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Da "Il portone di bronzo"...

La fede si perde a Messa?

Scritto da Angela Ambrogetti

Martedì 08 Marzo 2011 08:28

Si può andare a Messa e rischiare di perdere la fede? La provocazione è di monsignor Nicola Bux che ha deciso di intitolare il suo ultimo libro: “ Come andare a Messa senza perdere la fede.” Per ora il libro è stato pubblicato in Italia dalla Piemme, ma certamente presto ci saranno edizioni in altre lingue. Perché il tema è caldo. Lo ha dimostrato il dibattito che si è svolto a Roma lo scorso 2 marzo per la presentazione del volumetto. Due cardinali, Raymond Leo Burke, prefetto del Tribunale della Segnatura Apostolica e Antonio Cañizares Llovera Prefetto della Congregazione per il culto divino ne hanno parlato con il professor Ettore Gotti Tedeschi presidente dello Ior. E il suo è stato un intervento che ha riportato il punto di vista dei Christifideles, dei laici che leggono gli eventi alla luce della fede.

“La crisi attuale che stiamo vivendo non è solo di tipo economico e sociale ma anche, e soprattutto, spirituale- ha detto- Perché? Perché l’uomo non imita più Cristo, non si ciba di Lui e, ben più grave, non conosce la Sua parola: queste sono fondamentalmente le risposte ai tanti perché che ogni uomo dovrebbe porsi e che Don Nicola Bux cerca di esplicitare all'interno della sua opera.”
Insomma la crisi non è causata unicamente dai banchieri, ma anche dai preti che non insegnano più dottrina perché troppo impegnati a portare il loro pensiero in altre discipline .

E citando la Caritas in vertiate Gotti Tedeschi ha spiegato che l’uomo perde il senso della Verità presupponendo che essa venga dopo la libertà: “l’uomo non si può soddisfare solo materialmente perché, prima o poi, la materia finirà mentre lo spirito sarà sempre una fonte inesauribile per nutrire l’anima che è più importante della carne”. Questo pensiero è il frutto della filosofia nichilista in cui l’uomo non ha più riferimenti in quanto la Chiesa è divenuta sua nemica. Ecco la provocazione: “se è la Chiesa stessa a non essere Maestra, cosa può imparare l’uomo?”
Per il cardinale Burke il libro di don Nicola Bux “offre una profonda e nello stesso tempo accessibile catechesi sulla natura del culto divino” e lo fa anche “affrontando la stagione postconciliare degli abusi liturgici, chiamandoci alla obbedienza alla disciplina liturgica che ci permette di vedere più chiaramente e rispettare più pienamente la realtà della Sacra Liturgia, cioè l’azione della quale Cristo stesso è il protagonista”. Da parte sua il cardinale Cañizares Llovera ha suggerito che non è bene “mescolare” nella formazione le due forme del Rito romano, quella ordinaria e quella straordinaria. Cañizares ha condiviso la preoccupazione di don Bux che ''si indebolisca la fede se non si entra in tutta la verita' del mistero eucaristico''. La riforma liturgica, si e' chiesto il porporato, ''si sta realizzando nella coscienza di tutti, oppure no?'', e ''tutto cio' che viene dopo il Concilio si puo' chiamare rinnovamento conciliare?''.
Il libro di padre Bux parla della ''trascuratezza dei preti e della ignoranza dei fedeli'', preghiere dei laici che sembrano ''mini-omelie'', ''corruzione egalitaria dell'idea di comunione'', ''riduzione politica della liturgia attraverso l'annullamento della differenza tra celebrante e popolo'', ''intrattenimento e spettacolo'' in luogo di ''ascolto del mistero e rendimento di grazie''. Una analisi allarmata che però non porta ad un testo polemico, ma ad un vero e proprio manuale: spiega al lettore cosa sia la messa, ne illustra le varie parti, ne chiarisce simboli e preghiere. Ci vogliono ''almeno 25 anni, una intera generazione'' per quella ''riforma della riforma liturgica auspicata anche da papa Ratzinger'', e per una ''correzione di rotta'' che riporti il ''sacro'' al centro della messa e ristabilisca il ''diritto di Dio'' ha detto don Nicola Bux.
La chiave di lettura resta il rinnovamento nella continuita' auspicato dal Papa nel suo storico discorso alla Curia del dicembre 2005, quando parlo' di ''ermeneutica della riforma'' contrapposta alla “ermeneutica della discontinuità”.


Papa Ratzi Superstar









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