I libri che parlano di lui...

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Paparatzifan
00giovedì 17 maggio 2012 20:41
Dal blog di Lella...

50° CONCILIO: UN VOLUME SU “LE CHIAVI DI BENEDETTO XVI”


“Le ‘Chiavi’ di Benedetto XVI per interpretare il Vaticano II” è il titolo del volume che verrà presentato ai giornalisti lunedì 21 maggio, nella Sala stampa di Radio Vaticana a Roma (ore 12). Saranno presenti gli autori card. Walter Brandmuller, mons. Agostino Marchetto e don Nicola Bux, con p. Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana.
L’opera edita da Cantagalli, si legge nel comunicato stampa, “prende le mosse dal Discorso alla Curia Romana del Papa che suggerì l’ermeneutica come chiave di accesso alla comprensione piena del Concilio e del suo intento di proporre un ‘rinnovamento nella continuità’ e non una rottura come alcune interpretazioni hanno voluto far intendere”. Il card. Brandmuller è studioso di storia della Chiesa, ha insegnato in varie università e ha ricoperto l’incarico di presidente del Pontificio comitato di scienze storiche.
L’arcivescovo mons. Marchetto è segretario emerito del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti ed è stato nunzio apostolico in vari Stati. Don Bux è docente di liturgia orientale e teologia dei sacramenti e perito al Sinodo dei vescovi oltre che consultore di dicasteri vaticani.


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Paparatzifan
00venerdì 18 maggio 2012 22:10
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Lettere inedite al Papa, è caccia alla talpa


Misteri in Vaticano nel libro di Nuzzi, scatta la caccia alla talpa che ha fatto uscire i documenti


Sono carte riservatissime quelle uscite dai palazzi del Vaticano. Quelle che hanno permesso a Gianluigi Nuzzi di scrivere un libro che rischia di innescare una vera e propria bomba a orologeria. Quelle "lettere di Sua Santità" rivelano segreti inquietanti, come incontri riservati fra Tremonti e il banchiere Ettore Gotti Tedeschi. E così, l'opera del giornalista di "Libero" ha subito fatto scattare la caccia alla talpa in Vaticano.
L'operazione è partita nella Santa Sede che vuole scoprire chi ha diffuso i documenti riservati. E a occuparsi della ricerca è il comandante della gendarmeria, determinato a scoprire il nome del colpevole, o dei colpevoli. Gli "Intoccabili" di La7 parlarono a febbraio della congiura contro monsignor Carlo Maria Viganò, mandato negli States dopo la sua denuncia di casi di corruzione a Razinger. Con la pubblicazione del nuovo libro di Nuzzi la caccia alla fonte dei segreti della Santa Sede riparte alla grande.
I fatti rivelati in "Sua Santità - Le carte segrete di Benedetto XVI" vanno dai meeting tra l'ex ministro Tremonti e il presidente dello Ior sull'Ici da far pagare agli enti della Chiesa, ai colloqui dello stesso Tedeschi con Corrado Passera sul San Raffaele, alla cena tra Napolitano e Ratzinger nel gennaio 2009, con successivo memorandum in cui venivano indicate tutte le criticità della normativa italiana, quali leggi salvare e quali affossare.
Il libro rivelerà insomma particolari scottanti del pianeta Vaticano. Nel suo articolo su "Libero" sulla sua pubblicazione, lo stesso Nuzzi sottolinea che "Sua Santità" non è un saggio contro Ratzinger, tutt'altro. In quelle pagine vengono sottolineate le fatiche e le sofferenze del Papa davanti agli scandali, agli affari, agli interessi personali che emergono in vicende complicate come il caso Orlandi o quello del San Raffaele.
Nuzzi conclude il suo ragionamento con queste frasi: "D'altra parte nel miglioramento spera anche chi vive a lavora in Vaticano e ha contribuito a far conoscere le storie di 'Sua Santità': 'In alcuni momenti della vita - mi dirà pochi giorni dopo - o si è uomini o non lo si è. La differenza? Viene solo dal coraggio: di dire e fare la cosa che sai e ritieni giusta. Il mio coraggio è di far conoscere le vicende più tormentate della Chiesa. Rendere quindi pubblici certi segreti, piccoli e grandi storie che non superano il portone di bronzo. Infatti, solo così mi sento libero, mi affranco dall'insopportabile complicità di chi pur sapendo tace".


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Paparatzifan
00venerdì 25 maggio 2012 21:02
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IL LIBRO DI NUZZI

"Una stanza vuota e una sedia di plastica"
Così "Maria" cominciò il suo lavoro


Un volume documentatissimo e avvincente al centro della storia che ha portato all'arresto di Paolo Gabriele, il "gola profonda vaticano". Il primo incontro con la spia che rubava le carte segrete nell'appartamento papale. Ma l'attacco è più a Bertone che a Ratzinger

di MASSIMO RAZZI


ROMA - "Dopo la morte di Karol Wojtyla ho iniziato a mettere da parte copie di alcuni documenti di cui venivo in possesso per la mia attività professionale...". Comincia così il racconto che "Maria" (la "gola profonda vaticana) fa al giornalista Gianluigi Nuzzi nel libro "Le carte segrete di Benedetto XVI" (edizioni Chiarelettere) che è oggi al centro della vicenda che ha portato all'arresto di Paolo Gabriele, il maggiordomo del Papa.

Che sia lui o meno l'uomo che ha passato le carte (alcune davvero esplosive) a Nuzzi, lo diranno il tempo e la giustizia vaticana. La descrizione che ne fa Nuzzi ci fa pensare a un personaggio di livello per così dire "superiore" legato a una specie di organizzazione che compare nella fase iniziale del loro rapporto (primavera 2011) che lo controlla e lo protegge. Solo dopo alcuni incontri con personaggi di questo misterioso gruppo (dalla descrizione che ne fa Nuzzi, si potrebbe pensare ad agenti segreti di chissà quale servizio), il giornalista di "Libero" viene condotto in un appartamento vuoto (non lontano dal Vaticano) dove incontra la sua fonte "seduto su una sedia di plastica" in una stanza completamente vuota. Nel primo incontro "Maria" elenca diversi "scandali" vaticani e spiega così le sue motivazioni: "Finché non si fa piena chiarezza, certe vicende rimarranno sospese per sempre...".

Dunque, "Maria", non ce l'ha col Papa. Gli ruba i documenti segreti e li passa a un bravo giornalista che ne fa un libro davvero interessante e sorprendente perché, in fondo, vorrebbe che Ratzinger riuscisse davvero a portare avanti il suoi progetti di "pulizia" nella Chiesa. Perché ha capito che senza verità questa pulizia sembra destinata ad arenarsi. Il "colpevole", nel libro di Nuzzi, non è dunque Benedetto XVI, che può essere al massimo accusato di una certa incoerenza o debolezza. L'uomo "nero" che impedisce il cambiamento, secondo il giornalista di "Libero", è certamente il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone.

Paolo Gabriele, nel libro, compare una volta sola, a pagina 11 all'inizio del capitolo intitolato "Fonte informativa Maria" all'inizio dei paragrafi dedicati alle stanze di Benedetto XVI: "A curare ogni sua esigenza, nella residenza, ci sono le persone della famiglia pontificia. Innanzitutto lo staff dell'appartamento: Paolo Gabriele, aiutante di camera del papa, una sorta di maggiordomo...". Non più di nove parole per descriverlo anche se un involontario indizio potrebbe stare proprio nel fatto che il suo è il primo nome che compare (oltre a quello del Papa) nel capitolo che fa il ritratto di "Maria".

Il resto del libro, squaderna a uno a uno, documenti sempre più sconvolgenti, relativi ai "casi" che hanno riempito di veleni gli anni di Papa Ratzinger: la vicenda Boffo, la storia di Viganò, le azioni in territorio italiano degli uomini dei servizi vaticani, i rapporti sull'Ici del nuovo presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi (cacciato proprio ieri), il problema dei preti pedofili e quello dei Legionari di Cristo, i lefebvriani, il cardinale Carron, capo di Cl, che attacca la curia milanese di simpatie politiche a sinistra. E anche questioni più antiche ma sempre attuali, come il caso Orlandi. Sullo sfondo, importanti manovre politiche ed economiche in cui il "dio denaro" e il "dio potere" la fanno da padroni. E il capitolo forse "centrale", intitolato con estrema chiarezza "Tarcisio Bertone, l'ambizione al potere" in cui si dà conto dei molti che hanno cercato di convincere il papa a liberarsi del suo segretario di Stato, ma viene anche esplicitata la risposta che Benedetto XVI ha dato, una volta per tutte, a chi gli faceva pressioni: "De Mann bleibt woer ist, und basta" ("L'uomo resta dove sta. E basta").

Nuzzi e "Maria" non sembrano aver accettato quel "Basta". Le carte segrete di cui il libro è ricchissimo mostrano uno spaccato vaticano decisamente al curaro con gruppi di potere che si combattono duramente e un Papa che sembra quasi assente, impegnato a parole nel cambiamento, ma,in realtà, quasi succube del suo potentissimo superministro.

Sarà ora interessante sentire cosa avrà da dire Nuzzi. Dovrà coprire la sua fonte. Ma non è detto che negare eventuali rapporti con Paolo Gabriele, sia la strada migliore per salvare "Maria". Anche se dal libro sembra impossibile che "Maria" fosse sola e che fosse solo un umile cameriere, ancorché papale.

(25 maggio 2012)


Paparatzifan
00venerdì 8 giugno 2012 19:18
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IL SORRISO DEL PARROCO DEL MONDO


di Andrea Gagliarducci





«Incontro Joseph Ratzinger nel 2000. E in quell'incontro è emersa la sua stoffa umana.
Una stoffa che è fatta di questa sua limpida e delicata gentilezza. Di questa sua allegria, e dico un termine che in pochi accostano a Papa Benedetto XVI. Del suo garbo. Del suo nitore. E mentre parlo mi accorgo che per descriverlo utilizzo parole che sono ormai desuete, che non vengono mai usate per descrivere un uomo». Andrea Monda, giornalista, scrittore, racconta così l'incontro con quello che sarebbe diventato Benedetto XVI.
Un incontro che lo ha portato prima a scrivere un articolo, nel 2007.
E poi a pubblicare un libro, "Benedetta umiltà. Le virtù semplici di Joseph Ratzinger" (edito da Lindau) che sarà presentato oggi alle 18 presso la Fondazione Achille Grandi per il Bene Comune.
Da una lettura del libro, e da una chiacchierata con l'autore, si scopre che una delle parole più usate nei discorsi del Papa è "gioia". Si sottolinea come la grandezza di Benedetto XVI è stata quella di aver sempre detto sì, di aver sempre accettato quello che la vita ha riservato per lui. "Voleva essere teologo - racconta Monda - e si è ritrovato a fare il vescovo, e poi il prefetto della Congregazione della Fede, e poi il Papa. La sua vita non gli ha riservato niente di quello che desiderava per sé, ma lui l'ha accolta, con umiltà". E si nota che la bellezza di Benedetto XVI non sta nella sua sapienza, ma nella sua semplicità, quando diventa "parroco del mondo", incontra bambini, giovani, seminaristi, e risponde a braccio alle loro domande. Basterebbe pensare a quando, a Milano, appena la scorsa settimana, ha risposto semplicemente che "il Paradiso deve essere come era la mia famiglia da bambino".
"Ed è lì - spiega Andrea Monda - che si vede la pienezza dell'umiltà di Benedetto XVI. Un tratto umano che mi ha sempre affascinato in lui, da quando ho avuto modo di incontrarlo. Già si parlava di lui come il Panzerkardinal, il custode tedesco della fede cattolica, il cardinale del no. Ma c'erano anche riflessioni più approfondite che mi dicevano di lui che era un grande teologo, cristallino, serio, di grande profondità. Ma quando l'ho incontrato, anche questo secondo aspetto è passato in secondo piano". Nasce da lì la riflessione sull'umiltà di Benedetto XVI.
"Mi sono reso conto - racconta - che tutte le grandi persone sono unite dalla caratteristica dell'umiltà. Che è una virtù particolare: nel momento in cui pensi di averla, l'hai già persa. L'umiltà è un cammino, non si arriva mai alla pienezza. La sua grandezza sta proprio nella semplicità che ha quando parla. E lo trovo strepitoso quando parla con i bambini".
È lì che viene fuori l'immagine vera dell'uomo Joseph Razinger, perché - sostiene Monda - "dietro un Papa c'è sempre un uomo". Eppure, è un uomo di cui non si parla quasi mai. "Si potrebbe dire che una buona notizia è nessuna notizia. Ma da cristiano io parlo di una Buona Novella. Il mio libro, in effetti, si potrebbe dire dedicato ai giornalisti. Benedetto XVI esce malridotto dalla narrativa mediatica. Io dico che un'altra narrazione spirituale è possibile". Una narrazione che passa per l'amore "filiale" di Benedetto XVI per la Madonna e per il gesto dell'inginocchiarsi, un gesto molto presente in Benedetto XVI. "È proprio l'inginocchiarsi - spiega Monda - il segno dell'umiltà. L'umiltà e il cristianesimo sono strettamente collegati. Prima del cristianesimo, l'umiltà si caratterizzava come il rispetto verso il superiore. Ma con il cristianesimo noi abbiamo il paradosso, la chenosi di Dio che diventa uomo e addirittura lava i piedi ai suoi discepoli. Questo abbassamento scandaloso è l'acme del cristiano, e questo Papa lo rappresenta tutto. Benedetto XVI più volte ci riflette: più si sale e pi si deve essere umili. Servizio e obbedienza sono parole che sono state come rimosse dall'orizzonte occidentale, non si trovano sui mass media, ma sono molto presenti nelle riflessioni di Benedetto XVI". Ed è lo scacco dei mass media che non sanno farsi "bucare" dal messaggio lanciato da Benedetto XVI con la sua umanità. Eppure, questa parte umana e viva di Benedetto XVI passa in secondo piano. Mentre a Milano radunava 2 milioni di persone, si parlava di un Papa che si trova costretto a fronteggiare attacchi dall'interno del suo stesso appartamento. "Questo - afferma Monda - credo lo viva con grande sofferenza, perché è una situazione che tocca anche la situazione affettiva, le persone a lui vicine. Ma non fa altro che esaltarne la fede in Dio. Anche in questa situazione, Benedetto XVI dice: 'C'è qualcuno più grande di me, cui mi affido'. È questa la sua grande umiltà. In questi frangenti si vede la statura di un uomo che vola alto, e che per primo ha pregato tutti di pregare perché lui stesso non retrocedesse. E lo ha fatto da quel 19 aprile 2005, quando per la prima volta ha parlato come Papa dalla loggia della Basilica di San Pietro".


© Copyright Il Tempo, 6 giugno 2012

Paparatzifan
00giovedì 5 luglio 2012 23:39
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PAPA: LA LEV RACCOGLIE LE 800 COPERTINE DEI SUOI LIBRI


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 4 lug.


La Libreria Editrice Vaticana ha raccolto in un volume le copertine dei libri del Papa tradotti negli idiomi di tutto il mondo: oltre ottocento immagini che fanno percepire con una immediatezza che non ha bisogno di note a margine tutta l'universalita' e la capacita' di generare delle parole del successore di Pietro.
L'iniziativa e' stata commentata dal direttore della Lev, don Giuseppe Costa, sull'Osservatore Romano.
"Il dono degli scritti del Papa - ha spiegato resta infatti il core business della Lev che ha pubblicato in questi stessi giorni anche un enchiridion sulla nuova evangelizzazione, a cura del Pontificio Consiglio omonimo, una nuova edizione economica del Catechismo della Chiesa cattolica, accompagnato dalla prefazione dell'arcivescovo Rino Fisichella, in occasione dell'Anno della fede.
Accanto all'audiolibro realizzato con la voce di Ugo Pagliai che legge il "Gesu' di Nazaret" la Lev e' impegnata anche nel settore gli e-book illustrati.
Sono in distribuzione infatti quelli contenenti le catechesi del mercoledì di Benedetto XVI, "una serie di tredici volumi - spiega don Giuseppe Costa - prodotti in collaborazione con la Apple".
La storia della salvezza viene raccontata da una polifonia di voci che cambiano nei secoli rimanendo fedeli all'unita' del portato della tradizione e la versione e-book e' una forma che ne valorizza al massimo grado la fruibilita': infatti, rileva il direttore della Lev, "il formato a impaginato fisso permette di godere pienamente della forma del libro, ma nello stesso tempo offre la possibilita' di ingrandire le immagini e di entrare dentro di esse, rendendo facile individuare particolari nascosti e godere di tutta la ricchezza iconografica di dipinti, sculture, incisioni, miniature. Alcune funzioni di ricerca e di rimando all'interno dei testi rendono inoltre piu' facile la consultazione dei volumi".


© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00lunedì 3 settembre 2012 21:06
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VATICANO: 'SUA SANTITA'' ESCE IN GERMANIA CON NUOVE RIVELAZIONI

(AGI) - Berlino, 3 set.

L'uscita in Germania del libro "Sua Santita'" di Gianluigi Nuzzi, arricchito per questa circostanza di documenti finora inediti, rivela "una profonda spaccatura tra Vaticano ed episcopato tedesco", ma anche "l'irritazione di Benedetto XVI per le critiche di Angela Merkel nei suoi confronti".
Lo 'Spiegel' rivela che i vescovi tedeschi attendono con ansia il volume che rivela "nuovi scottanti documenti" sul conflitto tra la Chiesa tedesca, la Curia e il loro Papa. Il libro di Nuzzi, anticipa il giornale tedesco, rivela che in una nota confidenziale Benedetto XVI scrisse che "la reazione del Nunzio alle affermazioni della signora Merkel e' troppo fiacca. Sarebbero state necessarie forti parole di protesta". Il Papa si sarebbe lamentato anche del poco risalto dato dal Nunzio e dai vescovi tedeschi al suo incontro con i protestanti in occasione della sua ultima visita in Germania del settembre dell'anno scorso.
Nuzzi afferma che "il Papa si arrabbia di continuo sia con alcuni cardinali tedeschi, sia con la Nunziatura di Berlino", mentre "anche da parte dell'episcopato tedesco le lamentele non ufficiali mostrano che il potere centrale di Roma procura mal di pancia".
Secondo l'autore, il Vaticano e la Chiesa tedesca sono "due mondi completamente diversi, che ormai vanno da cosi' tanto tempo ognuno per proprio conto che non e' piu' possibile rimetterli insieme". L'insoddisfazione del Vaticano sarebbe concentrata soprattutto sul Nunzio apostolico a Berlino, monsignor Jean-Claude Perisset, considerato troppo accondiscendente con le posizioni della Chiesa tedesca, in particolare in occasione delle polemiche scatenate dall'annullamento nel 2009 della scomunica nei confronti della Fraternita' di San Pio X e del vescovo negazionista Richard Williamson. In quella circostanza Angela Merkel aveva invitato il Papa a "chiarire che la negazione (dell'Olocausto, ndr) e' inammissibile", cio' che fino al quel momento "non e' stato sufficientemente affermato"
In una nota ai suoi piu' stretti collaboratori. Papa Ratzinger avrebbe espresso la sua amarezza per il modo in cui la Chiesa tedesca agirebbe nei suoi confronti. "Mi meraviglia che il Nunzio condivida 'completamente' le raccomandazioni del cardinale Lehmann (gia' presidente della Conferenza episcopale tedesca, ndr), il quale ha affermato che il Santo Padre si dovrebbe scusare con gli ebrei. Da quello che sento, il vescovo di Rottenburg-Stoccarda, ma anche l'arcivescovo di Amburgo, hanno criticato il Santo Padre".
Nei giorni scorsi il Nunzio apostolico Perisset in un'intervista al quotidiano 'Koelner Stadt-Anzeiger' ha detto di non essere meravigliato che "anche nella Chiesa di Cristo non tutto corrisponde al Vangelo". La cosa peggiore, aveva aggiunto, e' che "non si puo' avere piu' fiducia nemmeno nella nostra cerchia piu' ristretta".
In un'intervista alla 'Berliner Zeitung', Nuzzi spiega che "tutto lo scandalo sul vescovo negazionista Williamson ha irritato molto il Pontefice. Ci sono stati contrasti con il Nunzio apostolico e ci si attendeva che i cardinali tedeschi prendessero chiaramente posizione contro le critiche del cancelliere Merkel al Papa".

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Paparatzifan
00giovedì 18 ottobre 2012 21:12
Dal blog di Lella...

La «dolcezza» di un uomo semplice



di Edoardo Rialti

18/10/2012 - Umiltà e umorismo. Andrea Monda comincia da queste due parole per descrivere la personalità di Benedetto XVI. Fino a scoprire quella tenerezza possibile solo a chi «riposa nell'abbraccio di una forza più grande della nostra»

La copertina del libro.

È nel segno di due parole e due esperienze che hanno molto in comune - come umiltà ed umorismo - che inizia la biografia spirituale che Andrea Monda, giornalista ed anglista autore di saggi importanti su Tolkien e Lewis, dedica questa volta a Benedetto XVI, provando a leggerne il Pontificato alla luce delle prime parole con cui il neo-eletto Papa si è presentato al mondo, dicendo di sì: «Chi è questo “semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore”?». Monda ha «sempre attribuito una grande importanza alle cose “prime”: la prima impressione, il primo incontro, la prima parola detta… La domanda quindi è: quelle di Benedetto XVI sono state parole dette confusamente, dettate dall’emozione del momento solenne, o piuttosto sono da prendere sul serio in quanto già rivelano una traccia?».
Il libro parte, così, alla caccia della più impalpabile e segreta delle virtù, ed il suo rapporto con le parole ed i gesti del Papa teologo: «Con la stessa candida e fresca disponibilità con cui il professore di Monaco rispondeva ai suoi piccoli studenti, oggi il Sommo Pontefice risponde ai piccoli e grandi interlocutori, dai bambini che incontra in occasione della Prima Comunione al mondo intellettuale, filosofico, politico di tutte le massime istituzioni internazionali».
Ne nasce una sorta di investigazione poliziesca sulla natura segreta dell’umiltà, ricca di citazioni, raffronti, e sempre condita di sottile ironia, che fa spiccare il fascino discreto, ma tenace che interroga chiunque accosti Benedetto XVI: «A dispetto della vulgata mediatica, quella del freddo Panzerkardinal, tutte le persone che hanno avuto modo di incontrare Joseph-Benedetto “dal vivo”, hanno potuto constatare la dolcezza di quest’uomo semplice e dialogante senza traccia di alterigia o affettazione».
Un percorso che permette di riscoprire come la posizione dei «miti, gli “abbassati” e gli ultimi di cui parlano la Bibbia e il Vangelo», sia possibile solo a chi riposi nell’abbraccio di una forza ed una sapienza più grande della nostra, che si tratti di un Papa che in fondo si considera sempre e solo “il vice-parroco del mondo” come dello stesso autore del libro in questione: «Avevo detto, e anche spiegato, in classe, ai miei studenti americani come il nome di Ratzinger non potesse essere quello di un papabile credibile. L’alone di gloria che mi circondava è andato in frantumi…».

Andrea Monda
Benedetta umiltà. Le virtù semplici di Benedetto XVI
Lindau 2012
€ 14

www.tracce.it/default.asp?id=331&id_n=30690

Paparatzifan
00giovedì 13 dicembre 2012 02:58
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PAPA: DON GEORG, GLI VOGLIONO BENE ANCHE I PESCI DELLO STAGNO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 11 dic.

"Ogni volta quando il Papa termina la sua preghiera con un canto mariano davanti alla Madonnina, i pesci si riuniscono alla sponda del laghetto e aspettano un gesto generoso del Santo Padre". E Benedetto XVI prende da un cestino "che una mano invisibile ha preparato" pezzetti di pane, con i quali sfama i pesci (due pesciolini rossi e due grandi carpe).
"Che gioia e che vivacita' quando arriva nell’acqua il gradito dono!”. Sono parole di monsignor Georg Gaenswein, che e' stato festeggiato questo pomeriggio da numerosi curiali e amici in occasione della presentazione del libro "Il mistero di un piccolo stagno" in cui la pittrice russa Natalia Tzarkova, racconta una splendida favola per bambini attraverso i suoi disegni acquerellati e dai colori vivi. Lo stagno, ovviamente, e' quello del Giardino della Madonnina, situato all’interno dei Giardini delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo. E la storia e' quella di un pesciolino che attende il Papa, una vicenda tenerissima che ha commosso monsignor Gaenswein, segretario particolare del Papa e da poco anche prefetto della Casa Pontificia, fino a convincerlo a scriverne la prefazione, nella quale confida che il Giardino della Madonnina e' uno dei posti privilegiati per la preghiera di Benedetto XVI.
Il protagonista del libro presentato oggi pomeriggio da don Georg e' Bianco, un pesciolino rosso chiamato cosi' proprio in onore del Pontefice.
Una mattina si sveglia presto e coglie nell'acqua il riflesso della statua della Madonna, che il suo pesce papa' gli spiega chiamarsi "Signora delle Grazie". E poi si emoziona all'arrivo del Papa, che prima snocciola il rosario, e poi getta dei pezzetti di pane. Comincia cosi' l'attesa, ogni giorno, l'emozione di vedere di nuovo quella figura avvicinarsi.
Ma ogni tanto il Papa cambia il percorso della sua passeggiata, ogni tanto parte e poi torna. E poi a un certo punto, se ne va piu' a lungo del solito, resta a Roma per i lunghi mesi dell'inverno. Bianco ovviamente non lo sa, il suo mondo e' lo stagno. Non dorme, si consuma nell'attesa del ritorno della figura vestita di bianco. Ed ecco che arriva un gatto, l'animale che Benedetto XVI ama piu' di tutti. Questi non prova a mangiare i pesci, non infila le zampe nell'acqua per attaccarli. Beve un po' di acqua dello stagno, e fa a Bianco una importante rivelazione.
"E' un libro - commenta il sito cattolico Korazym.org - da leggere, ma anche e soprattutto da guardare (l'autrice e' considerata una delle massime eredi della scuola delle arti figurative russe). E magari da leggere ad alta voce ai piu' piccoli. Per raccontare loro la vita semplice del Papa, lontana dai clamori dei riflettori. Una vita fatta di preghiera e, perche' no, di un po' di tempo passato davanti a un piccolo stagno a dar da mangiare ai pesci rossi".
"Non e' un segreto - ha sottolineato da parte sua il neo arcivescovo Gaenswein - che il nostro Papa ama le creature e piu' sono piccole piu' le ama. Con questo pesciolino rosso ha avuto un contatto molto intenso e poi alla fine quale animale riesce a consolare il pesciolino rosso? E' un animale che in modo particolare sta a cuore al nostro Santo Padre". "Chi legge queste trenta pagine - ha aggiunto don Georg riferendosi al libro della pittrice russa che ha accettato di presentare - lo si puo' fare in venti minuti, legge una volta, una seconda una terza volta e poi comincia a capire che il messaggio non e' neanche cio' che si legge ma il messaggio e' tra le righe.
Davanti ad un pubblico di prelati, amici e giornalisti, don Georg ha raccontato questa sera anche qualcosa della sua esperienza di vice parroco in un piccolo paese della Foresta Nera, dove 28 anni fa era stato vice parroco: "un impegno importante - ha detto - che diventava anche un impegno di cuore, anzi una cosa che mi sta molto a cuore, era la vita pastorale per i bambini e la confessione che devo fare e' la seguente: non e' mai facile preparare una omelia, qualche volta si riesce meglio, qualche volta di meno, dipende da diverse cose. Ma preparare una omelia per i bambini e' massacrante perche' i piccoli non ti perdonano niente: le lacune logiche ti fanno cadere nella trappola, la superficialita' te le fanno capire subito e non ti perdonano se tu non sei sincero. Se sei sincero ti perdonano tutto, ma se non sei sincero hai perso una volta per tutte. E il bello di preparare e anche di tenere l’omelia per i bambini e' che non si predica soltanto per i bambini, ma anche per gli adulti e non mai visto gli adulti cosi' attenti come quando sono presenti alla messa per i bambini".

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Paparatzifan
00giovedì 7 marzo 2013 17:25
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"NON MI SONO MAI SENTITO SOLO" - OMAGGIO DELLA LEV A BENEDETTO XVI

COMUNICATO della Libreria Editrice Vaticana



Un “piccolo omaggio”, quale “segno della fedeltà della LEV al Santo Padre”. È da oggi in libreria “Non mi sono mai sentito solo – Gli ultimi discorsi di Benedetto XVI”, pubblicazione della Libreria Editrice Vaticana che raccoglie, in preziosa silloge, tutti gli interventi pronunciati dal Papa tra l’11 e il 28 febbraio, cioè tra l’annuncio della rinuncia al Pontificato e l’inizio della Sede Vacante.
La Libreria Editrice Vaticana, si legge nella presentazione dell’opera, “ha accompagnato il Papa nel suo ministero petrino” fin dall’inizio del suo Pontificato. “Il Magistero e gli insegnamenti di Benedetto XVI rappresentano il focus dell’intero catalogo LEV”, la cui missione – si ricorda – è di essere “per sempre strumento per la diffusione della Parola di Dio e del Magisterium”.
La copertina del volume ritrae Benedetto XVI mentre saluta i fedeli durante l’ultima Udienza generale, svoltasi in piazza San Pietro mercoledì 27 febbraio. E proprio una frase pronunciata in quella circostanza viene citata nel titolo: “Io non mi sono mai sentito solo nel portare la gioia e il peso del ministero petrino”.
Il primo testo riportato è la Declaratio con la quale Benedetto XVI ha annunciato l’11 febbraio in Concistoro “di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma”. Seguono, tra gli altri, la catechesi svolta nell’Udienza generale del 13 febbraio, poi l’omelia della Messa del Mercoledì delle Ceneri e il saluto rivolto al Papa a fine celebrazione dal cardinale Segretario di Stato, sempre il 13; il testo dell’incontro con i parroci e il clero di Roma, giorno 14; gli Angelus del 17 e del 24 febbraio; la riflessione al termine degli esercizi spirituali della Curia romana, la mattina del 23; il testo dell’ultima Udienza generale, tenutasi il 27; il saluto di congedo ai cardinali presenti a Roma il 28 mattina e infine quello ai fedeli della diocesi di Albano dalla loggia centrale del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo, subito dopo il suo arrivo nel piccolo centro laziale.
Il volume contiene anche il testo della Lettera apostolica data Motu Proprio “Normas Nonnullas”, su alcune modifiche alle norme relative all’elezione del Romano Pontefice. Conclude l’opera un profilo biografico di Benedetto XVI.
Nella quarta di copertina sono riportate le parole pronunciate dal Papa nella sua ultima apparizione pubblica, a Castel Gandolfo, il pomeriggio del 28 febbraio: “Sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra”. E proprio con grande semplicità quest’opera si propone quale “segno di ringraziamento e di riconoscenza” a Benedetto XVI.

Paparatzifan
00domenica 10 marzo 2013 23:17
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I DISCORSI DI BENEDETTO XVI

Non mi sono mai sentito solo

Gli interventi pubblici dalla rinuncia alla fine del pontificato. Un'enciclica rimasta nel cassetto. Don Costa (Lev): ''Potrebbe scegliere di farne un libro. Noi saremmo contenti di poterlo pubblicare''. Lo stile moderno che ha cambiato la letteratura religiosa

Il primo piano di un Papa sorridente e benedicente, mentre saluta i fedeli durante l’ultima Udienza generale in piazza San Pietro. Lo sguardo aperto e il volto disteso, attraversato però da un’ombra che ne scurisce i lineamenti. Un’ombra di tristezza che dal successore di Pietro si è estesa a molti credenti, nel giorno dell’annuncio della rinuncia al Soglio pontificio da parte di Benedetto XVI. È questa la copertina scelta dalla Libreria editrice vaticana (Lev) per il volume che raccoglie gli ultimi discorsi del Papa tra l’11 e il 28 febbraio, ovvero tra le dimissioni dal pontificato e l’inizio della Sede Vacante. Un “piccolo omaggio” che l’editrice della Santa Sede ha voluto tributare al Papa emerito, titolando il libro con le parole pronunciate dal Pontefice in occasione dell’ultima uscita pubblica: “Non mi sono mai sentito solo”. Per raccontare cosa hanno rappresentato questi otto anni di pontificato per chi di mestiere si occupa di “stampare” la voce del Papa, Riccardo Benotti per il Sir ha intervistato don Giuseppe Costa, direttore della Lev.

Il libro è un “segno di ringraziamento e di riconoscenza” al Papa emerito…

“Era doveroso esprimere un grazie come lavoratori, oltre che come credenti che si alimentano al suo messaggio. Abbiamo voluto manifestare la nostra gratitudine perché il Santo Padre, con tutta la sua produzione, ha influenzato notevolmente il nostro lavoro e la nostra organizzazione. L’idea è nata per raccogliere gli interventi di quest’ultimo mese, dall’annuncio delle dimissioni al commiato del 28 febbraio. Il tentativo è stato quello di far rivivere l’atmosfera di quei giorni anche attraverso gli interventi di saluto, tra gli altri, dei cardinali Bertone e Sodano. La scelta della fotografia di copertina, con il gioco di chiaroscuri sulla figura di Benedetto XVI, voleva rendere anche la vena di mestizia che ha toccato tutti noi. Il volume, che si può considerare l’ultimo del Pontificato, potrà essere indubbiamente seguito altri libri. Ce lo auguriamo”.

Cosa hanno significato il Magistero e gli insegnamenti di Benedetto XVI?

“Sono stati decisivi non soltanto per il catalogo della Lev ma anche per quello degli altri editori cattolici. Come Libreria editrice vaticana siamo membri onorari della Association of Catholic Publishers, l’associazione degli editori cattolici nordamericani, per il semplice fatto di aver arricchito l’offerta di libri cattolici negli Stati Uniti proprio attraverso il Magistero tradotto in inglese. In qualità di editrice istituzionale abbiamo il dovere di pubblicare il Magistero del Papa. Quello di Benedetto XVI si è prestato ad essere pubblicato in varie sfumature: edizioni in testo corrente, artistiche, economiche, di pregio. Lo stesso Magistero si articola in forme diverse, dalle catechesi alle Encicliche”.

Il messaggio di Benedetto XVI è riuscito a raggiungere il grande pubblico?

“Il suo stile è decisamente moderno. Mi sarebbe piaciuto segnalarlo per un Premio Nobel per la letteratura perché con il suo linguaggio ha modificato quello della letteratura religiosa rendendolo più attuale, immediato, libero da barocchismi e comprensibile. In alcuni tratti, addirittura poetico”.

Nel cassetto del Papa emerito è rimasta un’enciclica che non ha ancora visto la stampa…

“Noi ci auguriamo che possa essere pubblicata. L’enciclica è nelle sue mani e potrebbe scegliere di farne un libro, ma siamo nell’ambito delle ipotesi. Come editrice saremmo contenti di poterlo pubblicare. Basti pensare che il libro con la raccolta degli ultimi discorsi ci è stato chiesto, in un sola giornata, da sette editori in Europa. Il Papa ha indubbiamente contribuito alla crescita della Lev”.

Cosa vuol dire essere l’editore del Papa?

“Significa avere una dimensione internazionale, tipica del Magistero del Papa e più in generale della Santa Sede. Possedere una prospettiva universale che ci porta ad avere contatti con tutto il mondo editoriale, non soltanto cattolico”.

In che modo state vivendo l’attesa dell’elezione del nuovo Pontefice?

“Con la stessa devozione ed un pizzico di curiosità. La grandezza teologica e culturale di Benedetto XVI è stata incommensurabile. È uno dei più grandi teologi di antico stampo, con un respiro enciclopedico. Oggi è più facile trovare teologi molto bravi nella loro specializzazione ma non con quella grandezza”.

Quali novità editoriali ci sono all’orizzonte?

“Due le iniziative principali in cantiere: la pubblicazione delle catechesi relative all’Anno della fede, che chiuderanno un ciclo dedicato a questa ricorrenza. E il volume ‘In volo con Papa Benedetto’, che è la raccolta delle interviste concesse dal Papa durante i suoi viaggi”.

© Copyright Sir


Paparatzifan
00lunedì 11 marzo 2013 23:38
Dal blog di Lella...

COMUNICATO della Libreria Editrice Vaticana

È da oggi in libreria “Nell’Anno della fede”, nuova pubblicazione della Libreria Editrice Vaticana che riunisce il ciclo di catechesi proposte da Benedetto XVI ai fedeli nel corso delle Udienze generali del mercoledì, svoltesi dallo scorso ottobre a febbraio e dedicate a questo speciale Anno indetto dal Papa “perché la Chiesa rinnovi l’entusiasmo di credere in Gesù Cristo, unico salvatore del mondo, ravvivi la gioia di camminare sulla via che ci ha indicato, e testimoni in modo concreto la forza trasformante della fede”.
Il volume raccoglie 19 catechesi, pronunciate da Benedetto XVI tra il 10 ottobre 2012, vigilia dell’apertura dell’Anno della fede, e il 27 febbraio 2013, penultimo giorno del suo pontificato. Nelle varie catechesi, il Pontefice risponde a interrogativi fondamentali quali: “Che cosa è la fede? Ha ancora senso la fede in un mondo in cui scienza e tecnica hanno aperto orizzonti fino a poco tempo fa impensabili? Che cosa significa credere oggi?”, riflettendo poi su temi come la professione comunitaria dell’unica fede della Chiesa, sul “desiderio di Dio” che l’essere umano porta nel profondo di se stesso e ancora oggi si affaccia in molti modi al cuore dell’uomo.
Benedetto XVI illustra “alcune vie per arrivare alla conoscenza di Dio”, riflette sulla ragionevolezza della fede in Dio e su come parlare di Lui ai nostri contemporanei, talvolta distratti “dai tanti bagliori della società”. Ma affronta anche il tema della Rivelazione di Dio, “come comunicazione che Egli fa di Se stesso e del suo disegno di benevolenza e di amore”, e si sofferma sulla fede di Maria “a partire dal grande mistero dell’annunciazione”.


Paparatzifan
00mercoledì 27 marzo 2013 16:52
Novità...

Ratzinger
dalla paura al tempo dell'amore


di CARLO DI CICCO
prefazione di Rosino Gibellini

ISBN 978-88-89475-90-4
euro 15,00

Quando Benedetto XVI venne eletto nell’aprile 2005 in molti parlarono di sorpresa. Ci si attendeva che accadesse qualcosa di inedito, ma nessuno riuscì allora a definire la qualità e la portata della sorpresa. Ogni cosa che Ratzinger diceva e faceva sorprendeva perché andava fuori dagli schemi pregiudiziali che avevano sempre accompagnato la sua figura di cardinale preposto a guardia della dottrina cattolica. Il suo pontificato, più lungo delle previsioni, si è rivelato più difficile e contrastato di quanto lui stesso poteva aspettarsi.
In tutti i modi il papa ha cercato di disincagliare la barca di Pietro e rimetterla in piena navigazione. In parte è stato compreso, ma la sua predicazione dell’amore come rimedio al declino spirituale dei credenti cattolici e delle stesse istituzioni è rimasta per buona parte epidermica. Servirà nel prossimo futuro, forse.
Intanto Benedetto XVI ha spinto in quella direzione ricorrendo all’ultima sorpresa: la rinuncia al pontificato, riaprendo in maniera imprevista ma significativa la stagione della responsabilità e della riforma per non ridurre la chiesa al puro ruolo amministrativo del patrimonio evangelico.
Ora il pontificato di Benedetto, concluso in umiltà e mitezza è un lascito da ripensare seriamente per non cambiare direzione di marcia e facendo perdere alla Chiesa un’occasione di rinascita spirituale.


CARLO DI CICCO, attuale vice direttore de L’Osservatore Romano, è giornalista professionista dal 1977.
A lungo redattore capo nell’Agenzia di stampa Asca, responsabile per l’informazione sociale e religiosa, ha collaborato con numerose testate sia radiofoniche sia giornalistiche periodiche e quotidiane. Ha promosso la prima esperienza in Italia di una informazione quotidiana sulle politiche sociali e sul volontariato.
Ha pubblicato I guardiani dei sogni con il dito sul mouse-Educatori nell’era informatica (Elledici, 1999) tradotto in spagnolo, portoghese e sloveno; Ratzinger-Benedetto XVI e le conseguenze dell’amore (Memori, 2006); Ti credevo un altro (Cantagalli dicembre 2008).




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Paparatzifan
00martedì 16 aprile 2013 12:54
Ambrogetti Angela - Sull'aereo di papa Benedetto. Conversazioni con i giornalisti



In questo volume sono state raccolte le interviste che Benedetto XVI ha tenuto con i giornalisti durante i suoi viaggi internazionali. In particolare nel testo si trovano risposte ampie ed esaurienti su argomenti di grande impatto mediatico, quali la crisi economica, gli abusi sessuali, la pedofilia, l'immigrazione, la nuova evangelizzazione, la libertà religiosa. A differenza del precedente volume della stessa autrice, in cui erano state raccolte le interviste fatte a Papa Giovanni Paolo II sempre durante i suoi viaggi internazionali, lo stile della conversazione non è improvvisato bensì preparato, in quanto le domande sono state formulate dai giornalisti per iscritto qualche giorno prima della partenza. Tuttavia le risposte del Santo Padre, nonostante siano state preparate, sono sempre dirette e sincere. È un volume per tutti, che permette di conoscere la umanità e trasparenza di Papa Benedetto XVI. Svariate fotografie aiutano il lettore a rivivere l'atmosfera di quegli incontri. Sono presenti inoltre le prestigiose testimonianze di Mons. Ganswein, Segretario Particolare di Sua Santità, che ha scritto la prefazione del volume, e di Padre Federico Lombardi, Direttore della Sala Stampa Vaticana e della Radio Vaticana, che nell'introduzione fornisce dei chiarimenti sul metodo utilizzato per porre le domande al Santo Padre.

Paparatzifan
00sabato 4 maggio 2013 21:21
Dal blog di Lella...

"Sull'aereo di Papa Benedetto": il Ratzinger che non ti aspetti

Nel libro di Angela Ambrogetti i colloqui in volo del Pontefice con i giornalisti: ne emerge una figura intellettuale, ma semplice

di Caterina Maniaci

Papa Benedetto XVI è tornato qualche giorno fa in Vaticano, dove risiederà in modo permanente, nel convento riadattato a sua abitazione. Il suo ritorno, anche se prelude ad un’esistenza "nel nascondimento e nella preghiera", rappresenta un’occasione per ripensare al suo pontificato, anche negli aspetti meno conosciuti ma illuminanti. Per esempio, il suo rapporto con il viaggio e con la stampa.
Si è spesso voluto rimarcare la differenza con il suo predecessore, Giovanni Paolo II, papa-globe trotter e vivace comunicatore. E invece scopriamo che anche papa Ratzinger, nei suoi viaggi apostolici e nelle visite di Stato, ha trasformato quelle occasioni in grandi esperienze, capaci di lasciare un’impronta duratura e di dare frutti insperati.
E’ successo in Francia, in Germania, persino nella laicissima e multiculturale Gran Bretagna e in molti altri luoghi ancora. Un libro testimonia questo grande capitolo del pontificato conclusosi qualche mese fa con l’inaudito atto delle dimissioni: Sull’aereo di papa Benedetto, di Angela Ambrogetti, edito alla Libreria Vaticana Editrice, con la prefazione di monsignor Georg Gaenswein e l’introduzione di padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede.
L’autrice, giornalista vaticanista di grande esperienza, ha raccolto gli interventi e le interviste-conversazione che il Papa ha avuto con i giornalisti durante i voli che lo hanno portato in giro per il mondo. Un lavoro che la Ambrogetti aveva già fatto per papa Giovanni Paolo II, il cui risultato è stato un libro tradotto e pubblicato in vari Paesi, dal titolo Compagni di viaggio. Interviste al volo con Giovanni Paolo II, sempre edito dalla Lev.
Il metodo è lo stesso: la trascrizione paziente delle registrazioni di queste conversazioni custodite nell’archivio della Radio Vaticana, collocandole in modo cronologico e inquadrandole nell’ambito del viaggio che il Papa si apprestava a fare o aveva appena concluso, in relazione ai problemi e alle spesso delicate situazioni che si dovevano affrontare. Si comincia con il viaggio a Colonia, in Germania, per la XX Giornata Mondiale della Gioventù, nell’agosto del 2005 e si conclude con la cruciale visita a Beirut, nel settembre 2012, l’ultimo volo papale per Benedetto.
Ne emerge il ritratto di un Papa intellettuale ma semplice, sempre pronto a rispondere ad ogni domanda, senza censurarne alcuna, non con una battuta ma con un discorso concettualmente articolato, con coraggio e senza voler piacere a tutti e a tutti i costi, sfidando le abitudine dei media, troppo abituati a cercare facili sintesi e slogan, che troppo spesso hanno portato a fraintendimenti ed equivoci anche gravi, come nel famoso caso di Ratisbona, con il suo discorso tenuto all’Università, sintetizzato in modo da ingenerare un caos pericoloso nei Paesi islamici. Benedetto XVI non si è piegato a queste esigenze, ha sempre parlato nel suo stile, da professore e pontefice che vuole farsi capire da tutti. Da uomo libero e innamorato della verità.

www.liberoquotidiano.it/news/1235755/Sull-aereo-di-Papa-Benedetto-il-Ratzinger-che-non-ti-aspe...


Paparatzifan
00venerdì 10 maggio 2013 18:10
Dal blog di Lella...

La croce e il compasso

ALBERTO STATERA

Il “fumo di Satana” evocato da Papa Paolo VI quarant’anni fa è filtrato da qualche fessura pure nell’ultimo conclave, che ha eletto il gesuita Francesco a capo di una Chiesa ridotta come quella profetizzata dal vescovo Malachia, percorsa da lotte di potere e guerre per bande.
Quel fumo ha l’odore acre della massoneria, una parola che fa tremare da secoli persino le foglie dei giardini vaticani.
Eppure, logge ufficiali, logge segrete e logge spurie sono avvinghiate nel cuore di San Pietro.
Questa, almeno, è la tesi di un libro-inchiesta di oltre 500 pagine che stanno per mandare in libreria Giacomo Galeazzi e Ferruccio Pinotti ( Vaticano Massone. Logge, denaro e poteri occulti: il lato segreto della Chiesa di Papa Francesco – Edizioni Piemme).
Il tema, naturalmente, si presta di per sé all’accusa di complottismo, di insana volontà di vedere ovunque trame segrete e cospirazioni.
L’ha messa in burla il Segretario di Stato uscente Cardinal Bertone quando ha irriso ai giornalisti che si improvvisano Dan Brown.
Ma il libro è talmente documentato, ricco di testimonianze e di documenti inediti che una confutazione con questo argomento non reggerebbe.
Tra l’altro, contiene la copia anastatica di una lettera scritta da Virgilio Gaito, ex Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, insieme al Cardinale Silvio Oddi, a Papa Giovanni Paolo II per chiedere un “grande patto” di pacificazione tra Chiesa e massoneria, il riconoscimento ufficiale da parte del Vaticano della conciliabilità tra fede cattolica e appartenenza alla libera muratoria.
«Pienamente consapevoli delle finalità perseguite dalla Massoneria universale, da sempre votata al miglioramento dell’individuo per il miglioramento ed il progresso dell’Umanità raggiungibili solo attraverso l’Amore e la tolleranza – scrivono il Gran Maestro e il Cardinale – riteniamo giunto il momento di lanciare un doveroso appello alla riconciliazione che ponga fine a quella secolare incomprensione tra Chiesa Cattolica e Massoneria ». Oddi, morto nel 2011, è stato considerato un grande protettore dell’Opus Dei, ma anche sponsor della discesa in campo nel 1994 di Silvio Berlusconi, tessera 1816 della Loggia P2 di Licio Gelli e, secondo il massone dissidente Gioele Magaldi, fondatore di una sua obbedienza denominata “Loggia del Dragone”.
Wojtyla, del resto, si servì in Polonia a favore di Solidarnosc e contro il comunismo del bancarottiere piduista Roberto Calvi, finito ucciso con rito massonico a Londra sotto il Ponte dei Frati neri.
Come il suo predecessore Paolo VI, che fece realizzare simboli esoterici sulla tomba della madre, si era servito dell’altro bancarottiere mafioso e piduista Michele Sindona.
Ma sotto il papato di Wojtyla, nel 1983, vide la luce la “Dichiarazione sulla Massoneria” elaborata dal prefetto della Congregazione per la dottrina della fede Joseph Ratzinger, che dichiarava inalterato il divieto di appartenenza alla libera muratoria.
Divieto disatteso durante il suo papato, secondo la messe di documenti e testimonianze raccolta da Galeazzi e Pinotti, tanto da aver probabilmente contribuito a provocare le dimissioni di Benedetto XVI e forse l’elezione di Francesco, primo Papa gesuita della storia, dopo che la Compagnia di Gesù, considerata uno dei canali dell’infiltrazione massonica in Vaticano, era stata commissariata da Wojtyla nel 1981.
Durante il pontificato di Ratzinger è cresciuto in Vaticano il potere dei gruppi integralisti in lotta tra loro, come Opus Dei, Comunione e Liberazione, Focolarini, Legionari di Cristo, che si sono contesi il controllo delle finanza e dello Ior.
Ma l’ex banchiere Cesare Geronzi, intimo del cardinal Bertone, il quale raramente parla a caso, ha rivelato di recente di aver trovato simboli massonici in evidenza nello studio di un cardinale e che nella finanza cattolica l’Opus Dei non conta molto perché a contare è la
massoneria. E dentro le Mura Leonine?
Di certo la massoneria è entrata con prepotenza nel processo al maggiordomo corvo di Ratzinger che sottraeva documenti nella scrivania di uno degli uomini più potenti del mondo. «Mi sono messo al servizio di una loggia massonica che opera dentro il Vaticano – ha testimoniato tra le lacrime un dipendente laico della Segreteria di Stato – della quale fanno parte anche dei cardinali.
Scopo della nostra azione portata avanti nella convinzione di fare il bene della Chiesa, è quello di mettere fine all’attuale situazione di anarchia che mette a rischio la cristianità».
Tra le migliaia di documenti sequestrati il 23 maggio 2012 nell’abitazione del maggiordomo “moltissime riguardavano la massoneria e i servizi segreti”, come hanno dichiarato gli agenti della gendarmeria che fecero le perquisizioni.
Con un’attenzione quasi ossessiva per la figura del piduista Luigi Bisignani, che era di casa allo Ior fin dai tempi del riciclaggio della tangente Enimont.
La rete di confidenti dell’ex maggiordomo comprendeva il vicario papale per la città del Vaticano monsignor Angelo Comastri e l’ex vicecamerlengo Paolo Sardi, indicati come appartenenti a una loggia massonica interna; il vescovo Francesco Cavina, ora alla diocesi di Carpi, ma in precedenza alla Segreteria di Stato, e l’ex segretaria di Ratzinger, Ingrid Stampa.
Bergoglio cresce e si forma in Argentina, una repubblica fondata su squadra e compasso, dove la massoneria e la Chiesa sono molto forti.
È sostenibile la tesi che lo strapotere dei gruppi integralisti abbia originato come reazione la sua elezione al trono di Pietro?
O che sia invece frutto di un patto tra massoneria e gruppi della destra cattolica?
Nel libro di Galeazzi e Pinotti non troverete una risposta certa, ma la non peregrina ipotesi che la decisione di Ratzinger di dimettersi possa essere stata presa nella previsione dell’elezione del gesuita su un trono che lui non riusciva più a governare tra scandali e guerre intestine tra fazioni contrapposte per il potere e il denaro. Nella prima fase del conclave del 2005, del resto, il cardinale Bergoglio aveva raccolto il maggior numero di voti, ma poi rinunciò per convogliarli su Ratzinger.
Che fosse fumo di Satana o aria salubre quella respirata in conclave, i Gran Maestri delle tante massonerie italiane sembrano concordi nell’entusiasmo per l’avvento di Francesco. Uno per tutti: «Con Papa Francesco nulla sarà più come prima. Chiara la scelta di fraternità per una Chiesa del dialogo, non contaminata dalle logiche e dalle tentazioni del potere temporale». Firmato: Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia.

© Copyright Repubblica, 10 maggio 2013


Paparatzifan
00domenica 2 febbraio 2014 14:30
Da "Vatican Insider"

27/01/2014

Il posto di Dio nel Mondo. Potere, politica, legge, secondo Ratzinger



Il deputato Usa, candidato con Romney alle ultime presidenziali, rievoca Benedetto XVI a un anno dalla rinuncia al pontificato nella prefazione al libro di Fontana

Giuseppe Brienza
Roma


«Il pontificato di Benedetto XVI è giunto al termine, ma il suo magistero sulla libertà perdurerà fintanto che i cuori si accenderanno alla scintilla della libertà umana e desidereranno ardentemente il fuoco dell’amore divino» (p. 17).

Così conclude la sua “Prefazione” Paul Ryan, candidato cattolico del Partito Repubblicano alla vicepresidenza degli Stati Uniti nel 2012, in “ticket” con Mitt Romney, al libro, curato da Stefano Fontana e appena uscito per le “Edizioni Cantagalli”, intitolato “Joseph Ratzinger/Benedetto XVI. Il posto di Dio nel Mondo. Potere, politica, legge”.

«Scrivo in qualità di figlio della Chiesa cattolica americana - puntualizza il deputato Usa - di laico e di legislatore federale impegnato nella promozione del bene comune così come lo intendo secondo coscienza» (p. 5). Una coscienza che, aggiunge Ryan, è straordinariamente alimentata dalla lettura di questo libro che, a pochi giorni dal primo anniversario di quell’11 febbraio 2013, data nella quale Benedetto XVI annunciò la sua rinuncia al pontificato, sintetizza la “summa teologica” del pensiero di Ratzinger sui temi del potere, della politica e della legge morale. A queste tre grandi coordinate etico-politiche sono dedicate le prime tre “Parti” del libro, intitolate rispettivamente “Il potere politico e la legge del creato” (pp. 19-85), “La ragione pubblica e la Fede cristiana” (pp. 87-153) e, infine, “L’universalità della famiglia umana e i diritti delle persone e dei popoli” (pp. 225-257).

Il saggio, che si conclude con una “Postfazione” (pp. 225-257) di monsignor Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste e presidente dell’“Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuan” (“Il posto di Dio nel mondo nel pensiero di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI”), nelle successive tre “Parti” presenta i più significativi passaggi del magistero di Benedetto XVI sui principi di una corretta gestione della cosa pubblica, sulla legislazione ispirata alla tutela della dignità umana, e, infine, su una società, nazionale e internazionale, che rispetti la solidarietà e la sussidiarietà nell’agire normativo ed economico. Questi due cardini della Dottrina sociale della Chiesa, commenta Ryan, dovrebbero essere un patrimonio per i politici di tutte le convinzioni religiose, in quanto corrispondono ad altrettante “virtù” «che si sostengono reciprocamente». A livello civico, però, appare prioritaria e imprescindibile, soprattutto in tempi di crisi come quelli attuali, quello spirito di solidarietà civica che, in particolare, «fa appello ai cristiani a servire gli altri provvedendo ai loro bisogni, e a tal fine richiede sacrificio personale per il benessere dell’umanità» (p. 13). Invece, rileva il deputato Usa, «Nella mia esperienza i cattolici che rivestono incarichi di governo sono tentati di relegare la loro coscienza personale in comparti separati dalle loro prese di posizione pubbliche, come se la coscienza fosse una questione privata senza rilevanza per il bene comune. Ma ogni decisione politica deve essere misurata in base a norme morali oggettive, non in base ai sondaggi» (p. 11-12).

Proprio al tema della legge naturale è dedicata la raccolta di testi ratzingeriani contenuta nella “Parte quarta” del libro, dal titolo “I fondamenti oggettivi dei valori che ispirano e governano l’ordine internazionale” (pp. 197-209). Gli ultimi due capitoli riguardano invece in modo diretto il continente europeo (v. la “Parte quinta”, intitolata “Il vecchio continente deve continuare a svolgere la funzione di lievito del mondo intero” e la sesta, “L’Europa innanzitutto non deve rinunciare a sé stessa”), e danno nel loro complesso ragione della grande decisione magisteriale di Benedetto XVI d’istituire, il 28 giugno 2010, il nuovo Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova Evangelizzazione, il cui presidente due giorni dopo fu nominato (ed è ancora attualmente) l’arcivescovo Rino Fisichella. Lo scopo del consiglio, dichiarò Papa Ratzinger, è quello di «promuovere una rinnovata evangelizzazione nei Paesi dove è già risuonato il primo annuncio della fede e sono presenti Chiese di antica fondazione, ma che stanno vivendo una progressiva secolarizzazione della società e una sorta di ‘eclissi del senso di Dio’, che costituiscono una sfida a trovare mezzi adeguati per riproporre la perenne verità del Vangelo di Cristo».

Per chi volesse conoscere l’insegnamento di Benedetto XVI sulla democrazia, sull'ordine internazionale, sulla buona politica, sull'etica della politica, sui diritti umani, sulla responsabilità del legislatore, sui principi, insomma, che devono ispirare i cattolici impegnati in politica, questo libro costituisce un vero e proprio “manuale”, sull'esercizio del potere e il governo della cosa pubblica, di quell’”Evangelista della libertà” che, come assicura Paul Ryan, è stato e sempre sarà Joseph Ratzinger.

Stefano Fontana (a cura di), “Joseph Ratzinger/Benedetto XVI. Il posto di Dio nel Mondo. Potere, politica, legge”, “Edizioni Cantagalli”, Siena 2013, pp. 264, euro 14,00.


Paparatzifan
00domenica 13 aprile 2014 13:33
Da "Tempi.it"...

Perché Benedetto XVI non poté parlare alla Sapienza. Un libro ricostruisce il caso

marzo 27, 2014 Redazione

Grazie alle testimonianze del rettore, del cappellano e di professori e studenti si ripercorre il caso del 2008. Storia di un’occasione persa (soprattutto per i professori)

benedetto-xvi-sapienzaRicordate quando Benedetto XVI non poté parlare alla Sapienza di Roma? Domani, nella stessa università della Capitale, sarà presentato un libro che promette di ripercorrere quell’incresciosa vicenda. Si tratta di Sapienza e libertà. Come e perché papa Ratzinger non parlò all’Università di Roma (Donzelli editore). E’ stato scritto dal giornalista Pier Luigi De Lauro e contiene una prefazione di Walter Veltroni.
Il volume, stando almeno alle prime informazioni, sembra interessante. Esso, infatti, contiene – oltre al testo dell’intervento del Papa – anche interviste all’allora rettore Renato Guarini, a padre Vincenzo D’Adamo, cappellano dell’università, a Carlo Cosmelli, uno dei docenti di Fisica che ne contestarono la presenza, e a Gianluca Senatore, allora responsabile dell’organizzazione più rappresentativa degli studenti. Ed è proprio grazie a queste interviste che i fatti vengono ricostruiti con precisione e, in più, ne vengono svelati di nuovi, successivi a quel “non incontro”.

I FATTI. Guarini aveva invitato il Papa all’inaugurazione dell’anno accademico e la visita era prevista per il 17 gennaio 2008. Nei mesi precedenti, il rettore aveva comunicato la sua decisione al Senato accademico, ben felice che un Pontefice (così come avevano fatto Paolo VI nel 1964 sempre alla Sapienza e Giovanni Paolo II a Roma Tre nel 2002) varcasse le soglie di una università. Ratzinger avrebbe dovuto svolgere un saluto al termine della cerimonia e non una lectio magistralis, come erroneamente fu al principio comunicato. Ma tanto bastò a sollevare le polemiche. Prima con un intervento sul Manifesto di Marcello Cini, poi con una lettera firmata da 67 docenti della facoltà di Fisica e apparsa il 23 novembre.
Secondo il libro, a far davvero esplodere il caso fu Repubblica che, il 10 gennaio, rilanciò la lettera che portò alla triste rinuncia di Benedetto XVI. Non parlò alla Sapienza, limitandosi a mandare il testo del suo intervento.

OCCASIONE SPRECATA. Come nota giustamente Alessandro Zaccuri sulle pagine di Avvenire, l’aspetto che pare più interessante del libro sono le parole dello studente Senatore. Il quale racconta che, fino ad allora, non aveva mai letto nulla degli scritti di Ratzinger. Fu proprio quell’episodio ad avvicinarlo alla sua produzione intellettuale. E la conclusione del ragazzo è che se i professori, soprattutto Cini, avessero fatto lo sforzo di non fermarsi ai loro pregiudizi, ma avessero letto il testo di Ratzinger, vi avrebbero trovato molti spunti di approfondimento critico sulla deriva delle tecnoscienze. Ma quello sforzo, i professori della Sapienza non vollero farlo. E persero un’occasione non per parlare di fede, ma di scienza.


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