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Viaggi pastorali in Italia

Ultimo Aggiornamento: 06/10/2012 20:47
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10/11/2009 23:00
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Dal blog di Lella...

Mascher: «Il Papa felice per il calore di Brescia»

IL BILANCIO.

Parla il vicario episcopale, presidente del Comitato diocesano di accoglienza

«Le immagini con i bambini e alla stele resteranno nella memoria Il suo messaggio su Paolo VI e sull'educazione avrà effetti profondi»

Massimo Tedeschi

«Il Papa era molto contento, molto soddisfatto per la giornata a Brescia. L'ho visto anche poco prima di partire all'aeroporto di Ghedi: gli occhi gli brillavano. Era davvero contento».
Mentre un po' tutti i bresciani tirano il loro bilancio personale della visita del Papa, il consuntivo più importante è quello dell'illustre ospite. E il bilancio - umano e spirituale - del Pontefice è evidentemente molto positivo, a giudicare dalle parole di chi ha avuto modo di incontrarlo personalmente: monsignor Gianfranco Mascher, vicario generale della diocesi, presidente del Comitato per la visita del Papa. Ovvero di quella «cabina di regia» tutta bresciana formata da 19 persone (11 religiosi e 8 laici) che ha curato la visita in tutti i suoi aspetti: logistici, operativi, pastorali, mediatici.
«Il Papa - racconta monsignor Mascher nel «day after» - ho avuto modo di incontrarlo tre volte, a tu per tu, nell'arco della giornata. La terza volta mi ha detto: "Ancora lei?" E io gli ho risposto scherzando: "Santità, non c'è due senza tre!"».
Con il vescovo Monari che ieri mattina all'alba è partito alla volta di Assisi per l'assemblea generale della Cei, e che forse tirerà un consuntivo «ufficiale» della visita papale a fine settimana, è monsignor Mascher a interpretare il bilancio che la diocesi fa di questa giornata faticosa, complicata, ma in molti momenti esaltante per i fedeli.

Monsignor Mascher, quali sono i momenti che, a suo avviso, entreranno nell'immaginario collettivo dei bresciani?

Dal punto di vista emotivo, sicuramente l'incontro con i bambini malati in Duomo e l'incontro e il saluto con i bambini di Botticino. Anche la decisione di sostare alla stele che ricorda la strage di piazza della Loggia è indubbiamente molto significativa. Dal punto di vista emotivo anche l'immagine del Papa che bacia un bambino a Concesio è molto forte.

La sua percezione sul bilancio dei fedeli?

Ciascuno naturalmente fa una valutazione soggettiva. Ho notato che i 270 messaggi arrivati a una trasmissione tv dicevano di un sentimento di assoluta soddisfazione.

E dal punto di vista religioso come si sedimenterà la vista nel vissuto di Brescia?

Il magistero che ha evocato il rapporto di Paolo VI con la Chiesa e con i giovani troverà sicuramente una grande eco. Bisogna appunto distinguere fra l'aspetto emotivo e il radicarsi del messaggio del Papa, in particolare sul piano educativo, che è stato indubbiamente molto forte, e che è sullo sfondo delle decisioni che il Comitato prenderà nei prossimi giorni.

Non c'è un pizzico di delusione per il fatto che il Papa non ha mai evocato il tema della possibile beatificazione di Montini?

Dentro l'importanza dei suoi interventi non si può non notare la sottolineatura che il Papa ha fatto della sua venerazione per Paolo VI, ed è immaginabile che ciò possa avere delle ricadute per questo processo. Anche nel discorso all'Istituto ha parlato a lungo della sua venerazione per «il grande pontefice». Anche se non ha fatto riferimento diretto al processo canonico, le sue parole suonano di incoraggiamento per questo cammino, lento ma così importante per illustrare e comunicare la grandezza di Paolo VI. Un fatto come questo avrà un impatto anche sulla devozione per papa Montini. Come ho sentito dire in questi giorni, questi interventi possono avere un effetto di «sdoganamento» della figura di Paolo VI che era stata o ridotta o mortificata o travisata. È insomma possibile una ricaduta anche nella comprensione della gente semplice. Dopo interventi come quelli di Benedetto XVI è difficile fermarsi ancora all'immagine del Papa mesto, o drammaticamente provato dalla storia. L'allocuzione all'Istituto ha sottolineato con vigore l'amore per i giovani, per la loro educazione, e la grande umanità di Paolo VI.

Ma, restando alle interpretazioni «politiche», non sono stati scarsi i riferimenti al Concilio Vaticano II?

Che Paolo VI sia stato il Papa del Concilio è stato ribadito in alcuni passaggi. Del resto alcuni temi affrontati da Benedetto XVI erano obbligati dalla liturgia: Ratzinger non piega mai i brani liturgici alle circostanze. L'intervento più significativo su Montini era all'Istituto di Concesio, ma anche in questo caso il «taglio» sul tema educativo era obbligato, dato il conferimento del premio «Sources Chrétiennes». La scelta del premio ha legato molto con l'attualità, e la riflessione sul tema educativo ha assunto una centralità particolare.

L'impressione è che la macchina organizzativa abbia funzionato al meglio...

Abbiamo ricevuto i complimenti dalla gendarmeria vaticana e un consenso generale. Si temeva che il maltempo avrebbe condizionato molto, ma era stato previsto davvero tutto. C'è stata una particolare coralità nel mondo del volontariato. Sono stati i volontari a garantire ordine ma anche una particolare serenità ai varchi, dove tutti hanno dato una prova di autodisciplina.
Forse si poteva evitare un blocco preventivo così prolungato delle strade provinciali interessate al passaggio del corteo papale...
È un tema che ha riguardato la sicurezza. Avendo visto dall'interno la messa a punto di questi aspetti, posso dire che c'erano ragioni di prudenza a dettare questa scelta. Comunque abbiamo trovato una collaborazione splendida delle istituzioni. Credo che i disagi provocati siano rientrati nell'ordine delle cose sopportabili, e credo ci sia stata tolleranza da parte di tutti.

La risposta dei bresciani è stata all'altezza delle previsioni?

Il Papa ha coperto il tragitto verso Concesio fra due ali ininterrotte di folla. Le persone sono state molto disciplinate, non si sono assembrate nei punti in cui era stato chiesto di non stare. È stata, nel complesso, una grande prova di maturità dei bresciani: ne sono ammirato, e a tutti sono molto grato.

© Copyright Il Brescia Oggi, 10 novembre 2009


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