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Viaggi pastorali in Italia

Ultimo Aggiornamento: 06/10/2012 20:47
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PAPA: EREDITA' MONTINI E' CHIESA LIBERA CHE NON ARRETRA SU VALORI

(AGI) - Brescia, 8 nov.

(di Salvatore Izzo)

"Non sempre capito, anzi piu' di qualche volta avversato e isolato da movimenti culturali allora dominanti", Paolo VI "era solido anche se fragile fisicamente" e "ha condotto senza tentennamenti la Chiesa" negli anni tumultuosi della contestazione giovanile e del post-concilio.
Joseph Ratzinger ricorda cosi' Papa Montini, che nel 1977 lo fece arcivescovo di Monaco e cardinale.
Ma in qualche modo Benedetto XVI fa anche un suo autoritratto, tanto le parole dette oggi nella visita pastorale a Brescia descrivono il suo stesso modo di guidare i cattolici di oggi "sulla strada del Vangelo".
"Non e' facile essere cristiani: ci vuole coraggio e tenacia per non conformarsi alla mentalita' del mondo, per non lasciarsi sedurre dai richiami talvolta potenti dell'edonismo e del consumismo, per affrontare, se necessario, anche incomprensioni e talora persino vere persecuzioni", dice con voce roca a conclusione di questa impegnativa giornata, ricordando il battesimo ricevuto il 30 settembre 1897 da Giovanni Battista Montini nella chiesa parrocchiale di Concesio.
"Nel mondo in cui viviamo - continua Ratzinger citando un'espressione usata dal futuro Paolo VI quando era arcivescovo di Milano - spesso c'e' una nube che ci toglie la contentezza di vedere con serenita' il Cielo Divino, c'e' la tentazione di credere che la fede sia un vincolo, una catena da cui bisogna sciogliersi, che sia una cosa antica se non sorpassata, che non serve, per cui l'uomo pensa che basti la vita economica e sociale per dare una risposta a tutte le aspirazioni del cuore umano".
Cosi', spiega nel discorso piu' impegnativo, quello all'inaugurazione della nuova sede dell'Istituto Paolo VI, nell'Italia di oggi "si vanno diffondendo un'atmosfera, una mentalita' e una forma di cultura che portano a dubitare del valore della persona, del significato della verita' e del bene, in ultima analisi della bonta' della vita".
"Eppure - rileva Papa Ratzinger - si avverte con forza una diffusa sete di certezze e di valori". E' un'analisi complessa della nostra societa' e delle difficolta' che incontra in essa un serio progetto educativo.
"Occorre trasmettere alle future generazioni - spiega - qualcosa di valido, delle regole solide di comportamento, indicare alti obiettivi verso i quali orientare con decisione la propria esistenza. Aumenta la domanda di un'educazione capace di farsi carico delle attese della gioventu'; un'educazione che sia innanzitutto testimonianza e, per l'educatore cristiano, testimonianza di fede".
In proposito, Papa Benedetto cita una "incisiva frase programmatica di Giovanni Battista Montini scritta nel 1931: 'Voglio che la mia vita sia una testimonianza alla verita'". E - smentendo un luogo comune sul pontificato montiniano - rileva che per il suo predecessore bresciano "il cattolico non e' il tormentato da centomila problemi sia pure d'ordine spirituale. No, il cattolico e' colui che ha la fecondita' della sicurezza. Ed e' cosi' che, fedele alla sua fede, puo' guardare al mondo non come ad un abisso di perdizione, ma come a un campo di messe".
"Coloro che non condividono le posizioni della Chiesa chiedono a noi estrema chiarezza di posizioni, per poter stabilire un dialogo costruttivo e leale'. E pertanto il pluralismo culturale e il rispetto non debbono far 'mai perdere di vista al cristiano il suo dovere di servire la verita' nella carita', di seguire quella verita' di Cristo che, sola, da' la vera liberta'', sono altre parole di Papa Montini citate oggi dal successore che esprime ammirazione intellettuale per "i numerosi suoi interventi dedicati alle nuove generazioni, in momenti burrascosi e travagliati, come il Sessantotto", nei quali questo grande Pontefice italiano "con coraggio, indico' la strada dell'incontro con Cristo come esperienza educativa liberante e unica vera risposta ai desideri e alle aspirazioni dei giovani, divenuti vittime dell'ideologia".
"Mentre le difficolta' del post-Concilio si sommavano con i fermenti del mondo giovanile", il 7 dicembre 1968 Paolo VI, "autore di un'Enciclica sul celibato sacerdotale", ricordato Papa Ratzinger, spiego' agli alunni del Seminario Lombardo che anche se "tanti si aspettano dal Papa gesti clamorosi, interventi energici e decisivi, il Papa non ritiene di dover seguire altra linea che non sia quella della confidenza in Gesu' Cristo, a cui preme la sua Chiesa piu' che non a chiunque altro. Sara' Lui, disse, a sedare la tempesta" spiegando che "non si tratta di un'attesa sterile o inerte: bensi' di attesa vigile nella preghiera".
"E' questa - afferma Benedetto XVI che a conclusione della sua omelia in piazza Duomo a Brescia sembra proprio voler parlare anche di se stesso - la condizione che Gesu' ha scelto per noi, affinche' Egli possa operare in pienezza. Anche il Papa ha bisogno di essere aiutato con la preghiera". Quella alla quale ci esorta Paolo VI, ricorda, e' una visione della Chiesa "povera e libera: cosi' deve essere la Comunita' ecclesiale, per riuscire a parlare all'umanita' contemporanea".
In proposito, il Papa di oggi propone ai 12 mila fedeli che nonostante la pioggia battente gremivano la bella piazza sulla quale si affacciano suggestivamente la nuova e l'antica Cattedrale della Leonessa d'Italia, anche l'ideale di un altro grande cattolico bresciano che ha preceduito di un secolo Montini: sant'Arcangelo Tadini, fondatore della prima mutua operaia, il cui esempio dice ci spinge a "lavorare per un mondo fraterno dove non si vive solo per se stessi ma per gli altri". Proprio a Botticino Sera, dove Tadini fu parroco, il Papa tedesco dedica la prima sosta nella sua giornata bresciana. La seconda, prima dell'incontro vero e proprio con il cattolicesimo bresciano, e' in piazza della Loggia, per una preghiera davanti alla stele che ricorda le vittime del terrorismo che 35 anni dopo l'attentato neofascista non hanno ancora avuto giustizia.

© Copyright (AGI)


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