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Viaggi pastorali in Italia

Ultimo Aggiornamento: 06/10/2012 20:47
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08/09/2009 22:22
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Dal blog di Lella...

Da Valle Faul a Bagnoregio lo stesso entusiasmo

DAL NOSTRO INVIATO A V ITERBO

PINO CIOCIOLA

La città è dentro il bianco e il giallo che accende mille sue finestre, mille negozi, che scivola giù dal Palazzo dei Papi attraverso un lungo drappo e le bandiere.
L’elicottero che porta a Viterbo Benedetto XVI sorvola Valle Faul qualche minuto dopo le nove e fa nulla che l’applauso il Santo Padre non possa sentirlo, vede di certo, sotto di lui, le migliaia di fazzoletti che sventolano per salutarlo: sono già almeno in 10mila e arriveranno ad essere il doppio tra un’ora, all’inizio della Messa, e soltanto nella piccola Valle.
Fra le vie di questa città respira la storia e molta è quella stessa della Chiesa: questa gente lo sa, ne è fiera, ma stamani la storia è adesso. Forse è per questo che tanti uomini e donne c’erano ventisette anni fa a salutare il Papa quando venne Giovanni Paolo II e ci sono ancora oggi.
«Sono venuta per il Papa e prima sono andata a Messa alle sei e mezza stamattina nella mia chiesa che è tanto bella: quella della Trinità, la vede lì?», dice contenta una signora che ha passato la settantina, indicando una cupola che se fosse appena un po’ più avanti s’affaccerebbe proprio sulla Valle.
Joseph Ratzinger atterra nello stadio. Le strade lungo cui passerà la papamobile sono transennate, piene di persone e bandierine con lo stemma pontificio, che lo aspettano.
Tira un gran vento, fa quasi freddo e quest’ultima è una specie di... sorpresa.
Il Papa varca Porta Fiorentina e poco più in là lo salutano gli sbandieratori di Viterbo e il corteo storico del Pilastro. Più avanti, a piazza San Lorenzo, è la banda musicale viterbese ad accoglierlo suonando l’inno pontificio.
Le stime fatte nelle settimane scorse prevedevano quindicimila fedeli tra Valle Faul e le strade cittadine, ma sono state sbagliate e nemmeno di poco: ci saranno venticinquemila persone, arrivate da tutta la diocesi ed anche dalla provincia (tant’è che la Regione Lazio ha destinato la scorsa settimana 20mila euro al comune per il potenziamento dei mezzi di trasporto necessari a raggiungere il capoluogo della Tuscia). Dare loro una mano tocca a circa quattrocento volontari con la casacca verde, soprattutto ragazzi delle parrocchie (tanti scout) e delle associazioni viterbesi.
Fuori Porta Faul vengono accolti i pullman. Punti informativi e d’assistenza sono tuttavia dislocati in tutto il centro della città: i fedeli, ordinatamente, ricevono una bottiglietta d’acqua, che ha voluto offrire la Coldiretti, una bandana, il libretto della celebrazione e un cappellino, che è bianco e porta il logo e il motto voluti dalla diocesi per questa visita di Benedetto XVI: «Conferma i tuoi fratelli». C’è anche lo stand per l’annullo postale speciale (in accordo sempre fra la diocesi e le Poste italiane) che ricorderà la visita papale.
Il «cuore» forte di questa giornata in qualche modo è però a Valle Faul e poi, nel pomeriggio, anche a Bagnoregio. Nella Valle, per la Messa, c’è tanta gente davvero.
Sotto l’altare – in prima fila – siedono le autorità da una parte e dall’altra i malati e i disabili, tanti: hanno un sorriso nuovo quando Benedetto arriva. La celebrazione la vivono lì, vicini al Papa, commossi a tratti. E forse c’è un’immagine su tutte che raffigura quest’intera Valle stamani: un’anziana donna inginocchiata, a pregare, le mani giunte, il viso sereno e dolce, la sua fronte delicatamente poggiata sulla transenna.
Una suggestione tutta particolare è più tardi, quando il Santo Padre raggiungerà la basilica di Santa Rosa e, col sagrato invaso dai facchini e dai mini facchini che l’hanno trasportata (come ogni anno, da secoli, lo scorso 3 settembre), nella piazza del santuario troverà la maestosa Macchina di Santa Rosa: Fiore del cielo, com’è stata battezzata. Scrosceranno applausi. La religiosità genuina dei viterbesi, soprattutto, diventerà palpabile.
Nel primo pomeriggio Benedetto raggiunge il santuario della Madonna della Quercia, sempre a Viterbo. E poi Bagnoregio, il paesino a pochi minuti dove si custodisce la reliquia di san Bonaventura.
Qui visita la cattedrale di San Nicola, venera quella reliquia, poi in piazza sant’Agostino incontra di nuovo la gente ed è di nuovo festa in un mare di bianco e giallo nel paese. Si avvicina e saluta gli ammalati e i disabili uno a uno, stringe loro le mani e loro baciano le sue, qualcuno emozionandosi, qualcun altro commuovendosi. La papamobile procede a fatica, nelle strade strette, nell’abbraccio dei fedeli.
Ormai fa caldo e anche il vento ha smesso di tirare. La giornata del Papa si conclude, il suo elicottero decolla per riportarlo al Palazzo Apostolico. La gente torna nelle sue case. Sì, la sensazione è che per tutta questa gente la storia sia stata adesso.

© Copyright Avvenire, 8 settembre 2009

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