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Benedetto XVI Forum Luogo d'incontro di tutti quelli che amano il Santo Padre.

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    00 06/03/2011 20:07
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    C’è anche un quarantenne nella rosa dei «papabili» alla cattedra di Ambrogio

    di Sabrina Cottone

    «Alla fine deciderà l’Uomo in bianco» ripetono a Milano. Sarà il Papa a esprimersi in via definitiva su chi sarà l’erede del cardinal Dionigi Tettamanzi, il vescovo destinato a guidare la diocesi più grande del mondo. Non è una scelta di poco conto in un momento in cui Benedetto XVI ha messo in primo piano le esigenze di una nuova evangelizzazione dell’Occidente, di cui Milano è una delle grandi capitali.
    Le procedure per la nomina sono state avviate più di un mese fa, i “consigli” dei vescovi e dei laici procedono verso Roma, con il sigillo del segreto apostolico. Ma al di là di ogni indicazione più o meno gradita, sarà il successore di Pietro a scegliere il novello Ambrogio. Benedetto XVI potrebbe farlo anche con un nome a sorpresa: da sempre il vescovo di Milano rientra nell’ambita cerchia dei papabili.
    I vescovi vanno in pensione a 75 anni ma i rinvii sono sempre più comuni. Il cardinal Tettamanzi compirà 77 anni il 14 marzo. Il suo incarico non scadrà in automatico, perché la lettera concessagli dal Papa parla di due anni e fino a nuova decisione. Ed è appunto di questa decisione che tutti ora sono in attesa. Il suo predecessore, Carlo Maria Martini, all’approssimarsi dei 75 anni aveva chiesto di andare a Gerusalemme per tornare ai suoi studi, in questo caso le cose sono andate diversamente.
    Qualcuno si attende una nomina ad horas, ma a Milano si guarda a quanto accadde con l’arrivo di Tettamanzi: fu nominato l’11 luglio del 2002 e si insediò il 29 settembre. Anche in questo caso è probabile che la sostituzione avverrà durante l’estate: il cardinal Tettamanzi ha impegni in agenda per tutto agosto. La domanda a questo punto è chi sarà ad accogliere il Papa all’incontro mondiale delle Famiglie, previsto per giugno 2012.
    I bookmakers puntano sul patriarca di Venezia, Angelo Scola, di cui Benedetto XVI si fida al punto che potrebbe decidere un trasferimento a sorpresa come quello di un patriarca a Milano. Secondo classificato è il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura ed ex prefetto della Biblioteca Ambrosiana. In corsa anche non cardinali come Bruno Forte, classe 1949, arcivescovo di Chiesti-Vasto e teologo di fama. Forte è gradito al Papa e sembra avere una certa familiarità con l’arcivescovo Tettamanzi, che lo ha invitato a tenere due lezioni su San Tommaso ai giovani sacerdoti della Diocesi in pellegrinaggio.
    Premesso e ripetuto che ogni decisione è nelle mani del Papa, l’interesse umano non può non indirizzarsi a comporre le tessere del mosaico. Se la scelta cadesse su un candidato sprovvisto della porpora (e i precedenti illustri non mancano, a partire dal futuro Paolo VI), si parla con una certa insistenza di Gianni Ambrosio, 67 anni, vescovo di Piacenza stimato per il lavoro con il clero locale e per le omelie limpide: può contare sulla benevolenza del segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone.
    Non mancano i nomi degli outsider, alcuni giovanissimi come padre Pierbattista Pizzaballa, 46 anni, che avrebbe un precedente nel beato cardinal Ferrari, nominato vescovo di Milano a 44 anni. Il francescano custode di Terra Santa, avvistato a Milano nei giorni scorsi, gode di apprezzamento in ampi settori del mondo cattolico. Qualcuno fa il nome di monsignor Luigi Negri (69 anni), vescovo di San Marino, altri parlano di Luciano Monari (69 anni), vescovo di Brescia, di Diego Coletti (69 anni), vescovo di Como e di Franco Giulio Brambilla (61 anni). L’elenco potrebbe allungarsi.

    © Copyright Il Giornale, 6 marzo 2011


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    00 06/03/2011 20:08
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    Gli auguri al Papa per i sessant'anni di sacerdozio

    La preghiera è stata protagonista della serata trascorsa da Benedetto XVI con circa duecento giovani aspiranti al sacerdozio che seguono il corso di formazione nei seminari della diocesi di Roma.
    L'incontro ha avuto luogo nella cappella della Madonna della Fiducia del Pontificio Seminario Romano Maggiore, venerdì sera, 4 marzo. Nella preghiera i giovani seminaristi hanno voluto rendere omaggio al Papa anche per la ricorrenza, ormai prossima -- il 29 giugno -- del sessantesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale.
    C'erano tutti i seminaristi romani: oltre a quelli del Maggiore, erano rappresentati quelli del Pontificio Seminario Romano Minore, del Collegio diocesano Redemptoris Mater, dell'Almo Collegio Capranica e del seminario della Madonna del Divino Amore. Presenti anche i seminaristi giapponesi ospitati dal collegio Redemptoris Mater, con il vescovo emerito di Oita, monsignor Peter Takaaki Hirayama.
    Il Papa, giunto al seminario poco dopo le 18, è stato accolto dal cardinale vicario Agostino Vallini e dal rettore monsignor Giuseppe Tani. Era accompagnato dall'arcivescovo Harvey, prefetto della Casa Pontificia, dal vescovo De Nicolò, reggente della Prefettura della Casa Pontificia, e da monsignor Georg Gänswein, segretario particolare.
    Nella chiesa del seminario l'incontro con i giovani. Accanto a loro, oltre ai docenti, c'erano i vescovi ausiliari della diocesi di Roma, i rettori dei seminari, don Gervasi, vice rettore del Pontificio Seminario Romano Maggiore, e alcuni presuli che si sono formati proprio nel seminario romano, tra i quali il vescovo di Castellaneta, monsignor Pierino Fragnelli, e il neo vescovo di Oria, monsignor Vincenzo Pisanello.
    All'inizio il rettore ha ringraziato il Papa, non solo per il rinnovarsi dell'annuale incontro, ma anche per la lettera dell'ottobre scorso indirizzata a tutti i seminaristi del mondo, in particolare per il coraggio che il suo messaggio ha infuso in tutti gli aspiranti sacerdoti riguardo alla vocazione «in questo tempo -- ha detto -- nel quale può sembrare che diventare sacerdoti sia cosa ormai desueta e priva di senso»
    Prima di concludere il rettore ha voluto anticipare a Benedetto XVI gli auguri per il prossimo sessantesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale.
    Auguri ai quali si sono uniti i seminaristi con la recita corale della preghiera che il Papa stesso compose per accompagnare l'anno sacerdotale, e da lui scelta anche per sottolineare la ricorrenza della sua ordinazione.
    Il testo è stampato su un'immaginetta ricordo, distribuita ieri sera a tutti i presenti. «Signore -- recita la preghiera -- noi ti ringraziamo perché hai aperto il tuo cuore per noi; perché nella tua morte e nella tua risurrezione sei diventato fonte di vita. Fa' che siamo persone viventi, viventi dalla tua fonte, e donaci di poter essere anche noi fonti, in grado di donare a questo nostro tempo acqua della vita. Ti ringraziamo per la grazia del ministero sacerdotale. Signore benedici noi e benedici tutti gli uomini di questo tempo che sono assetati e in ricerca».
    A conclusione della serata Claudio Fabbri, seminarista della diocesi di Roma, proveniente dalla parrocchia di San Giuseppe da Copertino, ha ringraziato il Papa «per aver accolto il desiderio di noi seminaristi di trascorrere un po' di tempo con il proprio vescovo».

    (©L'Osservatore Romano - 6 marzo 2011)


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    PAPA: SCEGLIERE ROCCIA DELLA FEDE E NON SABBIE DEL POTERE E DEL DENARO

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 6 feb.

    Il Vangelo ci indica la fede come la roccia su cui edificare la nostra vita, "ma spesso l'uomo non costruisce il suo agire, la sua esistenza, su questa identita', e preferisce le sabbie del potere, del successo e del denaro, pensando di trovarvi stabilita' e la risposta alla insopprimibile domanda di felicita' e di pienezza che porta nella propria anima".
    Lo ha detto il Papa commentando la parabola delle fondamenta nel breve discorso che ha preceduto l'Angelus.
    "Noi su che cosa vogliamo costruire la nostra vita?", ha chiesto ai 50 mila fedeli presenti in piazza San Pietro, ricordando che il Vangelo rivela il vero volto di Dio, e al tempo stesso rivela noi a noi stessi, ci fa sentire la gioia di essere figli del Padre che e' nei cieli, indicandoci la base solida su cui edificare la nostra vita".
    "Cristo - ha ricordato Benedetto XVI - e' la roccia della nostra vita! Egli e' la Parola eterna e definitiva che non fa temere ogni sorta di avversita', ogni difficolta', ogni disagio". "Possa - ha auspicato il Papa teologo - la Parola di Dio permeare tutta la nostra vita, pensiero e azione".
    "Cari fratelli - ha concluso - vi esorto a fare spazio, ogni giorno, alla Parola di Dio, a nutrirvi di essa, a meditarla continuamente, e' un prezioso aiuto anche per mettersi al riparo da un attivismo superficiale, che puo' soddisfare per un momento l'orgoglio, ma che, alla fine, lascia vuoti e insoddisfatti".

    © Copyright (AGI)


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    00 06/03/2011 20:11
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    Soccorrere popolo da crisi umanitaria

    Uomo preferisce sabbie potere, successo, denaro

    CITTA' DEL VATICANO

    Spesso l'uomo anziché costruire la propria vita sulla "roccia", "preferisce le sabbie delle ideologie, del potere, del successo e del denaro, pensando di trovarvi stabilità e la risposta alla insopprimibile domanda di felicità e di pienezza che porta nella propria anima". Lo ha affermato il Papa durante l'Angelus. Solo la Parola di Dio, ha aggiunto, mette al riparo da un "attivismo superficiale" che soddisfa l'"orgoglio" ma "lascia vuoti e insoddisfatti".
    Contro le "sabbie" del potere il Papa invita a costruire la propria vita sulla "roccia", incitando anche a "mettersi al riparo da un attivismo superficiale, che può soddisfare per un momento l'orgoglio ma che alla fine - ha rilevato - lascia vuoti e insoddisfatti".
    "Quando Gesù insegnava, ha detto il Papa nella sua riflessione che partiva dal posto che la Parola di Dio deve avere nella vita dei cristiani, "la gente riconosceva nelle sue parole la stessa autorità divina, sentiva la vicinanza del Signore, il suo amore misericordioso, e rendeva lode a Dio. In ogni epoca e in ogni luogo, - ha proseguito - chi ha la grazia di conoscere Gesù, specialmente attraverso la lettura del santo Vangelo, ne rimane affascinato, riconoscendo che nella sua predicazione, nei suoi gesti, nella sua Persona Egli ci rivela il vero volto di Dio, e al tempo stesso rivela noi a noi stessi, ci fa sentire la gioia di essere figli del Padre che è nei cieli, indicandoci la base solida su cui edificare la nostra vita". "Ma spesso l'uomo - ha osservato Benedetto XVI - non costruisce il suo agire, la sua esistenza, su questa identità, e preferisce le sabbie del potere, del successo e del denaro, pensando di trovarvi stabilità e la risposta alla insopprimibile domanda di felicità e di pienezza che porta nella propria anima. E noi, su che cosa vogliamo costruire la nostra vita? Chi può rispondere veramente all'inquietudine del cuore umano? Cristo è la roccia della nostra vita!". "Possa la Parola di Dio - ha esortato - permeare tutta la nostra vita, pensiero e azione". "Cari fratelli, - ha concluso - vi esorto a fare spazio, ogni giorno, alla Parola di Dio, a nutrirvi di essa, a meditarla continuamente. E' un prezioso aiuto anche per mettersi al riparo da un attivismo superficiale, che può soddisfare per un momento l'orgoglio, ma che, alla fine, lascia vuoti e insoddisfatti".

    SOCCORRERE POPOLO LIBICO DA CRISI UMANITARIA

    Alla Libia, "dove i recenti scontri hanno provocato numerosi morti e una crescente crisi umanitaria" il Papa rivolge un "accorato pensiero". E "a tutte le vittime e a coloro che si trovano in situazioni angosciose", dice Benedetto XVI, "assicuro la mia preghiera e la mia vicinanza, mentre invoco assistenza e soccorso per le persone colpite".
    Lo ha detto dopo la preghiera dell'Angelus. "Seguo continuamente e con grande apprensione - ha detto Benedetto XVI dopo l'Angelus - le tensioni che, in questi giorni, si registrano in diversi Paesi dell'Africa e dell'Asia. Chiedo al Signore Gesù che il commovente sacrificio della vita del Ministro pakistano Shahbaz Bhatti svegli nelle coscienze il coraggio e l'impegno a tutelare la libertà religiosa di tutti gli uomini e, in tal modo, a promuovere la loro uguale dignità. Il mio accorato pensiero si dirige poi alla Libia, dove i recenti scontri hanno provocato numerose morti e una crescente crisi umanitaria. A tutte le vittime e a coloro che si trovano in situazioni angosciose assicuro la mia preghiera e la mia vicinanza, mentre invoco assistenza e soccorso per le popolazioni colpite".

    IN PAKISTAN SI TUTELI LIBERTA' RELIGIOSA

    Il Papa chiede "al Signore Gesù che il commovente sacrificio della vita del ministro pakistano Shahbatz Bhatti svegli nelle coscienze il coraggio e l'impegno a tutelare la libertà religiosa di tutti gli uomini e, in tal modo, a promuovere la loro uguale dignità". Lo ha detto dopo la preghiera dell'Angelus.

    © Copyright Ansa


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    00 06/03/2011 23:25
    Dal blog di Lella...

    PAPA: SOLO CRISTO RISPONDE ALLE INQUIETUDINI DELL'UOMO

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 6 mar.

    Solo Gesù Cristo "può rispondere veramente all'inquietudine del cuore umano".
    Lo ha ricordato Benedetto XVI agli oltre 50 mila fedeli presenti oggi in piazza San Pietro per l'Angelus.
    Un monito che e' anche il messaggio di fondo della seconda parte dell'opera "Gesu' di Nazaret", il nuovo libro del Pontefice che sara' presentato giovedi' prossimo. Ai pellegrini polacchi ha poi ripetuto l'avvertimento di Cristo "non chiunque mi dice 'Signore, Signore', entrera' nel Regno dei cieli, ma colui che fa la volonta' del Padre mio che e' nei cieli".
    "Compie la volonta' del Padre - ha spiegato il Papa - colui che approfondisce il contenuto della Parola di Dio e con il cuore aperto accoglie il messaggio evangelico dell'amore e della pace, facendo di esso il principio della propria vita e del proprio agire".
    "Ricordiamo cio' - ha esortato infine - assumendo i nostri doveri quotidiani".

    © Copyright (AGI)

    PAPA: ASSISTENZA E SOCCORSO PER POPOLAZIONI LIBIA

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 6 mar.

    Benedetto XVI segue "continuamente e con grande apprensione le tensioni che, in questi giorni, si registrano in diversi Paesi dell'Africa e dell'Asia".
    E in particolare il suo "accorato pensiero si dirige alla Libia, dove i recenti scontri hanno provocato numerose morti e una crescente crisi umanitaria".
    "A tutte le vittime e a coloro che si trovano in situazioni angosciose assicuro - ha detto - la mia preghiera e la mia vicinanza, mentre invoco assistenza e soccorso per le popolazioni colpite".

    © Copyright (AGI)


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    00 07/03/2011 22:38
    Dal blog di Sandro Magister...

    La domenica di Benedetto in TV

    Con le sue omelie dipinte e cantate
    Arte e musica si accompagneranno alla parola del papa, che farà da guida alle messe festive. La nuova trasmissione andrà in onda ogni sabato in Italia su TV 2000. Ma sul web sarà visibile in tutto il mondo

    di Sandro Magister


    ROMA, 7 marzo 2011 – Da sabato prossimo, vigilia della prima domenica di Quaresima, Benedetto XVI andrà ogni sabato in TV col meglio della sua predicazione: quella delle omelie delle messe, quella degli Angelus a commento del Vangelo del giorno.

    Ma assieme alla parola del papa ci sarà dell'altro. La trasmissione avrà per titolo: "La domenica con Benedetto XVI". E si articolerà in tre momenti tra loro legatissimi: arte, parola, musica.

    La parola, il momento centrale, sarà quella di papa Joseph Ratzinger in persona. Dall'archivio dei suoi quasi sei anni di omelie e di Angelus – un tesoro orami ricchissimo – saranno ripresi e messi in onda in viva voce e in immagine, di sabato in sabato, i brani che più aiuteranno a capire e a gustare i testi della messa del giorno dopo.

    L’arte farà invece da “ouverture” alla trasmissione. Ogni volta, il grande storico dell’arte Timothy Verdon mostrerà e illustrerà tre capolavori della pittura legati ai temi e ai soggetti della messa del giorno dopo, gli stessi messi in luce dal papa.

    E infine la musica, a coronamento del tutto. I "Cantori Gregoriani" diretti dal maestro Fulvio Rampi – tra i migliori interpreti al mondo del canto liturgico di rito latino – faranno ascoltare il canto d'ingresso e il canto di comunione del proprio di ciascuna domenica, in gregoriano purissimo, con un commento del loro direttore che ne svelerà le meraviglie musicali e liturgiche, in alcuni casi già anticipate dallo stesso papa.

    *

    “La domenica con Benedetto XVI” durerà una mezz’ora. Andrà in onda in Italia ogni sabato alle 17.30 con una replica alle 22.35. E accompagnerà l’intero anno liturgico, senza mai andare in vacanza.

    La TV che metterà in onda questo nuovo programma è TV 2000, di proprietà della conferenza episcopale italiana, con Dino Boffo direttore dei programmi, con gli studi centrali a Roma, visibile sul satellite e sul digitale terrestre in Italia, e in streaming anche in tutto il mondo, sul suo sito web:

    > TV 2000

    Ma a TV 2000 potrebbero presto seguire altri canali televisivi di altre nazioni e continenti, alcuni dei quali hanno già manifestato un forte interesse a trasmettere questo stesso programma, nelle rispettive lingue.

    Nell'ideare la nuova trasmissione, TV 2000 si è ispirata a una linea maestra del pontificato di Benedetto XVI. Quella che ha il suo punto focale nella messa: "l'atto nel quale Dio viene tra noi e noi lo tocchiamo", come ha detto il papa nel libro-intervista "Luce del mondo"; l'atto nel quale il Verbo di Dio "si fa carne" nella persona di Gesù e "si fa mangiare" nel pane transustanziato.

    La messa non è "teatro", non è "spettacolo", ha detto ancora papa Benedetto. Essa "trae la sua vita da un Altro, e questo deve divenire evidente". Ma nell'accogliere questo dono ricevuto da Cristo, la Chiesa cattolica agisce non solo con il sacramento, ma anche con l'architettura, le arti figurative, la musica. La liturgia diventa così la porta che avvicina a Dio e ne fa intravedere il mistero, anche per i tiepidi di fede e i lontani.

    *

    In concreto, ogni sabato, Benedetto XVI illustrerà i testi della messa della domenica con brani ripresi dalla sua viva predicazione, da un'omelia, da un Angelus.

    E quando ciò non sarà sufficiente, a integrazione della viva voce del papa saranno letti dei brani del suo "Gesù di Nazaret" riguardanti il Vangelo del giorno.

    Sarà questo il caso, ad esempio, della prima domenica di Quaresima. Alla vigilia, dalla viva voce di Benedetto XVI si ascolteranno le parole di un Angelus dedicato alle tentazioni di Gesù nel deserto, lette nel Vangelo del giorno dopo. Ma la parte maggiore del suo intervento sarà ripresa dal suo primo volume su Gesù, da quel brano suggestivo nel quale, commentando l'ultima tentazione, quella del potere, il papa arriva a chiedere: "Ma che cosa ha portato Gesù veramente, se non ha portato la pace sulla terra, il benessere per tutti, un mondo migliore? Che cosa ha portato?". E risponde: "Ha portato Dio".

    Altre volte, oltre al papa saranno fatti parlare i Padri della Chiesa, che egli spesso cita e commenta.

    Ma nella maggior parte dei casi sarà Benedetto XVI in persona a illustrare le letture bibliche della messa domenicale, con le sue sole omelie.

    Le quali, ogni anno di più, si rivelano un tratto caratterizzante del suo pontificato, come messo in luce da questo servizio di www.chiesa in occasione della pubblicazione del volume con le omelie di Benedetto XVI del trascorso anno liturgico:

    > Benedetto XVI uomo dell'anno. Per le sue omelie

    *

    Per quanto riguarda la "ouverture" artistica della trasmissione, va notato che Timothy Verdon – storico dell'arte, sacerdote, nato negli Stati Uniti ma residente a Firenze, dove dirige l'ufficio diocesano per la catechesi attraverso l'arte – è tra i più convinti assertori di un'idea carissima a papa Ratzinger, secondo cui l'arte cristiana è una via regale per introdurre ai divini misteri.

    Verdon ne è così convinto, che negli anni passati ha pubblicato tre volumi dedicati ai tre cicli delle letture del messale romano, nei quali ha illustrato e commentato ogni messa domenicale e festiva proprio con dei capolavori dell'arte cristiana scelti in funzione del Vangelo del giorno:

    > Come dipingere un'omelia a regola d'arte

    Nella nuova trasmissione di TV 2000, Verdon tradurrà questa idea in linguaggio televisivo, alla portata di un vasto pubblico. Anticiperà con i colori e le luci della pittura quella pagina del Vangelo che subito dopo Benedetto XVI spiegherà con la sua parola.

    Ad esempio, la vigilia della prima domenica di Quaresima, Verdon illustrerà il Vangelo delle tentazioni con un dipinto di Jacopo Tintoretto della Scuola di San Rocco a Venezia, con una tavola di Duccio di Buoninsegna conservata a New York alla Frick Collection e con un mosaico di Ravenna del V secolo raffigurante Gesù che moltiplica i pani.

    *

    Per quanto poi riguarda la parte musicale, le esecuzioni in canto gregoriano di parti del proprio delle domeniche di Quaresima avverranno in una chiesa di Cremona, quella di Sant'Abbondio, che è anche la chiesa nella quale fu battezzato il grande Claudio Monteverdi, che proprio a Cremona ebbe i natali.

    Ma da Pasqua in avanti i canti saranno eseguiti anche in altri luoghi, tra cui alcune delle più belle chiese di Roma.

    E in alcune occasioni ai "Cantori Gregoriani" si alternerà un coro polifonico anch'esso diretto dal maestro Rampi, che eseguirà mottetti di Palestrina, Monteverdi e altri grandi autori, musicati sui testi liturgici di ciascuna domenica.

    I "Cantori Gregoriani" sono attivi da molti anni. Hanno tenuto concerti in vari paesi del mondo. Ma sono i primi a sapere e a teorizzare che il canto gregoriano può essere compreso e gustato solo se riportato nel suo contesto proprio, che è quello della liturgia.

    Non c'è altro modo che questo, infatti, per restituire al canto gregoriano la sua verità. E per ridargli il posto preminente che il Concilio Vaticano II gli aveva confermato, come canto principe della liturgia cattolica.

    Ed è proprio ciò che i "Cantori Gregoriani" faranno nella parte finale della trasmissione. Non solo eseguiranno i canti specifici di ogni messa domenicale, ma il loro maestro, commentandoli, li inquadrerà proprio nel contesto liturgico di cui sono parte essenziale.


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    Per la prima volta il Papa in tv

    Per rispondere alle domande dei fedeli

    Venerdì Santo, per la prima volta nella storia di un Papa, Benedetto XVI apparirà in televisione durante la trasmissione religiosa di Raiuno "A sua immagine", per rispondere alle domande dei fedeli su Gesù Cristo.
    L'idea è venuta all'autore-conduttore del format, Rosario Carello, che presenta il programma dal 2008, dopo anni di lavoro a Tv2000. Domenica sul sito Rai, fedeli e non potranno iniziare a inviare gli interrogativi da porre a Ratzinger: di questi solo tre verrano scelti.
    Il Papa registrerà il suo intervento tre giorni prima della diretta dentro le mure del Vaticano, probabilmente nello studio privato o nella Cappella, sotto l'egida registica di Ctv (Centro Televisivo Vaticano).
    All'interno del Palazzo Apostolico infatti possono entrare solamente le telecamere della televisione vaticana.
    Carello ha contattato i più stretti collaboratori del Papa, che è subito apparso entusiasta all'idea del conduttore. Stessa atmosfera che si è respirata tra i vertici Rai, che solo poche ore fa hanno appreso la notiza, rimasta fin'ora riservatissima.
    Il conduttore di "A sua immagine", al Corriere, ha detto: "Noi intendiamo riportare nel palinsesto Rai anche il sentimento di diversità di questo giorno (Venerdì Santo, ndr) che ricorda la morte di Gesù. Visto che ormai il periodo di Pasqua si sentono solo tafferugli e pettegolazzi, in passato invece questo era un giorno di silenzio e riflessione".

    © Copyright Tgcom


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    Esercizi spirituali in Vaticano: Giovanni Paolo II e la teologia dei santi
    Dal 13 al 19 marzo, le meditazioni saranno di padre François-Marie Léthel



    ROMA, martedì, 8 marzo 2011 (ZENIT.org).- Da domenica 13 fino a sabato 19 marzo, si terranno in Vaticano, gli Esercizi spirituali alla presenza del Santo Padre Benedetto XVI e della Curia romana. Le meditazioni saranno proposte dal Padre François-Marie Léthel, dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, professore alla Pontificia Facoltà Teologica Teresianum, Prelato Segretario della Pontificia Accademia di Teologia, sul tema: “La luce di Cristo nel cuore della Chiesa – Giovanni Paolo II e la Teologia dei Santi”.

    Gli Esercizi iniziano alle ore 18.00 nella Cappella “Redemptoris Mater” del Palazzo Apostolico, con la Celebrazione dei Vespri, la meditazione introduttiva, l’Adorazione e la Benedizione Eucaristica.

    Ogni giornata verrà scandita dalla celebrazione delle lodi alle 9, seguita da una meditazione; alle 10.15 ci sarò la celebrazione dell’ora media e una seconda meditazione; alle 17 una terza meditazione, seguita alle 17.45 dalla recita dei Vespri, dall’adorazione e dalla benedizione eucaristica. Nell’ultima giornata, che coincide con la solennità di san Giuseppe, alle 9 verranno celebrate le lodi, seguite dalla meditazione conclusiva.

    Durante la settimana saranno sospese tutte le udienze pontificie, compresa quella generale di mercoledì 16 marzo.

    In un libretto pubblicato dalla Prefettura della Casa Pontificia - che riporta il calendario dettagliato delle giornate e una cronologia dei predicatori degli esercizi spirituali in Vaticano (dai gesuiti Giovanni Oldrà e Alessio Magni, nel 1925, al salesiano Enrico dal Covolo, lo scorso anno) - padre Léthel spiega il tema scelto quest’anno e sottolinea che si tratta di una ideale preparazione, nello spirito di conversione quaresimale, alla beatificazione di Giovanni Paolo II il prossimo 1° maggio.

    Il religioso – secondo quanto riferito da “L'Osservatore Romano” - ricorda che Papa Wojtyła “è stato inseparabilmente un pastore, un missionario, un mistico, un pensatore e un poeta. Formato alla scuola dei santi (specialmente san Luigi Maria di Montfort, san Giovanni della Croce e san Tommaso), ha dato nel suo Pontificato un nuovo posto ai santi, considerati non solo come esempi di perfezione cristiana, ma come i migliori teologi, cioè conoscitori di Dio, anche se non avevano studiato la teologia accademica”.

    Léthel cita in proposito il Catechismo della Chiesa Cattolica e, soprattutto, la proclamazione di santa Teresa di Lisieux a dottore della Chiesa “come esperta della scientia amoris”. Proprio in quella occasione Giovanni Paolo II — ricorda il predicatore — ha accostato santa Teresa a un’altra donna dottore della Chiesa, santa Caterina da Siena, definita “rappresentante eminente della teologia vissuta dei santi” e “considerata accanto all’indagine teologica, cioè alla teologia pensata di cui parlava l’Enciclica Fides et Ratio citando l’esempio di due altri grandi dottori della Chiesa: sant’Anselmo e san Tommaso, maestri della scientia fidei, della fides quaerens intellectum”.

    Dopo Giovanni Paolo II, nota il religioso, Benedetto XVI “non ha smesso di sviluppare questa teologia dei santi in modo continuo nelle sue catechesi al Popolo di Dio, ma anche proponendola ai teologi (1° dicembre 2009) e ai sacerdoti (10 giugno 2010). È evidentemente una delle linee fondamentali del suo Magistero. I Santi infatti ci aiutano a riscoprire inseparabilmente la 'grande ragione' e il 'grande amore', a non soccombere alla tentazione del relativismo, caratterizzato invece dalla 'piccola ragione', dal 'pensiero debole' e anche dall’amore debole”.

    Durante gli esercizi, spiega ancora Léthel, i santi saranno il punto di riferimento a cui guardare e la voce da ascoltare, con particolare attenzione rivolta alle donne. Un’immagine, a suo giudizio, rende bene l’idea di questo guardare ai santi: quella del Giudizio universale del Beato Angelico, che si trova nel museo di San Marco di Firenze — riprodotto è anche sulla copertina della pubblicazione della Prefettura della Casa Pontificia — dove i santi “si danno la mano e ci danno la mano, facendoci entrare in questo meraviglioso 'girotondo'”.

    Tra le figure che verranno prese in considerazione, ci saranno due santi particolarmente cari a Giovanni Paolo II: Luigi Maria Grignion de Montfort, ispiratore del suo motto Totus tuus, e Teresa di Lisieux, che sarà la voce dominante degli esercizi: “Dottore della scientia amoris - spiega Léthel - la piccola Teresa dà la mano ai due grandi dottori della scientia fidei, sant’Anselmo, il teologo della Croce, e san Tommaso, il teologo della luce di Cristo”.

    Altre due figure di santità al femminile saranno oggetto di riflessione: Caterina da Siena, “nel suo impegno per la riforma della Chiesa, profondamente ferita dal peccato delle sue membra”, e Giovanna d’Arco, “nella sua passione e morte per colpa di sacerdoti e teologi”. Alla figura di quest’ultima si è ispirato Charles Péguy per il Mistero della sua carità, vera e propria “teologia poetica della comunione dei santi e della speranza”.

    Dopo tre consacrate nella verginità, padre Léthel propone una sposa e madre di famiglia, Concepción Cabrebra de Armida, grande mistica del XX secolo, dichiarata venerabile da Giovanni Paolo II nel 1999: donna che “ci offre un’altissima dottrina riguardo alla maternità con la sua duplice esperienza di maternità naturale e di maternità spirituale”.

    Per ricordare il posto che i laici e, in particolare, i giovani avevano nel cuore di Papa Wojtyła, verrà poi presentata una giovane laica, la beata Chiara Luce Badano, che è morta nel 1990, ad appena 18 anni, offrendo le sue sofferenze per il Papa, i giovani e tutto il mondo. Infine, il predicatore chiuderà gli esercizi con le figure di san Giuseppe, Redemptoris custos, e del venerabile Giuseppe Quadrio, sacerdote e teologo salesiano, morto nel 1963 dopo una vita trascorsa al servizio degli studi e dell’insegnamento.

















    Il Papa risponderà in televisione alle domande dei fedeli su Gesù
    Il Venerdì Santo nel programma di Rai Uno “A Sua Immagine”




    CITTA' DEL VATICANO, martedì, 8 marzo 2011 (ZENIT.org).- Il 22 aprile prossimo, Venerdì Santo, Papa Benedetto XVI risponderà a tre domande su Gesù nel contesto del programma televisivo di Rai Uno “A Sua Immagine”.

    Le domande potranno essere inviate al sito web della trasmissione, e verranno poi selezionate. L'intervista al Papa sarà registrata pochi giorni prima della messa in onda.

    In un'intervista rilasciata alla “Radio Vaticana”, il conduttore di “A Sua Immagine”, Rosario Carello, ha spiegato che l'iniziativa è nata dalla valutazione che “il Venerdì Santo è un giorno particolare e fino a qualche anno fa, anche la televisione si rendeva conto di questa diversità con una programmazione che induceva quantomeno alla riflessione”.

    “Si è perso questo sentimento”, ha commentato Carello, indicando che “oggi il Venerdì Santo televisivo è un giorno come un altro per tutti i canali: addirittura ci sono litigi, pettegolezzi”.

    Per questo motivo, “A sua immagine” ha voluto “recuperare questo storico programma che era 'Domande su Gesù' per riportare al centro del pomeriggio di quel giorno, nello stesso orario della morte di Gesù, il caso di Gesù”.

    “L’idea era: tante domande su Gesù che arrivano dai telespettatori, che trovano in studio già degli interlocutori per rispondere, ma sarebbe straordinario se fosse proprio il Papa, che è così attento all’ascolto e al dialogo, a rispondere. Quanto sarebbe bello se il pubblico potesse fare delle domande e fosse il Papa a rispondere”, ha confessato Carello.

    “Ci sembrava folle addirittura pensarlo. Vedevamo però nello stile di Papa Benedetto qualcosa che ci induceva quantomeno a proporla, questa idea: l’abbiamo proposta ed ecco che il Papa ha accettato”, ha aggiunto.

    Benedetto XVI, ha proseguito, si rende conto che “se poco conosciamo Cristo - e lo conosciamo poco, lo afferma lui stesso nella prefazione al primo volume 'Gesù di Nazaret' - lo amiamo poco e poco possiamo credere in Lui”.

    Il Pontefice, attraverso una vasta attività – visto che sta per uscire il secondo volume di “Gesù di Nazaret” e si sa che un terzo è in preparazione -, “è impegnato a far riscoprire chi è Gesù, anzi meglio la verità dell’aderenza del Gesù evangelico al Gesù storico”.

    L'idea di poter interpellare il Papa, ha sottolineato Carello, ha riscosso da subito grande successo, tanto che le persone, avendo saputo della proposta, stanno già iniziando a “inondare di domande” la redazione.

    “Le leggeremo tutte e cercheremo di capire se prevalgono alcuni interrogativi su altri. Quelle che sembreranno le più forti, le più presenti, ma anche quelle capaci di aprire un dibattito più forte le porteremo al Santo Padre”.

    Il conduttore di “A Sua Immagine” ha affermato che uno degli aspetti di Papa Benedetto XVI che lo colpiscono maggiormente è “la chiarezza”.

    Il Papa, infatti, “riesce ad esprimere concetti, che sono spesso complicati di per sé, in maniera talmente semplice, ma contemporaneamente esauriente, che il cervello li comprende e il cuore se ne sente riscaldato”.

    “E' un grandissimo dono di questo Papa che, secondo me, pian piano, comincia a scoprire veramente chiunque”, ha sottolineato.

    “Poiché la televisione parla a tutti, questa occasione del Venerdì Santo sarà una dimostrazione straordinaria di questa capacità, di questo dono che il Papa ha e che mette costantemente a disposizione della Chiesa e del mondo”.

    Per ulteriori informazioni, www.asuaimmagine.rai.it/R2_HPprogramma/0,,241,00.html.




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    INGHILTERRA: MERCOLEDÌ CENERI, EX ANGLICANI PRONTI AD ENTRARE IN CHIESA CATTOLICA

    Sono 33 i gruppi di anglicani, in tutto il paese, che si stanno preparando ad entrare nella Chiesa cattolica mercoledì prossimo, 9 marzo, giornata delle ceneri. E’ possibile avere notizie su di loro guardando il portale ordinariateportal.wordpress.com/ dove si sono anche messaggi di numerosi pastori anglicani che hanno deciso di dare le dimissioni per diventare cattolici. Secondo l’ufficio stampa della Conferenza Episcopale cattolica non sarà possibile conoscere il numero preciso fino alla prossima settimana.
    Il settimanale cattolico “Tablet” sostiene che almeno 20 pastori e circa 600 laici lasceranno la Chiesa di Inghilterra per entrare nell’ordinariato avviato dal Papa con la costituzione apostolica “Anglicanorum coetibus” che consente agli anglicani di mantenere aspetti della loro liturgia. Gli anglicani che vogliono diventare cattolici cominceranno la loro preparazione con l’avvio della Quaresima. In una data successiva, che sarà decisa tra l’ordinario e il vescovo diocesano responsabile per gli anglicani che aspirano a diventare cattolici, questi ultimi verranno accolti nella chiesa e riceveranno il sacramento della Cresima. La cerimonia avrà luogo o durante la Messa del giovedì santo o durante la veglia pasquale. A Pentecoste, i pastori anglicani che hanno ottenuto l’accordo della Congregazione per la dottrina della fede verranno riordinati sacerdoti cattolici.

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    PAPA: PER LA PRIMA VOLTA RISPONDERA' A DOMANDE IN TV

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 8 mar.

    Il Papa parteciperà ad un programma televisivo, "Domande su Gesù", lo speciale del Venerdì Santo della trasmissione "A Sua Immagine" di Rai Uno.
    Una decisione, della quale ha dato notizia il conduttore Rosario Carello al Corriere della Sera, che rappresenta una assoluta novita' anche rispetto all'unico precedente, la partecipazione dello stesso Benedetto XVI alla lettura in diretta della Bibbia promossa due anni fa dal vaticanista Giuseppe De Carli, il direttore di Rai Vaticano scomparso da qualche mese, Papa Ratzinger, infatti, questa volta ha accettato di entrare in un format gia' collaudato e di successo come quello degli speciali che la rubrica religiosa della prima rete realizza ogni anno per offrire ai telespettatori la possibilita' di formulare liberamente le proprie domande - inerenti alla "Passione" - ed ottenere risposte da grandi teologi e altri qualificati esperti (il tutto viene trasmesso in un orario non particolarmente felice: le 14,15).
    Come il suo predecessore Giovanni Paolo II, anche Papa Ratzinger, infatti, oltre ad essere stato ripreso dalle telecamere in occasione di cerimonie ed incontri, e ad aver risposto a domande di giornalisti in interviste poi trasmesse dalla tv, ha registrato diversi videomessaggi destinati a gruppi di fedeli, ma in tutte queste situazioni le parole e le azioni del Pontefice non erano "per la tv", che semplicemente le riprendeva. Anche Giovanni Paolo II e' stato ripreso dalle telecamere praticamente ogni giorno dei suoi 27 anni di Pontificato, offrendosi alle telecamere non solo negli incontri pubblici e nelle celebrazioni ma anche in molti momenti privati a cominciare dalle sue amatissime gite in montagna, l'inverno per sciare e nelle stagioni piu' calde per passeggiare. Anche se deve essergli costato molto, il Papa polacco non si e' mai sottratto alle richieste della tv, nemmeno alla fine della sua vita, per testimoniare che la fede vince su qualunque limitazione fisica. Ma, a differenza di Benedetto XVI, ritenne di non rilasciare interviste televisive anche se il 14 ottobre 1998 intervenne per telefono in diretta nella trasmissione "Porta a porta" di Bruno Vespa, quella sera dedicata ai 20 anni di Pontificato.
    Poco piu' di un secolo prima, nel 1896 era stato Papa Leone XIII a lasciarsi riprendere dal regista Vittorio Calcina per quella che tuttora rimane la prima pellicola italiana esistente. Il breve filmato girato nei giardini Vaticani mostra una benedizione del Pontefice della Rerum Novarum, che venne filmata su pellicola Lumie're. La pellicola originale, ceduta dalla Cineteca Nazionale alla Filmoteca Vaticana nel 1959, e' stata restaurata ed e' il primo documento filmato di un Pontefice, testimonianza della capacita' della Sede Apostolica di una vera grande apertura al nuovo. Papa Ratti, il successore, convinto anche lui delle strordinarie potenzialita' di quelli che erano allora i nuovi media, volle dotare di un emittente radiofonica, la Radio Vaticana, il neonato Stato della Citta' del Vaticano. E si lascio' riprendere il giorno dell'inaugurazione, il 22 febbraio 1931. Il filmato, anch'esso conservato nella Filmoteca Vaticana, si intitola "Pio XI e Marconi". "Pastor Angelicus" e' invece il titolo del documentario-biografia di Pio XII, un film del 1942 che, sempre sullo sfondo della guerra, e' uno straordinario esempio di comunicazione da parte della Chiesa. Papa Pacelli si lascio' riprendere senza mai guardare nell'obiettivo e senza nulla concedere alla cinepresa. Nel 1961 furono invece, per la prima volta, le telecamere della Rai di Ettore Bernabei ad entrare nel Palazzo Apostolico per raccontare "Una giornata del Papa", e far conoscere meglio al pubblico televisivo Giovanni XXIII, un Papa anziano ma sorprendentemente umile e moderno, molto disponibile alle esigenze della tv, come hanno poi raccontato i cameramen ammessi alla terza loggia. Proprio Bernabei gli aveva fatto avere i suoi "Suggerimenti per eventuali trasmissioni radio-televisive in vista del Concilio". E Papa Roncalli, racconta lo storico Marco Roncalli, nipote e biografo del Pontefice ergamasco, volle incontrare in privato l'allora direttore generale della Rai.

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    PAPA: IN TV FUNZIONA PERCHE' IL SUO LINGUAGGIO E' DIRETTO

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 8 mar.

    Il format "Domande su Gesu'", speciale del Venerdi' Santo della trasmissione televisiva "A Sua Immagine", al quale ha accettato di partecipare, e' particolarmente congeniale a Joseph Ratzinge che prima da teologo, poi da cardinale e ora da Papa, ha sempre scelto "un linguaggio moderno, molto netto, che arriva immediatamente al cuore delle cose.
    Un linguaggio che - sottolinea Lucetta Scaraffia, docente di storia contemporanea a La Sapienza e editorialista dell'Osservatore Romano - non e' mai difficile, ma cerca di comunicare nel modo piu' facile possibile quello che vuole dire.
    Un linguaggio che non e' mai autoreferenziale, non indulge mai a quel gergo che invece e' purtroppo cosi' diffuso nella cultura cattolica contemporanea, separandola completamente da quella laica, e che soprattutto non suscita riflessione e quindi vero coinvolgimento personale". "Nelle parole di Ratzinger e di Benedetto XVI - osserva la professoressa Scaraffia, relatrice con il card. Bertone e Gianni Letta alla presentazione del primo volume dell''Opera Omnia' del teologo e Papa all'ambasciata d'Italia presso al Santa Sede - non ci sono mai cadute in questo senso, non ci sono banalita', concetti scontati e privi ormai di valore per essere stati ripetuti troppe volte. E la questione del linguaggio e' un problema fondamentale per toccare il cuore dei credenti e soprattutto per farsi ascoltare dal resto del mondo, un problema che la Chiesa di oggi puo' risolvere seguendo l'esempio del Papa". Questo stesso tema, Benedetto XVI lo ha affrontato il 13 novembre scorso nel discorso sulle potenzialita' dei nuovi media rivolto al Pontificio Consiglio per la Cultura, chiedendo alla Chiesa di "mettersi in ascolto degli uomini e delle donne del nostro tempo, per promuovere nuove occasioni di annuncio del Vangelo" in un clima di "profonda trasformazione culturale" caratterizzato da "nuovi linguaggi e nuove forme di comunicazione", e rilevando che "in questo contesto, i Pastori e i fedeli avvertono con preoccupazione alcune difficolta' nella comunicazione del messaggio evangelico e nella trasmissione della fede, all'interno della stessa comunita' ecclesiale", problemi che "sembrano talora aumentare quando la Chiesa si rivolge agli uomini e alle donne lontani o indifferenti ad una esperienza di fede, ai quali il messaggio evangelico giunge in maniera poco efficace e coinvolgente".
    "In un mondo che fa della comunicazione la strategia vincente, la Chiesa - sono le parole del Papa - non rimane indifferente" ma cerca "di avvalersi con rinnovato impegno creativo" e "con senso critico e attento discernimento" delle nuove modalita' comunicative. "L'incapacita' del linguaggio di comunicare il senso profondo e la bellezza dell'esperienza di fede puo' contribuire all'indifferenza di tanti, soprattutto giovani; puo' diventare motivo di allontanamento, come affermava gia' la Costituzione Gaudium et spes, rilevando che una presentazione inadeguata del messaggio nasconde piu' che manifestare il genuino volto di Dio e della religione".
    Da parte sua, Benedetto XVI questo sforzo di "traduzione" delle verita' della fede lo compie ogni giorno, seguendo l'esempio del suo maestro Romano Guardini, il grande filosofo e teologo italo-tedesco del quale fu allievo all'Universita' di Monaco. Per Guardini, ha ricordato Ratzinger nei giorni scorsi, "a contare di piu' non era la questione di cosa qualcuno avesse detto sulla verita' cristiana, ma quella di cosa sia vero". "Era questa impostazione del suo insegnamento - ha confidato ai membri della Fondazione Guardini ricevuti recentemente in Vaticano - che colpi' noi giovani, perche' noi non volevamo conoscere uno 'spettacolo pirotecnico' delle opinioni esistenti dentro o fuori della cristianita': noi volevamo conoscere cio' che e'. E li' c'era uno che senza timore e, al tempo stesso, con tutta la serieta' del pensiero critico, poneva questa questione e ci aiutava a pensare insieme". "Questa - ha confidato l'ex allievo di Guardini divenuto Papa - era la novita' rispetto alla retorica dei vecchi tempi: che egli non cercasse affatto alcuna retorica, bensi' parlasse in modo del tutto semplice con noi e, insieme a cio', parlasse con la verita' e ci inducesse al dialogo con la verita'. E questo e' un ampio spettro di 'dialoghi' con autori come Socrate, Sant'Agostino o Pascal, con Dante, Holderlin, Morike, Rilke e Dostojevskij. Egli vedeva in loro dei mediatori viventi, che scoprono in una parola del passato il presente, permettendo di vederlo e viverlo in modo nuovo. Essi ci donano una forza, che puo' condurci di nuovo a noi stessi". A ben vedere e' proprio quello che Papa Ratzinger si impegna a fare anche lui, con le encicliche e i libri, i discorsi, i messaggi ed ora anche accettando di rispondere in tv alle domande del pubblico.

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    PAPA: IN QUARESIMA CONDURRE VITA SOBRIA E ASTENERSI DAL MALE

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV,9 mar.

    L'itinerario che siamo invitati a percorre nelle Quaresima "è caratterizzato, nella tradizione della Chiesa, da alcune pratiche: il digiuno, l'elemosina e la preghiera.
    Il digiuno significa l'astinenza dal cibo, ma comprende altre forme di privazione per una vita piu' sobria. Tutto questo pero' non e' ancora la realta' piena del digiuno: e' il segno esterno - il digiuno - di una realta' interiore, del nostro impegno, con l'aiuto di Dio, di astenerci dal male e di vivere del Vangelo".
    Lo ha detto il Papa nel discorso tenuto all'Udienza Generale di oggi. "Non digiuna veramente - ha aggiunto - chi non sa nutrirsi della Parola di Dio". Per Bendetto XVI, poi, "nessuna opera si puo' associare al digiuno piu' utilmente dell'elemosina, la quale sotto il nome unico di 'misericordia' abbraccia molte opere buone. Immenso e' il campo delle opere di misericordia". "Non solo i ricchi e i facoltosi - ha spiegato - possono beneficare gli altri con l'elemosina, ma anche quelli di condizione modesta e povera. Cosi', disuguali nei beni di fortuna, tutti possono essere pari nei sentimenti di pieta' dell'anima". La Quaresima, infine, "e' un tempo privilegiato per la preghiera". E infatti "Sant'Agostino dice che il digiuno e l'elemosina sono 'le due ali della preghiera', che le permettono di prendere piu' facilmente il suo slancio e di giungere sino a Dio"."La Chiesa - ha concluso - sa che, per la nostra debolezza, e' faticoso fare silenzio per mettersi davanti a Dio, e prendere consapevolezza della nostra condizione di creature che dipendono da Lui e di peccatori bisognosi del suo amore; per questo, in Quaresima, invita ad una preghiera piu' fedele ed intensa e ad una prolungata meditazione sulla Parola di Dio".

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    PAPA: AUSTERO RITO CENERI DICE CHE NELL'OGGI DECIDIAMO IL FUTURO

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 9 mar.

    Commentando il gesto liturgico che i cattolici compiono all'inizio della Quaresima ricevendo "l'austero simbolo delle ceneri", il Papa ha spiegato che esso "ci ricorda la nostra condizione di creature, ci invita alla penitenza e ad intensificare il nostro impegno di conversione". "Nelle azioni liturgiche - ha rilevato - Cristo si rende presente e attraverso l'azione dello Spirito Santo quegli avvenimenti salvifici diventano attuali". Ed infatti "c'e' una parola-chiave che ricorre spesso nella Liturgia per indicare questo: la parola oggi; ed essa va intesa in senso originario e concreto, non metaforico. Oggi Dio rivela la sua legge e a noi e' dato di scegliere oggi tra il bene e il male, tra la vita e la morte; oggi il Regno di Dio e' vicino. Convertitevi e credete al Vangelo; oggi il Cristo e' morto sul Calvario ed e' risuscitato dai morti; e' salito al cielo e siede alla destra del Padre; oggi ci e' dato lo Spirito Santo; oggi e' il tempo favorevole". "Partecipare alla Liturgia -ha continuato Benedetto XVI rivolgendosi agli oltre 8 mila fedeli presenti nell'Aula Nervi (ed anche nel suo foyer) per l'Udienza Generale- significa allora immergere la propria vita nel mistero di Cristo, la sua permanente presenza, percorrere un cammino in cui entriamo nella sua morte e risurrezione per avere la vita".

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    PAPA: VITA CRISTIANA E' UN CAMMINO PIU' CHE UNA LEGGE MORALE

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 9 mar.

    "La vita cristiana e' una 'via' da percorrere, consistente non tanto in una legge da osservare, ma nella persona stessa di Cristo, da incontrare, da accogliere, da seguire". "La cenere benedetta imposta sul nostro capo e' un segno che ci ricorda la nostra condizione di creature, ci invita alla penitenza e ad intensificare l'impegno di conversione per seguire sempre di piu' il Signore".
    Per Benedetto XVI, dunque, durante la Quaresima che inizia oggi con il mesto rito delle ceneri, e' importante "metterci alla scuola di Gesu', ripercorrere gli eventi che ci hanno portato la salvezza, ma non come una semplice commemorazione, un ricordo di fatti passati".
    Infatti, ha precisato il Papa, "c'e' una parola-chiave che ricorre spesso nella Liturgia per indicare questo: la parola 'oggi'; ed essa va intesa in senso originario e concreto, non metaforico". Nelle domeniche di Quaresima, infatti, "siamo introdotti a vivere un itinerario battesimale, quasi a ripercorrere il cammino dei catecumeni, di coloro che si preparano a ricevere il Battesimo, per ravvivare in noi questo dono e per far in modo che la nostra vita recuperi le esigenze e gli impegni di questo Sacramento, che e' alla base della nostra vita cristiana".

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    Benedetto XVI in televisione

    I vaticanisti: parla al cuore

    DA ROMA MIMMO MUOLO

    Un Papa «sorprendente».
    Ma so­lo per chi non lo conosce. Un Papa che «non cerca le teleca­mere a tutti i costi», ma che quando ci sta davanti, dimostra di saperlo fare be­ne. Così i vaticanisti televisivi commen­tano l’annuncio della partecipazione di Benedetto XVI alla trasmissione di Raiu­no Domande su Gesù, lo speciale di A Sua immagine che andrà in onda il Ve­nerdì Santo.
    «Papa Ratzinger – dice Fa­bio Zavattaro del Tg1 – è abituato a dia­logare con il mondo dei media. Siamo piuttosto noi che dobbiamo abituarci al suo modo di comunicare. Nel senso che spesso non riusciamo a sintonizzarci sulla sua lunghezza d’onda».
    Per Zavat­taro, infatti, è tempo di cominciare a ri­vedere l’immagine del Pontefice un po’ retrò, che molti mass media hanno af­fibbiato al successore di Giovanni Pao­lo II. «Sa parlare a braccio e sa catturare l’attenzione degli ascoltatori. Tra l’altro – aggiunge – conosce non solo i media tradizionali, ma anche internet e i so­cial network. E lo si capisce dai suoi in­terventi su questi temi».
    Anche secondo Lucio Brunelli del Tg2, la scelta di rispondere in tivù alle do­mande dei fedeli «dice della modernità del Papa, che già si era intuita, ad e­sempio, con il recente libro-intervista».
    «Benedetto XVI – afferma Brunelli – ci mostra una logica diversa nell’uso del­la tivù. Sicuramente non presenzialista, anzi estremamente sobrio nel suo stile, non rifiuta però di esserci, perché gli in­teressa comunicare dei contenuti e ri­portare la Chiesa all’essenziale, cioè al­la persona di Gesù Cristo». In sostanza questo ulteriore gesto di papa Ratzinger dimostra che «non ha paura della mo­dernità, non demonizza la televisione, pur non nascondendosi i suoi limiti, ma ne testimonia un uso diverso».
    Un uso che, a parere di Stefano Maria Paci non resterà senza conseguenze cir­ca l’immagine del Papa. «È una scelta – dice il vaticanista di Sky Tg 24 – che stu­pisce solo chi non conosce Benedetto XVI. Nel senso che il Pontefice spesso dipinto come conservatore è in realtà innovativo su molti punti». Paci lancia una provocazione. «Gran parte degli os­servatori non ha ancora compreso que­sto pontificato, un po’ per volontarie mi­stificazioni, un po’ per errori di valuta­zione dovuti ai pregiudizi e alla pigrizia di un certo modo di fare giornalismo». Un esempio? «Quando il Papa parla di etica e morale, non dice cose diverse da Giovanni Paolo II, ma i media fanno sempre grandi titoli. Quando si schiera a favore dell’Africa o dei temi sociali qua­si lo ignorano. Io invece penso che la sto­ria gli darà ragione, più di quanto non sappiamo fare noi cronisti».
    È la teoria della doppia immagine di cui parla anche Marina Ricci del Tg5.
    «Di­ciamocelo francamente, per molti pa­pa Ratzinger è ancora il panzer-kardi­nal di quando era il prefetto della Con­gregazione per la dottrina della fede».
    In realtà, sottolinea Ricci, «quella era una figura mitologica mai esistita e creata solo dai media». Nel senso che «Joseph Ratzinger non è mai cambiato. E anche da Papa è una persona dolcissima, che non ha mai usato il pugno di ferro, che ha un grandissimo rispetto per le don­ne, che non ha avuto paura di chiedere scusa anche per colpe non sue». Questa doppia immagine («solo chi non lo co­nosce bene, si meraviglia di certe sue scelte») vale anche nel rapporto con i media. «Benedetto XVI – conclude la giornalista – non è succube della televi­sione, non la cerca a tutti i costi, ma al­l’occorrenza la sa usare meglio di tanti altri, perché è certo della sua fede e, a­scoltandolo, si capisce subito che crede in ciò che dice».

    © Copyright Avvenire, 9 marzo 2011


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    00 09/03/2011 23:28
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    PAPA: IL NOSTRO MONDO HA BISOGNO DI CONVERSIONE

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 9 mar.

    "Il nostro mondo ha bisogno di essere convertito da Dio, ha bisogno del suo perdono, del suo amore, ha bisogno di un cuore nuovo".
    Lo ha affermato Benedetto XVI nell'omelia tenuta questa sera all'Aventino. Nella Scrittura, ha ricordato in proposito il Papa teologo, "Dio invita il popolo ebraico ad un pentimento sincero e non apparente". Il profeta Gioele, infatti, "prende spunto dalla piaga dell'invasione delle cavallette che si era abbattuta sul popolo distruggendo i raccolti, per invitare ad una penitenza interiore, a lacerarsi il cuore e non le vesti".
    E' richiesta, cioe', "una conversione superficiale e transitoria, bensi' di un itinerario spirituale che riguarda in profondita' gli atteggiamenti della coscienza e suppone un sincero proposito di ravvedimento".
    "Tutti - ha scandito il Papa teologo - abbiamo bisogno della Grazia di Dio che illumoni le menti". E tutti dobbiamo assumere "un atteggiamento di conversione autentica a Dio - ritornare a Lui -, riconoscendo la sua santita', la sua potenza, la sua maesta'". Una conversione che "e' possibile perche' Dio e' ricco di misericordia e grande nell’amore. La sua e' una misericordia rigeneratrice, che crea in noi un cuore puro, rinnova nell'intimo uno spirito fermo, restituendoci la gioia della salvezza.
    Dio, infatti, non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva".

    © Copyright (AGI)

    PAPA: COERENZA DEI CRISTIANI PER MOLTI E' L'UNICO VANGELO

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 9 mar.

    Nel mondo di oggi "noi cristiani dobbiamo essere un messaggio vivente, anzi, in molti casi siamo l'unico Vangelo che gli uomini di oggi leggono ancora". Lo ha detto il Papa nell'omelia tenuta questa sera all'Aventino. "Ecco - ha spiegato alla folla dei fedeli presenti per i riti d'inizio Quaresima - la nostra responsabilita' sulle orme di san Paolo, ecco un motivo in piu' per vivere bene la Quaresima: offrire la testimonianza della fede vissuta ad un mondo in difficolta' che ha bisogno di ritornare a Dio, che ha bisogno di conversione".
    "Quando si compie qualcosa di buono quasi istintivamente nasce - pero' - il desiderio di essere stimati e ammirati per la buona azione, di avere cioe'
    una soddisfazione".
    E' un autocompiacimento da cui bisogna guardarsi. Esso, ha spiegato in proposito il Pontefice, "da una parte rinchiude in se stessi, dall'altra porta fuori da se stessi, perche' si vive proiettati verso quello che gli altri pensano di noi e ammirano in noi".
    Occorre dunque, in questa Quaresima, "intensificare l'ascolto della Parola di Dio, la preghiera e la penitenza, aprendo il cuore alla docile accoglienza della volonta' divina, per una pratica piu' generosa della mortificazione, grazie alla quale andare piu' largamente in aiuto del prossimo bisognoso: un itinerario spirituale che ci prepara a rivivere il Mistero Pasquale". "Maria, nostra guida nel cammino quaresimale, ci conduca - ha infine invocato il Papa - ad una conoscenza sempre piu' profonda di Cristo, morto e risorto, ci aiuti nel combattimento spirituale contro il peccato, ci sostenga nell'invocare con forza: 'Convertici a Te, o Dio, nostra salvezza'".

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    Paparatzifan
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    PAPA: ALL'AVENTINO PER PROCESSIONE E CENERI

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 9 feb.

    Benedetto XVI e' giunto all'Aventino, per presiedere la processione penitenziale d'inizio Quaresima, dall'Abbazia benedettina di Sant'Anselmo alla Basilica di Santa Sabina, retta dai padri domenicani, dove ogni anno riceve le ceneri sul capo come un semplice fedele.
    Ad accogliere il Pontefice all'arrivo sono stati il card. l'abate Wolf, primate dei benedettini, e il card. Vallini, vicario di Roma. Alla processione prendono parte i cardinali, gli arcivescovi, i vescovi e i rappresentanti di comunita' religiose e monastiche della Capitale che seguono con i propri abiti i benedettini e i domenicani che sono in maggior numero.
    Alcune centinaia di fedeli hanno potuto partecipare alla processione guidata da Benedetto XVI, mentre molti di piu' hanno assistito al passaggio del Pontefice e dei cardonali e vescovi dalle transenne che limitavano il percorso. Dopo l'ingresso del Papa in piazza Sabina, le transenne sono state aperte per permettere alla folla di seguire il rito delle ceneri in un settore di piazza Pietro d'Illiria, il Centro Televisivo Vaticano ha posizionato un maxi schermo e i domenicani hanno messo per l'occasione alcune centinaia di sedie.
    Il bellissimo Giardino degli aranci, il cui ingresso e' accanto alla Basilica di Santa Sabina, e' stato chiuso per ragioni di sicurezza.
    Ad imporre le ceneri a Benedetto XVI, nel corso della messa celebrata al termine della processione, e' stato il card. Jozef Tomko, titolare della Basilica di Santa Sabina. Tolta la mitra e la papalina, il Pontefice aveva i capelli scompigliati ed un'espressione assorta. Subito dopo e' toccato al Papa di imporre le ceneri ai cardinali e vescovi della Curia Romana, ed ha iniziato dallo stesso card. Tomko.

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    PAPA: QUARESIMA NON SIA SINONIMO DI AFFLIZIONE

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 9 mar.

    Per i cristiani la parola Quaresima non puo' essere sinonimo di afflizione.
    "Nell'opinione comune, questo tempo - ha detto il Papa nella celebrazione del mercoledi' delle ceneri presieduta all'Aventino - rischia di essere connotato dalla tristezza, dal grigiore della vita. Invece essa e' dono prezioso di Dio, e' tempo forte e denso di significati nel cammino della Chiesa, e' l'itinerario verso la Pasqua del Signore".
    "Il profeta Gioele - ha ricordato Benedetto XVI citando le letture di oggi - ordina, a nome del Signore, che si crei un propizio ambiente penitenziale: bisogna suonare la tromba, convocare l'adunanza, risvegliare le coscienze. Il periodo quaresimale ci propone questo ambito liturgico e penitenziale: un cammino di quaranta giorni dove sperimentare in modo efficace l'amore misericordioso di Dio".
    "Oggi - ha scandito Ratzinger - risuona per noi l'appello 'Ritornate a me con tutto il cuore'; oggi siamo noi ad essere chiamati a convertire il nostro cuore a Dio,
    consapevoli sempre di non poter realizzare la nostra conversione da soli, con le nostre sole forze, perche' e' Dio che ci converte. Egli ci offre ancora il suo perdono, invitandoci a tornare a Lui per donarci un cuore nuovo, purificato dal male che lo opprime, per farci prendere parte alla sua gioia".
    Nell'omeila, il Papa si e' soffermato sui tre elementi che caratterizzano la Quaresima: l'elemosina, la preghiera e il digiuno.
    "Nel corso del tempo - ha ricordato citando il popolo ebraico - queste prescrizioni erano state intaccate dalla ruggine del formalismo esteriore, o addirittura si erano mutate in un segno di superiorita'". "Nel riproporre queste prescrizioni, il Signore Gesu' - ha spiegato Ratzinger - non chiede un rispetto formale ad una legge estranea all'uomo, imposta da un legislatore severo come fardello pesante, ma invita a riscoprire queste tre opere di pieta' vivendole in modo piu' profondo, non per amore proprio, ma per amore di Dio, come mezzi nel cammino di conversione a lui".

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    00 10/03/2011 01:41
    L'Osservatore Romano

    Edizione quotidiana 10 marzo 2011





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