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Viaggi pastorali in Italia

Ultimo Aggiornamento: 06/10/2012 20:47
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10/11/2009 22:21
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Il Papa all’Istituto Paolo VI

La bellezza dell’esperienza cristiana

L’inaugurazione, a Concesio, della nuova sede dell’Istituto Paolo VI, occasione per una pubblica riflessione sul Concilio Vaticano II, il post Concilio, l’emergenza educativa, l’importanza di istituzioni di studio e ricerca

Adalberto Migliorati

«La bellezza dell’esperienza cristiana»: domenica 8 novembre 2009, per i bresciani che hanno voluto guardare nella direzione della vista del Papa alla nostra terra, resterà un messaggio forte della testimonianza di speranza cristiana fondata sulla fatica dell’impegno educativo quotidiano e permanente.
Nell’Auditorium Vittorio Montini della nuova sede in Concesio dell’Istituto Paolo VI, Papa Benedetto XVI ritesse la trama dell’opera educativa di Montini e annota: «Generazioni di giovani universitari hanno trovato in lui, come assistente della Fuci, un punto di riferimento, un formatore di coscienze, capace di entusiasmare, di richiamare al compito di essere testimoni in ogni momento della vita, facendo trasparire la bellezza dell’esperienza cristiana». Quell’orizzonte riproposto con forza, «la bellezza dell’esperienza cristiana», pare al cronista la risposta alle domande sul senso della venuta a Brescia del Papa e sul valore di presenze che si fanno istituzione come l’Istituto Paolo VI. Citando il predecessore bresciano, Benedetto XVI scandisce: «L’azione non può essere luce a se stessa. Se si vuole curvare l’uomo a pensare come egli agisce, bisogna educarlo ad agire come egli pensa. Anche nel mondo cristiano, dove l’amore, la carità hanno importanza suprema, decisiva, non si può prescindere dal lume della verità, che all’amore presenta i suoi fini e i suoi motivi».

L’assegnazione del Premio

La giornata piovosa novembrina fa da sfondo pure al pomeriggio a Concesio, all’inaugurazione nella nuova sede dell’Istituto Paolo VI. Non aiuta a cogliere la bellezza del raccordo tra la casa natale, la nuova struttura, l’ambiente circostante, però incentiva a ripercorrere l’ ieri, l’oggi e il domani della vicenda che ruota attorno a Paolo VI, alla Chiesa cattolica, al legame tra fede - vita - cultura.
Nelle pagine che seguono pubblichiamo integralmente i discorsi pronunciati nell’Auditorium dal Papa e dal presidente Camadini in una circostanza caratterizzata anche dalla consegna da parte di Benedetto XVI del Premio internazionale Paolo VI. Giunto alla sesta edizione, introdotto dal prof. Gabriele Archetti, il riconoscimento, attribuito nell’ambito educativo, è stato assegnato alla collana di fonti patristiche «Sources Chrétiennes» edita dalla casa editrice Cerf.
La coraggiosa impresa editoriale, avviata nel 1942 da Henri De Lubac e Jean Daniélou, come recita la motivazione letta dal prof. Xenio Toscani, segretario generale del Comitato esecutivo dell’Istituto, ha assunto «un importante significato culturale, oltre che teologico ed ecclesiale» perché favorisce la «ricerca storica documentando momenti essenziali dello sviluppo del pensiero e contribuisce a illuminare l’incontro fecondo realizzato tra il messaggio cristiano e la cultura antica».

Dal saluto del presidente

Giuseppe Camadini, presidente dell’Istituto Paolo VI, accoglie il Papa davanti alla casa natale, lo accompagna nella visita e nel successivo passaggio alla nuova sede, il transito per le sale della mostra «Arte e Spiritualità» (ne riferiamo in questa stessa pagina), quindi gli rivolge l’indirizzo di saluto nell’Auditorium.
La soddisfazione è in un dato di fatto: l’impegno assunto 30 anni fa da alcuni laici e sacerdoti bresciani, confortato dall’approvazione e dalle consenzienti attenzioni dei Vescovi Morstabilini, Foresti, Sanguineti e ora Monari, inaugurato nella precedente sede cittadina da Giovanni Paolo II «ottiene oggi con la Sua solenne presenza un sigillo che si tramuta per noi in conferma e stimolo». La responsabilità della fatica di un impegno da continuare è nella constatazione di una umanità «ripiegata su sé stessa, quasi invincibilmente irretita in un relativismo immanentistico che spesso le impedisce di aprirsi alla luce della Rivelazione». Ecco allora «che pure il piccolo contributo alla conoscenza del pensiero e dell’opera di Paolo VI che il nostro Istituto cerca di recare può non essere vano, perché correlabile all’impegno stesso della Chiesa, di fronte alla "emergenza educativa"».

Dal discorso del Papa

L’intervento del Santo Padre entra nel merito dell’azione del «Papa del Concilio Vaticano II e del dopo Concilio» affermando: «Maestro di vita e coraggioso testimone di speranza è stato questo mio venerato Predecessore, non sempre capito, anzi più di qualche volta avversato ed isolato da movimenti culturali allora dominanti. Ma, solido anche se fragile fisicamente, ha condotto senza tentennamenti la Chiesa». Annota che Montini «avvertì sempre la necessità di una presenza qualificata nel mondo della cultura, dell’arte e del sociale, una presenza radicata nella verità di Cristo e, al tempo stesso, attenta all’uomo e alle sue esigenze vitali». Quindi: «Assicuro la mia preghiera, mentre benedico voi tutti qui presenti, le vostre famiglie, il vostro lavoro e le iniziative dell’Istituto Paolo VI».

© Copyright Il Giornale di Brescia, 9 novembre 2009


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