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Ultimo Aggiornamento: 24/09/2012 20:08
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16/02/2009 18:02
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TERRA SANTA - Decisione coraggiosa

Il nunzio apostolico sull’annunciata visita di Benedetto XVI

Manca ancora l’annuncio della Santa Sede ma il viaggio di Benedetto XVI in Terra Santa, a maggio, è ufficiale. La conferma è arrivata, nei giorni scorsi, dallo stesso premier israeliano Ehud Olmert: “A maggio ci sarà una visita importante, quella di Benedetto XVI”. “Una decisione coraggiosa” per il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, a causa delle “incertezze della situazione politica, delle tensioni continue di una regione percorsa da conflitti”, ultimo quello a Gaza. “Ombre o diffidenze tornano in modo ricorrente ad oscurare il dialogo ben avviato fra il mondo ebraico e la Chiesa cattolica”. Ma “forse proprio per tutti questi motivi è urgente andarvi”. Era stato lo stesso Benedetto XVI, il 12 febbraio, a dire, ai membri della “Conference of presidents of major american Jewish organizations” che si "stava preparando" al viaggio in Terra Santa. Di questa visita il SIR ne ha parlato con il nunzio apostolico in Israele, mons. Antonio Franco.

Eccellenza, sotto quali auspici avrà luogo questo viaggio?

“La visita del Papa è quella del capo spirituale della comunità cattolica e, quindi, viene a visitare i suoi figli che sono qui, in particolare in Giordania e in Terra Santa, dunque Israele e Territori palestinesi. È una visita pastorale alle comunità cattoliche con le aperture che sono al cuore di tutta la missione della Chiesa oggi, in continuità con quelle conciliari e nel filone della tradizione della Chiesa”.

Ciò significa che Benedetto XVI non incontrerà solo le comunità cattoliche locali?

“Ci sarà l’incontro con le comunità cattoliche, con quelle cristiane e momenti con i leader delle altre religioni, Islam ed ebraismo. La dimensione pastorale non esclude anche incontri con i responsabili dello Stato in Giordania, in Israele e Territori palestinesi dove c’è un’Autorità palestinese”.

È allo studio anche una tappa a Gaza o in zone vicine?

“Non sappiamo ancora se il Papa potrà recarsi o avvicinarsi a Gaza. Non era e non è nel programma, poiché ci sono tante considerazioni, anche di tempo, che vanno tenute presenti. Certamente ci sarà, auspichiamo, una presenza della piccola comunità di Gaza alla messa. In Terra Santa il Papa non avrà una permanenza tale da incontrare tutte le realtà della Chiesa ma ci saranno tre occasioni di grandi raduni con le comunità locali, una a Gerusalemme, una a Betlemme ed una in Galilea e si spera che ci sia la possibilità, per tutti coloro che vogliono avvicinarsi, per respirare quell’atmosfera di pace che sicuramente si creerà in quei giorni e ascoltare un messaggio di pace e di riconciliazione e di stimolo a costruire un mondo migliore”.

Rivedremo immagini come quelle di Giovanni Paolo II al Muro del pianto?

“Vedremo e rivedremo tante immagini. Alcuni momenti sono tappe obbligate che non voglio specificare lasciando la curiosità e l’attesa. Sul programma ci sono molte speculazioni. Ancora un po’ di pazienza e sapremo tutto, a giorni verrà dato l’annuncio”.

Questo viaggio sembra porre fine alle polemiche circa la revoca della scomunica ai lefebvriani che hanno messo alla prova il dialogo ebraico-cattolico...

“Le reazioni sono sempre un poco emozionali. La linea della Santa Sede, fermandoci solo al dopo Concilio, è di riflessione e di continuità di approfondimento. Questo per dire che il Papa ha riproposto in maniera inequivocabile la posizione che è già parte della vita e del patrimonio della Chiesa. Le parole alla Conference of presidents of major american Jewish organizations sono state chiare, precise, inequivocabili, ferme e hanno riproposto – ripeto – qualcosa già da lui detto in altre circostanze”.

Nello stesso incontro Benedetto XVI ha chiesto perdono per il comportamento di coloro che, nella storia, hanno causato sofferenza al popolo ebraico come con la Shoah. Un segno di continuità con Giovanni Paolo II?

“Sulla continuità tra Giovanni Paolo II e Benedetto XVI non c’erano dubbi nemmeno prima circa il magistero della Chiesa su questi punti e posizioni. Se qualcuno avesse avuto dei segnali non chiari dovuti alle interpretazioni date ad altri gesti del Papa adesso ha un’affermazione categorica e chiara”.

Eppure c’è ancora chi, come il vescovo lefebvriano Williamson, sostiene idee negazioniste...

“Queste persone, diciamo subito, non sono ancora dentro la comunione piena della Chiesa. Quindi tra le cose che devono chiarire ci sono queste posizioni e gli atteggiamenti relativi alla dottrina della Chiesa. La Shoah è un fatto storico incontrovertibile, sulla quale la Chiesa ha già espresso la sua valutazione, e l’antisemitismo è parte di un atteggiamento di fondo che la Chiesa cattolica condanna”.

La posizione ribadita da Benedetto XVI su questi temi potrebbe aiutare anche a una lettura meno “pregiudiziale” della figura di Pio XII?

“Nella misura in cui c’è una maggiore serenità nell’avvicinarsi agli altri nasce una fiducia e cadono tante barriere che purtroppo la storia ha costruito. La verità si farà strada. Non ho alcun dubbio, è questione di pazienza”.

© Copyright Sir


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