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Arrivederci Les Combes
GIACOMO GALEAZZI
AOSTA
«L’infortunio ha un po’ mutato il programma della villeggiatura, rallentando la stesura del libro su Gesù di Nazareth perché il Papa è abituato a scrivere tutto di suo pugno. Benedetto XVI, però, ha comunque apprezzato il clima di tranquillità e riposo di questi sedici giorni», spiega alla Stampa il portavoce papale, padre Federico Lombardi.
Oggi a mezzogiorno è prevista la cerimonia dei saluti da parte del Pontefice nel prato antistante la colonia salesiana. Il Papa saluterà un gruppo di giovani salesiani e le forze di polizia, militari, Protezione civile, vigili del fuoco, ispettorato di pubblica sicurezza, gendarmeria e servizi sanitari vaticani. Nel pomeriggio, alle 16,30, riceverà il saluto del vescovo, Giuseppe Anfossi, delle autorità della regione e del Comune di Introd. Andando verso l’elicottero incontrerà anche i bambini e le persone residenti a Les Combes.
Alle 17 la partenza per Caselle.
Un congedo «semplice ma sentito», in linea con l’atmosfera dell’intera vacanza. «Qui il Papa si è trovato in condizioni particolarmente favorevoli per il raccoglimento, lo studio e il lavoro personale - aggiunge padre Lombardi -. Oltre alla bellezza del paesaggio, questo clima rilassato è uno dei principali motivi per cui Benedetto XVI ha scelto di tornare a Les Combes.
Qui, a differenza del suo predecessore Giovanni Paolo II, Benedetto XVI non cerca tanto l’occasione per fare gite o escursioni, bensì il raccoglimento, la serenità». Karol Wojtyla, evidenzia padre Lombardi, «finalizzava la villeggiatura a Les Combes anche ad arricchire il suo tempo con spostamenti mirati a vedere bei luoghi di montagna, mentre Benedetto XVI ha impiegato questo periodo lontano da Roma più per la riflessione personale e la tranquillità, com’è caratteristico della sua personalità». Durante le giornate a Les Combes papa Ratzinger «riesce a concentrarsi sul lavoro personale, da uomo di profonda riflessione qual è». Favorito «dall’interruzione estiva delle udienze pressoché quotidiane della sua ordinaria vita in Vaticano». E le vacanze in montagna, sottolinea padre Lombardi, sono «il momento più propizio alla riflessione, alla preghiera, alla meditazione e Benedetto XVI riesce a trarne grande vantaggio».
Insomma, una permanenza «serena e sicura» quella del Papa a Les Combes, grazie anche all’«ottimo clima di collaborazione fra le istituzioni, il personale della Valle e il personale vaticano e salesiano».
Un periodo di villeggiatura «che non ha tradito le aspettative di serenità del Pontefice dopo mesi di intensa attività», per quanto segnato anche da un ricovero per una frattura del polso. Ogni pomeriggio, per due settimane, il Papa (come fa anche in Vaticano e durante i viaggi apostolici) ha compiuto la quotidiana passeggiata fino al piccolo chalet allestito per lui nei boschi sovrastanti la sua residenza. Lunedì sera, alla colonia salesiana, si è svolta la tradizionale cena conclusiva con la partecipazione del vescovo, del parroco di Introd, delle autorità civili e militari e dei medici dell’ospedale di Aosta che hanno assistito il Pontefice. Hanno parlato nell’ordine Domenico Giani, ispettore capo della gendarmeria vaticana, il presidente della Regione Augusto Rollandin, il presidente del Consiglio regionale Albert Cerise e il sindaco di Introd, Osvaldo Naudin. Il segretario del Papa, monsignor Georg Gaenswein ha portato il saluto di Benedetto XVI, il quale si appunto è riservato di presentare oggi i suoi ringraziamenti di persona a tutti coloro che hanno collaborato per la sua serena permanenza. Ha concluso il vescovo di Aosta, monsignor Giuseppe Anfossi. «Il Comune di Introd - ricorda padre Lombardi - ha deliberato nei giorni scorsi di offrire al Santo Padre la cittadinanza onoraria». Alla deliberazione dovrà seguire la risposta ufficiale di accettazione da parte Papa e nei prossimi mesi si può prevedere che una delegazione di Introd vada a Roma per il conferimento ufficiale.
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