Google+
È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 

Viaggio apostolico in Portogallo

Ultimo Aggiornamento: 17/06/2010 15:39
Autore
Stampa | Notifica email    
11/05/2010 16:24
OFFLINE
Post: 15.472
Post: 3.780
Registrato il: 22/08/2006
Registrato il: 20/01/2009
Utente Comunità
Utente Master
VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI IN PORTOGALLO NEL 10° ANNIVERSARIO DELLA BEATIFICAZIONE DI GIACINTA E FRANCESCO, PASTORELLI DI FÁTIMA (11-14 MAGGIO 2010) (I)


Ha inizio questa mattina il 15° Viaggio internazionale del Santo Padre Benedetto XVI, che lo porta in Portogallo in occasione del 10° anniversario della Beatificazione a Fátima dei Pastorelli Giacinta e Francesco.

L’aereo con a bordo il Santo Padre - un Airbus 320 dell’Alitalia - parte dall’aeroporto di Fiumicino (Roma) alle ore 8.50. L’arrivo all’aeroporto internazionale Portela di Lisboa è previsto per le ore 11.00 (12.00 ora di Roma).



TELEGRAMMI A CAPI DI STATO

Nel momento di lasciare il territorio italiano e nel sorvolare poi la Francia e la Spagna, il Santo Padre Benedetto XVI fa pervenire ai rispettivi Capi di Stato i seguenti messaggi telegrafici:

A SUA ECCELLENZA

ON. GIORGIO NAPOLITANO

PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

PALAZZO DEL QUIRINALE

00187 ROMA

NEL LASCIARE IL SUOLO ITALIANO PER RECARMI IN PORTOGALLO MI è CARO RIVOLGERE A LEI SIGNOR PRESIDENTE IL MIO DEFERENTE SALUTO E MENTRE MI ACCINGO AD INCONTRARE LA COMUNITÀ CATTOLICA LE AUTORITÀ E LA GENTE DI QUEL NOBILE PAESE COME PURE I PELLEGRINI SPECIALMENTE MALATI CHE DA TUTTO IL MONDO ACCORRONO AL SANTUARIO MARIANO DI FATIMA PER TROVARE LUCE E SPERANZA INVOCO LA BENEDIZIONE DEL SIGNORE SULL’INTERA NAZIONE ITALIANA IN PARTICOLARE SU QUANTI SOFFRONO NEL CORPO E NELLO SPIRITO.

BENEDICTUS PP XVI




SON EXCELLENCE MONSIEUR NICOLAS SARKOZY
PRÉSIDENT DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE
PARIS

ALORS QUE JE SURVOLE LE TERRITOIRE DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE ME RENDANT EN VOYAGE APOSTOLIQUE AU PORTUGAL JE SUIS HEUREUX DE SALUER VOTRE EXCELLENCE ET DE LUI EXPRIMER MES SOUHAITS DÉFÉRENTS POUR SA PERSONNE ET POUR SES COMPATRIOTES(.) SUR TOUS LES HABITANTS DE LA FRANCE J’INVOQUE DE GRAND CŒUR L’ABONDANCE DES BÉNÉDICTIONS DU SEIGNEUR.

BENEDICTUS PP. XVI




A SU MAJESTAD JUAN CARLOS I, REY DE ESPAÑA
PALACIO DE LA ZARZUELA
MADRID

AL SOBREVOLAR EL TERRITORIO ESPAÑOL PARA DAR COMIENZO A MI VISITA PASTORAL A PORTUGAL ME ES GRATO ENVIAR UN CORDIAL SALUDO A VUESTRA MAJESTAD Y A LA REINA REITERANDO MI CERCANÍA Y AFECTO POR EL PUEBLO ESPAÑOL PARA EL QUE IMPLORO AL TODOPODEROSO ABUNDANTES DONES QUE LE HAGAN PROGRESAR EN LOS VALORES ESPIRITUALES Y HUMANOS QUE FECUNDAN SU RICA HISTORIA DESEÁNDOLE AL MISMO TIEMPO PROSPERIDAD PACÍFICA CONVIVENCIA Y SOLIDARIDAD

BENEDICTUS PP XVI










VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI IN PORTOGALLO NEL 10° ANNIVERSARIO DELLA BEATIFICAZIONE DI GIACINTA E FRANCESCO, PASTORELLI DI FÁTIMA (11-14 MAGGIO 2010) (II)


ACCOGLIENZA UFFICIALE ALL’AEROPORTO INTERNAZIONALE PORTELA DI LISBOA



All’arrivo all’aeroporto internazionale Portela di Lisboa, alle ore 11.00 locali (12.00 ora di Roma), il Santo Padre Benedetto XVI è accolto dal Presidente della Repubblica, S.E. il Sig. Aníbal Cavaco Silva, con la Consorte, e dal Patriarca di Lisboa, Em.mo Card. José da Cruz Policarpo. Sono presenti inoltre Autorità politiche e civili ed alcuni Vescovi del Portogallo.

Dopo il saluto del Presidente della Repubblica del Portogallo, Sig. Aníbal Cavaco Silva, il Papa pronuncia il discorso che riportiamo di seguito:


Signor Presidente della Repubblica,

Illustri Autorità della Nazione,

Venerabili Fratelli nell’Episcopato

Signore e Signori!

Soltanto adesso mi è stato possibile accogliere gli amabili inviti del Signor Presidente e dei miei Fratelli Vescovi per visitare quest’amata e antica Nazione, che in quest’anno celebra un secolo di proclamazione della Repubblica. Nel toccarne il suolo la prima volta da quando la Divina Provvidenza mi ha chiamato alla Sede di Pietro, provo grande onore e gratitudine per la presenza deferente e ospitale di tutti voi. La ringrazio, Signor Presidente, per le sue cordiali espressioni di benvenuto, interpretando i sentimenti e le speranze del buon popolo portoghese. A tutti, indipendentemente dalla loro fede e religione, va il mio saluto amichevole, in particolare a quanti non hanno potuto venire al mio incontro. Vengo nelle vesti di pellegrino della Madonna di Fatima, investito dall’Alto nella missione di confermare i miei fratelli che avanzano nel loro pellegrinaggio verso il Cielo.

Sin dagli albori della propria nazionalità, il popolo portoghese si è rivolto al Successore di Pietro per vedere riconosciuta la propria esistenza come Nazione; in seguito, un mio Predecessore avrebbe onorato il Portogallo, nella persona del suo Re, con il titolo di fedelissimo (cfr Pio II, Bolla Dum tuam, 25 gennaio 1460), per alti e prolungati servizi resi alla causa del Vangelo. Quanto all’evento successo 93 anni orsono, che cioè il Cielo si sia aperto proprio sul Portogallo – come una finestra di speranza che Dio apre quando l’uomo Gli chiude la porta – per ricucire, in seno alla famiglia umana, i vincoli della solidarietà fraterna che poggiano sul reciproco riconoscimento dello stesso ed unico Padre, si tratta di un amorevole disegno da Dio; non dipende dal Papa, né da qualsiasi altra autorità ecclesiale: "Non fu la Chiesa che ha imposto Fatima – direbbe il Cardinale Manuel Cerejeira, di venerata memoria –, ma fu Fatima che si impose alla Chiesa".

La Vergine Maria è venuta dal Cielo per ricordarci verità del Vangelo che costituiscono per l’umanità, fredda di amore e senza speranza nella salvezza, sorgente di speranza. Certo, questa speranza ha come prima e radicale dimensione non la relazione orizzontale, ma quella verticale e trascendente. La relazione con Dio è costitutiva dell’essere umano: questi è stato creato e ordinato verso Dio, cerca la verità nella propria struttura conoscitiva, tende verso il bene nella sfera volitiva, ed è attratto dalla bellezza nella dimensione estetica. La coscienza è cristiana nella misura in cui si apre alla pienezza della vita e della sapienza, che abbiamo in Gesù Cristo. La visita, che ora inizio sotto il segno della speranza, intende essere una proposta di sapienza e di missione.

Da una visione sapiente sulla vita e sul mondo deriva il giusto ordinamento della società. Posta nella storia, la Chiesa è aperta per collaborare con chi non marginalizza né riduce al privato l’essenziale considerazione del senso umano della vita. Non si tratta di un confronto etico fra un sistema laico e un sistema religioso, bensì di una questione di senso alla quale si affida la propria libertà. Ciò che distingue è il valore attribuito alla problematica del senso e la sua implicazione nella vita pubblica. La svolta repubblicana, verificatesi cento anni fa in Portogallo, ha aperto, nella distinzione fra Chiesa e Stato, un nuovo spazio di libertà per la Chiesa, a cui i due Concordati del 1940 e del 2004 avrebbero dato forma, in ambiti culturali e prospettive ecclesiali assai segnate da rapidi cambiamenti. Le sofferenze causate dalle trasformazioni sono state in genere affrontate con coraggio. Il vivere nella pluralità di sistemi di valori e di quadri etici richiede un viaggio al centro del proprio io e al nucleo del cristianesimo per rinforzare la qualità della testimonianza fino alla santità, trovare sentieri di missione fino alla radicalità del martirio.

Carissimi fratelli e amici portoghesi, vi ringrazio ancora una volta per il cordiale benvenuto. Dio benedica coloro che si trovano qui e tutti gli abitanti di questa nobile e diletta Nazione, che affido alla Madonna di Fatima, immagine sublime dell’amore di Dio che abbraccia tutti come figli.




Al termine dell’accoglienza ufficiale all’aeroporto, il Santo Padre si trasferisce in auto alla Nunziatura Apostolica di Lisboa da dove, dopo una breve sosta, si reca al Mosteiro dos Jerónimos, per la cerimonia di benvenuto.






I telegrammi del Papa ai capi di Stato d'Italia, Francia e Spagna



Nel suo viaggio verso il Portogallo, il Papa, sorvolando lo spazio aereo di Italia, Francia e Spagna, ha inviato messaggi augurali ai capi di Stato dei tre Paesi. Nel telegramma al presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, definisce la sua 15.ma visita apostolica internazionale un incontro con i pellegrini, “specialmente malati”, che “da tutto il mondo accorrono al Santuario mariano di Fatima per trovare luce e speranza”. Invoca quindi la “benedizione del Signore sull’intera nazione italiana, in particolare su quanti soffrono nel corpo e nello spirito”. “L’abbondanza delle benedizioni del Signore” invoca anche sul popolo francese nel messaggio al presidente francese Nicolas Sarkozy. Dello stesso tenore il telegramma inviato al Re di Spagna Juan Carlos: “esprimo la mia vicinanza e il mio affetto per il popolo spagnolo”, scrive, auspicando che possa “progredire nei valori spirituali e umani che fecondano la sua ricca storia” e augurando per il Paese “prosperità, pacifica convivenza e solidarietà”. Nel messaggio di risposta, il capo dello Stato italiano osserva che quello del Papa, nel 10.mo anniversario della Beatificazione di Giacinta e Francesco Marto, non è “solo il pellegrinaggio in uno dei luoghi più cari alla cristianità, ma anche una preziosa opportunità” affinché il “costante richiamo” di Benedetto XVI “ai valori condivisi della pace, della libertà, del dialogo, della giustizia e della fraternità possa trovare ovunque rinnovata risonanza”.




Telegramma del Papa al presidente italiano: il mio viaggio a Fatima, un incontro con chi cerca in Maria "luce e speranza"


Un incontro con i pellegrini, “specialmente malati”, che “da tutto il mondo accorrono al Santuario mariano di Fatima per trovare luce e speranza”. Con queste parole Benedetto XVI definisce il suo viaggio apostolico in Portogallo nel telegramma inviato durante il volo verso Lisbona al presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, invocando nel contempo la “benedizione del Signore sull’intera nazione italiana, in particolare su quanti soffrono nel corpo e nello spirito”.

Nel messaggio di risposta, il capo dello Stato osserva che quello del Papa, nel 10.mo anniversario della Beatificazione di Giacinta e Francesco Marto, non è “solo il pellegrinaggio in uno dei luoghi più cari alla cristianità, ma anche una preziosa opportunità” affinché il “costante richiamo” di Benedetto XVI “ai valori condivisi della pace, della libertà, del dialogo, della giustizia e della fraternità possa trovare ovunque rinnovata risonanza”. (A cura di Alessandro De Carolis)








Il Papa ai giornalisti sull'aereo: la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai dai nemici esterni ma dai peccati al suo interno


Il rapporto tra secolarizzazione e fede, la crisi economica e i suoi influssi sull’Europa, il senso dell’imminente pellegrinaggio a Fatima, con una riflessione sulle ferite più recenti patite dalla Chiesa, come quella degli abusi sessuali, che trovano eco nel messaggio stesso di Fatima. Sono i temi affrontati questa mattina da Benedetto XVI nell’incontro con i giornalisti a bordo del volo papale diretto a Lisbona. Riferendosi in particolare alla questione degli abusi commessi dal clero, Benedetto XVI ha affermato che “le più grandi persecuzioni” contro la Chiesa oggi vengono non da fuori ma “dai peccati” al suo interno. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Le parole di Benedetto XVI echeggiano chiare e incisive all’interno dell’Airbus 320 dell’Alitalia, gremito dai giornalisti come sempre ansiosi di ascoltare le prime considerazioni del Papa all’inizio di un viaggio apostolico. La terza domanda dei cronisti tocca uno dei punti nevralgici: è possibile cogliere nel Messaggio di Fatima, chiedono, oltre a ciò che riguardò Giovanni Paolo II e l’attentato subito, anche il senso delle sofferenze che vive la Chiesa contemporanea, scossa dalle vicende degli abusi sessuali sui minori? La replica di Benedetto XVI è netta. Ciò che di nuovo si può scoprire oggi nel Messaggio di Fatima è che in esso, dice, si vede la “passione” che vive la Chiesa che “si riflette sulla persona del Papa”:


“Non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa. Anche questo si è sempre saputo, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la più grande persecuzione alla Chiesa non viene dai nemici di fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa, e che la Chiesa quindi ha profondo bisogno di reimparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, ma anche la necessità della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia”.


Detto questo, ribadisce il Papa, dobbiamo ricordare che “il Signore è più forte del male e la Madonna per noi è la garanzia visibile, materna della bontà di Dio, che è sempre l’ultima parola nella storia”. In precedenza, il Pontefice aveva risposto a una domanda sulla realtà di secolarizzazione del Portogallo, Paese un tempo profondamente cattolico. Benedetto XVI ha riconosciuto anzitutto la presenza lungo i secoli di una “fede coraggiosa, intelligente e creativa”, testimoniata dalla nazione lusitana anche in molte parti del mondo, come in Brasile. Pur notando come “la dialettica tra fede e secolarismo in Portogallo” conti “una lunga storia”, tuttavia non sono mancate persone, ha detto, intenzionate a “creare dei ponti”, a “creare un dialogo” tra le due posizioni. Un compito che non è mai tramontato ed è tuttora attuale:


“Penso che proprio il compito, la missione dell’Europa in questa situazione è trovare questo dialogo, integrare fede e razionalità moderna in un'unica visione antropologica che completa l’essere umano e rende così anche comunicabile le culture umane. La presenza del secolarismo è una cosa normale, ma la separazione, la contrapposizione tra secolarismo e cultura della fede è anomala e deve essere superata. La grande sfida di questo momento è che i due si incontrino, così che trovino la loro vera identità. E’ una missione dell’Europa e una necessità umana in questa nostra storia".


Benedetto XVI ha pure risposto a una domanda sulla crisi economica che metterebbe a rischio, per alcuni, la stabilità stessa dell’Europa comunitaria. Prendendo spunto dalla Dottrina sociale della Chiesa, che invita il positivismo economico a entrare in dialogo con una visione etica dell’economia, il Papa ha anche confessato che la fede cattolica ha “spesso” lasciato, in passato, le questioni economiche al mondo pensando solo “alla salvezza individuale”. Ed ha concluso:


“Tutta la tradizione della Dottrina sociale della Chiesa va nel senso di allargare l’aspetto etico e della fede, oltre l'individuo, alla responsabilità del mondo, a una razionalità 'performata' dall’etica. E d’altra parte, gli ultimi avvenimenti sul mercato in questi ultimi due-tre anni hanno dimostrato che la dimensione etica è interna e deve entrare nell’interno dell’agire economico (...) Solo così, l’Europa realizza la sua missione”.











Benedetto XVI in Portogallo, pellegrino della Madonna di Fatima: Chiesa pronta a dialogare con chi non marginalizza la libertà di dare un senso umano alla vita


Calorosa accoglienza per Benedetto XVI giunto in Portogallo per il suo 15.mo viaggio apostolico internazionale, a dieci anni dalla Beatificazione dei veggenti di Fatima, Giacinta e Francesco Marto. L’aereo papale, partito verso le 9.15 dall'aeroporto romano di Fiumicino, è atterrato nell'aeroporto di Lisbona alle 10,57 ora locale, le 11.57 in Italia. Ad accogliere il Pontefice, il presidente portoghese Anibal Cavaco Silva. Il servizio del nostro inviato, Roberto Piermarini:

“Venho como peregrino de Nossa Senhora de Fátima, investido…”


“Vengo nelle vesti di pellegrino della Madonna di Fatima, investito dall’Alto nella missione di confermare i miei fratelli che avanzano nel loro pellegrinaggio verso il Cielo”. Così Benedetto XVI nel suo primo discorso in terra portoghese all’aeroporto di Lisbona dove ha salutato tutti “indipendentemente dalla loro fede e religione”. Il Papa ha ricordato l’evento successo a Fatima 93 anni fa, “quando il Cielo – ha affermato - si è aperto proprio sul Portogallo – come una finestra di speranza che Dio apre quando l’uomo Gli chiude la porta – per ricucire, in seno alla famiglia umana, i vincoli della solidarietà fraterna che poggiano sul reciproco riconoscimento dello stesso ed unico Padre”. Si tratta – ha detto - di un amorevole disegno di Dio che non è dipeso né dal Papa, né da qualsiasi altra autorità ecclesiale:

“Não foi a Igreja que impôs Fátima – diria o Cardeal Manuel Cerejeira…”
“Non fu la Chiesa che ha imposto Fatima – direbbe il cardinale Manuel Cerejeira, di venerata memoria –, ma fu Fatima – ha detto - che si impose alla Chiesa”. Una risposta agli attacchi delle autorità civili di allora, condizionate dell’anticlericalismo-massonico che considerò le apparizioni di Fatima come un’invenzione della Chiesa tanto che i tre piccoli veggenti vennero anche arrestati per fargli dire che erano stati indottrinati dalla Chiesa. “La Vergine Maria è venuta dal Cielo – ha detto Benedetto XVI - per ricordarci verità del Vangelo che costituiscono per l’umanità, fredda di amore e senza speranza nella salvezza, sorgente di speranza”. Ed il Papa ha sottolineato che la sua visita vuole essere una proposta di sapienza e di missione, sotto il segno della speranza. Benedetto XVI non ha mancato di ribadire alle autorità politiche, che “la Chiesa è aperta per collaborare con chi non marginalizza né riduce al privato l’essenziale considerazione del senso umano della vita”. Inoltre ha osservato che la svolta repubblicana di 100 anni fa, “ha aperto, nella distinzione fra Chiesa e Stato, un nuovo spazio di libertà per la Chiesa, a cui i due Concordati del 1940 e del 2004 avrebbero dato forma, in ambiti culturali e prospettive ecclesiali assai segnate da rapidi cambiamenti”.


Dal canto suo il presidente della Repubblica, Cavaco Silva, accogliendo il Pontefice ha affermato che il Portogallo si attende da questa visita un messaggio di speranza in questi tempi di incertezza per il Paese. Dall’aeroporto – tra due ali di folla festante - il Papa si è poi trasferito al Monastero di Jerónimos, storico complesso da dove partivano nel ‘500 i grandi esploratori ed i missionari portoghesi e che oggi è utilizzato dal Cerimoniale per l’accoglienza dei Capi di Stato.



www.radiovaticana.org/it1/videonews_ita.asp?anno=2010&videoclip=1383&sett...







Il rettore del Santuario di Fatima: Maria è venuta a dirci che senza Dio non si può costruire una società nella pace, nella giustizia e nell'amore


Culmine di questo 15.mo viaggio apostolico internazionale sarà la sosta al Santuario della Madonna di Fatima, dove il Pontefice presiederà la Messa solenne giovedì prossimo 13 maggio, a dieci anni esatti dalla Beatificazione dei veggenti Giacinta e Francesco. Ma quale messaggio lancia oggi all’umanità la Vergine di Fatima? Roberto Piermarini lo ha chiesto a padre Virgílio do Nascimento Antunes, rettore del Santuario di Fatima:

R. – La Vergine di Fatima ci parla di Dio. Questo per me è il centro di tutto il messaggio di Fatima: Dio esiste. Le apparizioni accadevano all’inizio del XX secolo, quando si stavano sviluppando moltissimo le ideologie che parlavano contro Dio: la Vergine venne a dirci “Sì, Dio esiste e l’umanità ha bisogno di Dio, senza Dio non è possibile costruire una società nella pace, nell’amore, nella giustizia". Ci sono poi le strade per arrivare a questa pace, a questa giustizia, a questo amore, e sono la penitenza e la conversione, perché senza conversione e senza cambiamento di cuore non è possibile nulla di tutto questo. Dopo la conversione, con l’aiuto della penitenza e della preghiera - e soprattutto proprio della preghiera - la Madonna ha chiesto la preghiera più semplice e più popolare, la preghiera del Rosario. Questa preghiera che ci fa entrare la pace nel cuore.

D. – L’allora cardinale Ratzinger, quando era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha preparato un commento teologico sul segreto di Fatima. Qual è l’importanza di questo documento?


R. – Mi sembra un po’ un messaggio simile a quelli che abbiamo nel Libro dell’Apocalisse: alla fine della storia, sempre immerso nella storia, c’è Cristo, la Croce di Cristo come luogo e come segno di salvezza. Per questo la storia del XX secolo era veramente una storia difficile per i cristiani, per le altre religioni, per gli altri popoli: questo è stato il secolo del martirio, soprattutto del martirio per affermare la fede in Dio. Per questo il Papa, con tutto il popolo di Dio, che porta sulle spalle questa sofferenza di tutta l’umanità e di tutta la Chiesa, afferma sempre la speranza nella Croce di Cristo, dalla quale sorge la salvezza per il mondo. A me sembra questo certamente un messaggio un po’ difficile da trasmettere ai nostri giorni, ma è il messaggio della Chiesa in tutti tempi.


D. – Il Portogallo – come altri Paesi europei – sta vivendo una difficile crisi economico-finanziaria. Cosa può dire la Vergine di Fatima ai portoghesi che stanno vivendo questa delicata situazione?


R. – E’ veramente una realtà difficile per tutto il Portogallo, che si trova in condizioni un po’ diverse rispetto ad altri Paesi. Per questo il messaggio finale della Vergine di Fatima è sempre di speranza: "alla fine il mio cuore trionferà". Il cuore - come segno e come luogo di amore - e per questo il messaggio è sempre di speranza e di fiducia anche in queste questioni di economia, di finanza, della vita di una famiglia, del lavoro. Se mettiamo in tutto un po’ di cuore collegato con il Cuore di Maria, come Madre, e con il Cuore di Cristo, come fratello, avremo sicuramente la possibilità di trovare le soluzioni in questo tempo soprattutto fra di noi in Portogallo.


D. - Cosa si aspetta da questa visita di Benedetto XVI che i mass-media locali hanno definito “Il terzo Papa di Fatima?


R. – E’ veramente una grande gioia avere ancora una volta il Papa a Fatima. Nel nostro piccolo periodico, che per i portoghesi è il più importante, ho detto che la cosa più importante non è tanto la visita del Papa, ma il fatto che il Papa venga come un pellegrino di Fatima. E questo perché si sentono vicini al Papa, perché è un pellegrino come noi siamo pellegrini, viene ad inginocchiarsi davanti alla Madonna, come noi facciamo. Cerca nella preghiera attraverso la Madonna la sicurezza per la Chiesa e la speranza per il mondo; viene a pregare per i sacerdoti e per tutti i problemi che esistono. E’ un pellegrino come noi. Credo che la gente portoghese, che tanto ama il Papa e che tanto ama la Vergine, sia contentissima di questa visita del Papa, che viene – così come hanno fatto gli altri – come pellegrino. (Montaggio a cura di Maria Brigini)








Il profondo legame del Papa con il Santuario di Fatima nelle parole del cardinale Saraiva Martins


Il nostro inviato in Portogallo, Roberto Piermarini, ha domandato al cardinale José Saraiva Martins, prefetto emerito della Congregazione per le Cause dei Santi, quale sia il legame che unisce Benedetto XVI alla Vergine di Fatima:
R. – C’è un grande legame tra Benedetto XVI e Fatima. E questo perché, tra l’altro, il cardinale Ratzinger è stato già a Fatima per presiedere il pellegrinaggio mondiale, che vede a Fatima centinaia di migliaia di persone. In un’altra occasione, poi, il cardinale Ratzinger ha tenuto una conferenza nella sede di Porto dell’Università Cattolica portoghese. Ci sono dunque molti legami tra Benedetto XVI, Fatima e il Portogallo. Bisogna anche ricordare che è stato proprio il cardinale Ratzinger a preparare la pubblicazione dell’ultima parte del "segreto" di Fatima. Allora era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e il documento che fu letto a Fatima alla fine della Messa di beatificazione di Giacinta e Francesco fu preparato proprio dal cardinale Ratzinger insieme con i suoi collaboratori.

D. – Nel 2000, lei ha accompagnato a Fatima Giovanni Paolo II. Che ricordo le è rimasto di quella visita?

R. – Io ho molti ricordi, ma ce ne è soprattutto uno al quale mi voglio riferire e che è stato per me veramente molto commovente. Giovanni Paolo II mi aveva voluto con molta, molta intensità assieme a lui alla Beatificazione dei due veggenti di Fatima, per portarli alla gloria degli altari, per mettere un candelabro che illuminasse l’uomo di oggi e soprattutto i bambini di oggi. Dopo la Beatificazione di Giacinta e Francesco, rientrando a Roma in aereo, Giovanni Paolo II parlava con grande calore di quanto avvenuto: un calore che era chiaramente l’espressione di una persona che era riuscita finalmente a realizzare ciò che da tempo desiderava, beatificare i due pastorelli. Mai mi dimenticherò di quella reazione di Papa Giovanni Paolo II: era un uomo felice. "Finalmente – pensava tra sé – ho fatto quello che da molto tempo avrei voluto fare!”. Non dimentichiamo che Giovanni Paolo II era intimamente legato a Fatima per tanti motivi, non ultimo in riferimento all’attentato. Lui ha detto chiaramente e più di una volta che è stata la Madonna di Fatima a salvargli la vita, perché – secondo lui – è stata proprio la Madonna di Fatima a deviare la pallottola che avrebbe dovuto ucciderlo. Tanto era convinto di questo, che offrì alla Madonna di Fatima quella stessa pallottola che avrebbe dovuto ucciderlo e che è ora nella Corona della Bianca Signora della Cova di Iria.

D. – In occasione della visita di Giovanni Paolo II, culminata con la Beatificazione dei pastorelli Giacinta e Francesco, venne data lettura della terza parte del “segreto” di Fatima, che secondo la Santa Sede si era compiuto con l’attentato allo stesso Pontefice il 13 maggio del 1981. Cosa risponde a chi parla di una “quarta parte” del segreto, che sarebbe tenuta nascosta?

R. – Certamente, si parla di una quarta parte del segreto di Fatima, ma secondo me questa quarta parte non esiste. Si tratta piuttosto di una affermazione gratuita, che non ha alcun fondamento nella realtà delle cose. La terza parte è l’ultima parte del messaggio del segreto di Fatima. Non c’è alcuna ragione valida per poter affermare che esista una quarta parte. So bene che molto se ne è parlato e che qualcuno ha pure scritto un libro sull’argomento, ma io non trovo alcun fondamento in tale affermazione.

D. – Lei ha incontrato numerose volte nel suo monastero di Coimbra la terza veggente, suor Lucia. Cosa ricorda di quegli incontri?

R. – Ho tanti ricordi e tutti commoventi. Io incontravo suor Lucia, ogni anno, in agosto e precisamente il 15 agosto, Festa dell’Assunta. Quel giorno, infatti, le suore del Monastero di Coimbra, sapendo che io ero in vacanza in Portogallo, a Lisbona, mi invitavano a celebrare la messa per la Festa dell’Assunta. In quell’occasione, avevo sempre un incontro con suor Lucia e con tutte le altre suore del Monastero. Suor Lucia mi ha sempre dato l’impressione di essere una persona semplice, una persona anche molto intelligente, molto pratica, ma soprattutto una persona santa. Il suo modo di parlare e il suo modo di muoversi esprimevano molto chiaramente – secondo me – la sua santità. Era veramente una santa. Questa era l’impressione che mi rimaneva sempre dopo aver parlato con Lucia. Era di una semplicità straordinaria, la semplicità del Vangelo. Proprio per la sua intelligenza e praticità è stata l’economa del Monastero di Coimbra. Quando le Suore carmelitane di clausura hanno avuto bisogno di erigere un altro monastero nella città di Guarda, fu proprio suor Lucia che da Coimbra andò a Guarda per parlare con gli architetti e dire loro come dovevano fare il nuovo monastero. I santi sono sempre pratici, realistici, concreti.

D. – Eminenza, cosa ha rappresentato e cosa rappresenta oggi Fatima per la sua vita?

R. – Fatima ha rappresentato sempre molto nella mia vita, fin da bambino. E questo perché, come succede con tutte le mamme portoghesi – almeno con la maggior parte delle mamme portoghesi – la mia mamma mi ha sempre parlato della Madonna di Fatima sin dalla tenera età. Ho quindi imparato ad amare la Madonna di Fatima e a venerare i pastorelli. Per me, quindi, come penso per la maggior parte dei portoghesi, amare la Madonna di Fatima, essere devoti della Madonna di Fatima è qualcosa di naturale. Lo abbiamo imparato dalla mamma, tutti noi.







Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 17:04. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com