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Viaggi pastorali in Italia

Ultimo Aggiornamento: 06/10/2012 20:47
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25/09/2010 16:13
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25/09/2010 -
Palermo, si appaltano le opere di servizio per accogliere il Papa

Cinque gli incarichi affidati ieri dalla Protezione civile che sta pensando a tutto: dagli addobbi floreali agli arredi, dalle luci agli impianti video


PALERMO. Dagli addobbi floreali agli arredi, dalle luci agli impianti video. Continua la frenetica corsa all’organizzazione della visita del Papa in città, prevista il prossimo 3 ottobre, e non si trascura nessun dettaglio. Cinque gli appalti affidati ieri dalla Protezione civile. Fiori e piante con cui addobbare piazza Politeama, la Cattedrale e il Foro Italico sono stati acquistati per 13.900 euro dai Vivai Castellana. La realizzazione del palco che verrà montato a piazza Politeama è stata affidata alla Cg Eventi, che si è aggiudicata la gara al costo di 99 mila euro, mentre alle finiture d’arredo e ai complementi per il palco del Foro Italico ci penserà Strutturalia: prezzo dell’opera, 194 mila euro. Appalti anche per i sistemi tecnologici di luci e video. Gli impianti luci per la Cattedrale e piazza Politeama sono stati affidati a Tecnoline, che si è aggiudicata la gara per 168 mila euro; degli impianti video, per cui si prevede una spesa di 145 mila euro, si occuperà invece Servitalia. I lavori riprenderanno lunedì, con le gare per la segnaletica stradale e gli accessori del palco del Foro Italico. P.Pi.


I bambini palermitani scrivono al Papa
"Prenda posizione contro Cosa nostra"

La lettera è stata scritta dai ragazzini che hanno costituito il movimento Addiopizzo Junior: "Dalle vostre parole molti potrebbero trarre spirito di rivalsa e ribellione"

PALERMO - Un gruppo di bambini palermitani ha inviato una lettera al Papa, che, il 3 ottobre, sarà in visita nel capoluogo siciliano, chiedendogli di prendere posizione contro la mafia.

"Il motivo per cui vi scriviamo - si legge nella missiva scritta dai ragazzini che, sulla scia del comitato Addiopizzo, hanno costituito il movimento Addiopizzo Junior - è chiedervi, in occasione della vostra venuta a Palermo, se possibile, di lanciare un forte messaggio contro la mafia, certi che dalle vostre parole molti potrebbero trarre spirito di rivalsa e coraggio di ribellione di fronte a un fenomeno tanto grave e deleterio".

Il primo Pontefice a lanciare l'anatema della Chiesa contro le cosche mafiose fu, il 9 maggio del 1993, dalla Valle dei Templi, Giovanni Paolo II. "Dio ha detto una volta: non uccidere. - disse - Non può l'uomo, qualsiasi uomo, qualsiasi umana agglomerazione, mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio". "Nel nome di Cristo - gridò alla folla - mi rivolgo ai responsabili: convertitevi! Un giorno verrà il giudizio di Dio!".

I bambini palermitani, ora, sollecitano un nuovo esplicito messaggio della Chiesa. "Siamo i ragazzi del comitato Addiopizzo Junior di Palermo, un gruppo che - aggiungono - si impegna nella lotta alla criminalità organizzata, in particolare al fenomeno del pizzo".

"Specificatamente - dicono - da ben cinque anni cerchiamo di coinvolgere i commercianti a denunciare eventuali estorsori e a richiamare i cittadini perchè facciano economia etica, acquistando presso gli esercenti che pubblicamente hanno dichiarato di non pagare il pizzo, in quanto facenti parte di una lista, detta per l'appunto pizzo-free".

"Infine - spiega la lettera - un'altra delle tante attività che svolgiamo consiste nel diffondere gli ideali in cui crediamo, tramite canzoni composte per noi dalla nostra ex insegnante, consapevoli che la musica è spesso il mezzo più efficace per raggiungere i giovani e non".

Mercoledì scorso, un gruppo di bambini del Comitato, insieme a coetanei di Torino e Napoli, hanno cantato quello che ormai è diventato il loro inno - "Contro pizzo rap" - davanti al presidente della Repubblica Napolitano.
24/09/2010



26/09/2010 18:23
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Viaggio pastorale a Milano...

La messa del Papa «inaugurerà» le aree Expo

di Giannino della Frattina

La messa del Papa sulle aree dell’Expo. Le oltre 500mila persone attese per la messa del Settimo Incontro mondiale della famiglie, potranno assistere alla celebrazione eucaristica conclusiva celebrata da Benedetto XVI sull’enorme spianata di Rho-Pero (un milione di metri quadrati) dove nel 2015 si terranno i sei mesi della grande esposizione universale. L’appuntamento è un po’ lontano nel tempo, quattro giornate messe in calendario per il giugno del 2012, ma i preparativi sono cominciati. La notizia arriva dalla Curia, la conferma dai vertici della società che organizzerà il grande evento planetario. «La collaborazione che si prospetta con Expo - le parole di monsignor Erminio De Scalzi, delegato del cardinale Dionigi Tettamanzi per l’organizzazione dell’evento - è un positivo segnale che concretizza il desiderio dell’arcivescovo di realizzare con la città, le istituzioni e le forze economiche e sociali un percorso comune, ciascuno secondo le proprie specificità e competenze, verso l’Incontro mondiale delle famiglie, i 1700 anni dall’Editto di Milano nel 2013 ed Expo. Così facendo ciascuno può collaborare per costruire una città aperta all’accoglienza, rinnovando una tradizione che sempre è una delle principali caratteristiche della città». Immediata la conferma dell’amministratore delegato di Expo Giuseppe Sala. «Ho avuto modo di lavorare con monsignor De Scalzi sull’ipotesi di utilizzare l’area per lo straordinario evento. Nulla è deciso anche perché sarà opportuno e necessario un ampio coinvolgimento istituzionale». Messaggio per Palazzo Marino da dove si attende l’adesione del sindaco Letizia Moratti. «Sono convinto - conclude ottimista Sala - che la nostra proposta sarà accettata». Un’occasione da non perdere. «La centralità di Milano si vede proprio nei momenti in cui tutte le forze si concentrano su grandi e nobili obiettivi».
Ma le parole di Sala si possono leggere anche in filigrana. Dato che il manager è noto per essere uno che parla poco, ma sempre a proposito. L’impegno preso con la Curia, e dunque con il Vaticano, rivela implicitamente che il rebus delle aree di Rho-Pero dove dovranno sorgere i padiglioni sta per essere sciolto. O, almeno, che Sala ha la fondata speranza che a breve se ne verrà a capo. Il 2012, infatti, è lontano. Ma non così lontano per potersi prendere un impegno di questa portata senza avere la ragionevole certezza di poterlo assolvere. Anche perché sulle aree probabilmente non serviranno particolari bonifiche, ma saranno comunque necessari lavori di preparazione per offrire al pontefice una spianata in grado di accogliere più di mezzo milione di fedeli. Tutte opere preparatorie che dovranno comunque essere messe in campo al più presto per dare il via all’operazione Expo 2015, così come richiesto anche dal Bie che da Parigi sollecita il superamento degli ultimi ostacoli per poter dare il via libera al dossier di registrazione presentato da Milano già a primavera.
Un primo collaudo anche per strade d’accesso e infrastrutture che saranno così testate da un grande meeting come quello Mondiale delle famiglie in passato ospitato a Rio de Janeiro, Città del Messico, Valencia e Roma. Un ritorno a Milano per papa Ratzinger che in Duomo venne il 24 febbraio del 2005 inviato da papa Giovanni Paolo II, allora ricoverato, per tenere in Duomo l’omelia ai funerali di don Luigi Giussani. Era ancora cardinale. Ora, “Dio volendo” come direbbe lui, ci tornerà da Papa. Un altro Papa a Milano. Ventotto anni dopo quel 1984 in cui Carol Wojtyla venne a celebrare san Carlo. Una benedizione straordinaria di cui l’Expo sembra avere davvero bisogno.

© Copyright Il Giornale, 26 settembre 2010


Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
01/10/2010 00:03
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30/09/2010 -
Romeo: mostreremo al Papa la Sicilia oltre la mafia e i rifiuti


Alla messa di Benedetto XVI a Palermo attese 100 mila persone. Il vescovo: daremo al mondo una nuova visione dell’Isola


PALERMO. È tutto pronto per accogliere Benedetto XVI, che sarà a Palermo domenica prossima in visita pastorale. Il programma è stato presentato nel salone Filangeri della Curia arcivescovile da monsignor Paolo Romeo, arcivescovo del capoluogo dell'Isola, e dal vescovo delegato della Conferenza episcopale siciliana per gli uffici della pastorale giovanile e della famiglia, monsignor Mario Russotto.

Papa Benedetto XVI arriverà all'aeroporto "Falcone Borsellino" di Palermo domenica intorno alle 9.15 e sarà accolto, tra gli altri, da monsignor Romeo, monsignor Salvatore Di Cristina (arcivescovo di Monreale), dal ministro della Giustizia Angelino Alfano, dal presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo e dal sindaco di Palermo Diego Cammarata. Il corteo papale si dirigerà quindi verso il piazzale Giovanni Paolo II dove il Pontefice salirà sull'auto scoperta, la "Papamobile".

L'arrivo al Foro Italico è previsto per le 10: il Papa salirà sul palco e riceverà il saluto delle autorità. Alle 10.30 inizierà la celebrazione eucaristica. Sono attesi circa 100 mila fedeli e sono stati prenotati già 650 autobus. Alle 12.30 il Santo Padre si trasferirà in auto al Palazzo Arcivescovile per il pranzo con i vescovi siciliani.

Nel pomeriggio, intorno alle 16.45 il Papa si affaccerà dal balcone centrale del palazzo arcivescovile per salutare i fedeli e alle 17 si recherà in Cattedrale dove incontrerà il clero e i seminaristi. Alle 18, in piazza Politeama si svolgerà l'happening con i giovani provenienti da tutta la Sicilia.

"Questa visita si inserisce - ha detto monsignor Romeo – nel cammino delle chiese di Sicilia. Vogliamo presentare al Santo Padre e al mondo il vero volto della Sicilia che non è fatto solo dall'emergenza rifiuti, dalla mafia e dai problemi sociali ma da una storia degna di rispetto".
Monsignor Mario Russotto ha poi parlato delle iniziative che precederanno l'arrivo del santo padre. A cominciare dal convegno "Lo sguardo del coraggio... per una educazione alla speranza", che si svolgerà domani e sabato a Isola delle Femmine, con la partecipazione di 1.300 delegati delle 18 diocesi siciliane. L'iniziativa, organizzata dalla Consulta regionale di pastorale giovanile e da quella per la pastorale familiare, è rivolta alle equipe diocesane, i responsabili di movimenti, associazioni, gruppi ecclesiali.
Sabato pomeriggio in 18 chiese del centro storico di Palermo si svolgeranno invece le "Fontane di luce": i vescovi terranno una catechesi su ambienti, cittadinanza attiva, giustizia e legalità, lavoro, scuola e università.
Alle 21 a piazza Politeama si svolgerà il concerto "Noi, migliaia di luci in festa", uno spettacolo nel corso del quale si esibiranno diversi gruppi musicali".

01/10/2010 00:29
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Il Papa a Palermo: tutti i dettagli

www.gds.it/gds/multimedia/video/gdsid/129183/



01/10/2010 00:39
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I giovani: parleremo al Papa di scuola, legalità e giustizia


Tra i 15 e i 20 mila, secondo le stime dell’Arcidiocesi, raggiungeranno Palermo da tutta la Sicilia per l’incontro di domenica col pontefice


di FILIPPO PASSANTINO

PALERMO. Momento finale di un percorso e principio di un nuovo cammino pastorale. I giovani siciliani, che affolleranno piazza Politeama domenica alle 18, attribuiscono questo valore all'incontro con Benedetto XVI. Tra i 15 e i 20 mila, secondo le stime dell’Arcidiocesi, raggiungeranno Palermo da tutta la Sicilia. Tra loro circa 6 mila scout. Molti appartengono a un gruppo parrocchiale o diocesano. Attendono quest'evento da quattro anni, quando a Cefalù, in un convegno organizzato dalla pastorale giovanile regionale, furono stilati i temi al centro del loro impegno: scuola e università, lavoro, legalità e giustizia, ambiente e cittadinanza attiva. Gli stessi sui quali si rifletterà il pomeriggio del 2 ottobre in 20 chiese di Palermo. Ad incontrare i giovani e le famiglie in quest'occasione saranno i vescovi siciliani.

Un’esperienza condividesa al loro fianco dal segretario della Cei, monsignor Mariano Crociata. Sugli stessi argomenti i giovani e le famiglie siciliane hanno lavorato concretamente dal 2007. Circa 200 attività sono state prodotte. Tra i più attivi, gli scout dell'Agesci, che si sono occupati anche della risistemazione del parco comunale di Ferla (Sr).

A precedere l'incontro col Papa saranno due giorni di convegno, dal titolo "Lui si fida di te", organizzato a Capaci. Vi parteciperanno 1200 delegati tra giovani e famiglie provenienti da tutta la Sicilia. Ciascuno presenterà ciò che ha prodotto. Come ha già fatto su un forum istituito nei mesi scorsi sul sito www.chiesedisicilia.org. L'evento non sarà, però, solo occasione di verifica, ma anche impulso per un nuovo percorso. La prossima sfida riguarderà l'attività educativa. A lanciarla dovrebbe essere proprio Benedetto XVI, al quale saranno donati tre libri. Racchiudono: gli atti del percorso intrapreso dai giovani, quelli del cammino vissuto dalle famiglie e testimonianze di figure siciliane esemplari per il loro impegno nella società. Alcune tra quelle raccontante, come nel caso del giudice Rosario Livatino, hanno perso la vita.

L'appuntamento pomeridiano si aprirà alle 16. Il coro della Pastorale giovanile dell'Arcidiocesi di Palermo animerà con canti e mimi religiosi l'attesa. Due ore di intrattenimento. A scandire i tempi saranno Massimo Minutella, che presenterà i vari momenti, e la voce di Lello Analfino, leader del gruppo musicale de "I Tinturia".
L'intervento del Papa sarà preceduto da una coreografia, curata dal Servizio per la pastorale delle migrazioni, guidato da padre Sergio Natoli. Circa 70 giovani provenienti da 10 nazioni diverse "esprimeranno attraverso le loro danze tradizionali un monito affinché la cultura occidentale non opprima le ricchezze espresse dalle culture d'origine dei migranti". Sul palco poi salirà il vescovo di Caltanissetta, monsignor Mario Russotto, che presenterà a Benedetto XVI il frutto dell'impegno effuso nei 4 anni di lavoro. Ai delegati della pastorale giovanile, invece, è affidato il compito di consegnare i documenti prodotti direttamente al Santo Padre.




29/09/2010 -
Giovani e famiglia, due questioni urgenti




di GIUSEPPE SAVAGNONE

Palermo e la Sicilia accolgono Benedetto XVI ponendo sul tappeto due questioni che oggi si presentano decisive per tutti, credenti e non credenti: quella dei giovani e quella della famiglia. Nei due giorni che precedono la visita, venerdì e sabato, all'Hotel Saracen, si terrà un importante convegno a cui parteciperanno rappresentanti di associazioni specializzate ed esperti provenienti da tutta l'Isola, per fare un bilancio della situazione e per interrogarsi sulle prospettive.

Promotrici dell'iniziativa sono la consulta regionale di pastorale giovanile e quella di pastorale familiare, coordinate dal vescovo delegato dalla Conferenza Episcopale Siciliana per questi due settori, mons. Mario Russotto.

Il titolo stesso dell'evento - «Lo sguardo del coraggio… per una educazione alla speranza» - è significativo dell'intento dell'iniziativa (ecclesiale, ma non per questo confessionale), che è quello di aprirsi a 360 gradi per captare tutti i segnali e le voci della società siciliana che possono indicare piste di speranza per il futuro.

Dei giovani oggi si parla molto, soprattutto per denunziarne la problematicità, il vuoto di valori, l'inquietante imprevedibilità. Raramente si dice che in ogni epoca essi sono stati portatori di dubbi e di contestazioni nei confronti degli assetti creati dalle generazioni precedenti e che non vi è perciò nulla di strano nel fatto che lo siano anche nel nostro tempo.

Ciò che è strano, piuttosto, è che siano gli adulti, oggi, a non avere nulla da dire loro. L'emergenza educativa, se c'è, non è dei ragazzi, ma degli educatori, che non sanno più a che cosa educare i propri figli e i propri alunni. Sono loro a proiettare sulle nuove generazioni il loro vuoto e a chiamarlo «problema giovanile».
In passato, nel bene o nel male (purtroppo spesso anche nel male), i «grandi» avevano potuto additare degli ideali, giusti o sbagliati, delle «cause» a cui dedicarsi, delle visioni della vita che avevano potuto costituire per chi veniva dopo di loro un punto di riferimento. Oggi no. Basta guardare lo squallore dei nostri scenari politici per averne una prova. Le ideologie potevano essere fuorvianti, ma erano pur sempre una proposta che mirava a dare significato alla vita individuale e collettiva. Nella nostra società un grande silenzio è calato, non sull'una o l'altra prospettiva di senso, ma sul problema stesso del senso. Come stupirsi che i giovani reagiscano con la tacita protesta dei loro eccessi, della loro mancanza di regole, talora dei loro tragici gesti?

Questo rimanda al tema delle famiglie. La ricerca del senso della vita non può essere una vicenda meramente soggettiva, che il singolo vive nel segreto della sua coscienza. Essa deve maturare in un contesto di relazioni umane, nell'esperienza vissuta di valori condivisi e praticati in una comunità, a partire dalla testimonianza di chi questi valori non si limita ad enunciarli, ma li traduce nel proprio stile di comportamento quotidiano. Il «luogo» fondamentale in cui questo dovrebbe realizzarsi è la famiglia. Se oggi i giovani sono allo sbando, è perché lo sono le famiglie a cui appartengono, o meglio, perché lo è il modello stesso di famiglia che potrebbe garantire un vero percorso educativo. In questo clima culturale, anche i genitori bene intenzionati non si trovano più sostenuti nel loro impegno da una società che lo condivida e finiscono per rassegnarsi.

Se vogliamo uscire da questa palude, che consegna l'educazione dei nostri ragazzi alla televisione, a Face Book e alla comitiva dei pari, è urgente un nuovo patto sociale rivolto alla riscoperta di un orizzonte condiviso - o per lo meno condivisibile - di senso e di valori, trasversale alla famiglia, alla scuola e alla Chiesa. Sì, perché la Chiesa è anch'essa chiamata a ripensare la propria proposta educativa. Non è un caso che, anche a livello nazionale, la Conferenza Episcopale Italiana abbia scelto il tema educativo come filo conduttore per il prossimo decennio pastorale.

In Sicilia si riparte con il convegno del Saracen. Sarà concluso dal Papa, domenica, in piazza Politeama. Da lui, che tra i primi ha sollevato, con il suo grido d'allarme, il problema dell'emergenza educativa, verranno sicuramente, dopo quelle del convegno, delle ulteriori, autorevoli indicazioni. Ma sarà comunque solo un punto di partenza. Il resto dobbiamo farlo noi.
01/10/2010 00:47
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Il Papa domenica a Palermo
Ecco il programma della visita

Il pontefice arriverà in elicottero e si tratterà in città per dieci ore. I mattinata l'Angelus e l'omelia al Foro Italico. Pranzo al palazzo arcivescovile. Nel pomeriggio incontro con i giovani in piazza Politeama


Durerà dieci ore la visita del Papa in programma domenica a Palermo. Benedetto XVI ha accolto l'invito rivoltogli dalla Conferenza episcopale siciliana il 23 maggio del 2009. Il programma della visita del Santo padre è stato è stato illustrato stamattina nel corso di una conferenza stampa nel salone Filangeri della curia arcivescovile a Palermo. All'incontro hanno preso parte l'arcivescovo della città Paolo Romeo, presidente della Cesi, monsignor Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta e delegato Cesi per la Pastorale giovanile e la Famiglia, e monsignor Carmelo Cuttitta, delegato alla macchina organizzativa della visita papale.

L'elicottero del pontefice, da Ciampino atterrerà all'aeroporto Falcone e Borsellino alle 9.15. Attenderanno il suo arrivo le autorità ecclesiali, il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, il presidente della Regione Raffaele Lombardo, il prefetto di Palermo, Giuseppe Caruso, il sindaco Diego Cammarata, monsignor Giuseppe Bertello, nunzio apostolico in Italia, e Antonio Zanardi Landi, ambasciatore d'Italia presso la Santa sede.

Dall'aeroporto il papa sarà trasferito con un auto coperta in città. In piazza Giovanni Paolo II salirà poi sulla papamobile per dirigersi al Foro Italico dove riceverà i saluti del sindaco di Palermo e di monsignor Romeo, celebrerà l'Angelus e reciterà l'omelia. Alle 12.30 è previsto il pranzo al palazzo arcivescovile. I commensali saranno circa quaranta tra vescovi siciliani e seguito del pontefice.

E' previsto che Benedetto XVI si affacci dal balcone principale del Palazzo Arcivescovile verso le 16. Alle 16.45 i membri del Capitolo lo accoglieranno in Cattedrale, e alle 17 si terrà l'incontro con i sacerdoti, i religiosi e i seminaristi. Ma il momento più atteso è l'incontro con i giovani alle 18 a piazza Politeama, dove il suo discorso alla città sarà anticipato dal saluto di due giovani palermitani, Giorgia Travella e David Roccaro. Alle 18,30 il Papa si trasferirà all'aeroporto, dove dopo essersi intrattenuto con le autorità ripartirà per Ciampino alle 19.15.


Il menù siciliano del pontefice
Panelle, caponata e passito

Il pranzo al Palazzo arcivescovile sarà caratterizzato dalle pietanze dell'Isola


Sarà strettamente "siciliano" il pranzo al Palazzo arcivescovile che Benedetto XVI consumerà insieme con tutti i vescovi siciliani e i suoi più stretti collaboratori. "Per l'occasione - ha rivelato monsignor Carmelo Cuttitta, responsabile di tutta la macchina organizzativa dell'evento - sarà allestita una sala interna del palazzo, capace di contenere circa 40 persone. Dopo il pranzo Benedetto XVI si riposerà e si concederà una breve passeggiata prima di proseguire negli impegni pomeridiani in programma".

Il Santo padre sarà accolto con una sostanziosa entree di caponata siciliana, crocchette di latte, verdurine in pastella e le tipiche "panelle", frittelle di farina di ceci. I primi piatti saranno involtini di melenzane e risotto ai frutti di mare, un filetto in crosta con verdure come secondo piatto.

Ampia scelta di dolci tipici dell'Isola tra cassata siciliana, pasta di mandorla e pistacchi, assaggio di gelati al limone e al mandarino. Nessuna indiscrezione sui vini che accompagneranno il pasto, anche se sembra che il Pontefice ami pasteggiare con la spremuta d'arancia. Non mancherà in ultimo un assaggio di passito di Pantelleria.
02/10/2010 00:36
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La visita del Papa a Palermo, un impulso alla responsabilità


ROMA, venerdì, 1° ottobre 2010 (ZENIT.org).- “La visita del Papa darà un impulso a tutti a prendere un impegno per risvegliare un forte senso di responsabilità” e servirà come “incoraggiamento a guardare con speranza e con volontà di ripresa”: è quanto ha detto questo venerdì mattina mons. Mariano Crociata, Segretario generale della Conferenza episcopale italiana (CEI).

A margine della conferenza stampa per la presentazione del comunicato finale del Consiglio episcopale permanente, tenutasi a Roma presso la Radio Vaticana, il presule ha detto a questo proposito di pensare soprattutto “ai giovani e alle famiglie tentate tante volte dal pessimismo e dallo scoraggiamento”.

Nell'editoriale del settimanale della diocesi “Settegiorni dagli Erei al Golfo”, ripreso dall'agenzia SIR, mons. Michele Pennisi, Vescovo di Piazza Armerina, ha scritto che Benedetto XVI “viene per rinsaldare e purificare da incrostazioni la nostra tradizione religiosa che si esprime attraverso le varie forme di pietà popolare e per incitare a una nuova evangelizzazione”.

“Papa Benedetto – ha scritto il presule – sfida i giovani a porsi le domande sul senso della vita e sulla possibilità di trovare risposta alle urgenze di verità, di bene, di felicità e di giustizia proprie del cuore di ogni uomo, nell’incontro personale con Gesù Cristo presente nella Chiesa”.

“Egli incita i giovani e le famiglie ad aprirsi alla speranza cristiana e li sprona a una responsabile testimonianza cristiana da dare in tutti gli ambienti di vita”.

“Benedetto XVI – continua mons. Pennisi – ci ricorda il grido accorato di Giovanni Paolo II ad Agrigento il 9 maggio 1993: ‘Nel nome di Cristo, crocifisso e risorto, che è Via, Verità e Vita convertitevi, un giorno arriverà il giudizio di Dio’”.

“Al rifiuto di ogni compromissione della comunità ecclesiale col fenomeno mafioso – ha continua – , la Chiesa siciliana non può non sentirsi legata, anche perché questo cammino storico è stato suggellato dalla splendida testimonianza del martirio di don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia solo perché fedele al suo ministero”.

In merito alle aspettative per la visita del Papa a Palermo, che avrà luogo domenica 3 ottobre in occasione del raduno ecclesiale regionale delle famiglie e dei giovani, mons. Mario Russotto, Vescovo di Caltanissetta, ha detto alla Radio Vaticana che i giovani oggi “chiedono di non sentirsi più soli dinanzi alle sfide della vita” e “vogliono ritrovare anche la fiducia nella Chiesa”.

Per questo, ha continuato il delegato della pastorale per la Famiglia e per i Giovani, occorre “alimentare in loro il desiderio di futuro”, perché “la nostra società consumistica, anche le istituzioni spesso parlano dei giovani senza mai parlare con i giovani, senza mai lasciar parlare i giovani”.

“Poi – ha proseguito –, bisogna anche educare i nostri giovani a sapere inventare lavoro, a non accontentarsi di fare i portaborse di questo o di quel politico, a non cercare il posto di lavoro dietro una scrivania”.

“Devono smarcarsi da ogni tipo di compromesso assistenzialista e clientelare – ha continuato mons. Mario Russotto –. Devono riuscire loro a edificare una civiltà dell’amore, una nuova società libera, una società fondata sulla fede, una società fondata sulla solidarietà”.

Riguardo, invece, all’incontro che Benedetto XVI avrà in Cattedrale con i sacerdoti, i religiosi e i seminaristi, il rettore del Seminario arcivescovile maggiore di Palermo, mons. Raffaele Mangano, ha detto che la situazione in Sicilia sul fronte delle vocazioni sta sperimentando “una ripresa”.

“Si è avuta una ripresa in questi ultimi anni, nelle Chiese di Sicilia, nei vari seminari – ha detto ai microfoni di Radio Vaticana –. Per quanto riguarda Palermo, attualmente, i numeri ci dicono che dal primo al sesto anno sono 35 i giovani in formazione e quest’anno 12 giovani hanno fatto richiesta di iniziare il cammino di discernimento nella comunità del propedeutico”.

“Possiamo dire – ha concluso – che siamo in questi giorni in ritiro e abbiamo anche guardato ai discorsi fatti dal Papa in questo ultimo periodo, ci siamo soffermati anche a riflettere su questi testi. Certamente – lei si può immaginare – c’è una grande gioia. Per molti di essi sarà la prima volta che avranno l’opportunità di vivere questo grande evento e, soprattutto, viverlo qui nella nostra città di Palermo”.

[Per maggiori informazioni: www.ilpapaapalermo.it]

03/10/2010 09:23
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Dal blog di Lella...

Palermo attende il Papa

Dieci ore in città

«Dieci ore in città». Sembra quasi lo slogan di un depliant turistico, uno dei tanti titoli con i quali i media siciliani rilanciano in questi giorni l'avvenimento che Palermo si accinge a vivere domani, domenica 3 ottobre, con la visita del Papa. Il programma è ormai noto nei dettagli. Benedetto XVI giungerà all'aeroporto Falcone-Borsellino intorno alle 9.15. Percorrerà in auto il tragitto sino al Foro Italico Umberto i dove avverrà la cerimonia di benvenuto ufficiale, prima della celebrazione della messa. Dopo la liturgia eucaristica il Papa si recherà nell'arcivescovado dove resterà sino al momento di incontrare i vescovi della Sicilia, in cattedrale, e poi i giovani in piazza Politeama. La partenza per Roma è prevista intorno alle 19.15. Nelle previsioni, dunque, giusto «dieci ore in città».
Si tratterà comunque di dieci ore da vivere intensamente. I motivi sono tanti. Il primo lo ha spiegato l'arcivescovo Paolo Romeo parlando con i giornalisti: «La visita del Santo Padre -- ha detto -- rappresenta il culmine di un cammino intrapreso tre anni fa da tutte le diocesi siciliane; un cammino verso il coinvolgimento dei giovani nella vita religiosa, verso l'incontro con le famiglie per la trasmissione della fede alle nuove generazioni. Dalla visita di Benedetto XVI, fortemente voluta da tutti noi vescovi siciliani, ci aspettiamo un grande stimolo nel nostro percorso di nuova evangelizzazione». Il Papa concluderà infatti la due giorni del convegno organizzato dall'arcidiocesi per giovani e famiglie, il cui titolo -- «Si fida di te» -- più che una provocazione è una sfida alla testimonianza del Vangelo, in un contesto difficile come quello siciliano.
Il secondo motivo è costituito dalla necessità di restituire la speranza a una terra che rischia di restare impantanata nel fatalismo, conseguenza diretta di quello che l'arcivescovo non ha esitato a definire «lo tsunami di una cultura priva di valori etici e morali, favorito anche dai mdia, che sta gradualmente, ma in modo drammatico, desacralizzando la nostra società, appesantita da dubbi, incertezze e paure che spingono all'ozio e impediscono la rinascita».
Terzo e non ultimo motivo, la necessità di dare sostegno e nuovo coraggio a una comunità ecclesiale in prima linea; a una Chiesa spesso unico punto di riferimento per quanti sono alle prese con le tante forme di un disagio reale vissute nella quotidianità. Se ne rendono interpreti i lavoratori cattolici palermitani nella lettera aperta indirizzata a Benedetto XVI per manifestargli la loro piena disponibilità a operare per il riscatto civile della Sicilia e per un progetto di sviluppo incentrato sull'uomo, sulla famiglia e sul lavoro. Plaudono all'invito del Papa a recuperare una «dimensione etica nella politica» e manifestano la loro «piena e filiale fiducia» nella sua presenza tra di loro e nella sua parola per incamminarsi sulla via di uno sviluppo solidale.
Il Papa va a Palermo. Con sé porta non soluzioni politiche, ma la parola del Vangelo, per confermare i suoi fratelli nella fede. Parlerà innanzitutto ai pastori della Chiesa in Sicilia. Sulla scia di quanto già fece il suo predecessore Giovanni Paolo II testimonierà che il ministero sacerdotale dei consacrati -- ma anche il sacerdozio comune di tutti i battezzati -- richiede ancora oggi una operosità che non conosce stanchezza e non indietreggia dinanzi alle sfide, da chiunque siano poste. C'è da credere che additerà l'esempio di quei siciliani che nei secoli scorsi hanno raggiunto i vertici della santità per amore e quello di quanti si sono immolati ai nostri giorni per difendere la dignità di una popolazione vessata e vilipesa. Immancabile il riferimento a don Pino Puglisi. Tra l'altro in questi giorni a Palermo è stato messo a punto un appello, sottoscritto da diversi esponenti della comunità siciliana, per il riconoscimento del martirio del parroco assassinato. L'appello è stato letto venerdì pomeriggio a Palazzo delle Aquile e sarà consegnato al Papa nel corso della sua visita.
Benedetto XVI si rivolgerà ai giovani. Condividerà con loro ansie per un futuro che vedono incerto. In lui essi cercano il coraggio per restare ancora dalla parte della speranza, così come quindici anni fa aveva raccomandato Giovanni Paolo II quando disse «Cristo è il Dio della speranza, della novità, del futuro». Cercheranno la forza di mostrare al mondo degli adulti quanto la rinuncia alla speranza sia la più sottile e insidiosa tentazione del nostro tempo. (mario ponzi)

(©L'Osservatore Romano - 3 ottobre 2010)


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03/10/2010 15:22
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VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI A PALERMO IN OCCASIONE DEL RADUNO ECCLESIALE REGIONALE DELLE FAMIGLIE E DEI GIOVANI (3 OTTOBRE 2010) - I




INCONTRO CON LA CITTADINANZA AL FORO ITALICO


Alle ore 8.15 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI parte in aereo dall’aeroporto di Ciampino per la Visita Pastorale a Palermo, in occasione del Raduno ecclesiale regionale delle Famiglie e dei Giovani.

All’arrivo - previsto per le ore 9.15 - all’aeroporto "Falcone e Borsellino" a Punta Raisi nel comune di Cinisi, il Papa è accolto dall’Arcivescovo Metropolita di Palermo, S.E. Mons. Paolo Romeo, dall’Arcivescovo di Monreale, S.E. Mons. Salvatore Di Cristina e dall’ On. Angelino Alfano, Ministro della Giustizia, Rappresentante del Governo Italiano, insieme alle altre Autorità politiche, civili ed ecclesiastiche.

Il Santo Padre raggiunge Palermo in auto dove - al Foro Italico Umberto I - lo attendono i fedeli per la Celebrazione Eucaristica e riceve il saluto del Sindaco di Palermo, On. Diego Cammarata e dell’Arcivescovo Metropolita di Palermo, Presidente della Conferenza Episcopale Siciliana, S.E. Mons. Paolo Romeo.





CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA AL FORO ITALICO

Alle ore 10.30, al Foro Italico Umberto I di Palermo, il Papa presiede la Santa Messa nel corso della quale pronuncia l’omelia che riportiamo di seguito:

OMELIA DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle!

E’ grande la mia gioia nel poter spezzare con voi il pane della Parola di Dio e dell’Eucaristia. Vi saluto tutti con affetto e vi ringrazio per la vostra calorosa accoglienza! Saluto in particolare il vostro Pastore, l’Arcivescovo Mons. Paolo Romeo; lo ringrazio per le espressioni di benvenuto che ha voluto rivolgermi a nome di tutti, e anche per il significativo dono che mi offerto. Saluto anche gli Arcivescovi e i Vescovi presenti, i Sacerdoti, i Religiosi e le Religiose, i rappresentanti delle Associazioni e dei Movimenti ecclesiali. Rivolgo un deferente pensiero al Sindaco, On. Diego Cammarata, grato per il cortese indirizzo di saluto, al Rappresentante del Governo ed alle Autorità civili e militari, che con la loro presenza hanno voluto onorare questo nostro incontro. Un ringraziamento speciale a quanti hanno generosamente offerto la loro collaborazione per l’organizzazione e preparazione di questa giornata.

Cari amici! La mia Visita avviene in occasione di un importante raduno ecclesiale regionale dei giovani e delle famiglie, che incontrerò nel pomeriggio. Ma sono venuto anche per condividere con voi gioie e speranze, fatiche e impegni, ideali e aspirazioni di questa comunità diocesana. Quando gli antichi Greci approdarono in questa zona, come ha anche ricordato il Sindaco nel suo saluto, la chiamarono "Panormo", cioè "tutto porto": un nome che voleva indicare sicurezza, pace e serenità. Venendo per la prima volta fra di voi, il mio augurio è che veramente questa Città, ispirandosi ai valori più autentici della sua storia e della sua tradizione, sappia sempre realizzare per i suoi abitanti, come pure per l’intera Nazione, l’auspicio di serenità e di pace sintetizzato nel suo nome.

So che a Palermo, come anche in tutta la Sicilia, non mancano difficoltà, problemi e preoccupazioni: penso, in particolare, a quanti vivono concretamente la loro esistenza in condizioni di precarietà, a causa della mancanza del lavoro, dell’incertezza per il futuro, della sofferenza fisica e morale e, come ha ricordato l’Arcivescovo, a causa della criminalità organizzata. Oggi sono in mezzo a voi per testimoniare la mia vicinanza ed il mio ricordo nella preghiera. Sono qui per darvi un forte incoraggiamento a non aver paura di testimoniare con chiarezza i valori umani e cristiani, così profondamente radicati nella fede e nella storia di questo territorio e della sua popolazione.

Cari fratelli e sorelle, ogni assemblea liturgica è spazio della presenza di Dio. Riuniti per la santa Eucaristia, i discepoli del Signore sono immersi nel sacrificio redentore di Cristo, proclamano che Egli è risorto, è vivo e datore di vita, e testimoniano che la sua presenza è grazia, forza e gioia. Apriamo il cuore alla sua parola ed accogliamo il dono della sua presenza! Tutti i testi della liturgia di questa domenica ci parlano della fede, che è il fondamento di tutta la vita cristiana. Gesù ha educato i suoi discepoli a crescere nella fede, a credere e ad affidarsi sempre di più a Lui, per costruire sulla roccia la propria vita. Per questo essi gli chiedono: «Accresci in noi la fede» (Lc 17,6). E’ una bella domanda che rivolgono al Signore, è la domanda fondamentale: i discepoli non chiedono doni materiali, non chiedono privilegi, ma chiedono la grazia della fede, che orienti e illumini tutta la vita; chiedono la grazia di riconoscere Dio e di poter stare in relazione intima con Lui, ricevendo da Lui tutti i suoi doni, anche quelli del coraggio, dell’amore e della speranza.

Senza rispondere direttamente alla loro preghiera, Gesù ricorre ad un’immagine paradossale per esprimere l’incredibile vitalità della fede. Come una leva muove molto più del proprio peso, così la fede, anche un pizzico di fede, è in grado di compiere cose impensabili, straordinarie, come sradicare un grande albero e trapiantarlo nel mare (Ibid.). La fede - fidarci di Cristo, accoglierlo, lasciare che ci trasformi, seguirlo fino in fondo - rende possibili le cose umanamente impossibili, in ogni realtà. Ne dà testimonianza anche il profeta Abacuc nella prima lettura. Egli implora il Signore a partire da una situazione tremenda di violenza, d’iniquità e di oppressione; e proprio in questa situazione difficile e di insicurezza, il profeta introduce una visione che offre uno spaccato del progetto che Dio sta tracciando e sta attuando nella storia: «Soccombe colui che non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede» (Ab 2,4). L’empio, colui che non agisce secondo Dio, confida nel proprio potere, ma si appoggia su una realtà fragile e inconsistente, perciò si piegherà, è destinato a cadere; il giusto, invece, confida in una realtà nascosta ma solida, confida in Dio e per questo avrà la vita.

Nei secoli passati la Chiesa che è in Palermo è stata arricchita ed animata da una fede fervida, che ha trovato la sua più alta e riuscita espressione nei Santi e nelle Sante. Penso a santa Rosalia, che voi venerate e onorate e che, dal monte Pellegrino, veglia sulla vostra Città, di cui è Patrona. E penso ad altre due grandi sante della Sicilia, Agata e Lucia. Né va dimenticato come il vostro senso religioso abbia sempre ispirato e orientato la vita familiare, alimentando valori, quali la capacità di donazione e di solidarietà verso gli altri, specialmente i sofferenti, e l’innato rispetto per la vita, che costituiscono una preziosa eredità da custodire gelosamente e da rilanciare ancor più ai nostri giorni. Cari amici, conservate questo prezioso tesoro di fede della vostra Chiesa; siano sempre i valori cristiani a guidare le vostre scelte e le vostre azioni!

La seconda parte del Vangelo odierno presenta un altro insegnamento, un insegnamento di umiltà, che tuttavia è strettamente legato alla fede. Gesù ci invita ad essere umili e porta l’esempio di un servo che ha lavorato nei campi. Quando torna a casa, il padrone gli chiede ancora di lavorare. Secondo la mentalità del tempo di Gesù, il padrone aveva tutto il diritto di farlo. Il servo doveva al padrone una disponibilità completa; e il padrone non si riteneva obbligato verso di lui perché aveva eseguito gli ordini ricevuti. Gesù ci fa prendere coscienza che, di fronte a Dio, ci troviamo in una situazione simile: siamo servi di Dio; non siamo creditori nei suoi confronti, ma siamo sempre debitori, perché dobbiamo a Lui tutto, perché tutto è suo dono. Accettare e fare la sua volontà è l’atteggiamento da avere ogni giorno, in ogni momento della nostra vita. Davanti a Dio non dobbiamo mai presentarci come chi crede di aver reso un servizio e di meritare una grande ricompensa. Questa è un’illusione che può nascere in tutti, anche nelle persone che lavorano molto al servizio del Signore, nella Chiesa. Dobbiamo, invece, essere consapevoli che, in realtà, non facciamo mai abbastanza per Dio. Dobbiamo dire, come ci suggerisce Gesù: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare» (Lc 17,10). Questo è un atteggiamento di umiltà che ci mette veramente al nostro posto e permette al Signore di essere molto generoso con noi. Infatti, in un altro brano del Vangelo egli ci promette che «si cingerà le sue vesti, ci farà mettere a tavola e passerà a servirci» (cfr Lc 12,37). Cari amici, se faremo ogni giorno la volontà di Dio, con umiltà, senza pretendere nulla da Lui, sarà Gesù stesso a servirci, ad aiutarci, ad incoraggiarci, a donarci forza e serenità.

Anche l’apostolo Paolo, nella seconda lettura odierna, parla della fede. Timoteo è invitato ad avere fede e, per mezzo di essa, ad esercitare la carità. Il discepolo viene esortato a ravvivare nella fede anche il dono di Dio che è in lui per l’imposizione delle mani di Paolo, cioè il dono dell’Ordinazione, ricevuto per svolgere il ministero apostolico come collaboratore di Paolo (cfr 2Tm 1,6). Egli non deve lasciar spegnere questo dono, ma deve renderlo sempre più vivo per mezzo della fede. E l’Apostolo aggiunge: «Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza» ( v. 7).

Cari Palermitani e cari Siciliani! La vostra bella Isola è stata tra le prime regioni d’Italia ad accogliere la fede degli Apostoli, a ricevere l’annunzio della Parola di Dio, ad aderire alla fede in modo così generoso che, anche in mezzo a difficoltà e persecuzioni, è sempre germogliato in essa il fiore della santità. La Sicilia è stata ed è terra di santi, appartenenti ad ogni condizione di vita, che hanno vissuto il Vangelo con semplicità ed integralità. A voi, fedeli laici, ripeto: non abbiate timore di vivere e testimoniare la fede nei vari ambiti della società, nelle molteplici situazioni dell’esistenza umana, soprattutto in quelle difficili! La fede vi dona la forza di Dio per essere sempre fiduciosi e coraggiosi, per andare avanti con nuova decisione, per prendere le iniziative necessarie a dare un volto sempre più bello alla vostra terra. E quando incontrate l’opposizione del mondo, sentite le parole dell’Apostolo: «Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro» (v. 8). Ci si deve vergognare del male, di ciò che offende Dio, di ciò che offende l’uomo; ci si deve vergognare del male che si arreca alla Comunità civile e religiosa con azioni che non amano venire alla luce! La tentazione dello scoraggiamento, della rassegnazione, viene a chi è debole nella fede, a chi confonde il male con il bene, a chi pensa che davanti al male, spesso profondo, non ci sia nulla da fare. Invece, chi è saldamente fondato sulla fede, chi ha piena fiducia in Dio e vive nella Chiesa, è capace di portare la forza dirompente del Vangelo. Così si sono comportati i Santi e le Sante, fioriti, nel corso dei secoli, a Palermo e in tutta la Sicilia, come pure laici e sacerdoti di oggi a voi ben noti, come, ad esempio, Don Pino Puglisi. Siano essi a custodirvi sempre uniti e ad alimentare in ciascuno il desiderio di proclamare, con le parole e con le opere, la presenza e l’amore di Cristo. Popolo di Sicilia, guarda con speranza al tuo futuro! Fa’ emergere in tutta la sua luce il bene che vuoi, che cerchi e che hai! Vivi con coraggio i valori del Vangelo per far risplendere la luce del bene! Con la forza di Dio tutto è possibile! La Madre di Cristo, la Vergine Odigitria da voi tanto venerata, vi assista e vi conduca alla profonda conoscenza del suo Figlio. Amen!













VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI A PALERMO IN OCCASIONE DEL RADUNO ECCLESIALE REGIONALE DELLE FAMIGLIE E DEI GIOVANI (3 OTTOBRE 2010) - II


RECITA DELL’ANGELUS AL FORO ITALICO


Al termine della Celebrazione Eucaristica al Foro Italico a Palermo, il Papa introduce la preghiera mariana dell’Angelus con le seguenti parole:

PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

In questo momento di profonda comunione con Cristo, presente e vivo in mezzo a noi e in noi, è bello, come famiglia ecclesiale, rivolgerci in preghiera alla sua e nostra Madre, Maria Santissima Immacolata. La Sicilia è costellata di Santuari mariani, e da questo luogo, mi sento spiritualmente al centro di questa "rete" di devozione, che congiunge tutte le città e tutti i paesi dell’Isola.

Alla Vergine Maria desidero affidare tutto il popolo di Dio che vive in questa amata terra. Sostenga le famiglie nell’amore e nell’impegno educativo; renda fecondi i germi di vocazione che Dio semina largamente tra i giovani; infonda coraggio nelle prove, speranza nelle difficoltà, rinnovato slancio nel compiere il bene. La Madonna conforti i malati e tutti i sofferenti, e aiuti le comunità cristiane affinché nessuno in esse sia emarginato o bisognoso, ma ciascuno, specialmente i più piccoli e deboli, si senta accolto e valorizzato.

Maria è il modello della vita cristiana. A Lei chiedo soprattutto di farvi camminare spediti e gioiosi sulla via della santità, sulle orme di tanti luminosi testimoni di Cristo, figli della terra siciliana. In questo contesto desidero ricordare che oggi, a Parma, è proclamata beata Anna Maria Adorni, che nel secolo XIX fu sposa e madre esemplare e poi, rimasta vedova, si dedicò alla carità verso le donne carcerate e in difficoltà, per il cui servizio fondò due Istituti religiosi. Madre Adorni, a motivo della sua costante preghiera, veniva chiamata "Rosario vivente". Mi piace rilevarlo all’inizio del mese dedicato al santo Rosario. La quotidiana meditazione dei misteri di Cristo in unione con Maria, Vergine orante, ci fortifichi tutti nella fede, nella speranza e nella carità.

Angelus Domini…


Conclusa la Santa Messa, il Papa raggiunge in auto il Palazzo Arcivescovile di Palermo per il pranzo con i Vescovi Siciliani e per una sosta di riposo.

Alle 16.30, prima di lasciare il Palazzo Arcivescovile, il Santo Padre saluta gli Organizzatori della Visita pastorale nel Salone del Palazzo.

Al termine il Papa esce dal Palazzo Arcivescovile e raggiunge a piedi la Cattedrale, dedicata alla Vergine Assunta, per l’Incontro con i Sacerdoti, i Religiosi, le Religiose e i Seminaristi. All’ingresso della Cattedrale il Santo Padre è accolto dai Membri del Capitolo.








Benedetto XVI: l'umiltà, chiave per ricevere le grazie di Dio
Omelia al Foro Italico Umberto I di Palermo


PALERMO, domenica, 3 ottobre 2010 (ZENIT.org).- Se ci si accosta a Dio con umiltà, sarà Egli stesso a servirci.

Benedetto XVI lo ha affermato questa domenica mattina presiedendo la celebrazione eucaristica al Foro Italico Umberto I di Palermo durante la sua visita pastorale nel capoluogo siciliano in occasione del Raduno ecclesiale regionale delle Famiglie e dei Giovani.

Gesù, ha spiegato, ci fa prendere coscienza che “siamo servi di Dio”, che “non siamo creditori nei suoi confronti, ma siamo sempre debitori, perché dobbiamo a Lui tutto, perché tutto è suo dono”.

“Accettare e fare la sua volontà è l’atteggiamento da avere ogni giorno, in ogni momento della nostra vita”, ha avvertito.

“Davanti a Dio non dobbiamo mai presentarci come chi crede di aver reso un servizio e di meritare una grande ricompensa. Questa è un’illusione che può nascere in tutti, anche nelle persone che lavorano molto al servizio del Signore, nella Chiesa. Dobbiamo, invece, essere consapevoli che, in realtà, non facciamo mai abbastanza per Dio”.

“Se faremo ogni giorno la volontà di Dio, con umiltà, senza pretendere nulla da Lui, sarà Gesù stesso a servirci, ad aiutarci, ad incoraggiarci, a donarci forza e serenità”.

Accrescere la fede

L'umiltà, ha proseguito il Papa, consiste anche nell'essere consapevoli della necessità di approfondire sempre il rapporto con il Signore.

“Gesù ha educato i suoi discepoli a crescere nella fede, a credere e ad affidarsi sempre di più a Lui, per costruire sulla roccia la propria vita. Per questo essi gli chiedono: 'Accresci in noi la fede'”, ha sottolineato citando il Vangelo del giorno (Lc 17, 5-10).

“E’ la domanda fondamentale: i discepoli non chiedono doni materiali, non chiedono privilegi, ma chiedono la grazia della fede, che orienti e illumini tutta la vita; chiedono la grazia di riconoscere Dio e di poter stare in relazione intima con Lui, ricevendo da Lui tutti i suoi doni, anche quelli del coraggio, dell’amore e della speranza”.

La fede, ha proseguito il Pontefice, ha un'“incredibile vitalità”.

“Come una leva muove molto più del proprio peso, così la fede, anche un pizzico di fede, è in grado di compiere cose impensabili, straordinarie, come sradicare un grande albero e trapiantarlo nel mare”.

“Fidarci di Cristo, accoglierlo, lasciare che ci trasformi, seguirlo fino in fondo” “rende possibili le cose umanamente impossibili, in ogni realtà”.

“L’empio, colui che non agisce secondo Dio, confida nel proprio potere, ma si appoggia su una realtà fragile e inconsistente, perciò si piegherà, è destinato a cadere; il giusto, invece, confida in una realtà nascosta ma solida, confida in Dio e per questo avrà la vita”.

Incoraggiamento

Il Papa si è quindi detto consapevole del fatto che “a Palermo, come anche in tutta la Sicilia, non mancano difficoltà, problemi e preoccupazioni”.

A questo proposito, si è riferito in particolare “a quanti vivono concretamente la loro esistenza in condizioni di precarietà, a causa della mancanza del lavoro, dell’incertezza per il futuro, della sofferenza fisica e morale” e “della criminalità organizzata”.

“Oggi sono in mezzo a voi per testimoniare la mia vicinanza ed il mio ricordo nella preghiera – ha affermato –. Sono qui per darvi un forte incoraggiamento a non aver paura di testimoniare con chiarezza i valori umani e cristiani, così profondamente radicati nella fede e nella storia di questo territorio e della sua popolazione”.

Il Pontefice ha infatti ricordato che “nei secoli passati la Chiesa che è in Palermo è stata arricchita ed animata da una fede fervida, che ha trovato la sua più alta e riuscita espressione nei Santi e nelle Sante”, e ha esortato a non dimenticare come il senso religioso locale “abbia sempre ispirato e orientato la vita familiare, alimentando valori, quali la capacità di donazione e di solidarietà verso gli altri, specialmente i sofferenti, e l’innato rispetto per la vita, che costituiscono una preziosa eredità da custodire gelosamente e da rilanciare ancor più ai nostri giorni”.

“Cari amici, conservate questo prezioso tesoro di fede della vostra Chiesa; siano sempre i valori cristiani a guidare le vostre scelte e le vostre azioni!”, ha esortato i presenti.

Nel suo saluto al Papa, anche il Sindaco di Palermo, Diego Cammarata, ha sottolineato come la città e tutta la terra siciliana vivano ancora “tante sofferenze”, ma ha segnalato che il “patrimonio di fede” “sa infondere coraggio e speranza”.

“Palermo continua a credere”, “ciascuno di noi è pronto a dare il proprio contributo”, ha aggiunto donando al Pontefice il carro di Santa Rosalia, patrona della città.

L'Arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, ha ringraziato dal canto suo il Pontefice per la sua “dottrina luminosa e ispirata che conferma e amplia lo sguardo della fede”.

Pur tra le difficoltà della regione, che a volte rappresentano un “humus” di cui la criminalità organizzata approfitta facilmente, il presule ha ricordato che i fedeli sono pronti a seguire le parole del Papa, forza che fa “guardare al futuro con occhi nuovi e pieni di speranza”.









Il Papa ai laici: “Non abbiate timore di vivere e testimoniare la fede!”
Nell'omelia pronunciata a Palermo




PALERMO, domenica, 3 ottobre 2010 (ZENIT.org).- Non avere paura di vivere e testimoniare la fede è l'invito che Papa Benedetto XVI ha rivolto questa domenica mattina alle migliaia di persone accorse al Foro Italico Umberto I di Palermo, città a cui il Pontefice ha voluto dedicare una visita pastorale in occasione del Raduno ecclesiale regionale delle Famiglie e dei Giovani.

Il Pontefice è giunto sul luogo della celebrazione sulla papamobile fendendo la folla che lo salutava e lo applaudiva sventolando bandiere in una splendida mattinata di sole.

“Cari Palermitani e cari Siciliani! - ha esclamato nella sua omelia - La vostra bella Isola è stata tra le prime regioni d’Italia ad accogliere la fede degli Apostoli, a ricevere l’annunzio della Parola di Dio, ad aderire alla fede in modo così generoso che, anche in mezzo a difficoltà e persecuzioni, è sempre germogliato in essa il fiore della santità”.

“La Sicilia è stata ed è terra di santi, appartenenti ad ogni condizione di vita, che hanno vissuto il Vangelo con semplicità ed integralità”.

“A voi, fedeli laici, ripeto: non abbiate timore di vivere e testimoniare la fede nei vari ambiti della società, nelle molteplici situazioni dell’esistenza umana, soprattutto in quelle difficili! La fede vi dona la forza di Dio per essere sempre fiduciosi e coraggiosi, per andare avanti con nuova decisione, per prendere le iniziative necessarie a dare un volto sempre più bello alla vostra terra”.

Quando si incontra “l’opposizione del mondo”, ha commentato il Santo Padre, bisogna ricordare le parole che San Paolo ha rivolto a Timoteo, tratte dalla seconda lettura del giorno (2 Tm 1, 6-8; 13-14): “Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro”.

“Ci si deve vergognare del male, di ciò che offende Dio, di ciò che offende l’uomo; ci si deve vergognare del male che si arreca alla Comunità civile e religiosa con azioni che non amano venire alla luce!”, ha dichiarato il Papa.

“La tentazione dello scoraggiamento, della rassegnazione, viene a chi è debole nella fede, a chi confonde il male con il bene, a chi pensa che davanti al male, spesso profondo, non ci sia nulla da fare”.

Chi invece è “saldamente fondato sulla fede”, chi “ha piena fiducia in Dio e vive nella Chiesa”, “è capace di portare la forza dirompente del Vangelo”.

A questo proposito, il Pontefice ha ricordato “i Santi e le Sante, fioriti, nel corso dei secoli, a Palermo e in tutta la Sicilia”, come Santa Rosalia, patrona del capoluogo siciliano.

Questo, ha aggiunto, è anche l'esempio lasciato ai fedeli da laici e sacerdoti come don Pino Puglisi, assassinato dalla mafia nel 1993.

“Siano essi a custodirvi sempre uniti e ad alimentare in ciascuno il desiderio di proclamare, con le parole e con le opere, la presenza e l’amore di Cristo”, ha augurato Benedetto XVI.

“Popolo di Sicilia, guarda con speranza al tuo futuro! Fa’ emergere in tutta la sua luce il bene che vuoi, che cerchi e che hai! Vivi con coraggio i valori del Vangelo per far risplendere la luce del bene! Con la forza di Dio tutto è possibile!”.










Benedetto XVI: Maria, modello della vita cristiana
Intervento in occasione dell'Angelus a Palermo




PALERMO, domenica, 3 ottobre 2010 (ZENIT.org).- “Maria è il modello della vita cristiana”, ha ricordato Benedetto XVI questa domenica nel suo intervento in occasione dell'Angelus domenicale.

Il Pontefice si è rivolto ai fedeli e ai pellegrini che si erano riuniti nel Foro Italico di Palermo per la celebrazione eucaristica in occasione della sua visita pastorale nel capoluogo siciliano, affidando alla Vergine Maria “tutto il popolo di Dio che vive in questa amata terra”, “costellata di Santuari mariani”.

“La Madonna conforti i malati e tutti i sofferenti, e aiuti le comunità cristiane affinché nessuno in esse sia emarginato o bisognoso, ma ciascuno, specialmente i più piccoli e deboli, si senta accolto e valorizzato”, ha auspicato.

“Sostenga le famiglie nell’amore e nell’impegno educativo; renda fecondi i germi di vocazione che Dio semina largamente tra i giovani; infonda coraggio nelle prove, speranza nelle difficoltà, rinnovato slancio nel compiere il bene”.

“Maria è il modello della vita cristiana”, ha sottolineato il Vescovo di Roma. “A Lei chiedo soprattutto di farvi camminare spediti e gioiosi sulla via della santità, sulle orme di tanti luminosi testimoni di Cristo, figli della terra siciliana”.

In questo contesto, ha ricordato che questa domenica a Parma viene proclamata beata Anna Maria Adorni, “che nel secolo XIX fu sposa e madre esemplare e poi, rimasta vedova, si dedicò alla carità verso le donne carcerate e in difficoltà, per il cui servizio fondò due Istituti religiosi”.

“Madre Adorni, a motivo della sua costante preghiera, veniva chiamata 'Rosario vivente'”.

“Mi piace rilevarlo all’inizio del mese dedicato al santo Rosario”, ha concluso il Pontefice, augurandosi che “la quotidiana meditazione dei misteri di Cristo in unione con Maria, Vergine orante, ci fortifichi tutti nella fede, nella speranza e nella carità”.

03/10/2010 17:49
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Il Papa per la prima volta a Palermo

Benedetto XVI è arrivato Palermo: l'Airbus A319 messo a disposizione dalla Presidenza del Consiglio e' partito alle 08:31 dall'aeroporto militare di Ciampino. Il Pontefice e' stato accolto dal presidente del Senato Renato Schifani, dall'arcivescovo di Palermo Paolo Romeo e dalle autorita' locali

Oltre centomila i fedeli in festa che si sono radunati al Foro italico, dove intorno alle 10 arrivera' Benedetto XVI per l'Angelus e la Santa Messa.
Centinaia di pullman hanno invaso le aree di sosta create per l'evento religioso.
Migliaia di giovani hanno trascorso la notte nei sacchi a pelo nelle chiese e nelle parrocchie, aperte dai sacerdoti per accogiere i fedeli.
Sono 32 i cardinali e vescovi giunti dalle 18 diocesi dell'isola concelebranti, 700 i sacerdoti, 100 i diaconi, 250 i coristi Schola cantorum, 10 gli orchestrali, mille i coristi dell'assemblea, 300 i ministri straordinari dell'Eucaristica, 300 gli accompagnatori dei ministri straordinari, 2 mila volontari. Gli occhi di tutti sono rivolti al grande altare posto nel cuore di una grande struttura
semplice e avveniristica, dove domina il colore argento, mentre nell'aria si diffondono le note dei canti.

Il programma della giornata

Alle 10:30 la messa, seguita dall'Angelus, poi il pranzo con i vescovi, e l'incontro in Cattedrale alle 17.
L'incontro con i giovani e' in programma per le 18.
Alle 19:15 il pontefice ripartira' in aereo alla volta di Roma-Ciampino.

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PAPA: MANCANZA LAVORO E CRIMINALITA' MALI DELLA SICILIA

Salvatore Izzo

(AGI) - Palermo, 3 ott.

"A Palermo, come anche in tutta la Sicilia, non mancano difficolta', problemi e preoccupazioni: penso, in particolare, a quanti vivono concretamente la loro esistenza in condizioni di precarieta', a causa della mancanza del lavoro, dell'incertezza per il futuro, della sofferenza fisica e morale ed a causa della criminalita' organizzata".
Lo ha detto Benedetto XVI nell'omelia pronunciata questa mattina al Foro Italico.
"Oggi - ha affermato Rtazinger - sono in mezzo a voi per testimoniare la mia vicinanza ed il mio ricordo nella preghiera. Sono qui per darvi un forte incoraggiamento a non aver paura di testimoniare con chiarezza i valori umani e cristiani, cosi' profondamente radicati nella fede e nella storia di questo territorio e della sua popolazione".
"Venendo per la prima volta fra di voi, il mio augurio - ha aggiunto - e' che veramente questa Citta', ispirandosi ai valori piu' autentici della sua storia e della sua tradizione, sappia sempre realizzare per i suoi abitanti, come pure per l'intera Nazione, l'auspicio di serenita' e di pace sintetizzato nel suo nome". Il nome Palermo, infatti, deriva da "Panormo", cioe' "tutto porto". "Un nome - ha sottolineato Ratzinger - che voleva indicare sicurezza, pace e serenita'". "La mia visita - ha continuato - avviene in occasione di un importante raduno ecclesiale regionale dei giovani e delle famiglie, che incontrero' nel pomeriggio. Ma sono venuto anche per condividere con voi gioie e speranze, fatiche e impegni, ideali e aspirazioni di questa comunita' diocesana".

© Copyright (AGI)

PAPA: CI SI DEVE VERGOGNARE DEL MALE COMPIUTO

Salvatore Izzo

(AGI) - Palermo, 3 ott.

"Ci si deve vergognare del male, di cio' che offende Dio, di cio' che offende l'uomo; ci si deve vergognare del male che si arreca alla Comunita' civile e religiosa con azioni che non amano venire alla luce".
Lo ha affermato Benedetto XVI nell'omelia della grande messa celebrata al Foro Italico di Palermo.
"Quando incontrate l'opposizione del mondo - ha chiesto il Pontefice rivolto ai 100 mila fedeli presenti - sentite le parole dell'Apostolo: 'Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro'". Mentre la fede, ha ricordato Papa Ratzinger, "rende possibili le cose umanamente impossibili, in ogni realta'", la Bibbia ci mostra che "l'empio, colui che non agisce secondo Dio, confida nel proprio potere, ma si appoggia su una realta' fragile e inconsistente, percio' si pieghera', e' destinato a cadere; il giusto, invece, confida in una realta' nascosta ma solida, confida in Dio e per questo avra' la vita".

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PAPA: POPOLO DI SICILIA GUARDI CON SPERANZA AL FUTURO

Salvatore Izzo

(AGI) - Palermo, 3 ott.

"Popolo di Sicilia, guarda con speranza al tuo futuro! Fa' emergere in tutta la sua luce il bene che vuoi, che cerchi e che hai! Vivi con coraggio i valori del Vangelo per far risplendere la luce del bene! Con la forza di Dio tutto e' possibile!".
Questa l'invocazione che Benedetto XVI ha rivolto ai 100 mila che hanno partecipato alla grande messa celebrata con tutti i vescovi della Sicilia al Foro Italico di Palermo. "A voi fedeli laici - ha scandito Ratzinger - ripeto: non abbiate timore di vivere e
testimoniare la fede nei vari ambiti della societa', nelle molteplici situazioni dell'esistenza umana, soprattutto in quelle difficili! La fede vi dona la forza di Dio per essere sempre fiduciosi e coraggiosi, per andare avanti con nuova decisione, per prendere le iniziative necessarie a dare un volto sempre piu' bello alla vostra terra".
"Come una leva muove molto piu' del proprio peso, cosi' la fede, anche un pizzico di fede, e' in grado di compiere cose impensabili, straordinarie, come sradicare un grande albero e trapiantarlo nel mare", ha assicurato.
"Cari Palermitani e cari Siciliani, la vostra bella Isola - ha ricordato il Papa teologo nella sua omelia - e' stata tra le prime regioni d'Italia ad accogliere la fede degli Apostoli, a ricevere l'annunzio della Parola di Dio, ad aderire alla fede in modo cosi' generoso che, anche in mezzo a difficolta' e persecuzioni, e' sempre germogliato in essa il fiore della santita'. La Sicilia e' stata ed e' terra di santi, appartenenti ad ogni condizione di vita, che hanno vissuto il Vangelo con semplicita' ed integralita'". Cosi' la Chiesa locale "e' stata arricchita ed animata da una fede fervida, che ha trovato la sua piu' alta e riuscita espressione nei Santi e nelle Sante". "Penso - ha elencato Ratzinger - a santa Rosalia, che voi venerate e onorate e che, dal monte Pellegrino, veglia sulla vostra Citta', di cui e' Patrona. Ne' va dimenticato come il vostro senso religioso abbia sempre ispirato e orientato la vita familiare, alimentando valori, quali la capacita' di donazione e di solidarieta' verso gli altri, specialmente i sofferenti, e l'innato rispetto per la vita, che costituiscono una preziosa eredita' da custodire gelosamente e da rilanciare ancor piu' ai nostri giorni". "Cari amici - ha concluso il Pontefice - conservate questo prezioso tesoro di fede della vostra Chiesa; siano sempre i valori cristiani a guidare le vostre scelte e le vostre azioni".

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Papa a Palermo/ In 250 mila alla Messa al Foro Italico

Benedetto XVI a pranzo al palazzo arcivescovile

Sono stati 250mila, secondo la Questura di Palermo, i fedeli che hanno assistito alla Messa officiata stamani da Benedetto XVI al Foro Italico. Il Pontefice adesso sta raggiungendo in papamobile il palazzo arcivescovile dove pranzerà con una quarantina di prelati. Oggi pomeriggio in cattedrale incontrerà il clero siciliano, e quindi alle 18 a piazza Politeama abbraccerà i giovani venuti da tutta l'isola.

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Palermo, in 250 mila alla messa del Papa

La partecipazione della gente è stata massiccia, oltre le previsioni. Per evitare la calca le persone si sono distribuite lungo il tragitto percorso in papamobile dal Santo Padre

PALERMO. Sono oltre 250 mila secondo gli organizzatori, confortati anche dalle stime della questura, le persone che hanno assistito alla messa del Papa al Foro Italico e che si trovano in strada a Palermo per partecipare all'evento religioso. La partecipazione della gente è stata massiccia, aldilà delle previsioni. Il dato delle 30 mila presenze fornito subito dopo l'arrivo del Papa si è via via allargato. Per evitare la calca, la gente si è distribuita lungo il tragitto percorso in papamobile dal Santo Padre fino al Foro Italico per la messa. La gente, tante famiglie con bambini, sta aspettando in corso Vittorio Emanuele il passaggio del Pontefice che da qui raggiungerà il Palazzo arcivescovile per il pranzo con i vescovi.

Il Giornale di Sicilia

www.gds.it/gds/sezioni/cronache/dettaglio/articolo/gdsid...


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PAPA: RICORDA PUGLISI,NO A SCORAGGIAMENTO E RASSEGNAZIONE

Salvatore Izzo

(AGI) - Palermo, 3 ott.

"La tentazione dello scoraggiamento, della rassegnazione, viene a chi e' debole nella fede, a chi confonde il male con il bene, a chi pensa che davanti al male, spesso profondo, non ci sia nulla da fare. Invece, chi e' saldamente fondato sulla fede, chi ha piena fiducia in Dio e vive nella Chiesa, e' capace di portare la forza dirompente del Vangelo".
Lo ha ricordato Benedetto XVI dopo aver elencato i problemi che affliggono Palermo e la Sicilia nell'omelia della grande messa celebrata al Foro Italico.
"Cosi' - ha spiegato - si sono comportati i Santi e le Sante, fioriti, nel corso dei secoli, a Palermo e in tutta la Sicilia, come pure laici e sacerdoti di oggi a voi ben noti, come, ad esempio, don Pino Puglisi".
"Siano essi - ha esortato il Pontefice rivolto ai 100 mila fedeli presenti - a custodirvi sempre uniti e ad alimentare in ciascuno il desiderio di proclamare, con le parole e con le opere, la presenza e l'amore di Cristo".

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PAPA: CREDENTI SIANO UMILI MA NON TIMIDI

Salvatore Izzo

(AGI) - Palermo, 3 ott.

Nel Vangelo "Gesu' ci invita ad essere umili" ma non ci ha chiesto di essere timidi. Lo ha ricordato il Papa nell'omelia della grande messa celebrata per 100 mila fedeli al Foro Italico di Palermo. "Cari amici - ha detto - se faremo ogni giorno la volonta' di Dio, con umilta', senza pretendere nulla da Lui, sara' Gesu' stesso a servirci, ad aiutarci, ad incoraggiarci, a donarci forza e serenita'". Il credente pero', come insegna San Paolo, "non deve lasciar spegnere questo dono, ma deve renderlo sempre piu' vivo per mezzo della fede, 'Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carita' e di prudenza".
"Davanti a Dio - ha poi aggiunto il Papa teologo - non dobbiamo mai presentarci come chi crede di aver reso un servizio e di meritare una grande ricompensa". Secondo Benedetto XVI, "questa e' un'illusione che puo' nascere in tutti, anche nelle persone che lavorano molto al servizio del Signore, nella Chiesa. Dobbiamo, invece, essere consapevoli che, in realta', non facciamo mai abbastanza per Dio. Dobbiamo dire, come ci suggerisce Gesu': 'Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare'". "Questo - ha affermato Ratzinger - e' un atteggiamento di umilta' che ci mette veramente al nostro posto e permette al Signore di essere molto generoso con noi". "Ci promette - infatti - che 'si cingera' le sue vesti, ci fara' mettere a tavola e passera' a servirci'".

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PAPA:CHI FA IL MALE SI VERGOGNI; E ESALTA PUGLISI

(AGI) - Palermo, 3 ott.

(di Salvatore Izzo)

"Ci si deve vergognare del male, di cio' che offende Dio, di cio' che offende l'uomo; ci si deve vergognare del male che si arreca alla Comunita' civile e religiosa con azioni che non amano venire alla luce".
Nell'omelia della grande messa celebrata al Foro Italico di Palermo, Benedetto XVI fa suo con queste parole il grido accorato di Giovanni Paolo II che ad Agrigento il 9 maggio 1993 si rivolse agli uomini della mafia: "nel nome di Cristo, crocifisso e risorto, che e' Via, Verita' e Vita convertitevi, un giorno arrivera' il giudizio di Dio".La Bibbia, ricorda, ci mostra che "l'esempio, colui che non agisce secondo Dio, confida nel proprio potere, ma si appoggia su una realta' fragile e inconsistente, percio' si pieghera', e' destinato a cadere; il giusto, invece, confida in una realta' nascosta ma solida, confida in Dio e per questo avra' la vita".
"A Palermo, come anche in tutta la Sicilia, non mancano - rileva il Pontefice - difficolta', problemi e preoccupazioni: penso, in particolare, a quanti vivono concretamente la loro esistenza in condizioni di precarieta', a causa della mancanza del lavoro, dell'incertezza per il futuro, della sofferenza fisica e morale ed a causa della criminalita' organizzata". Ma davanti a questa situazione umanamente disperante, non ci si deve far vincere dal peso dei problemi.
"La tentazione dello scoraggiamento, della rassegnazione, viene - denuncia il Papa teologo - a chi e' debole nella fede, a chi confonde il male con il bene, a chi pensa che davanti al male, spesso profondo, non ci sia nulla da fare. Invece, chi e' saldamente fondato sulla fede, chi ha piena fiducia in Dio e vive nella Chiesa, e' capace di portare la forza dirompente del Vangelo". "Gesu' - scandisce il Ponteficeci invita ad essere umili", ma non ci ha chiesto di essere timidi: "Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carita' e di prudenza". Osiamo, dunque. "Cosi' - spiega - si sono comportati i Santi e le Sante, fioriti, nel corso dei secoli a Palermo e in tutta la Sicilia, come pure laici e sacerdoti di oggi a voi ben noti, come, ad esempio, don Pino Puglisi".
"Quando incontrate l'opposizione del mondo - chiede il Pontefice rivolto ai 100 mila fedeli presenti - sentite le parole dell'Apostolo: 'Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro'". Non dimentichiamo mai che la fede, "rende possibili le cose umanamente impossibili, in ogni realta'".
"Popolo di Sicilia - esorta Ratzinger - guarda con speranza al tuo futuro! Fa' emergere in tutta la sua luce il bene che vuoi, che cerchi e che hai! Vivi con coraggio i valori del Vangelo per far risplendere la luce del bene! Con la forza di Dio tutto e' possibile!". "A voi fedeli laici - insiste - ripeto: non abbiate timore di vivere e testimoniare la fede nei vari ambiti della societa', nelle molteplici situazioni dell'esistenza umana, soprattutto in quelle difficili. La fede vi dona la forza di Dio per essere sempre fiduciosi e coraggiosi, per andare avanti con nuova decisione, per prendere le iniziative necessarie a dare un volto sempre piu' bello alla vostra terra". "Come una leva muove molto piu' del proprio peso, cosi' la fede, anche un pizzico di fede, e' in grado di compiere cose impensabili, straordinarie, come sradicare un grande albero e trapiantarlo nel mare".
"Cari palermitani e cari siciliani, la vostra bella Isola - ricorda Ratzinger nella sua omelia - e' stata tra le prime regioni d'Italia ad accogliere la fede degli Apostoli, a ricevere l'annunzio della Parola di Dio, ad aderire alla fede in modo cosi' generoso che, anche in mezzo a difficolta' e persecuzioni, e' sempre germogliato in essa il fiore della santita'. La Sicilia e' stata ed e' terra di santi, appartenenti ad ogni condizione di vita, che hanno vissuto il Vangelo con semplicita' ed integralita'".
Cosi' la Chiesa locale "e' stata arricchita ed animata da una fede fervida, che ha trovato la sua piu' alta e riuscita espressione nei Santi e nelle Sante". "Penso - continua Benedetto XVI - a santa Rosalia, che voi venerate e onorate e che, dal monte Pellegrino, veglia sulla vostra Citta', di cui e' Patrona.
Ne' va dimenticato come il vostro senso religioso abbia sempre ispirato e orientato la vita familiare, alimentando valori, quali la capacita' di donazione e di solidarieta' verso gli altri, specialmente i sofferenti, e l'innato rispetto per la vita, che costituiscono una preziosa eredita' da custodire gelosamente e da rilanciare ancor piu' ai nostri giorni". "Cari amici - conclude infine il Papa - conservate questo prezioso tesoro di fede della vostra Chiesa; siano sempre i valori cristiani a guidare le vostre scelte e le vostre azioni".

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RICORDA BEATIFICAZIONE ADORNI, PRIMA MAMMA E POI SUORA

Salvatore Izzo

(AGI) - Palermo, 3 ott.

Prima della preghiera dell'Angelus, il Papa ha rivolto il suo pensiero dal Foro Italico di Palermo a Parma, dove, ha detto, viene proclamata beata Anna Maria Adorni, che nel secolo XIX fu sposa e madre esemplare e poi, rimasta vedova, si dedico' alla carita' verso le donne carcerate e in difficolta', per il cui servizio fondo' due Istituti religiosi.
Madre Adorni, a motivo della sua costante preghiera, veniva chiamata Rosario vivente". "Mi piace - ha concluso - rilevarlo all'inizio del mese dedicato al santo Rosario. La quotidiana meditazione dei misteri di Cristo in unione con Maria, Vergine orante, ci fortifichi tutti nella fede, nella speranza e nella carita'".

© Copyright (AGI)

PAPA: VERGINE PROTEGGA LA SICILIA E LA AIUTI A RINNOVARSI

Salvatore Izzo

(AGI) - Palermo, 3 ott.

"Alla Vergine Maria desidero affidare tutto il popolo di Dio che vive in questa amata terra. Sostenga le famiglie nell'amore e nell'impegno educativo; renda fecondi i germi di vocazione che Dio semina largamente tra i giovani; infonda coraggio nelle prove, speranza nelle difficolta', rinnovato slancio nel compiere il bene".
Lo ha detto il Papa al termine della messa al Foro Italico, ricordando che "la Sicilia e' costellata di Santuari mariani",una "rete di devozione, che congiunge tutte le citta' e tutti i paesi dell'Isola".
"La Madonna - ha invocato - conforti i malati e tutti i sofferenti, e aiuti le comunita' cristiane affinche' nessuno in esse sia emarginato o bisognoso, ma ciascuno, specialmente i piu' piccoli e deboli, si senta accolto e valorizzato".
Per il Papa teologo, "Maria e' il modello della vita cristiana". "A Lei - ha conclusdo rivolto ai 100 mila fedeli presenti - chiedo soprattutto di farvi camminare spediti e gioiosi sulla via della santita', sulle orme di tanti luminosi testimoni di Cristo, figli della terra siciliana".

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L'omaggio del Papa a Falcone

Il pontefice diretto in aeroporto ha deposto fiori sull'autostrada, nel tratto in cui furono uccisi dalla mafia il giudice, la moglie e la scorta

PALERMO. Sulla strada per l'aeroporto di Punta Raisi, Benedetto XVI si è fermato, fuori programma, nel luogo della strage di Capaci, deponendo dei fiori dove morirono, per mano della mafia, il giudice Giovanni Falcone e gli uomini della sua scorta.

© Copyright Il Giornale di Sicilia online

Papa/ Benedetto XVI depone corona di fiori su stele strage Capaci

Il Pontefice onora la memoria del giudice ucciso nel '92

Al termine della visita a Palermo, il papa Benedetto XVI si è fermato alcuni minuti in raccoglimento, deponendo un mazzo di fiori, davanti alla stele che lungo l'autostrada Palermo-Mazzara del Vallo ricorda la strage di Capaci in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta. Nel corso dell'Angelus stamani il Pontefice aveva rivolto agli oltre 250mila fedeli raccolti al Foro Italico di Palermo l'appello a non desistere mai dalla lotta alle piaghe che affliggono questa terra.

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IL PRECEDENTE

LA FEDE, LE PAROLE, L’ARTE: QUEL 13 MARZO 2000 DEL CARDINALE RATZINGER

La prima volta in Sicilia da Pontefice. Ma non la prima in assoluto. Quando era cardinale prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, Joseph Ratzinger volò a Palermo per una visita che rimase nella storia della città. Il porporato – era il 13 marzo 2000, in pieno Giubileo – invitato dal cardinale Salvatore De Giorgi, a quel tempo arcivescovo del capoluogo siciliano, inaugurò la «Settimana della fede» in Cattedrale. La sfida bioetica, il dialogo fra le religioni, la missione alle genti furono i temi toccati dal cardinale Ratzinger e rimasti nella memoria di quelle 1.500 persone raccolte in Duomo che ascoltarono colui che cinque anni dopo sarebbe diventato successore di Pietro. Parlò del rapporto uomo-Dio. E in molti lo ricordano anche col naso all’insù, rapito dalla magnificenza dei mosaici del Duomo di Monreale. Rimase stupefatto della bellezza e della fedeltà di racconto delle Sacre Scritture sui mosaici, incantato davanti al Pantocratore, conquistato dal gioiello della Cappella Palatina di Palazzo dei Normanni. Un assaggio della Sicilia che, certamente, gli sarà rimasto nel cuore.

(A.Tur.)

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PAPA: INCORAGGIA LA SICILIA, MAFIA E' STRADA DI MORTE

(AGI) - Palermo, 3 ott.

(di Salvatore Izzo)

"Cari giovani di Sicilia, non cedete alle suggestioni della mafia, che e' una strada di morte, incompatibile con il Vangelo, come tante volte i vostri vescovi hanno detto".
E' questo il messaggio che Benedetto XVI ha voluto affidare questa sera ai 15 mila ragazzi delle diocesi siciliane radunati a piazza Politeama, ai quali ha indicato un modello: Rosario Livatino, l'eroico giudice antimafia caduto il 21 settembre 1990.
Vincere la mafia e' possibile, ha spiegato: "siate alberi - ha chiesto ai giovani - che affondano le loro radici nel fiume del bene. Non abbiate paura di contrastare il male.
Conosco l'impegno con cui voi cercate di reagire e di affrontare questi problemi, affiancati dai vostri sacerdoti, che sono per voi autentici padri e fratelli nella fede, come e' stato - ha detto - don Pino Puglisi".
Al sacerdote ucciso davanti alla sua parrocchia di Brancaccio 17 anni fa, il Papa ha dedicato il discorso ai sacerdoti radunati in Cattedrale affermando che "la Chiesa di Palermo deve conservare la viva memoria della feconda testimonianza sacerdotale di don Giuseppe Puglisi, imitandone l'eroico esempio".
"Un appartenente a questo presbiterio - ha scandito - e' stato ucciso dalla mafia, aveva un cuore che ardeva di autentica carita' pastorale; nel suo zelante ministero ha dato largo spazio all'educazione dei ragazzi e dei giovani, ed insieme si e' adoperato perche' ogni famiglia cristiana vivesse la fondamentale vocazione di prima educatrice della fede dei figli".
"Lo stesso popolo affidato alle sue cure pastorali - ha voluto rimarcare ancora il Pontefice ricordando Puglisi - ha potuto abbeverarsi alla ricchezza spirituale di questo buon pastore, del quale e' in corso la causa di Beatificazione".
E, prima di partire, il Papa ha reso omaggio anche al sacrificio del giudice Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli uomini della scorta, saltati in aria a Capaci, dove e' stato fatto fermare il corteo che accompagnava Ratzinger: "il Papa e' sceso dalla sua macchina - ha spiegato ai giornalisti il portavoce padre Federico Lombardi - per deporre un mazzo di fiori presso una delle stele erette in ricordo delle vittime, e ha sostato in preghiera silenziosa, ricordando tutte le vittime della mafia e delle altre forme di criminalita' organizzata. Poi ha ripreso la strada verso l'Aeroporto per rientrare a Roma".
"Ci si deve vergognare del male, di cio' che offende Dio, di cio' che offende l'uomo; ci si deve vergognare del male che si arreca alla Comunita' civile e religiosa con azioni che non amano venire alla luce", ha detto nell'omelia della grande messa celebrata al Foro Italico di Palermo, facendo suo con queste parole il grido accorato di Giovanni Paolo II che ad Agrigento il 9 maggio 1993 si rivolse agli uomini della mafia: "nel nome di Cristo, crocifisso e risorto, che e' Via, Verita' e Vita convertitevi, un giorno arrivera' il giudizio di Dio".
La Bibbia ci mostra, ha ricordato il Papa teologo davanti a una folla immensa e alle autorita' il presidente del Senato Renato Schifani, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo e il sindaco di Palermo Diego Cammarata), "l'empio, colui che non agisce secondo Dio, confida nel proprio potere, ma si appoggia su una realta' fragile e inconsistente", che "percio' si pieghera' ed e' destinato a cadere; il giusto, invece, confida in una realta' nascosta ma solida, confida in Dio e per questo avra' la vita".
"A Palermo, come anche in tutta la Sicilia, non mancano - rileva il Pontefice - difficolta', problemi e preoccupazioni: penso, in particolare, a quanti vivono concretamente la loro esistenza in condizioni di precarieta', a causa della mancanza del lavoro, dell'incertezza per il futuro, della sofferenza fisica e morale ed a causa della criminalita' organizzata".
Per Ratzinger, davanti a questa situazione umanamente disperante, non ci si deve far vincere dal peso dei problemi. "La tentazione dello scoraggiamento, della rassegnazione, viene - ha denunciato - a chi e' debole nella fede, a chi confonde il male con il bene, a chi pensa che davanti al male, spesso profondo, non ci sia nulla da fare. Invece, chi e' saldamente fondato sulla fede, chi ha piena fiducia in Dio e vive nella Chiesa, e' capace di portare la forza dirompente del Vangelo".
"Gesu' - ha spiegato Benedetto XVI - ci invita ad essere umili", ma non ci ha chiesto di essere timidi: "Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carita' e di prudenza". Osiamo, dunque, ha incoraggiato il Papa tedesco rivolto ai cattolici siciliani.
Per il Papa la scommessa che in Sicilia si deve giocare e' quella della formazione dei giovani. Per questo Chiesa e autorita' devono sostenere la famiglia. "Ognuno di noi ha bisogno di un terreno fertile in cui affondare le proprie radici, un terreno ricco di sostanze nutritive che fanno crescere la persona: sono i valori, ma sono soprattutto l'amore e la fede, la conoscenza del vero volto di Dio, la consapevolezza che Lui ci ama infinitamente, fedelmente, pazientemente, fino a dare la vita per noi", ha detto. Parole che sono state accolte con grande attenzione da una folla mai vista in questa città.
Oltre 200 mila alla messa al Foro Italico, e migliaia anche lungo le strade.
Padre Lombardi, il portavoce vaticano, ha espresso perplessita' perche' alcuni media hanno insistito per tutto il giorno con una stima assolutamente incongrua delle presenze.

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Cammarata: "Palermo non si è mai piegata alla mafia"



Il sindaco Diego cammarata è stato il primo a prendere la parola per dare il benvenuto a Benedetto XVI in visita nel capoluogo isolano: "Il nostro impegno è contro la povertà e il degrado"

Il saluto del sindaco di Palermo sul palco: "La città non si è mai rassegnata alla violenza". L'arcivescovo: "Disoccupazione, disagio delle fasce sociali più deboli, i numerosi problemi amministrativi ed economici non cessano di condizionare pesantemente la vita della nostra Isola"

Donata al Papa la Statua dell'Imacolata protettrice della Sicilia. Dal primo cittadino in regalo una miniatura del carro di Santa Rosalia.

PALERMO. "Alla violenza della mafia, Palermo non si e' mai rassegnata ne' piegata e, pur profondamente ferita, ha sempre saputo rispondere con un no deciso, chiedendo a tutti noi che abbiamo responsabilita' di governo e politiche un impegno sempre piu' deciso e preciso per la legalita'". Sono le parole del sindaco di Palermo, Diego Cammarata, nel saluto a Benedetto XVI, al Foro Italico.

"Consegniamo a Lei, Santo Padre - ha continuato Cammarata -, con le nostre preghiere ed il nostro impegno quotidiano la nostra volonta' di accoglienza dei bisogni e delle sofferenze contro ogni forma di degrado e di poverta' cosi' come fecero grandi uomini di fede, come il beato Giacomo Cusmano, che nella nostra Palermo lavorarono infaticabilmente al servizio degli ultimi. Cosi' come ci ha insegnato don Pino Puglisi - ha concluso il primo cittadino -, il sacerdote ucciso dalla mafia nel 1993, ciascuno di noi e' pronto a dare il proprio contributo, anche minimo ma ugualmente importante, per raggiungere quell'obiettivo di comunione e progettualita' condivisa che serva a promuovere in modo autentico il bene comune".





Romeo: "La Sicilia è condizionata da ferite profonde"


L'arcivescovo di Palermo, salutando il Papa, parla di disoccupazione, di problemi amministrativi ed economici, di criminalità organizzata come piaghe dell'Isola. "Gestione politica discontinua e poco attenta" dice


PALERMO. "Non possiamo nascondere che la Sicilia sia caratterizzata da ferite profonde, antiche e nuove, personali e comunitarie che incidono nel tessuto sociale". Queste le parole pronunciate dall'arcivescovo di Palermo Paolo Romeo, nel messaggio di saluto al Papa, prima della messa al Foro Italico.

"Un crescente tasso di disoccupazione, il disagio delle fasce sociali piu' deboli, i numerosi problemi amministrativi ed economici, non cessano di condizionare pesantemente la vita della
nostra isola, spesso scenari di drammi che la criminalita' organizzata approfittando di questo humus consuma a danno dell'intero tessuto sociale e inevitabile e inevitabilmente delle
sinfole coscienze", ha aggiunto l'alto prelato.

"Come non ricordare che in questo momento - ha sottolineato mons. Romeo - quanti nel desiderio di garantire un futuro migliore ai propri familiari hanno dovuto cercare nuove occasioni di lavoro in altre regioni e all'estero, sorretti dalla forza della fede?".
Ci sono "tanti elementi" che fanno in modo che in Sicilia "i giovani non guardino al futuro con speranza", "tanto immobilismo sociale e culturale come pure una gestione politica discontinua e poco attenta ai problemi della disoccupazione giovanile, rischiano di fare penetrare in loro il senso della sconfitta, il tarlo pericoloso dello scoraggiamento".

"I nostri giovani - ha aggiunto Romeo - sanno che il Santo Padre e' consapevole del loro dolore e del loro smarrimento, di fronte al disorientamento che respirano da questa societa' che diviene troppo spesso sopraffazione, ingiustizia, violenza, morte e li sostiene e li accompagna con la sua preghiera e il suo prezioso magistero".




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