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Viaggio apostolico in Giordania e Israele

Ultimo Aggiornamento: 08/07/2009 21:40
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Dal blog di Lella...

INDISCRETO A PALAZZO

di Andrea Tornielli

Roma

La crisi finanziaria che ha messo in ginocchio le economie mondiali sta impensierendo, e non poco, il Vaticano.
Non soltanto per le sue gravi implicazioni sulla vita quotidiana di milioni di persone: di questo parlerà l’attesa e ormai imminente enciclica sociale Caritas in veritate, che porterà la data del 29 giugno ed è stata riscritta alla luce dei più recenti negativi sviluppi dell’economia mondiale.
Ad impensierire gli inquilini che abitano nei sacri palazzi è anche lo stato delle finanze vaticane, la cui gestione è tornata da poco alla ribalta con la pubblicazione del libro di Gianluigi Nuzzi Vaticano Spa.
Il volume, basato sulla documentazione dell’archivio di monsignor Dardozzi, attesta come attraverso la banca vaticana, lo Ior, siano state compiute operazioni poco chiare anche in tempi non lontani, sotto la gestione dell’attuale presidente Angelo Caloia, dunque dopo l’uscita di scena di monsignor Paul Casimir Marcinkus e poi del suo numero due, il prelato Donato De Bonis.
Caloia, si legge nel libro di Nuzzi, ha continuato a denunciare con lettere inviate a Giovanni Paolo II i movimenti di denaro dubbi che avvenivano nei conti cifrati della banca da lui diretta, chiedendo al Papa di intervenire, senza avere evidentemente la possibilità di farlo personalmente, nonostante l’incarico ricoperto.
La pubblicazione dell’archivio Dardozzi rende evidente alle autorità vaticane la necessità di un ricambio ai vertici e di una ristrutturazione delle finanze, per farle diventare più trasparenti. Ma non sono solo le recenti rivelazioni sullo Ior a creare apprensione.
Nell’ultimo periodo il Governatorato della Città del Vaticano ha visto dimezzarsi il valore dei suoi investimenti, collocati sul mercato americano all’epoca della presidenza del cardinale statunitense Edmund Casimir Szoka, che al momento del suo ritiro, nel settembre 2006, aveva lasciato un attivo cospicuo e investimenti in prodotti Goldman Sachs.
L’aumento delle spese – ad esempio quelle per la sicurezza del Papa e del Vaticano – e soprattutto il tracollo dei mercati d’Oltreoceano hanno fatto svanire l’attivo e riportato anche i conti del Governatorato in profondo rosso.
Un accenno a questo argomento è stato fatto anche durante l’incontro di fine aprile a Castelgandolfo tra Benedetto XVI e i cardinali Bagnasco, Ruini, Scola e Schönborn.
Il patrimonio della Santa Sede è stato messo a dura prova dalle turbolenze finanziarie dei mercati internazionali e il bilancio 2008 è stato chiuso con un disavanzo netto di 9 milioni di euro. Va inoltre registrato il calo delle offerte dei fedeli, dovuto in parte ad alcuni scandali che hanno travolto la Chiesa negli Usa, e in parte alla generalizzata diminuzione dei redditi degli stessi fedeli per la crisi.
C’è dunque urgente bisogno di un nuovo modello di gestione delle finanze vaticane, più efficiente e trasparente, che permetta alla Santa Sede di continuare a sostenere le sue attività e l’aiuto alle Chiese dei Paesi poveri.

© Copyright Il Giornale, 5 giugno 2009


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