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Viaggi pastorali in Italia

Ultimo Aggiornamento: 06/10/2012 20:47
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Il Papa entusiasma Brescia. Tifo da stadio nelle piazze

LA GIORNATA.
Il tempo inclemente non ha rovinato la festa dei fedeli in piazza Paolo VI, a Botticino, a Concesio

I gesti che hanno fatto breccia: le carezze ai bambini, la sosta alla stele
Ma l'omelia e l'intervento all'Istituto a Concesio sono lezioni impegnative

Massimo Tedeschi

Più forti della pioggia. Più tenaci del freddo e del vento. Più ostinati della voglia di tornarsene al caldo.
Così i dodicimila fedeli che hanno gremito per cinque ore piazza Paolo VI flagellata senza misericordia dal maltempo per partecipare alla messa papale.
Così le migliaia di bresciani - il numero esatto non lo sapremo mai - che si sono fermati davanti ai maxischermi in Largo Formentone, in piazza Loggia, in corso Zanardelli per assistere alla cerimonia. Così i duemila volontari che hanno formato quasi un cordone umano lungo i 38 chilometri coperti da Benedetto XVI da Ghedi a Concesio, passando per Botticino Sera e Concesio.
La prima visita di papa Benedetto XVI a Brescia si trasforma in un bagno di folla e per la folla. Le dodici ore trascorse in terra bresciana da papa Ratzinger restituiscono un'immagine duplice e speculare del successore di Pietro: il pastore e il teologo, il padre e il maestro, il timido e l'autorevole, il filosofo e il mistico convivono in lui in un'equilibrio incantevole. Che è stata poi la cifra della giornata bresciana.
Il pastore, il leader paterno, il padre amorevole dai gesti delicati s'è offerto allo sguardo di tutti i bresciani. Il teologo e il maestro è salito in cattedra durante l'omelia in piazza, nell'impegnativo discorso all'Istituto Paolo VI di Concesio, nel caloroso saluto ai fedeli di Concesio.
E se il primo ha mandato in visibilio le platee intirizzite, il secondo ha costretto e costringerà a riflessioni. E dibattiti, forse.
La giornata bresciana di Ratzinger inizia puntualissima alle 9.23, quando l'airbus dell'aeronautica militare tocca la pista dall'erobase di Ghedi, Dieci minuti e le inconfondibili scarpe rosse del Papa spuntano sulla scaletta: nelle piazze è già tripudio.
Le strade per la papamobile che esibisce la targa numero 1 della Città del Vaticano a quell'ora sono sgombre da tempo: il servizio d'ordine ha bloccato le strade interessate al transito papale con anticipo persin eccessivo, paralizzando un pezzo di provincia e non contribuendo certo alla popolarità della visita.
Castenedolo, Virle, Rezzato, Botticino: la strada che si offre al Papa è costellata di persone, sventolano ovunque bandiere bianche e gialle. A Botticino Ratzinger sovverte le previsioni, parla, abbraccia i bambini: l'entusiasmo è alle stelle. Poi la sfilata verso la città: a Sant'Eufemia ci sono due ali di folla. A San Faustino la scena si ripete. In piazza Loggia altro protocollo sovvertito: l'auto del Papa si ferma, il pontefice si alza in piedi e prega davanti alla stele. La Brescia civile esulta. La tragedia non è dimenticata. L'ingresso in piazza Paolo VI è trionfale: i primi ad accoglierlo sono i giovani. La piazza sembra uno stadio. Dopo i saluti di sindaco e vescovo - sobri, sodi, sostanziosi - papa Ratzinger in duomo si raccoglie in preghiera, si offre a un'istantanea con i giovani del seminario. Il saluto, toccante, agli ammalati è riservato al dopo-cerimonia.
Il rito in piazza è intenso, quasi mistico. Il ritardo è di quasi un'ora, l'angelus viene recitato intorno all'una. ne fanno le spese i tempi per il pranzo (con vescovi e cardinali, a cui si unisce anche Martini) e il riposo presso il Centro Paolo VI. È così un Ratzinger affaticato quello che visita la casa natale di Paolo VI, inaugura la nuova sede dell'Istituto, consegna il premio internazionale Paolo VI, riceve l'abbraccio di Concesio. Alle 19.30 il decollo da Ghedi. Il Papa è stanco. Ma i bresciani, o almeno un bel po' di loro, sono felici.

© Copyright Il Brescia Oggi, 9 novembre 2009


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