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Ultimo Aggiornamento: 19/10/2015 04:06
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Da "Il Gazzettino"...

Il cardinale Re: «Vi racconto i 4 papi che ho conosciuto»

di Giuseppe Pietrobelli

Martedì 20 Gennaio 2009,

Il cardinale che ha lavorato assieme a quattro papi, apprezzandone le doti umane, spirituali e intellettuali, è Giovanni Battista Re, un lombardo di 75 anni, alto, magro e ascetico, che ricopre la carica di prefetto della Congregazione per i vescovi ed è allo stesso tempo presidente della Pontificia Commissione per l'America Latina.

Cinquant’anni fa Albino Luciani diventava vescovo di Vittorio Veneto e la ricorrenza dell’uomo che fu papa per soli 33 giorni è stata ricordata con una serie di convegni e celebrazioni religiose in una diocesi che ancora mantiene la memoria del vescovo semplice e sorridente.

Lo dimostra un libro scritto a quattro mani dall’allora segretario personale Francesco Taffarel e dal giornalista Nicola Scopelliti. Il cardinale Re ha presieduto domenica una solenne celebrazione nel duomo di Ceneda, ricordando la figura di Giovanni Paolo I. E in questa intervista ricorda tutti i papi con i i quali ha collaborato.

Che pontefice è stato Luciani in quel breve scorcio del ’78?

«Un papa che sentiva la responsabilità che aveva assunto, considerandola più grande delle proprie forze. Ricordo che la sera dopo l’elezione portai la borsa che due volte al giorno parte dalla Segreteria di Stato e viene consegnata al papa con i documenti da sottoporre alla sua attenzione. Il segretario mi disse che mi voleva vedere. Percepii in lui la sua sensazione di essere soverchiato da un grande peso».

Era davvero così insopportabile?

«Credo che lo dicesse anche per la sua grande umiltà. Sarebbe stato, invece, un grande papa perchè era un grande uomo di Dio, aveva una visione vera dei problemi e la capacità di decidere. Ha impressionato il mondo con la sua bontà e un modo di fare immediato e semplice. Non gli mancava l’umorismo».

Un aneddoto?

«Me lo raccontò un cardinale di Bruxelles. Dopo l’elezione i cardinali si ritrovarono tutti a cena con il nuovo papa. Verso la fine un prelato statunitense chiese ad alta voce al papa se poteva fumare una sigaretta. E lui: "Le do il mio permesso, purchè sia una fumata bianca"».

Che idea ha della sua morte?

«Fu una sorpresa per tutti. Sicuramente non è accaduto niente di strano. Molto probabilmente non è morto per infarto, ma per un embolo. Aveva difficoltà di circolazione, nei giorni precedenti aveva avuto un gonfiore alle gambe e aveva preso delle pastiglie per ovviare al problema. È stata una morte immediata».

Che ricordo ha dei papi precedenti?

«Dopo la morte di Giovanni XXIII fui chiamato in Segreteria di Stato ad occuparmi di rispondere ai telegrammi arrivati da tutto il mondo. Li dovevo dividere in mucchietti: capi di Stato, capi di governo, ministri degli esteri, sacerdoti...».

E di Paolo VI?

«Fui per sei anni uno dei tre segretari del Segretario di Stato Benelli. Fu un papa molto geniale, dalle grandi intuizioni. Il primo che usò l’aereo, il primo che andò alle Nazioni Unite, il primo che si tolse la tiara dalla testa per darla ai poveri. Un papa che tenne diritta la barca di Pietro, indicò il cammino in uno dei periodi più difficili della Chiesa dopo il Concilio, con le contestazioni e una laicizzazione galoppante».

Lei è stato uno dei collaboratori più vicini a Giovanni Paolo II.

«A differenza di Luciani, egli era completamente a suo agio, contento di essere papa. Con lui ebbi un grande rapporto fin dall’inizio. Ero io che mettevo in bell’italiano le traduzioni dei discorsi che venivano fatte dai sarcerdoti polacchi. Sono convinto che senza papa Luciani, la ventata che ne era venuta, non sarebbe mai stato eletto un papa polacco. Nel ’78 la ripresa della Chiesa era appena all’inizio».

Che cosa l’ha colpita di più di lui, vedendolo da vicino?

«La profondità di pensiero, la capacità di leggere gli avvenimenti, la facilità per le lingue, la facilità di parlare alle folle, l’apprezzamento che aveva per tutto ciò che è bello, l’arte, la letteratura. Ma anche la sua grande umanità. E l’intensità della preghiera».

Dovesse sintetizzare in poche battute la statura di Giovanni Paolo II?

«È stato una personalità enorme, per umanità e forza. Ha colpito il mondo con questo suo essere uomo di Dio, con la sua attenzione al linguaggio degli uomini contemporanei. Ha spiegato a tutti quanto Dio serve al mondo».

Papa Ratzinger è il papa di oggi, con caratteristiche che alla gente comune appaiono molto diverse.

«Benedetto XVI è una grande mente, ha una grande intelligenza. Mentre Woytjla era un filosofo e un mistico, Papa Ratzinger è un grande teologo. Per questo Giovanni Paolo II lo aveva voluto a Roma, voleva accanto a sè un grande teologo».

Forse per questo viene percepito come un papa più freddo...

«Benedetto XVI ha il grande merito di valorizzare la ragione, le dà grande spazio e cerca di dimostrare che non vi sono contrasti tra la scienza e la fede, che chi è contro la ragione è anche contro Dio. In questo modo valorizza anche la ragione umana, come strumento della fede. Per questo insiste su Dio, nel dire che i problemi sociali, umani, economici non si risolvono se non si mette Dio al centro. Da grande teologo quale è ci dice che l’uomo è grande solo se Dio è grande».

Come è cambiata la Chiesa in questo lungo arco di tempo?

«È più viva, più attiva, a dispetto delle realtà di secolarizzazione. Mai la Chiesa ha avuto un episcopato di questa qualità, preparazione, spiritualità. Una volta i vescovi erano autorità lontane, adesso sono dei pastori, molto più vicini alla gente».

Non crede però che la società, anche quella italiana sia presa dalla tentazione di chiudersi in se stessa, di difendersi dalle diversità?

«Il papa insiste molto sul dialogo tra le culture, per evitare scontri di civiltà. La società italiana mi appare migliore di tante altre. Perchè c’è una cultura cristiana che permea tutti, anche il modo di sentire di chi è lontano dalla Chiesa. Si possono negare le proprie radici, ma queste continuano ad esistere».

Giuseppe Pietrobelli



Le solite domande sulla supposta freddezza di B16 non mancano mai così come gli eterni confronti col suo immediato predecessore! [SM=g7629] [SM=g7629] [SM=g7629] [SM=g7629] [SM=g7629] [SM=g7629]


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