È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

Benedetto XVI Forum Luogo d'incontro di tutti quelli che amano il Santo Padre.

Notizie dal B16F

  • Messaggi
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 18.297
    Post: 7.541
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Master
    00 21/03/2011 20:17
    Dal blog di Lella...

    Nel territorio del Diavolo. Cresce una nuova generazione di esorcisti (con la benedizione del Papa). “Satana è più attivo che mai”

    Paolo Rodari

    Una nuova giovinezza sta nascendo per gli esorcisti sotto il pontificato di Benedetto XVI. Tra pochi giorni tanti di loro si ritroveranno, non senza la benedizione vaticana, all’Ateneo pontificio Regina Apostolorum per un nuovo corso loro dedicato. Tema: “Gli esorcismi e le preghiere di liberazione”. I principali esperti del settore mettono in comune le proprie esperienze nella speranza che nuove leve di esorcisti nascano nelle diocesi del mondo che ancora ne sono sprovviste.
    Il Papa sa e approva. Non a caso, settimana scorsa, l’Osservatore Romano ha dato un importante spazio a “The Rite”, il film di Mikael Hafstrom tratto da un libro del giornalista americano Matt Baglio, nel quale Anthony Hopkins interpreta la figura di un esorcista. Giovane prete inizialmente scettico, il protagonista del film viene mandato a Roma a seguire il corso per esorcisti. Qui conosce meglio chi è Satana, ha a che fare con lui durante alcuni esorcismi, e si convince che senza esorcisti la chiesa non può stare. “Ci si creda o no il diavolo esiste – ha scritto l’Osservatore – E opera subdolamente per avere il sopravvento. Una realtà che alla chiesa certo non sfugge”.
    Non sfugge alla chiesa e non sfugge al Papa il quale, più volte recentemente, ha citato il demonio.
    Anche nel libro su Gesù di Nazaret da poco nelle librerie (secondo volume) parla di Giuda che è finito sotto il dominio di Satana: “Il fatto che egli tradisce questa amicizia deriva ormai dall’intervento di un altro potere, al quale si è aperto”. Nei giorni in cui il libro su Gesù usciva nelle librerie, il Papa ha incontrato i preti di Roma nel tradizionale incontro di inizio Quaresima. A loro ha detto: “La chiesa è sempre minacciata. C’è sempre il pericolo dell’opposizione del diavolo, che non accetta la presenza di Dio in una comunità vivente, tra gli uomini. Non deve meravigliarci. C’è sempre difficoltà. C’è sempre erba cattiva nella chiesa”.
    Anche i predecessori di Ratzinger non sono stati da meno di lui. Tra tutti, molto hanno parlato del diavolo Pio XII e Paolo VI. Pio XII non ne ha solo parlato. Ha fatto di più. Convinto che Adolf Hitler fosse posseduto dal demonio, si dice sia arrivato a compiere delle preghiere di esorcismo a distanza, nel tentativo di neutralizzare il presunto influsso demoniaco sul dittatore nazista.
    Era invece il 15 novembre del 1972 quando Paolo VI parlò in modo impressionante del demonio. Tutti ricordano le sue parole del 29 giugno dello stesso anno quando disse che da qualche fessura il fumo di Satana era entrato dentro la chiesa (“e nessuno ha mai detto che sia uscito”, disse una volta un po’ scherzando e un po’ no Emmanuel Milingo, il vescovo ed esorcista cattolico oggi ridotto allo stato laicale). Ma in realtà le parole del 15 novembre successivo, seppure dimenticate, furono ben più terribili e circostanziate. Disse: “Il male non è più soltanto una deficienza, ma un’efficienza, un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore. Terribile realtà. Misteriosa e paurosa. Esce dal quadro dell’insegnamento biblico ed ecclesiastico chi si rifiuta di riconoscerla esistente; ovvero chi ne fa un principio a sé stante, non avente essa pure, come ogni creatura, origine da Dio; oppure la spiega come una pseudo-realtà, una personificazione concettuale e fantastica delle cause ignote dei nostri malanni. Il problema del male, visto nella sua complessità, e nella sua assurdità rispetto alla nostra unilaterale razionalità, diventa ossessionante. Esso costituisce la più forte difficoltà per la nostra intelligenza religiosa del cosmo”. E ancora: “Che si tratti non d’un solo demonio, ma di molti, diversi passi evangelici ce lo indicano; ma uno è principale: Satana, che vuol dire l’avversario, il nemico; e con lui molti, tutti creature di Dio, ma decadute, perché ribelli e dannate; tutte un mondo misterioso, sconvolto da un dramma infelicissimo, di cui conosciamo ben poco. Sappiamo che questo essere oscuro e conturbante esiste davvero e che con proditoria astuzia agisce ancora; è il nemico occulto che semina errori e sventure nella storia umana”.
    Per Paolo VI Satana esiste e lotta contro il mondo. Così la pensano anche gli esorcisti. Sono loro, più di tanti vescovi e cardinali, a ricordare l’esistenza di Satana e la necessità che la chiesa creda alla sua esistenza. Per loro Satana è ovunque. E vuole una sola cosa, la distruzione del mondo. Per ottenerla mette l’uomo contro l’uomo, i popoli contro i popoli arrivando fino a sconvolgere la natura per seminare il più possibile morte e distruzione. Quando l’uragano Katrina si abbatté sui cittadini di New Orleans fu Gerhard Wagner, il monsignore austriaco noto ai più per la nomina a vescovo ausiliare di Linz ritirata dal Papa dopo pochi giorni a motivo delle proteste dei fedeli che lo ritenevano “troppo conservatore”, a dire che si trattava di una sorta di punizione divina. Wagner venne subito zittito anche da suoi confratelli nell’episcopato. Per molti il suo giudizio era affrettato e superficiale. Eppure rifletteva una convinzione ben radicata in molti uomini di chiesa: all’origine dei grandi fenomeni naturali ci sono forze estranee al mondo che lottano e agiscono, a volte con esiti terribili. Satana agisce incessantemente. Con lui, la sua schiera. I demoni, angeli che come il loro capo hanno fatto il grande rifiuto. Si sono ribellati a Dio per l’eternità. Precipitati nell’inferno, vivono sottomessi gerarchicamente a Satana, il principe delle tenebre, colui che un tempo fuori dal tempo era il più bello tra gli angeli di Dio e poi non lo è stato più.
    Sulla sua strada egli ha un principale ostacolo, il Papa, chiamato più di altri a far sì che le porte degli inferi non prevalgano sulla chiesa e sul mondo. Con il Papa, gli esorcisti, preti con un incarico speciale che dopo i secoli bui nei quali erano caduti nel dimenticatoio – i posseduti nel medioevo vennero messi al rogo invece che venire affidati a chi di dovere – stanno oggi tornando a un nuovo splendore, chiamati ancora una volta a combattere contro il grande nemico laddove questi si palesa in modo straordinario, ovvero quando prende possesso, lui puro spirito, dell’unica cosa che gli manca, un corpo di carne e ossa. Una lotta aspra. Uno contro uno. E non è detto che a vincere sia sempre e comunque l’esorcista.
    Padre Gabriele Amorth è l’esorcista più famoso nel mondo. Opera nella diocesi di Roma dal 1986. Dice: “Più volte ho parlato con Ratzinger di Satana e degli esorcismi. Nel 2000, quando dovette redigere il nuovo rituale degli esorcisti, mi consultò tre volte. Ammise di conoscere poco il nostro lavoro. Ma non per questo non credeva in noi. Credo che se oggi aumentiamo anno dopo anno di numero lo dobbiamo anche alla sua lungimiranza. Benedetto XVI sa che per abbattere Satana ci vuole una squadra scelta, appunto gli esorcisti. Purtroppo non tutti nella chiesa credono nell’esistenza di Satana. Una volta mi sono trovato in Vaticano a parlare di Satana con un importante cardinale. Mi disse: ‘Io non ci credo’. Gli dissi: ‘Eminenza, lei dovrebbe leggere un libro che forse può aiutarla a cambiare opinione’. ‘Davvero? E quale sarebbe?’. ‘Dovrebbe leggere il Vangelo’. Rimase in silenzio. Senza dire nulla si alzò dalla sedia e lasciò la stanza. E’ Gesù che nel Vangelo scaccia i demoni e affida questo potere agli apostoli. Se non si crede nell’esistenza di Satana non si crede nel Vangelo”.
    Benedetto XVI ci crede. Da tempo si rincorrono le voci che dicono che presto l’Associazione internazionale degli esorcisti, fondata nel 1999 da Amorth, verrà riconosciuta ufficialmente dal Vaticano e affidata alla Congregazione del culto divino. Se la cosa davvero avverrà nessuno lo sa.
    Dice padre Amorth in proposito: “Se ne parla da tempo. Spero la cosa si faccia. L’importante però è che gli esorcisti abbiano la piena libertà d’azione. La libertà è il bene che nessuno deve toglierci. Libertà d’azione e anche libertà di parola. Dobbiamo avere sempre la libertà di parlare di Satana, della sua azione tentatrice e perversa sul mondo. La chiesa non deve essere timida rispetto a questa denuncia importante e fondamentale per la vita spirituale degli uomini”.
    Di certo c’è una cosa. Grazie a questa associazione, grazie alle parole di Ratzinger e al fatto che i suoi principali collaboratori spingono nella sua stessa direzione, sono sempre più i vescovi che nominano esorcisti. Tante persone bussano alle loro porte. Come riconoscere se sono davvero indemoniati? Ci vuole un esorcista. Dice Amorth: “Ho capito che Ratzinger apprezzava il lavoro degli esorcisti nel 2000. Mi consultò per iscritto circa la stesura del nuovo messale. Mi mandò tramite Tarcisio Bertone, che allora era segretario della Dottrina della fede, delle domande sul demonio e io risposi. Quando poi dovette relazionare davanti ai cardinali citò sempre i miei punti di vista. Dopo un po’ di tempo Bertone mi fece recapitare un assegno con una piccola somma. Era un piccolo gesto con il quale però vollero dirmi una cosa: stimiamo il tuo lavoro”.
    Nel corso del Regina Apostolorum si parla anche di questo, di come discernere se una persona è davvero posseduta o meno. Dice Amorth: “Non è facile nemmeno per me. Io non ho il dono che aveva il mio maestro, padre Candido Amantini, esorcista alla Scala Santa, vicino alla basilica Lateranense, per anni. A lui bastava mettere le mani sulla testa delle persone che gli chiedevano aiuto per capire. ‘Tu sì, tu no’, diceva a coloro che a due a due s’inginocchiavano ai suoi piedi per chiedergli se erano infestati o meno. Io non ho questo dono. Io devo esorcizzare per capire. Di solito, comunque, non ci vuole troppo tempo. Indosso la stola, prendo in mano il crocifisso con incastonata la medaglia di san Benedetto, nell’altra mano una piccola boccetta di acqua santa, inizio a recitare il rituale in latino e se c’è qualcosa si svela immediatamente. Di solito se uno è posseduto accade che il diavolo che è dentro di lui reagisce. Non resiste a Cristo. Non resiste al potere che Cristo ha dato all’esorcista. E inizia a sbavare, a urlare, a bestemmiare, a minacciare. Gli occhi del posseduto si girano all’indietro. Entra in trance. E lo spirito che è dentro di lui attacca. Cerca di colpire l’esorcista con tutti i mezzi. Ma l’esorcista non ha nulla da temere. Se egli parla nel nome di Cristo il demonio non può fargli nulla di male. Può solo minacciare ma senza speranza di successo. L’importante è non dialogare mai col demonio. Si deve fare soltanto una cosa: imporgli ordini nel nome di Cristo. Rispondere alle sue provocazioni con degli ordini. Deve capire chi comanda”.
    Il 2000 fu per gli esorcisti un anno difficile. La revisione del rituale antico fu un passaggio traumatico.
    Dice Amorth: “Nella commissione di cardinali incaricati di redigere il nuovo testo l’unico che credeva nell’esistenza di Satana era il presidente della commissione, Joseph Ratzinger. Gli altri non ci credevano e, infatti, il testo redatto era inefficace in diverse parti. Satana teme alcune parole del rituale antico. Teme alcune parole latine. Soffre quando vengono pronunciate.
    Soffre quando gli si dice che Cristo è lì per sradicarlo (‘eradicare’) dalla persona nella quale è entrato. Molte di queste parole vennero inspiegabilmente tolte. Così gli esorcismi persero molta della loro efficacia. Per fortuna Ratzinger riuscì a far scrivere in fondo al nuovo rituale che chi voleva poteva ancora usare il testo antico. Fu la salvezza per me, per molti miei colleghi e per molti posseduti che altrimenti non sarebbero mai stati liberati”.
    Padre Amorth non si stupisce del fatto che molti nella chiesa non credono all’esistenza di Satana. “Del resto c’è molta diffidenza anche per Medjugorje, il luogo dove dal 1981 la Madonna appare e dove conduce una battaglia durissima contro Satana. Nel 2001 la Madonna disse a Medjugorje che Satana era ‘sciolto dalle catene’. Significa che oggi è libero di scatenarsi per quella che forse è la sua ultima battaglia contro il mondo. Beninteso, Satana non può essere stato lasciato da Dio del tutto libero. Se così fosse, come disse una volta sant’Agostino, tutti gli uomini verrebbero immediatamente uccisi. Ma una certa libertà d’azione oggi ce l’ha. E il mondo, e a volte anche la chiesa, è purtroppo diffidente verso queste parole e fatica a credervi. Invece contro Satana servirebbero molte forze, molti uomini disposti alla preghiera e al digiuno. Tutti possono combatterlo con queste armi. Al resto pensiamo noi esorcisti. Quando esorcizziamo entriamo in un combattimento speciale. Noi possiamo vincere solo se lasciamo che sia Cristo ad agire. E’ nel nome di Cristo che gli chiediamo: ‘Come ti chiami?’ Perché sei entrato in questa persona?’ ‘Quando te ne andrai?’. Satana e i suoi seguaci fanno di tutto per mentire. Cercano di celarsi, di nascondersi. Nella maggior parte dei casi sono necessari anni per liberare un posseduto. Satana è duro a morire. Ma la battaglia va fatta. Senza paure. Quante volte Satana mi ha detto: ‘Prete, questa sera verrò nel tuo letto e ti ammazzerò’. Io non ho mai avuto paura. Anche perché non è mai venuto a prendermi. La Madonna mi protegge, e lui lo sa. Più volte Satana ha cercato di impaurirmi facendo vomitare ai posseduti che esorcizzavo pezzi di vetro, viti, forbici per le unghie. Questi oggetti si materializzavano sulla lingua delle persone all’improvviso. Li ho conservati tutti. Li tengo in un cassetto del mio comodino. Non m’impressionano neanche un po’”.
    Da una parte il male, dall’altra il bene. La battaglia dura da sempre ma padre Amorth è convinto che oggi qualcosa di diverso sta avvenendo. Dice: “Le apparizioni della Madonna a Medjugorje dicono che la bestia, il serpente tentatore, gode di una certa libertà che prima non aveva, la libertà di scatenarsi contro il mondo. Non sono un visionario. Non amo leggere in modo superficiale dentro le catastrofi del mondo la mano di Satana. Ma dico che dove c’è male c’è Satana. Satana che da sempre ‘come leone ruggente va in giro cercando chi divorare’, dice la prima lettera di Pietro. Satana che usa tutte le furbizie per portare l’uomo nel suo inferno, il luogo del rifiuto totale di Dio. Una volta, ancora a Medjugorje, la Madonna disse che Satana non vuol distruggere soltanto l’uomo, ma anche il pianeta dove abitiamo. Oggi, più di altri tempi, è l’ora di Satana. Il mondo deve sapere e deve attrezzarsi. Le armi del mondo sono la preghiera e il digiuno. Noi esorcisti interveniamo dove la battaglia è troppo aspra e difficile. Ma anche noi, quando interveniamo, chiediamo al posseduto di adeguarsi: nel periodo degli esorcismi deve sottoporsi a uno stile di vita ferreo, preghiera e digiuno. Se tutti gli uomini adottassero questo stile di vita, Satana verrebbe precipitato nel suo baratro una volta per tutte”.

    Pubblicato sul Foglio sabato 19 marzo 2011


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 18.298
    Post: 7.542
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Master
    00 21/03/2011 20:18
    Dal blog di Lella...

    Il Papa conquista l'Infernetto

    BENEDETTO XVI HA CONSACRATO LA PARROCCHIA DI SAN CORBINIANO

    Il Faro on line

    Maria Grazia Stella

    Bagno di folla all’Infernetto per papa Benedetto XVI che ha consacrato la nuova chiesa di San Corbiniano. Una data storica per il XIII municipio perché si è trattato della prima visita del Papa (foto Faraglia) nel municipio XIII in occasione della consacrazione della parrocchia dedicata al santo bavarese, che molto ha influenzato l’attuale pontefice poiché Joseph Ratzinger è succeduto a Corbiniano di Baviera come arcivescovo di Monaco-Frisinga, in Germania, dal 1977 al 1982.
    La struttura si trova in via Ermanno Wolf Ferrari, l’arteria principale del quartiere: il legame tra Sua Santità e la chiesa si fortificherà ancora di più. Alla cerimonia ha partecipato Giacomo Vizzani, presidente del municipio XIII, che ha poi avuto un colloquio con Sua Santità al termine della funzione religiosa.
    “Il Santo Padre ha chiesto del nostro territorio, informandosi su quanti abitanti lo abitano e, saputo della vastità e della presenza di centinaia di migliaia di persone, si è meravigliato pregandomi di salutare tutti i cittadini”, ha commentato il minisindaco.
    Era presente anche il presidente della commissione Lavori pubblici, Pierfrancesco Marchesi. “Condivido quanto detto all’altare dal Pontefice, in particolare quando, con riferimento alla nuova chiesa del quartiere Infernetto, ha parlato di collettività che deve ritrovarsi in uno spirito di comunità soprattutto perché questo è un quartiere giovane e con i suoi residenti, giovani e meno giovani, può intraprendere questo cammino”, ha aggiunto il presidente Vizzani. Il complesso architettonico, ideato dall'architetto Umberto Riva ed esteso su circa 2.200 metri quadrati, accoglierà oltre 300 fedeli e sarà dotato di un’aula liturgica, sale per l’oratorio e il catechismo e un ampio cortile interno per ospitare le attività sportive e di aggregazione come calcetto e basket, oltre a una zona destinata al parcheggio. La comunità dei fedeli di San Corbiniano, guidata dal parroco don Antonio Magnotta, assegnato nel 2009 all'Infernetto, con l'aiuto di don Samuele Depredri e del seminarista Giuseppe Tavolacci, fino ad oggi non aveva un luogo di culto e per le celebrazioni aveva dovuto avvalersi dell'ospitalità delle suore di Sant’Agata di via Lotti. I parrocchiani sono adesso contenti per il nuovo tempio che potrà favorire un percorso spirituale di autentica fratellanza e comunione che, a loro dire, fa di San Corbiniano la parrocchia più bella di Roma. Alla cerimonia di consacrazione sono intervenute le autorità civili, politiche e militari di Ostia e della città di Roma.

    www.ilfaroonline.it/2011/03/21/ostia/il-papa-conquista-infernetto-15...


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 18.299
    Post: 7.543
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Master
    00 21/03/2011 20:19
    Dal blog di Lella...

    L'orso del Papa

    Alla dedicazione della parrocchia romana di San Corbiniano - una liturgia esemplare per la cura e la partecipazione dei fedeli, tra i quali tantissimi bambini - erano presenti ben tre successori del fondatore della diocesi di Frisinga: oltre a Joseph Ratzinger, oggi Papa con il nome di Benedetto XVI, i cardinali Friedrich Wetter e Reinhard Marx.
    Un fatto eccezionale, che il parroco ha sottolineato nel suo caloroso saluto iniziale.
    Nell'omelia il vescovo di Roma, successore del primo degli apostoli, ha improvvisato una breve riflessione su questo monaco francese attratto dalla vita contemplativa che scese a Roma per fondarvi un monastero. Ma qui la sua vita cambiò in modo inatteso: il Papa lo ordinò vescovo per la Baviera, dove la popolazione "voleva farsi cristiana, ma mancava gente colta, mancavano sacerdoti per annunciare il Vangelo".
    Una scelta, quella di Gregorio II, che si rivelò di universalità - il santo infatti "collega la Francia, la Germania, Roma", ha sottolineato il Papa - e nello stesso tempo di unità: Corbiniano ci dice che "la Chiesa è fondata su Pietro" e che era la stessa "come oggi". Per una ragione molto semplice: Cristo è lo stesso, "la Verità, sempre antica e sempre nuova, attualissima, presente, e apre la chiave per il futuro".
    Parlando ai fedeli Benedetto XVI ha accennato all'orso che ha scelto di collocare nel suo stemma, episcopale e poi papale.
    Joseph Ratzinger ne aveva scritto per la prima volta nel libro autobiografico, tanto piccolo quanto prezioso, che pubblicò nel suo settantesimo anno e dove raccolse i suoi ricordi sino alla consacrazione episcopale. Raccontando come all'animale che aveva sbranato il cavallo di Corbiniano, in viaggio per Roma, fu imposto dal monaco di portare il suo fardello.
    Ratzinger, sulla traccia del prediletto Agostino, spiegava che quel peso - il carico episcopale di chi "tira il carro di Dio in questo mondo" - venne imposto a Corbiniano e al vescovo africano, attratti entrambi dalla contemplazione e dallo studio. "Ma proprio in questo modo io ti sono vicino, ti servo, tu mi hai nella mano", concludeva il cardinale ormai a Roma. Affidandosi all'unico Signore, come ogni giorno fa Benedetto XVI. Che resta sempre affezionatissimo al suo orso.

    g. m. v.

    (©L'Osservatore Romano 21-22 marzo 2011)


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    +PetaloNero+
    Post: 17.918
    Post: 5.000
    Registrato il: 22/08/2006
    Registrato il: 20/01/2009
    Utente Comunità
    Utente Master
    00 22/03/2011 01:29
    L'Osservatore Romano


    Edizione quotidiana 21-22 marzo 2011





    www.vatican.va/news_services/or/or_quo/index.html


  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 18.301
    Post: 7.545
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Master
    00 22/03/2011 19:58
    Dal blog di Lella...

    Papa/ Giro vite in formazione preti, più filosofia in seminario

    Nuovo decreto: Nell'era web alla teologia serve la metafisica

    Città del Vaticano, 22 mar. (TMNews)

    Poca filosofia. Insegnanti inadeguati, e magari laici.
    Più in generale, una diffusa "sfiducia", nella società, nella possibilità di "giungere ad una verità obiettiva e universale". Partendo da queste considerazioni la congregazione vaticana per l'Educazione cattolica ha promulgato, con l'avallo del Papa, un "decreto di riforma degli studi ecclesiastici di filosofia".
    "Di fronte alla debolezza della formazione filosofica - ha detto il segretario del dicastero vaticano, il domenicano Jean-Louis Brugues, nella conferenza stampa di presentazione del documento - il decreto ribadisce l'importanza delle materie sistematiche: la sola conoscenza della storia della filosofia e delle varie correnti non basta. L'informazione non è formazione. Quest'ultima consente di acquisire un giudizio e un discernimento nell'ambito propriamente filosofico, oggi ancora più necessario che prima di fronte all'accesso alle conoscenze facilitato da internet".
    Nel decreto si sottolinea che "tra i mutamenti della cultura dominante, alcuni, particolarmente profondi, riguardano la concezione della verità. Molto spesso, infatti, si riscontra una sfiducia nei confronti della capacità dell'intelligenza umana di giungere ad una verità obiettiva e universale, con la quale le persone possono orientarsi nella loro vita". Ha chiosato il presidente della congregazione vaticana, card. Zenon Grocholewski: "La debolezza della formazione filosofica in molte istituzioni ecclesiastiche, con l'assenza di precisi punti di riferimento, soprattutto riguardo alle materie da insegnare e la qualità dei docenti. Questa debolezza è, inoltre, accompagnata dalla crisi degli studi filosofici in genere in un'epoca in cui la ragione stessa è minacciata dall'utilitarismo, dallo scetticismo, dal relativismo, dalla sfiducia della ragione di conoscere la verità riguardo ai problemi fondamentali della vita, dall'abbandono della metafisica; perfino talvolta il concetto della filosofia non appare chiaro". A dare la misura della sproporzione che vi è oggi tra gli studi filosofici e quelli teologici è il numero delle facoltà nel mondo illustrati in conferenza stampa: 50 di filosofia contro 400 di teologia.
    Monsignor Brugues ha messo in evidenza che "l'esperienza dimostra che non è raro che manchi un corpo docente abbastanza qualificato in filosofia (ad esempio i corsi saranno affidati a teologi che hanno ricevuto una vaga formazione filosofica), o che siano impiegati quasi esclusivamente docenti esterni, e quindi non stabili, o insegnanti con un grado civile e non ecclesiastico in filosofia". Di conseguenza, "gli insegnanti devono essere adeguatamente qualificati, vale a dire, in possesso di un dottorato in filosofia.
    In linea di principio, questo titolo deve essere ecclesiastico. Data la difficoltà di ottenere un dottorato ecclesiastico in filosofia, il documento prevede le condizioni per accogliere un insegnante con un dottorato non-ecclesiastico". Inoltre, gli studenti in seminario devono studiare filosofia per tre anni e "la facoltà ecclesiastica di filosofia deve avere un numero minimo di docenti stabili, vale a dire sette. Il criterio centrale è quello che si applica a tutte le facoltà ecclesiastiche: devono essere coperte le materie fondamentali". Il domenicano Charles Morerod ha sottolineato, nel corso della conferenza stampa, "l'importanza della metafisica per lo studio della teologia".

    © Copyright TMNews


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    +PetaloNero+
    Post: 17.921
    Post: 5.003
    Registrato il: 22/08/2006
    Registrato il: 20/01/2009
    Utente Comunità
    Utente Master
    00 23/03/2011 01:38
    L'Osservatore Romano

    Edizione quotidiana 23 marzo 2011





    www.vatican.va/news_services/or/or_quo/index.html

  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 18.305
    Post: 7.549
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Master
    00 23/03/2011 19:43
    Dal blog di Lella...

    PAPA: DIO CI ASCOLTA VERAMENTE SE PREGHIAMO CON IL CUORE

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 23 mar.

    "Dio ci ascolta veramente, ci ascolta anche se preghiamo con la mente, ci ascolta se preghiamo con il cuore". Benedetto XVI ha voluto assicurarlo oggi, parlando ai 20mila fedeli che riempivano i quattro settori centrali di piazza San Pietro, dove si e' tenuta l'Udienza Generale, tornata all'esterno con l'inizio della primavera.
    Il Papa ha dedicato la sua catechesi alla figura di San Lorenzo da Brindisi, frate cappuccino vissuto nel 16esimo secolo, che, ha detto Ratzinger, "protraeva per ore la celebrazione della messa, commosso e compreso nel mistero dell'Eucaristia".
    Un esempio che il Pontefice ha indicato oggi ai sacerdoti, esortandoli ad "evitare il pericolo dell'attivismo". "Dio - ha ricordato - e' la prima priorita', dobbiamo trovare sempre il tempo necessario per essere in comunione di preghiera con il Signore".
    "Tutti e non solo i sacerdoti - ha scandito - debbono coltivare la vita di preghiera, parlare a Dio e ascoltare Dio quando parla a noi". "Anche i fedeli piu' semplici, non dotati di grande cultura - ha rilevato il Papa tedesco - furono beneficati dalla parola convincente di Lorenzo, che si rivolgeva alla gente umile per richiamare tutti alla coerenza della propria vita con la fede professata". "Questo - ha riconosciuto - e' stato un grande merito dei Cappuccini e di altri Ordini religiosi, che, nei secoli XVI e XVII, contribuirono al rinnovamento della vita cristiana penetrando in profondita' nella societa' con la loro testimonianza di vita e il loro insegnamento". Per Benedetto XVI, "e'sorprendente che san Lorenzo da Brindisi abbia potuto svolgere ininterrottamente questa attivita' di apprezzato e infaticabile predicatore in molte citta' dell'Italia e in diversi Paesi, nonostante ricoprisse altri incarichi gravosi e digrande responsabilita'". "All'interno dell'Ordine dei Cappuccini, infatti, fu professore di teologia, maestro dei novizi, piu' volte ministro provinciale e definitore generale, e infine ministro generale dal 1602 al 1605". Ma, ha sottolineato ancora Joseph Ratzinger, "in mezzo a tanti lavori, Lorenzo coltivo' una vita spirituale di eccezionale fervore, dedicando molto tempo alla preghiera e in modo speciale alla celebrazione della Santa Messa, che protraeva spesso per ore, compreso e commosso nel memoriale della Passione, Morte e Risurrezione del Signore". "Alla scuola dei santi - dunque - ogni presbitero, come spesso e' stato sottolineato durante il recente Anno Sacerdotale, puo' evitare il pericolo dell'attivismo, di agire cioe' dimenticando le motivazioni profonde del ministero, solamente se si prende cura della propria vita interiore".
    Nel suo discorso, tratteggiando ancora la figura del grande predicatore cappuccino, il Papa ha poi aggiunto che "la nuova evangelizzazione ha bisogno di apostoli ben preparati, zelanti e coraggiosi, perche' la luce e la bellezza del Vangelo prevalgano sugli orientamenti culturali del relativismo etico e dell'indifferenza religiosa, e trasformino i vari modi di pensare e di agire in un autentico umanesimo cristiano".
    "Anche oggi - ha continuato - nel portare avanti il dialogo ecumenico, il confronto con la Sacra Scrittura, letta nella Tradizione della Chiesa, costituisce un elemento irrinunciabile e di fondamentale importanza". San Lorenzo da Brindisi, ha ricordato, e' stato un "predicatore efficace", che "conosceva in modo cosi' profondo non solo la Bibbia, ma anche la letteratura rabbinica" e pote' "svolgere un intenso apostolato presso diverse categorie di persone". "Tutta la sua attivita' - sono ancora le parole del Pontefice - e' stata ispirata da un grande amore per la Sacra Scrittura, e dalla convinzione che l'ascolto e l'accoglienza della Parola di Dio produce una trasformazione interiore che ci conduce alla santita'". Inoltre, "San Lorenzo da Brindisi ci insegna ad amare la Sacra Scrittura, a crescere nella familiarita' con essa, a coltivare quotidianamente il rapporto di amicizia con il Signore nella preghiera". La Parola del Signore, ha concluso il Papa teologo, e' "fonte da cui attingere" per "condurre gli uomini del nostro tempo a Dio"; come fece san Lorenzo che era in grado di "illustrare in modo esemplare la dottrina cattolica anche ai cristiani che, soprattutto in Germania, avevano aderito alla Riforma di Lutero".

    © Copyright (AGI)


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    +PetaloNero+
    Post: 17.923
    Post: 5.005
    Registrato il: 22/08/2006
    Registrato il: 20/01/2009
    Utente Comunità
    Utente Master
    00 24/03/2011 01:38
    L'Osservatore Romano

    Edizione quotidiana 24 marzo 2011





    www.vatican.va/news_services/or/or_quo/index.html

  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 18.314
    Post: 7.558
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Master
    00 24/03/2011 13:41
    Dal blog di Lella...

    Dal Papa i nativi del Manitoba

    Jessica Cox, ventottenne statunitense dell'Arizona, è nata senza braccia ma non si è mai arresa, abituando i suoi piedi a comportarsi come fossero mani. È con i piedi che ha regalato al Papa la medaglia ufficiale del Guinness World Records che attesta il suo impegno tenace a testimoniare «il valore della vita sempre e comunque, in qualunque condizione». Infatti Jessica, usando solo i suoi piedi, sa pilotare l'aereo, guidare l'automobile, suonare il pianoforte, compiere tutti i gesti della vita quotidiana. Nello sport è cintura nera di taekwondo. «È uno stile di vita -- dice -- con cui cerco di contagiare i giovani che vivono nella disperazione e senza valori autentici». Speranza e valori autentici sono anche le realtà che continuano a essere al centro della vita dei nativi del Manitoba, antiche popolazioni che vivono nel territorio canadese. Il grande capo David Harper, con il tradizionale copricapo piumato, ha presentato al Pontefice le loro aspettative, soprattutto per ottenere una migliore assistenza sanitaria. «Stiamo dando vita -- dice Harper -- a una campagna di sensibilizzazione sul diabete, particolarmente diffuso tra la nostra gente».
    Infine, in vista del prossimo Congresso eucaristico nazionale, che si svolgerà dal 3 all'11 settembre ad Ancona, gli agenti della polizia stradale delle Marche, «già al lavoro per garantire il servizio organizzativo», sono venuti a incontrare il Papa -- accompagnati dall'arcivescovo Edoardo Menichelli -- «per prepararsi anche spiritualmente» dice il dirigente Roberto Razzano.

    (©L'Osservatore Romano 24 marzo 2011)


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    +PetaloNero+
    Post: 17.925
    Post: 5.007
    Registrato il: 22/08/2006
    Registrato il: 20/01/2009
    Utente Comunità
    Utente Master
    00 25/03/2011 01:27
    L'Osservatore Romano

    Edizione quotidiana 25 marzo 2011





    www.vatican.va/news_services/or/or_quo/index.html

  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 18.322
    Post: 7.566
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Master
    00 25/03/2011 22:58
    Dal blog di Lella...

    PAPA: DOMENICA CON IL RABBINO DI SEGNI ALLE FOSSE ARDEATINE

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 24 mar.

    Il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, preghera' con Benedetto XVI domenica mattina nel Sacrario delle Fosse Ardeatine dove il Papa tedesco si reca nel 67.mo anniversario della strage nazista del 24 marzo 1944, nella quale vennero uccise 335 persone, in rappresaglia all'attentato del giorno precedente in Via Rasella, in cui 33 tedeschi avevano perso la vita. Il Pontefice, invitato dall'Associazione Nazionale tra le Famiglie Italiane dei Martiri caduti per la liberta' della Patria sara' accolto dalla signora Rosina Stame, presidente dell'Anfim, dal generale Vittorio Barbato, Commissario Generale per le Onoranze ai Caduti in guerra, dal capitano Francesco Sardone, direttore del Mausoleo.
    Ad accompagnare il Papa saranno due porporati: il vicario di Roma, Agostino Vallini e l'arciprete emerito della Basilica di San Paolo Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, figlio del Colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, caduto nella strage. Dopo aver deposto un cesto di fiori davanti alla lapide che ricorda l'eccidio, Benedetto XVI attraversera' le grotte e raggiungera' l'interno del Sacrario, raccogliendosi in ginocchio davanti alle tombe. Successivamente il Pontefice e il rabbino capo reciteranno una preghiera per i defunti. Uscendo dal Monumento, il Pontefice apporra' la sua firma al Libro dei visitatori e rivolgera' un breve saluto sul Piazzale antistante il Sacrario ai Familiari delle Vittime e a tutte le persone presenti. Ratzinger e' il terzo Papa a visitare le Fosse Ardeatine; in precedenza vi si erano recati Paolo VI, il 12 settembre 1965 e Giovanni Paolo II, il 21 marzo 1982.

    © Copyright (AGI)

    PAPA ALLE FOSSE ARDEATINE: CARD. MONTEZEMOLO RICORDA SUO PADRE

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 24 mar.

    E' stato riconosciuto grazie alle iniziali ricamate sulla sua camicia, qualche mese dopo l'eccidio alle Fosse Ardeatine del 24 marzo 1944, il corpo dell'eroico colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, capo delle Resitenza militare a Roma, ucciso con un colpo alla nuca: due mesi dopo avrebbe compiuto 43 anni.
    "Attilio Ascarelli, ebreo, medico legale, fece un lavoro eccezionale e accuratissimo per dare un nome a tutte le vittime; andavo ogni giorno nel luogo della strage, per cercare di ritrovare mio padre", ricorda su "Roma 7" supplemento diocesano di Avvenire, il figlio Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, oggi cardinale ultraottantenne, che domenica accompagnera' il Papa tedesco nella sua visita al mausoleo dove riposano le 334 vittime della strage nazista. "Benedetto XVI vuole che sia al suo seguito, durante la visita privata al Sacrario: notizia che ho appreso con una lieta commozione", racconta l'ex nunzio apostolico in Italia e Israele, e poi primo cardinale arciprete della Basilica di San Paolo fuori le Mura dal 2005 al 2009. Secondo di cinque figli, conserva nella memoria la fotografia "di una famiglia molto unita, anche se il lavoro impegnava molto mio padre fuori casa: la carriera militare lo porto' in Spagna e in Africa. E ogni volta mia madre ne aspettava il ritorno con apprensione".
    Di origini torinesi, la famiglia Montezemolo arriva nella capitale nel '40: Giuseppe, che da ragazzo aveva combattuto come soldato volontario alpino nella Grande guerra e prima della carriera militare si era laureato in ingegneria civile, "viene chiamato dal maresciallo Pietro Badoglio a formare il Comando supremo dell'esercito". Intanto a casa Montezemolo la vita scorre serena nell'appartamento in affitto in via Vico, vicino a piazzale Flaminio, nonostante il conflitto: mentre le sorelle Lydia, Isolda e Adriana vanno al ginnasio Sacro Cuore, nei pressi di piazza di Spagna, i fratelli frequentano il liceo Mamiani. Vedono il papa' "all'ora dei pasti. Era austero, serio, ma non severo, anzi: molto affettuoso. Si preoccupava di come andassero i nostri studi", riferisce il porporato.
    Sono anni difficili: promosso colonnello, il militare e' pronto "a passare al comando delle truppe" nel '43, ma il 25 luglio cade il regime fascista e Badoglio, nuovo capo del governo, "lo vuole alla guida della sua segreteria particolare, fino all'armistizio dell'8 settembre". Il re e i membri del governo fuggono, mentre Montezemolo resta a fianco del generale Calvi di Bergolo, che assumera' il comando della "Citta' aperta", "nel tentativo di salvare Roma dall'occupazione tedesca. Ma - racconta il cardinale nell'intervista - il 23 settembre i nazisti li fanno prigionieri, tranne mio padre che, d'accordo con Calvi, riesce a vestirsi in borghese e a dileguarsi, fondando in seguito e prendendo il comando del Fronte militare clandestino. Proprio quel giorno dovevamo incontrarci in segreto a casa di amici, sul Lungotevere: a quell'appuntamento non e' mai arrivato".
    Iniziano i mesi di "latitanza" del colonnello, "ricercato da cinque polizie, in particolare da quella tedesca e fascista, oltre che dai servizi segreti. Ci ha fatto sapere di non tornare a casa: io mi sono nascosto al Collegio ucraino, sul Gianicolo, sotto falso nome; mio fratello Manfredi in un appartamento al Centro storico; mia madre e le mie sorelle hanno trovato rifugio presso il convento della Trinita' dei Monti", racconta il cardinale. "Mio padre ha cercato di proteggerci, evitando che fossimo trovati e presi in ostaggio per ricattarlo". Non solo: Montezemolo riesce a ottenere documenti falsi e salvacondotti per tanti ebrei sfuggiti al rastrellamento del ghetto compiuto dalle SS.
    Ma qualcuno lo tradisce: viene arrestato dai tedeschi il 25 gennaio del '44 e rinchiuso nelle carceri di via Tasso, dove resta per quasi due mesi, sottoposto a duri interrogatori e a torture. "Siamo riusciti - ricorda ancora il figlio cardinale dell'eroico ufficiale italiano . a stabilire un contatto attraverso il cambio della biancheria che una nostra anziana cugina gli portava: mia madre inseriva all'interno del colletto delle camicie dei brevi messaggi", racconta il cardinale. Fino al silenzio: "La biancheria viene rifiutata con una frase laconica: 'Il colonnello Montezemolo e' morto'. Non ci abbiamo creduto. E dell'eccidio alle Fosse Ardeatine, in rappresaglia ai 33 tedeschi uccisi il giorno prima nell'attentato in via Rasella, non si conoscevano i nomi delle vittime". Fino al riconoscimento dell'estate '44: "La sua sorte e' legata a quella di tutti gli altri innocenti".

    © Copyright (AGI)


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 18.324
    Post: 7.568
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Master
    00 25/03/2011 23:06
    Dal blog di Lella...

    Papa/ Anche i preti possono imparare dai penitenti esemplari

    Confessare insegna a sacerdote qualcosa su sua fede e povertà

    Città del Vaticano, 25 mar. (TMNews)

    "Quanto può imparare poi il sacerdote da penitenti esemplari per la loro vita spirituale, per la serietà con cui conducono l'esame di coscienza, per la trasparenza nel riconoscere il proprio peccato e per la docilità verso l'insegnamento della Chiesa e le indicazioni del confessore".
    Lo ha sottolineato il Papa nel corso dell'udienza concessa ai partecipanti al corso sul 'foro interno' promosso dalla Penitenzieria apostolica.
    "Dall'amministrazione del Sacramento della Penitenza - ha detto Benedetto XVI - possiamo ricevere profonde lezioni di umiltà e di fede. E' un richiamo molto forte per ciascun sacerdote alla coscienza della propria identità. Mai, unicamente in forza della nostra umanità, potremmo ascoltare le confessioni dei fratelli. Se essi si accostano a noi, è solo perché siamo sacerdoti, configurati a Cristo sommo ed eterno sacerdote, e resi capaci di agire nel suo nome e nella sua persona, di rendere realmente presente Dio che perdona, rinnova e trasforma. La celebrazione del sacramento della penitenza - ha detto ancora il Papa - ha un valore pedagogico per il sacerdote, in ordine alla sua fede, alla verità e povertà della sua persona, e alimenta in lui la consapevolezza dell'identità sacramentale".

    © Copyright TMNews


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 18.325
    Post: 7.569
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Master
    00 25/03/2011 23:07
    Dal blog di Lella...

    Papa/ Per prima volta una donna compone meditazioni Via crucis

    Città del Vaticano, 25 mar. (TMNews)

    Per la prima volta le meditazioni della 'via crucis' del venerdì santo sono state affidate dal Papa ad una donna. A comporre quest'anno i testi - rende noto la sala stampa vaticana - è stata madre Maria Rita Piccione, preside della Federazione delle monache agostiniane, residente nel monastero dei Santi Quattro Coronati a Roma.
    Lo schema della 'via crucis' sarà quello con le 14 Stazioni tradizionali. Le immagini che accompagneranno le diverse stazioni, sul libretto (che sarà pubblicato a suo tempo) e nella trasmissione televisiva, saranno disegni realizzati da suor Elena Manganelli, anch'essa monaca agostiniana, del Monastero di Lecceto (Siena).

    © Copyright TMNews


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 18.326
    Post: 7.570
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Master
    00 25/03/2011 23:30
    Dal blog di Lella...

    PAPA: RELIGIONI NON TEMANO LAICITA' GIUSTA E APERTA

    Salvatore Izzo

    (AGI) - Parigi, 25 mar.

    "Le religioni non possono aver paura di una laicità giusta, di una laicità aperta che permette a ciascuno di vivere ciò che crede, secondo la propria coscienza".
    Lo sottolinea Benedetto XVI parlando in diretta televisiva ai giovani riuniti questa sera davanti alla cattedrale di Notre Dame di Parigi, in occasione dell'iniziativa di dialogo con i non credenti "Il Cortile dei Gentili" da lui stesso promossa e affidata al Pontificio Consiglio per la cultura, presieduto dal card. Gianfranco Ravasi che ha aperto l'incontro ieri nella sede dell'Unesco, I lavori sono proseguiti oggi alla Sorbona e questa sera si sono spostati sul piazzale di Notre Dame.
    "Sappiate cogliere l’opportunità che vi si presenta -spiega il Papa nel videomessaggio- per trovare, nel profondo delle vostre coscienze, in una riflessione solida e ragionata, le vie di un dialogo precursore e profondo. Avete tanto da dirvi gli uni agli altri. Non chiudete la vostra coscienza di fronte alle sfide e ai problemi che avete davanti". "Credo profondamente - scandisce Ratzinger- che l’incontro tra la realtà della fede e quella della ragione permetta all’uomo di trovare se stesso. Ma troppo spesso la ragione si piega alla pressione degli interessi e all’attrattiva dell’utilità, costretta a riconoscere quest’ultima come criterio ultimo. La ricerca della verità non è facile. E se ciascuno è chiamato a decidersi, con coraggio, a favore della verità, è perché non esistono scorciatoie verso la felicità e la bellezza di una vita compiuta. Gesù lo dice nel Vangelo: ‘La verità vi renderà liberi’". "Spetta a voi -conclude il Papa teologo rivolgendosi ai giovani - far sì che, nel vostro Paese e in Europa, credenti e non credenti ritrovino la via del dialogo".

    © Copyright (AGI)

    PAPA: CREDENTI E NON CREDENTI ABBATTANO BARRIERE CHE SEPARANO

    Salvatore Izzo

    (AGI) - Parigi, 25 mar.

    "Il primo degli atteggiamenti da assumere o delle azioni da compiere insieme e' contribuire ad abbattere le barriere della paura dell'altro, dello straniero, di colui che non vi assomiglia, paura che spesso nasce dall'ignoranza reciproca, dallo scetticismo o dall'indifferenza". Lo afferma Benedetto XVI nell'intervento in diretta con "Il Cortile dei Gentili", l'iniziativa di dialogo con i non credenti da lui stesso promossa, che ha preso avvio a Parigi: ieri all'Unesco, oggi alla Sorbona e questa sera sul sagrato della cattedrale di Notre Dame. "Siate attenti a rafforzare i legami con tutti i giovani senza distinzioni, vale a dire non dimenticando coloro che vivono in poverta' o in solitudine - chiede il Pontefice alla folla riunita sul piazzale della basilica, davanti ai maxi schermi- coloro che soffrono per la disoccupazione, che attraversano la malattia o che si sentono ai margini della societa'". "Al giorno d'oggi - rileva - molti riconoscono di non appartenere ad alcuna religione, ma desiderano un mondo nuovo e piu' libero, piu' giusto e piu' solidale, piu' pacifico e piu' felice". Secondo Ratzinger, "se si tratta di costruire un mondo di liberta', di uguaglianza e di fraternita', credenti e non credenti devono sentirsi liberi di essere tali, eguali nei loro diritti a vivere la propria vita personale e comunitaria restando fedeli alla proprie convinzioni, e devono essere fratelli tra loro". Il Papa ha quindi spiegato che "una delle ragion d'essere di questo Cortile dei Gentili e' quella di operare a favore di questa fraternita' al di la' delle convinzioni, ma senza negarne le differenze. E, ancor piu' profondamente, riconoscendo che solo Dio, in Cristo, ci libera interiormente e ci dona la possibilita' di incontrarci davvero come fratelli". "Nel rivolgermi a voi - continua il Papa teologo - prendo in considerazione tutto cio' che avete da dirvi: voi non credenti, volete interpellare i credenti, esigendo da loro, in particolare, la testimonianza di una vita che sia coerente con cio' che essi professano e rifiutando qualsiasi deviazione della religione che la renda disumana. Voi credenti, volete dire ai vostri amici che questo tesoro racchiuso in voi merita una condivisione, un interrogativo, una riflessione". "La questione di Dio - ha sottolineato il Pontefice - non e' un pericolo per la societa', essa non mette in pericolo la vita umana! La questione di Dio non deve essere assente dai grandi interrogativi del nostro tempo". Di qui l'invito "a costruire dei ponti" tra credenti e non credenti.

    © Copyright (AGI)


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    +PetaloNero+
    Post: 17.928
    Post: 5.010
    Registrato il: 22/08/2006
    Registrato il: 20/01/2009
    Utente Comunità
    Utente Master
    00 26/03/2011 01:28
    L'Osservatore Romano{/G]

    Edizione quotidiana 26 marzo 2011





    www.vatican.va/news_services/or/or_quo/index.html

  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 18.327
    Post: 7.571
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Master
    00 26/03/2011 13:38
    Dal blog di Lella...

    Il Papa: Ogni sforzo per spezzare catena di incidenti sul lavoro

    Le condizioni difficili o precarie rendono difficili le condizioni della società stessa secondo

    Roma, 26 mar. (TMNews)

    E' necessario fare "ogni sforzo" per sconfiggere la piaga degli incidenti sul lavoro, "perchè la catena delle morti venga spezzata". Lo ha detto Papa Benedetto XVI ricevendo in udienza i partecipanti al Pellegrinaggio della diocesi di Terni-Narni-Amelia (Italia).
    Il Papa nel suo discorso ha voluto "ricordare anche il grave problema della sicurezza sul lavoro". "So - ha detto - che più volte avete dovuto affrontare anche questa tragica realtà. Occorre mettere in campo ogni sforzo perché la catena delle morti e degli incidenti venga spezzata".
    "E' importante tenere sempre presente che il lavoro è uno degli elementi fondamentali sia della persona umana, che della società. Le difficili o precarie condizioni del lavoro rendono difficili e precarie le condizioni della società stessa, le condizioni di un vivere ordinato secondo le esigenze del bene comune". Lo ha detto Papa Benedetto XVI incontrando in udienza, nell'aula Paolo VI, i partecipanti al Pellegrinaggio della diocesi di Terni-Narni-Amelia (Italia) nel 30° anniversario della visita di Giovanni Paolo II alle Acciaierie della Città.
    "Terni - ha proseguito - è segnata dalla presenza di una delle più grandi fabbriche dell'acciaio, che ha contribuito alla crescita di una significativa realtà operaia. Un cammino segnato da luci, ma anche da momenti difficili, come quello che stiamo vivendo oggi. La crisi dell'assetto industriale sta mettendo a dura prova la vita della città, che deve ripensare il suo futuro. In tutto questo viene coinvolta anche la vostra vita di lavoratori e quella delle vostre famiglie". Il Papa ha quindi affrontato il tema della precarietà del lavoro, soprattutto quando riguarda il mondo giovanile: "E' un aspetto che non manca di creare angoscia in tante famiglie" ha aggiunto. "Vi sono particolarmente vicino, mettendo nelle mani di Dio tutte le vostre ansie e preoccupazioni, e auspico che, nella logica della gratuità e della solidarietà - ha concluso il Pontefice -, si possano superare questi momenti, affinché sia assicurato un lavoro sicuro, dignitoso e stabile. Il lavoro, cari amici, aiuta ad essere più vicini a Dio e agli altri".

    © Copyright TMNews


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 18.329
    Post: 7.573
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Master
    00 26/03/2011 19:08
    Dal blog di Lella...

    PAPA: DOMANI ALLE FOSSE ARDEATINE DOPO VISITE A AUSCHWITZ E ALLO YAD VASHEM

    (AGI) - CdV, 26 mar.

    (di Salvatore Izzo)

    Benedetto XVI riprende domani il suo dolente pellegrinaggio nei luoghi simbolo dell'orrore nazista.
    La sua prima tappa era stata in Polonia il campo di stermino di Auschwitz-Birkenau il 28 maggio 2006, quando con le lacrime agli occhi ammise: "prendere la parola in questo luogo di orrore, di accumulo di crimini contro Dio e contro l'uomo che non ha confronti nella storia, è quasi impossibile, ed è particolarmente difficile e opprimente per un cristiano, per un Papa che proviene dalla Germania".
    "In un luogo come questo - spiego' - vengono meno le parole, in fondo può restare soltanto uno sbigottito silenzio, un silenzio che è un interiore grido verso Dio: Perché, Signore, hai taciuto? Perché hai potuto tollerare tutto questo? È in questo atteggiamento di silenzio che ci inchiniamo profondamente nel nostro intimo davanti alla innumerevole schiera di coloro che qui hanno sofferto e sono stati messi a morte; questo silenzio, tuttavia, diventa poi domanda ad alta voce di perdono e di riconciliazione, un grido al Dio vivente di non permettere mai più una simile cosa".
    L'altra tappa di questo mesto cammino penitenziale del Papa tedesco l'ha compiuta a Gerusalemme quando l'11 maggio 2009 visito' lo Yad Vashem, il memoriale, disse, "eretto per onorare la memoria dei milioni di ebrei uccisi nell’orrenda tragedia della Shoah. Essi persero la propria vita, ma non perderanno mai i loro nomi: questi sono stabilmente incisi nei cuori dei loro cari, dei loro compagni di prigionia sopravissuti e di quanti sono decisi a non permettere mai più che un simile orrore possa disonorare ancora l’umanità. I loro nomi, in particolare e soprattutto, sono incisi in modo indelebile nella memoria di Dio Onnipotente".
    "Uno può derubare il vicino dei suoi possedimenti, delle occasioni favorevoli o della libertà. Si può intessere una insidiosa rete di bugie per convincere altri che certi gruppi non meritano rispetto. E tuttavia, per quanto ci si sforzi, non si può mai portar via il nome di un altro essere umano", aggiunse il Pontefice lanciando un inequivocabile appello contro il negazionismo.
    E ora il Pontefice giunge alle Fosse Ardeatine, luogo, ricorda la Radio Vaticana, di "uno degli episodi più crudeli della seconda guerra mondiale". " E’ la prima volta che mi capita di andare alle Fosse Ardeatine al seguito di un Papa, dunque questa visita non può che commuovermi. Mi ricorderà il dolore, ma anche una pagina della storia che oramai è una pagina per tutti, non solo per noi familiari di quanti sono stati trucidati il 24 marzo del 1944. E’ una pagina della storia che ha un suo significato, è un ricordo, ma che ci ha lasciato anche un insegnamento", commenta il card. Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, figlio del comandante della Resistenza militare di Roma vittima con altri 334 prigionieri della Rappresaglia seguita all'attentato di via Rasella che costò la vita a 33 SS del “Polizeiregiment Bozen”. Tra gli uccisi, che erano tutti maschi, circa 75 ebrei detenuti in base all’ordine generale di rastrellamento e in attesa di essere avviati a un campo di concentramento, altri erano prigionieri politici presi dalle celle di Regina Coeli, altri da via Tasso, altri ancora rastrellati per strada e numerosi infine i detenuti per reati comuni, oltre a due ragazzi di 15 anni."Ogni anno, ricordare questo giorno non è altro che ricordare il sacrificio di mio padre, sacrificio di cui mio padre era cosciente. Sapeva bene a cosa andava incontro quando aderì alla resistenza. Ha voluto farlo per il sentimento di fede che nutriva nei confronti della patria, per i valori in cui credeva e che con quel gesto ha ancora di più trasmesso a noi e a tutti", confida l'ottuagenario cardinale che e' stato anche nunzio in Italia e in Israele e che domani sara' accanto a Ratzinger e al rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni. Insieme pregheranno in silenzio davanti a quella pietra tombale priva di retorica celebrativa ma ugualmente solenne ed espressiva del dramma dei 335 sarcofagi "compressi" dal peso dell'immensa lapide che "galleggia" metafisicamente a un metro da terra e copre con la sua ombra lo spazio scavato nella tortuosità delle cave tufacee collegate ad esso da un unico percorso che porta il visitatore dal luogo di sepoltura al luogo dell'eccidio: la cava principale che fu fatta saltare dai nazisti con la dinamite per cancellare per sempre il ricordo di quell'atto vergognoso.
    Benedetto XVI vi si reca invece per ricordarlo, accogliendo l'invito dell’Associazione nazionale delle Famiglie italiane dei Martiri caduti per la libertà della Patria che gli e' stato rivolto in occasione del 67esimo anniversario dell'eccidio. “Io sono felicissima che venga il Santo Padre. Anche se lui ha una nazionalità universale, però sono felicissima della sua nazionalità tedesca, perché per me questo rappresenta un valore”, assicura la presidente dell'Anfim Rosina Stame.
    "Non e' semplicemente un discorso rituale, perche' - ricorda la presidente dell'Anfim - abbiamo ricevuto la visita di altri due Papi. Ma e' proprio un desiderio, una necessita' direi, dei familiari dell'Associazione. Non possiamo permetterci lo sconforto, perche' dobbiamo passare il testimone, nel modo migliore. Anche perche' le Ardeatine hanno precorso i tempi, perche' racchiudono tutte le varie forme di diversita' che, pero', si sono intersecate e, addirittura, hanno costituito un denominatore comune, dal punto di vista civile, sociale, militare e religioso". Quella di Benedetto XVI e' infatti la terza visita che un Pontefice compie al luogo del massacro nazista La prima e' stata quella di Paolo VI, il 12 settembre 1965: il Papa, ricorda la cronaca dell'Osservatore Romano, sosto' "per una preghiera in suffragio dei numerosi caduti, barbaramente trucidati nel marzo 1944, ha recitato il Pater Nostro e il Requiem, quindi ha deposto un ramoscello d'ulivo con i colori pontifici ed ha acceso una lampada, da Lui donata, che ardera' nella Cappella in segno di pace e di speranza. Prima di lasciare le Fosse Ardeatine, Paolo VI ha rivolto parole di paterno conforto ai familiari dei caduti". La seconda quella di Giovanni Paolo II, il 21 marzo 1982, quando parlo' di "violenza che si e' scatenata in smisurata follia" in questi luoghi che "invitano tutti alla solidarieta', alla comprensione, e ci assicurano che la vittoria definitiva sara' quella dell'amore, e non quella dell'odio; essi ci avvertono che quando si nega e si offende Dio, si nega e si offende anche l'uomo, abbassandolo a strumento dei propri capricci, delle proprie ideologie, dei propri progetti di potenza e di sopruso; essi chiedono che il loro dolore non sia stato inutile per la societa' umana, e che Roma, l'Italia, l'Europa, il mondo vivano nella giustizia, nella concordia, nella pace, nel vicendevole rispetto dei diritti".
    Nei giorni scorsi, per la prima volta alle celebrazioni del 24 marzo una delegazione delle Chiese Evangeliche.
    Tra le vittime dell'eccidio - infatti - ci fu anche Fidardo De Simoni, evangelico pentecostale che era in stato di detenzione a Regina Coeli per aver dato ospitalita' a due soldati inglesi. Il fatto che fosse pentecostale sara' stato certamente un'aggravante viste le disposizioni nella circolare Buffarini-Guidi del 1935 che dichiaravano i pentecostali pericolosi per "l'integrita' della razza".

    © Copyright (AGI)


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    +PetaloNero+
    Post: 17.932
    Post: 5.014
    Registrato il: 22/08/2006
    Registrato il: 20/01/2009
    Utente Comunità
    Utente Master
    00 27/03/2011 00:40
    L'Osservatore Romano


    Edizione quotidiana 27 marzo 2011






    www.vatican.va/news_services/or/or_quo/index.html

  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 18.334
    Post: 7.578
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Master
    00 27/03/2011 20:23
    Dal blog di Lella...

    PAPA ALLE FOSSE ARDEATINE: CARD. MONTEZEMOLO SCAVO' PER TROVARE PADRE

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 26 mar.

    Con le altre famiglie dei caduti, scavo' per molti giorni nel tufo delle cave per ritrovare il corpo del padre il card. Andrea Cordero Lanza di Montezemolo che domani accompagnera' Benedetto XVI alle Fosse Ardeatine.
    "La notizia certa della morte di suo padre - scrive oggi il giornale vaticano - l'ha avuta solamente al momento del ritrovamento del corpo nel luglio 1944 "anche se tutto faceva pensare che fosse stato ucciso proprio alle Fosse ardeatine". "Il 24 marzo 1944 - infatti - il cambio della biancheria venne rifiutato a via Tasso con una frase secca: «Il colonnello Montezemolo e' morto". I particolari della strage vennero fuori solo in un secondo momento. Girano voci incerte e confuse. L’esatta dimensione della tragedia non venne percepita subito, anche perche' i tedeschi erano ancora a Roma. In quei giorni di guerra le comunicazioni erano quelle che erano. E il card. Montezemolo "fu tra i primi a scavare tra le macerie causate dalle mine fatte esplodere dai tedeschi per nascondere i corpi delle vittime". "Ho vissuto molto da vicino - ricorda sull'Osservatore Romano l'ultraottantenne porporato che allora aveva 18 anni - per tutta l’estate del 1944, la parte del ritrovamento e del riconoscimento delle vittime. E' stata un’operazione laboriosa che ha visto una partecipazione eccezionale". "I tedeschi - spiega - avevano fatto esplodere due mine per chiudere l’ingresso delle cave e nascondere il luogo della strage". "Scavando e facendo un lungo giro siamo finalmente potuti arrivare al luogo dell'eccidio. Tirare fuori i corpi non e' stata un’operazione facile. Sia dal punto di vista tecnico che umano", confida il cardinale. "Vedendo tutti quei corpi ammassati ho provato un senso di orrore e di pieta' oltre ogni immaginazione che, dopo tutti questi anni, e' rimasto in me". Il riconoscimento dei corpi, conclude, e' stata "un'opera molto attenta, delicata, capace, condotta dal medico legale Attilio Ascarelli".

    © Copyright (AGI)


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 18.335
    Post: 7.579
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Master
    00 27/03/2011 20:24
    Dal blog di Lella...

    Il Papa alle Fosse Ardeatine

    Papa Benedetto XVI è arrivato alle Fosse Ardeatine per rendere omaggio alle 335 persone trucidate nel marzo del 1944 dai nazisti per rappresaglia dell'attentato di via Rasella che costò la vita a a 33 soldati tedeschi, SS del "Polizeiregiment Bozen".
    Tra gli uccisi, che erano tutti maschi, circa 75 ebrei detenuti in base all'ordine generale di rastrellamento e in attesa di essere avviati a un campo di concentramento, altri erano prigionieri politici presi dalle celle di Regina Coeli, altri da via Tasso, altri ancora rastrellati per strada, e numerosi infine i detenuti per reati comuni, oltre a due ragazzi di 15 anni.
    Ad accogliere il Pontefice il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, il cardinale Agostino Vallini, vicario di Roma, e il rabbino capo Riccardo Di Segni.
    Al suo arrivo Papa Benedetto XVI è stato salutato con un applauso dalla piccola folla composta, tra gli altri, da alcuni familiari delle vittime.

    © Copyright RaiNews24


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
243