presieduto fino al Conclave che lo ha eletto Papa.
Che presidente era Ratzinger? «Era un presidente silenzioso - ricorda Ghiberti - che lasciava molto spazio alla discussione e preferiva che fossimo noi a trovare una sintesi tra punti di vista diversi». Più degli argomenti delle discussioni bibliche, al monsignore che oggi organizza l' Ostensione, piace ricordare i tratti umani del futuro Papa: «Le conversazioni nelle pause caffè, sgranocchiando un biscotto perché a Ratzinger piacciono molto i dolci, o a pranzo, quando ci divertivamo a vederlo bere aranciata allungata con l' acqua». Una bevanda insolita per un tedesco: «Infatti gli dicevamo che da lui ci saremmo aspettati un omaggio alla birra. Ma quella era una delle poche occasioni in cui tradiva le sue radici». Ratzinger tornava in Germania durante le vacanze e spesso faceva visita a quello che Ghiberti chiama «il mio parroco di Monaco». La chiesa sorgeva vicino al «Giardino inglese» della città e, dopo pranzo, il parroco portava a spasso il suo cane: «Ratzinger passeggiava nello stesso giardino - ricorda Ghiberti - e spesso giocava con Rex».
Aneddoti di un' amicizia che è fatta anche e soprattutto di frequentazioni da studiosi: Ghiberti insegna discipline bibliche neotestamentarie alla Facoltà teologica dell' Italia settentrionale. Il teologo Ratzinger non ha bisogno di presentazioni. Si deve anche a questa frequentazione l' interesse dell' attuale Papa per la Sindone. Ben prima dell'udienza vaticana del 2008, nella quale annunciò l' Ostensione che si sta svolgendo ora, Benedetto XVI aveva già mostrato interesse per il Lino custodito in Duomo. Era accaduto poco dopo la sua elezione, quando aveva celebrato messa nella chiesa romana di Santa Maria Maggiore incontrando una delegazione della Diocesi di Torino: «Nel breve incontro che abbiamo avuto - aveva rivelato nell' occasione il cardinale Poletto - il Papa si è informato sulla Sindone». Così il rapporto speciale che lega il biblista Ghiberti con l' amico teologo Ratzinger vivrà domenica un' altra tappa importante. Si incontreranno certamente in piazza San Carlo, al mattino,e durante il pranzo che il Papa e i suoi collaboratori consumeranno in Arcivescovado. Ma il momento più importante sarà l' incontro che Benedetto XVI avrà nel pomeriggio in Duomo. Di fronte alla Sindone Ratzinger avrà un faccia a faccia riservato proprio con i rappresentanti del Comitato per l' Ostensione. «Non so che cosa accadrà - confessa Ghiberti - mi fa sempre molto piacere incontrarlo anche se, ovviamente, da quando è stato eletto Papa c' è una distanza imposta dall' incarico e dalla sua grande responsabilità». Con la visita del Papa l' Ostensione sarà giunta a metà del suo cammino.È presumibile che all' indomani della diretta televisiva da piazza San Carlo e dopo che si saranno diffuse le immagini di Ratzinger in preghiera di fronte al Lenzuolo, le prenotazioni per le visite conoscano una nuova impennata. Lavoro supplementare per Ghiberti: sarà necessario sfruttare tutte le fasce orarie disponibili perché, come ha ricordato ieri il cardinale Poletto, «non sarà possibile prolungare l' apertura del Duomo oltre il 23 maggio». Per il Papa invece dopo la visita torinese di domenica le fatiche saranno ben più pesanti da sopportare nel mezzo delle polemiche sui comportamenti sessuali di alcuni sacerdoti e vescovi. Insomma, per i due amici, che si incontravano ogni estate a Monaco, le prossime settimane saranno molto impegnative. A differenza dello scorso anno, quando Ratzinger trascorse la villeggiatura in val d' Aosta, quest' anno il Papa ha scelto di riposare altrove. Le occasioni di incontro, dunque, saranno più rare. Ma ci saranno. Ovviamente saranno incontri riservati, di quelli che non si raccontano ai giornali come impone il ruolo di un Papa. Ghiberti è molto rispettoso e riservato: «Preferisco raccontare poco, soprattutto in questa vigilia, perché non si pensi che voglia vantarmi di una frequentazione che per me è molto importante e dalla quale ho imparato moltissimo. Soprattutto ho apprezzato la capacità di Ratzinger di avvicinarsi alla Bibbia in modo originale e profondo. La ricerca scientifica sulle fonti bibliche e la fede, per lui, non sono mai in antitesi».

© Copyright Repubblica (Torino), 30 aprile 2010


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+PetaloNero+
00domenica 9 maggio 2010 00:42
Da Petrus

‘Clericus Cup’, neocatecumenale come Totti con Balotelli: scalcia l’avversario da dietro e viene espulso. Sul campo scoppia il parapiglia, l’arbitro costretto alle maniere forti

CITTA’ DEL VATICANO - Ci mancava anche questa. Mentre i tifosi della Roma testimoniano la loro solidarieta' a Francesco Totti presentandosi vestiti con la maglia giallorossa numero 10 sugli spalti dell'Olimpico contro il Cagliari, in Vaticano c'e' chi segue il cattivo esempio dato dall'uomo-simbolo della squadra della capitale. Succede, infatti, che in una delle partite dei quarti della ‘Clericus Cup’ (torneo pontificio riservato a sacerdoti e seminaristi), quella fra i campioni in carica della ‘Redemptoris Mater’ e l'Universita' Gregoriana, ci siano scintille per un gol fantasma (quello del 3-2 decisivo) segnato da don Tisato, ex giocatore delle giovanili del Chievo, con una furbata che fa arrabbiare e provoca una reazione scomposta fra gli avversari. Al punto che un difensore dei gregoriani, il tedesco Matias Kugler, perde la testa e, alla ripresa del gioco, commette un fallo uguale a quello di Totti su Balotelli, con calcione da dietro, nei confronti dell'avversario neo-catecumenale don Piermarini, che poco prima si era procurato la punizione dal limite (dubbia) da cui era poi scaturita la rete contestata. La partita era andata avanti tranquilla fino al 2-1 per la ‘Redemptoris Mater’, poi pero' un mani in area neo-catecumenale aveva regalato il pareggio alla Gregoriana con un rigore trasformato da Rutigliano, un frate cappuccino di Bari. Quindi il 'giallo' dell'atto sicuramente poco ecumenico che decide questa sfida: Piermarini viene atterrato sulla lunetta dell'area, l'arbitro fischia la punizione tra l'insorgere delle proteste degli avversari, che circondano il direttore di gara, decisi a non offrire l'altra guancia. Nel frattempo arriva dalle retrovie Tisato, che prende il pallone, spostandolo dal punto di battuta, e indisturbato calcia in rete a porta vuota. Convalida del gol da parte della terna e via alle proteste gregoriane. Il capitano dei gregoriani Crnjak si leva la fascia, la maglia e lascia il campo. L'allenatore Ranieri viene espulso. Alla ripresa del gioco, dopo molti minuti, alla prima azione di gioco, Kugler 'maltratta' Piermarini come Totti su Balotelli: rosso diretto per il difensore e partita chiusa. Passa il ‘Red Mat’, con meta' degli studenti-calciatori della Gregoriana assenti nel terzo tempo di preghiera. ''Noi preghiamo un altro Dio'', hanno detto per spiegare il rifiuto di ringraziare l'Altissimo. Preghiere e 'raccomandazioni' ci sono state invece al termine dell'altro quarto di finale che ha promosso per la prima volta alle semifinali il Pontificio Collegio Brasiliano, vincitore per 1-0 sulla ‘Mater Ecclesiae’.

+PetaloNero+
00martedì 1 giugno 2010 15:50
Clericus Cup: ancora una vittoria del "Redemptoris Mater". Premiate le stelle d'Africa



Il “Redemptoris Mater” ha conquistato per il secondo anno consecutivo - e la terza volta in quattro anni - la “Clericus Cup”, anteprima calcistica “mondiale” per seminaristi e sacerdoti. Sull’erba sintetica del Pontificio oratorio di San Pietro a Roma, nella finale di sabato scorso, il “Redemptoris Mater” (il seminario diocesano missionario internazionale che raccoglie le vocazioni del Cammino neocatecumenale) ha sconfitto uno a zero i “North American Martyrs”. A decidere il match, sul campo del Pontificio Oratorio di San Pietro, e' stato Davide Tisato, capitano e difensore centrale del Redemptoris Mater. Il 26.enne veronese, che ha scelto la strada della vocazione e il seminario piuttosto che le giovanili del Chievo, ha realizzato il gol partita quando mancavano una manciata di minuti al termine: sugli sviluppi di un calcio d'angolo si e' inserito e, al volo di sinistro, ha battuto il portiere dei North American Martyrs. ''E' una gioia immensa aver vinto per la terza volta davanti alla mia famiglia che e' scesa da Verona - le sue parole a fine incontro - Abbiamo centrato il 'triplete'? E' vero, ma noi preferiamo dire che abbiamo vinto tre titoli come la Trinità'', ha detto. L'edizione di quest'anno della Clericus è stata caratterizzata anche dalla premiazione di due “promesse” del calcio d’Africa: si tratta del ghanese Anthony Naah, capocannoniere del torneo con 10 reti, e del portiere camerunense Alphonse Omgba, battuto solo quattro volte. Gli organizzatori della “Clericus Cup” sottolineano che il torneo non ha solo un valore sportivo. “Speriamo – hanno detto all'agenzia Misna - che anche i Mondiali sudafricani favoriscano una presa di coscienza del valore educativo dello sport, uno strumento di dialogo tra i popoli”. Dal 20 febbraio alla “Clericus Cup” hanno partecipato seminaristi e sacerdoti iscritti ai collegi pontifici romani. Nel torneo erano rappresentati 52 Paesi, molti dei quali africani e del Sud del mondo. (R.P.)
Paparatzifan
00martedì 15 giugno 2010 13:11
Dal blog di Lella...

El Papa más íntimo

Trabajador incansable, su actividad tranquila pero continua le permite despachar miles de asuntos a la semana

JUAN VICENTE

BOO / ROMA

El más importante inquilino del Vaticano es también el más metódico y, paradójicamente, uno de los más tímidos de la Santa Sede. Eso sí, el hombre más visto del planeta -un millón de personas tan sólo el mes pasado en Portugal- se asoma con puntualidad germánica al mediodía de cada domingo a la ventana más famosa del mundo. Quien mire hacia esa ventana desde la plaza de San Pedro la notará ligeramente entreabierta la mayor parte del día. Mientras no llegue el calor, el Papa prefiere trabajar con la habitación bien aireada, de modo que al menos la brisa alivie un poco su forzado encierro. Los últimos meses han sido duros, y el oxígeno se agradece de verdad.
La jornada de Benedicto XVI es absolutamente regular. Desde que los médicos le aconsejaron descanso, el Papa ya no se levanta a las cinco y media de la madrugada sino algo después de las seis, de modo que puede empezar a las siete un rato de oración en la capilla, justo antes de la misa que celebra a las siete y media.
La meditación ante el sagrario es el primer encuentro de una pequeña «familia» que comparte cada día algunos ratos breves de plegaria y trabajo. Las cuatro mujeres que se ocupan de administrar y gestionar el apartamento pontificio –Carmela, Emanuela, Loredana y Cristina-, el ayudante de cámara, Paoletto, y los dos secretarios privados –don Georg y don Alfred- inician el día rezando con el Papa y asistiendo a su misa.

Cartas, prensa y audiencias

El desayuno es frugal y típicamente italiano: café con leche, zumo de naranja, un «cornetto» y algo de fruta. En un abrir y cerrar de ojos, el Papa está ya trabajando en su estudio privado: la segunda ventana de la derecha en el piso más alto del Palacio apostólico, la misma a la que se asoma para rezar el Ángelus. La última ventana, la de la esquina, es la de su habitación, y está habitualmente cerrada.

A primera hora de cada día, su secretario personal, Georg Gaenswein, le pasa la abundante correspondencia y la reseña de prensa. Después sigue un rato de trabajo con expedientes más voluminosos hasta que llega la hora de las audiencias. Un poco antes de las once, el Papa baja a la biblioteca del segundo piso para recibir a jefes de Estado, obispos en visita quinquenal y jefes de los dicasterios vaticanos. Con mucha frecuencia, la mañana incluye una audiencia a grupos numerosos, que suele celebrarse en la Sala Clementina.
La mañana de los miércoles, en cambio, se dedica a la audiencia general, que tiene lugar en la plaza de San Pedro la mayor parte del año pues suelen participar más de diez mil personas. Tan sólo en los meses más gélidos del invierno y en los más tórridos del verano la audiencia general se traslada al Aula Pablo VI que, en todo caso, puede acoger a unas siete mil personas. Cuando el número de peregrinos es superior, el Papa hace dos etapas: una primera en la basílica de San Pedro con parte de los visitantes, y una segunda en el Aula Pablo VI.

Joseph Ratzinger ha tenido siempre una constitución física ligera, y la comida, a la una y media de la tarde, mantiene el mismo tono frugal del desayuno y la cena. A diferencia de Juan Pablo II, que disfrutaba con la conversación y los invitados, Benedicto XVI considera el almuerzo como un rato de descanso tranquilo: pocas palabras y poca comida, en veinte minutos como máximo.
Los treinta años pasados en Roma se notan también en la mesa. Dominan las especialidades italianas -sobre todo sopas y platos muy ligeros- aunque de vez en cuando se dejan ver las salchichas blancas de Munich y, por supuesto, el «appelstrudel» con un poco de canela, uvas pasas y miel. Desde hace tiempo, Joseph Ratzinger sólo bebe vino por alguna obligación de cortesía. Prefiere sencillamente el agua, la naranjada o la limonada.
El Papa que fue profesor universitario durante 25 años sigue siendo un intelectual: le encanta leer y escribir, pero no le gusta el deporte. Durante la mayor parte de su vida se ha limitado a caminar y a subir escaleras en lugar de utilizar el ascensor. Ese pequeño esfuerzo era suficiente para evitar las grasas inútiles y para mantenerle en forma. De hecho, a los 83 años, el Papa continúa caminando rápido y con un paso seguro que le envidian muchos de sus coetáneos.

Pero la tensión del cargo requiere un poco más de ejercicio y un poco más de aire libre. Como no le gusta la bicicleta estática de la sala contigua a su habitación, los médicos lograron imponerle un corto paseo diario a eso de las tres de la tarde. El doctor Patrizio Polisca, cardiólogo, especialista en anestesia y reanimación, mantiene la disciplina férrea. Al terminar la comida, el Papa descansa media hora en un sillón y luego sale a rezar el Rosario por los Jardines Vaticanos junto con don Georg y don Alfred. Normalmente suben en coche hasta lo alto de la colina y allí caminan por la zona de la Gruta de Lourdes, cerca del helipuerto. En invierno se protegen con chaquetones y gorras: lo importante es no quedarse en casa.

Un hombre reservado

El trabajo de la tarde es más tranquilo y aunque el Papa recibe visitas de los colaboradores más directos como el secretario de Estado, Tarcisio Bertone, o el vicesecretario, Fernando Filoni, la mayor parte de las horas están dedicadas a estudiar expedientes y a escribir.
Benedicto XVI estudia con todo detalle los gruesos expedientes que se preparan para la selección de obispos, pues considera esos nombramientos como una de sus responsabilidades más importantes. Se trata de hacer una reforma de la Iglesia cambiando a personas de modo paulatino y discreto. O a veces de modo rápido, como en el caso de Irlanda, donde la pésima gestión de los abusos sexuales ha traído consigo la dimisión de cinco obispos.
El secretario personal del Papa, Georg Gaenswein, insiste en que Benedicto XVI trabaja prácticamente todo el día y con gran intensidad aunque sin trepidación. Es una actividad tranquila pero continua, que permite despachar cada semana millares de asuntos y deja tiempo para escribir documentos más largos como las tres encíclicas o los documentos post-sinodales, de los que se espera pronto el dedicado a la Sagrada Escritura.
Hace un par de meses el Papa terminó de escribir lo que, según dijo, será su último libro. Se trata del segundo volumen de «Jesús de Nazaret», que está siendo traducido a los principales idiomas para hacer una presentación simultánea a principios del verano.
Benedicto XVI es muy reservado e incluso tímido. No le gusta hablar de sí mismo y a duras penas habla de sus proyectos. La noticia de que había terminado de escribir «Jesús de Nazaret» se la dio a un colega y amigo judío, Jacob Neusner, cuya obra «Un rabino habla con Jesús» había citado para explicar uno de los puntos esenciales del primer volumen. A Neusner le alegró mucho que el Papa hubiese conseguido terminar el libro, pero ha protestado contra la decisión de no escribir ya otros pues un intelectual no debe renunciar nunca a seguir produciendo piezas de envergadura.

Escribe con pluma

Mientras sus ayudantes utilizan ordenadores, Ratzinger continúa escribiendo con una pluma estilográfica, casi siempre de tipo «Mont Blanc». Su letra es pequeña, pero las ideas fluyen claras, por lo que apenas hacen falta correcciones posteriores. El Papa escribe personalmente muchos de sus discursos, y la diferencia se nota a la legua. Sus textos son vivos, interesantes, construidos con frases cortas y afirmaciones claras por contraste con el aire cansino, el tono ambiguo y la construcción enrevesada de muchos textos preparados por la Curia. Lo que los vaticanistas llaman «un Ratzinger DOC» es como el vino bueno de denominación de origen controlada, según las siglas italianas. El discurso de la audiencia general del 2 de junio sobre Tomás de Aquino –uno de sus teólogos de referencia- es uno de los ejemplos más recientes.
En la casa del Papa se c ena a las siete y media de la tarde, lo cual permite ver el telediario de las ocho, ya sea el de la RAI o el de alguna cadena internacional. Igual que su predecesor, Benedicto XVI dedica mucho tiempo a intentar entender lo que sucede en Italia, pues además de ser obispo de Roma mantiene una relación especial con el episcopado italiano, del que procede buena parte de la Curia vaticana, cuya internacionalidad ha retrocedido en los últimos años.
Después de las noticias viene un rato de lectura, de trabajo o, si es posible, de piano, una de sus aficiones favoritas. Mozart y Beethoven se adueñan del apartamento pontificio y todo el mundo lo disfruta porque saben que el Papa descansa. A Benedicto XVI le alegran mucho las visitas de su hermano Georg, también sacerdote y gran musicólogo, jubilado hace ya tiempo, que vive de modo muy discreto en Regensburg. Como Georg tiene problemas de corazón y de vista, el Papa ha decidido pasar todo el verano en Castelgandolfo en lugar de ir a la casa de los Alpes: así pueden disfrutar las vacaciones juntos.
Georg Gaenswein, un individuo atlético y apuesto de 54 años de edad, ha revelado el sabio consejo recibido de su predecesor, Stanislaw Dziwisz, secretario privado de Karol Wojtyla durante casi cuarenta años: «El Papa no debe sentirse nunca ahogado por nada ni por nadie. Cómo conseguirlo es algo que tendrás que descubrir por ti mismo». Al cabo de cinco años está claro que don Georg ha conseguido cumplir la misión.

www.abc.es/20100613/sociedad/papa-benedicto-201006130110.html


Paparatzifan
00mercoledì 16 giugno 2010 11:29
Dal blog di Lella...

ALTA SOCIETA'

Carlo Rossella

Ottime e fresche le sogliole da Roberto al Passetto di Borgo, a Borgo Pio. La trattoria è chiusa il martedì sera. Ma a volte le luci sono accese. Qualcuno è sceso dai Sacri Palazzi per ritrovare, in segreto, i sapori della sua cucina preferita. Gaudium Magnum

© Copyright Il Foglio, 15 giugno 2010



Te lo meriti, papino! [SM=g1782469] [SM=g1782471] [SM=g7430]

Paparatzifan
00mercoledì 16 giugno 2010 11:31
Dal blog di Lella...

Papa Benedetto XVI e il giallo delle sogliole gustate a mezzanotte

di Redazione

Certo non è facile immaginarsi un Papa che sgattaiola fuori dalle mura della Santa Sede per andare a papparsi delle sogliole, ma tant’è.
Un sorprendente Carlo Rossella scriveva ieri sul Foglio, nella sua rubrica «Alta società», che quando il martedì sera, nonostante sia giorno di chiusura, le luci all’interno del ristorante Al Passetto di Borgo sono accese, significa che dentro c’è il più illustre possibile tra gli ospiti.
«Qualcuno è sceso dai Sacri Palazzi - scrive Rossella - per ritrovare, in segreto, i sapori della sua cucina preferita».
Che in effetti Benedetto XVI, prima di essere nominato Papa, fosse un affezionato cliente di questo ristorantino a conduzione familiare a 200 metri da San Pietro lo affermano gli stessi proprietari, che sul sito internet del locale scrivono: «Nei suoi 26 anni di vita nel nostro quartiere, ci onorava della sua presenza il Pontefice Benedetto XVI».

© Copyright Il Giornale, 16 giugno 2010


Paparatzifan
00mercoledì 16 giugno 2010 18:25
Dal blog di Lella...

Il Papa ha approfittato della partita dell'Italia per andare a mangiare sogliole al ristorante?

Una notizia, smentita dal Vaticano, ma con qualche mezza conferma nel quartiere, racconta di una 'scappatella di Ratzinger a magiare le sogliole al 'Passetto' sfruttando il vuoto creato dagli azzurri in tv

Città del Vaticano, 16 giugno 2010

Mentre tutta Italia era impegnata a guardare alla tv la nazionale italiana che debuttava ai mondiali del Sudafrica, lunedì sera, il Papa avrebbe fatto una ‘scappatella’ per una cena a base di sogliole al ristorante ‘Al passetto’, nel quartiere di Borgo, a due passi dalle mura del Vaticano.
A suggerirlo è stato dapprima Carlo Rossella sul ‘Foglio’ e, oggi, la notizia viene rilanciata in un breve articolo di cronaca dal ‘Giornale’. Il proprietario del ristorante nega, la sala stampa vaticana non ne sa nulla, e la notizia trova solo un’imprecisa conferma nel quartiere.
Di certo c’è solo che l’idea di un Pontefice che approfitta del vuoto creato da ventuno milioni di italiani attaccati al televisore per andare al ristorante è suggestiva. E che, al ‘Passetto’, Ratzinger andava a cena all’epoca in cui era prefetto della congregazione per la Dottrina della fede. Niente sogliole, assicurano, preferiva un piatto di spaghetti alla carbonara.
Fonti vaticane smentiscono, ma un cameriere del locale aveva questa mattina azzardato una parziale ammissione. Poco dopo, pero', anche il proprietario ha smentito la notizia.

quotidianonet.ilsole24ore.com/cronaca/2010/06/16/346074-papa_approfittato_della_partita_dell_italia_andare_mangia...


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