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Viaggio apostolico in Giordania e Israele

Ultimo Aggiornamento: 08/07/2009 21:40
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14/05/2009 22:39
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PAPA: 40MILA A NAZARETH, DIFENDERE BAMBINI E FAMIGLIA

(AGI) - Nazareth, 14 mag.

(dell'inviato Salvatore Izzo)

L'enorme spianata naturale, alla periferia di Nazareth, non basta a contenerli cosi' come e' incontenibile il loro entusiasmo: sono moltissimi, certamente piu' dei 40 mila attesi, i fedeli presenti alla messa di Benedetto XVI nella citta' dove e' cresciuto Gesu' e dove i suoi familiari diedero vita alla prima comunita' cristiana locale.
"Di sicuro il piu' grande raduno di cattolici in territorio di Israele", commenta l'Osservatore Romano.
Ed e' vero perche' l'unico precedente e' quel mega-incontro dei giovani di tutto il mondo con Giovanni Paolo II a Tiberiade, nel 2000, ma stavolta la folla e' tutta di cristiani del Medio Oriente e gremisce la conca alla base del Monte del Precipizio, proprio
nel luogo in cui, secondo l'evangelista Luca, la folla tento' di far cadere Gesu' dalla rupe. Compiuto il giro, Joseph Ratzinger, raggiante per l'accoglienza caldissima che gli fanno, raggiunge il palco che e' stato preparato.
Prende la parola il vicario greco melkita di Nazareth, Elias Chacour: "l'esodo dei cristiani ci angoscia con dolore e ci mostra una prospettiva poco incoraggiante", esordisce dando voce alla preoccupazione della Chiesa locale per le scuole cattoliche che in Israele, spiega, "lottano per la sopravvivenza, pur essendo di altissimo livello".
"Santita' - afferma il vescovo greco-cattolico nel suo applauditissimo intervento - abbiamo bisogno delle sue preghiere e del suo sostegno morale e spirituale.
Continuiamo ad aspettare piu' sostegno dalle autorita' israeliane, come cittadini di questo Paese: siamo convinti che rispetteranno i nostri diritti. Le nostre istituzioni educative, le nostre scuole sono la nostra prima priorita' perche' questo e' lo strumento per diffondere il messaggio di Cristo, per diffondere lo spirito di riconciliazione.
Le nostre scuole lottano fanno grandi sacrifici, ma andiamo avanti".
Gli applausi lo sommergono quando indica al Pontefice gli sfollati di Bourom e Ikreth, presenti nelle prime file, che "aspettano con speranza un sostegno per poter ritornare ai loro villaggi e vivere nelle loro case cosi' come fanno gli altri cittadini di questo Paese".
Il Papa non lascia cadere queste denunce e una ad una le riprende nei vari momenti della giornata che prevede anche un colloquio con il premier Banjamin Netanyahu definito importante dal custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa.
Cosi' all'omelia lancia un forte appello al Governo Israeliano perche' sostenga le famiglie senza discriminazioni etniche e religiose, ricordando che l'Antico Testamento - dal quale l'ebraismo trae i suoi insegnamenti - "presenta la famiglia come la prima scuola della sapienza". "Possiamo giungere ad apprezzare, all'interno della societa' piu' ampia - promette - il ruolo dello Stato chiamato a sostenere le famiglie nella loro missione educatrice, a proteggere l'istituto della famiglia e i suoi diritti nativi, come pure a far si' che tutte le famiglie possano vivere e fiorire in condizioni di Dignita'".
In particolare il Papa chiede aiuti per le donne che in Medio Oriente "sia come madri di famiglia, come una vitale presenza nella forza lavoro e nelle istituzioni della societa', hanno un ruolo indispensabile nel creare quella 'ecologia umana' di cui il mondo, e anche questa terra, hanno cosi' urgente bisogno: un ambiente in cui i bambini imparino ad amare e ad apprezzare gli altri, ad essere onesti e rispettosi verso tutti, a praticare le virtu' della misericordia e del perdono". Un tema che ritorna nel pomeriggio, quando si rivolge ai credenti delle diverse fedi, "cristiani, ebrei, musulmani, drusi, e persone di altre religioni" per ricordare loro che insieme debbono impegnarsi a "salvaguardare i bambini dal fanatismo e dalla violenza, mentre li preparano ad essere costruttori di un mondo migliore". "Le nostre diverse tradizioni religiose - afferma poco prima di comporre una catena umana con tutti i presenti dando la mano al rabbino David Rosen, presidente del Comitato ebraico per il dialogo con i cristiani, e a un imam - hanno in se' potenzialita' notevoli in ordine alla promozione di una cultura della pace, specialmente attraverso l'insegnamento e la predicazione dei valori spirituali piu' profondi
della nostra comune umanita'.
Plasmando i cuori dei giovani, noi plasmiamo il futuro della stessa umanita'".
Nel suo discorso ai leader religiosi fa poi cenno alla lunga controversia che ha opposto la Chiesa Cattolica e la comunita' musulmana di Nazareth sui diritti territoriali dei rispettivi luoghi santi: "vi incoraggio a continuare ad esercitare il vicendevole rispetto, mentre vi adoperate ad alleviare le tensioni concernenti i luoghi di culto, garantendo cosi' un ambiente sereno per la preghiera e la meditazione, qui e in tutta la Galilea".
Queste tensioni oggi non si avvertono a Nazareth ma il problema esiste se la polizia - attirandosi le critiche del sindaco Ramiz Jaraisy - limita l'uso della papamobile al solo giro nella spianata e proibisce la permanenza in citta' dell'imam Nizam Sakhafa, che si e' distinto per i toni accesi sia nella polemica decennale tra moschea e santuario che negli attacchi mediatici di questi giorni al viaggio del Papa.
E Ratzinger invita "le persone di buona volonta' di entrambe le comunita' a riparare il danno che e' stato fatto, e in fedelta' al comune credo in un unico Dio, Padre dell'umana famiglia, ad operare per edificare ponti e trovare modi per una pacifica coesistenza".
"Ognuno - chiede - respinga il potere distruttivo dell'odio e del pregiudizio, che uccidono l'anima umana prima ancora che il corpo". In serata arriva infine l'appello a tutti i cristiani del Medio Oriente a non fuggire via.
"Abbiate il coraggio di essere fedeli a Cristo e di rimanere qui nella terra che Egli ha santificato con la sua stessa presenza: come Maria, voi avete
un ruolo da giocare nel piano divino della salvezza".
"Nello Stato di Israele e nei Territori Palestinesi i cristiani formano una minoranza della popolazione e a volte sembra che la loro voce conti poco: una situazione che richiama alla mente quella di Maria a Nazareth, ma Dio ha guardato all'umilta' della sua serva e ha ricolmato di beni l'affamato".

© Copyright (AGI)


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