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GMG Madrid 2011

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2011 18:32
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23/08/2011 09:45
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21/8/2011

Il Papa del sorriso

VATICANISTA DE LA STAMPA

INVIATO A MADRID
Il "Papa del sorriso", lo ha ribattezzato Tele-Madrid, che copre ogni suo passo in Spagna. Ed effettivamente Benedetto XVI non ha mai smesso di sorridere, alle centinaia di migliaia di giovani che lo acclamano, alle suore che lo accolgono con cori da stadio, ai docenti universitari che gli tributano ovazioni, al vecchio "nemico" Zapatero che esce di scena, al futuro "alleato" Rajoy. Per il Papa tutto va per il meglio nel paese che più ha visitato dall'inizio del pontificato. E' circondato dal calore e dall'affetto di una colossale massa di fedeli. Il periodo buio della crisi dei preti pedofili, che gravava sui viaggi precedenti, è superato e la rievangelizzazione della Spagna si presenta sotto migliori auspici. La "collaborazione tra Chiesa e istituzioni civili" "non solo è possibile", sottolinea il Papa, ma quando Chiesa e istituzioni "si orientano al servizio di iniziative comuni si realizza "il principio del bene che integra tutti nell'unità". Una folla immensa, mai vista prima in Spagna, sotto una tempesta di pioggia che ha persino interrotto il discorso di Benedetto XVI. "Si, si, siamo la gioventù del Papa", cantano e ballano. Olltre due milioni di pellegrini (secondo le stime della tv spagnola) hanno stretto un patto con il Pontefice teologo e pastore. "Non siamo frutto del caso o dell’irrazionalità, ma all’origine della nostra esistenza c’è un progetto d’amore di Dio-assicura il Papa-.Se rimarrete nell’amore di Cristo, radicati nella fede, incontrerete, anche in mezzo a contrarietà e sofferenze, la fonte della gioia e dell’allegria". La fede "non si oppone ai vostri ideali più alti, al contrario, li eleva e li perfeziona”. Oggi che "la cultura relativista dominante rinuncia e disprezza la ricerca della verità, che è l’aspirazione più alta dello spirito umano", va proposto "il valore universale di Cristo". Quindi “nessuna avversità vi paralizzi, non abbiate paura del mondo, né del futuro, né della vostra debolezza: Dio vi ha concesso di vivere in questo momento della storia perché grazie alla vostra fede continui a risuonare il suo nome in tutta la terra". In una società che "pone in dubbio la dignità della vita ed è sconcertata quando irrompe il dolore", pochi istanti prima di immergersi nello sterminato oceano di colorie e allegria dei Papa-boys, Benedetto XVI ha visitato l'Istituto San José, un centro per persone disabili e con gravi malattie neurodegenerative e, in nunziatura, ha incontrato suor Teresita, 103 anni, la religiosa di clausura più anziana del mondo, entrata in monastero il giorno della nascita di Joseph Ratzinger. Al periferico aerodromo di Cuatro Vientos, sede degli appuntamenti finali della Gmg (la veglia di ieri sera e la messa di oggi),i pellegrini sono arrivati dal centro della capitale muniti di un "kit di sopravvivenza" cibi e bevande per 10 infuocati chilometri di rosario, bandiere e canti. Mille ruscelli sono partiti da ogni parte della città, sono diventati torrenti nella metropolitana verso l'aeroporto, fiume in piena dalle uscite del Metrò di Aviacion Espanola e di Las Aguilas, mezz'ora a piedi dal "grande deserto" di Cuatro Vientos. I campi attorno alla base sono stati trasformati in "Cittadella del Papa". Una desolante immensità gialla vista dall'alto dalle telecamere degli elicotteri delle Tv con il termometro che sfiora i 40 gradi. Benedetto XVI ha ricordato ai giovani l’importanza della vocazione al matrimonio, “nel quale un uomo e una donna, formando una sola carne, si realizzano in una profonda vita di comunione”. E ha aggiunto:“Riconoscere la bellezza e la bontà del matrimonio significa essere coscienti che solo un contesto di fedeltà e indissolubilità e di apertura al dono divino della vita, è quello adeguato alla grandezza e dignità dell’amore matrimoniale”. occorre adorare l’eucaristia, “dialogare” con Dio e porre a lui le domandei: "Chiediamo al Signore, in questa notte, attratti dalla bellezza del suo amore, di vivere sempre fedelmente come suoi discepoli”. Nella spianata, grande quanto 48 campi di calcio, una distesa infinita di mani alzate, striscioni, gazebo. Il Pontefice ha incontrato una delegazione di giovani norvegesi in segno di partecipazione al dramma degli attentati del 22 luglio sull’isola di Utoya. La veglia si è aperta con la processione. Ragazzi in rappresentanza dei ciinque continenti hanno portato la croce della Gmg, simbolo del cammino di fede. L'incontro con Cristo cambia la prospettiva per molti e il Papa riconosce ai ragazzi il diritto ad avere paure e dubbi, ma li esorta a non fermarsi davanti agli ostacoli. I giovani trascorrono la notte nella zona di “Cuatro Vientos”, dove sono state allestite tende per l’adorazione eucaristica in attesa della messa domenicale. Ieri mattina Benedetto XVI, apparso in ottima forma malgrado il caldo opprimente, ha confessato in mezzo ad altri 200 preti (è la prima volta che accade a una Gmg). Erano previsti tre penitenti ma alla fine c'è stato tempo per aggiungerne un quarto. “Cos’è la riserva della confessione?”, ha chiesto Joseph Ratzinger sorridendo. Poi nella cattedrale dell’Almudena ha tracciato l’identikit del buon sacerdote e annunciato un nuovo dottore della Chiesa: San Giovanni d’Avila, patrono del clero secolare spagnolo. I seminaristi, raccomanda, non devono temere di essere disprezzati per la fede:"Capite se la vostra è vostra è vera vocazione, siate audaci, senza complessi né mediocrità, non lasciatevi intimorire da un ambiente nel quale si pretende di escludere Dio e nel quale il potere, il possedere o il piacere sono spesso i principali criteri sui quali si regge l'esistenza". E avverte:"Può darsi che vi disprezzino come si suole fare verso coloro che richiamano mete più alte o smascherano gli idoli dinanzi ai quali oggi molti si prostrano". Sarà allora che "una vita radicata in Cristo si rivelerà una novità, attraendo quanti cercano Dio, la verità e la giustizia". La santità della Chiesa è "santità di Cristo", per cui "dobbiamo essere santi per non creare una contraddizione fra il segno che siamo e la realtà che vogliamo significare". Essere prete è un "modo di realizzare la vita umana nella gratuità e nel servizio".


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