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    00 21/09/2009 16:25
    TELEGRAMMA DI CORDOGLIO DEL SANTO PADRE PER I MILITARI ITALIANI VITTIME DELL’ATTENTATO TERRORISTICO A KABUL (AFGHANISTAN)

    Pubblichiamo di seguito il telegramma di cordoglio del Santo Padre Benedetto XVI per i militari italiani vittime dell’attentato terroristico a Kabul (Afghanistan), inviato a firma del Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, all’Ordinario Militare per l’Italia, S.E. Mons. Vincenzo Pelvi, e di cui è stata data lettura questa mattina all’inizio della Celebrazione Esequiale nella Basilica di San Paolo fuori le mura:


    TELEGRAMMA DEL SANTO PADRE

    S.E.R. MONS. VINCENZO PELVI ORDINARIO MILITARE PER L’ITALIA

    SALITA DEL GRILLO, 37 – 00184 ROMA

    PROFONDAMENTE ADDOLORATO PER TRAGICO ATTENTATO TERRORISTICO AT KABUL IN CUI HANNO PERSO LA VITA INSIEME CON NUMEROSI CIVILI SEI MILITARI ITALIANI SOMMO PONTEFICE ESPRIME SENTITE CONDOGLIANZE AT VOSTRA ECCELLENZA FAMILIARI ET RISPETTIVE COMUNITÀ COME PURE AT CHIESA CASTRENSE ET INTERA NAZIONE ITALIANA (.) MENTRE SI UNISCE SPIRITUALMENTE AT CELEBRAZIONE ESEQUIALE SUA SANTITÀ INVOCA MATERNA INTERCESSIONE MARIA SANTISSIMA REGINA PACIS AFFINCHÉ IDDIO SORGENTE INESAURIBILE DI SPERANZA ET FORZA NEL BENE SOSTENGA QUANTI SI IMPEGNANO OGNI GIORNO AT COSTRUIRE NEL MONDO SOLIDARIETÀ RICONCILIAZIONE ET PACE ET INVIA DI CUORE AT PARTECIPANTI TUTTI SACRA LITURGIA CONFORTATRICE BENEDIZIONE APOSTOLICA CON PARTICOLARE PENSIERO PER MILITARI FERITI

    CARDINALE TARCISIO BERTONE SEGRETARIO DI STATO

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    00 22/09/2009 16:43
    RINUNCE E NOMINE



    NOMINA DEL NUNZIO APOSTOLICO IN FRANCIA

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato Nunzio Apostolico in Francia S.E. Mons. Luigi Ventura, Arcivescovo titolare di Equilio, finora Nunzio Apostolico in Canada.



    NOMINA DI MEMBRI DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

    Il Papa ha nominato Membri della Congregazione per la Dottrina della Fede gli Ecc.mi Monsignori Walmor Oliveira de Azevedo, Arcivescovo di Belo Horizonte (Brasile), e Mario del Valle Moronta Rodríguez, Vescovo di San Cristóbal de Venezuela (Venezuela).

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    00 23/09/2009 16:11
    LE UDIENZE

    Il Santo Padre Benedetto XVI riceve questo pomeriggio in Udienza:

    Ecc.mi Presuli della Conferenza Episcopale del Brasile (Nordeste 1-4), in Visita "ad Limina Apostolorum":

    S.E. Mons. José Antônio Aparecido Tosi Marques, Arcivescovo di Fortaleza

    con il Vescovo Ausiliare:

    S.E. Mons. José Luiz Ferreira Salles, C.SS.R., Vescovo tit. di Tipasa di Numidia;

    S.E. Mons. Jacinto Furtado de Brito Sobrinho, Vescovo di Crateús;

    S.E. Mons. Fernando Panico, M.S.C., Vescovo di Crato.


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    00 23/09/2009 16:12
    NOMINE NELL’AMBITO DELLA SECONDA ASSEMBLEA SPECIALE PER L’AFRICA DEL SINODO DEI VESCOVI



    MEMBRI DI NOMINA PONTIFICIA

    Il Santo Padre ha nominato Membri della Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, che avrà luogo dal 4 al 25 ottobre 2009 sul tema: La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. "Voi siete il sale della terra ... voi siete la luce del mondo" (Mt 5, 13.14):

    Sua Em.za Rev.ma Card. Angelo SODANO, Decano del Collegio Cardinalizio (Città del Vaticano).

    Sua Em.za Rev.ma Card. Péter ERDŐ, Arcivescovo di Esztergom-Budapest (Ungheria), Presidente del Consilium Conferentiarum Episcoporum Europae (C.C.E.E.).

    Sua Em.za Rev.ma Card. André VINGT-TROIS, Arcivescovo di Paris, Presidente della Conférence des Evêques de France (Francia).

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Robert SARAH, Arcivescovo emerito di Conakry, Segretario della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli (Città del Vaticano).

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Henri TEISSIER, Arcivescovo emerito di Alger (Algeria).

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Jaime Pedro GONÇALVES, Arcivescovo di Beira (Mozambico).

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Orlando B. QUEVEDO, O.M.I., Arcivescovo di Cotabato (Filippine), Segretario Generale della Federation of Asian Bishops' Conferences (F.A.B.C.).

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Luigi BRESSAN, Arcivescovo di Trento (Italia), Presidente della Commissione Episcopale per l'Evangelizzazione dei Popoli e la Cooperazione tra le Chiese della Conferenza Episcopale Italiana.

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Jorge FERREIRA DA COSTA ORTIGA, Arcivescovo di Braga, Presidente della Conferência Episcopal Portuguesa (Portogallo).

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Ludwig SCHICK, Arcivescovo di Bamberg, Presidente della Commissione Weltkirche della Deutsche Bischofskonferenz (Germania).

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Raymundo DAMASCENO ASSIS, Arcivescovo di Aparecida (Brasile), Presidente del Consejo Episcopal Latinoamericano (C.E.L.AM.).

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Jorge Enrique JIMÉNEZ CARVAJAL, C.I.M., Arcivescovo di Cartagena en Colombia (Colombia).

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Telesphore George MPUNDU, Arcivescovo di Lusaka (Zambia).

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Cornelius Fontem ESUA, Arcivescovo di Bamenda (Camerun).

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Wilton Daniel GREGORY, Arcivescovo di Atlanta (Stati Uniti d'America).

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Henryk HOSER, S.A.C., Arcivescovo-Vescovo di Warszawa-Praga (Polonia).

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Gabriel Charles PALMER-BUCKLE, Arcivescovo di Accra (Ghana).

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Odon Marie Arsène RAZANAKOLONA, Arcivescovo di Antananarivo (Madagascar).

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Michel Christian CARTATÉGUY, S.M.A., Arcivescovo di Niamey (Niger).

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Edward Tamba CHARLES, Arcivescovo di Freetown and Bo (Sierra Leone).

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. John Anthony RAWSTHORNE, Vescovo di Hallam (Inghilterra), Presidente della Catholic Agency for Overseas Development (C.A.F.O.D.) della Bishops Conference of England and Wales.

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Maurice PIAT, C.S.Sp., Vescovo di Port-Louis (Maurizio).

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Edmond DJITANGAR, Vescovo di Sarh (Ciad).

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Peter William INGHAM, Vescovo di Wollongong (Australia), Presidente della Federation of Catholic Bishops' Conferences of Oceania (F.C.B.C.O.).

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Louis NZALA KIANZA, Vescovo di Popokabaka (Repubblica Democratica del Congo).

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Jean-Pierre BASSÈNE, Vescovo di Kolda (Senegal), Presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel.

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Giorgio BERTIN, O.F.M., Vescovo di Djibouti (Gibuti), Amministratore Apostolico ad nutum Sanctæ Sedis di Mogadiscio.

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Menghisteab TESFAMARIAM, M.C.C.J., Eparca di Asmara (Eritrea).

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Benedito Beni DOS SANTOS, Vescovo di Lorena (Brasile).

    Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Maroun Elias LAHHAM, Vescovo di Tunis (Tunisia).

    Rev.do Mons. Obiora Francis IKE, Direttore del Catholic Institute for Development, Justice and Peace (C.I.D.J.A.P.), Enugu (Nigeria).

    Rev.do Raymond Bernard GOUDJO, Segretario della Commission Justitia et Pax della Conférence Episcopale Régionale de l’Afrique de l’Ouest Francophone (C.E.R.A.O), Cotonou (Benin).

    Rev.do Juvenalis BAITU RWELAMIRA, Direttore del Centre for Social Justice and Ethics; Prof. Associato e Direttore del Centre for the Social Teaching of the Church presso la Catholic University of Eastern Africa (C.U.E.A.), Nairobi (Kenya).

    Rev.do Guillermo Luis BASAÑES, S.D.B., Consigliere Generale per la Regione Africa-Madagascar della Società Salesiana (Stati Uniti d'America).

    Rev.do P. Emmanuel TYPAMM, C.M., Segretario Generale della Confederazione delle Conferenze dei Superiori Maggiori d’Africa e Madagascar (Madagascar).

    Rev.do P. Zeferino ZECA MARTINS, S.V.D., Provinciale dell'Angola della Società del Divin Verbo (Angola).



    ELENCO DEGLI ESPERTI (Adiutores Secretarii Specialis)

    In vista della Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, che avrà luogo dal 4 al 25 ottobre 2009 sul tema «La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. "Voi siete il sale della terra ... voi siete la luce del mondo" (Mt 5, 13.14)», a norma di quanto previsto nell’Ordo Synodi Episcoporum, il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, con l’approvazione del Sommo Pontefice, ha nominato i seguenti Adiutores Secretarii Specialis (o Esperti):

    Rev.do Barthélemy ADOUKONOU, Segretario Generale della Conférence Episcopale Régionale de l’Afrique de l’Ouest Francophone (C.E.R.A.O), Costa d’Avorio (Benin).

    Rev.do P. Paul BÉRÉ, S.I., Professore di Antico Testamento e Lingue bibliche, presso l’Institut de Théologie de la Compagnie de Jésus, Université Catholique dell’Afrique de l’Ouest, Abidjan, Costa d’Avorio, e presso Hekima College Jesuit School of Theology, Nairobi, Kenya (Burkina Faso).

    Rev.do Bénézet BUJO, Professore Ordinario di Teologia Morale ed Etica sociale, Université de Fribourg in Svizzera (Repubblica Democratica del Congo).

    Rev.do P. Belmiro CHISSENGUETI, C.S.Sp., Segretario della Commissão Episcopal Justiça e Paz, Luanda (Angola).

    Rev.do Gianfrancesco COLZANI, Ordinario di Teologia Missionaria della Facoltà di Missiologia presso la Pontificia Università Urbaniana (Roma).

    Rev.do P. Michael F. CZERNY, S.I., Direttore della African Jesuit AIDS Network (A.J.A.N.), Nairobi, Kenya (Repubblica Ceca).

    Sig.ra Filomena José ELIAS, Membro del Consiglio Pastorale e della Liturgia della Cattedrale di Maputo (Mozambico).

    Prof. Martin ESSO ESSIS, Professore emerito di Scienze Economiche presso l’Università di Abidjan (Costa d’Avorio).

    Rev.da Suor Anne Béatrice FAYE, C.I.C., Consigliera Generale Suore di Nostra Signora dell’Immacolata Concezione (Senegal).

    Dott. Deogratias KASUJJA, Consigliere del Centro dell’Opera di Maria (Movimento dei Focolari), Incaricato della formazione spirituale dei membri (Uganda).

    Sig.ra Mariam Paul KESSY, Coordinatore Nazionale di Christian Professionals of Tanzania (C.P.T.); Assistant Secretary della Commissione Justice and Peace della Conferenza Episcopale della Tanzania.

    Rev.da Suor Elisa KIDANÈ, S.M.C., Consigliera Generale Missionarie Comboniane (Eritrea).

    Rev.do Mons. Matthew Hassan KUKAH, Vicario Generale di Kaduna (Nigeria).

    Fra José Sebastião MANUEL, O.P., Direttore e Cofondatore del Centro Culturale Mosaiko, Luanda (Angola).

    Rev.do Aimable MUSONI, S.D.B., Professore di Ecclesiologia, Università Pontificia Salesiana, Roma (Rwanda).

    Rev.da Suor Immaculate NAKATO, S.M.R., Consigliera Generale Società di Maria Riparatrice (Uganda).

    Sig.ra Yvonne NDAYIKEZA, Coordinatrice Nazionale dei Movimenti di Azione Cattolica del Burundi e Segretaria Esecutiva permanente della Commissione per l’Apostolato dei Laici, Bujumbura (Burundi).

    Rev.do Joseph-Marie NDI-OKALLA, Professore di Teologia presso la Facoltà di Teologia dell'Università Cattolica dell’Africa Centrale (U.C.A.C.) di Yaoundé (Camerun); Presidente dell’Association Internationale de Missionologie Catholiques (A.I.M.C. / I.A.C.M.) per l'Africa.

    Rev.do P. Paulinus Ikechukwu ODOZOR, C.S.Sp., Associate Professor of Christian Ethics and the theology of world church, University of Notre Dame, Notre Dame - Indiana, U.S.A. (Nigeria).

    Rev.da Suor Teresa OKURE, S.H.C.J., Decano Accademico della Facoltà di Teologia, Catholic Institut of West Africa (C.I.W.A.), Port Harcourt (Nigeria).

    Sig.ra Florence OLOO, Deputy Vice-Chancellor for Academic Affairs of Strathmore University, Nairobi (Kenya).

    Rev.do Godfrey Igwebuike ONAH, Vice Rettore della Pontificia Università Urbaniana, Roma (Nigeria).

    Sig.ra Felicia ONYEABO, Presidente Nazionale della Catholic Women Organization (Nigeria).

    Rev.do P. Angelo PALERI, O.F.M. Conv., Postulatore Generale dell’Ordine Francescano Frati Minori Conventuali; Responsabile della diffusione di Ecclesia in Africa in missione (Zambia).

    Rev.do P. Samir Khalil SAMIR, S.I., Professore di Storia della Cultura Araba e d'Islamologia presso l’Università St. Joseph, Beirut, Libano (Egitto).

    Dott. Maurice SANDOUNO, Responsabile del Programma DREAM per la prevenzione del virus HIV dalla madre al bambino, Conakry (Guinea).

    Rev.do Kinkupu Léonard SANTEDI, Segretario Generale della Conferenza Episcopale della Repubblica Democratica del Congo (C.E.N.C.O.), Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo).

    Rev.da Suor Liliane SWEKO MANKIELA, S.N.D. de N., Consigliera Generale Suore di Nostra Signora di Namur, Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo).

    Rev.do P. Anselm UMOREN, M.S.P., Superiore Generale della Missionary Society of St. Paul, Abuja (Nigeria).



    ELENCO DEGLI UDITORI (Auditores)

    Inoltre, il medesimo Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, con l’approvazione del Santo Padre, ha nominato per la Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi i seguenti Auditores (o Uditori):

    Rev.da Suor Marie-Bernard ALIMA MBALULA, Segretaria della Commissione Giustizia e Pace della Conférence Episcopale Nationale du Congo (C.E.N.C.O.) e dell’Association des Conférences Episcopales de l’Afrique Centrale (A.C.E.A.C.), Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo).

    Rev.do P. Joaquín ALLIENDE, Presidente Internazionale dell’Associazione Aiuto alla Chiesa che soffre (Kirche in Not).

    Dott. Elard ALUMANDO, Country Director of DREAM Program (Malawi).

    Sig.ra Marguerite BARANKITSE, Fondatrice della Maison Shalom, Ruyigi (Burundi).

    Dott. Paolo BECCEGATO, Responsabile area internazionale Caritas Italiana (Roma).

    Sig. Emmanuel Habuka BOMBANDE, Direttore Esecutivo del West Africa Network for Peacebulding [WANEP] (Ghana).

    Sig.ra Rose BUSINGYE, Fondatrice e Presidente Meeting Point International, Kampala (Uganda).

    Dott. Munshya CHIBILO, Responsabile dei Progetti di Adozione a distanza dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII (Zambia).

    Sig. Thomas DIARRA, Istruttore al Centro di Formazione Catechistica, Kati (Mali).

    Sig. Assandé Martial EBA, Membro della Fondation Internationale Notre Dame de la Paix, Yamoussoukro (Costa d’Avorio).

    Sig. Kpakile FÉLÉMOU, Direttore del Centro DREAM, Conakry (Guinea).

    Sig.ra Axelle FISCHER, Segretario Generale Commissione Giustizia e Pace del Belgio francofono, Bruxelles (Belgio).

    Sig.ra Inmaculada Myriam GARCÍA ABRISQUETA, Presidente di Manos Unidas (Spagna).

    Fra Armand GARIN, Piccolo Fratello di Gesù (Francia), Responsabile Regionale dei Piccoli Fratelli di Gesù per l’Africa del Nord (Algeria e Marocco), Annaba (Algeria).

    Dott.ssa Elena GIACCHI, Ginecologa del Centro Studi e Ricerche per la Regolazione Naturale della Fertilità, Università Cattolica Sacro Cuore (Roma); Presidente di WOOMB-Italia (Coordinamento nazionale del Metodo dell’Ovulazione Billings-Italia).

    Rev.da Suor Bernadette GUISSOU, S.I.C.O., Superiora Generale Suore dell’Immacolata Concezione, Ouagadougou (Burkina Faso).

    Dott. Christophe HABIYAMBERE, Presidente di Fidesco, Kigali (Rwanda).

    Rev.da Suor Felicia HARRY, N.S.A. (O.L.A.), Superiora Generale Missionarie di Nostra Signora degli Apostoli (Ghana).

    Sig. Jules Adachédé HOUNKPONOU, Segretario Generale del Coordinamento Internazionale della Gioventù Operaia Cristiana (C.I.Gi.O.C.).

    Sig.ra Marie-Madeleine KALALA NGOY MONGI, Ministro Onorario dei Diritti Umani (Repubblica Democratica del Congo).

    Rev.do P. Speratus KAMANZI, A.J., Superiore Generale della Congregazione degli Apostoli di Gesù, Nairobi (Kenya).

    Prof. Josaphat Laurean KANYWANYI, Professore Associato di Diritto presso l’Università di Dar-es-Salaam (Tanzania).

    Rev.da Suor Mary Anne Felicitas KATITI, L.M.S.I., Madre Provinciale Congregazione Little Servants of Mary Immaculate (Zambia).

    Prof. Edem KODJO, Segretario Generale emerito dell’Organizzazione dell’Unione Africana (O.U.A.), Primo Ministro emerito, Professore di Patrologia presso l'Institut St. Paul di Lomé (Togo).

    Prof. Gustave LUNJIWIRE-NTAKO-NNANVUME, Segretario Internazionale del Mouvement d’Action Catholique Xavéri (M.A.C. Xavéri) (Repubblica Democratica del Congo).

    Sig. Ngon-Ka-Ningueyo François MADJADOUM, Direttore del Secours Catholique et Développement (SE.CA.DEV.) (Ciad).

    Rev.da Suor Jacqueline MANYI ATABONG, Assistente della Superiora Generale Suore di Santa Teresa del Bambin Gesù della Diocesi di Buea; Coordinatrice per l'Africa dell'International Catholic Commission for Prison Pastoral Care (ICCPPC), Douala (Camerun).

    Rev.da Suor Bernadette MASEKAMELA, C.S., Superiora Generale Suore del Calvario (Botswana).

    Rev.do Richard MENATSI, Acting Director, Coordinator of Justice and Peace Desk / Inter-regional Meeting of Bishops of Southern Africa (I.M.B.I.S.A.), Harare (Zimbabwe).

    Rev.da Suor Cecilia MKHONTO, S.S.B., Superiora Generale Suore di Santa Brigida (Sud Africa).

    Sig. Ermelindo Rosário MONTEIRO, Segretario Generale della Commissione Episcopale Giustizia e Pace, Maputo (Mozambico).

    Sig. Maged MOUSSA YANNY, Direttore Esecutivo dell'Associazione dell'Alto Egitto per l'Educazione e lo Sviluppo (Egitto).

    Prof. Alöyse Raymond NDIAYE, Presidente del Comité National des Chevaliers de l’Ordre de Malte au Sénégal, Dakar (Senegal).

    Sig. Laurien NTEZIMANA, Licenziato in Teologia, Diocesi di Butare (Rwanda).

    Rev.do P. Seán O’LEARY, M.Afr., Direttore del Denis Hurley Peace Institute (Sud Africa).

    Rev.da Suor Pauline ODIA BUKASA, F.M.S., Superiora Generale Suore Ba-Maria, Buta Uele (Repubblica Democratica del Congo).

    Sig. Augustine OKAFOR, Esperto in Amministrazione governativa (Nigeria).

    Dott. Orochi Samuel ORACH, Assistente del Segretario Esecutivo dell’Uganda Catholic Medical Bureau, Kampala (Uganda).

    Sig.ra Barbara PANDOLFI, Presidente generale dell'Istituto Secolare Missionarie della Regalità di Cristo (Italia).

    Dott. Alberto PIATTI, Segretario Generale Fondazione AVSI, Milano (Italia).

    Prof. Raymond RANJEVA, già Vice-Presidente della Corte Internazionale di Giustizia (Paesi Bassi), Membro del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace (Madagascar).

    Sig.ra Geneviève Amalia Mathilde SANZE, Responsabile dell'Opera di Maria (Movimento dei Focolari), Abidjan (Costa d’Avorio).

    Dott. Victor M. SCHEFFERS, Segretario Generale di Justitia et Pax Netherlands, The Hague (Paesi Bassi).

    Fra André SENE, O.H., Responsabile della Pastorale della Salute nella diocesi di Thies (Senegal).

    Rev.da Suor Bédour Antoun Irini SHENOUDA, N.D.A., Madre Provinciale Missionaires de Notre Dame des Apôtres, Le Caire (Egitto).

    Dott. Pierre TITI NWEL, Mediatore Sociale Generale, ex-Coordinatore del Servizio Nazionale di Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale Nazionale del Camerun (C.E.N.C.), Yaoundé (Camerun).

    Sig.ra Elisabeth TWISSA, Vice Presidente dell'Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche (U.M.O.F.C.) (Tanzania).

    Rev.da Suor Maria Ifechukwu UDORAH, D.D.L., Superiora Generale Daughters of Divine Love, Enugu (Nigeria).

    Rev.da Suor Geneviève UWAMARIYA, Istituto Santa Maria di Namur (Rwanda).

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    00 23/09/2009 16:14
    L’UDIENZA GENERALE


    L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre - proveniente in elicottero dalla residenza estiva di Castel Gandolfo - ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

    Nel discorso in lingua italiana, il Papa, continuando il ciclo di catechesi sui grandi Scrittori della Chiesa di Oriente e di Occidente del Medioevo, si è soffermato su Sant’Anselmo d’Aosta.

    Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

    L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

    Al termine il Santo Padre è rientrato a Castel Gandolfo.


    CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

    Cari fratelli e sorelle,

    a Roma, sul colle dell’Aventino, si trova l'Abbazia benedettina di Sant’Anselmo. Come sede di un Istituto di studi superiori e dell'Abate Primate dei Benedettini Confederati, essa è un luogo che unisce in sé la preghiera, lo studio e il governo, proprio le tre attività che caratterizzarono la vita del Santo al quale è dedicata: Anselmo d’Aosta di cui ricorre quest’anno il IX centenario della morte. Le molteplici iniziative, promosse specialmente dalla diocesi di Aosta per questa fausta ricorrenza hanno evidenziato l’interesse che continua a suscitare questo pensatore medievale. Egli è noto anche come Anselmo di Bec e Anselmo di Canterbury a motivo delle città con le quali è stato in rapporto. Chi è questo personaggio al quale tre località, lontane tra loro e collocate in tre Nazioni diverse – Italia, Francia, Inghilterra –, si sentono particolarmente legate? Monaco di intensa vita spirituale, eccellente educatore di giovani, teologo con una straordinaria capacità speculativa, saggio uomo di governo ed intransigente difensore della libertas Ecclesiae, della libertà della Chiesa. Anselmo é una delle personalità eminenti del Medioevo, che seppe armonizzare tutte queste qualità grazie a una profonda esperienza mistica, che sempre ebbe a guidarne il pensiero e l’azione.

    Sant’Anselmo nacque nel 1033 (o all’inizio del 1034) ad Aosta, primogenito di una famiglia nobile. Il padre era uomo rude, dedito ai piaceri della vita e dissipatore dei suoi beni; la madre, invece, era donna di elevati costumi e di profonda religiosità (cfr Eadmero, Vita s. Anselmi, PL 159, col 49). Fu lei, la mamma, a prendersi cura della prima formazione umana e religiosa del figlio, che affidò, poi, ai Benedettini di un priorato di Aosta. Anselmo, che da bambino – come narra il suo biografo - immaginava l’abitazione del buon Dio tra le alte e innevate vette delle Alpi, sognò una notte di essere invitato in questa reggia splendida da Dio stesso, che si intrattenne a lungo ed affabilmente con lui e alla fine gli offrì da mangiare "un pane candidissimo" (ibid., col 51). Questo sogno gli lasciò la convinzione di essere chiamato a compiere un’alta missione. All’età di quindici anni, chiese di essere ammesso nell’Ordine benedettino, ma il padre si oppose con tutta la sua autorità e non cedette neppure quando il figlio gravemente malato, sentendosi vicino alla morte, implorò l'abito religioso come supremo conforto. Dopo la guarigione e la scomparsa prematura della madre, Anselmo attraversò un periodo di dissipazione morale: trascurò gli studi e, sopraffatto dalle passioni terrene, diventò sordo al richiamo di Dio. Se ne andò da casa e cominciò a girare per la Francia in cerca di nuove esperienze. Dopo tre anni, giunto in Normandia, si recò nell’Abbazia benedettina di Bec, attirato dalla fama di Lanfranco da Pavia, priore del monastero. Fu per lui un incontro provvidenziale e decisivo per il resto della sua vita. Sotto la guida di Lanfranco, Anselmo riprese infatti con vigore gli studi e, in breve tempo, diventò non solo l’allievo prediletto, ma anche il confidente del maestro. La sua vocazione monastica si riaccese e, dopo attenta valutazione, all’età di 27 anni, entrò nell’Ordine monastico e venne ordinato sacerdote. L’ascesi e lo studio gli aprirono nuovi orizzonti, facendogli ritrovare, in grado ben più alto, quella familiarità con Dio che aveva avuto da bambino.

    Quando, nel 1063, Lanfranco diventò abate di Caen, Anselmo, dopo appena tre anni di vita monastica, fu nominato priore del monastero di Bec e maestro della scuola claustrale, rivelando doti di raffinato educatore. Non amava i metodi autoritari; paragonava i giovani a piccole piante che si sviluppano meglio se non sono chiuse in serra e concedeva loro una "sana" libertà. Era molto esigente con se stesso e con gli altri nell’osservanza monastica, ma anziché imporre la disciplina si impegnava a farla seguire con la persuasione. Alla morte dell’abate Erluino, fondatore dell’abbazia di Bec, Anselmo venne eletto unanimemente a succedergli: era il febbraio 1079. Intanto numerosi monaci erano stati chiamati a Canterbury per portare ai fratelli d’oltre Manica il rinnovamento in atto nel Continente. La loro opera fu ben accetta, al punto che Lanfranco da Pavia, abate di Caen, divenne il nuovo Arcivescovo di Canterbury e chiese ad Anselmo di trascorrere un certo tempo con lui per istruire i monaci e aiutarlo nella difficile situazione in cui si trovava la sua comunità ecclesiale dopo l’invasione dei Normanni. La permanenza di Anselmo si rivelò molto fruttuosa; egli guadagnò simpatia e stima, tanto che, alla morte di Lanfranco, fu scelto a succedergli nella sede arcivescovile di Canterbury. Ricevette la solenne consacrazione episcopale nel dicembre del 1093.

    Anselmo si impegnò immediatamente in un’energica lotta per la libertà della Chiesa, sostenendo con coraggio l’indipendenza del potere spirituale da quello temporale. Difese la Chiesa dalle indebite ingerenze delle autorità politiche, soprattutto dei re Guglielmo il Rosso ed Enrico I, trovando incoraggiamento e appoggio nel Romano Pontefice, al quale Anselmo dimostrò sempre una coraggiosa e cordiale adesione. Questa fedeltà gli costò, nel 1103, anche l’amarezza dell’esilio dalla sua sede di Canterbury. E soltanto quando, nel 1106, il re Enrico I rinunciò alla pretesa di conferire le investiture ecclesiastiche, come pure alla riscossione delle tasse e alla confisca dei beni della Chiesa, Anselmo poté far ritorno in Inghilterra, accolto festosamente dal clero e dal popolo. Si era così felicemente conclusa la lunga lotta da lui combattuta con le armi della perseveranza, della fierezza e della bontà. Questo santo Arcivescovo che tanta ammirazione suscitava intorno a sé, dovunque si recasse, dedicò gli ultimi anni della sua vita soprattutto alla formazione morale del clero e alla ricerca intellettuale su argomenti teologici. Morì il 21 aprile 1109, accompagnato dalle parole del Vangelo proclamato nella Santa Messa di quel giorno: "Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io preparo per voi un regno, come il Padre l'ha preparato per me, perché possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio regno…" (Lc 22,28-30). Il sogno di quel misterioso banchetto, che da piccolo aveva avuto proprio all’inizio del suo cammino spirituale, trovava così la sua realizzazione. Gesù, che lo aveva invitato a sedersi alla sua mensa, accolse sant’Anselmo, alla sua morte, nel regno eterno del Padre.

    "Dio, ti prego, voglio conoscerti, voglio amarti e poterti godere. E se in questa vita non sono capace di ciò in misura piena, possa almeno ogni giorno progredire fino a quando giunga alla pienezza" (Proslogion, cap.14). Questa preghiera lascia comprendere l’anima mistica di questo grande Santo dell’epoca medievale, fondatore della teologia scolastica, al quale la tradizione cristiana ha dato il titolo di "Dottore Magnifico" perché coltivò un intenso desiderio di approfondire i Misteri divini, nella piena consapevolezza, però, che il cammino di ricerca di Dio non è mai concluso, almeno su questa terra. La chiarezza e il rigore logico del suo pensiero hanno avuto sempre come fine di "innalzare la mente alla contemplazione di Dio" (Ivi, Proemium). Egli afferma chiaramente che chi intende fare teologia non può contare solo sulla sua intelligenza, ma deve coltivare al tempo stesso una profonda esperienza di fede. L’attività del teologo, secondo sant’Anselmo, si sviluppa così in tre stadi: la fede, dono gratuito di Dio da accogliere con umiltà; l’esperienza, che consiste nell’incarnare la parola di Dio nella propria esistenza quotidiana; e quindi la vera conoscenza, che non è mai frutto di asettici ragionamenti, bensì di un’intuizione contemplativa. Restano, in proposito, quanto mai utili anche oggi, per una sana ricerca teologica e per chiunque voglia approfondire le verità della fede, le sue celebri parole: "Non tento, Signore, di penetrare la tua profondità, perché non posso neppure da lontano mettere a confronto con essa il mio intelletto; ma desidero intendere, almeno fino ad un certo punto, la tua verità, che il mio cuore crede e ama. Non cerco infatti di capire per credere, ma credo per capire" (Ivi, 1).

    Cari fratelli e sorelle, l’amore per la verità e la costante sete di Dio, che hanno segnato l’intera esistenza di sant’Anselmo, siano uno stimolo per ogni cristiano a ricercare senza mai stancarsi una unione sempre più intima con Cristo, Via, Verità e Vita. Inoltre, lo zelo pieno di coraggio che ha contraddistinto la sua azione pastorale, e che gli ha procurato talora incomprensioni, amarezze e perfino l’esilio, sia un incoraggiamento per i Pastori, per le persone consacrate e per tutti i fedeli ad amare la Chiesa di Cristo, a pregare, a lavorare e soffrire per essa, senza mai abbandonarla o tradirla. Ci ottenga questa grazia la Vergine Madre di Dio, verso la quale sant’Anselmo nutrì tenera e filiale devozione. "Maria, te il mio cuore vuole amare – scrive san’Anselmo – te la lingua mia desidera ardentemente lodare".



    SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE


    ○ Sintesi della catechesi in lingua francese Sintesi della catechesi in lingua francese

    Chers Frères et Sœurs,

    Saint Anselme, dont nous célébrons cette année le neuvième centenaire de la mort, est né à Aoste en 1033. Il fut un moine à la vie spirituelle intense, un théologien aux grandes capacités et un défenseur de la liberté de l’Eglise. Entré à l’abbaye bénédictine du Bec, en Normandie, il y fut nommé prieur et maître de l’école claustrale, où il se révéla être un excellent éducateur de jeunes. Quelques années après son élection comme Abbé du Bec, il fut appelé à Canterbury pour instruire les moines et aider la communauté ecclésiale. En 1093, il fut choisi pour devenir Archevêque de Canterbury. La clarté et la rigueur logique de sa pensée ont toujours eu comme but « d’élever l’esprit à la contemplation de Dieu ». Il affirma clairement que celui qui veut faire de la théologie ne peut compter seulement sur son intelligence, mais qu’il doit aussi cultiver une profonde expérience de foi. Que l’amour pour la vérité et la constante soif de Dieu qui ont marqué l’existence de saint Anselme soient pour tous les chrétiens un stimulant pour rechercher sans cesse une union toujours plus intime avec le Christ !

    J’accueille avec joie ce matin les pèlerins francophones. Je salue en particulier les séminaristes d’Aix-en-Provence, accompagnés de l’Archevêque, Mgr Feidt, les paroisses de Baie Saint-Paul, au Canada, de Saint-Jacques à Paris, et de Rodez. A l’exemple de saint Anselme, aimez, vous aussi, l’Eglise du Christ, priez et travaillez pour elle, sans jamais l’abandonner ou la trahir ! Avec ma Bénédiction apostolique !


    ○ Sintesi della catechesi in lingua inglese

    Dear Brothers and Sisters,

    Our catechesis today turns to an outstanding churchman of the eleventh century, Saint Anselm of Canterbury. Anselm received a monastic education in his native town of Aosta, in the north of Italy, and entered the Benedictine monastery of Bec in Normandy. Under the guidance of his prior, Lanfranc of Pavia, he devoted himself to study and prayer, and eventually was elected abbot of Bec. Some time later he succeeded Lanfranc as Archbishop of Canterbury. Anselm’s years in England were marked by the reorganization of ecclesial life in the wake of the Norman invasion and the struggle for the Church’s legitimate freedom from political inroads, which resulted in his being exiled for three years. This great spiritual leader was also a brilliant teacher, writer and speculative theologian. In the prayer which opens his most celebrated work, the Proslogion, he expresses his desire to understand the faith, the divine truth which his heart already believes and loves. May Saint Anselm’s life and teaching inspire us to a more fruitful contemplation of the mysteries of the Christian faith, and a deeper love of the Lord and his Church.

    I offer a warm welcome to the English-speaking visitors present at today’s Audience, including the members of the Australian Girls Choir and the school groups from Norway and Scotland. I ask you to join me in praying that my imminent visit to the Czech Republic will bear many spiritual fruits, and upon all of you and your families, I invoke God’s blessings of joy and peace!


    ○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca

    Liebe Brüder und Schwestern!

    Eine der herausragenden Gestalten des Mittelalters ist der heilige Anselm von Canterbury, dessen 900. Todestag wir in diesem Jahr begehen. Wie seine Lebensstationen deutlich machen, war der Mönch und Bischof Anselm ein europäischer Mensch: Er wurde um 1033 in Aosta in Norditalien geboren, wirkte dann als Lehrer und Abt im französischen Benediktinerkloster Bec und wurde schließlich Erzbischof von Canterbury in England, wo er am 21. April 1109 gestorben ist. Als Erzbischof trat Anselm in Treue zum Nachfolger Petri mutig für die Freiheit der Kirche gegenüber den weltlichen Herrschern ein. Das brachte ihn in Konflikt mit den englischen Königen, und er mußte auch die bittere Erfahrung der Verbannung machen. Vor allem aber war Anselm ein großer Theologe und Denker. Er gilt als Vater der scholastischen Theologie und erhielt später den Ehrentitel „doctor magnificus". Die strenge Logik seines Denkens ist ganz darauf ausgerichtet, den Geist zur Betrachtung Gottes zu erheben. Zugleich muß die Theologie aber in einer tiefen Erfahrung des Glaubens gründen, die den Glauben als unentgeltliches Geschenk Gottes mit Demut annimmt und das Wort Gottes in das tägliche Leben hinein umsetzt. In einem Gebet bringt Anselm diese theologische Suche zum Ausdruck: „Herr, ich versuche nicht, in deine Höhe vorzudringen; meine Verstand kann dich ja auf keine Weise erreichen. Ich wünsche nur, einigermaßen deine Wahrheit zu begreifen, die mein Herz glaubt und liebt. Denn ich suche nicht zu begreifen, um zu glauben, sondern ich glaube, um zu begreifen" (Proslogion, 1).

    Mit Freude grüße ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher, besonders die Prälaten des Prämonstratenser-Ordens und die vielen Schüler und Jugendlichen. Das Beispiel des heiligen Anselm ermutige uns, immer mehr eine tiefe Einheit mit Christus zu suchen, aus dieser Verbundenheit zu leben und den Menschen Gottes Liebe zu bringen. Der Herr schenke euch allen seine Gnade


    ○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola

    Queridos hermanos y hermanas:

    San Anselmo nació en Aosta en el seno de una familia noble. De su madre recibió una profunda formación humana y cristiana. Guiado por Lanfranco de Pavía, prior de la abadía benedictina de Bec, estudió con diligencia las disciplinas eclesiásticas. Allí abrazó la vida monástica y fue ordenado sacerdote, siendo posteriormente elegido abad de esa comunidad. Cuando Lanfranco de Pavía fue designado Arzobispo de Canterbury, pidió a Anselmo que lo ayudara en su tarea pastoral, ya que esa comunidad pasaba una difícil situación tras la invasión de los normandos. San Anselmo trabajó en esa diócesis fructuosamente y se ganó la estima de todos. Fue nombrado sucesor de Lanfranco al frente de esa Sede episcopal, a la que se dedicó con todas sus fuerzas, defendiendo valientemente la independencia de la Iglesia del poder temporal, lo cual le costó el exilio. Cuando pudo regresar a Canterbury, se consagró a formar a su clero y al cultivo de la teología. Murió en el año mil ciento nueve.

    Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular, al grupo de sacerdotes de Valencia que celebran el cuarenta aniversario de su ordenación presbiteral, acompañados por el Señor Cardenal Antonio Cañizares Llovera y Monseñor Jesús Murgui Soriano, Obispo de Mallorca; a los miembros de la Asociación de Archiveros de la Iglesia en España, a los alumnos del Colegio Sacerdotal Argentino y del Pontificio Colegio Mexicano de Roma. Que el amor a la verdad y la constante sed de Dios, que distinguieron la vida de san Anselmo de Aosta, nos impulsen a buscar infatigablemente una unión cada vez más profunda con Cristo, que es el Camino, la Verdad y la Vida. Muchas gracias.



    SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE


    ○ Saluto in lingua portoghese

    Ao grupo de visitantes do Brasil e demais peregrinos de língua portuguesa, agradeço a presença e quanto a mesma significa de confissão de fé e amor a Jesus Cristo. Que o exemplo de Santo Anselmo seja um estímulo para que todos vós procureis incessantemente uma união sempre mais íntima com Ele. De coração, a todos abençôo. Ide com Deus!


    ○ Saluto in lingua polacca

    Pozdrawiam obecnych tu pielgrzymów polskich, a szczególnie stypendystów Watykańskiej Fundacji Jana Pawła II. Łączę się duchowo z rodzinami ofiar i poszkodowanymi w katastrofie górniczej w kopalni Wujek-Śląsk. W modlitwie polecam ich Bożemu Miłosierdziu. Zmarłym upraszam łaskę życia wiecznego, rannym powrót do zdrowia, a ich bliskim dar męstwa płynący z wiary. Niech Bóg zachowa ludzi pracy od podobnych tragicznych wypadków. Wam wszystkim życzę mocy ducha. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

    [Saluto i pellegrini polacchi qui presenti, in particolare i borsisti della Fondazione Vaticana "Giovanni Paolo II". Mi unisco spiritualmente alle famiglie delle vittime e ai feriti della catastrofe mineraria nella miniera di Wujek-Śląsk. Tutti affido nella preghiera alla Divina Misericordia. Per i defunti imploro il riposo eterno, per i feriti la guarigione e per tutti i loro cari il dono della forza che proviene dalla fede. Dio protegga da simili tragedie tutti i lavoratori. A tutti voi auguro la fortezza d’animo. Sia lodato Gesù Cristo.]


    ○ Saluto in lingua ungherese

    Nagy szeretettel köszöntöm a magyar zarándokokat, különösen is azokat, akik Egerből, Tatáról, az ezeréves Pécsi Egyházmegyéből és Gyenesdiásról érkeztek.

    Szívből kívánom, hogy zarándoklatotok az apostolok sírjaihoz erősítsen meg benneteket és közösségeiteket. Apostoli áldásommal. Dicsértessék a Jézus Krisztus!

    [Saluto con affetto i pellegrini ungheresi qui presenti, specialmente coloro che sono venuti da Eger, Tata, dalla millenaria Diocesi di Pécs e da Gyenesdiás.

    Auspico di cuore che il vostro pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli porti frutti di bene a voi ed alle vostre comunità. Con la Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo!]


    ○ Saluto in lingua slovacca

    Zo srdca vítam slovenských veriacich. Osobitne pozdravujem pútnikov z Dubnice nad Váhom a Púchova.

    Bratia a sestry, príklad svätého Pia z Pietrelciny, kňaza a rehoľníka, ktorého liturgickú spomienku dnes slávime, nech vzbudí vo vašich srdciach obnovenú lásku ku Kristovi a jeho Cirkvi. Všetkých vás žehnám. Pochválený buď Ježiš Kristus!

    [Rivolgo un cordiale benvenuto ai fedeli di lingua slovacca. In particolare saluto i pellegrini provenienti da Dubnica nad Váhom e Púchov.

    Fratelli e sorelle, l’esempio di San Pio da Pietrelcina, sacerdote e religioso, di cui celebriamo oggi la memoria liturgica, susciti nei vostri cuori un rinnovato amore verso Cristo e verso la sua Chiesa. A tutti la mia benedizione. Sia lodato Gesù Cristo!]


    ○ Saluto in lingua slovena

    Lepo pozdravljam mlade iz župnije Artiče in iz Cerkelj ob Krki v Sloveniji! Mesto Rim, kamor ste poromali, je posvečeno s krvjo svetih apostolov Petra in Pavla. Njun zgled in priprošnja naj vam pomagata, da boste napredovali v veri in stanovitnosti ter tako med svojimi vrstniki neustrašeno pričevali za evangeljske vrednote. Naj vas spremlja moj blagoslov!

    [Rivolgo un cordiale saluto ai giovani delle Parrocchie di Artiče e di Cerklje ob Krki in Slovenia! La Città di Roma, dove siete venuti in pellegrinaggio, è consacrata dal sangue dei Ss. Apostoli Pietro e Paolo. Il loro esempio e la loro intercessione vi aiutino a progredire nella fede e nella perseveranza, ed a rendere così una testimonianza coraggiosa dei valori cristiani tra i vostri coetanei. Vi accompagni la mia benedizione!]


    ○ Saluto in lingua croata

    Pozdravljam i blagoslivljam sve vjernike hrvatskoga naroda, a osobito članove zbora župe Marije Pomoćnice iz Zagreba! I na ovom hodočašću pjesmom veličajte Gospodina te molite za vaše svećenike kao i za nova duhovna zvanja. Hvaljen Isus i Marija!

    [Saluto e benedico i fedeli croati, particolarmente i membri del coro parrocchiale di S. Maria Ausiliatrice a Zagabria! In questo pellegrinaggio con il canto magnificate il Signore e pregate per i vostri sacerdoti come pure per le nuove vocazioni al sacerdozio ed alla vita consacrata. Siano lodati Gesù e Maria]


    ○ Saluto in lingua italiana

    Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto le Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore di Issoudun che, in occasione della loro Conferenza generale di studio e formazione, sono venute ad esprimere al Successore di Pietro sentimenti di affetto e di comunione ecclesiale. Sono lieto di accogliere i Legionari di Cristo, giunti a Roma da varie Nazioni per intraprendere gli studi filosofici e teologici e formulo i migliori auguri per il loro impegno universitario, assicurando per tutti un ricordo nella preghiera. Saluto i fedeli della Parrocchia Santa Maria Maggiore, in Santa Severina, come pure gli Allievi Agenti del Corpo Forestale dello Stato e li incoraggio a testimoniare costantemente i valori umani e cristiani, per costruire una società realmente libera e solidale.

    Il mio pensiero va infine ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. La testimonianza di fede e di carità che animò san Pio da Pietrelcina, di cui oggi facciamo memoria, incoraggi voi, cari giovani, a progettare il vostro futuro come un generoso servizio a Dio e al prossimo. Aiuti voi, cari malati, a sperimentare nella sofferenza il sostegno e il conforto di Cristo crocifisso. E solleciti voi, cari sposi novelli, a conservare nella vostra famiglia una costante attenzione ai poveri. L’esempio di questo Santo, tanto popolare, sia infine per i sacerdoti – in questo Anno sacerdotale – e per tutti i cristiani un invito a confidare sempre nella bontà di Dio, accostandosi e celebrando con fiducia il Sacramento della Riconciliazione, di cui il Santo del Gargano, instancabile dispensatore della misericordia divina, fu assiduo e fedele ministro.

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    00 24/09/2009 16:34
    LE UDIENZE

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Udienza, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo:

    Ecc.mi Presuli della Conferenza Episcopale del Brasile (Nordeste 1-4), in Visita "ad Limina Apostolorum":

    S.E. Mons. João José Da Costa, Vescovo di Iguatu;

    S.E. Mons. Antônio Roberto Cavuto, O.F.M. Cap., Vescovo di Itapipoca;

    S.E. Mons. José Haring, O.F.M., Vescovo di Limoeiro do Norte;

    S.E. Mons. Angelo Pignoli, Vescovo di Quixadá;

    S.E. Mons. Francisco Javier Hernández Arnedo, O.A.R., Vescovo di Tianguá;

    Rev.do Raimundo Nonato Timbó de Paiva, Amministratore Diocesano di Sobral.



    Il Papa riceve questo pomeriggio in Udienza:

    S.E. Mons. Sérgio da Rocha, Arcivescovo di Teresina;

    S.E. Mons. Ramón López Carrozas, O. de M., Vescovo di Bom Jesús do Gurguéia;

    S.E. Mons. Eduardo Zielski, Vescovo di Campo Maior.









    RINUNCE E NOMINE


    NOMINA DEL DELEGATO PER LE RAPPRESENTANZE PONTIFICIE

    Il Santo Padre ha nominato Delegato per le Rappresentanze Pontificie S.E. Mons. Luciano Suriani, Arcivescovo tit. di Amiterno, Nunzio Apostolico.

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    00 24/09/2009 16:34
    VIDEOSTATEMENT OF BENEDICT XVI TO THE UN 2009 SUMMIT ON CLIMATE CHANGE

    For the UN Summit on Climate Change, the following videostatement of the Holy Father was sent, containing the words He said in this regard on 26th August 2009 during the Wednesday General Audience:

    I wish to reflect today upon the relationship between the Creator and ourselves as guardians of his creation. In so doing I also wish to offer my support to leaders of governments and international agencies who soon will meet at the United Nations to discuss the urgent issue of climate change.

    The Earth is indeed a precious gift of the Creator who, in designing its intrinsic order, has given us guidelines that assist us as stewards of his creation. Precisely from within this framework, the Church considers that matters concerning the environment and its protection are intimately linked with integral human development. In my recent encyclical, Caritas in Veritate, I referred to such questions recalling the "pressing moral need for renewed solidarity" (no. 49) not only between countries but also between individuals, since the natural environment is given by God to everyone, and so our use of it entails a personal responsibility towards humanity as a whole, particularly towards the poor and towards future generations (cf. no. 48).

    How important it is then, that the international community and individual governments send the right signals to their citizens and succeed in countering harmful ways of treating the environment! The economic and social costs of using up shared resources must be recognized with transparency and borne by those who incur them, and not by other peoples or future generations. The protection of the environment, and the safeguarding of resources and of the climate, oblige all leaders to act jointly, respecting the law and promoting solidarity with the weakest regions of the world (cf. no. 50). Together we can build an integral human development beneficial for all peoples, present and future, a development inspired by the values of charity in truth. For this to happen it is essential that the current model of global development be transformed through a greater, and shared, acceptance of responsibility for creation: this is demanded not only by environmental factors, but also by the scandal of hunger and human misery.

    With these sentiments I wish to encourage all the participants in the United Nations summit to enter into their discussions constructively and with generous courage. Indeed, we are all called to exercise responsible stewardship of creation, to use resources in such a way that every individual and community can live with dignity, and to develop "that covenant between human beings and the environment, which should mirror the creative love of God" (Message for the 2008 World Day of Peace, 7)!

    Thank you.


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    00 25/09/2009 16:23
    LE UDIENZE

    Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in Udienza, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo:

    Ecc.mi Presuli della Conferenza Episcopale del Brasile (Nordeste 1-4), in Visita "ad Limina Apostolorum":

    S.E. Mons. Augusto Alves da Rocha, Vescovo di Floriano;

    S.E. Mons. Juarez Sousa da Silva, Vescovo di Oeiras;

    S.E. Mons. Alfredo Schäffler, Vescovo di Parnaíba;

    S.E. Mons. Plínio José Luz da Silva, Vescovo di Picos;

    S.E. Mons. Pedro Brito Guimarães, Vescovo di São Raimundo Nonato.

    Il Papa riceve questa mattina in Udienza:

    Gruppo dei Vescovi della Conferenza Episcopale del Brasile (Nordeste 1-4), in Visita "ad Limina Apostolorum".

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    00 25/09/2009 16:24
    VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM" DEGLI ECC.MI PRESULI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DEL BRASILE (NORDESTE 1 E NORDESTE 4)

    Alle ore 12.15 di questa mattina, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre Benedetto XVI incontra i Presuli della Conferenza Episcopale del Brasile (Nordeste 1 e Nordeste 4), ricevuti in questi giorni, in separate udienze, in occasione della Visita "ad Limina Apostolorum", e rivolge loro il discorso che riportiamo di seguito:


    DISCORSO DEL SANTO PADRE

    Caríssimos Irmãos no Episcopado,

    Sede bem-vindos! Com grande satisfação acolho-vos nesta casa e de todo coração desejo que a vossa visita ad Limina proporcione o conforto e o encorajamento que esperais. Agradeço a amável saudação que acabais de dirigir-me pela boca de Dom José, Arcebispo de Fortaleza, testemunhando os sentimentos de afeto e comunhão que unem vossas Igrejas particulares à Sé de Roma e a determinação com que abraçastes o urgente compromisso da missão para reacender a luz e a graça de Cristo nas sendas da vida do vosso povo.

    Queria falar-vos hoje da primeira dessas sendas: a família assentada no matrimônio, como «aliança conjugal na qual o homem e a mulher se dão e se recebem» (cf. Gaudium et spes, 48). Instituição natural confirmada pela lei divina, está ordenada ao bem dos cônjuges e à procriação e educação da prole, que constitui a sua coroa (cf. ibid., 48). Pondo em questão tudo isto, há forças e vozes na sociedade atual que parecem apostadas em demolir o berço natural da vida humana. Os vossos relatórios e os nossos colóquios individuais tocavam repetidamente esta situação de assédio à família, com a vida saindo derrotada em numerosas batalhas; porém é alentador perceber que, apesar de todas as influências negativas, o povo de vossos Regionais Nordeste 1 e 4, sustentado por sua característica piedade religiosa e por um profundo sentido de solidariedade fraterna, continua aberto ao Evangelho da Vida.

    Sabendo nós que somente de Deus pode provir aquela imagem e semelhança que é própria do ser humano (cf. Gen 1, 27), tal como aconteceu na criação – a geração é a continuação da criação –, convosco e vossos fiéis «dobro os joelhos diante do Pai, de quem recebe o nome toda paternidade no céu e na terra, [para] que por sua graça, segundo a riqueza da sua glória, sejais robustecidos por meio do seu Espírito, quanto ao homem interior» (Ef 3, 14-16). Que em cada lar o pai e a mãe, intimamente robustecidos pela força do Espírito Santo, continuem unidos a ser a bênção de Deus na própria família, buscando a eternidade do seu amor nas fontes da graça confiadas à Igreja, que é «um povo unido pela unidade do Pai e do Filho e do Espírito Santo» (Lumen gentium, 4).

    Mas, enquanto a Igreja compara a família humana com a vida da Santíssima Trindade – primeira unidade de vida na pluralidade das pessoas – e não se cansa de ensinar que a família tem o seu fundamento no matrimônio e no plano de Deus, a consciência difusa no mundo secularizado vive na incerteza mais profunda a tal respeito, especialmente desde que as sociedades ocidentais legalizaram o divórcio. O único fundamento reconhecido parece ser o sentimento ou a subjetividade individual que exprime-se na vontade de conviver. Nesta situação, diminui o número de matrimônios, porque ninguém compromete a vida sobre uma premissa tão frágil e inconstante, crescem as uniões de fato e aumentam os divórcios. Sobre esta fragilidade, consuma-se o drama de tantas crianças privadas de apoio dos pais, vítimas do mal-estar e do abandono e expande-se a desordem social.

    A Igreja não pode ficar indiferente diante da separação dos cônjuges e do divórcio, diante da ruína dos lares e das conseqüências criadas pelo divórcio nos filhos. Estes, para ser instruídos e educados, precisam de referências extremamente precisas e concretas, isto é, de pais determinados e certos que de modo diverso concorrem para a sua educação. Ora é este princípio que a prática do divórcio está minando e comprometendo com a chamada família alargada e móvel, que multiplica os «pais» e as «mães» e faz com que hoje a maioria dos que se sentem «órfãos» não sejam filhos sem pais, mas filhos que os têm em excesso. Esta situação, com as inevitáveis interferências e cruzamento de relações, não pode deixar de gerar conflitos e confusões internas contribuindo para criar e gravar nos filhos uma tipologia alterada de família, assimilável de algum modo à própria convivência por causa da sua precariedade.

    É firme convicção da Igreja que os problemas atuais, que encontram os casais e debilitam a sua união, têm a sua verdadeira solução num regresso à solidez da família cristã, lugar de confiança mútua, de dom recíproco, de respeito da liberdade e de educação para a vida social. É importante recordar que, «pela sua própria natureza, o amor dos esposos exige a unidade e a indissolubilidade da sua comunidade de pessoas, a qual engloba toda a sua vida» (Catecismo da Igreja Católica, 1644). De fato, Jesus disse claramente: «O que Deus uniu, o homem não separe» (Mc 10, 9), e acrescenta: «Quem despede a sua mulher e se casa com outra, comete adultério contra a primeira. E se uma mulher despede o seu marido e se casa com outro, comete adultério também» (Mc 10, 11-12). Com toda a compreensão que a Igreja possa sentir face a tais situações, não existem casais de segunda união, como os há de primeira; aquela é uma situação irregular e perigosa, que é necessário resolver, na fidelidade a Cristo, encontrando com a ajuda de um sacerdote um caminho possível para pôr a salvo quantos nela estão implicados.

    Para ajudar as famílias, vos exorto a propor-lhes, com convicção, as virtudes da Sagrada Família: a oração, pedra angular de todo lar fiel à sua própria identidade e missão; a laboriosidade, eixo de todo matrimônio maduro e responsável; o silêncio, cimento de toda a atividade livre e eficaz. Desse modo, encorajo os vossos sacerdotes e os centros pastorais das vossas dioceses a acompanhar as famílias, para que não sejam iludidas e seduzidas por certos estilos de vida relativistas, que as produções cinematográficas e televisivas e outros meios de informação promovem. Tenho confiança no testemunho daqueles lares que tiram as suas energias do sacramento do matrimônio; com elas torna-se possível superar a prova que sobrevém, saber perdoar uma ofensa, acolher um filho que sofre, iluminar a vida do outro, mesmo fraco ou diminuído, mediante a beleza do amor. É a partir de tais famílias que se há de restabelecer o tecido da sociedade.

    Estes são, caríssimos Irmãos, alguns pensamentos que deixo-vos ao concluirdes a vossa visita ad Limina, rica de notícias consoladoras mas também carregada de trepidação pela fisionomia que no futuro possa adquirir a vossa amada Nação. Trabalhai com inteligência e com zelo; não poupeis fadigas na preparação de comunidades ativas e cientes da própria fé. Nestas se consolidará a fisionomia da população nordestina segundo o exemplo da Sagrada Família de Nazaré. Tais são os meus votos que corroboro com a Bênção Apostólica que concedo a todos vós, extensiva às famílias cristãs e diversas comunidades eclesiais com seus pastores e todos os fiéis das vossas diletas dioceses.

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    00 26/09/2009 01:03
    Il Papa ai vescovi della conferenze episcopali regionali nordeste 1 e 4 del Brasile in visita "ad limina"


    La solidità della famiglia cristiana
    risponde alle illusioni del relativismo



    I valori e l'esemplarità della famiglia cristiana sono la risposta alle illusioni e alle seduzioni di certi stili di vita relativisti, amplificati dai media. Lo ha ricordato il Papa ai vescovi delle regioni Nordeste 1 e 4 della Conferenza episcopale del Brasile, ricevuti nella mattina di venerdì, 25 settembre, in occasione della visita ad limina.




    Carissimi Fratelli nell'Episcopato,
    Siate i benvenuti! Con grande soddisfazione vi accolgo in questa casa e di tutto cuore auspico che la vostra visita ad limina vi dia il conforto e l'incoraggiamento che vi aspettate. Vi ringrazio per il cordiale saluto che mi avete appena rivolto attraverso monsignor José Antônio Aparecido Tosi Marques, arcivescovo di Fortaleza, testimoniando i sentimenti di affetto e di comunione che uniscono le vostre Chiese particolari alla Sede di Roma e la determinazione con cui avete assunto l'urgente impegno della missione per riaccendere la luce e la grazia di Cristo nei cammini della vita del vostro popolo.
    Desidero parlavi oggi del primo di questi cammini: la famiglia basata sul matrimonio, come "alleanza coniugale nella quale l'uomo e la donna si danno e si ricevono" (cfr. Gaudium et spes, n. 48). Istituzione naturale confermata dalla legge divina, la famiglia è ordinata al bene dei coniugi e alla procreazione ed educazione della prole, che costituisce il suo coronamento (cfr. Ibidem, n. 48). Ponendo in discussione tutto ciò, vi sono forze e voci nella società attuale che sembrano impegnate a demolire la culla naturale della vita umana. I vostri resoconti e i nostri colloqui individuali hanno ripetutamente affrontato questa situazione di assedio alla famiglia, con la vita che esce sconfitta da numerose battaglie; tuttavia è incoraggiante percepire che, nonostante tutte le influenze negative, il popolo dei vostri Regionais Nordeste 1 e Nordeste 4, sostenuto dalla sua caratteristica pietà religiosa e da un profondo senso di solidarietà fraterna, continua a essere aperto al Vangelo della Vita.
    Poiché noi sappiamo che solamente da Dio possono provenire quell'immagine e quella somiglianza proprie dell'essere umano (cfr. Gen 1, 27), così come avvenne nella creazione - la generazione e la continuazione della creazione -, con voi e con i vostri fedeli "piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ha origine ogni discendenza in cielo e sulla terra, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati nell'uomo interiore mediante il suo Spirito" (Ef 3, 14-16). Che in ogni focolare domestico il padre e la madre, intimamente rinvigoriti dalla forza dello Spirito Santo, continuino uniti a essere la benedizione di Dio nella propria famiglia, cercando l'eternità del loro amore nelle fonti della grazia affidate alla Chiesa, che è "un popolo che deriva la sua unità dall'unità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" (Lumen gentium, n. 4)!
    Tuttavia, mentre la Chiesa paragona la vita umana con la vita della Santissima Trinità - prima unità di vita nella pluralità delle persone - e non si stanca di insegnare che la famiglia ha il proprio fondamento nel matrimonio e nel piano di Dio, la coscienza diffusa nel mondo secolarizzato vive nell'incertezza più profonda e tale riguardo, soprattutto da quando le società occidentali hanno legalizzato il divorzio. L'unico fondamento riconosciuto sembra essere il sentimento, o la soggettività individuale, che si esprime nella volontà di convivere. In questa situazione, diminuisce il numero dei matrimoni, poiché nessuno impegna la propria vita con una premessa tanto fragile e incostante, crescono le unioni di fatto e aumentano i divorzi. In questa fragilità si consuma il dramma di tanti bambini privati del sostegno dei genitori, vittime del malessere e dell'abbandono, e si diffonde il disordine sociale.
    La Chiesa non può restare indifferente di fronte alla separazione dei coniugi e al divorzio, di fronte alla rovina delle famiglie e alle conseguenze che il divorzio provoca sui figli. Questi, per essere istruiti ed educati, hanno bisogno di punti di riferimento estremamente precisi e concreti, vale a dire di genitori determinati e certi che, in modo diverso, concorrono alla loro educazione. Ora è questo principio che la pratica del divorzio sta minando e compromettendo con la cosiddetta famiglia allargata e mutevole, che moltiplica i "padri" e le "madri" e fa sì che oggi la maggior parte di coloro che si sentono "orfani" non siano figli senza genitori, ma figli che ne hanno troppi. Questa situazione, con le inevitabili interferenze e l'incrociarsi di rapporti, non può non generare conflitti e confusioni interne, contribuendo a creare e imprimere nei figli una tipologia alterata di famiglia, assimilabile in un certo senso alla stessa convivenza a causa della sua precarietà.
    È ferma convinzione della Chiesa che i problemi che oggi i coniugi incontrano e che debilitano la loro unione, hanno la loro vera soluzione in un ritorno alla solidità della famiglia cristiana, ambito di mutua fiducia, di dono reciproco, di rispetto della libertà e di educazione alla vita sociale. È importante ricordare che, "l'amore degli sposi esige, per sua stessa natura, l'unità e l'indissolubilità della loro comunità di persone che ingloba tutta la loro vita" (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1644). In effetti, Gesù ha detto chiaramente: "l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto" (Mc 10, 9), e ha aggiunto: "Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio" (Mc 10, 11-12). Con tutta la comprensione che la Chiesa può provare dinanzi a simili situazioni, non esistono coniugi di seconda unione, ma solo di prima unione; l'altra è una situazione irregolare e pericolosa, che è necessario risolvere, nella fedeltà a Cristo, trovando con l'aiuto di un sacerdote, un cammino possibile per salvare quanti in essa sono implicati.
    Per aiutare le famiglie, vi esorto a proporre loro, con convinzione, le virtù della Santa Famiglia: la preghiera, pietra d'angolo di ogni focolare domestico fedele alla propria identità e alla propria missione; la laboriosità, asse di ogni matrimonio maturo e responsabile; il silenzio, fondamento di ogni attività libera ed efficace. In tal modo, incoraggio i vostri sacerdoti e i centri pastorali delle vostre diocesi ad accompagnare le famiglie, affinché non siano illuse e sedotte da certi stili di vita relativistici, che le produzioni cinematografiche e televisive e altri mezzi di informazione promuovono. Ho fiducia nella testimonianza di quelle famiglie che traggono la loro energia dal sacramento del matrimonio; con esse diviene possibile superare la prova che si presenta, saper perdonare un'offesa, accogliere un figlio che soffre, illuminare la vita dell'altro, anche se debole e disabile, mediante la bellezza dell'amore. È a partire da tali famiglie che si deve ristabilire il tessuto della società.
    Questi sono, carissimi fratelli, alcuni pensieri che vi lascio al termine della vostra visita ad limina, ricca di notizie confortanti ma anche piena di trepidazione per la fisionomia che in futuro potrà acquisire la vostra amata nazione. Lavorate con intelligenza e con zelo; non lesinate sforzi nella preparazione di comunità attive e consapevoli della propria fede. In esse si consoliderà la fisionomia della popolazione nordestina secondo l'esempio della Santa Famiglia di Nazareth. Sono questi i miei voti che confermo con la benedizione apostolica che imparto a tutti voi, estendendola alle famiglie cristiane e alle diverse comunità ecclesiali con i loro pastori, e a tutti i fedeli delle vostre amate diocesi.



    (©L'Osservatore Romano - 26 settembre 2009)

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    00 26/09/2009 15:42
    RINUNCE E NOMINE


    RINUNCIA DEL VESCOVO DI ANTIGONISH (CANADA)

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Antigonish (Canada), presentata da S.E. Mons. Raymond John Lahey, in conformità al can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico.


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    00 28/09/2009 16:30
    AVVISO DELL’UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE


    CAPPELLA PAPALE PER L’APERTURA DELLA II ASSEMBLEA SPECIALE PER L’AFRICA DEL SINODO DEI VESCOVI

    Il 4 ottobre 2009, XXVII Domenica del tempo "per annum", alle ore 9.30, il Santo Padre Benedetto XVI presiederà nella Basilica Vaticana la concelebrazione dell’Eucaristia con i Padri Sinodali, in occasione dell’apertura della II Assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi sul tema: "La Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. ‘Voi siete il sale della terra... Voi siete la luce del mondo’ (Mt 5, 13.14)".

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    00 29/09/2009 16:43
    RINUNCE E NOMINE


    RINUNCIA DELL’ARCIVESCOVO METROPOLITA DI CHIHUAHUA (MESSICO) E NOMINA DEL SUCCESSORE

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Chihuahua (Messico), presentata da S.E. Mons. José Fernández Arteaga, in conformità al canone 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico.

    Il Papa ha nominato Arcivescovo Metropolita di Chihuahua (Messico) S.E. Mons. Constancio Miranda Weckmann, finora Vescovo di Atlacomulco.

    S.E. Mons. Constancio Miranda Weckmann

    S.E. Mons. Miranda Weckmann è nato a Las Cruces, diocesi di Cuauhtémoc-Madera, il 15 settembre 1952. Compiuti gli studi umanistici, è entrato nel Seminario di Ciudad Juarez dove ha fatto gli studi di filosofia, per poi passare al Seminario regionale del Nord, nella città di Chihuahua, come alunno di teologia.

    È stato ordinato sacerdote il 30 settembre 1977. Per un decennio ha svolto il ministero pastorale in differenti parrocchie dell’allora Prelatura di Madera. Nel 1987 è stato inviato a Roma per frequentare i corsi di teologia morale presso l’Accademia Alfonsiana, dove ha ottenuto la Licenza in teologia morale nel 1989.

    Rientrato da Roma ha svolto il ministero sacerdotale nella sua diocesi della quale è stato anche Vicario generale, membro del Collegio dei Consultori e del Consiglio Presbiterale e, da ultimo, Amministratore diocesano.

    Nominato Vescovo di Atlacomulco il 27 giugno 1998, ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 4 agosto successivo.

    Attualmente è Responsabile dei Settori "Vocazioni e Ministeri" e "Tutela della sicurezza sociale dei sacerdoti" della Conferenza Episcopale Messicana.

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    00 29/09/2009 16:43
    TEMA DELLA GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI 2010



    TEMA DELLA GIORNATA

    Viene reso pubblico oggi, Festa degli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, il tema che il Santo Padre Benedetto XVI ha scelto per la 44a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2010:

    Italiano

    Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola.

    Francese

    Le prêtre et la pastorale dans le monde numérique: les nouveaux médias au service de la Parole.

    Inglese

    The priest and pastoral ministry in a digital world: new media at the service of the Word.

    Spagnolo

    El sacerdote y la pastoral en el mundo digital: los nuevos medios al servicio de la Palabra.

    Tedesco

    Der Priester und die Seelsorge in der digitalen Welt: die neuen Medien im Dienst des Wortes.

    Portoghese

    O sacerdote e a pastoral no mundo digital: os novos meios a serviço da Palavra.



    COMUNICATO DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI

    Il compito principale del sacerdote è annunciare la Parola di Dio fatta carne, uomo, storia, diventando in tal modo segno di quella comunione che Dio realizza con l’uomo. L’efficacia di questo ministero richiede quindi che il sacerdote viva un rapporto intimo con Dio, radicato in un amore profondo e in una conoscenza viva delle Scritture Sacre, "testimonianza" in forma scritta della Parola divina.

    Il Messaggio per la 44ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali vuol invitare in modo particolare i sacerdoti, nel corso di quest’Anno Sacerdotale e dopo la celebrazione della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, a considerare i nuovi media come una possibile grande risorsa per il loro ministero al servizio della Parola e vuole dire una parola di incoraggiamento affinché affrontino le sfide che nascono dalla nuova cultura digitale.

    I nuovi media, infatti, se conosciuti e valorizzati adeguatamente, possono offrire ai sacerdoti e a tutti gli operatori pastorali una ricchezza di dati e di contenuti che prima erano di difficile accesso, e facilitano forme di collaborazione e di crescita di comunione impensabili nel passato. Grazie ai nuovi media, chi predica e fa conoscere il Verbo della vita può raggiungere con parole suoni e immagini – vera e specifica grammatica espressiva della cultura digitale – persone singole e intere comunità in ogni continente, per creare nuovi spazi di conoscenza e di dialogo giungendo a proporre e a realizzare itinerari di comunione. Se usati saggiamente, con l’aiuto di esperti in tecnologia e cultura delle comunicazioni, i nuovi media possono così diventare per i sacerdoti e per tutti gli operatori pastorali un valido ed efficace strumento di vera e profonda evangelizzazione e comunione. Saranno una nuova forma di evangelizzazione perché Cristo avanzi lungo le vie delle nostre città e davanti alle soglie delle nostre case dica nuovamente: "Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me" (Ap 3, 20).

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    00 29/09/2009 16:44
    VIDEO MESSAGGIO DEL SANTO PADRE AI PARTECIPANTI AL RITIRO SACERDOTALE INTERNAZIONALE (ARS, 27 SETTEMBRE - 3 OTTOBRE 2009)

    Pubblichiamo di seguito il testo del Video Messaggio che il Santo Padre Benedetto XVI ha registrato nei giorni scorsi e che è stato trasmesso ieri nel corso del Ritiro Sacerdotale Internazionale che si tiene questa settimana ad Ars sul tema "La gioia di essere sacerdote: consacrato per la salvezza del mondo":


    TESTO DEL VIDEO MESSAGGIO

    Chers frères dans le sacerdoce,

    Vous l’imaginez aisément, j’aurais été extrêmement heureux de pouvoir être des vôtres pour cette retraite sacerdotale internationale autour du thème : « La joie du prêtre consacré pour le salut du monde ». Vous y participez nombreux et vous bénéficiez des enseignements du Cardinal Christophe Schönborn. Je le salue cordialement ainsi que les autres prédicateurs et l'Evêque de Belley-Ars, Mgr Guy-Marie Bagnard. Je dois me contenter de vous adresser ce message enregistré, mais veuillez croire qu’à travers ces quelques mots, c’est à chacun d’entre vous que je parle de la manière la plus personnelle qui soit, car, comme le dit saint Paul : « Je vous porte dans mon cœur, vous qui … vous associez tous à ma grâce »1.

    Saint Jean-Marie Vianney soulignait le rôle indispensable du prêtre lorsqu'il disait : « Un bon pasteur, un pasteur selon le cœur de Dieu, c’est là le plus grand trésor que le bon Dieu puisse accorder à une paroisse, et un des plus précieux dons de la miséricorde divine »2. En cette Année sacerdotale, nous sommes tous appelés à explorer et redécouvrir la grandeur du Sacrement qui nous a configurés à jamais au Christ Souverain Prêtre et qui nous a tous « sanctifiés dans la vérité »3.

    Choisi d’entre les hommes, le prêtre reste l’un d’eux et il est appelé à les servir en leur donnant la vie de Dieu. C’est lui qui « continue l’œuvre de rédemption, sur la terre »4. Notre vocation sacerdotale est un trésor que nous portons dans des vases d’argile5. Saint Paul a exprimé avec bonheur l’infinie distance qui existe entre notre vocation et la pauvreté des réponses que nous pouvons donner à Dieu. Il y a, de ce point de vue, un lien secret qui unit l’année paulinienne à l’année du prêtre. Nous gardons présente à nos oreilles et à l’intime de notre cœur l’exclamation émouvante et confiante de l’Apôtre qui a dit : « Lorsque je suis faible, c’est alors que je suis fort »6. La conscience de cette faiblesse ouvre à l’intimité de Dieu qui, donne force et joie. Plus le prêtre persévère dans l’amitié de Dieu, plus il continuera l’œuvre du Rédempteur sur la terre7. Le prêtre n’est pas pour lui, il est pour tous8.

    C’est bien là que réside l’un des défis majeurs de notre temps. Le prêtre, homme de la Parole divine et du sacré certes, doit aujourd’hui plus que jamais être un homme de la joie et de l’espérance. À des hommes qui ne peuvent plus concevoir que Dieu soit pur Amour, il affirmera toujours que la vie vaut la peine d’être vécue et que le Christ lui donne tout son sens parce qu’Il aime les hommes, tous les hommes. La religion du Curé d’Ars est une religion du bonheur, non une recherche morbide de la mortification, comme on l’a cru parfois : « Notre bonheur est trop grand ; non, non, jamais nous ne le comprendrons »9 disait-il, ou encore : « Lorsque nous sommes en route et que nous apercevons un clocher, cette vue doit faire battre notre cœur comme la vue du toit où demeure son bien-aimé fait battre le cœur de l’épouse »10. Ici, je veux saluer avec une affection toute particulière ceux d’entre vous qui ont la charge pastorale de plusieurs clochers et qui se dépensent sans compter pour maintenir une vie sacramentelle dans leurs différentes communautés. La reconnaissance de l’Eglise est immense pour vous tous ! Ne perdez pas courage, mais continuez à prier et à faire prier pour que de nombreux jeunes acceptent de répondre à l’appel du Christ qui ne cesse de vouloir faire grandir le nombre de ses apôtres pour moissonner ses champs.

    Chers prêtres, pensez aussi à l’extrême diversité des ministères que vous exercez au service de l’Eglise. Pensez au grand nombre de messes que vous avez célébrées ou célébrerez, en rendant chaque fois le Christ réellement présent sur l’autel. Pensez aux innombrables absolutions que vous avez données et donnerez, en permettant à un pécheur de se laisser relever. Vous percevez alors la fécondité infinie du sacrement de l’Ordre. Vos mains, vos lèvres, sont devenues, l’espace d’un instant, les mains et les lèvres de Dieu. Vous portez le Christ en vous ; vous êtes, par grâce, entrés dans la sainte Trinité. Comme le disait le saint Curé : « Si on avait la foi, on verrait Dieu caché dans le prêtre comme une lumière derrière un verre, comme un vin mêlé avec de l’eau »11. Cette considération doit amener à harmoniser les relations entre prêtres afin de réaliser cette communauté sacerdotale à laquelle exhortait saint Pierre12 pour bâtir le corps du Christ et vous construire dans l'amour13.

    Le prêtre est l’homme de l’avenir : il est celui qui a pris au sérieux les paroles de Paul : « Vous êtes ressuscités avec le Christ : recherchez les choses d’en-haut ! »14. Ce qu’il fait sur terre est de l’ordre des moyens ordonnés à la Fin ultime. La messe est ce point unique de jonction entre les moyens et la Fin, puisqu’elle nous donne déjà de contempler, sous l’humble apparence du pain et du vin, le Corps et le Sang de Celui que nous adorerons dans l’éternité. Les phrases simples et denses du saint Curé sur l’Eucharistie nous aident à mieux percevoir la richesse de ce moment unique de la journée où nous vivons un face à face vivifiant pour nous-mêmes et pour chacun des fidèles. « On ne comprendra, écrivait-il, le bonheur qu’il y a de dire la messe que dans le ciel ! »15. C’est pourquoi je vous encourage à fortifier votre foi et celles des fidèles dans le Sacrement que vous célébrez et qui est la source de la vraie joie. Le saint d’Ars s’écriait : « Le prêtre doit avoir la même joie (que les apôtres) en voyant Notre Seigneur qu’il tient entre ses mains »16.

    En rendant grâce pour ce que vous êtes et ce que vous faites, je vous redis : « Rien ne remplacera jamais le ministère des prêtres au cœur de l’Église ! »17. Vivants témoins de la puissance de Dieu à l’œuvre dans la faiblesse des hommes, consacrés pour le salut du monde, vous demeurez, mes chers frères, choisis par le Christ lui-même afin d’être, grâce à Lui, sel de la terre et lumière du monde. Puissiez-vous durant cette retraite spirituelle, expérimenter de manière profonde l'Intime indicible18 pour être parfaitement unis au Christ afin d'annoncer son Amour autour de vous et d'être entièrement engagés au service de la sanctification de tous les membres du Peuple de Dieu. En vous confiant à la Vierge Marie, Mère du Christ et des prêtres, je vous donne à tous ma Bénédiction apostolique.

    __________________________

    1 Ph 1, 7

    2 Le curé d’Ars, Pensées, présentés par l’abbé Bernard Nodet, Desclée de Brouwer, Foi Vivante, 2000, p. 101.

    3 Jn 17, 19

    4 Nodet, p. 98.

    5 Cf. 2 Co 4, 7

    6 2 Co 12, 10

    7 Cf. Nodet, p.98.

    8 Cf. Nodet, p. 100.

    9 Nodet, p. 110.

    10 Ibid.

    11 Nodet, p. 97.

    12 Cf. 1 P 2,9.

    13 Cf. Ep. 4, 11-16.

    14 Col. 3, 1.

    15 Nodet, p. 104.

    16 Ibid.

    17 Homélie à la messe du 13 septembre 2008 sur l’esplanade des Invalides, Paris.

    18 Saint Augustin, Les Confessions, III, 6, 11, BA 13, p. 383.


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    00 30/09/2009 00:48
    Videomessaggio del Papa durante il ritiro internazionale di sacerdoti ad Ars


    CITTA' DEL VATICANO, martedì, 29 settembre 2009 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il testo del videomessaggio di Benedetto XVI trasmesso questo lunedì durante il ritiro internazionale sacerdotale in corso ad Ars (Francia) fino al 3 ottobre, secondo la traduzione riportata da "L'Osservatore Romano".

    * * *

    Cari fratelli nel sacerdozio,

    Come potete facilmente immaginare, sarei stato estremamente felice di potere essere con voi in questo ritiro sacerdotale internazionale sul tema: «La gioia del sacerdote consacrato per la salvezza del mondo». Vi state partecipando in gran numero e state beneficiando degli insegnamenti del cardinale Christoph Schönborn. Saluto cordialmente anche gli altri predicatori e il vescovo di Belley-Ars, monsignor Guy-Marie Bagnard. Devo accontentarmi di rivolgervi questo video messaggio, ma credetemi, attraverso queste poche parole è a ognuno di voi che parlo nel modo più personale possibile, poiché, come dice san Paolo: «Vi porto nel cuore... voi con me siete tutti partecipi della grazia» (Fil 1, 7).

    San Giovanni Maria Vianney sottolineava il ruolo indispensabile del sacerdote quando diceva: «Un buon pastore, un pastore secondo il cuore di Dio, è questo il tesoro più grande che il buon Dio può concedere a una parrocchia, e uno dei doni più preziosi della misericordia divina» (Il curato d'Ars, Pensieri, presentato dall'abate Bernard Nodet, Desclée de Brouwer, Foi Vivante, 2000, p. 101). In questo Anno sacerdotale siamo tutti chiamati a esplorare e a riscoprire la grandezza del sacramento che ci ha configurati per sempre a Cristo Sommo Sacerdote e che ci ha tutti «consacrati nella verità» (Gv 17, 19).

    Scelto fra gli uomini, il sacerdote resta uno di essi ed è chiamato a servirli donando loro la vita di Dio. È lui che «continua l'opera di redenzione sulla terra» (Nodet, p. 98). La nostra vocazione sacerdotale è un tesoro che conserviamo in vasi di creta (cfr 2 Cor 4, 7). San Paolo ha espresso felicemente l'infinita distanza che esiste fra la nostra vocazione e la povertà delle risposte che possiamo dare a Dio. Vi è, da questo punto di vista, un legame segreto che unisce l'Anno paolino e l'Anno sacerdotale. Noi udiamo ancora e conserviamo nell'intimo del nostro cuore la commovente e fiduciosa esclamazione dell'Apostolo che dice: «Quando sono debole, è allora che sono forte» (2 Cor 12, 10). La consapevolezza di questa debolezza apre all'intimità di Dio che dà forza e gioia. Più il sacerdote persevererà nell'amicizia di Dio, più continuerà l'opera del Redentore sulla terra (cfr Nodet, p. 98). Il sacerdote non è per se stesso, ma per tutti (cfr Nodet, p. 100).

    È questa una delle sfide più grandi del nostro tempo. Il sacerdote, certamente uomo della Parola divina e del sacro, deve oggi più che mai essere uomo della gioia e della speranza. Agli uomini che non possono concepire che Dio sia puro amore, egli dirà sempre che la vita vale la pena di essere vissuta e che Cristo le dà tutto il suo senso perché Egli ama gli uomini, tutti gli uomini. La religione del Curato d'Ars è una religione della felicità, non una ricerca morbosa della mortificazione, come a volte si è creduto: «La nostra felicità è troppo grande; no, no, non lo capiremo mai» (Nodet, p. 110), diceva. O ancora: «Quando siamo in cammino e vediamo un campanile, questa visione deva far battere il nostro cuore come quella della casa dove dimora il suo amato fa battere il cuore della sposa» (Ibidem). Desidero qui salutare con un affetto particolare quelli fra voi che si prendono cura di molte chiese e che si prodigano senza limiti per mantenere la vita sacramentale nelle loro diverse comunità. La riconoscenza della Chiesa verso tutti voi è immensa! Non perdetevi d'animo, ma continuate a pregare e a far pregare affinché molti giovani accettino di rispondere alla chiamata di Cristo che non smette di volere fare crescere il numero dei suoi apostoli per mietere i suoi campi.

    Cari sacerdoti, pensate anche alla grande diversità dei ministeri che esercitate al servizio della Chiesa. Pensate al gran numero di messe che avete celebrato o che celebrerete, rendendo ogni volta Cristo realmente presente sull'altare. Pensate alle innumerevoli assoluzioni che avete dato e darete, permettendo a un peccatore di lasciarsi redimere. Percepite allora la fecondità infinita del sacramento dell'Ordine. Le vostre mani, le vostre labbra, sono divenute, per un istante, le mani e le labbra di Dio. Portate Cristo in voi; siete, per grazia, entrati nella Santissima Trinità. Come diceva il santo Curato: «Se si avesse la fede, si vedrebbe Dio nascosto nel sacerdote come una luce dietro un vetro, come un vino mescolato all'acqua» (Nodet, p 97). Questa considerazione deve portare ad armonizzare le relazioni fra sacerdoti al fine di realizzare quella comunità sacerdotale alla quale invitava san Pietro (cfr 1 Pt 2, 9) per costruire il corpo di Cristo e costruirvi nell'amore (cfr Ef 4, 11-16).

    Il sacerdote è l'uomo del futuro: è colui che ha preso sul serio le parole di Paolo: «Se dunque siete risorti in Cristo, cercate le cose di lassù» (Col 3, 1). Ciò che fa sulla terra fa parte dei mezzi ordinati al Fine ultimo. La messa è quel punto unico di congiunzione fra il mezzo e il Fine, poiché ci permette già di contemplare, sotto le umili specie del pane e del vino, il Corpo e il Sangue di Colui che adoreremo per l'eternità. Le frasi semplici e intense del santo Curato sull'Eucaristia ci aiutano a percepire meglio la ricchezza di questo momento unico della giornata in cui viviamo un faccia a faccia vivificante per noi stessi e per ognuno dei fedeli. «La felicità che vi è nel dire la messa si comprenderà solo in cielo» scriveva (Nodet. p. 104). Vi incoraggio quindi a rafforzare la vostra fede e quella dei fedeli nel Sacramento che celebrate e che è la sorgente della vera gioia. Il santo d'Ars scriveva: «Il sacerdote deve provare la stessa gioia (degli apostoli) nel vedere Nostro Signore che tiene fra le mani» (Ibidem).

    Rendendo grazie per ciò che siete e ciò che fate, vi ripeto: «Niente rimpiazzerà mai il ministero dei sacerdoti nella vita della Chiesa!» (Omelia durante la messa del 13 settembre 2008 all'Esplanade des Invalides, Parigi). Testimoni viventi della potenza di Dio all'opera nella debolezza degli uomini, consacrati per la salvezza del mondo, siete, miei cari fratelli, stati scelti da Cristo stesso al fine di essere, grazie a Lui, sale della terra e luce del mondo. Che possiate, durante questo ritiro spirituale, sperimentare in modo profondo l'Intimo Indicibile (Sant'Agostino, Confessioni, iii, 6, 11, va 13, p. 383) per essere perfettamente uniti a Cristo al fine di annunciare il suo amore attorno a voi e di essere totalmente impegnati al servizio della santificazione di tutti i membri del popolo di Dio! Affidandovi alla Vergine Maria, Madre di Cristo e dei sacerdoti, imparto a tutti voi la mia Benedizione Apostolica.



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    00 30/09/2009 16:45
    RINUNCE E NOMINE



    NOMINE NEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA

    Il Santo Padre ha adottato le seguenti decisioni relative al Pontificio Consiglio per la Famiglia:

    - ha nominato Membri del Comitato di Presidenza gli Eminentissimi Signori Cardinali: Dionigi TETTAMANZI, Arcivescovo di Milano (Italia); Keith Michael Patrick O'BRIEN, Arcivescovo di Saint Andrews and Edinburgh (Gran Bretagna); Sean Patrick O'MALLEY, Arcivescovo di Boston (U.S.A.); Odilo Pedro SCHERER, Arcivescovo di São Paulo (Brasile); Sua Beatitudine Fouad TWAL, Patriarca di Gerusalemme dei Latini (Gerusalemme); gli Eccellentissimi Monsignori: Socrates B. VILLEGAS, Arcivescovo di Lingayen-Dagupan (Filippine); Francisco GIL HELLÍN, Arcivescovo di Burgos (Spagna).

    - ha inoltre nominato Membri del medesimo Dicastero gli Illustrissimi Signori Coniugi: Attila e Júlia GERGELY (Ungheria), Jaime Armando Miguel e Ligia Maria Moniz DA FONSECA (India), David E. e Mary-Joan Osatohanmwen OSUNDE (Nigeria), John S. e Claire GRABOWSKI (U.S.A.), Umberto DÍAZ VICTORIA e Isabel BOTÍA APONTE (Colombia), Leon BOTOLO MAGOZA e Marie Valentine KISANGA SOSAWE (Rep. Dem. del Congo), Naser e Amira (Simaan) SHAKKOUR (Israele), Tomás MELENDO GRANADOS e Lourdes MILLÁN ALBA (Spagna), José Luis e Veronica VILLASEÑOR (Messico).

    - ha infine nominato Consultori del medesimo Pontificio Consiglio per la Famiglia i Reverendi Signori: Mons. Livio MELINA, Preside del Pontificio Istituto "Giovanni Paolo II" per Studi su Matrimonio e Famiglia (Italia); Augusto SARMIENTO, Docente presso la Facoltà di Teologia dell'Università di Navarra (Spagna); Brice DE MALHERBE, Docente dell'École Cathédrale e della Facoltà Notre-Dame di Parigi (Francia); P. Edoardo SCOGNAMIGLIO, O.F.M. Conv., Ministro Provinciale dei Frati Minori Conventuali di Napoli (Italia); gli Illustrissimi Signori: Prof. Pierpaolo DONATI, Docente presso il dipartimento di Sociologia dell'Università di Bologna (Italia); Dott. Francesco BELLETTI, Membro della Consulta Nazionale di Pastorale Familiare dell'Ufficio per la Pastorale della Famiglia della Conferenza Episcopale Italiana (Italia); Prof. Stefano ZAMAGNI, Docente presso la Facoltà di Economia dell'Università di Bologna (Italia); Prof. Rafael NAVARRO-VALLS, Docente di Diritto della "Universidad Complutense" di Madrid (Spagna); Prof. Nicolás JOUVE DE LA BARREDA, Docente di Genetica alla "Universidad de Alcalá" (Spagna); Dott. Salvatore MARTINEZ, Presidente dell'Istituto di Promozione Umana "Mons. Francesco di Vincenzo" (Italia); José de Jesús HERNÁNDEZ RAMOS, Consigliere del "Doha International Institute for Family Studies an Development" (Messico); Coniugi Frank e Julie LABODA, (U.S.A.); le Gentili Signore: Prof.ssa Germina Namatovu SSEMOGERERE, Consultore del "Capacity Building Programme for Ministry of Local Government Civil Service Personnel" (Uganda); Prof.ssa Eugenia SCABINI, Preside della Facoltà di Psicologia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (Italia); Prof.ssa Teresa STANTON COLLET, Docente della "University of St. Thomas School of Law" di Minneapolis (U.S.A.); Prof.ssa Susanne TIEMANN, Docente di Diritto Sociale presso la "Katholische Fachhochschule Nordrhein-Westfalen" di Colonia (Germania); Michaela Freifrau HEEREMAN VON ZUYDTWYCK, Volontaria nell'Associazione "Elternverein Nordrhein-Westfalen" (Germania).



    NOMINA DI MEMBRO ORDINARIO DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA

    Il Santo Padre ha nominato Membro Ordinario della Pontificia Accademia per la Vita l’Ill.mo Signore Prof. Jean-Marie Le Méné (Francia), presidente della "Fondation Jérôme Lejeune" di Parigi.

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    00 30/09/2009 16:48
    L’UDIENZA GENERALE


    L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre - proveniente dalla residenza estiva di Castel Gandolfo - ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

    Nel discorso in lingua italiana, il Papa si è soffermato sul Suo recente Viaggio Apostolico nella Repubblica Ceca.

    Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

    L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

    Al termine il Santo Padre è rientrato a Castel Gandolfo.


    CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

    Cari fratelli e sorelle!

    Come è consuetudine dopo i viaggi apostolici internazionali, profitto dell’odierna Udienza generale per parlare del pellegrinaggio che ho compiuto nei giorni scorsi nella Repubblica Ceca. Lo faccio anzitutto come atto di ringraziamento a Dio, che mi ha concesso di compiere questa visita e che l’ha largamente benedetta. È stato un vero pellegrinaggio e, al tempo stesso, una missione nel cuore dell’Europa: pellegrinaggio, perché la Boemia e la Moravia sono da oltre un millennio terra di fede e di santità; missione, perché l’Europa ha bisogno di ritrovare in Dio e nel suo amore il fondamento saldo della speranza. Non è un caso se i Santi evangelizzatori di quelle popolazioni, Cirillo e Metodio, sono patroni d’Europa insieme con san Benedetto. "L’amore di Cristo è la nostra forza": questo è stato il motto del viaggio, un’affermazione che riecheggia la fede di tanti eroici testimoni del passato remoto e recente, penso in particolare al secolo scorso, ma che soprattutto vuole interpretare la certezza dei cristiani di oggi. Sì, la nostra forza è l’amore di Cristo! Una forza che ispira e anima le vere rivoluzioni, pacifiche e liberatrici, e che ci sostiene nei momenti di crisi, permettendo di risollevarci quando la libertà, faticosamente recuperata, rischia di smarrire se stessa, la propria verità.

    L’accoglienza che ho riscontrato è stata cordiale. Il Presidente della Repubblica, al quale rinnovo l’espressione della mia riconoscenza, ha voluto essere presente in diversi momenti e mi ha ricevuto insieme con i miei collaboratori nella sua residenza, lo storico Castello della Capitale, con grande cordialità. L’intera Conferenza Episcopale, in particolare il Cardinale Arcivescovo di Praga e il Vescovo di Brno, mi hanno fatto sentire, con grande calore, il profondo legame che unisce la Comunità cattolica ceca al Successore di san Pietro. Li ringrazio anche per aver preparato accuratamente le celebrazioni liturgiche. Sono grato pure a tutte le Autorità civili e militari e a quanti in diversi modi hanno cooperato alla buona riuscita della mia visita.

    L’amore di Cristo ha iniziato a rivelarsi nel volto di un Bambino. Giunto a Praga, infatti, ho compiuto la prima tappa nella chiesa di Santa Maria della Vittoria, dove si venera il Bambino Gesù, noto appunto come "Bambino di Praga". Quell’effige rimanda al mistero del Dio fatto Uomo, al "Dio vicino", fondamento della nostra speranza. Dinanzi al "Bambino di Praga" ho pregato per tutti i bambini, per i genitori, per il futuro della famiglia. La vera "vittoria", che oggi chiediamo a Maria, è la vittoria dell’amore e della vita nella famiglia e nella società!

    Il Castello di Praga, straordinario sotto il profilo storico e architettonico, suggerisce un’ulteriore riflessione più generale: esso racchiude nel suo vastissimo spazio molteplici monumenti, ambienti e istituzioni, quasi a rappresentare una polis, in cui convivono in armonia la Cattedrale e il Palazzo, la piazza e il giardino. Così, in quel medesimo contesto, la mia visita ha potuto toccare l’ambito civile e quello religioso, non giustapposti, ma in armonica vicinanza nella distinzione. Rivolgendomi pertanto alle Autorità politiche e civili ed al Corpo diplomatico, ho voluto richiamare il legame indissolubile che sempre deve esistere tra libertà e verità. Non bisogna aver paura della verità, perché essa è amica dell’uomo e della sua libertà; anzi, solo nella sincera ricerca del vero, del bene e del bello si può realmente offrire un futuro ai giovani di oggi e alle generazioni che verranno. Del resto, che cosa attira tante persone a Praga se non la sua bellezza, una bellezza che non è soltanto estetica, ma storica, religiosa, in senso ampio umana? Chi esercita responsabilità nel campo politico ed educativo deve saper attingere dalla luce di quella verità che è il riflesso dell’eterna Sapienza del Creatore; ed è chiamato a darne testimonianza in prima persona con la propria vita. Solo un serio impegno di rettitudine intellettuale e morale è degno del sacrificio di quanti hanno pagato caro il prezzo della libertà!

    Simbolo di questa sintesi tra verità e bellezza è la splendida Cattedrale di Praga, intitolata ai santi Vito, Venceslao e Adalberto, dove si è svolta la celebrazione dei Vespri con i sacerdoti, i religiosi, i seminaristi e una rappresentanza dei laici impegnati nelle associazioni e nei movimenti ecclesiali. Per le Comunità dell’Europa centro-orientale questo è un momento difficile: alle conseguenze del lungo inverno del totalitarismo ateo, si stanno sommando gli effetti nocivi di un certo secolarismo e consumismo occidentale. Perciò ho incoraggiato tutti ad attingere energie sempre nuove dal Signore risorto, per poter essere lievito evangelico nella società e impegnarsi, come già avviene, in attività caritative, e ancor più in quelle educative e scolastiche.

    Questo messaggio di speranza, fondato sulla fede in Cristo, l’ho esteso all’intero Popolo di Dio nelle due grandi Celebrazioni eucaristiche svoltesi rispettivamente a Brno, capoluogo della Moravia, e a Stará Boleslav, luogo del martirio di San Venceslao, Patrono principale della Nazione. La Moravia fa pensare immediatamente ai santi Cirillo e Metodio, evangelizzatori dei popoli slavi, e quindi alla forza inesauribile del Vangelo, che come un fiume di acque risanatrici attraversa la storia e i continenti, portando dovunque vita e salvezza. Sopra il portale della Cattedrale di Brno sono impresse le parole di Cristo: "Venite a me voi tutti, che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro" (Mt 11,28). Queste stesse parole sono risuonate domenica scorsa nella liturgia, riecheggiando la voce perenne del Salvatore, speranza delle genti, ieri, oggi e sempre. Della signoria di Cristo, signoria di grazia e di misericordia, è segno eloquente l’esistenza dei santi Patroni delle diverse Nazioni cristiane, come appunto Venceslao, giovane re di Boemia nel secolo X, che si distinse per la sua esemplare testimonianza cristiana e fu ucciso dal fratello. Venceslao antepose il regno dei cieli al fascino del potere terreno ed è rimasto per sempre nel cuore del popolo ceco, come modello e protettore nelle alterne vicende della storia. Ai numerosi giovani presenti alla Messa di san Venceslao, provenienti pure dalle nazioni vicine, ho rivolto l’invito a riconoscere in Cristo l’amico più vero, che soddisfa le aspirazioni più profonde del cuore umano.

    Debbo infine menzionare, tra gli altri, due incontri: quello ecumenico e quello con la comunità accademica. Il primo, tenutosi nell’Arcivescovado di Praga, ha visto riuniti i rappresentanti delle diverse Comunità cristiane della Repubblica Ceca e il responsabile della Comunità ebraica. Pensando alla storia di quel Paese, che purtroppo ha conosciuto aspri conflitti tra cristiani, è motivo di viva gratitudine a Dio l’esserci ritrovati insieme come discepoli dell’unico Signore, per condividere la gioia della fede e la responsabilità storica di fronte alle sfide attuali. Lo sforzo di progredire verso una unità sempre più piena e visibile tra noi, credenti in Cristo, rende più forte ed efficace il comune impegno per la riscoperta delle radici cristiane dell’Europa. Quest’ultimo aspetto, che stava molto a cuore al mio amato predecessore Giovanni Paolo II, è emerso pure nell’incontro con i Rettori delle Università, i rappresentanti dei docenti e degli studenti ed altre personalità di rilievo in ambito culturale. In tale contesto ho voluto insistere sul ruolo dell’istituzione universitaria, una delle strutture portanti dell’Europa, che ha in Praga un Ateneo tra i più antichi e prestigiosi del continente, l’Università Carlo, dal nome dell’imperatore Carlo IV che la fondò, insieme con il Papa Clemente VI. L’università degli studi è ambiente vitale per la società, garanzia di libertà e di sviluppo, come dimostra il fatto che proprio dai circoli universitari prese le mosse a Praga la cosiddetta "Rivoluzione di velluto". A vent’anni da quello storico evento, ho riproposto l’idea della formazione umana integrale, basata sull’unità della conoscenza radicata nella verità, per contrastare una nuova dittatura, quella del relativismo abbinato al dominio della tecnica. La cultura umanistica e quella scientifica non possono essere separate, anzi, sono le due facce di una stessa medaglia: ce lo ricorda ancora una volta la terra ceca, patria di grandi scrittori come Kafka, e dell’abate Mendel, pioniere della moderna genetica.

    Cari amici, ringrazio il Signore perché, con questo viaggio, mi ha dato di incontrare un popolo e una Chiesa dalle profonde radici storiche e religiose, che commemora quest’anno diverse ricorrenze di alto valore spirituale e sociale. Ai fratelli e sorelle della Repubblica Ceca rinnovo un messaggio di speranza e un invito al coraggio del bene, per costruire il presente e il domani dell’Europa. Affido i frutti della mia visita pastorale all’intercessione di Maria Santissima e di tutti i Santi e le Sante di Boemia e Moravia. Grazie.



    SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE


    ○ Sintesi della catechesi in lingua francese

    Chers Frères et Sœurs,

    Ce matin, je voudrais rendre grâce à Dieu pour le pèlerinage que je viens d’accomplir en République Tchèque. Je remercie les Autorités civiles et religieuses, ainsi que toutes les personnes qui m’ont accueilli très cordialement. A Prague, je me suis rendu en l’église de Sainte Marie de la Victoire pour vénérer l’Enfant Jésus, dont la célèbre statue est bien connue. Je lui ai confié les enfants, les parents et l’avenir de la famille. En m’adressant aux Autorités politiques et civiles, j’ai voulu rappeler le lien indissoluble qui existe entre liberté et vérité. Il ne faut pas avoir peur de la vérité, car elle est l’amie de l’homme et de sa liberté ; seule la recherche du vrai, du bien et du beau peut réellement offrir un avenir aux jeunes. Lors des célébrations eucharistiques à Brno et à Stará Boleslav, lieu du martyre de saint Venceslas, j’ai aussi adressé au peuple de Dieu un message d’espérance fondé sur la foi au Christ, soulignant qu’il est l’ami le plus vrai, qui répond aux aspirations les plus profondes de l’homme. Ce voyage m’a permis de visiter un peuple et une Eglise aux profondes racines historiques et religieuses et de les inviter au courage pour construire le présent et l’avenir de l’Europe et de l’humanité.

    Je suis heureux de saluer les pèlerins de langue française, notamment les Sœurs du Bon Secours de Notre-Dame Auxiliatrice, réunies en Chapitre général, et les groupes du Liban, du Canada et de France. Que le Christ soit pour vous tous l’ami qui vous accompagne sur les chemins de votre vie ! Avec ma Bénédiction apostolique!


    ○ Sintesi della catechesi in lingua inglese

    Dear Brothers and Sisters,

    My Apostolic Journey to the Czech Republic last week-end was both a pilgrimage and a mission. It was a pilgrimage on account of the many saints who bore witness to Christ in the Czech lands through their holy lives, and it was a mission because, at the present time, Europe needs to rediscover the joy and hope that come from following the Lord Jesus. I pray that our liturgical celebrations in Prague’s magnificent Cathedral, in Brno and in Stará Boleslav will have served to deepen the faith and enkindle the Christian commitment of the people of Central Europe, especially the young. I am most grateful to the civil and ecclesiastical authorities in the Czech Republic who made me so welcome, especially to President Václav Klaus and Cardinal Miloslav Vlk. I was glad to have the opportunity to meet leaders of other Christian communities and to encourage them in the task of ecumenical dialogue. And it was a pleasure to come together with University Rectors and leading figures from the world of culture. I spoke with them of the need for scholarship to be rooted in truth, an integral truth that shuns the limitations of relativism and determinism. I ask all of you to join me in praying that this visit may bear abundant spiritual fruit for the Czech people and for the unity and peace of the whole continent of Europe.

    I offer a warm welcome to the English-speaking pilgrims present at today’s Audience, including groups from Britain and Ireland, Scandinavia, Indonesia and the United States of America. I greet especially the School Sisters of Saint Francis and the new students from the English and Irish Colleges. May the time you spend in Rome deepen your faith and bring you closer to Christ. God bless all of you, and your loved ones at home.


    ○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca

    Liebe Brüder und Schwestern!

    Gemeinsam mit euch will ich Gott für das Geschenk der eindrucksvollen Apostolischen Reise in die Tschechische Republik danken. Der Besuch, den ich auch in Erinnerung an den Zusammenbruch der kommunistischen Regime in Europa vor 20 Jahren unternommen habe, war eine Wallfahrt an die Orte des Glaubens und Wirkens von bedeutenden Heiligen. Zugleich wollte diese Reise ein Zeichen für ganz Europa setzen, für unseren Kontinent, der es nötig hat, sich neu in Christus zu verlieben und Hoffnung auf das wahre Leben zu schöpfen. Meine erste Station galt dem berühmten Prager Jesuskind, das uns so konkret das Geheimnis der Menschwerdung veranschaulicht. Das Bildnis steht in einer Kirche, die Maria vom Sieg geweiht ist. Von Maria wollen wir immer neu den wahren Sieg erbitten, den Sieg der Liebe und des Lebens für unsere Familien und für die gesamte Gesellschaft. Die Botschaft der Hoffnung, die im Glauben an Christus gründet, war das Thema der Eucharistiefeiern in Brünn und Stará Boleslav/Altbunzlau, die ich mit besonders vielen jungen Christen feiern konnte. In Altbunzlau habe ich am Grab des heiligen Märtyrers Wenzel gebetet, dessen Beliebtheit auch darin gründet, daß er das Reich Gottes jedem Anreiz weltlicher Macht vorgezogen hat. – Liebe Freunde, ich könnte von vielen weiteren schönen Begegnungen berichten: mit den Priestern und Ordensleuten, mit den Vertretern anderer christlicher Gemeinschaften sowie mit den Professoren und Studenten der Karls-Universität. Überall wurde mir eine herzliche Aufnahme zuteil, wofür ich allen Menschen in Tschechien danke. Gott helfe ihnen, die christlichen Wurzeln, die ihre Kultur geprägt haben, wieder neu zu entdecken und auf diesem Fundament ihr Leben zu gestalten.

    Mit Freude grüße ich die deutschsprachigen Pilger und Besucher. Wie die Heiligen, deren Spuren in unseren Ländern so reichlich zu finden sind, wollen auch wir Christus in unserem Leben Raum geben und Boten seiner Liebe sein. Gottes Geist helfe euch, das Gute zu vollbringen. Der Herr geleite euch auf euren Wegen.


    ○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola

    Queridos hermanos y hermanas:

    Deseo elevar mi profunda acción de gracias al Señor por mi reciente viaje a la República Checa. Ha sido una verdadera peregrinación a una tierra de profundas raíces cristianas, que ha dado importantes frutos de santidad. He querido llevar a ese País un mensaje de esperanza. Europa necesita reencontrarse con Dios, fuente que ha irrigado su historia. El lema del viaje era: "El amor de Cristo es nuestra fuerza". Esta afirmación ha marcado la vida de muchos cristianos en el pasado, y debe seguir siendo una certeza para los fieles de hoy. Durante estos días, he visitado la Iglesia del "Niño Jesús de Praga"; el Castillo y la Catedral de esa Ciudad. He tenido también dos grandes celebraciones eucarísticas, en Brno y en Stará Boleslav, lugar del martirio de San Wenceslao, Patrón de esa Nación. Me he encontrado con las diversas comunidades cristianas presentes en el País y he saludado a la comunidad académica. Nuevamente, quiero confiar los frutos de esta visita pastoral a la intercesión de María Santísima y a los grandes santos y santas de Bohemia y Moravia.

    Saludo a los fieles de lengua española, procedentes de España y Latinoamérica. En particular, me dirijo al grupo de "Manos Unidas", que celebra el cincuenta aniversario de su fundación, acompañado de su Presidenta, del Obispo Consiliario, Monseñor Juan José Omella Omella, y de algunos representantes del Pontificio Consejo Cor Unum. Deseo expresaros mi aprecio por la fructuosa labor que vuestra institución ha realizado en estos años en favor de los países en vías de desarrollo, y os invito a dar un nuevo impulso a vuestra vida de fe, esperanza y caridad, para que vuestro trabajo siga siendo signo eficaz de la presencia del Señor Jesús en medio de los que más sufren. Muchas gracias.



    SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE


    ○ Saluto in lingua portoghese

    Queridos peregrinos vindos do Brasil e de Portugal, com menção especial dos sacerdotes licenciados em direito pela Universidade Católica Portuguesa! Quis hoje partilhar convosco a experiência da minha recente visita à República Checa, na esperança de contar com a vossa oração e solidariedade por aqueles nossos irmãos. Assim me ajudareis a levar o peso da missão que o Senhor me confiou. De todo o coração vos agradeço e formulo votos das maiores bênçãos de Deus para cada um de vós, juntamente com vossas famílias e comunidades cristãs.


    ○ Saluto in lingua polacca

    Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. Drodzy bracia i siostry, dziękuję Wam za duchowe wsparcie podczas wizyty w Czechach. Przez wstawiennictwo świętego Wacława prośmy Boga, aby ta pielgrzymka przyniosła obfite owoce w sercach wszystkich ludzi dobrej woli. Niech Bóg wam błogosławi!

    [Un cordiale saluto rivolgo ai polacchi. Cari fratelli e sorelle, vi ringrazio per il sostegno spirituale durante la visita nella Repubblica Ceca. Per l’intercessione di san Venceslao chiediamo a Dio che questo pellegrinaggio porti abbondanti frutti nei cuori di tutti gli uomini di buona volontà. Dio vi benedica!]


    ○ Saluto in lingua ceca

    Srdečně zdravím poutníky z Uherského Hradiště a Lomnice!

    Drazí, jsem ještě naplněn dojemnými zážitky z apoštolské cesty do vaší krásné vlasti, kde se mi dostalo tak laskavého přijetí.

    Svěřuji celý národ do ochrany svatého Václava a rád vám žehnám! Chvála Kristu!

    [Un cordiale benvenuto ai pellegrini di Uherské Hradiště e di Lomnice.

    Carissimi, ho ancora vivo in me il ricordo dei momenti di commozione vissuti durante la Visita apostolica nella vostra bella Patria, dove ho ricevuto un'affettuosa accoglienza.

    Affido tutta la Nazione alla protezione di San Venceslao e di cuore vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!]


    ○ Saluto in lingua slovacca

    S láskou vítam pútnikov zo Slovenska, osobitne skupinu sestier františkánok.

    Bratia a sestry, predvčerom som sa vrátil z apoštolskej cesty v Českej republike. Ďakujem sa vaše modlitby, ktorými ste ma sprevádzali počas tejto návštevy a žehnám vás.

    Pochválený buď Ježiš Kristus!

    [Con affetto do il benvenuto ai pellegrini provenienti dalla Slovacchia, specialmente al gruppo delle suore francescane.

    Fratelli e sorelle, l’altro ieri ho concluso il mio viaggio Apostolico nella Repubblica Ceca. Vi ringrazio per le vostre preghiere con le quali mi avete accompagnato durante questa visita e vi benedico.

    Sia lodato Gesù Cristo!]


    ○ Saluto in lingua croata

    O spomendanu Svetoga Jeronima, pozdravljam i blagoslivljam drage hrvatske hodočasnike, a posebno profesore i učenike glazbene škole „Ivan plemeniti Zajc" te katedralni zbor mladih „Pro musica" iz Mostara! Pjesmom podajte hvalu Gospodinu i objavite njegova čudesna djela te tako posvjedočite svoju vjeru. Hvaljen Isus i Marija!

    [Nella memoria di San Girolamo saluto e benedico i cari pellegrini croati, particolarmente i professori e gli allievi della scuola di musica "Ivan plemeniti Zajc" ed il coro dei giovani "Pro musica" della Cattedrale di Mostar. Attraverso il canto, rendete grazie al Signore, proclamate le sue meraviglie e testimoniate così la vostra fede. Siano lodati Gesù e Maria!]


    ○ Saluto in lingua italiana

    Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i formatori e gli studenti del Pontificio Collegio Internazionale Maria Mater Ecclesiae, esortandoli alla preghiera intensa e allo studio serio per approfondire la persona del Cristo. Sono lieto di accogliere i fedeli della diocesi di Sulmona-Valva, qui convenuti numerosi con il loro Vescovo, Mons. Angelo Spina, nel ricordo di San Pietro Celestino V. Mio fratello mi ha raccontato tante belle cose della sua visita a Sulmona. Saluto con piacere le delegazioni dei medici che stanno promuovendo vari progetti con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, uno dei quali in collaborazione anche con la Provincia di Roma. Saluto i rappresentanti dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili, gli esponenti della Società cooperativa "Mirabilia Dei", il gruppo della Misericordia di Viareggio, come pure i fedeli della Contrada "Il Bruco", accompagnati dall’Arcivescovo di Siena Antonio Buoncristiani. Saluto i partecipanti al Convegno Internazionale Sturziano organizzato nel 50° della morte del Servo di Dio don Luigi Sturzo. L’esempio luminoso di questo presbitero e la sua testimonianza di amore, di libertà e di servizio al popolo sia stimolo e incoraggiamento per tutti i cristiani, e specialmente per quanti operano in campo sociale e politico perché diffondano, con la loro coerente testimonianza, il Vangelo e la dottrina sociale della Chiesa.

    Rivolgo infine il mio saluto ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Cari giovani, ascoltate Cristo, parola di verità, e accogliete con prontezza il suo disegno sulla vostra vita. Voi, cari ammalati, sentite Gesù accanto a voi e testimoniate con la vostra fiducia la forza vivificante della Croce. Voi, cari sposi novelli, con la grazia del Sacramento da poco ricevuto, irrobustite di giorno in giorno il vostro amore e camminate sulla via della santità.

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    00 01/10/2009 16:18
    LE UDIENZE

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Udienza, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo:

    S.E. il Signor Asif Ali Zardari, Presidente del Pakistan, e Seguito;

    Em.mo Card. William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

    Il Papa riceve questa mattina in Udienza:

    Em.mo Card. Franc Rodé, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica;

    Autorità Civili e Militari; Comunità Religiose e Dipendenti che hanno assicurato il servizio durante il periodo estivo a Castel Gandolfo.

    Il Santo Padre riceve questo pomeriggio in Udienza:

    Dipendenti delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo.








    RINUNCE E NOMINE

    NOMINA DEL VESCOVO DI LEGAZPI (FILIPPINE) NOMINA DEL VESCOVO DI LEGAZPI (FILIPPINE)


    NOMINA DELL’ARCIVESCOVO METROPOLITA DI BIRMINGHAM (INGHILTERRA)

    Il Santo Padre ha nominato Arcivescovo Metropolita di Birmingham (Inghilterra) S.E. Mons. Bernard Longley, finora Vescovo titolare di Zarna ed Ausiliare di Westminster.

    S.E. Mons. Bernard Longley

    S.E. Mons. Bernard Longley è nato a Manchester, diocesi di Salford, il 5 aprile 1955. Ha compiuto gli studi primari e secondari presso scuole cattoliche a Manchester. Ha studiato poi letteratura inglese all'Università di Oxford. Successivamente ha frequentato i corsi di filosofia e teologia presso il seminario di Wonersh.

    È stato ordinato sacerdote il 12 dicembre 1981 per la diocesi di Arundel and Brighton. Dopo tre anni come Vicario parrocchiale ad Epsom nel Surrey, ha frequentato la Pontificia Università Gregoriana a Roma ottenendo la Licenza in Teologia Dogmatica.

    Rientrato in patria, dal 1987 al 1996 ha svolto l'incarico di Professore di Teologia nel seminario maggiore di Wonersh. Dal 1996 al 2001 è stato Segretario del Comitato per l'Unità dei Cristiani della Conferenza Episcopale d'Inghilterra e Galles. Dal 2001 al 2003 ha svolto l'incarico di Assistente del Segretario Generale della Conferenza Episcopale per le questioni di Ecumenismo e Dialogo interreligioso.

    Eletto Vescovo titolare di Zarna e Ausiliare di Westminster il 4 gennaio 2003, è stato consacrato il 24 dello stesso mese.



    NOMINA DEL VESCOVO DI CIUDAD OBREGÓN (MESSICO)

    Il Papa ha nominato Vescovo di Ciudad Obregón (Messico) S.E. Mons. Felipe Padilla Cardona, finora Vescovo di Tehuantepec.

    S.E. Mons. Felipe Padilla Cardona

    S.E. Mons. Felipe Padilla Cardona è nato il 1° maggio 1945 a León (Messico).

    Il 10 giugno 1973 è stato ordinato sacerdote. È stato inviato l’anno successivo a Roma, come alunno del Pontificio Collegio Messicano, per frequentare la Pontificia Università Gregoriana, dove ha conseguito la licenza in teologia dogmatica e poi il dottorato in Teologia biblica presso l’Istituto Biblico.

    Il 15 febbraio 1992 è stato nominato Vescovo di Huajuapan de León, ed ha ricevuto la consacrazione episcopale il 17 marzo successivo.

    Il 26 agosto 1996 è stato trasferito come Coadiutore alla diocesi di Tehuantepec, nella quale è subentrato il 25 novembre 2000.

    Nel corso degli anni ha ricoperto diversi incarichi nell’ambito della Conferenza Episcopale Messicana.



    NOMINA DEL VESCOVO DI LEGAZPI (FILIPPINE)

    Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Legazpi (Filippine) S.E. Mons. Joel Zamudio Baylon, trasferendolo dalla Sede di Masbate.

    S.E. Mons. Joel Zamudio Baylon

    S.E. Mons. Joel Zamudio Baylon è nato il 29 gennaio 1954 in Milaor, nell'allora Prelatura di Libmanan.

    Dopo aver frequentato le scuole elementari e secondarie, ha ricevuto la formazione sacerdotale nel "Divine Word seminary" di Legazpi City e poi nel "Divine Word Seminary" di Tagaytay. Ha studiato poi nell'Università di Duquesne di Pittsburg e a quella di Berkeley in California (U.S.A.).

    È stato ordinato sacerdote l'8 ottobre 1978 per la diocesi di Legazpi.

    Ha poi ricoperto i seguenti incarichi: Professore e Direttore Spirituale nel seminario minore di Legazpi, Direttore Spirituale all' "Holy Rosary seminary" di Naga City, Segretario Assistente della Conferenza dei Vescovi Filippini, Addetto locale della Nunziatura Apostolica in Manila. Nel 1995 è diventato Parroco di Bigaa, nella diocesi di Legazpi.

    Nominato Vescovo Ausiliare della Diocesi di Masbate il 14 febbraio 1998, è stato ordinato il 25 marzo successivo. Nella Conferenza Episcopale delle Filippine presiede la Commissione per la Pastorale giovanile.

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    00 01/10/2009 16:18
    COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE: UDIENZA AL PRESIDENTE DEL PAKISTAN


    Oggi nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza il Presidente della Repubblica Islamica del Pakistan, Sua Eccellenza il Sig. Asif Ali Zardari, il quale, successivamente, ha incontrato Sua Eminenza il Sig. Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, accompagnato da Sua Eccellenza Mons. Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

    I cordiali colloqui hanno permesso di trattenersi sull’attuale situazione in Pakistan, con particolare riferimento alla lotta contro il terrorismo e all’impegno di formare una società più tollerante e armonica in tutte le sue componenti.

    Si è poi dialogato sul contributo positivo della Chiesa cattolica alla vita sociale del Paese, attraverso le sue attività educative, sanitarie ed assistenziali. Evocando i recenti episodi di violenza contro le comunità cristiane in alcune località, nonché gli elementi che hanno favorito tali gravi incidenti, si è sottolineata la necessità di superare ogni forma di discriminazione basata sull’appartenenza religiosa, con lo scopo di promuovere il rispetto dei diritti di tutti i cittadini.

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