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Viaggio apostolico in Giordania e Israele

Ultimo Aggiornamento: 08/07/2009 21:40
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15/05/2009 10:08
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Dal blog di Lella...

I bunker dell'integralismo islamico sono rimasti sbarrati e silenziosi

Una grande "festa" nella città blindata Alla fine la sfida s'è risolta senza intoppi

Alessandro Logroscino

NAZARETH

Aveva tuonato per settimane contro la visita di Benedetto XVI, bollandolo come «nemico dell'Islam» e scagliando anatemi contro le autorità islamiche moderate ben disposte ad accoglierlo sulla Spianata delle Moschee di Gerusalemme. Ma al dunque lo sceicco Nazim Abu Salim Sakhafa, imam radicale della moschea di Shihab-e-Din, a Nazareth, è sparito dalla circolazione: allontanato dalla polizia a scanso di guai proprio nel giorno in cui il Papa è arrivato nella sua città.
Una festa blindata, non c'è che dire, ma che non ha impedito il bagno di folla nella giornata forse più temuta per l'ordine pubblico dell'intera visita del pontefice in Terrasanta. La sfida di Nazareth si è risolta alla fine senza intoppi.
La gran parte della gente, come era prevedibile, ha accolto papa Ratzinger con calore. Mentre i bunker dell'integralismo islamico sono rimasti sbarrati e silenziosi. Il Movimento Islamico, una fazione politica radicale legalmente riconosciuta in Israele, ha mantenuto la promessa: ignorando l'ospite, ma senza disturbarlo. Mentre l'incendiario sceicco Salim, promotore fino alla vigilia di campagne di boicottaggio a colpi di volantini, poster e sermoni, è stato messo in condizione di non nuocere con un tempestivo trasferimento coatto. Troppe provocazioni – si è ritenuto – nella storia di un personaggio che secondo molti rappresenta a Nazareth solo una nicchia rumorosa, ma che è stato pur sempre protagonista di pericolose contese interconfessionali: a cominciare da quella innescata dal progetto di allargamento-monstre della sua moschea, all'ombra del santuario dell'Annunciazione.
Le autorità si sono mostrate soddisfatte per il funzionamento della macchina della sicurezza. Capace di mobilitare in totale 80.000 uomini dall'arrivo del Papa a Tel Aviv, l'11 maggio, e di manifestarsi ieri con una presenza capillare, fatta di posti di blocco, percorsi obbligati, zone off limits: nelle strade e stradine di Nazareth come sull'altura del Monte del Precipizio, dove è stato innalzato l'anfiteatro nuovo di zecca inaugurato dalla più affollata messa papale di questo viaggio. «Si è trattato di una visita molto complessa, ma finora tutto si svolto secondo i piani e la situazione è rimasta sotto controllo», ha commentato ai giornalisti il ministro della Sicurezza Interna, Yitzhak Aharonovic.
A esprimere qualche lamentela il sindaco, Ramiz Jaraisy (arabo e cristiano), secondo il quale la decisione dei servizi segreti israeliani di restringere al minimo l'attraversamento di Nazareth in papamobile del papa – a differenza di quanto accaduto a Gerusalemme – è stata «sbagliata» ed eccessiva. Un modo per limitare il contatto con la gente, ha recriminato Jaraisy, sottolineando di essere stato «eletto tre volte anche dalla maggioranza musulmana», a conferma del clima generale di convivenza religiosa e buone relazioni in città.

© Copyright Gazzetta del sud, 15 maggio 2009


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