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Viaggio apostolico in Malta

Ultimo Aggiornamento: 18/08/2010 00:13
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18/04/2010 00:22
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VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI A MALTA IN OCCASIONE DEL 1950° ANNIVERSARIO DEL NAUFRAGIO DI SAN PAOLO (17-18 APRILE 2010) (I)


Ha inizio questo pomeriggio il 14° Viaggio internazionale del Santo Padre Benedetto XVI, che lo porta a Malta nel 1950° anniversario del naufragio di San Paolo sull’isola.

L’aereo con bordo il Santo Padre - un Airbus 320 dell’Alitalia - parte dall’aeroporto di Fiumicino (Roma) alle ore 15.25. L’arrivo all’aeroporto internazionale di Malta a Luqa è previsto per le ore 17.00.



TELEGRAMMA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Nel momento di lasciare il territorio italiano, il Santo Padre Benedetto XVI fa pervenire al Presidente della Repubblica Italiana, On. Giorgio Napolitano, il seguente messaggio telegrafico:

A SUA ECCELLENZA
ON. GIORGIO NAPOLITANO
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
PALAZZO DEL QUIRINALE
00187 ROMA

NEL MOMENTO IN CUI MI ACCINGO A COMPIERE IL MIO PELLEGRINAGGIO A MALTA CHE SARÀ PER ME OCCASIONE PROVVIDENZIALE PER RICALCARE LE ORME DELL’APOSTOLO PAOLO COME PURE PER INCONTRARE RAPPRESENTANTI DEL POPOLO MALTESE E IN PARTICOLARE FRATELLI E SORELLE NELLA FEDE MI È CARO RIVOLGERE A LEI SIGNOR PRESIDENTE E ALL’INTERA NAZIONE IL MIO CORDIALE SALUTO CHE ACCOMPAGNO CON FERVIDI AUSPICI PER IL PROGRESSO SPIRITUALE CIVILE E SOCIALE DELLA DILETTA ITALIA

BENEDICTUS PP. XVI





Trascrizione della conferenza stampa del Papa sul volo per Malta


CITTA' DEL VATICANO, sabato, 17 aprile 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il testo della trascrizione della conferenza stampa tenuta questo sabato da Benedetto XVI durante il volo per Malta.

* * *

PADRE FEDERICO LOMBARDI

Cari amici, ecco che Sua Santità è di nuovo con noi per il primo di quei cinque viaggi di quest’anno che sono già in programma. Siamo molto contenti di averlo con noi anche all’inizio di questo viaggio perché possiamo così fargli pure gli auguri per i due anniversari di questi giorni, quello di ieri, il compleanno, e quello di lunedì prossimo. Il Santo Padre ha ricevuto le domande che alcuni di voi hanno presentato e che interpretano un po’ le attese che tutti abbiamo all’inizio di questo viaggio e quindi ci farà alcune riflessioni, alcune considerazioni, sulla base di queste nostre attese. Non seguiremo lo schema delle altre volte di domanda-risposta, lasciamo che il Santo Padre, da par suo, ci faccia un suo discorso sintetico. Grazie Santità e buon viaggio


BENEDETTO XVI

Cari amici, buonasera! Auguriamoci un buon viaggio, senza questa nuvola oscura che sta sopra parte dell’Europa.

Allora, perché questo viaggio a Malta? I motivi sono molteplici.

Il primo è San Paolo. E’ finito l’Anno paolino della Chiesa universale, ma Malta festeggia 1950 anni dal naufragio e questa è per me un’occasione per mettere ancora una volta in luce la grande figura dell’Apostolo delle genti, con il suo messaggio importante proprio anche per oggi. Io penso si possa sintetizzare l’essenziale del suo viaggio con le parole che lui stesso ha riassunto alla fine della lettera ai Galati: fede operante nella carità.

Queste sono le cose importanti anche oggi: la fede, la relazione con Dio, che si trasforma poi in carità. Ma penso anche che il motivo del naufragio parla per noi. Dal naufragio, per Malta è nata la fortuna di avere la fede; così possiamo pensare anche noi che i naufragi della vita possono fare il progetto di Dio per noi e possono anche essere utili per nuovi inizi nella nostra vita.

Il secondo motivo: mi fa piacere di vivere in mezzo ad una Chiesa vivace che è quella di Malta, che è feconda nelle vocazioni anche oggi, piena di fede, in mezzo al nostro tempo, e che risponde alle sfide del nostro tempo. So che Malta ama Cristo e ama la sua Chiesa che è il suo Corpo e sa che, anche se questo Corpo è ferito dai nostri peccati, il Signore tuttavia ama questa Chiesa, e il suo Vangelo è la vera forza che purifica e guarisce.

Terzo punto: Malta è il punto dove le correnti dei profughi arrivano dall’Africa e bussano alla porta dell’Europa. Questo è un grande problema del nostro tempo, e, naturalmente, non può essere risolto dall’isola di Malta. Noi tutti dobbiamo rispondere a questa sfida, lavorare perché tutti possano, nella loro terra, vivere una vita dignitosa e dall’altra parte fare il possibile perché questi profughi trovino qui dove arrivano, trovino, in ogni caso, uno spazio di vita dignitosa. Una risposta ad una grande sfida del nostro tempo: Malta ci ricorda questi problemi e ci ricorda anche che proprio la fede è la forza che dà carità, e dunque anche la fantasia per rispondere bene a queste sfide. Grazie


PADRE FEDERICO LOMBARDI

Grazie Santità e buon viaggio allora, l’accompagneremo anche con il nostro lavoro e la nostra informazione.






Il Signore ama la Chiesa, nonostante i peccati dei suoi figli
Parole di Benedetto XVI ai giornalisti presenti sul volo per Malta



LA VALLETTA, sabato, 17 aprile 2010 (ZENIT.org).- Cristo ama la Chiesa, nonostante i peccati dei suoi figli. E' quanto ha detto questo sabato Benedetto XVI in un breve discorso rivolto ai giornalisti presenti sul volo papale diretto a Malta.

Il Pontefice si trovava a bordo dell'Airbus 320 Alitalia, all'inizio del suo quattordicesimo viaggio internazionale, per celebrare il 1950° anniversario del naufragio dell'apostolo Paolo su quest'isola del Mediterraneo.

La Chiesa, ha spiegato parlando in italiano, è il Corpo di Cristo, e “anche se questo Corpo è ferito dai nostri peccati, il Signore tuttavia ama questa Chiesa, e il suo Vangelo è la vera forza che purifica e guarisce”.

L'incontro, durante il volo di un'ora e mezza, è stato più breve rispetto alle altre occasioni. Il Vescovo di Roma si è limitato ad affrontare i tre temi alla base del suo pellegrinaggio a Malta che si concluderà domenica notte.

Precedentemente, il Papa aveva ricevuto da padre Federico Lombardi S.I., direttore della Sala Stampa della Santa Sede, una serie di domande proposte dai giornalisti

Innanzitutto, il Santo Padre ha spiegato di essere voluto venire in quest'isola per ricordare il naufragio di san Paolo raccontato negli Atti degli Apostoli ed ha sintetizzato il senso del suo viaggio prendendo a prestito le parole scritte dall'Apostolo delle Genti nella lettera ai Galati: “fede operante nella carità”.

“Queste sono le cose importanti anche oggi – ha sottolineato –: la fede, la relazione con Dio, che si trasforma poi in carità. Ma penso anche che il motivo del naufragio parla per noi”.

“Dal naufragio, per Malta è nata la fortuna di avere la fede; così possiamo pensare anche noi che i naufragi della vita possono fare il progetto di Dio per noi e possono anche essere utili per nuovi inizi nella nostra vita”.

Il secondo motivo, illustrato dal Papa, è il desiderio di confermare nella fede un “Chiesa vivace che è quella di Malta, che è feconda nelle vocazioni anche oggi, piena di fede, in mezzo al nostro tempo, e che risponde alle sfide del nostro tempo”.

“So che Malta ama Cristo e ama la sua Chiesa che è il suo Corpo e sa che, anche se questo Corpo è ferito dai nostri peccati, il Signore tuttavia ama questa Chiesa, e il suo Vangelo è la vera forza che purifica e guarisce”, ha detto.

Il terzo motivo della visita è legato invece alla stretta attualità: Malta è divenuta, infatti, una terra di passaggio per i profughi africani che puntano a mettere piede in Europa.

“Questo è un grande problema del nostro tempo, e, naturalmente, non può essere risolto dall’isola di Malta – ha osservato –. Noi tutti dobbiamo rispondere a questa sfida, lavorare perché tutti possano, nella loro terra, vivere una vita dignitosa e dall’altra parte fare il possibile perché questi profughi trovino qui dove arrivano, trovino, in ogni caso, uno spazio di vita dignitosa”.

“Una risposta ad una grande sfida del nostro tempo: Malta ci ricorda questi problemi e ci ricorda anche che proprio la fede è la forza che dà carità, e dunque anche la fantasia per rispondere bene a queste sfide”, ha quindi concluso.







Discorso di Benedetto XVI alla Chiesa di San Paolo
“Invito ciascuno di voi a far propria la sfida esaltante della nuova evangelizzazione”



RABAT, sabato, 17 aprile 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il discorso pronunciato questo sabato sera da Benedetto XVI dopo aver visitato la Chiesa di San Paolo, a Rabat, posta sopra la Grotta, dove, secondo la tradizione, l’Apostolo delle Genti passò tre mesi a predicare, dopo il suo naufragio nell’Isola.

* * *

Caro Arcivescovo Cremona,
Cari fratelli e sorelle,

il mio pellegrinaggio a Malta è iniziato con un momento di preghiera silenziosa nella grotta di san Paolo, che per primo portò la fede in queste isole. Sono venuto sulle orme di quegli innumerevoli pellegrini lungo i secoli, che in questo santo luogo hanno pregato, affidando se stessi, le loro famiglie e la prosperità di questa Nazione all’intercessione dell’Apostolo dei Gentili. Mi rallegro di essere finalmente tra di voi e vi saluto tutti con grande affetto nel Signore.

Il naufragio di Paolo e la sua sosta per tre mesi a Malta hanno lasciato un segno indelebile nella storia del vostro Paese. Le sue parole ai compagni prima di giungere a Malta sono ricordate per noi negli Atti degli Apostoli e sono state un tema speciale nella vostra preparazione alla mia visita. Queste parole - "Jeħtieg iżda li naslu fi gżira" ["Dovremo però andare a finire su qualche isola"] (At 27,26) – nel contesto originale sono un invito al coraggio di fronte all’ignoto e alla fiducia incrollabile nella misteriosa provvidenza di Dio. I naufraghi, infatti, furono calorosamente accolti dalla gente di Malta, a seguito dell’esempio dato da san Publio. Nel piano di Dio, san Paolo divenne perciò il vostro padre nella fede cristiana. Grazie alla sua presenza tra voi, il Vangelo di Gesù Cristo si radicò saldamente e portò molto frutto non soltanto nella vita degli individui, delle famiglie e delle comunità, ma anche nella formazione dell’identità nazionale di Malta, come pure nella sua vibrante e particolare cultura.

Le fatiche apostoliche di Paolo portarono pure una ricca messe nella generazione di predicatori che seguirono le sue orme, e particolarmente nel gran numero di sacerdoti e religiosi che imitarono il suo zelo missionario lasciando Malta per andare a portare il Vangelo in lidi lontani. Sono lieto di aver avuto l’opportunità di incontrarne oggi così tanti in questa Chiesa di san Paolo, e di incoraggiarli nella loro vocazione piena di sfide e spesso eroica. Cari missionari: ringrazio ciascuno di voi, a nome di tutta la Chiesa, per la vostra testimonianza al Signore Risorto e per le vite spese al servizio degli altri. La vostra presenza ed attività in così tanti Paesi del mondo fa onore alla vostra Patria e testimonia la spinta evangelica innestata nella Chiesa a Malta. Preghiamo il Signore affinché susciti ancor più uomini e donne, che continuino la nobile missione di proclamare il Vangelo e di operare per il progresso del Regno di Dio in ogni terra e in tutti i popoli!

L’arrivo di san Paolo a Malta non era programmato. Come sappiamo, si stava recando a Roma quando sopraggiunse un violento temporale e la sua nave fu scaraventata su quest’isola. I marinai possono tracciare una rotta, ma Dio, nella sua sapienza e provvidenza, dispiega il proprio itinerario. Paolo, che aveva incontrato in maniera drammatica il Signore Risorto sulla via di Damasco, lo sapeva molto bene. Il corso della sua vita cambiò improvvisamente; per lui, pertanto, vivere era Cristo (cfr Fil 1,21); ogni sua azione ed ogni suo pensiero erano diretti ad annunciare il mistero della croce ed il suo messaggio d’amore di Dio che riconcilia.

Quella stessa parola, la parola del Vangelo, ha tutt’oggi il potere di irrompere nelle nostre vite e di cambiarne il corso. Oggi lo stesso Vangelo che Paolo predicò continua a esortare il popolo di queste isole alla conversione, ad una nuova vita e ad un futuro di speranza. Mentre mi trovo fra voi come Successore dell’apostolo Pietro, vi invito ad ascoltare la parola di Dio con animo nuovo, come fecero i vostri antenati, e di lasciare che essa sfidi i vostri modi di pensare e la maniera in cui trascorrete la vostra vita.

Da questo luogo santo dove la predicazione apostolica si diffuse per prima in queste isole, invito ciascuno di voi a far propria la sfida esaltante della nuova evangelizzazione. Vivete la vostra fede in maniera ancor più piena assieme ai membri delle vostre famiglie, ai vostri amici, nei vostri quartieri, nei luoghi di lavoro e nell’intero tessuto della società maltese. In modo particolare esorto genitori, insegnanti e catechisti a parlare agli altri del vostro stesso incontro vivo con Gesù risorto, specialmente ai giovani che sono il futuro di Malta. "La fede si rafforza quando viene offerta agli altri" (cfr Redemptoris missio, 2). Sappiate che i vostri momenti di fede assicurano un incontro con Dio, il quale nella sua onnipotenza tocca il cuore dell’uomo. Così, introdurrete i giovani alla bellezza e alla ricchezza della fede cattolica, offrendo loro una solida catechesi ed invitandoli ad una partecipazione sempre più attiva alla vita sacramentale della Chiesa.

Il mondo ha bisogno di tale testimonianza! Di fronte a così tante minacce alla sacralità della vita umana, alla dignità del matrimonio e della famiglia, non hanno forse bisogno i nostri contemporanei di essere costantemente richiamati alla grandezza della nostra dignità di figli di Dio e alla vocazione sublime che abbiamo ricevuto in Cristo? Non ha forse bisogno la società di riappropriarsi e di difendere quelle verità morali fondamentali che sono alla base dell’autentica libertà e del genuino progresso?

Proprio ora, mentre stavo davanti a questa grotta, riflettevo sul grande dono spirituale (cfr Rm 1,11) che Paolo diede a Malta, ed ho pregato che voi possiate mantenere integra l’eredità consegnatavi dal grande Apostolo. Possa il Signore conservare voi e le vostre famiglie nella fede che opera mediante l’amore (cfr Gal 5,6), e rendervi gioiosi testimoni di quella speranza che non delude (cfr Rm 5,5). Cristo è risorto! Egli è veramente risorto! Alleluia!

[© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana]





Discorso del Papa per la cerimonia di benvenuto a Malta
"Vengo come Successore di san Pietro per confermarvi nella fede"



LUQA, sabato, 17 aprile 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il discorso pronunciato questo sabato da Benedetto XVI una volta arrivato all’aeroporto internazionale di Malta a Luqa.

* * *

Signor Presidente,

Venerati Fratelli nell’Episcopato,

Distinte Autorità,

Signore e Signori,

Jien kuntent ħafna li ninsab fostkom! [Sono lieto di essere in mezzo a voi!]

E’ per me motivo di gioia essere oggi qui a Malta tra di voi. Giungo come pellegrino per adorare il Signore e lodarlo per le meraviglie che qui ha compiuto. Vengo inoltre come Successore di san Pietro per confermarvi nella fede (cfr Lc 22,32) ed unirmi a voi nella preghiera all’unico Dio vivo e vero, in compagnia di tutti i Santi, incluso il grande Apostolo di Malta, san Paolo. Anche se la mia visita sarà breve, prego che essa porti molti frutti.

Le sono grato, Signor Presidente, per le parole gentili con le quali mi ha dato il benvenuto a nome suo e del Popolo maltese. La ringrazio per l’invito e per il duro lavoro che Lei ed il Governo hanno posto in atto per preparare la mia visita. Ringrazio il Primo Ministro, le Autorità civili e militari, il Corpo Diplomatico e ognuno di voi qui convenuto per onorare questa circostanza mediante la vostra presenza e il vostro cordiale benvenuto.

Saluto in modo speciale l’Arcivescovo Paolo Cremona, il Vescovo Mario Grech e l’Ausiliare Annetto Depasquale, come pure tutti gli altri Vescovi presenti. Nel salutare voi, desidero esprimere il mio affetto ai sacerdoti, ai diaconi, ai religiosi e alle religiose ed a tutti i fedeli laici affidati alle vostre cure pastorali.

L’occasione della mia visita a queste isole è il 1950° anniversario del naufragio di san Paolo sulle spiagge dell’isola di Malta. San Luca descrive questo evento negli Atti degli Apostoli, ed è dal suo racconto che avete scelto il tema della visita odierna: "Jeħtieg iżda li naslu fi gżira" ["Dovremo però andare a finire su qualche isola"] (At 27,26). Qualcuno potrebbe considerare l’arrivo di san Paolo a Malta, attraverso un evento umanamente imprevisto, come un semplice accidente della storia. Gli occhi della fede, tuttavia, ci permettono di riconoscervi l’opera della Divina Provvidenza.

In realtà, Malta è stata un crocevia di molti dei grandi eventi e degli scambi culturali nella storia europea e mediterranea, fino ai nostri stessi giorni. Queste isole hanno giocato un ruolo chiave nello sviluppo politico, religioso e culturale dell’Europa, del Vicino Oriente e del Nord Africa. A questi lidi, pertanto, secondo gli arcani disegni di Dio, il Vangelo fu recato da san Paolo e dai primi seguaci di Cristo. La loro opera missionaria ha portato molti frutti lungo i secoli, contribuendo in innumerevoli modi a plasmare la ricca e nobile cultura di Malta.

Quanto alla loro posizione geografica, queste isole sono state di grande importanza strategica in più di un’occasione, anche in tempi recenti: la "Georg Cross" posta sulla bandiera nazionale offre fiera testimonianza del grande coraggio del vostro popolo durante i giorni bui dell’ultima guerra mondiale. Allo stesso modo, le fortificazioni che risaltano in maniera così prominente nell’architettura dell’isola parlano di lotte precedenti, quando Malta contribuì moltissimo alla difesa della cristianità sia per terra che per mare. Voi continuate a giocare un valido ruolo nei dibattiti odierni sull’identità, la cultura e le politiche europee. Allo stesso tempo, sono lieto di rilevare l’impegno del Governo nei progetti umanitari ad ampio raggio, specialmente in Africa. E’ da auspicare vivamente che ciò possa servire per promuovere il benessere dei meno fortunati di voi, quale espressione di genuina carità cristiana.

In realtà, Malta ha molto da offrire in campi diversi, quali la tolleranza, la reciprocità, l’immigrazione ed altre questioni cruciali per il futuro di questo Continente. La vostra Nazione dovrebbe continuare a difendere l’indissolubilità del matrimonio quale istituzione naturale e sacramentale, come pure la vera natura della famiglia, come già sta facendo nei confronti della sacralità della vita umana dal concepimento sino alla morte naturale, e il vero rispetto che si deve dare alla libertà religiosa secondo modalità che portino ad un autentico sviluppo integrale sia degli individui sia della società.

Malta gode di stretti vincoli con il Vicino Oriente, non soltanto in termini culturali e religiosi, ma anche linguistici. Permettetemi di incoraggiarvi a porre questo insieme di abilità e di punti di forza a favore di un suo uso più grande, per poter servire da ponte nella comprensione tra i popoli, le culture e le religioni presenti nel Mediterraneo. Molto deve essere ancora fatto per costruire rapporti di genuina fiducia e di dialogo fruttuoso, e Malta si trova in buona posizione per stendere la mano dell’amicizia ai propri vicini a nord e a sud, ad est e ad ovest.

Il popolo maltese, illuminato per quasi due millenni dagli insegnamenti del Vangelo e continuamente irrobustito dalle proprie radici cristiane, è giustamente fiero del ruolo indispensabile che la fede cattolica ha avuto nello sviluppo della propria Nazione. La bellezza della nostra fede viene espressa qui in vari e complementari modi, non ultimo nelle vite di santità che hanno portato i maltesi a donare se stessi per il bene degli altri. Tra di loro dobbiamo includere Dun Ġorɍ Preca, che ho avuto la gioia di canonizzare tre anni orsono (3 giugno 2007). Invito tutti voi ad invocare la sua intercessione perché questa mia prima visita pastorale fra voi porti molti frutti spirituali.

Attendo di pregare con voi durante il tempo che trascorrerò a Malta e vorrei, come padre e fratello, assicurarvi del mio affetto nei vostri confronti, come pure del desiderio di condividere questo tempo nella fede e nell’amicizia. Con tali pensieri, affido tutti voi alla protezione di Nostra Signora di Ta’Pinu e del vostro padre nella fede, il grande Apostolo Paolo.

Il-Mulej ibierek lill-poplu kollu ta’ Malta u ta’ Għawdex! [Dio benedica tutta la gente di Malta e di Gozo!].

[© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana]

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