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Viaggio apostolico in Germania...

Ultimo Aggiornamento: 27/09/2011 20:28
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24/09/2011 09:46
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Il sole sopra la Germania

Si può già estendere all'intero viaggio l'indovinata immagine del sole sopra Berlino scelta dalla "Frankfurter Allgemeine Zeitung" per intitolare un commento al magistrale discorso di Benedetto XVI, che con una scelta intelligente e giornalisticamente perfetta l'autorevole quotidiano tedesco ha pubblicato per intero. Non solo e non tanto per il bellissimo tempo fresco e soleggiato che sta accompagnando la visita, quanto per la sua importanza nei diversi momenti. Il sole dunque splende sulla Germania, dove Joseph Ratzinger è tornato per la terza volta da quando è stato eletto Papa, a incontrare la gente e parlare di Dio, come ha subito spiegato.
Nella tradizione cristiana la luce solare significa anche quella divina che illumina il mondo, e proprio della luce di Dio ha scelto di parlare il vescovo di Roma incontrando a Erfurt - proprio nel luogo dove il giovane Lutero studiò teologia - i rappresentanti evangelici, accolto con cordialità. Ed è naturalmente la questione su Dio, centrale nel pensiero e nel tormento del giovane monaco agostiniano, che sta soprattutto a cuore a Benedetto XVI. Chi se ne preoccupa, anche tra i cristiani? Chi prende sul serio le proprie mancanze e la realtà del male? Ripensare "la causa di Cristo" cara a Lutero, e dunque la fede, è l'impegno ecumenico principale oggi, in un mondo dove sempre più pesa l'assenza di Dio.
Proprio l'immagine della luce è utilizzata dal Papa per descrivere il progressivo allontanarsi del mondo da Dio: all'inizio i suoi riflessi lo illuminano ancora, ma poi sempre di più l'uomo finisce per perdere la sua vita. Ecco perché bisogna superare l'errore del passato di enfatizzare quanto divide i cristiani e insistere invece su quanto - ed è già molto - li unisce: la fede nel Dio trinitario rivelato da Cristo e la sua testimonianza in un mondo che ne è assetato come se si inoltrasse sempre più in un deserto senz'acqua, come disse Benedetto XVI nell'omelia inaugurale del suo pontificato.
Questa testimonianza comune dei cristiani si deve riflettere - in società dove l'etica viene sostituita da calcoli unicamente utilitaristici - nella lotta per difendere "la dignità inviolabile dell'uomo, dal concepimento fino alla morte". In dialogo con le altre religioni, e in particolare con l'ebraismo e con l'islam, come il Papa ha ripetuto incontrandone alcuni rappresentanti. Con i musulmani e gli ebrei, infatti, i cristiani e i cattolici possono e devono collaborare, in società dove bisogna lottare insieme per assicurare la dimensione pubblica delle religioni e per creare attraverso la giustizia le condizioni per la pace: opus iustitiae pax, secondo l'espressione del profeta Isaia scelta come motto da Eugenio Pacelli.
In un tempo di inquietudine e qualunquismo e in circostanze che non di rado schiacciano come in un torchio, quanti vivono nella gioia della Chiesa, che è il dono più bello di Dio, devono lasciarsi trasformare misteriosamente nel vino dolce di Cristo. Offerto a tutti gli uomini con amicizia e con la ragione. L'uomo può oggi distruggere il mondo e per questo con la ragione bisogna ritrovare i fondamenti del diritto. Come ha spiegato al Parlamento di Berlino - ha scritto ancora suggestivamente la "Frankfurter Allgemeine Zeitung" - il pescatore di uomini venuto da Roma.

g. m. v.

(©L'Osservatore Romano 24 settembre 2011)


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"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
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PAPA: NON CAMBIA DOTTRINA SU SCISMA LUTERO MA CONTINUA DIALOGO

Salvatore Izzo

(AGI) - Erfurt, 23 set.

La dottrina cattolica sullo scisma di Martin Lutero, scomunica compresa, non cambia, anche se il Papa ha offerto oggi una lettura molto positiva della spiritualita' dell'ex monaco agostiniano che con la sua ribellione ha portato alla Riforma.
Benedetto XVI lo ha chiarito con parole inequivocabili nell'omelia della celebrazione ecumenica, definendo "un fraintendimento politico della fede e dell'ecumenismo" quello che ha portato i media e non solo ad ipotizzare, alla vigilia della visita di oggi a Erfurt, la citta' di Martin Lutero, "un dono ecumenico dell'ospite che si aspettava".
"Non c'e' bisogno - ha aggiunto testualmente - che io specifichi i doni menzionati in tale contesto".
"Quando un Capo di Stato visita un Paese amico, generalmente - ha ammesso il Papa teologo - precedono contatti tra le istanze, che preparano la stipulazione di uno o anche di piu' accordi tra i due Stati: nella ponderazione dei vantaggi e degli svantaggi si arriva al compromesso che, alla fine, appare vantaggioso per ambedue le parti, cosi' che poi il trattato puo' essere firmato. Ma - ha scandito - la fede dei cristiani non si basa su una ponderazione dei nostri vantaggi e svantaggi".

© Copyright (AGI)


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VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN GERMANIA (22-25 SETTEMBRE 2011), 22.09.2011

VESPRI MARIANI NELLA SPIANATA DELLA WALLFAHRTSKAPELLE DI ETZELSBACH

OMELIA DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle!

Di vero cuore vorrei salutare tutti voi che siete venuti qui, a Etzelsbach, per quest’ora di preghiera.

Fin dalla mia giovinezza ho sentito parlare tanto dell’Eichsfeld che ho pensato: devo vederlo una volta e pregare insieme con voi.

Ringrazio cordialmente il Vescovo Wanke, che già durante il volo mi ha presentato la vostra regione, e ringrazio i vostri portavoce e rappresentanti che mi hanno consegnato doni simbolici della vostra terra, e, al tempo stesso, hanno potuto darmi almeno un’idea della varietà di questa regione.

Così sono molto felice che si sia realizzato il mio desiderio di visitare l’Eichsfeld e di ringraziare, assieme con voi, la Vergine Maria qui a Etzelsbach. “Qui, nell’amata vallata tranquilla” - dice un canto di pellegrini - e “sotto i vecchi tigli”, Maria ci dona sicurezza e nuova forza. In due dittature empie, che hanno mirato a togliere agli uomini la loro fede tradizionale, la gente dell’Eichsfeld era sicura di trovare qui, nel santuario di Etzelsbach, una porta aperta e un luogo di pace interiore. L’amicizia particolare con Maria, amicizia che è cresciuta da tutto questo, la vogliamo continuare, anche con questa celebrazione dei Vespri mariani di oggi.

Quando i cristiani in tutti i tempi e in tutti i luoghi si rivolgono a Maria, si fanno guidare dalla certezza spontanea che Gesù non può rifiutare le richieste che gli presenta sua Madre; e si poggiano sulla fiducia incrollabile che Maria è al tempo stesso anche Madre nostra – una Madre che ha sperimentato la sofferenza più grande di tutte, che percepisce insieme con noi tutte le nostre difficoltà e pensa in modo materno al loro superamento. Quante persone nel corso dei secoli sono andate in pellegrinaggio a Maria per trovare davanti all’immagine dell’Addolorata – come qui ad Etzelsbach – consolazione e conforto!

Guardiamo la sua immagine! Una donna di mezza età con le palpebre appesantite dal molto pianto e al contempo lo sguardo trasognato rivolto lontano, come se stesse meditando nel suo cuore su tutto ciò che era accaduto. Sulle sue ginocchia riposa il corpo esanime del Figlio; Ella lo stringe delicatamente e con amore, come un dono prezioso. Sul corpo denudato del Figlio vediamo i segni della crocifissione. Il braccio sinistro del Crocifisso cade verticalmente verso il basso. Forse questa scultura della Pietà – come spesso si usava – era originariamente collocata sopra un altare. Così il Crocifisso rimanda con il suo braccio disteso a quanto accade sull’altare dove il santo sacrificio da Lui compiuto è reso presente nell’Eucaristia.

Una particolarità dell’immagine miracolosa di Etzelsbach è la posizione del Crocifisso. Nella maggior parte delle rappresentazioni della Pietà, Gesù morto giace con il capo verso sinistra. Così l’osservatore può vedere la ferita del costato del Crocifisso. Qui a Etzelsbach, invece, la ferita del costato è nascosta, perché la salma, appunto, è orientata verso l’altro lato. A me sembra che in tale rappresentazione si nasconda un profondo significato, che si svela solo ad un’attenta contemplazione: nell’immagine miracolosa di Etzelsbach i cuori di Gesù e di sua Madre sono rivolti l’uno verso l’altro; i cuori s’avvicinano l’uno all’altro. Si scambiano a vicenda il loro amore. Sappiamo che il cuore è anche l’organo della sensibilità più profonda per l’altro, come pure l’organo dell’intima compassione. Nel cuore di Maria c’è lo spazio per l’amore che il suo Figlio divino vuole donare al mondo.

La devozione mariana si concentra nella contemplazione del rapporto tra la Madre e il suo Figlio divino. I fedeli, nella preghiera, nella sofferenza, nel ringraziamento e nella gioia, hanno trovato sempre nuovi aspetti e titoli che possono meglio dischiudere a noi questo mistero, per esempio l’immagine del Cuore immacolato di Maria come simbolo dell’unità profonda e senza riserve con Cristo nell’amore. Non è l’autorealizzazione, il voler possedere e costruire se stessi, a compiere il vero sviluppo della persona, cosa che oggi viene proposta come modello della vita moderna, ma che facilmente si muta in una forma di egoismo raffinato. È piuttosto l’atteggiamento del dono di sé, la rinuncia a se stessi, che si orienta verso il cuore di Maria e con ciò anche verso il cuore di Cristo, come pure verso il prossimo, e solo in questo modo ci fa trovare noi stessi.

“Noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno” (Rm 8,28): è quanto abbiamo appena sentito nella lettura tratta dalla Lettera ai Romani. In Maria, Dio ha fatto concorrere tutto al bene e non cessa di far sì che, attraverso Maria, il bene si diffonda ulteriormente nel mondo. Dalla Croce, dal trono della grazia e della redenzione, Gesù ha dato agli uomini come Madre la propria Madre Maria. Nel momento del suo sacrificio per l’umanità, Egli rende Maria in certo modo mediatrice del flusso di grazia che deriva dalla Croce. Sotto la Croce, Maria diventa compagna e protettrice degli uomini nel loro cammino di vita. “Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata” (Lumen gentium, 62), così l’ha espresso il Concilio Vaticano II. Sì, nella vita noi attraversiamo alterne vicende, ma Maria intercede per noi presso il Figlio suo e ci aiuta a trovare la forza dell’amore divino del Figlio e ad aprirci ad esso.

La nostra fiducia nell’intercessione efficace della Madre di Dio e la nostra gratitudine per l’aiuto sempre nuovamente sperimentato portano in sé in qualche modo l’impulso a spingere la riflessione al di là delle necessità del momento.

Che cosa vuol dirci veramente Maria, quando ci salva da un pericolo? Vuole aiutarci a comprendere l’ampiezza e la profondità della nostra vocazione cristiana. Con delicatezza materna vuole farci capire che tutta la nostra vita deve essere una risposta all’amore ricco di misericordia del nostro Dio.

Come se dicesse a noi: comprendi che Dio, il quale è la fonte di ogni bene e non vuole nient’altro che la tua vera felicità, ha il diritto di esigere da te una vita che si abbandoni totalmente e con gioia alla sua volontà e si adoperi perché anche gli altri facciano altrettanto. “Dove c’è Dio, là c’è futuro”. In effetti: dove lasciamo che l’amore di Dio agisca totalmente sulla nostra vita e nella nostra vita, là è aperto il cielo. Là è possibile plasmare il presente così che corrisponda sempre di più alla Buona Novella del nostro Signore Gesù Cristo. Là le piccole cose della vita quotidiana hanno il loro senso e là i grandi problemi trovano la loro soluzione.

In questa certezza, preghiamo Maria, in questa certezza crediamo in Gesù Cristo nostro Signore e nostro Dio. Amen.

© Copyright 2011 - Libreria Editrice Vaticana


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Papa in Germania/ Nel santuario rifugio da "due empie dittature"

Luogo di "pace interiore" per gente della Turingia nella storia

Erfurt, 23 set. (TMNews)

Isola cattolica in un Land tedesco - la Turingia - che ha il 7,8% dei cattolici, Etzelsbach, dove il Papa ha questa sera presieduto i vespri con 90mila fedeli, rappresenta bene la "natura variegata" della regione, ha detto Benedetto XVI nella sua omelia: "Ora si realizza il mio desiderio di visitare l'Eichsfeld e di ringraziare, assieme con voi, la Vergine Maria qui a Etzelsbach. 'Qui, nell'amata vallata tranquilla' - come dice un canto di pellegrini - e 'sotto i vecchi tigli', Maria ci dona sicurezza e nuova forza. In due dittature empie - ha detto Ratzinger in riferimento al nazismo e al comunismo dell'ex Ddr - che hanno mirato a togliere agli uomini la loro fede tradizionale, la gente dell'Eichsfeld era sicura di trovare qui, nel santuario di Etzelsbach, una porta aperta e un luogo di pace interiore".

© Copyright TMNews


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PAPA: PRESIDENTE CONSIGLIO EVANGELICI,HA QUASI RIABILITATO LUTERO

Salvatore Izzo

(AGI) - Erfurt, 23 set.

"Magari non ci sara' stata una riabilitazione vera e propria. Ma nelle parole del Papa c'e' stata una rivalutazione morale sulla persona di Martin Lutero".
Lo afferma il pastore Nikolaus Schneider, presidente del Consiglio della Chiesa Evangelica, in una conferenza stampa tenuta a Erfurt insieme al cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per l'unione dei cristiani, a margine della visita compiuta oggi dal Papa nella citta' di Martin Lutero.
Al pastore Schneider che auspicava un ulteriore passo in avanti dicendo che "sarebbe bello adesso avere anche una rivalutazione della sua teologia", il cardinale Koch ha risposto pero', alludendo alla distanza che resta tra le due chiese ad esempio sui temi dell'etica sessuale e della bioetica, che "questa non e' una strada a senso unico, i luterani debbono vedere dove sono adesso".

© Copyright (AGI)

PAPA: BOTTA E RISPOSTA EVANGELICI-S.SEDE SULLE COPPIE MISTE

Salvatore Izzo

(AGI) - Erfurt, 23 set.

Botta e risposta sul tema della comunione alle coppie miste - molto sentito in Germania dove cattolici e luterani si equivalgono numericamente - tra il presidente del Consiglio della Chiesa Evangelica, pastore Nikolaus Schneider, e il presidente del Pontificio Consiglio per l'unita' dei cristiani, cardinale Kurt Koch, a margine della visita papale a Erfurt. Il pastore Schneider ha ricordato che "moltissime coppie da tanto tempo anelano la possibilita' di comunicarsi insieme". Il cardinale Koch ha risposto "che prima ci sono temi piu' teologici da risolvere, a cominciare dalle questioni etiche sulla vita" e "anche questi sono urgenti". Schneider allora ha replicato: "Saranno pure importanti le materie teologiche, ma i desideri e la vita concreta delle famiglie e delle coppie sono piu' importanti delle teorie".

© Copyright (AGI)


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ECUMENISMO: DOPO SERENITA' CON PAPA TRA ESPERTI AFFIORANO TENSIONI

(ASCA) - Erfurt, 23 set

Ne aveva gia' parlato il presidente tedesco Christian Wulff durante il discorso di benvenuto a papa Benedetto XVI nel castello di Bellevue; e che il tema stesse veramente a cuore ai tedeschi lo aveva spiegato all'ASCA il segretario generale dei laici cattolici, Stefan Vesper, alla vigilia dell'arrivo del pontefice. Si tratta della questione delle coppie miste cattolico-protestanti, che costituiscono quasi un terzo dei matrimoni nel Paese: malgrado i progressi degli ultimi decenni nel dialogo ecumenico, a causa della divisione tra le Chiese cristiane e del mancato riconoscimento reciproco, queste coppie non possono andare alla messa domenicale e fare la comunione assieme. Una divisione dolorosa che ha come conseguenza, ha spiegato Vesper, che molti finiscano alla fine per disertare del tutto le chiese. A riproporre la questione e' stato oggi il presidente del Consiglio della Chiesa evangelica tedesca, Nikolaus Schneider, nel suo discorso durante l'incontro con papa Benedetto XVI: ''Per noi tutti sarebbe una benedizione poter rendere loro possibile, in un tempo non troppo lontano, una comunione eucaristica libera, scevra da impedimenti''.
Una richiesta che e' stata al centro della conferenza stampa che i vertici delle due Chiese al termine dell'incontro con il papa, dove insieme a Schneider c'erano il presidente dei vescovi cattolici di Germania, mons. Robert Zollitsch, e il presidente del Pontificio consiglio per l'unita' dei cristiani, lo svizzero card. Kurt Koch.
E malgrado l'atmosfera calorosissima dell'incontro ecumenico della mattina con il papa, tra Koch e Schneider il botta-e-risposta e' stato a tratti aspro nei contenuti malgrado la grande cortesia dei toni.
Incalzato dai giornalisti, Schneider ha ribadito che la questione veniva sottoposta ai confratelli cattolici gia' da ''molto tempo'', e questo aveva provocato qualche ''irritazione'' da parte cattolica.
Immediata la risposta di Koch: prima ci sono ''temi piu' teologici da risolvere, a cominciare dalle questioni etiche sulla vita'', anch'esse ''urgenti'' ma sulle quali i protestanti sono spesso molto lontani dai cattolici. La risposta di Schneider e' stata decisa: ''Le questioni teologiche sono importanti, ma i desideri e la vita concreta dei credenti sono una categoria teologica non meno importante''.
Koch ha incalzato il suo 'collega' protestante anche sulla figura di Lutero, dopo che Schneider aveva chiesto alla Chiesa cattolica se la figura del monaco agostiniano di Erfurt, fosse ''concepibile'' per i cattolici ''come una sorta di cerniera tra le nostre Chiese, poiche' egli appartiene ad entrambe?''. In conferenza stampa, il presidente dei protestanti ha quindi affermato che, anche se non c'era stata una riabilitazione formale, Benedetto XVI aveva ''riabilitato nei fatti'' il padre della Riforma con le sue parole e la sua visita di oggi. Il 'ministro del dialogo ecumenico' del Vaticano ha pero' replicato sfidando il suo interlocutore a rispondere alla domanda se ''si vedono in rottura con il passato della Chiesa - una 'Chiesa della liberta', secondo l'espressione della Riforma - oppure in continuita''' con i 1500 anni precedenti la predicazione di Lutero. Schneider ha risposto a sua volta: la strada della ''purificazione della memoria'' e' una ''strada a doppio senso'' oppure ''non va da nessuna parte''.
Aperta anche la questione della celebrazione del 500.esimo anniversario della Riforma nel 2017: i protestanti vogliono farne una festa della fede e della ''forza del Vangelo'', aperta anche ai cattolici, e non una celebrazione della rottura dell'unita' cristiana. Ma entrambe le parti hanno avuto cura di sottolineare che e' ancora presto per parlare di un invito al papa per quell'evento.

© Copyright Asca


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PAPA: ARRIVA IN ELICOTTERO A ETZELSBACH; LOMBARDI, NON E' STANCO

Salvatore Izzo

(AGI) - Etzelsbach, 23 set.

Benedetto XVI e' arrivato in elicottero a Etzelsbach, localita' a 80 km da Erfurt dove ha reso omaggio questa mattina alla memoria di Martin Lutero, pur non arrivando a una sua completa riabilitazione. In un grande spiazzo dominato dal santuario mariano di Wallfahetskappelle, meta nel XVI secolo di pellegrinaggi a cavallo, il Pontefice tedesco e' atteso da una grande folla di pellegrini.
"Il Papa sta bene, e' molto in forma e sembra meno stanco di quanto io me lo sarei immaginato in un viaggio cosi' intenso", ha detto ai giornalisti il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, per il quale, accanto al successo indubbio che il Papa tedesco sta raccogliendo in patria va registrato anche il dato positivo "della sua capacita' di affrontare momenti cosi' impegnativi".

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COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE: INCONTRO DEL SANTO PADRE CON UN GRUPPO DI VITTIME DI ABUSI SESSUALI

Questa sera, nel Seminario di Erfurt, Benedetto XVI si è incontrato con un gruppo di vittime di abusi sessuali commessi da sacerdoti e impiegati ecclesiali. Successivamente ha salutato alcuni uomini e donne che si prendono cura di persone colpite da tali crimini.

Commosso e fortemente scosso dalla sofferenza delle vittime, il Santo Padre ha espresso la sua profonda compassione e il suo profondo rammarico per tutto ciò che è stato commesso nei loro confronti e delle loro famiglie. Ha assicurato i presenti che a quanti hanno responsabilità nella Chiesa sta molto a cuore affrontare accuratamente tutti i crimini di abuso ed essi si impegnano a promuovere misure efficaci per la tutela di bambini e giovani. Papa Benedetto XVI è vicino alle vittime e manifesta la propria speranza che Dio misericordioso, Creatore e Redentore di tutti gli uomini, voglia sanare le ferite delle persone abusate e donare loro pace interiore.

Dal Vaticano, il 23 settembre 2011

Bollettino Ufficiale Santa Sede


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PAPA: A ERFURT INCONTRO CON VITTIME ABUSI

Salvatore Izzo

(AGI) - Erfurt, 23 set.

"Questa sera, nel Seminario di Erfurt, Benedetto XVI si e' incontrato con un gruppo di vittime di abusi sessuali commessi da sacerdoti e impiegati ecclesiali. Successivamente ha salutato alcuni uomini e donne che si prendono cura di persone colpite da tali crimini". Ne ha dato notizia il portavoce della Santa Sede, padre Fedrico Lombardi.

© Copyright (AGI)

INCONTRO CON 5 VITTIME ABUSI E' DURATO 30 MINUTI

Salvatore Izzo

(AGI) - Erfurt, 23 set.

E' durato 30 minuti l'incontro con vittime di abusi sessuali commessi da sacerdoti. Erano cinque (tre uomini e due donne) e sono arrivate a Erfurt da tutta la Germania. "L'incontro - ha detto padre Lombardi - e' stato sereno e di reciproco ascolto". Era presente anche il vescovo di Treviri, monsignor Stephan Ackermann, incaricato nazionale per la questione degli abusi commessi da ecclesiastici. In un secondo momento sono stati presentato al Papa anche alcuni esperti che collaborano con il presule per la prevenzioen del fenomeno.

© Copyright (AGI)

PAPA: COMMOSSO E FORTEMENTE SCOSSO DA INCONTRO CON VITTIME ABUSI

(AGI) - Erfurt, 23 set.

Benedetto XVI e' apparso "commosso e fortemente scosso dalla sofferenza delle vittime" degli abusi sessuali compiuti da ecclesiastici in Germania, che ha incontrato questa sera nel seminario di Erfurt. Lo ha detto ilportavoce vaticano, padre Federico Lombardi riferendo ai giornalisti che "il Santo Padre ha espresso la sua profonda compassione e il suo profondo rammarico per tutto cio' che e' stato commesso nei loro confronti e delle loro famiglie".

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PAPA: ALLA CHIESA STA MOLTO A CUORE FARE GIUSTIZIA SU ABUSI

Salvatore Izzo

(AGI) - Erfurt, 23 set.

Benedetto XVI ha assicurato questa sera alle vittime di abusi compiuti da ecclesiastici e alle persone che li assistono o sono impegnate nella prevenzione del fenomeno il fatto "che a quanti hanno responsabilita' nella Chiesa sta molto a cuore affrontare accuratamente tutti i crimini di abuso ed essi si impegnano a promuovere misure efficaci per la tutela di bambini e giovani". Lo ha affermato il portavoce vatcano, padre Federico Lombardi subito dopo l'incontro di questa sera nel seminari di Erfurt. "Papa Benedetto XVI - ha aggiunto - e' vicino alle vittime e manifesta la propria speranza che Dio misericordioso, Creatore e Redentore di tutti gli uomini, voglia sanare le ferite delle persone abusate e donare loro pace interiore".

© Copyright (AGI)


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La svolta verde del Papa conquista Berlino

Discorso al Bundestag: indiscussa l’importanza dell’ecologia

GIACOMO GALEAZZI

INVIATO A BERLINO

Il Papa «verde» spiazza gli oppositori. Alla porta di Brandeburgo lo contestano le vittime degli abusi del clero e i movimenti gay, in Parlamento lo boicottano settori della sinistra «a difesa della laicità dello Stato» e la comunità ebraica gli rimprovera pubblicamente il processo di beatificazione di Pio XII, la preghiera di conversione del venerdì santo e il recupero dei lefebvriani, ma poi il Papa prende la parola nel tempio della democrazia tedesca e in mezz’ora riconquista la sua Germania e prende in contropiede soprattutto i Verdi che hanno disertato la storica visita al Bundestag.
«Non faccio propaganda per nessun partito, ma la comparsa in politica del movimento ecologico è un grido che anela all’aria fresca e che non si può ignorare né accantonare», riconosce Benedetto XVI. Come mai in precedenza il Papa elogia le sigle ambientaliste: «Persone giovani si sono rese conto che nei nostri rapporti con la natura c’è qualcosa che non va, che la materia non è soltanto un materiale per il nostro fare, che la terra stessa porta in sé la propria dignità e che quindi dobbiamo seguire le sue indicazioni».
Perciò - prosegue Ratzinger - «l’importanza dell’ecologia è ormai indiscussa» e «dobbiamo ascoltare il linguaggio della natura e rispondervi coerentemente». Al tempo stesso «esiste un’ecologia dell’uomo» e «anche l’uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere». L’uomo «non è soltanto una libertà che si crea da sé», sottolinea il Pontefice lanciando un appello contro le manipolazioni genetiche. L’uomo «non crea se stesso, egli è spirito e volontà, ma è anche natura e la sua volontà è giusta quando ascolta la natura, la rispetta e accetta se stesso per quello che è». Soltanto così, «si realizza la vera libertà umana».
Il complesso viaggio in un Paese «in cui la fede non è più scontata» comincia con parole di comprensione verso chi si allontana dalla Chiesa per gli scandali sessuali, con una premessa: «Spero di non essere frainteso o suscitare polemiche», una battuta autoironica («a 84 anni si può pensare ancora qualcosa di ragionevole») e un richiamo alla politica a respingere l’ingiustizia: «Nelle questioni fondamentali del diritto, nelle quali è in gioco la dignità dell’uomo e dell’umanità, il principio maggioritario non basta». E precisa: «La cultura dell’Europa è nata dall’incontro tra la fede nel Dio di Israele, la ragione filosofica dei Greci e il pensiero giuridico di Roma».
Dalla consapevolezza della responsabilità dell’uomo davanti a Dio e dal riconoscimento della dignità inviolabile di ogni uomo scaturiscono «i criteri del diritto che abbiamo il compito di difendere in questo momento storico». «Togli il diritto e lo stato diventa una grossa banda di briganti», ha quindi detto Ratzinger citando Sant’Agostino.
Contro gli abusi dei preti pedofili il Pontefice si impegna a «lavorare perché non si ripetano più». Oltre a continuare a promuovere occasioni di dialogo con gli ebrei, «noi cristiani dobbiamo arrenderci conto dell’affinità interiore con l’ebraismo».
Va riconosciuta la «grande vicinanza» tra i due monoteismi. «Per i cristiani non può esserci una frattura nell’evento salvifico: la salvezza viene dai Giudei». La libertà ha bisogno della religione: quella rivelata dal Dio amico degli uomini. E in società secolarizzate, dove si nega la dimensione trascendente, bisogna «essere insieme» agli altri cristiani e con loro testimoniare la fede comune nel Dio trinitario e nell’uomo creato a sua immagine. Come la religione ha bisogno della libertà, così anche la libertà ha bisogno della religione. In serata il Papa è andato a bordo della «papamobile» allo stadio Olimpico per la messa. «Cresce la disaffezione verso la Chiesa - ha detto il Pontefice - e chi si allontana è sempre più numeroso anche perché molti hanno idee erronee e lo sguardo fisso sulle cose negative, mentre rimanere in Cristo significa restare nella Chiesa».

© Copyright La Stampa, 23 settembre 2011


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PAPA: NAZISMO E COMUNISMO DITTATURE EMPIE E NEMICHE FEDE

Salvatore Izzo

(AGI) - Etzelsbach, 23 set.

"Due dittature empie - nazismo e comunismo - hanno mirato a togliere agli uomini la loro fede tradizionale". Lo ha ricordato oggi Benedetto XVI, approdato nei land della ex Ddr per incontrare "la gente dell’Eichsfeld che - ha detto nell'omelia dei vespri al santuario mariano di Etzelsbach - era sicura di trovare qui, nel santuario di Etzelsbach, una porta aperta e un luogo di pace interiore".
"L’amicizia particolare con Maria che è cresciuta da tutto questo - ha detto il Papa ai 90 mila fedeli presenti oggi - la vogliamo continuare, anche con la celebrazione dei Vespri mariani Quando i cristiani in tutti i tempi e in tutti i luoghi si rivolgono a Maria, si fanno guidare dalla certezza spontanea che Gesù non può rifiutare le richieste che gli presenta sua Madre".

© Copyright (AGI)

PAPA: AUTOREALIZZAZIONE NON E' VERO SVILUPPO DELLA PERSONA

Salvatore Izzo

(AGI) - Etzelsbach, 23 set.

"Non e'l'autorealizzazione a compiere il vero sviluppo della persona, cosa che oggi viene proposta come modello della vita moderna, ma che puo' facilmente mutarsi in una forma di egoismo raffinato". Lo ha affermato Benedetto XVI nell'omelia pronunciata davanti a 90 mila fedeli a Etzelsbach, santuario mariano dell'ex Ddr. "La nostra fiducia nell'intercessione efficace della Madre di Dio e la nostra gratitudine per l'aiuto sempre nuovamente sperimentato portano in se' - ha aggiunto - in qualche modo l'impulso a spingere la riflessione al di la' delle necessita' del momento.
Che cosa vuol dirci veramente Maria, quando ci salva dal pericolo?". "Vuole aiutarci a comprendere - ha spiegato il Papa teologo - l'ampiezza e la profondita' della nostra vocazione cristiana. Con delicatezza materna vuole farci capire che tutta la nostra vita deve essere una risposta all'amore ricco di misericordia del nostro Dio. Come se dicesse a noi: comprendi che Dio, il quale e' la fonte di ogni bene e non vuole nient'altro che la tua vera felicita', ha il diritto di esigere da te una vita che si abbandoni senza riserve e con gioia alla sua volonta' e si adoperi perche' anche gli altri facciano altrettanto".
Secondo Papa Ratzinger, e' vero che "Dove c'e' Dio, la' c'e' futuro", perche' "dove lasciamo che l'amore di Dio agisca totalmente sulla nostra vita, la' e' aperto il cielo. La' e' possibile plasmare il presente cosi' che corrisponda sempre di piu' alla Buona Novella del nostro Signore Gesu' Cristo. La' le piccole cose della vita quotidiana hanno il loro senso e la' i grandi problemi trovano la loro soluzione".

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PAPA: MARIA HA SPERIMENTATO DOLORE PIU' GRANDE, PERDERE FIGLIO =

Salvatore Izzo

(AGI) - Etzelsbach, 23 set. - "La Vergine Maria ha sperimentato la sofferenza piu' grande di tutte", cioe' la perdita di un figlio. Lo ha ricordato il Papa nell'omelia pronunciata questa sera sulla spiana tde santuario mariano di Etzelsbach, nei territori della ex Ddr, gremita da 90 mila fedeli. La Vergine, ha aggiunto, "percepisce insieme con noi tutte le nostre difficolta' e pensa in modo materno al loro superamento". "Quante persone - ha aggiunto - nel corso dei secoli sono andate in pellegrinaggio a Maria per trovare davanti all'immagine dell'Addolorata, come qui ad Etzelsbach, consolazione e conforto".
"Guardiamo la sua immagine - ha continuato il Papa descrivendo con voce commossa la statua lignea della Pieta' venerata nel santuario - una donna di mezza eta' con le palpebre appesantite dal molto pianto e al contempo lo sguardo trasognato rivolto lontano, come se stesse meditando nel suo cuore su tutto cio' che era accaduto. Sulle sue ginocchia riposa il corpo esanime del Figlio; Ella lo stringe delicatamente e con amore, come un dono prezioso. Sul corpo denudato del Figlio vediamo i segni della crocifissione. Il braccio sinistro del Crocifisso cade verticalmente verso il basso". "Una scultura della Pieta' che, come spesso si usava, era originariamente collocata sopra un altare". "Cosi' - ha spiegato Ratzinger ai fedeli - il Crocifisso rimanda con il suo braccio disteso a quanto accade sull'altare dove il santo sacrificio da Lui compiuto e' reso presente nell'Eucaristia".

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PAPA: ORGANIZZATORI, A ETZELSBACH CIRCA 90 MILA FEDELI

Salvatore Izzo

(AGI) - Etzelsbach, 23 set.

Sono circa 90 mila i fedeli presenti sulla spianata del santuario di Etzelsbach, nell'ex Ddr. Le adesioni all'invito dell'Episcopato tedesco - secondo il comitato organizzatore della visita - hanno superato le previsioni. Il dato di 90 mila presenze e' stato confermato dalla polizia locale di Etzelsbac. Gli organizzatori hanno calcolato le presenze sulla base dei settori della spianata che si sono gradualmente riempiti di folla oltre ogni ottimistica attesa.

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VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN GERMANIA (22-25 SETTEMBRE 2011), 22.09.2011

SANTA MESSA NELLA DOMPLATZ DI ERFURT

OMELIA DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle!

“Lodate il Signore in ogni tempo, perché è buono”: così abbiamo appena cantato prima del Vangelo.
Sì, abbiamo veramente motivo per ringraziare Dio con tutto il cuore. Se in questa città torniamo indietro col pensiero al 1981, l’anno giubilare di sant’Elisabetta, trent’anni fa, ai tempi della DDR – chi avrebbe immaginato che il muro e il filo spinato alle frontiere sarebbero caduti pochi anni dopo? E se andiamo ancora più indietro, di circa settant’anni fino al 1941, ai tempi del nazionalsocialismo – chi avrebbe potuto predire che il cosiddetto “Reich millenario” sarebbe stato ridotto in cenere già quattro anni dopo?
Cari fratelli e sorelle, qui in Turingia e nell’allora DDR avete dovuto sopportare una dittatura “bruna” [nazista] e una “rossa” [comunista], che per la fede cristiana avevano l’effetto che ha la pioggia acida.
Tante conseguenze tardive di quel tempo sono ancora da smaltire, soprattutto nell’ambito intellettuale e religioso. La maggioranza della gente in questa terra vive ormai lontana dalla fede in Cristo e dalla comunione della Chiesa. Gli ultimi due decenni, però, presentano anche esperienze positive: un orizzonte più ampio, uno scambio al di là delle frontiere, una fiduciosa certezza che Dio non ci abbandona e ci conduce per vie nuove.
“Dove c’è Dio, là c’è futuro”.
Noi tutti siamo convinti che la nuova libertà abbia aiutato a conferire alla vita degli uomini una dignità più grande e ad aprire molteplici nuove possibilità. Anche dal punto di vista della Chiesa possiamo sottolineare con gratitudine molte facilitazioni: nuove possibilità per le attività parrocchiali, la ristrutturazione e l’ampliamento di chiese e di centri parrocchiali, iniziative diocesane di carattere pastorale o culturale.

Ma queste possibilità ci hanno portato anche a crescita nella fede? Non bisogna forse cercare le radici profonde della fede e della vita cristiana in ben altro che non nella libertà sociale?

Molti cattolici risoluti sono rimasti fedeli a Cristo e alla Chiesa proprio nella difficile situazione di un’oppressione esteriore. Hanno accettato svantaggi personali pur di vivere la propria fede. Vorrei qui ringraziare i sacerdoti e i loro collaboratori e collaboratrici di quei tempi. In particolare, vorrei ricordare la pastorale dei rifugiati immediatamente dopo la seconda guerra mondiale: allora molti ecclesiastici e laici hanno compiuto grandi cose per attenuare la situazione penosa dei profughi e donare loro una nuova Patria.

Non da ultimo, un ringraziamento sincero va ai genitori che, in mezzo alla diaspora e in un ambiente politico ostile alla Chiesa, hanno educato i loro figli nella fede cattolica.
Meritano, ad esempio, di essere ricordate con gratitudine le Settimane Religiose per i bambini durante le vacanze, come anche il lavoro fruttuoso delle Case per la gioventù cattolica “Sankt Sebastian” a Erfurt e “Marcel Callo” a Heiligenstadt. Specialmente nell’Eichsfeld molti cristiani cattolici hanno resistito all’ideologia comunista. Voglia Dio ricompensare abbondantemente la perseveranza nella fede.

La testimonianza coraggiosa e la paziente fiducia nella provvidenza di Dio sono come un seme prezioso che promette un abbondante frutto per il futuro.
La presenza di Dio si manifesta in modo particolarmente chiaro nei suoi santi. La loro testimonianza di fede può darci anche oggi il coraggio per un nuovo risveglio. Pensiamo qui soprattutto ai santi Patroni della Diocesi di Erfurt: Elisabetta di Turingia, Bonifacio e Kilian.
Elisabetta venne da un Paese estero, dall’Ungheria, a Wartburg in Turingia. Condusse una vita intensa di preghiera, unita alla penitenza e alla povertà evangelica. Scendeva regolarmente dal suo castello nella città di Eisenach per curarvi di persona i poveri e i malati. La sua vita su questa terra durò poco – raggiunse soltanto l’età di ventiquattro anni –, ma il frutto della sua santità fu immenso. Sant’Elisabetta gode grande stima anche da parte dei cristiani evangelici; può aiutare tutti noi a scoprire la pienezza della fede tramandata e a tradurla nella nostra vita quotidiana.

Alle radici cristiane del nostro Paese rimanda anche la fondazione della Diocesi di Erfurt nell’anno 742 da parte di san Bonifacio. Questo evento costituisce, al contempo, la prima menzione documentata della città di Erfurt. Il Vescovo missionario era venuto dall’Inghilterra ed operò in stretto collegamento con il Successore di san Pietro. Lo veneriamo come “Apostolo della Germania”; morì martire. Due dei suoi compagni che condivisero con lui la testimonianza del sangue per la fede cristiana sono seppelliti qui, nel Duomo di Erfurt: sono i santi Eoban ed Adelar.
Già prima dei missionari anglosassoni ha operato in Turingia san Kilian, un missionario itinerante che proveniva dall’Irlanda. Insieme con due compagni egli morì martire a Würzburg, perché criticava il comportamento moralmente sbagliato del duca di Turingia lì residente. Infine, non vogliamo dimenticare san Severo, il Patrono della Severikirche qui nella Piazza del Duomo: nel quarto secolo, egli era Vescovo di Ravenna; nell’anno 836, le sue spoglie vennero portate a Erfurt, per radicare più profondamente la fede cristiana in questa regione.
Che cosa hanno in comune questi santi? Come possiamo descrivere e rendere fecondo per noi l’aspetto particolare della loro vita? Sì, i santi ci mostrano che è possibile e che è bene vivere in modo radicale il rapporto con Dio, mettere Dio al primo posto e non come una realtà tra le altre. I santi ci rendono evidente il fatto che Dio per primo si è rivolto verso di noi, in Gesù Cristo si è manifestato e si manifesta a noi. Cristo ci viene incontro, parla ad ognuno e lo invita a seguirLo.

Questa possibilità, i santi l’hanno valorizzata, si sono, per così dire, protesi dal loro intimo verso di Lui – nel continuo dialogo della preghiera – e da Lui hanno ricevuto la luce che dischiuse loro la vita vera.

La fede è sempre anche essenzialmente un credere insieme con gli altri. Il fatto di poter credere lo devo innanzitutto a Dio che si rivolge a me e, per così dire, “accende” la mia fede. Ma molto concretamente devo la mia fede anche a coloro che mi sono vicini e che hanno creduto prima di me e credono insieme con me. Questo “con”, senza il quale non può esserci alcuna fede personale, è la Chiesa.

E questa Chiesa non si ferma davanti alle frontiere dei Paesi, lo dimostrano le nazionalità dei santi da me menzionati poc’anzi: Ungheria, Inghilterra, Irlanda e Italia. Qui si evidenzia quanto sia importante lo scambio spirituale che si espande attraverso l’intera Chiesa universale. Se noi ci apriamo a tutta la fede in tutta la storia e nelle sue testimonianze in tutta la Chiesa, allora la fede cattolica ha un futuro anche come forza pubblica in Germania.

Al tempo stesso le figure dei santi che ho ricordato ci mostrano la grande fecondità di una vita santa, di questo amore radicale per Dio e per il prossimo. I santi, anche se sono soltanto pochi, cambiano il mondo.
Così i cambiamenti politici dell’anno 1989 nel vostro Paese non erano motivati soltanto dal desiderio di benessere e di libertà di movimento, ma, in modo decisivo, anche dal desiderio di veracità.

Questo desiderio venne tenuto desto, fra l’altro, da persone che stavano totalmente al servizio di Dio e del prossimo ed erano disposte a sacrificare la propria vita. Essi e i santi ricordati ci danno il coraggio di trarre profitto dalla nuova situazione. Non vogliamo nasconderci in una fede solamente privata, ma vogliamo gestire in modo responsabile la libertà raggiunta.
Come i santi Kilian, Bonifacio, Adelar, Eoban ed Elisabetta di Turingia vogliamo andare incontro ai nostri concittadini da cristiani ed invitarli a scoprire con noi la pienezza della Buona Novella. Allora assomiglieremo alla famosa campana del Duomo di Erfurt che porta il nome di “Gloriosa”. Essa è ritenuta la più grande campana medioevale del mondo ad oscillazione libera.
È un segno vivo del nostro profondo radicamento nella tradizione cristiana, ma anche un richiamo a metterci in cammino ed impegnarci nella missione. Suonerà anche oggi alla fine della Messa solenne. Possa allora stimolarci a rendere visibile ed udibile – secondo l’esempio dei santi – la testimonianza di Cristo nel mondo in cui viviamo.
Amen.

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Spari vicino alla messa del Papa in Germania, un ferito

Erfurt, 24 set. (TMNews) - Colpi d'arma da fuoco sono stati esplosi a Erfurt, la città della Turingia dove Papa Benedetto XVI sta officiando la messa, ai margini della celebrazione: lo riferisce il sito web del quotidiano Bild. Gli spari sono esplosi a un posto di blocco di sicurezza vicino al Duomo. Secondo le informazioni riferite dalla tv locale MDR Thüringen, un agente di polizia è stato lievemente ferito e il responsabile è già stato arrestato.
La polizia per ora ha solo confermato un incidente in una strada vicino al Duomo e secondo un portavoce la situazione ancora non è chiara come anche l'eventuale coinvolgimento di agenti di polizia.


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PAPA: MESSA PER 50 MILA FEDELI A ERFURT

Salvatore Izzo

(AGI) - Erfurt, 24 set.

Oltre 50 mila fedeli hanno accolto questa mattina Benedetto XVI alla Domplatz di Erfurt dove ora presiede una concelebrazione con i vescovi tedeschi. La messa e' in onore della Patrona della diocesi Santa Elisabetta.

© Copyright (AGI)

PAPA: A MESSA ERFURT LETTURA PROCLAMATA DA UN NON VEDENTE

Salvatore Izzo

(AGI) - Erfurt, 24 set. - Alla messa celebrata dal Papa e dai vescovi tedeschi nella Domplatz di Erfurt, una delle letture bibliche e' stata proclamata da un non vedente, che si e' servito di un'edizione del dizionario in braille.

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PAPA: NAZISMO E COMUNISMO HANNO TENTATO DI SRADICARE LA FEDE

Salvatore Izzo

(AGI) - Erfurt, 24 set.

"Cari fratelli e sorelle, qui in Turingia e nell'allora Ddr avete dovuto sopportare una dittatura bruna nazista e una rossa comunista, che per la fede cristiana avevano l'effetto che ha la pioggia acida". Benedetto XVI si e' rivolto con queste parole ai 50 mila fedeli che gremiscono la Domplatz di Erfurt. Papa Ratzinger ha poi voluto rendere omaggio all'eroismo di "molti cattolici risoluti che sono rimasti fedeli a Cristo e alla Chiesa proprio nella difficile situazione di un'oppressione esteriore". Essi, ha ricordato, "hanno accettato svantaggi personali pur di vivere la propria fede". In particolare, ha aggiunto, "nell'Eichsfeld molti cristiani cattolici hanno resistito all'ideologia comunista". "Vorrei qui ringraziare - ha elencato il Pontefice rivolto ai suoi connazionali - i sacerdoti e i loro collaboratori e collaboratrici di quei tempi". "Specialmente - ha continuato - vorrei ricordare la pastorale dei rifugiati immediatamente dopo la seconda guerra mondiale: allora molti ecclesiastici e laici hanno compiuto grandi cose per attenuare la situazione penosa dei profughi e donare loro una nuova Patria. Non da ultimo, un ringraziamento sincero va ai genitori che, in mezzo alla diaspora e in un ambiente politico ostile alla Chiesa, hanno educato i loro figli nella fede cattolica". Secondo il Papa, inoltre, "meritano di essere ricordate con gratitudine le Settimane Religiose per i bambini durante le vacanze, come anche il lavoro fruttuoso delle Case per la gioventu' cattolica Sankt Sebastian a Erfurt e Marcel Callo a Heiligenstadt". "Voglia Dio ricompensare abbondantemente - ha concluso - la perseveranza nella fede. La testimonianza coraggiosa e la paziente fiducia nella provvidenza di Dio sono come un seme prezioso che promette un abbondante frutto per il futuro".

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PAPA: SENZA MURO E FILO SPINATO IN EX DDR RIFIORISCE LA FEDE

Salvatore Izzo

(AGI) - Erfurt, 24 set.

"Tante conseguenze tardive di quel tempo sono ancora da smaltire, soprattutto nell'ambito intellettuale e religioso. La maggioranza della gente in questa terra vive ormai lontana dalla fede in Cristo e dalla comunione della Chiesa". Ma "ai tempi della Ddr, nessuno avrebbe immaginato che il muro e il filo spinato alle frontiere sarebbero caduti pochi anni dopo. E se andiamo ancora piu' indietro fino al 1941, ai tempi del nazionalsocialismo, nessuno avrebbe potuto predire che il cosiddetto 'Reich millenario' sarebbe stato ridotto in cenere gia' quattro anni dopo". Per questo, ha spiegato il Papa tedesco nell'omelia tenuta questa mattina nella Domplatz di Erfurt gremita da oltre 50 mila fedeli, "in questa citta' abbiamo veramente motivo per ringraziare Dio con tutto il cuore". Secondo Benedetto XVI, "gli ultimi due decenni presentano anche esperienze positive: un orizzonte piu' ampio, uno scambio al di la' delle frontiere, una fiduciosa certezza che Dio non ci abbandona e ci conduce per vie nuove. 'Dove c'e' Dio, la' c'e' futuro'". "Noi tutti siamo convinti - ha assicurato a nome dell'intera Chiesa Cattolica - che la nuova liberta' abbia aiutato a conferire alla vita degli uomini una dignita' piu' grande e ad aprire molteplici nuove possibilita'". In proposito, il Pontefice ha voluto "sottolineare con gratitudine molte facilitazioni: nuove possibilita' per le attivita' parrocchiali, la ristrutturazione e l'ampliamento di chiese e di centri parrocchiali, iniziative diocesane di carattere pastorale o culturale".

© Copyright (AGI)

PAPA: 1989 HA DIMOSTRATO CHE LIBERTA' E VERITA' VANNO INSIEME

Salvatore Izzo

(AGI) - Erfurt, 24 set.

La caduta del Muro di Berlino e la fine dell'ex Ddr e, in generale, "i cambiamenti politici dell'anno 1989 non erano motivati soltanto dal desiderio di benessere e di liberta' di movimento, ma, in modo decisivo, anche dal desiderio di veracita'". Ne e' convinto Benedetto XVI che ha affrontato questo tema a Erfurt, nella messa celebrata questa mattina alla Domplatz per oltre 50mila fedeli. "Questo desiderio - ha ricordato - venne tenuto desto, fra l'altro, da persone che stavano totalmente al servizio di Dio e del prossimo ed erano disposte a sacrificare la propria vita. Essi e i santi di queste terre ci danno il coraggio di trarre profitto dalla nuova situazione. Non vogliamo nasconderci in una fede solamente privata, ma vogliamo gestire in modo responsabile la liberta' raggiunta". Ed oggi, ha aggiunto, "bisogna cercare le radici profonde della fede e della vita cristiana in ben altro che non nella liberta' sociale" che si e' riusciti finalmente ad ottenere e che da sola non basta "a far crescere la fede". "La presenza di Dio - ha spiegato ancora il Papa teologo - si manifesta in modo particolarmente chiaro nei santi che ci mostrano che e' possibile e che e' bene vivere in modo radicale il rapporto con Dio, mettere Dio al primo posto e non come una realta' tra le altre". "I santi - ha concluso - ci rendono evidente il fatto che Dio per primo si e' rivolto verso di noi, in Gesu' Cristo si e' manifestato e si manifesta a noi".

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PAPA: DECOLLATO AEREO PER FRIBURGO, PONTEFICE SERENO

(AGI) Erfurt - Benedetto XVI e' ripartito da Erfurt con un volo dell'Aeronautica militare tedesca. L'atterraggio e' previsto alle 12,30 circa all'aeroporto di Lahr, che si trova a 50 chilometri da Friburgo, citta' che poi raggiungera' in auto.
All'aeroporto di Erfurt e' stato salutato dalla presidente della Turingia, Christine Lieberknecht, con la quale ha scambiato alcune parole e un grande sorriso. (Agi)


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Erfurt: uomo spara con arma ad aria compressa, arrestato. Padre Lombardi: "Nessuno si è accorto di nulla, episodio lontano dal Duomo"

Il gesto di uno squilibrato ha turbato, anche fortunatamente se senza gravi conseguenze, l’attesa della celebrazione eucaristica di questa mattina a Erfurt. Secondo quanto riferito dall’agenzia Ansa e altri organi di informazione, che cita fonti della Polizia tedesca, circa due ore prima dell’arrivo del Papa nella Piazza del Duomo, tra le 7 e le 8 di stamattina, un uomo ha cercato di ferire due agenti sparando da un edificio contro di loro alcuni colpi con un’arma ad aria compressa. La polizia di Erfurt ha smentito il ferimento degli agenti, ma non la notizia – riferisce ancora l’Ansa – che una collaboratrice del servizio di sicurezza avrebbe avvertito una sorta di “puntura alla gamba”, accorgendosi poi della presenza di un proiettile ad aria compressa. L’episodio è avvenuto a circa 400 metri della Domplatz, nei pressi di un centro commerciale. L’aggressore è stato arrestato dagli agenti e la perquisizione del suo appartamento ha portato al sequestro di due armi ad aria compressa.

Il Papa è stato informato dell’accaduto “al termine della Messa”, ha detto il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi. “Nel seguito papale nessuno si è accorto di quanto avvenuto”, sia perché l’episodio si è verificato ben prima che il Pontefice iniziasse a celebrare, sia per la lontananza dalla Piazza del Duomo.

© Copyright Radio Vaticana


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VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN GERMANIA (22-25 SETTEMBRE 2011), 22.09.2011

SALUTO ALLA CITTADINANZA NELLA MUENSTERPLATZ DI FREIBURG IM BREISGAU

SALUTO DEL SANTO PADRE

Cari amici,

con grande gioia vi saluto tutti e vi ringrazio per la cordiale accoglienza.
Dopo i begli incontri a Berlino ed Erfurt, sono lieto di essere ora anche con voi a Friburgo. Un grazie particolare va a S.E. Mons. Robert Zollitsch per il suo invito e il suo gentile indirizzo di benvenuto.
“Dove c’è Dio, là c’è futuro”, così suona il motto di questa Visita Pastorale.
Come Successore dell’Apostolo Pietro, al quale il Signore ha dato l’incarico di confermare i fratelli (cfr Lc 22,32), sono venuto volentieri anche da voi per pregare insieme con voi, per proclamare la parola di Dio e per celebrare l’Eucaristia.
Chiedo la vostra preghiera affinché questi giorni siano fruttuosi, affinché Dio confermi la nostra fede, rafforzi la nostra speranza e accresca il nostro amore. Che in questi giorni diventiamo di nuovo consapevoli di quanto Dio ci ami e di quanto Egli sia buono, così da mettere, con piena fiducia, noi stessi e tutto ciò che muove il nostro cuore ed è importante per noi nelle sue mani.
In Lui il nostro futuro è assicurato; Egli dona senso alla nostra vita e può condurla alla pienezza. Il Signore vi accompagni nella pace e vi renda messaggeri della gioia!

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Dopo la messa a Erfurt il Papa è giunto a Friburgo, ultima tappa del viaggio in Germania

La fede nel tempo della libertà

Il desiderio di libertà è una forza che abbatte i muri e il filo spinato, ma ha bisogno della verità per «conferire alla vita degli uomini una dignità più grande» e «aprire molteplici nuove possibilità». Prima di lasciare Erfurt alla volta di Friburgo, ultima tappa del suo terzo viaggio in Germania, il Papa ha celebrato la messa in piazza Duomo, proprio nel cuore della terra di Turingia, che ancora oggi — ha ricordato — sta scontando le drammatiche conseguenze provocate negli ultimi settant’anni dalla mancanza di libertà.
Per Benedetto XVI i nuovi orizzonti spalancati dai cambiamenti politici del 1989 in Germania hanno offerto alla società e alla Chiesa inedite occasioni di presenza e di impegno. Ma — si è chiesto — «non bisogna forse cercare le radici profonde della fede e della vita cristiana in ben altro che non nella libertà sociale?». La risposta, a giudizio del Pontefice, sta nell’esempio dei santi che hanno lasciato tracce profonde nella storia della nazione tedesca. «La loro testimonianza di fede — ha sottolineato — può darci anche oggi il coraggio per un nuovo risveglio». Essi infatti «ci mostrano che è possibile e che è bene vivere in modo radicale il rapporto con Dio», senza fermarsi dinanzi alle barriere e alle frontiere geografiche. «I santi, anche se sono soltanto pochi — ha affermato il Papa — cambiano il mondo».
Nasce da qui per il cristiano la consapevolezza che «non è l’autorealizzazione a compiere il vero sviluppo della persona», ma piuttosto «l’atteggiamento del dono di sé, la rinuncia a se stessi, che si orienta verso il cuore di Maria e con ciò anche verso il cuore di Gesù, come pure verso il prossimo». Benedetto XVI ne aveva già parlato durante i vespri mariani celebrati venerdì sera nella spianata di Etzelsbach, quando aveva ricordato che «tutta la nostra vita deve essere una risposta all’amore ricco di misericordia del nostro Dio». Infatti, «dove lasciamo che l’amore di Dio agisca totalmente sulla nostra vita e nella nostra vita — aveva assicurato — là è aperto il cielo» ed è possibile «plasmare il presente così che corrisponda sempre di più alla buona Novella del nostro Signore Gesù Cristo».

(©L'Osservatore Romano 25 settembre 2011)


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VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN GERMANIA (22-25 SETTEMBRE 2011), 22.09.2011

INCONTRO CON RAPPRESENTANTI DELLE CHIESE ORTODOSSE E ORTODOSSE ORIENTALI, NEL SEMINARIO ARCIVESCOVILE DI FREIBURG IM BREISAGU

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Eminenze, Eccellenze,
Venerati Rappresentanti delle Chiese ortodosse ed ortodosse orientali,

sono molto contento di ritrovarci oggi qui insieme. Ringrazio di cuore tutti Voi per la Vostra presenza e per la possibilità di questo scambio amichevole.
Ringrazio in particolare il Metropolita Augustinos per le sue parole piene di fiducia.
In questo contesto ripeto volentieri ciò che ho già detto altrove: fra le Chiese e le comunità cristiane, l’Ortodossia, teologicamente, è la più vicina a noi; cattolici ed ortodossi hanno entrambi la medesima struttura della Chiesa delle origini.
Così possiamo sperare che non sia troppo lontano il giorno in cui potremo di nuovo celebrare insieme l’Eucaristia (cfr Luce del Mondo. Un colloquio con Peter Seewald, pp. 129s).
Con interesse e simpatia la Chiesa cattolica segue lo sviluppo delle comunità ortodosse in Europa occidentale che hanno registrato una notevole crescita. Oggi, in Germania vivono circa un milione e seicentomila cristiani ortodossi ed ortodossi orientali. Essi sono diventati parte costitutiva della società, contribuendo a rendere più vivo il patrimonio delle culture cristiane e della fede cristiana in Europa.
Mi compiaccio dell’intensificazione della collaborazione pan ortodossa, che negli ultimi anni ha fatto progressi essenziali. La fondazione delle Conferenze Episcopali Ortodosse là dove le Chiese ortodosse sono in diaspora, è espressione delle salde relazioni all’interno dell’ortodossia. Sono contento che lo scorso anno anche in Germania si sia fatto tale passo. Le esperienze che si vivono in queste Conferenze Episcopali rafforzino l’unione tra le Chiese ortodosse e facciano progredire gli sforzi per un concilio pan-ortodosso.
Fin dal tempo in cui ero professore a Bonn e poi, in particolare, anche da Arcivescovo di Monaco e Frisinga, attraverso l’amicizia personale con rappresentanti delle Chiese ortodosse, ho potuto conoscere e apprezzare l’Ortodossia in modo sempre più profondo.
A quel tempo si è iniziato anche il lavoro della Commissione congiunta della Conferenza Episcopale Tedesca e della Chiesa ortodossa.
Da allora, con i suoi testi in merito a questioni pastorali e pratiche, essa promuove la comprensione reciproca e contribuisce a consolidare e sviluppare le relazioni cattolico-ortodosse in Germania.
Rimane altrettanto importante la continuazione del lavoro per chiarire le differenze teologiche, perché il loro superamento è indispensabile per il ristabilimento della piena unità, che auspichiamo e per la quale preghiamo.
È soprattutto sulla questione del primato che dobbiamo continuare gli sforzi nel confronto per la sua giusta comprensione. Qui le riflessioni circa il discernimento tra la natura e la forma dell’esercizio del primato come le ha fatte Papa Giovanni Paolo II nell’Enciclica Ut unum sint (n. 95), possono ancora darci fruttuosi impulsi.
Guardo con gratitudine anche al lavoro della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali. Sono contento, venerate Eminenze e venerati Rappresentanti delle Chiese ortodosse orientali, di incontrare con Voi i rappresentanti delle Chiese coinvolte in questo dialogo. I risultati ottenuti fanno crescere la comprensione gli uni degli altri e l’avvicinarsi gli uni agli altri.
Nell’attuale tendenza del nostro tempo, in cui non poche persone vogliono, per così dire, “liberare” la vita pubblica da Dio, le Chiese cristiane in Germania – tra le quali anche i cristiani ortodossi ed ortodossi orientali –, sulla base della fede nell’unico Dio e Padre di tutti gli uomini, camminano insieme sulla via di una testimonianza pacifica per la comprensione e per la comunione tra i popoli.
Facendo questo, non tralasciano di mettere il miracolo dell’incarnazione di Dio al centro dell’annuncio. Consapevoli che su questo miracolo si fonda ogni dignità della persona, si impegnano insieme per la protezione della vita umana dal suo concepimento fino alla sua morte naturale. La fede in Dio, il Creatore della vita, e il restare assolutamente fedeli alla dignità di ogni persona rafforzano i cristiani nell’opporsi con forza ad ogni intervento manipolatore e selettivo nei confronti della vita umana.
Inoltre, conoscendo il valore del matrimonio e della famiglia, in quanto cristiani ci sta molto a cuore, come cosa importante, proteggere l’integrità e la singolarità del matrimonio tra un uomo e una donna da ogni interpretazione sbagliata. Qui l’impegno comune dei cristiani, tra cui tanti fedeli ortodossi ed ortodossi orientali, dà un contributo prezioso per l’edificazione di una società che può avere un futuro, nella quale si porta il dovuto rispetto alla persona umana.
Rivolgiamo, infine, il nostro sguardo a Maria, la Hodegetria, la “guida del cammino”, che è venerata anche in Occidente col titolo “Nostra Signora del cammino”. La Santissima Trinità ha donato all’umanità Maria, la Vergine Madre, affinché Ella, con la sua intercessione, ci guidi attraverso i tempi e ci indichi il cammino verso il compimento. A Lei vogliamo affidarci e presentare la nostra richiesta di diventare, in Cristo, una comunità sempre più intimamente unita, a lode e gloria del Suo nome. Dio Vi benedica tutti!

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25/09/2011 11:01
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Papa in Germania/ Incontra cancelliere Kohl in seminario Friburgo

Friburgo, 24 set. (TMNews) - Il Papa ha incontrato a Friburgo Helmut Kohl, il cancelliere tedesco della Riunificazione tedesca. E' stato Benedetto XVI a chiedere l'incontro. Kohl, 81 anni, è costretto per condizioni di salute alla sedia a rotelle.
Il Papa ha ricevuto Kohl nel seminario di Friburgo assieme dal cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, dall'arcivescovo di Freiburg, mons. Robert Zollitsch, presidente della Conferenza episcopale tedesca, e dal nunzio apostolico in Germania, mons. Jean-Claude Perisset. Kohl era accompagnato dalla consorte.


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