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Viaggi pastorali in Italia

Ultimo Aggiornamento: 06/10/2012 20:47
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25/05/2009 16:24
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La gioia dei fedeli di Montecassino raccontata dall'abate Vittorelli


All'indomani della visita del Papa nella diocesi di Montecassino, Alessandro Gisotti ha chiesto al vescovo abate di Montecassino, dom Pietro Vittorelli, di tracciare un bilancio e di soffermarsi sul significato dei momenti più importanti della giornata cassinate di Benedetto XVI:

R. – L’immagine che più mi rimane nel cuore, di questa visita straordinaria, è la gioia, la felicità e la partecipazione che ho visto negli occhi del Santo Padre per tutta la giornata, ma soprattutto quando salivamo a Montecassino e si è visto circondato da tantissimi monaci, monache, abati e abbadesse, saliti da ogni dove per salutarlo. Era sinceramente commosso …


D. – La visita è durata un giorno ma è stata molto intensa e ha vissuto tanti momenti diversi, significativi l’uno come l’altro …


R. – Si: principalmente, quattro momenti. Il primo, la celebrazione eucaristica in una delle piazze più grandi della città di Cassino, che su mia proposta, poi, il Consiglio comunale ha voluto dedicare – da ieri – appunto a Papa Benedetto XVI: è la prima volta che un Papa ha celebrato nella città di Cassino e soprattutto all’aperto, insieme a migliaia di fedeli che gremivano la piazza e poi anche le strade. Il secondo momento molto importante, il Papa lo ha poi anche ricordato nella sua omelia, l’inaugurazione della Casa della Carità: una risposta concreta ai bisogni e alle povertà di cui anche il nostro territorio è talvolta afflitto. E poi, ancora, il momento dedicato al mondo monastico benedettino internazionale, con la celebrazione dei Vespri nella Basilica cattedrale di Montecassino dove anche il Papa ha avuto delle splendide parole nell’omelia sull’importanza del recupero delle radici cristiane dell’Europa e di come tutto questo abbia avuto un senso ed un inizio proprio qui, a Montecassino. E infine, l’ultimo atto, molto commovente: la visita del Papa al cimitero di guerra polacco, dove in una bella preghiera ha potuto ricordare i caduti di tutte le Nazioni e di tutte le guerre, e poi con un intensissimo e prolungato momento di silenzio e di preghiera personale.


D. – Ecco: in tutti i momenti, il Papa ha sottolineato l’importanza della ricerca di Dio che ha fondato l’Europa e che nella vostra terra è così presente negli insegnamenti e nella vita di San Benedetto …


R. – Sì: è il “quaerere Deum”, come dice San Benedetto nella Regola, che raccomanda ai monaci e che il Papa va proponendo continuamente nel suo ministero petrino alla Chiesa universale attraverso questa modalità, attraverso questo stile che è tipico della vita monastica ma che è tipico della vita monastica ma che è vivibile da ogni credente, e cioè quello declinato attraverso l’“ora et labora et lege”, attraverso la preghiera, il lavoro e lo studio, la cultura; e attraverso queste tre cifre della spiritualità benedettina, il Papa – con quella maestria che gli è propria – ha indicato la strada a tutti i fedeli della nostra Chiesa universale.


D. – Il Papa ha anche sottolineato le preoccupazioni, le inquietudini di tante persone, famiglie, giovani disoccupati. Questo è stato molto apprezzato dalla comunità …


R. – Tantissimo! Quando il Papa ha accennato a questa ferita che, in qualche modo, affligge il nostro territorio e ha parlato della disoccupazione ma anche dei licenziamenti e della cassa integrazione, c’è stato un grande, fragoroso applauso che è durato a lungo, come per dire che questa parola ha toccato il cuore di chi soffre una realtà non facile e soprattutto i giovani che, arrivati a 30 anni, ancora non riescono a trovare una prima occupazione e questo impedisce loro di fondare una nuova famiglia, quella famiglia alla quale noi guardiamo con tanta attenzione e talvolta anche con tanta preoccupazione. Il Papa lo ha ribadito: la famiglia non è sufficientemente tutelata, è un istituto fondamentale, la cellula fondamentale della nostra Chiesa e noi dobbiamo fare tutti insieme tutti gli sforzi possibili per tutelarla. Il primo impegno è quello dell’occupazione, e il Papa ha fatto un appello agli amministratori della cosa pubblica e agli imprenditori affinché abbiamo un guizzo di creatività perché si possano presto avere nuovi posti di lavoro.


La visita del Papa a Cassino è stata seguita con particolare intensità dai giovani della diocesi. A loro, Benedetto XVI ha chiesto di essere “lievito evangelico” tra i propri coetanei. Una sfida che i giovani cassinati sono pronti ad accogliere. Ecco il commento di Luigi Cappelli, capogruppo dell’Agesci di Cassino, raccolto da Alessandro Gisotti:

R. – Oggi più che mai è una vera e propria sfida, ma che nasconde in fondo il bello, l’essenza dell’essere educatore, del mettersi in gioco in prima persona e del poter dare ai ragazzi, agli altri, qualcosa in cui credere! Dare qualcosa in cui sperare, perchè oggi c’è sempre più bisogno di speranza, visto come sta andando il mondo in cui viviamo. Non si fa altro che parlare di crisi, quindi la speranza è sicuramente qualcosa che serve e su cui dobbiamo basare soprattutto la nostra educazione.


D. - La visita del Papa è un grande evento, ma poi che cosa resterà? Come mettere a frutto la grande emozione di questo giorno?


R. – E’ una presenza che rimarrà all’interno dei cuori di tutti i cassinati e, sicuramente, dei ragazzi che hanno preso parte in prima persona a questo evento. Quindi, soprattutto la presenza fisica è stata importante. Il Papa non è una persona che si ferma in Vaticano, ma viene a casa tua! E' lui che viene a trovarti, è lui che ti rivolge un discorso in cui tu sei il protagonista. Questo ha sicuramente scosso molto questo territorio. Ovviamente, chiamandosi il Papa, Benedetto, ed essendo la terra di San Benedetto la nostra terra, sicuramente questa visita è qualcosa che rimarrà nei cuori dei cassinati e che in futuro farà ricordare questo giorno come un giorno significativo per tutti. (Montaggio a cura di Maria Brigini)





Le parole del Papa sul lavoro: il commento del vicepresidente del Parlamento europeo Mauro e della direttrice della Caritas cassinate


La gente di Cassino è stata particolarmente colpita dalle parole del Papa sulla disoccupazione. D’altro canto, la Chiesa locale è da sempre impegnata nel portare aiuto ai bisognosi. Lo sottolinea la direttrice della Caritas di Montecassino, Rosaria Lauro, intervistata da Alessandro Gisotti:

R. - Noi ci avvaliamo soprattutto di un centro di ascolto diocesano dove le persone che vivono un disagio, vengono per essere ascoltate. Lì ritrovano accoglienza, amore, ed esternano i loro problemi. Problemi che possono essere materiali, per cui cerchiamo di dare subito una prima risposta. Lì dove possiamo, dobbiamo entrare in rete con i servizi presenti sul territorio e con le istituzioni, perché il nostro compito è quello di stimolare le istituzioni per dar voce a chi non ha voce. Sono in molti a chiedere lavoro, soprattutto in questo momento.

D. – Che cosa fa la Caritas per chi è colpito dalla crisi economica nel vostro territorio?

R. – La crisi economica è molto presente: cerchiamo di dare qualche risposta, anche se non sempre è possibile. Abbiamo aperto però uno sportello, un “offro e cerco lavoro”, soprattutto per quanto riguarda quelle attività di pulizie nei centri commerciali, nelle abitazioni private, e di servizio anche come badanti, molto richiesto soprattutto dalle donne immigrate. Per questo, noi realizziamo anche un corso di preparazione, proprio per rendere le persone più idonee al lavoro. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

Le parole del Papa sull’umanizzazione del mondo del lavoro, pronunciate ieri a Cassino, hanno avuto ampia eco non solo in Italia. Fausta Speranza ha chiesto una riflessione su questo richiamo di Benedetto XVI all’on. Mario Mauro, vicepresidente del Parlamento europeo:

R. – L’Europa può trovare strategie per risolvere l’emergenza occupazionale solo se sarà capace di riconoscere le proprie radici, perchè per creare nuove possibilità occupazionali, superare l’attuale contesto di crisi, occorre soprattutto lottare, a mio modo di vedere, contro forme di egoismo, e cercare di tutelare in primo luogo i giovani e le famiglie. Ora la Regola di Benedetto, fatta di lavoro, cultura e preghiera, ha sicuramente contribuito a tirar fuori l’Europa di un tempo da un periodo di profonda crisi. Il Papa ha riportato sotto i nostri occhi, quindi, un valido esempio per rispolverare una strategia semplice, però allo stesso tempo molto efficace: guardare alle nostre radici, mettendo tutti insieme il peso di cui siamo capaci sulla stessa mattonella, perchè nessuno rimanga indietro. Credo che questa sia una lezione indispensabile per guardare in questo momento a ciò che conta.



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