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Viaggi pastorali in Italia

Ultimo Aggiornamento: 06/10/2012 20:47
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07/09/2009 19:23
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Dal blog di Lella...

E il pontefice parla con Santa Rosa

Il faccia a faccia tra il successore di Cristo e la giovinetta che, da secoli, è l’emblema di Viterbo. Dopo l’adorazione si alza e quasi carezza l’urna.

Nicola Moncada

L’impressione è stata netta. Il Papa, in piedi accanto a lei, ha parlato con Rosa. Il linguaggio, non terreno, è risultato inudibile ai presenti. E, tuttavia, eloquente.
Tra il Papa che, dopo averla adorata, s’era accostato all’urna, quasi sfiorandola con una mano, e la Santa che, otto secoli fa, s’era fatta umile “ancella di Cristo”, è successo qualcosa. Il Papa, immobile, lievemente chino, ha contemplato la Santa. La Santa, nel suo giaciglio, si lasciava guardare. Ma era come se, al di là del vetro, ci fosse qualcosa di vigile. Sì: è stato un faccia a faccia in cui, tra i due, è corso qualcosa. Parole indicibili in lingua umana: ma che, in un ordine “altro”, erano un lungo discorso. Un discorso dolcissimo, sommesso, fermo. Il Papa, nel Santuario, c’era entrato poco prima.
Ad accoglierlo, le Clarisse, con la madre badessa, e ragazze che vorrebbero diventare delle novizie. Accanto al Papa, leggermente discosto, il Vescovo, Lorenzo Chiarinelli. Il Papa, in un Santuario assorto, vuoto, silenzioso, s’è inginocchiato. E ha pregato. Poi, ha incontrato la Santa. Di Rosa, il Papa, con la guida sempre sollecita e misurata del Vescovo, ha guardato anche il cuore. Era a destra dell’urna. Sulla sinistra, un tavolo. Sopra, una Bibbia, una papalina (che, realizzata dalle Clarisse e indossata dal Papa, è stata poi conservata per ricordo), una supplica (delle suore, che imploravano la benedizione del Papa, e che il Papa ha firmato) e un documento impressionante: la pergamena, lunga mezzo metro e larga pochi centimetri, su cui, al tempo di Rosa o subito dopo, un cronista rimasto anonimo scrisse quella che, oggi, è nota come la “Vita I”: la prima storia di Santa Rosa. La storia, se così si può dire, originale. Perchè, nella “Vita II”, vengono aggiunti altri miracoli: ma sono quelli della tradizione francescana.
Su quella carta, la prima immagine di Santa Rosa: un disegno, assai stilizzato, con un ovale che è, insieme, dolce e assorto, il mento leggermente pronunciato, gli occhi chini a terra. E, in mano, un grosso ramoscello d’olivo. Era commovente, quella “Vita I”, così gelosamente custodita negli archivi e che, dalle sue righe, pareva ancora sprigionare l’effluvio spirituale della Santa.Poi, all'uscita dal Santuario, l’incontro con una delegazione di miifacchini: il Papa, appena meno blindato dal protocollo, ha mostrato la sua larga umanità con i piccoli. Ha parlato da padre e, insieme, come uno di loro.

© Copyright Corriere di Viterbo, 7 settembre 2009


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